Tipi Psicologici, una guida u...

By Gaia_Mic

41.8K 958 457

Con questa breve guida, voglio presentarvi la versione più accurata, utile e corretta di una bellissima intui... More

Introduzione
1. La più significativa differenza tra gli esseri umani
3. Dicotomie: Introversione ed Estroversione
4. Dicotomie: Giudicanti e Percettivi o anche Razionali e Irrazionali
5. Dicotomie: Pensiero-Sentimento e Sensazione-Intuizione
6. Acronimi: iniziamo a capire qual è il nostro Tipo!
7. Cosa NON sono le funzioni cognitive
8. I Tipi Estroversi: attitudine generale
9. Pensiero Estroverso: ESTJ ed ENTJ
10. Sentimento Estroverso: ESFJ ed ENFJ
11. Sensazione Estroversa: ESTP ed ESFP
12. Intuizione Estroversa: ENTP ed ENFP
13. I Tipi Introversi: attitudine generale
14. Pensiero Introverso: ISTJ e INTJ
15. Sentimento introverso: ISFJ e INFJ
16. Sensazione introversa: ISTP e ISFP
17. Intuizione introversa: INTP e INFP
18. Criteri di raggruppamento dei Tipi Psicologici
19. I Quattro Temperamenti: la più bella teoria proto-psicologica
20. Sulla verità e sul tempo
Le funzioni cognitive ─ MBTI vs Tipi Psicologici Junghiani
Una teoria scientifica?
A cosa servono i Tipi Psicologici?
Le cose buone dell'MBTI
Test MBTI ed Effetto Barnum

2. Dieci parole chiave

2.8K 77 11
By Gaia_Mic

Come preannunciato, lo scopo di questo capitolo è di fornire alcune definizioni, brevi e comprensibili, di certi termini che è indispensabile conoscere e capire, per proseguire nella lettura di quest'opera. Nello scorso capitolo, ad esempio, ne abbiamo già incontrati alcuni, come conscio, inconscio, ego, Io, oggetto, soggetto, introversione, estroversione, attitudine, psiche, personalità, ecc.

Ovviamente, non è necessario impararle a memoria, tantomeno tutte in un colpo! Anzi, questo è piuttosto un capitolo da sfogliare con leggerezza e mettere da parte, per quando, in futuro, dovesse venirvi qualche dubbio sul significato di certe parole. Vi invito, in seguito, a farmi sapere nei commenti se avete bisogno che ne inserisca altre nella lista.

1) Attitudine: la definizione comune di "attitudine", come forse saprete, è una disposizione innata, verso certe attività. Si può avere, ad esempio, un'attitudine per gli studi, per la moda, per il lavoro, per lo sport, per la scrittura, e così via, e con ciò si intende che siamo particolarmente bravi o portati per queste attività. Ma quindi, cos'è che caratterizza un'attitudine? L'attenzione, ragazzi.

Avere un'attitudine conscia estroversa, ad esempio, significa che la parte coscia del nostro Io tende a rivolgere l'attenzione verso l'oggetto esterno, senza sforzo e senza dover scegliere di farlo. Questo, però, implica che la nostra parte inconscia, al contrario, ha un'attitudine introversa, dunque parte della nostra attenzione la prestiamo anche, inconsciamente, all'aspetto introverso del nostro Io, se siamo dei Tipi estroversi.

L'attitudine generale, quindi, si riferisce sia alla parte conscia che alla parte inconscia della persona. Ora, prestare attenzione a qualcosa implica un certo dispendio di energie, dunque a ogni tipo di attitudine corrisponde un investimento di energie psichiche verso una certa direzione. E investire energie mentali verso una direzione ben precisa, ovviamente, influenza anche il nostro modo di comportarci, le scelte che facciamo, i gusti che ci caratterizzano e i desideri che ci spingono ad agire. Attitudine, quindi, non significa comportamento, ma è senza dubbio uno degli elementi che concorrono ad influenzarlo.

L'attitudine, infine, può riferirsi tanto all'Io individuale, quando a quello collettivo: come nei cosiddetti "-ismi", nelle ideologie, insomma, la cui attenzione si focalizza su certi concetti, escludendone altri. Prestare attenzione a qualcosa, infatti, significa negarla ad altre cose. Per questo non tutti abbiamo le stesse capacità, gli stessi gusti, gli stessi talenti e gli stessi interessi: la nostra attitudine conscia ci porta a prestare attenzione soltanto a determinate cose, escludendone altre.

2) Compensazione: anche questo termine dovrebbe avere un significato piuttosto intuitivo: significa equilibrio, supplemento. Come abbiamo appena detto, infatti, l'attitudine generale di un individuo ha una doppia faccia: una conscia e l'altra inconscia. Per evitare che l'ego, la parte conscia dell'Io, prenda il sopravvento e renda l'Io unidirezionale, la nostra parte inconscia ci mantiene in equilibrio, facendo da contrappeso.

