We The Fireworks || Italian T...

Oleh always_strong28

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È mattina e Louis non ha idea di come sia riuscito a tornare a casa tutto intero, ma sicuramente avrà qualcos... Lebih Banyak

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
AGGIORNAMENTI
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Epilogo

Capitolo 10

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Oleh always_strong28

Capitolo editato 

"Come stai?" Chiede Harry per rompere il ghiaccio.

Louis emette una breve e secca risata.

"Onestamente? Di merda. Tu?"

Gli occhi sono fissi a guardare in basso mentre si tormenta le dita, poi alza lo sguardo su Harry attraverso le ciglia scure. Sembra quasi timido e nervoso, Harry odia vederlo così.

"Meglio ora che sei qui." Sorride appena e Louis ricambia, un po' schivo.

Harry allunga la mano sul piccolo tavolo davanti a loro poi si ferma. Non sa ancora il perché lui sia lì. Pensa che forse non è un motivo felice.

Si sono accomodati nell'angolo più lontano dello Starbucks di fronte alla panetteria. Grazie al cielo Barbara ha concesso ad Harry una pausa. Lo ha mandato via con lo sguardo di chi la sa lunga e un cenno del capo, mentre lui la ringraziava mille volte togliendosi il grembiule. Tutto questo mentre manteneva gli occhi fissi su Louis, per paura che il ragazzo potesse cambiare idea e scappare via. Nonostante ciò, era stupito che fosse li' con lui, e che la sua mente non gli stesse giocando un brutto scherzo.

Louis non riesce a stare fermo, continua a tirare le stringhe della sua felpa e fare i risvolti alle maniche. Harry si chiede se debba dire qualcosa, o solo aspettare. Decide di aspettare. Alla fine, Louis fa un profondo respiro e lo guarda con occhi spalancati e sinceri.

"Dio, è più difficile di quanto pensassi." Sta guardando Harry con quegli occhi di chi vuole aiuto ma non sa come chiederlo. Harry prova a mandare giù il groppo che ha in gola e ignora il suo stomaco annodato. Trattiene il fiato in attesa.

"Ok" inizia Louis, "ho una marea di cose da dire, ma non so da dove cominciare..."

"Va tutto bene," risponde Harry pazientemente. "Inizia dove vuoi poi ne verremo a capo."

"Ok ok...ehm..." Louis fa un altro profondo respiro e dice velocemente "non sono stato completamente onesto con te. Voglio dire, non... non ti ho mentito...ma devo dirti cosa mi è successo." Emette un altro respiro semi spezzato e guarda in basso, spostando le mani sul grembo dove Harry non può più vederle. "Dio, è così stupido. Mi dispiace di essere ridicolo, non so come spiegarlo."

"Tranquillo," la voce di Harry rasenta il sussurro. Sa quando sia difficile spiegare quella situazione. Vuole far capire a Louis che va tutto bene, che lo capisce, e che sa. Ma non può. Non ancora. Quindi aspetta.

"Va bene, lo dico e basta" dice Louis, con una sorta di determinazione in viso. "Lo dirò velocemente... circa nove mesi fa... sono stato violentato."

Quelle parole, brutte e spaventose, rimangono sospese nell'aria. Ad Harry si stringe il cuore.

Lo sapeva, ovviamente lo sapeva, ma non era certo e parte di sé aveva disperatamente sperato si sbagliasse. Avrebbe dato qualsiasi cosa per sbagliarsi.

Louis fissa Harry con occhi grandi, in cerca di una reazione, forse un segno di repulsione o pietà. Harry si sente male. La sua voce è bloccata in gola e fa un semplice cenno del capo, incoraggiando Louis a proseguire.

Louis sospira di nuovo.

___________________________________________________

Louis parla. Harry siede silenzioso, fissando per la maggior parte del tempo la sua tazza di caffè, mentre occasionalmente alza lo sguardo verso Louis con occhi sorpresi. La gente intorno a loro va e viene, ma loro lo ignorano.

"Non hai idea di quanto faccia male..." - fuori una macchina suona il clacson e l'eco di voci urlanti risuona nella strada silenziosa. Harry sbatte le palpebre, sistemandosi sulla sedia e afferrando con forza la tazza - "...non solo dolore fisico. È come se tutto di te faccia male, non solo il tuo corpo. Come se non ci fosse altro che dolore. Distruttivo, disperato... è..." Louis fa fatica a trovare le parole giuste da dire. È completamente drenato dalle energie. Si sente come se stesse parlando da ore. Forse è vero.

