Disobey.

By Freckles_22

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Ridley non aveva mai disobbedito alle regole, ma quando le regole erano diventate quelle del ragazzo che le a... More

Introduzione.
Fifth rule: fall in love with me.
Closure.
Butterflies in the stomach.
Liquor Love.
Are you happy?
You Make Me Feel Alive.
Under The Mistletoe.
The End Of Us.
Six Degrees Of Separation.
Sweet Sex.
Stuck On Stupid.
New Rules.
Love Bites.
Take Me To The Other Side.
Just In Case.
Trouble.
Look What You've Done To My Heart.
Prom?
Save The Last Dance.
Connection.
What About Love?
Rapunzel, Please Lay Down Your Hair.
Red As Blood, Red As Love.
The Happy Ending.
New Life.
Avviso.

I'll Be Your Prince Charming.

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By Freckles_22

«P-punizione?» balbettò la ragazza, guardandolo ad occhi spalancati. Quelli di Michael, in quel momento inspiegabilmente freddi, si fermarono nei suoi.

«Sì, punizione» ribadì lui, tranquillo.

Rid deglutì preoccupata. O meglio... estremamente preoccupata.

Michael le sorrise in un modo che a lei parve stranamente perverso e questo non fece che agitarla di più: avrebbe potuto farle qualsiasi cosa.

«P-Puoi... puoi definire il termine "punizione"?» chiese timidamente, abbassando gli occhi sulle sue gambe ancora allacciate intorno al bacino del ragazzo. Pensò di allentare la presa ed alzarsi, ma Michael glielo impedì prontamente, stringendole le cosce e facendole quasi male.

«Io... penso...» cominciò lui, fermandosi poi come nel tentativo di trovare le parole migliori per esporle la sua idea.

Ridley lo guardò perplessa, ma Mike, all'improvviso, la spinse sul divano con eccessiva forza. Ridley sprofondò il viso nei cuscini: profumavano di Michael e questo pensiero la rilassò, nonostante la posizione in cui si trovava.

Mike si mise sopra di lei, con le ginocchia ai lati del suo corpo, in modo che non potesse muoversi.

Benché fosse praticamente seduto su di lei, non ne sentiva il peso, ma solo una leggera pressione. Era... strano.

«Che... che stai facendo, Mike?» domandò. Forse doveva essere più spaventata, ma non ce la faceva proprio. Per qualche assurdo motivo continuava a fidarsi ciecamente di Michael.

«Ti sto facendo vedere cosa intendo io per punizione!» spiegò.

«O-Ovvero?» La forza che Mike aveva usato all'inizio cedette il passo ad una dolcezza quasi fuori dal comune, quando lui le scostò i capelli dal collo e le sfiorò la pelle con le nocche, in modo delicato.

Ridley si morse il labbro inferiore, per impedirsi di sospirare.

«Ovvero... da questo momento in poi farai tutto quello che voglio io!» Ridley spalancò gli occhi, anche se lui non la poteva vedere.

«Cosa? Ma... così non vale! Non è corretto, Mikey!» esclamò, sperando di addolcirlo con il nomignolo che gli piaceva. Lui ridacchiò, continuando le sue lente carezze.

«Sì che è corretto. Gioco mio, regole mie, Rid. E io ho deciso così!» rispose laconico. La ragazza sospirò rassegnata, arrendendosi all'idea che Mike aveva vinto... di nuovo.

«E allora... fino a quando andrà avanti questa punizione?» Michael si chinò su di lei e la baciò appena sotto l'orecchio, con dolcezza.

Dannazione, pensò Ridley, come poteva essere così violento e dolce allo stesso tempo?

«Fino a quando non ti bacerò io, ovviamente.» Un semplice "Oh", appena sussurrato, lasciò le labbra della ragazza.

«Comunque... sappi che io non ti bacerò mai, Rid. Anche perché tra poco tu starai con Ashton e quindi...»

«Cosa?» lo interruppe lei, con un gridolino.

«Stai dicendo che non vuoi stare con Ashton?» Ridley sbuffò esasperata. Michael era troppo persuasivo per lei, sapeva fin troppo bene cosa voleva, sempre.

«Certo che voglio!»

