Vite nell'oblio.

By craintedoubli

10.7K 355 22

Hope,Kyle,Chad,Emily,Cecilia. 17 anni. Tutta la vita davanti. More

PROLOGO.
CAPITOLO 1-Un pessimo ritorno.
CAPITOLO 2-Hope e Cecilia.
CAPITOLO 3-Jeam Beam.
CAPITOLO 5-Un pò d'affetto.
CAPITOLO 6- Pastore-pieno-di-merda
CAPITOLO 7- ON THE ROAD
CAPITOLO 8- Il cocainomane.
CAPITOLO 9- La follia.
CAPITOLO 10-THE END.

CAPITOLO 4-Tristezza.

617 27 1
By craintedoubli

Quando Hope si risvegliò,il primo volto che vide fu quello della nonna di Kevin. Era chinata su di lei fin troppo,e Hope ne sentiva il respiro stanco sul viso. Appena gli occhi azzurri che aveva di fronte si accesero,la nonnina sorrise. Corse via dalla stanza e,in corridoio,guardando le faccie affaticate e affamate dei ragazzi disse "è sveglia!"

All'inizio,nessuno ci credette davvero. Ma quando,spiaccicati contro il vetro,videro quei due occhioni azzurri balzare da una parte all'altra della stanza come a chiedersi "ma che cazzo sto facendo io qui?" e poi posarsi sul vetro,allora si urlarono tra di loro "è sveglia!" . Videro Hope sorridere difronte a tutte quelle voci confuse,divertita da quelle espressioni incredule. Poi il medicò entrò,dicendo che doveva parlare con la ragazza,e solo dopo sarebbero potuti entrare,al massimo due alla volta. A Hope il sorrisò si smorzò non appena incrociò quegli occhi seri. 

-Dov'è tua madre? I tuoi amici sono stati vaghi.-

Hope strinse gli occhi,perchè la frase che aveva in mente di pronunciare,le provocava una fitta al fegato corroso dal Jeam Beam.

-In Florida. Passiamo alla prossima domanda?-

-Non sei ancora maggiorenne,per dimetterti ho bisogno di una firma.-

-Questo sarà diffcile.-

Ma il dottore non uscì,se ne stesse lì a fissarla come si fissa un cucciolo abbandonato. Cosa a cui Hope assomigliava,vista e considerata la conversazione che si era appena svolta in quella camera puzzolente. Sapeva bene di esserlo,di essere stata praticamente abbandonata,ma il fatto che qualcuno la guardasse così la infastidiva lo stesso. Avrebbe voluto chiedere al dottore che altro le doveva dire,ma lui fu più veloce del tempo in cui Hope arrivò a comporre una frase sufficientemente educata.

-Non dovresti bere così tanto.-

-Lo so.-

-Dovresti consultare uno psicologo,lo segnaleremo.-

-No.- 

Lo guardava dritto negli occhi,senza paura di sfidarlo.

-Sei stata qui perchè eri ubriaca da far schifo,e non hai nemmeno qualcuno che possa firmare. Se vuoi uscire da qui,prima devi parlare un paio di volte con Katrine. Ti trasferisco al reparto psichiatrico.-

Hope non riuscì a trovare una risposta,era minorenne e senza nessuno che la riportasse a casa,quindi il manico del coltello ce l'aveva il dottore. A lei non restava che farsi trafiggere dalla lama. Tuttavia lo guardò negli occhi fino a che non uscì dalla stanza. 

