Falling for a Challange

By ravenxblood

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La Temperance High School è conosciuta per le sue famose Challenges e questo Mavis Hopkins lo sa benissimo pe... More

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▷ due
▷ tre
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▷ sei
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▷ dodici
▷ tredici
▷ quattordici
▷ quindici
▷ sedici
◇ Cassie 👭
▷ diciassette
▷ diciotto
▷ diciannove
▷ venti
◇ Maryse 💔
▷ ventuno
▷ ventidue
◇ Jeremy 👊
▷ ventitre
◇ Morgan 💣
▷ ventiquattro
▷ venticinque
◇ Maryse 💏
▷ ventisei
▷ ventisette
▷ ventinove
◇ Tyler 🌈
▷ trenta
▷ trentuno
▷ trentadue
◇ James 🚬
▷ trentatré
▷ trentaquattro

▷ ventotto

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By ravenxblood

Sorrisi stupidamente quando lessi il messaggio che mi aveva scritto Morgan quella mattina. Era un semplice 'buongiorno piccola Mavs', ma era bastato per mandarmi in tilt il cervello e farmi arrossire, tanto da incominciare ad assomigliare ad un pomodoro maturo.

Dio, ma quanto potevo sembrare stupida in quel momento? Perché scleravo per un semplice messaggio?

Mi rotolai sul letto, facendomi su come un salame con la trapunta azzurra, regalata da Megan due anni fa, poi sospirai con la testa conficcata nel cuscino.

Cosa mi era passato per la testa la sera prima? Stavo davvero per farmi baciare da Cooper e poi quel "domani lo avrei baciato io"? Ma anche no, dannazione!

Mi si doveva essere fulminato il cervello. Sì, per forza, sennò non capivo per quale motivo l'avessi pensato.

«Quindi ti piace ancora Morgan?», sussultai quando sentii la voce mezza addormentata di mio fratello farmi quella temuta domanda.

Emisi un grido che venne sin da subito soffocato dal cuscino premuto sul mio viso poi incominciai a scalciare come una pazza, picchiando con forza i talloni sul materasso, consapevole che mio fratello stesse assistendo alla scena senza proferire parola.

Mi piaceva Morgan? Era davvero tornato a piacermi dopo tutta la sofferenza passata? Lo avevo inconsapevolmente perdonato? Era così?

Strinsi fra i denti la federa del cuscino per non urlare un'altra volta, ma questo mi venne strappato letteralmente di bocca e il viso dall'espressione corrugata di mio fratello si piazzò davanti ai miei occhi.

«Cogliona,» alzò gli occhi al cielo per poi scaraventarmi contro il petto il cuscino, facendomi strillare, «è palese che tu abbia una cotta per lui quindi, tutta questa scenata da pazza psicopatica risparmiatela per qualcuno che ancora non ti conosce bene quanto me.»

Gli mostrai il dito, grugnendo infastidita poi sospirai pesantemente. Mio fratello era davvero riuscito a capire quella cosa prima di me? Si era accorto che fossi tornata a provare qualcosa per Morgan, prima ancora di me? Cristo santo, quant'ero patetica...

«Fottiti», lo aggredii col cuscino, colpendolo ripetutamente sul petto mentre lui si proteggeva con le braccia, «E poi vogliamo parlare di te? Chi è la ragazza con cui eri l'altro giorno, eh?»

Sentendo quella domanda cambiò subito espressione: da divertita era passata a seria, dura. Serietà che proprio non gli si addiceva. Normalmente aveva un'espressione di strafottenza o compiaciuta dipinta sul viso mentre ora mi sembrava quasi un'altra persona.

«Non sono cazzi che ti riguardano», sibilò a denti stretti, con un tono di voce rabbioso. Io l'avevo sempre detto che Jeremy aveva il ciclo mestruale!

Feci spallucce, perché davvero poco mi importava di chi fosse la sua nuova ragazza, ero semplicemente curiosa. «Si ma stai calmo che io i cazzi miei me li faccio, a differenza tua.»

Strabuzzò gli occhi, «Come prego? Sai perfettamente perché voglio sapere chi sono i ragazzi che frequenti ― anche se per fortuna sono fuggiti tutti. Non voglio più ritrovarti in quello stato, Mavs.»

Mi mordicchiai rabbiosamente l'interno guancia, sentendomi in colpa perché alla fine, davvero, mio fratello si preoccupava solamente per me. Ma soprattutto per la mia saluta mentale, dato che gli attacchi di panico erano diminuiti grazie a lui e alla sua presenza costante quando accadeva.