Immaginate l'individuo, nella sua interezza, come una persona che cammina con un lungo bastone su una spalla: all'estremità che ha davanti agli occhi sta appeso un secchio pieno d'acqua che lui può vedere, controllare e gestire. Quello è il conscio. Se avesse soltanto quel secchio lì, però, il bastone non potrebbe mantenersi in equilibrio sulla sua spalla, ma scivolerebbe presto in avanti, rovesciandosi a terra. Questo non succede perché, all'estremità del bastone che l'individuo tiene alle sue spalle, c'è un altro secchio d'acqua. Un secchio che lui non può vedere, controllare e gestire bene come l'altro, anzi, di tanto in tanto gli rovescia pure un po' d'acqua sul sedere. Quindi non è che abbia una gran simpatia per quel secchio lì, tuttavia, la sua presenza è indispensabile, altrimenti non potrebbe tenere in equilibrio tutto il bilanciere.

Ora, quando l'ego non è troppo sbilanciato e l'individuo non si identifica soltanto con il suo conscio, l'inconscio funge da contrappeso o, appunto, da compensazione, riportando o mantenendo l'Io in equilibrio. In questo stato, l'inconscio tende a manifestarsi, ad esempio, nei sogni, nei lapsus, o in certi pensieri, fantasie e desideri. Ma se l'attitudine del conscio è troppo sbilanciata, allora l'attività compensatoria dell'inconscio viene percepita come un'opposizione, un contrasto aperto, portando l'individuo a sviluppare stati di nevrosi o di esaurimento.

3) Conscio, Consapevolezza, Coscienza e simili: è la parte dell'Io o della Psiche su cui abbiamo controllo cosciente. L'ego in cui ci identifichiamo, la consapevolezza e la visione che abbiamo di noi stessi.

4) Differenziazione: significa sviluppo di differenze e separazione di una parte dal tutto. Come vedremo nei prossimi due video, trattando le dicotomie, esistono altre due differenze dicotomiche di base, negli esseri umani, oltre a quella di introversione-estroversione: pensiero-sentimento e sensazione-intuizione. Nel momento in cui l'attitudine di un individuo si focalizza su un punto particolare di queste dicotomie, quella funzione cognitiva diventa speciale, particolare, o differenziata. Diventa capace di agire indipendentemente dalle altre, generando così un Tipo.

Più una funzione cognitiva è sviluppata, più essa è differenziata, e maggiore sarà il controllo cosciente che l'individuo ha su di essa. Senza la differenziazione, ovviamente, non può esserci un'attitudine, perché le funzioni primitive, arcaiche, o inconsce dell'individuo non sono abbastanza sviluppate da funzionare anche da sole e, quindi, non riuscirebbero a focalizzare l'attenzione dell'individuo in una direzione precisa.

5) Ego: tutto il complesso di rappresentazioni e attività psichiche che costituisce il nucleo del campo di consapevolezza dell'Io, nel quale risiede la maggior parte delle caratteristiche che tendiamo ad attribuire alla nostra identità. Come abbiamo visto, infatti, gli esseri umani hanno una consapevolezza di se stessi molto limitata. Per questo è opportuno fare una distinzione tra ego e Io: l'ego è semplicemente la parte di cui abbiamo consapevolezza. L'Io, invece, comprende tutti i processi e le rappresentazioni delle psiche, tanto quelli consci, quanto quelli inconsci, che sfuggono totalmente alla nostra coscienza.

6) Funzioni cognitive: un particolare tipo di attività psichica che, teoricamente, rimane immutata al variare delle condizioni. Possedere un'attitudine improntata su una determinata funzione cognitiva significa che la nostra mente, in maniera passiva e costante, tende a rivolgere la sua attenzione verso oggetti che interessano quella particolare funzione. Se la nostra funzione cognitiva più differenziata è il Pensiero, ad esempio, vuol dire che il nostro interesse tende a focalizzarsi sulle idee, sui concetti, sulle regole, o sui metodi, indipendentemente dal contesto in cui ci troviamo. Rivolgere l'attenzione verso altre cose, al contrario, richiederebbe uno sforzo attivo.

Nei venti anni di studi precedenti alla stesura del saggio, Jung individuò quattro funzioni cognitive di base: Pensiero e Sentimento (che tendono a reprimersi a vicenda) e Sensazione e Intuizione (che tendono a reprimersi a vicenda). Ne chiariremo meglio la natura e il funzionamento nei prossimi due capitoli.

