No Matter What || Translation

By Charles_Lechair

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TRADUZIONE DELLA STORIA ORIGINALE DELL'ADORATA @FORMULA1ISLIFE. Maya Jones Γ¨ una 18enne di Bragg Creek, una... More

Prologo
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By Charles_Lechair

Sono seduta su un aeroplano da qualche parte nel cielo sopra il mare delle Filippine, diretta a Melbourne. Negli ultimi giorni è successo di tutto ed è iniziato quando ero a casa da sola a fare FaceTime con mia nipote.

"Maya, devi partecipare assolutamente! Non saprai mai cosa potrebbe succedere, potresti vincere!" Felicity, mia nipote, mi sta dicendo che dovrei iscrivermi a un concorso. È l'unica a conoscenza, a parte i miei genitori e mio nonno, della mia passione per le auto, quindi le ho chiesto un consiglio tramite FaceTime.

"Ma è proprio per quello! E se vincessi poi che cosa succederebbe? Non andrò alla corsa e dovrò volare lì prima di riuscire a vederla." Felicity alza gli occhi al cielo.

"E quindi? In quel caso prenoterai un biglietto last-minute e volerai là! Stai risparmiando per poter andare a vedere una corsa praticamene da una vita." Sto davvero iniziando a pensare di iscrivermi. Tutto ciò che dice Felicity ha senso. "Ed è un tour di tutta la pit lane, quindi c'è anche una grossa probabilità che incontri Charles! Sei una fan delle sue "gare", che aspetti?" Dopo questo posso dire di essere totalmente convinta. Incontrare Charles Leclerc è una delle priorità principali della mia vita e questa potrebbe essere un'opportunità.

"Hai ragione, non dovrei pensarci su troppo e dovrei solo farlo." Felicity sorride.

"Questa è la mia ragazza." Ridacchio e velocemente faccio ciò che mi dice di fare.

Sorrido e mi guardo attorno. Sfortunatamente non sono seduta vicino alla finestra, ma al momento, non mi importa. Sto andando al primo Gran Premio della stagione.

Controllo il mio computer. Ho appena ricevuto una mail e appena la apro scopro che mi comunica di aver vinto il concorso. Prendo subito il mio cellulare e faccio FaceTime con Felicity. Non appena risponde mi saluta felice come sempre.

"Hey Maya!" Non rispondo, sono in completo shock. "Maya, che c'è? Sembri scioccata." Ancora, nessuna reazione. "Oddio! Hai vinto!" Inizia a urlare e annuisco. "Che aspetti? Conferma il premio e prenota un biglietto aereo! Aspetta, a pensarci bene, fai in modo che uno dei tuoi genitori sia lì mentre lo fai." Scuoto la testa.

"Devo dire loro da dove parto e mi prenoteranno il biglietto," Dico e inizio a rispondere alla mail. La leggo ad alta voce in modo che Felicity possa aiutarmi nel caso in cui ci fosse qualcosa da cambiare.

"Gentilissimo signore/a, 

Sono davvero grata di essere venuta a conoscenza di aver vinto il concorso.

La Vostra mail diceva che avrei dovuto dirVi da dove arrivo in modo che Voi possiate prenotare il mio biglietto aereo, vi scrivo tutte le informazioni necessarie qui di seguito:

Abito a Bragg Creek, Alberta, Canada.

Non c'è un aeroporto qui, il più vicino è quello di Calgary, quindi credo che dovrò partire da lì.

È un piacere sapere che avete già una camera prenotata per me. Ora devo solo iniziare a preparare la valigia con ciò che mi servirà.

Attendo di avere ulteriori informazioni riguardo il mio volo molto presto.

Nel frattempo Vi auguro i miei più cordiali saluti,

Maya Jones"

Finisco di scrivere la mail e aspetto che Felicity dica qualcosa. Sistemiamo dei leggeri errori insieme e poi invio la mail. Non riesco a credere che sto per andare in Australia a vedere un Gran Premio di Formula Uno.