«Perfetto, allora farai quello che dico io. Comunque... alla fine sarai tu a supplicarmi di baciarti. Io non lo farò e allora tu mi bacerai di nuovo per prima, perciò la punizione finirà quando sarò io a dire stop!» Ridley si sentì andare a fuoco, ancora una volta. Il sangue le ribolliva nelle vene per la rabbia e per l'umiliazione. Solo perché, probabilmente, Michael aveva ragione. Avrebbe voluto prenderlo a pugni, ma non poteva perché lui la bloccava.

«Non finirà così, vedrai!»

«Certo che lo vedremo! Per il momento... comincia a darmi un elastico per i capelli.» Ridley, decisamente confusa, liberò il braccio sinistro dalla posizione in cui era schiacciato e mostrò a Mike il polso con i braccialetti.

«È qui, ma... a che ti serve?» Michael individuò un elastico azzurro tra la miriade di bracciali che lei portava, lo tirò e poi lo lasciò andare, facendolo schioccare sonoramente sul polso di Rid, che sussultò.

«Ahia! Mike!» si lamentò, agitandosi. Michael rise e le sfilò l'elastico.

«Non chiedere mai cosa voglio fare, perché lo voglio fare e a cosa mi serva qualcosa, okay? Esegui e basta» spiegò secco. Ridley pensò di ribattere, ma alla fine preferì tenere la bocca chiusa: discutere con lui in quel momento era inutile.

Mike le tirò leggermente i capelli, attorcigliandoli intorno al polso. Le fece un po' male, perché evidentemente era inesperto, ma alla fine riuscì a legarglieli in una coda abbastanza decente. Glieli tirò di nuovo, questa volta di proposito, in modo da farle alzare il viso. Ridley gemette appena, non era stato troppo brusco per fortuna.

Michael si chinò su di lei, baciandole il collo finalmente scoperto.

«Rid, piccola... quel bacio... sei stata fantastica. Mi è piaciuto» sussurrò, facendola rabbrividire. Si spostò più in basso, accarezzandole la pelle. Ridley si morse il labbro così forte da temere che le sarebbe uscito sangue: non voleva che Michael sapesse quanto le piaceva tutto quello. La sua voce, le sue labbra, le sue mani su di lei, qualunque dettaglio la stava mandando in estasi.

Michael le pizzicò la pelle coi denti, delicatamente. La stava trattando come un oggetto, ma voleva essere dolce allo stesso tempo.

Ridley per lui era un divertimento, ma non le avrebbe mai fatto male. E poi, nonostante tutto, cominciava anche a volerle bene.

Stavano solo giocando e, per quanto poteva saperne, il gioco sembrava piacere anche a lei.

La voltò bruscamente e solo allora Ridley poté vederlo negli occhi. Non erano più freddi come prima, ma stranamente caldi, possessivi.

Lui la voleva e lei... voleva lui, maledettamente.

L'avrebbe baciato anche subito, ma aveva paura che se lo avesse fatto lui si sarebbe arrabbiato e fermato.

Sospirò appena, ma non poté resistere alla tentazione di toccarlo. Senza riflettere appoggiò le mani sulle sue braccia, scoperte per via della canottiera. Era muscoloso, ma non in modo eccessivo, insomma... decisamente piacevole da toccare.

Arrosì violentemente per quel pensiero, ma quella volta non tolse le mani. Avrebbe voluto tanto accarezzarlo, senza saperne bene il motivo, ma rimase ferma perché temeva di sbagliare qualcosa, a causa della sua inesperienza.

Michael sorrise soddisfatto. Anche a lui sarebbe piaciuto sentire le mani della ragazza su di sé.

«Ascoltami, adesso...» cominciò lui, le labbra sempre premute sulla gola della ragazza che in quel momento era l'oggetto della sua attenzione. Non poteva baciarla sulle labbra, non solo perché non lo trovava giusto, ma anche perché non voleva certo far finire quel gioco così divertente.

Ridley chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi sulle sue parole e non sui suoi gesti sconsideratamente pericolosi.

«Quando bacerai Ashton... sii più coinvolgente ancora, va bene? Circondagli il collo con le braccia, infila le mani tra i suoi capelli.» Ridley, senza pensare, fece esattamente quello che Mike le aveva detto, ma lo fece proprio in quel momento, su di lui.