«Scusa», bofonchiai, massaggiandomi successivamente le palpebre stanche. Avevo dormito poco e niente, ed ero certo che quello si vedesse benissimo attraverso il mio aspetto da zombie.

Jeremy scrollò semplicemente le spalle poi si guardò in giro e storse il naso quando notò la pila di vestiti che avevo scaraventato la sera prima davanti al mio armadio socchiuso, dopo averlo setacciato per cercare un outfit per la serata.

«Sei peggio di un ragazzino nella prima fase adolescenziale. La tua camera sembra un porcile», sbuffò un ridacchio poi si grattò la nuca quasi in imbarazzo; sembrava stesse cercando le parole giuste prima di parlarmi ancora, «Comunque ero venuto qui per dirti grazie per avermi coperto ieri sera e che se vuoi posso darti un passaggio per andare a scuola.»

«Sì, grazie! Non ho voglia di farmi tutto il tragitto in pullman, però dobbiamo passare a prendere Mary, va bene?», mi alzai dal letto poi racattai dall'ammasso di abiti: un paio di leggings che normalmente usavo per fare educazione fisica a scuola e una maglietta nera che mi lasciava scoperta di qualche centimetro la pancia ed infine entrai in bagno per lavarmi il viso e i denti.

Aprii il rubinetto, usando la manovella dell'acqua calda e nel frattempo spalmai un po' di dentifricio sullo spazzolino, attendendo una risposta di mio fratello.

«Va bene, però sbrigati!», gridò Jeremy dalla mia stanza poi si chiuse la porta alle spalle.

Menomale che almeno lui sapeva come funzionava quando si entrava e usciva dalla stanza di qualcuno. Sì, perché i miei genitori dopo esseri usciti dalla mia camera, non chiudevano mai la porta e toccava a me alzarmi e farlo. Tutto ciò ogni santa volta.

***

Jeremy parcheggiò la macchina nel vialetto di casa Walker poi suonò due volte il clacson per fare sapere alla mia migliore amica che eravamo arrivati ― ovviamente l'avevo avvisata per messaggio, però lui aveva voluto disturbare tutto il vicinato per forza ma soprattutto i miei timpani.

Lo maledissi mentalmente perché adesso avevo un fastidioso mal di testa poi sospirai affranta.

«Era davvero necessario?», mi lamentai, rispondendo ad un messaggio di Cassidy, la quale si domandava dove fossi finita.

"Sto aspettando che Mary esca di casa", le avevo risposto mentre fissavo con insistenza la porta color ocra della casa di Maryse, come se facendo così sarebbe uscita più in fretta.

Pochi minuti dopo, finalmente, Maryse uscì di casa. Baciò sulla fronte la sua sorellina poi issando lo zaino su una spalla, corse verso di noi con un grande sorriso sulle labbra.

Voltai il viso verso Jeremy e vidi che anche lui ora stava sorridendo. Porca di quella vacca, Maryse era la ragazza? C'era ricascata di nuovo?

«Buongiorno Hopkins!», strillò allegramente lei, sedendosi sul sedile posteriore dietro al mio per poi lasciarmi un bacio su una guancia. Mentre a Jeremy pizzicò una guancia; lui si lamentò leggermente poi le scacciò via con una sberla la mano.

Le sorrisi, felice. «Buongiorno a te. Vedo che sei di buonumore. È successo qualcosa di bello di cui non sono al corrente?»

Maryse scosse il capo, aggiustandosi i capelli rigorosamente lisci sulle spalle; quant'erano belli e setosi, «Non è successo niente e poi non posso essere semplicemente di buonumore?»

Finsi di essere soddisfatta dalla sua risposta annuendo poi mi ravvivai il cespuglio morto che avevo al posto dei capelli, ma il risultato fu che si incresparono e gronfiarono di più. Ora sembravano vera e propria stoppa.

«Dannati capelli di merda!», sbraitai innervosita poi sospirai sempre più affranta, lasciandomi andare contro lo schienale del sedile.

«Se la smettessi con 'ste tinte di merda, forse avresti dei capelli decenti come quelli di Mary», ribatté mio fratello, ma qualcuno aveva chiesto il suo parere? No, ecco, quindi poteva tacere e guidare senza intromettersi nei miei affari.

Maryse ridacchiò alle mie spalle. Ma da che parte stava quella stronzetta? Dopo me l'avrebbe pagata.