Qualche ora dopo ricevo le informazioni sul mio volo, scopro che devo partire tra un giorno e mezzo e quindi inizio a preparare le valigie. Mentre sono in attesa di una risposta informo i miei genitori riguardo ciò che è appena successo e chiamo il mio capo per informarlo che la prossima settimana non sarei andata al lavoro, ma che avrei rimediato. Grazie a Dio ha capito la situazione e ha detto che avrei potuto assentarmi.

All'aeroporto mia mamma aveva dei piccoli dubbi nel lasciarmi andare da sola. Mio nonno è l'unico che so a cui piace la Formula Uno, ma per alcune complicazioni mediche non può venire con me, quindi andrò da sola, anche se mia mamma non è molto d'accordo. Una 18enne che viaggia da sola in Australia, senza conoscere nessuno. Ma eccomi qui. Seduta su un aereo diretta a Melbourne, non senza qualche problema.

Mi siedo al mio posto assegnato sull'aereo che è ancora fermo sul suolo Giapponese. Ho dovuto fare uno scalo in quanto non ci sono voli diretti da Calgary a Melbourne. Finalmente, dopo le istruzioni di sicurezza, iniziamo a prendere velocità. Adoro questa sensazione ma in un certo senso mi sembra sbagliata, anche se non so esattamene cosa sembra diverso. All'improvviso il pilota fa rallentare di nuovo l'aeromobile e torniamo verso l'aeroporto. Non dice cosa sta succedendo, siamo tutti confusi.

"Buongiorno, mi dispiace informarvi che abbiamo riscontrato un paio di problemi tecnici e che dobbiamo tornare indietro per risolverli." Sospiro e mi lascio andare sul sedile. Grande, perfetto. All'inizio ci lasciano rimanere a bordo, poi sentiamo nuovamente la voce del pilota. "Buongiorno, volevo informarvi che il problema tecnico è stato risolto e che ora dovremmo fare un po' di rifornimento per il volo, per questo motivo vi chiedo cortesemente di scendere dall'aeromobile in quanto regola dell'aeroporto." Attorno a me sento la gente lamentarsi e sospirare e io non posso comportarmi diversamente. Se questo fissa gli standard della settimana presumo che mi divertirò parecchio.

Nel complesso ci sono volute due ore in più del previsto prima di riuscire ad alzarci in volo, ma ora ci siamo e inizio a rilassarmi. Prendo il mio taccuino e inizio a scrivere ciò che dovrebbe essere un diario, gli ultimi due giorni non ho avuto il tempo di farlo. Non appena inizio a scrivere immagino ciò che potrebbe succedere. Avrei incontrato Charles, Charles Leclerc, uno dei piloti più giovani in pista e l'unico Monegasco. Nei miei pensieri gli sarei piaciuta subito, ci saremmo messi insieme e ci saremmo amati. Avrei viaggiato con lui per seguire le gare ed eventualmente ci saremmo sposati per vivere per sempre felici e contenti. Ridacchio, non sarebbe mai successo, ma è sempre bello farsi i film mentali. La donna vicino a me sorride non appena mi sente sogghignare.

"Dove stai andando?" Mi chiede in un forte accento australiano, che riconosco immediatamente.

"Sto andando a Melbourne, per il primo Gran Premio della stagione di Formula Uno," le rispondo con un grosso sorriso stampato in faccia.

"Una ragazza a cui piace la Formula Uno! Non si sente tanto spesso, mio figlio la adora e una volta mi ha detto che ha sempre desiderato una ragazza con cui guardarla, ma ancora non ne ha trovata una a cui piaccia." Sorrido. "Anche se ha ancora tutta una vita da vanti, vuole trovarne una il prima possibile." Faccio una risatina.