Giocò coi suoi capelli ancora blu, impiastricciati di gel e lacca. Erano così strani e belli che lo avrebbe fatto anche per tutta la vita.

«E quando le cose si faranno più serie e vi ritroverete da soli...» continuò lui, inspirando il profumo di Ridley, quello così intenso e femminile che, si era accorto, la ragazza portava sempre.

Ridley deglutì preoccupata per la piega che la conversazione stava prendendo, ma non si scompose ed attese che Mike continuasse.

«Fagli sentire che ci sei, cerca più contatto, goditi il bacio fino in fondo. Non arrossire, non fargli capire che sei inesperta. Hai tu la situazione in mano, piccola. Puoi decidere quando continuare e quando fermarti.» La ragazza annuì consapevole, anche se lui non poteva vederla. Michael le stava insegnando ad essere più sicura e non poteva che ringraziarlo per questo.

Le lasciò un altro pizzico leggero con i denti e, quando le succhiò la pelle, Ridley non poté far altro che gemere, senza più potersi trattenere. Non sapeva davvero cosa quel ragazzo le stesse facendo.

Istintivamente inarcò la schiena verso di lui e solo allora si accorse che Michael era eccitato almeno quanto lei. Si sentì andare a fuoco, ma non disse nulla perché voleva che lui continuasse.

Michael sapeva quanto sarebbe stato difficile trattenersi, infatti non era certo nelle migliori condizioni a quel punto, tuttavia capì che era arrivato il momento di fermarsi. Aveva raggiunto il suo obiettivo e non voleva andare oltre.

Dopotutto, si era odiato sin dall'inizio quando aveva capito che avrebbe provato attrazione per lei: Ridley era ancora una bambina, per lui che invece la desiderava esattamente come un uomo desidera una donna.

Aveva usato quella stupida scusa della punizione per divertirsi un po' ed averla intorno, ma era ancora in grado di ragionare abbastanza da capire che Rid doveva diventare grande, ma non con lui.

Si alzò, facendo sgranare gli occhi alla ragazza, che lo fissò interdetta. Si sentiva strana senza di lui addosso. Aveva sbagliato qualcosa, forse?

«Preparati che ti porto a casa» disse, perentorio ma con una certa dolcezza.

«C-Come? Perché?» Non avrebbe voluto che finisse così.

«Rid! Che ti avevo detto? Niente domande, esegui e basta! Io ho deciso così e così farai!» Ridley sbuffò, perché la situazione cominciava a starle scomoda, ma alla fine fece come le aveva detto.

«D'accordo, ma... sappi che non capisco.» Non ce la faceva proprio a rassegnarsi.

«Sei piccola, domani c'è scuola e devi andare a letto, ora. Cosa c'è da capire?» La ragazza decise di non ribattere ancora e preferì restare zitta, ma solo finché non furono in auto: per tutto il viaggio di ritorno cercò di capire cosa lo avesse spinto a fermarsi, ma Michael non la degnò di attenzioni. Solo una volta a casa fu assalita dalla sua coscienza che, a casa di Michael, probabilmente si era concessa una vacanza e se ne era andata da qualche parte chissà dove, abbandonandola all'istinto.

***

Aveva baciato Michael. Era cotta di Ashton.

Aveva parlato di Ashton mentre toccava Michael.

L'alcool aveva sicuramente fatto la sua parte, ma le era piaciuto. Era stato il suo primo bacio e le era maledettamente piaciuto!

Una parte di lei se ne pentiva, un'altra... lo avrebbe rifatto ancora e ancora, un milione di volte.

Ma Michael era uno stronzo di prima categoria...

Questi erano i pensieri che avevano tenuto sveglia Ridley per tutta la notte.

I suoi genitori si fidavano abbastanza di lei da non doverla aspettare sveglia, per questo quando era rientrata la sera precedente era riuscita a passare inosservata e a barcollare in camera sua, ma poi, quando aveva provato a dormire, non ci era riuscita.

I sensi di colpa e la vergogna avevano cominciato a tormentarla, così si era alzata cercando una distrazione. Aveva studiato fino all'alba, perciò quella mattina faticava persino a tenere gli occhi aperti.