"È come essere strappati via da se stessi."

Louis alza di scatto lo sguardo verso Harry, il quale lo fissa con in modo onesto e trasparente. È la prima volta che dice qualcosa da quando Louis ha iniziato a parlare. È una domanda? Suona quasi come una domanda.

"Sì," dice Louis incerto, poi continua più sicuro. "Sì, è cosi'. Uno stupro è" - una madre che passa vicino al loro tavolo per andare in bagno sussulta e guarda Louis in cagnesco, avvicinando a sé il suo bambino - "è un furto. È come se avessero rubato una parte di me. La parte che vuole essere aperta con le persone, e che sa essere felice e non spaventata tutto il tempo. Quella parte che mi rendeva così..." Louis ride tra sé. Come può riassumere il modo in cui era ad un ragazzo che non ha avuto modo di conoscere quella versione di lui? Sospira e cambia tattica.

"Sai, quando sei giovane ti immagini sempre in un certo modo nel futuro. Ti immagini più bello, più alto" - Harry ridacchia - "beh, okay forse non te, Sua Altezza, ma il resto di noi" - Harry ride ancora. All'improvviso Louis si sente più leggero, parlare è più facile. Quindi continua. "Beh, ricordo di essermi sentito davvero felice di chi ero. Suona strano, lo so, ma ricordo di pensare a me stesso e dirmi che mi sentivo bene e non mi importava di essere più alto o avere un aspetto migliore, ero io. Sono piuttosto attraente, no?"

Harry scuote la testa, sorridendo affettuoso.

"Sembra meraviglioso."

Louis ride secco.

"Immagino di sì, ma ora mi è estraneo. Come se fossero pensieri di qualcun altro. So che ero più sicuro di me, ma non ricordo come funzionasse. Come potessi essere così... sicuro di tutto? Ero davvero esagerato" aggiunge, scuotendo la testa come se non riuscisse a credere alle sue parole. "Seriamente esagerato. Avresti dovuto vedermi!"

"Mi sarebbe piaciuto." Le parole di Harry sono piene di affetto.

Louis fa una pausa, fissando serio il suo caffè.

"È ciò che rende diversi i colori dal bianco e nero. L'arcobaleno dalla scala di grigi. La differenza tra estate e inverno. È come... io ero l'estate tutto il tempo. Indossavo delle bretelle, per dio, e pantaloni rosso fuoco che mettevano in risalto il mio culo, ero solito ridere così tanto che a volte mi facevano male le guance. E ora è inverno. È inverno tutto il tempo. Voglio solo ibernarmi e lasciare il resto fuori."

Louis cade in silenzio improvvisamente. Non ha idea di dove abbia preso quelle parole. Odia le metafore, sono per i poeti e le persone sciocche che pensano che c'è qualcosa di bello nell'essere tristi.

Harry guarda Louis con un'espressione che quest'ultimo non riesce davvero a decifrare. Louis sorride comunque. Magnifico, caro Harry che non fa parte per niente delle sue stupide metafore sull'inverno. Quando Harry si rende conto che Louis sta sorridendo, anche il suo sguardo si ammorbidisce e si morde un labbro, ricambiando. Louis realizza che Harry potrebbe aver bisogno di un po' di tempo per metabolizzare il tutto.

All'improvviso un pensiero gli balena in testa. Non può dirlo ad alta voce, suonerebbe così trito e falso. Quindi ci pensa, ancora e ancora, sperando che attraversi lo spazio che li separa e arrivi al cuore di Harry.

Se questo è il mio inverno, forse tu sei la mia primavera.

Il nuovo Louis avrebbe la nausea a quel pensiero cosi' romantico. Il vecchio Louis invece lo riterrebbe melenso e affascinante.

Louis decide che gli piace.

______________________________________________

Harry suggerisce di fare una passeggiata nel parco dietro l'angolo. Si ferma prima alla panetteria per assicurarsi che vada bene saltare il turno. Smette di tormentarsi le labbra e tira un grosso sospiro di sollievo quando Barbara insiste nel dire che starà bene e di andare.