«"Se la smettessi con 'ste tinte di merda, forse avresti dei capelli decenti come quelli di Mary"», gli feci il verso mentre gli spalmai sulla guancia destra il mio dito medio. Quanto non lo sopportavo quando faceva così!

«Potresti tornare bionda e poi smetterla con le tinte, tanto baby sei bellissima anche col tuo colore naturale», Maryse si sporse in mezzo ai sedili e mi sorrise, un sorriso di supporto a cui risposi con un sospiro.

Jeremy annuì, voltando di poco il volto verso di me e portando il mio dito nella sua bocca per poi morderlo senza troppa forza, ma facendomi comunque un po' di male.

Strillai acutamente, sfilando il dito dalla sua bocca poi gli schiaffai una sberla sul volto, «Idiota, potevi staccarmi un dito!»

Lui fece spallucce, «È ancora attacato, vedi?», mi afferrò la mano e me la piazzò davanti al viso, «Ecco, quindi non lamentarti.»

«Fottiti J.», sbraitai come un cane con la rabbia.

«No, cara sorellina, sono io che fotto.»

«Fai schifo e sei pessimo!», gli sganciai un pugno contro una spalla mentre Maryse alle nostre spalle si sbellicò dalle risate. Jeremy mugugnò dal dolore.

«Oh, quanto adoro i vostri battibecchi», esclamò lei, fingendo di starsi asciugando le lacrime dagli occhi.

In risposta alzai gli occhi al cielo, pregando affinché questa giornata finisse il più velocemente possibile, anche perché era iniziata con me che scleravo per Morgan e la cosa non mi piaceva più di tanto.

Okay, va bene, stava tornando a piacermi però non volevo di certo comportarmi come una ragazzina frivola che sclerava perché la sua crush le aveva risposto ad un messaggio o l'aveva degnata di uno sguardo. Mi era bastato comportarmi così ai tempi e mi era anche bastato venir presa per i fondelli per questa cosa.

Ah, fanculo l'amore sciocco e impacciato.

***

Non feci neanche in tempo a mettere piede all'interno della Temperance High School che sullo schermo del mio cellulare era già comparsa la notifica di un messaggio da parte degli organizzatori della challenge.

╔ DAY 7: LA COPPIA DEVE DISEGNARE UN GRAFFITO SU UN QUALSIASI MURO DELLA CITTÀ ENTRO LE NOVE DI SERA. SUPERATA QUELL'ORA SI VIENE AUTOMATICAMENTE SQUALIFICATI ╝

Sabuzzai gli occhi, totalmente incredula davanti alla nuova sfida. Ma erano pazzi? Volevano per caso farci arrestare? No, col cavolo che avrei portato a termine quella sfida!

Fare un graffito? Ma almeno sapevano quello che proponevano quei cretini degli organizzatori? Dio, se potessi, li avrei fatti a fettine in quel preciso istante.

«Questi sono pazzi», commentai indignata mentre Maryse prese i libri per la prima lezione della giornata.

«Sei tornata con mio fratello?», le chiesi, spinta da una grandissima curiosità.

Maryse mi fece il gesto di fare silenzio poi annuì, mostrandomi un sorriso sognante, «Sì, e anche se per adesso non lo sa nessuno, è una cosa ufficiale. Io sono la sua ragazza e lui è il mio ragazzo. Nessuna storia all'infuori dalla nostra relazione»

Non ero sicura di mio fratello. Nel senso: non mi fidavo molto di lui perché si sapeva che quasi tutti i ragazzi ragionavano col cazzo e che quando vedevano un'altra ragazza, nonostante fossero fidanzati, ci provavano lo stesso. Lui, secondo me, era uno di quelli, anzi n'ero quasi convinta al cento per cento, ecco perché ero preoccupata per la mia migliore amica.

«Mary... Sei sicura? Mio fratello non è uno santo e io non voglio che tu rimanga ferita da lui perché giuro su Dio che questa volta lo ammazzo», ingrugnai il viso quando ci passò accanto il diretto interessato poi gli mostrai il dito medio mentre Maryse gli sorrise dolcemente.

«Stai tranquilla, Mavs! È davvero tutto okay e sono sicura della mia scelta», Maryse appoggiò la sua testa sulla mia spalla e ridacchiò quando vide che stavo ancora fissando in cagnesco mio fratello, il quale era intento a parlare con Elizabeth, l'amica di Cassidy.

«Lizzy è fidanzata, Mavs quindi stai calma e non guardare tuo fratello come se volessi ucciderlo», mi veniva difficile in quel momento.