Sentiva la testa crollarle pesantemente sul banco e le forze non erano certo dalla sua parte, ma era troppo stanca e sconvolta persino per mangiare, non ne aveva la minima voglia.

Quel giorno Helena, la sua migliore amica, sarebbe rientrata dalla Francia e lei non era minimamente presentabile, anche se Hel le aveva detto che si sarebbero viste all'uscita da scuola.

Cercò di non pensarci e tentò di seguire la lezione di matematica, quando il cellulare cominciò a vibrare nella tasca dei jeans.

Cercando di non farsi notare diede un'occhiata al display, convinta che fosse Helena. Sussultò quando lesse il nome di Michael, ma qualcosa la spinse a chiedere il permesso di andare in bagno per uscire.

«Che vuoi, Mike? Sono a lezione, cazzo!» rispose scontrosa, appena fu fuori dall'aula. Michael rise di gusto per la sua finezza.

«Ero sicuro che avresti risposto. Bene... ti spiego: ti sto aspettando nel bagno dei ragazzi, ho bisogno che tu faccia una cosa per me.» Ridley non ebbe il tempo per ribattere, perché lui chiuse la chiamata. E lei, da stupida quale era sempre stata, corse in bagno.

«Quindi?» chiese timidamente, guardandosi intorno nella speranza che non ci fosse nessuno. Michael le fece cenno di entrare, perché la via era libera.

«Domani ho una verifica di inglese, letteratura. Ho bisogno di una ripetizione extra nel pomeriggio» rispose piccato. Ridley incrociò le braccia sotto il seno, interdetta e irritata.

«E mi hai chiamato nel bel mezzo di una lezione per dirmi questo? Dio... io non sono la tua schiava, Mike!»

«Tecnicamente lo sei» le fece notare lui, divertito dal suo disappunto. Ridley ricordò con amarezza la sera precedente e sospirò rassegnata.

«E se io mi rifiutassi di fare tutto quello che vuoi?» Michael la guardò negli occhi, serio.

«Due settimane fa grazie a Luke ho parlato con Calum, forse usciremo insieme qualche volta, magari diventeremo amici... è un ragazzo davvero simpatico e credo ti voglia molto bene. Sarebbe proprio un vero peccato se sapesse che io e te siamo usciti insieme, che ci siamo ubriacati ad una festa e che hai fatto sesso con me, non trovi?» Ridley spalancò gli occhi, decisamente angosciata. Calum era da sempre il suo punto debole. L'avrebbe uccisa se avesse saputo tutte quelle... bugie.

«Ma noi non abbiamo fatto...» Si interruppe. Era logico che si riferisse a tutto, ma era anche chiaro quale fosse il punto più "scottante" della questione. Michael rise e le si avvicinò.

«No, non lo abbiamo fatto. Ti piacerebbe?» chiese, come se nulla fosse. Ridley spalancò la bocca, sconvolta. Gli diede un colpo sulla spalla così forte da farsi male lei stessa, ma senza provocare nulla a Michael, evidentemente.

«Sei un idiota, Clifford!»

«Bene, lo prendo come un sì, allora. Ci vediamo dopo.» La liquidò come se nulla fosse e se ne uscì dal bagno, lasciandola sola ed arrabbiata, o meglio... furiosa.

E ora doveva anche dare buca ad Hel per stare con lui!

Fu proprio quando uscì anche lei per tornare in classe che, presa da milioni di pensieri e fastidi, fu abbandonata anche dalle ultime forze che le restavano.

Michael stava aspettando Ridley da quasi dieci minuti davanti alla biblioteca, come al solito. Non era da lei arrivare in ritardo ed era sicuro che non gli avrebbe disobbedito. Voleva troppo bene a Calum per rischiare che lui venisse a sapere certe cose sul suo conto.

Prese un tiro dalla sigaretta, preoccupato: dopotutto non voleva che lei lo odiasse.

«Ehi, Michael!» lo richiamò qualcuno, alle sue spalle.

«Luke!» rispose appena, dopo essersi voltato. Luke si sedette di fianco a lui.

«Come stai?»

«Non c'è male» rispose, alzando le spalle. Luke sapeva perché era lì e, oltre a doverlo informare che sarebbe stato inutile aspettarla, voleva anche indagare sulla situazione.