"Capisco come si sente, io vorrei un ragazzo che non pensi che sono strana perché sono una ragazza e adoro la Formula Uno, ma ancora non ne ho trovato uno nemmeno io. Anche se non ho poi così tanta fretta." La donna ride.

"Quanti anni hai se posso chiedertelo?"

"Diciotto." La donna fa spallucce.

"Sei un po' troppo vecchia per mio figlio, ma almeno ci ho provato." Inizio a ridere. "Ha sedici anni se te lo stavi chiedendo." La donna risponde alla mia domanda ancora prima che potessi chiedere. Per tutto il resto del viaggio parliamo e quando dobbiamo separarci ci sentiamo entrambe dispiaciute. "È stato un piacere parlare con te, Maya." Dice e ci abbracciamo.

"Anche per me."

"Divertiti alla gara." Le mostro ancora una volta un sorriso luminoso.

"Grazie, e saluti suo figlio da parte mia." Anche lei sorride e annuisce.

"Certo, lo farò." Poi ci separiamo, iniziamo a camminare in direzioni diverse e presto vedo l'autista che è venuto a prendermi per portarmi all'hotel. Tiene tra le mani un cartoncino con scritto il mio nome e sorrido tra me e me. Prendo il mio telefono e scatto una fotografia. Diciamocelo, quanto spesso può capitare una situazione simile? Non spesso, o almeno non a me. Mando la foto a Felicity e rimetto il telefono nella tasca posteriore dei pantaloni. Cammino verso l'uomo e mi presento come Maya Jones. Mi stringe la mano e poi si offre di portare le mie valigie, lo ringrazio e rifiuto, posso benissimo farlo da sola. Camminiamo verso l'auto e mi sento terribilmente stanca. È stato un viaggio tremendamente lungo da casa mia a qui e ancora non sono arrivata in hotel! Sono grata di potermi sedere di nuovo non appena arriviamo alla macchina. L'autista sistema le mie valigie nel bagagliaio e io mi siedo sui sedili posteriori, appoggiando la testa contro il finestrino. Il viaggio dura circa 45 minuti e quando la macchina si ferma mi accorgo di essermene persa buona parte. Stropiccio gli occhi e poi mi rendo conto di essere truccata, sicuramente ora sarà tutto un disastro. Ringrazio l'autista e poi mi sistemo un po' velocemente il trucco. Promemoria: mai truccarsi quando si deve viaggiare. Entro nell'hotel e prendo le chiavi della mia stanza. Le sistemo nella borsa in modo da non dimenticarmele, sono davvero brava a perdere le cose. Entro nella mia stanza e la trovo pazzesca. Non è molto distante dalla pista, se mi sforzo posso vederla in lontananza. Scatto una foto della stanza e la pubblico su Instagram.

@mayajones Non posso credere di esere qua e di stare per assistere alla gara dal vivo! Grazie @f1 per l'opportunità 😍

Sistemo la mia valigia nell'armadio dopo aver tirato fuori un paio di pantaloncini corti e una t-shirt. Li indosso e mi metto anche un cappellino in testa per completare l'outfit. Prendo il mio zaino e gli metto dentro le chiavi. Esco dalla stanza e decido di andare a cercare un supermercato per prendere qualcosa da mangiare, potrei anche cercare un negozio di souvenir in modo da non fare tutto all'ultimo minuto. Per mio nonno vorrei prendere qualcosa che riguarda la Formula Uno, per gli altri sarà leggermente più difficile trovare qualcosa.

Ora, due ore dopo, sono di nuovo nella mia camera, mi sono cambiata, ho indossato una vecchia maglietta e mi sono sciacquata la faccia. Ho davvero bisogno di dormire. Domani è giovedì e potrò esplorare un po' di più la città prima di andare a vedere la conferenza stampa. Punto la sveglia alle 17:30 in modo da non dovermi svegliare domani mattina e scoprire di non aver cenato. Poggio il mio telefono sul comodino e poi chiudo gli occhi, addormentandomi subito.

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