"E non tornare finché quel cuore spezzato non torna tutto intero," dice gentile, prima di congedarlo. Louis, in piedi sulla porta, non riesce a guardare la donna negli occhi.

_______________________________________________

Camminano vicino al laghetto ghiacciato in silenzio. Louis stretto al fianco di Harry, Harry con un braccio intorno alle spalle di Louis. Harry prova più volte a parlare, poi sospira cambiando idea e tenendo Louis ancora più stretto a sé.

Quando sente Louis fermarsi, lo guarda crucciato. Forse quella stretta era troppo, troppo presto.

"Stai bene?" Chiede.

Louis annuisce.

"Sediamoci qui, c'è una bella vista." Louis indica una panchina a pochi metri dal sentiero. Sono in una zona molto riservata del parco, dove poche persone si avventurano. Ancora non ci sono foglie sugli alberi e il sole filtra tra i rami spogli facendo scintillare il laghetto verde-blu.

"Probabilmente ti starai chiedendo perché non te lo abbia detto prima, vero?" Dice Louis. Si sta tormentando le mani, fissando il lago, con la coscia leggermente premuta contro quella di Harry.

Harry non dice nulla.

"Non te l'ho detto perché non sapevo come farlo," continua, "avevo paura che potessi cambiare idea su di me e non potevo sopportarlo. Tutti i miei amici, anche se non lo dicono apertamente, so che mi vedono diversamente ora. Ad esempio, evitano certi argomenti in mia presenza, o mi lanciano queste occhiate pietose, e non potevo davvero sopportare che anche tu mi guardassi cosi', perché il modo in cui mi guardavi..." si gira di scatto verso Harry, fissandolo direttamente negli occhi, "il modo in cui mi guardavi mi ha fatto sentire me di nuovo, per la prima volta da quando tutto è successo mi sono sentito che forse, forse, sarei stato bene. Non potevo dirtelo perché avevo bisogno che tu continuassi a guardarmi come se stessi bene. Non volevo che tu vedessi quanto in realtà non lo fossi."

Gli occhi di Louis sono lucidi di quelle lacrime che cercando a fatica di non scendere. Harry sa quanto sia difficile dire quelle cose per lui, far uscire a forza quelle parole lo rende completamente vulnerabile. Harry si rende conto di non parlare da un po', e adesso Louis lo sta guardando in attesa. No, non solo in attesa. Ma in ansia. Fissa Harry quasi spaventato e Harry vorrebbe piangere.

"Louis," inizia gentile, scuotendo la testa, "non potrei mai guardarti in modo diverso. Tu sei tu. Sei fantastico e meraviglioso e penso altre mille belle cose di te. Quello che ti è successo non cambia niente."

Le spalle di Louis si rilassano visibilmente.

"Davvero?"

"Certo. Mi dispiace che dubitassi di questo."

"No, non dispiacerti. Non è colpa tua. Ho problemi... di fiducia." Louis mima le virgolette mentre dice le ultime due parole.

"Lo capisco," risponde Harry, annuendo comprensivo.

"Davvero?"

"Sì."

Louis sorride appena. Un sorriso quasi accecante agli occhi del riccio.

"Grazie, Harry."

"Per cosa?"

"Per averlo reso più semplice."

Harry gli prende la mano dalla sua coscia e la stringe. Si sente malissimo. Louis è stato così onesto con lui. Gli ha detto tutto e si è fidato completamente.

"Rendi sempre le cose così semplici. Sei così sicuro di te. Sei... la mia roccia, giuro." La voce di Louis è piena di fiducia. Harry apre la bocca ma non ci sono parole da pronunciare.

Sorride e Louis ricambia, avvicinandosi e appoggiandosi su di lui. Harry appoggia la guancia sulla testa di Louis ed entrambi fissano l'acqua.

"Mi dispiace di avertelo tenuto nascosto" dice Louis piano.

"Non esserlo." Harry si sposta appena. Ha una gamba addormentata e la schiena gli fa male per essere appoggiato contro la panchina scomoda.

"No, veramente. Avrei dovuto dirtelo invece di allontanarti. Perché è questo il motivo per il quale abbiamo passato delle settimane di merda. Lo sai vero?"

"Mh?" Domanda Harry, senza parlare.