«Aspetti Ridley?» chiese, tastando il terreno. Michael annuì, senza dargli troppo peso: sapeva dove voleva arrivare Luke e non gli andava per niente di parlarne con lui.

Luke sospirò, scontento della risposta.

«Rid non verrà... ha chiamato Calum e ha detto che ha avuto un calo di zuccheri o qualcosa del genere. Insomma... è svenuta. È in infermeria da un'ora, ormai.» Non ebbe nemmeno il tempo per dirgli che stava bene e che stava solo recuperando le forze, perché Michael aveva già lanciato la sigaretta per terra ed era corso via.

«Rid! Come stai, piccola? Dannazione, volevi farmi morire di paura?» esclamò Michael, entrando concitato in infermeria, dopo essersi accertato che Calum non fosse lì.

Ridley sollevò le spalle con noncuranza e lo guardò appena.

«Ero solo un po' stanca, tutto qui.» Michael sospirò e si sedette sul lettino bianco di fianco a lei che si sollevò a fatica.

«Stai bene ora?»

«Credo di sì.» Senza pensarci Michael le cinse la vita e la tirò a sé fino a stringerla così forte da farle credere che le forze le sarebbero mancate di nuovo, ma andava bene così.

«Perché sei venuto?» chiese lei, asciutta. Forse non aveva ancora capito davvero quanto l'avesse fatto preoccupare. E forse non l'aveva capito neanche lui. Appena Luke gli aveva dato la notizia non aveva pensato ad altro. In un certo senso si era sentito anche in colpa, per tutta la pressione a cui l'aveva sottoposta.

«Volevo sapere come stavi!» rispose ovvio.

«E a te che importa?» Le parole di Ridley lo colpirono più forte di quanto si sarebbe mai aspettato.

«Oh, Rid... so cosa pensi e... hai ragione. Sono uno stronzo, ma... questo non significa che non mi importi di te!» Ridley sussultò alle sue parole e si sentì arrossire leggermente. Non capiva cosa stesse succedendo, ma doveva calmarsi da tutte quelle emozioni così forti a cui lui la stava sottoponendo.

Michael posò la mano sulla sua guancia e la spinse contro di sé, tenendola ancora più stretta.

Ridley appoggiò la testa al suo petto e si rese conto che il suo cuore batteva velocemente. Ascoltare il ritmo dei suoi battiti la tranquillizzò un poco, in qualche strano modo. Forse... Michael non aveva mentito. Forse, dopotutto, lei contava davvero qualcosa per lui.

«Ora... devi fare un'altra cosa per me, piccola.» Ridley chiuse gli occhi, sospirando. Non voleva sollevare il viso, non voleva che lui vedesse la sua... delusione. Dopo tutto quello che aveva passato e dopo tutto quello che le aveva lasciato credere, ora si permetteva di darle di nuovo ordini. Annuì debolmente e lo invitò a continuare.

«Allora... oggi te ne torni a casa, mangi qualcosa, poi te ne freghi di tutto e tutti e vai a letto a dormire, okay?» Un sorriso spuntò spontaneo sulle labbra della ragazza. Forse aveva sbagliato a giudicarlo così presto. Poi però sospirò, rassegnata.

«I-Io... non posso, Mike... devo studiare e poi...» Michael la interruppe, stringendola forte e chiedendole di fare silenzio.

«Rid... ti ho già detto che non devi fare domande o protestare, okay? Vuoi forse che io dica qualcosa a tuo fratello?» Ridley scosse energicamente la testa. «Perfetto... allora farai quello che dico io. Guarda che mi arrabbio sul serio se scopro che non hai mangiato e non ti sei riposata, capito? So che ti conosco poco, forse, ma... abbastanza da sapere che non te ne starai mai buona se non ti costringo a farlo!» Ridley annuì, alzando finalmente il viso sul suo. Le stava dando l'ennesimo ordine, ma... per assicurarsi che stesse bene e si riposasse. Michael era... incredibile, stupefacente.

«E le tue ripetizioni extra?» chiese, preoccupata. Le sarebbe dispiaciuto se lui avesse preso un brutto voto.