7) Inconscio personale: tutto il complesso di attività e rappresentazioni psichiche che sfuggono al controllo della coscienza. È impossibile stabilirne con esattezza la portata, poiché non solo il contenuto dell'inconscio è, per definizione, l'argomento su cui ognuno di noi è in assoluto più ignorante, ma anche perché è in continua espansione, nel corso della nostra vita.

I contenuti del conscio, infatti, possono scivolare nell'inconscio. Pensate alle dimenticanze, ai ricordi repressi, ai lapsus, alle fobie inspiegabili: tutto ciò che viene dimenticato, infatti, non esce dalla porta sul retro della coscienza, abbandonando per sempre la nostra mente. Nel momento in cui smettiamo di investire energie coscienti verso qualcosa, infatti, questa inizia lentamente a scivolare nel labirinto dell'inconscio. Nulla ci abbandona mai davvero. Inoltre, il contenuto dell'inconscio può ritornare sotto la luce del conscio, ad esempio nei sogni, nei lapsus, in certi disturbi, o nelle sedute di ipnosi.

8) Inconscio collettivo: nel corso dei suoi studi e delle sue osservazioni, Jung intuì una cosa molto interessante: non tutto il contenuto dell'inconscio è di natura personale e quindi derivato da esperienze dimenticate o represse, o da percezioni subliminari. Esiste anche una parte di inconscio che sembra essere di natura universale, innata e comune a ogni singolo essere umano di ogni tempo e ogni luogo. Jung lo definì inconscio collettivo.

Custodite probabilmente nella stessa struttura del cervello, le immagini dell'inconscio collettivo sono di natura mitologica, archetipica e universale. In ogni singola cultura, antica o presente, che sia mai esistita, ad esempio, esistono figure mitiche o immagini sacre ricorrenti talmente simili tra loro che è impossibile negare l'esistenza di un'origine comune, inconscia e biologica, tra tutte loro. Proprio come l'inconscio personale, anche questo è impossibile da valutare e misurare con esattezza, e agisce in maniera compensatoria inviando messaggi subliminari all'ego.

9) Io: l'insieme di tutte le attività e le rappresentazioni psichiche di ogni individuo, sia di quelle consce dell'ego che di quelle inconsce (personali e collettive).

10) Volontà: la somma di tutta l'energia psichica di cui dispone la parte conscia. Essendo interamente gestita da questa, la volontà non è condizionata dall'inconscio, quindi manca del suo carattere primitivo e incontrollabile. Deve la sua esistenza, la sua forma e i suoi principi alla cultura e all'educazione morale che ci è stata impartita.

Ricapitoliamo

Al di là di questa breve lista di definizioni, che spero troverete utile in futuro, nel caso dovessero venirvi dei dubbi, ricapitoliamo brevemente ciò di cui si è parlato, prima di salutarci:

· La mente di ognuno di noi è costituita da due parti principali: una conscia e una inconscia.

· La prima possiamo conoscerla piuttosto bene e persino identificarci erroneamente soltanto con essa; la seconda tende ad essere repressa o semplicemente ignorata.

· Entrambe le parti hanno un'attitudine, cioè una tendenza naturale a prestare attenzione a determinate cose che, ovviamente, sono di natura opposta le une alle altre, in modo da mantenerci equilibrati.

· Esistono quattro funzioni cognitive di base che determinano a cosa prestiamo più attenzione: Pensiero, Sentimento, Sensazione e Intuizione.

· Quando una di queste funzioni è differenziata, rispetto alle altre, si determina un'attitudine e si può parlare di un Tipo Psicologico.

· Sulle funzioni che risiedono nella parte conscia della nostra mente abbiamo un maggiore controllo. Le altre fungono per lo più da compensazione.

· I contenuti del conscio, o dell'ego, possono essere dimenticati e scivolare nell'inconscio.

· L'inconscio, a volte, può rimandarli indietro in maniera subliminare come meccanismo di compensazione.

· I contenuti del nostro inconscio non possono essere conosciuti da noi stessi, né misurati.

· Esiste un inconscio personale, che nasce da esperienze dimenticare o represse e da percezioni subliminari, ma anche uno collettivo, di natura biologica, universale e mitologica.

Continue Reading

You'll Also Like

802 83 22
La luce della Luna accarezza dolcemente le strade di una Milano sconosciuta, diversa, nascosta. Solo gli occhi di alcuni sono in grado di vederla mut...
116 79 79
In una terra dominata da antiche e nobili famiglie, una nuova generazione si fa spazio, prendendo il posto della precedente non senza traumi, violenz...
70.7K 4.4K 16
E se Katniss non si offrisse volontaria alla mietitura e Prim giocasse agli Hunger Games?Cosa succederebbe?Vincerà lottando fino alla fine,o la fortu...
214 84 14
Questa guida raccoglie le principali informazioni sul k-pop. Prima Parte: Glossario dei termini usati nel mondo del k-pop. Seconda Parte: Informazion...