"È il motivo per cui me ne sono andato quella mattina. Ecco perché non sono riuscito... sai... a fare sesso e robe del genere. Non era perché non volevo, ma ero spaventato. Avevo paura di come mi avresti fatto sentire. Sapevo che, se fossimo finiti insieme, avrei dovuto dirtelo e non ci riuscivo, e ho pensato che tu meritassi qualcuno che fosse migliore di me e..."

Louis sta giocherellando con le dita di Harry, intrecciandole con le sue. La testa e' poggiata sul petto del riccio. Harry respira piano, con gli occhi chiusi.

Questa è la differenza tra lui e Louis. Louis è coraggioso, lui un codardo. Louis indossa il dolore che prova come uno scudo, ed è disposto a metterlo da parte per Harry. Harry non sa se riuscirà mai ad abbassare quello scudo. È così ben costruito che a volte si dimentica quasi di averlo. Non sa dove inizia o finisce. Ha passato anni a modellarlo affinché fosse perfetto sulla sua pelle.

"Ho pensato, forse" - Harry prova a concentrarsi solo sulla voce di Louis - "se fossi andato via, sarebbe stato facile, mi sarei disinnamorato di te e non avrei dovuto farti entrare nella mia vita, perché solo il pensiero mi spaventava tantissimo. Mi spaventa ancora. Sono così innamorato di te che non so come gestirlo, ma sono sicuro che devo essere completamente onesto con te, per avere una possibilità di stare insieme davvero."

La voce di Louis è salda e ad Harry occorrono diversi momenti per processare quello che ha detto.

...disinnamorarmi di te... sono così innamorato di te...

Quelle parole risuonano nella sua testa, finché improvvisamente fanno breccia in Harry, ed è come riemergere dalle profondità dell'abisso, per respirare aria e vivere.

Harry si volta e fissa Louis, che si siede e lo guarda preoccupato per via di quel brusco movimento.

"Mi ami?" Dice disperatamente, osservando con attenzione il viso di Louis come se la vita dipendesse da quello. "Sei innamorato di me?"

"Certo," Louis annuisce, fissando gli occhi di Harry con una forza che quasi manda quest'ultimo ko, "Non te l'ho detto?"

"Io..." Harry lo fissa ancora, scuote la testa. "Mi ami?"

"Sì," il volto di Louis si apre in un sorriso nervoso, "è cosi' terrificante ma è la realtà! Ti amo Harry, davvero. Sono troppo innamorato di te. Mi fai vedere di nuovo la vita a colori. Sei tutto ciò che di bello c'è nel mondo e sei cosi' adorabile con quei ricci e le fossette..." - Harry sente l'adrenalina scorrergli nelle vene, e una gioia talmente potente che non riesce a contenere - "e la tua gentilezza, i tuoi abbracci, i tuoi sorrisi; mi fai venir voglia di vivere ed essere migliore. Come potrei non essere innamorato di te, Harry? Sei così facile da amare... sei..."

Louis è interrotto a metà da Harry, che gli cattura le labbra in un bacio spinto, mentre gli si avvinghia stretto addosso. Il cuore di Harry sta martellando nel petto. Vuole cantare e piangere. Bacia Louis come se fosse la sua linfa vitale, stringendogli la maglia, tenendogli le mani sulle guance e tra i capelli.

Harry si allontana, giusto un attimo per riprendere fiato. Louis ha una mano avvolta tra i suoi ricci e Harry si concentra su quel movimento per rimanere con i piedi per terra. Pensa che, se non fosse per quella mano, starebbe già fluttuando via.

"Ti amo anche io, Louis."

Louis annuisce, senza fiato. Appoggia la fronte su quella di Harry, ma quest'ultimo si allontana, ha bisogno di guardarlo negli occhi, di fargli capire quello che sta dicendo.

"Anch'io sono innamorato di te." La sua voce è quasi violenta. "Sono innamorato di te da mesi. Ti amo. Con tutto me stesso."

"Lo so," Louis annuisce, con emozione, "penso di saperlo da un po', ma l'ho capito davvero solo quando Ed mi ha detto che ti avevo spezzato il cuore."

Harry ride istericamente. Si rende conto che le guance di Louis sono bagnate di lacrime, quindi le asciuga con la mano.

"Ah, Ed... a volte è proprio drammatico" balbetta Harry.

Entrambi sanno che non lo pensa davvero.

"Mi dispiace così tanto, Harry."