«Oh, Rid! Ma a chi importa! Sul serio... studierò da solo, ce la posso fare. Voglio solo che tu stia bene, okay? Ti riposerai? Me lo prometti?» Ridley sorrise felice e gli gettò letteralmente le braccia intorno al collo, stringendolo forte. Michael sorrise, sentendosi come la prima volta che lei lo aveva abbracciato senza un motivo.

«Sì, promesso.» Qualcuno bussò alla porta proprio in quel momento. Ashton fece capolino nella piccola stanzetta dell'infermeria senza nemmeno attendere una risposta. Ridley si staccò bruscamente da Michael, spingendolo via.

In altre circostanze Mike le avrebbe suggerito di fare la stessa cosa, ma in quel momento si sentì stranamente deluso.

«Ehi, ciao Rid, Luke mi ha de-» Si bloccò non appena si accorse di Michael.

«Irwin» lo salutò lui, senza troppo entusiasmo.

«Clifford» replicò l'altro, piccato. Si erano già parlati prima, ma Mike non gli piaceva particolarmente e inoltre, sapere che ora la loro rivalità era ufficiale, glielo faceva apparire ancora più irritante.

Michael, al contrario, teoricamente non aveva nulla contro di lui, ma doveva fingere se voleva fargli credere che si stavano contendendo Ridley. E poi, a dirla tutta, lui li aveva interrotti in un momento particolarmente intimo.

«Beh... allora io vi lascio soli» disse a quel punto, alzandosi e sorridendo a Ridley che annuì grata. Le fece segno che l'avrebbe tenuta d'occhio, cercando di sembrarle duro, poi uscì. Dopotutto lui doveva solo aiutarla a conquistare Ash, perciò era ora di farsi da parte.

«Come stai, Ridley?» domandò Ashton, non appena Mike li ebbe lasciati.

«Ora molto meglio, grazie.»

«Luke mi ha detto che sei svenuta.» Luke... Doveva immaginarsi che lui era sempre di mezzo. Però aveva fatto una cosa carina, in fondo. L'aveva aiutata. Ridley gli fece cenno di sedersi di fianco a lei sul lettino. Ash fece come gli aveva chiesto e, senza pensarci, le prese la mano. Ridley si sentì andare a fuoco, ma riuscì a contenersi e a sorridergli.

«Ash... pensavo... ti andrebbe di restare con me per un po'?» domandò timidamente, abbassando lo sguardo sulle loro mani unite.

Ashton annuì felice e le cinse i fianchi. La abbracciò e solo a quel punto si rese conto che lei gli piaceva, gli piaceva proprio. Era così... dolce, intelligente, timida eppure provocante quando voleva. Ridley sapeva essere tutte quelle cose e lui ne era decisamente attratto. Era una delle ragazze più affascinanti che avesse mai conosciuto.

Ridley si lasciò stringere da lui, pensando ai consigli che Mike le aveva dato. A quel pensiero i sensi di colpa si fecero di nuovo strada dentro di lei, costringendolo a chiudere gli occhi.

Voleva solo trovare il suo principe azzurro, quello che ora era lì con lei e la teneva stretta, ma per trovarlo si era ritrovata tra i piedi anche un cavaliere nero, il nemico più dolce che avesse mai conosciuto.

****

Buongiorno :)

Siamo in vantaggio di 1 milione di voti racazze :) (peccato che le lovatics vogliano fare un attacco generale verso la fine. Vabbè, contente loro hahaha. Noi intanto dobbiamo impegnarci ancora per un po'. Si dice che i ragazzi canteranno Amensia e ieri sono uscite delle foto delle prove che :Q_ mamma mia, sono illegali...

Parlando del capitolo...

Io vi avevo detto che era da infarto! Ne ho approfittato per rileggerlo anche io e sugahsjhshdohsjdjs che cosa bella :') ora, cosa succederà tra Ridley ed Ashton? Mmm, chissà.

Scusate se non è arrivato prima ma sto facendo tutto da cellulare perché mio papà ha rotto il suo è siamo dovuti andare alla Apple e quindi niente pc -.-' avrei potuto postarlo tipo un'ora fa ma mi si è cancellato l'inserimento e ho urlato contro tutto il mondo. Dato che non vi interessa, me ne vado e vi lascio al capitolo.

Sara.

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