Sbuffai sonoramente poi le diedi due pacche sulla testa per levarmela di dosso, «Ma quindi con quel tipo del Brasile non è successo niente?»

Maryse ridacchiò, «Ci siamo scambiati solo qualche bacio e poi ho ingigantito tutto come mio solito. Diciamo che l'ho fatto dopo aver visto una foto di Jeremy con Brittany dove sembravano essere sul punto di scopare sulla spiaggia. Mi sono sentita una merda, ma ora mi ha giurato che non mi avrebbe più fatta soffrire.»

Non feci in tempo a replicare, ricordandole ancora una volta che la mia offerta di ammazzare mio fratello era valida che Cassidy arrivò di corsa verso di noi, sorridendoci in modo grazioso e sventolando una mano per aria a mò di saluto.

«Buongiorno pulcino. Mary», mi schioccò un bacio sulla guancia sinistra poi strofinò il suo adorabile naso contro di essa, facendomi arrossire all'istante, «Com'è andata con Morgan?», mi sussurrò infine in un orecchio.

Aveva fatto bene a sussurarmelo; era meglio evitare di farci sentire da qualcuno, soprattutto se quel qualcuno erano i giornalisti impiccioni della nostra scuola. Loro non vedevano l'ora di trovare un qualsiasi scoop da riportare sul giornalino scolastico.

Mi morsi il labbro inferiore, indecisa se dirle tutto oppure mentirle, ma poi optai per la verità. «Ci siamo quasi baciati, ma poi mia madre mi ha chiamata e sono scappata via.»

Assottigliò gli occhi poi si spalmò una mano sul viso e scosse il capo con indignazione, «Ti prego, dimmi che non è vero! Dovevi baciarlo e mandare al diavolo tua madre, dannazione!»

La mia piccola Cupido oggi sembrava essere ancora più intenzionata a far si che io e Morgan ci mettessimo insieme, ma differentemente da ieri, volevo davvero andarci piano.

Col fatto di aver dormito poco nulla, il mio cervello aveva lavorato, rielaborato i miei pensieri e alla fine ero arrivata alla conclusione che l'idea di partire d'amici e poi vedere come andava, era quella giusta.

Non volevo bruciare tutte le tappe e, poi non sapevo se Morgan fosse o meno cambiato del tutto e se volesse davvero far durare la nostra ― futura ― storia quindi era meglio andarci piano.

«No, Cassie, va bene così. Voglio vedere come va per adesso... Se riusciamo ad andare d'accordo senza litigare per qualsiasi cazzata. Non voglio finire in un relazione basata solo su grida e litigi», Cassidy sospirò di fronte la mia risposta poi annuì, arresa.

«Va bene, ma ti prego non metterci troppo. Non lo dico per metterti pressione, ma solo perché vorrei vedervi felici e secondo me lo sareste solo se insieme», mi gettò le braccia al collo poi mi baciò nuovamente una guancia, «Ti voglio bene.»

«Te ne voglio anche io e, prometto che non ci metterò molto... Cioè, dipende tutto dal mio cuore e dalla mia ragione che ancora non vuole arrendersi del tutto per paura di stare male.»

«Se non ti ci butti, non saprai mai com'è, magari non soffrirai nemmeno una volta e sarai solamente felice di stare con lui... Chi lo sa», mi diede un pizzicotto sul naso poi staccandosi da me, corse a salutare Amy, la quale stava cercando qualcosa nel suo armadietto.

Maryse al mio fianco sbuffò infastidita, «Ancora non mi fido del tutto di lei.»

Io invece mi fidavo di lei, come lei si era fidata totalmente di me raccontandomi il suo segreto più profondo e aiutandomi con Morgan.

«È una bravissima persona. Ora però andiamo a cercare Meg, che poi dobbiamo andare in classe», mormorai scoraggiata. Non avevo voglia di seguire nessuna lezione quel giorno. Volevo solamente dormire per qualche ora.

Megan la trovammo davanti all'aula di matematica, col suo solito libro stretto in una mano, libro che avrà letto un miliardo di volte mentre alcuni ragazzi dell'ultimo anno le passavano accanto, lanciandole occhiate maliziose che mi fecero venire il voltastomaco.

«Ma ciao bambolina!», le baciai una guancia per salutarla mentre Maryse le saltò letteralmente addosso, facendola strillare e lanciare per aria il suo libro preferito. Oh-oh, prevedo guai!