"No, dispiace a me, Lou."

"Perché diavolo dovresti scusarti?" Louis è confuso e si tira indietro.

Harry scuote la testa. No, ora non è il momento giusto.

"Davvero Harry, mi dispiace. Ti ho spezzato il cuore dopo che tu hai guarito il mio."

"Shhhh, va tutto bene." Harry scuote ancora la testa, il suo sorriso cresce finché diventa piu' grande del suo viso. "Il mio cuore sta bene."

Bacia ancora Louis, profondamente e con intenzione, finché tutti i cuori spezzati e le scuse sono spariti. Ogni bacio è un ti amo. E ogni bacio di Louis è un ti amo anche io.


_____________________________________

Trascorrono il resto del pomeriggio in un silenzio confortevole, punteggiato da piccole dichiarazioni affettuose e conversazioni leggere che qualcuno di esterno non avrebbe potuto capire quanto importanti in realtà fossero.

Harry è molto silenzioso ma, ogni volta che Louis lo guarda, sorride.

"Ti amo" dicono, ancora e ancora, come se stessero cercando di mantenere in vita qualcosa di prezioso.

Camminano per chilometri, attraverso il parco e le strade che circondano casa di Harry, attraverso la folla pomeridiana di Brick Lane. Attraversano un ponte sopraelevato e si fermano alcuni minuti a fissare i binari del treno sottostante, osservando gli uccelli che volano sopra lo skyline di Londra. Quella domenica pomeriggio è silenziosa e coperta da nubi. Harry appoggia entrambi i gomiti sulla balaustra e pensa, i ricci occasionalmente mossi dal vento.

"Sei andato alla polizia?"

Louis emette un sospiro pesante e afferra il metallo, fissando il treno che sta passando sotto di loro.

"No" scuote la testa, "non ci sono riuscito."

È silenzioso per alcuni minuti e nemmeno Harry parla. Annuisce appena.

"Volevo. Voglio dire... sentivo che avrei dovuto. Liam ha provato a farmi andare, ma non riuscivo a fronteggiare la cosa. Volevo solo dimenticare, non parlare con qualche poliziotto omofobo a cui non sarebbe importato un cazzo comunque. Non avevo prove. Non avevo idea nemmeno di come descrivere i due tizi. Io..."

Harry annuisce.

"Lo capisco."

"Davvero?"


"Sì, assolutamente."

Louis avanza verso la ringhiera per essere più vicino ad Harry e appoggiando i gomiti sul metallo così che le loro braccia siano vicine. Harry si volta e sorride, fissandolo direttamente negli occhi. Per un momento, Louis pensa se Harry gli chiedesse di saltare in quel momento, cadere da quel ponte, lo avrebbe fatto. Harry si avvicina ancora a Louis, appoggiandosi a lui finché nasi e fianchi non collidono.

"Non mi giudichi?" Sussurra Louis con gli occhi chiusi.

"No."

"So che avrei dovuto denunciarli. Odio pensare che potrebbe essere successo a qualcun altro e io non l'ho impedito..."

Louis può sentire la testa di Harry fare 'no' dal modo in cui i loro nasi si stanno toccando. Un momento dopo sente un caldo bacio sulle labbra e apre gli occhi in tempo per vedere Harry sorridere.

"Hai un naso carino. Te lo hanno mai detto?"

"Veramente, sì." Louis non riesce a non sorridere, nonostante il familiare senso di colpa che in qualche modo gli fa rivoltare lo stomaco. "Compaiono delle rughette intorno ai tuoi occhi e ci sono queste meravigliose linee..." Harry si interrompe, troppo affascinato.

"Odio come diventano i miei occhi quando sorrido," mormora Louis, arrossendo sotto lo sguardo indagatore di Harry. Il riccio batte le palpebre in silenzio. "Avrò delle terribili zampe di gallina prima di arrivare ai trenta."

"Nessuna zampa di gallina. Rughe d'espressione." Harry è di nuovo così vicino che Louis può sentire il suo respiro caldo sulla pelle, contro l'aria fredda di febbraio. "Sono bellissime."

Harry preme gentilmente un dito sull'angolo dell'occhio di Louis. L'azione è così sciocca che Louis sorride e, quando lo fa, il volto di Harry si illumina, e gentilmente accarezza quelle rughette o linee, così come le vuole chiamare Harry. E Louis quasi lo preferisce.

Così Louis mima lo stesso movimento di Harry portando il pollice nella sua fossetta. Harry ride e volta la testa di scatto per catturare il dito di Louis con un bacio. Louis si ritrova a ridere a sua volta.

Si baciano di nuovo sul ponte, un altro treno che passa facendo vibrare il terreno sotto di loro e i mattoni fino al cuore palpitante di Louis.

Il sole è basso nel cielo e decidono di andare a mangiare. Louis suggerisce di tornare a casa sua, dove sa per certo che Niall, Liam e Zayn hanno ordinato la pizza. Liam gli ha mandato un messaggio per dirglielo, gridandogli tutto in maiuscolo che lo stava facendo preoccupare dal momento che lo aveva ignorato tutto il giorno.

In metropolitana, Harry prende la mano di Louis. Una ragazza all'incirca della loro età, seduta di fronte a loro, li osserva e sorride. Louis ricambia. È molto bella, pensa.

Mentre si dirigono verso Rowntree Avenue, Louis ricorda improvvisamente una cosa.

"Comunque, te l'ho detto che Liam e Zayn stanno insieme, adesso?"

"Cosa?" Harry si blocca, fissando Louis sorpreso e divertito. "Sei serio?"

"Ah, allora non sono l'unico cieco." Louis sorride con un ghigno, facendo qualche passo avanti. Harry fa una corsetta per recuperarlo.

"Insieme... tipo come una coppia?"

"Sì."

"Pensavo che Zayn fosse etero?!"

"Cosa? No Harry, ovviamente non è etero." Pensa Louis per un momento. "Anche se non penso sia gay. È solo... Zayn."

Harry ride incredulo.

"Beh, e chi se lo sarebbe mai immaginato. Zayn e Liam." Harry scuote la testa. Louis sorride tra sé, notando come i loro piedi siano sincronizzati.

"Che ne pensi se li chiamassimo Ziam?" Dice. Harry ride di quella risata cristallina, e Louis prova a pensare all'ultima volta in cui è stato così felice. Non è sicuro che esista.

"Quindi questo fa di noi... i Larry?" Il ghigno di Harry è impagabile.

"Urgh," Louis arriccia il naso, accoccolandosi su di lui, il quale lo avvolge subito con un braccio. "Che nome sfortunato. Tipo un muratore di mezza età. Preferisco Houis."

"Come uno spocchioso re francese!"

Entrambi ridono più del necessario. Le guance di Louis gli fanno male da quanto tempo ha trascorso sorridendo e le fossette di Harry sembrano essere permanentemente intagliate nelle sue guance.

"Quindi ora rimangono Niall e Ed," dichiara Harry con tono serio. "I Ned?"

Louis alza le spalle.

"Non penso che riusciresti a trovare due ragazzi più etero di loro, nemmeno se ci provassi. Anche se forse il loro amore per le chitarre potrebbe essere abbastanza per farli mettere insieme!"

"Etero? Se lo dici tu. Ma ti dico questo, Ed può coccolare un uomo come il più gay dei gay se è dell'umore giusto."

Parli per esperienza?" Louis chiede altezzosamente, pizzicando il fianco di Harry proprio quando raggiungono casa.

"Forse," risponde timidamente.

"Uh," Louis alza il mento, fermandosi di fronte al cancello e fissando Harry, "beh, da ora in poi io sarò l'unico che potrà coccolarti, grazie mille!" Si mette sulle punte per baciare Harry sulle labbra. Sorride, "e voglio essere quello che abbraccia!"

"A me va bene," Harry sorride affettuoso, baciando Louis.

Davvero, come è possibile provare così tanta felicità in un solo giorno? Pensa Louis mentre cerca le chiavi. Può sentire la mano di Harry gentilmente appoggiata su un fianco, e quando si inclina in avanti per baciargli il collo, dei brividi gli attraversano tutto il corpo.

"Eccoci" grida Louis, mentre trascina Harry nell'ingresso, scalciando via le scarpe, giusto per infastidire Eleanor.

"Ehi Louis," risponde la voce di Liam dal corridoio al piano di sopra, "chi è noi? Oh..." si ferma in cima alle scale.

Louis prende la mano di Harry e corre su, quando raggiunge l'ultimo scalino da' un bacio sulla guancia a Liam. Harry dietro di lui, fa 'ciao' con la mano timidamente.