«Maryse Walker sei una donna morta», sibilò la bionda a denti stretti mentre dagli occhi lanciava saette per la rabbia. Maryse alzo le mani in segno di resa, ridacchiando sommessamente e mormorando delle scuse per nulla sentite.

Megan si sistemò gli occhiali sul naso poi si schiarì la voce e dato che la conoscevo come le mie tasche, sapevo che quando faceva così significava che doveva raccontarci qualcosa di importante quindi le prestai tutta la mia attenzione.

«Parla bambolina», l'incitai a parlare, sorridendole affettuosamente, nonostante dentro di me stessi morendo dalla curiosità, ma quello non lo doveva sapere nessuno.

Si inumidì le labbra, facendo fiorire su di esse un sorriso raggiante, «Vi ricordate del ragazzo italiano?»

«Matia?», aggrottai le sopracciglia, cercando di ricordare il nome esatto del ragazzo di Megan.

«Matthias?», provò Maryse, inclinando la testa d'un lato e portando un dito davanti al mento impensierita.

Megan scosse subito il capo, emettendo un ridacchio rallegrato, «Mattia.», si toccò distrattamente il braccialetto regalato da lui, «Verrà a trovarmi durante le vacanze invernali e sarà ospite a casa mia quindi se volete conoscerlo, vi prego di non mettermi in imbarazzo.»

Finsi un verso offeso, portandomi una mano davanti al petto poi scossi il capo oltraggiata, «Tu... Tu pensi davvero che noi ― indicai prima me poi Mary ― potremmo mai metterti in imbarazzo davanti al tuo fidanzato?», domandai usando un tono di voce incredulo, anche se ero perfettamente conscia del fatto che l'avremmo fatta imbarazzare davanti a Mattia.

Lei fece spallucce, guardandoci torve, «Sì, perché siete due grandissime stupide e so che non potreste mai perdere l'occasione di mettermi in imbarazzo, dato che mi rinfacciate sempre quanto io sia meticolosa e puntigliosa su tutto!»

Maryse scoppiò a ridere mentre io annuii, consapevole del fatto che tutto ciò che aveva appena detto Megan fosse la verità.

«Hai ragione, Meg, ma sai quanto darei per vederti sclerare almeno una volta?», la corvina abbracciò divertita la bionda che sbuffò, alzando gli occhi marroni al cielo.

«E sai quanto darei io per vederti piangere dopo aver preso un brutto voto in matematica, dato che da adesso fino alla fine della scuola non ti aiuterò più?», Megan concluse il suo discorso con un sorrisetto furbo sulle labbra poi entrò in classe con nonchalance e ancheggiando quei fianchi larghi.

Maryse gridò disperata, allungando una mano verso la sua figura che pian piano si stava allontanando sempre di più da noi.

«Non puoi farlo davvero! Ho bisogno di te», corse in aula, rischiando quasi di sfracellarsi a terra dopo essere inciampata contro una sedia.

Entrai in aula ridacchiando poi mi fermai davanti al mio banco ed estrassi il mio cellulare, vedendo che mi era arrivato un messaggio da parte di Morgan. Sorrisi.

Da: Morgan [08:04]
Hai letto della sfida? Sei pronta, piccola Mavs? ;)

A: Morgan [08:04]
Sono sempre pronta, Cooper!

A: Morgan [08:05]
In realtà mi sto cagando addosso.
Messaggio eliminato

Da: Morgan [08:05]
Ma se ti ho vista sbiancare quando è arrivato il messaggio haha

A: Morgan [08:06]
Mi stavi spiando? Che stalker!

Da: Morgan [08:06]
No, volevo venire a parlarti, ma poi ho visto che eri con Maryse quindi ho lasciato perdere.

A: Morgan [08:07]
Approposito di Mary... Puoi tenermi d'occhio mio fratello?

Da: Morgan [08:07]
Uh?

A: Morgan [08:08]
Stanno insieme e io voglio sapere se mio fratello l'è davvero fedele oppure no e in questo caso, puoi avvisarlo che è un uomo morto!

Da: Morgan [08:08]
Oh... Va bene, tigre! Ci vediamo più tardi ❤

A: Morgan [08:09]
A dopo Cooper ❤

Sorrisi involontariamente, appoggiando la testa sul banco e immaginando il suo volto che ricambiava il mio sorriso per poi baciarmi. In quel momento spalancai gli occhi e scossi il capo, nervosa. Non dovevo pensare a lui in quel modo; non ora.

«Signorina Hopkins, vuole venire alla lavagna a svolgere questo esercizio?»

Cazzo.

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