"Tua madre ti ha mai detto che è maleducato fissare, Liam?" Louis entra in cucina per prendere una birra dal frigo per sé e per Harry. "Oh Dio, ho appena realizzato che non ho mangiato niente tutto il giorno. Meglio che ci sia un quintale di pizza, e non quella merda vegetariana, mi aspetto del cibo vero."

Esce dalla cucina in tempo per vedere Liam lanciare uno sguardo confuso ad Harry, e il riccio sorride a Louis come se fosse il sole.

"Ah sì, scusa Liam, dovrei spiegarti. Harry ed io siamo tornati insieme. Abbiamo parlato. Ho spiegato, o almeno ci ho provato, perché fossi stato un tale stronzo. Mi sono scusato. E lui è stato adorabile e mi ha perdonato. E ora voilà, siamo qui pronti per la pizza."

Lo sguardo di Liam passa da Louis ad Harry. È sorpreso e divertito. Si lascia sfuggire una mezza risata e poi abbraccia Harry stretto.

"È bello riaverti con noi. E onestamente, grazie a Dio! Questo qui è stato parecchio insopportabile."

"Oi," Louis calcia Liam sullo stinco, cercando di mantenere la voce seria, senza successo.

Le reazioni di Niall e Liam sono più o meno le stesse, entrambi fanno i finti sorpresi, poi mettono via quell'espressione per lasciare il posto ad un'altra più casual, anche se Louis non perde lo sguardo confuso che lanciano a Liam.

Niall saluta Harry con il suo solito atteggiamento casinista e felice, e Harry ricambia come se fossero vecchi compagni di scuola. Zayn è leggermente più calmo. Louis immagina che abbia visto Harry da Ed, durante la rottura, ma comunque Louis vede che l'amico gli fa l'occhiolino, chiaramente felice di vedere i due di nuovo insieme.

Insieme. Harry e Louis insieme.

Quel concetto vortica nella sua mente a mille miglia all'ora. Non ci crede. Louis si sente tre metri sopra il cielo ed ad ogni passo cerca di ripetere che va bene, che è reale. Che non sta per cadere. E, anche se fosse, Harry lo prenderebbe al volo.

Si mettono a guardare il calcio. Poi qualche film di merda scelto da Liam e Niall, i quali continuano ad insistere che il trailer fosse bello. Parlano di tutto e niente, eppure non stanno zitti un minuto. Mangiano una marea di pizza accompagnata con molte bottiglie di birra, e ridono di cose che solitamente non sarebbero poi così divertenti.

Nonostante ci siano due divani, si trovano uno sopra l'altro. Liam accoccolato da un lato con Zayn comodamente seduto a terra. Vicino a Zayn, c'è Niall con le gambe allungate, appoggiato contro le gambe di Harry. Quest'ultimo è seduto dall'altra parte del divano, rilassato e con un buon profumo, e un braccio sullo schienale. Louis è sdraiato contro di lui, con la testa sul suo petto. Le gambe di Louis sono allungate, fino ad appoggiarsi sulla pancia di Liam e sfiorano la testa di Zayn ogni volta che questo si muove. Harry continua a baciargli la testa quando pensa che i ragazzi siano distratti.

È il paradiso.

E Louis pensa che ventiquattro ore prima era su quello stesso divano da solo, a mortificarsi. Guardando ora i ragazzi, pensa che non essersi mai sentito meno solo in tutta la vita. Sicuramente è ancora incasinato, ma in quel momento non importava.

Quella notte, quando Harry e Louis sono distesi con la testa sul cuscino, naso a naso, nel letto di Louis, Louis sussurra quelle tre piccole parole ancora una volta. Harry le sussurra in risposta. Si baciano lentamente, l'uno tra le braccia dell'altro, assaporando ogni momento, con le lingue che accarezzano le labbra. E le fredde caviglie intrecciate.

Louis è quasi spaventato di chiudere gli occhi, per paura che quando si sveglierà, sarà premuto ancora contro quella porta fredda e dura, con la schiena dolorante e il corridoio vuoto ed Harry lontano da lui. 

____________________________________________

Helloooo!
Ecco finalmente un nuovo capitolo!

Un po' di gioia in questa valle di lacrime <3 Spero vi sia piaciuto :D

-M

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