I primi due che entrarono furono Kevin e la nonna. Hope conosceva la nonna di Kevin. Quando sua madre era ancora a casa,i loro incontri si svolgevano dalla nonna di Kevin. Non perchè la madre di Hope avesse qualcosa in contrario al fare sesso in casa sua,ma semplicemente perchè era rischioso. Se lei fosse stata ubriaca,come spesso era,Kevin avrebbe potuto trovarsi in situazioni pericolose. Casa di Kevin era esclusa,suo padre ci lavorava,e se i suoi clienti avessero sentito qualche rumore,sarebbe stato abbastanza sconveniente per il bilancio familiare. Così si vedevano dalla nonna. La nonna ovviamente era convinta che fossero solo amici,nonostante programmasse in segreto le nozze tra i due. Ogni volta che Hope si presentava a casa,le offriva del caffè,perchè aveva imparato che lo adorava,e le faceva qualche domanda sulla scuola. Poi Kevin trovava il momento giusto per aggirare sua nonna,e salivano in camera da letto. Con la nonna di Kevin non c'era pericolo,era quasi completamente sorda. 

Lui la precedette e si avvicinò subito all'orecchio di Hope sussurando "gli abbiamo detto che sei svenuta per un calo di zuccheri."

La nonna ovviamente era carica di dolci golosissimi perchè:

Primo era una nonna,e si sà come si comportano le nonne in questi casi.

Secondo,perchè le avevano raccontato che aveva avuto un calo di zuccheri.

Dopo essersi assicurata che Hope mandasse giù almeno un paio di fette di torta,e averla ripresa per bene dicendole di mangiare in modo più consistente,la vecchietta li lasciò soli. Kevin si chinò a prendere una fetta di torta. Diede qualche morso,mentre Hope lo guardava,pronta al peggio.

-Chi cazzo ti ha servito tutto quel Jeam Beam?-

-Jack,non sa dirmi di no.- 

Hope lo disse sorridendo,sottointendendo di essere stata a letto con quel Jack,cosa che sia Kevin che il resto degli abituali frequentatori del Blacke,sapevano benissimo. 

-Non c'è un cazzo da ridere,potevi andare in coma etilico. Sei proprio una cogliona.-

Hope non si aspettava quella reazione,si aspettava la compassione sdolcinata,non di certo la rabbia.

-Senti chi parla.-

Kevin si voltò evidentemente offeso,e mentre masticava una crostatina borbottò a mezz'aria.

-Almeno non sono andato a letto con il barista,solo per non pagare da bere.-

Hope sentì pulsargli le tempie.

-Tu preferisci fare a botte con tutti,perfino con Kyle.-

Kevin si alzò,dando modo alla rabbia di distribuirsi per bene,in tutti i suoi muscoli. Hope,piuttosto soddisfatta dell'effeto ottenuto,continuò. 

-Ma la tua vera passione è farti la tua matrigna. O mi sbaglio?-

Kevin a quel punto iniziò a vedere rosso,e riprese il controllo di sè solamente quando il debole 'ciao'  della nonna gli arrivò ai timpani,mentre questa scendeva dall'auto. Pensò che sicuramente l'aveva spaventata. Probabilmente era andato veloce per strada fregandosene del codice stradale. E sicuramente aveva ignorato ogni sua domanda,fino al punto che lei stessa aveva deciso di non farne più.

Arrivato a casa,sotto la doccia,pianse.

Come quando aveva 11 anni,e la compagna di suo padre lo scaraventò contro il materasso duro di un motel per la prima volta.

Poi entrarono Kyle e Cecilia. Di solito si erano tenute distanti,ma stavolta Cecilia si era sentita libera di parlare. Kyle aveva inziato a dire qualcosa sull'ospedale,mentre Cecilia si levò il coprispalle e lo appoggiò alla sedia. Poi anche lei iniziò a lamentarsi dell'ospedale,entrambe furono d'accordo con il dottore su quella vicenda della psicologa. Cecilia lasciò parlare Kyle sugli eventi della sera prima,ritenendo di non avere la confidenza necessaria ad affrontare il discorso. Nel frattempo spostò tutta la sua concentrazione sui deliziosi dolci. Ritornò poi con la mente al discorso e udì solo una frase.

-Devi smetterla di farti del male,non riuscirei a vivere.-

La struttura era confusa,ma in sostanza il significato era ben chiaro. Uscirono dalla stanza pochi secondi dopo con un confezione di muffin che Hope gli aveva dato,non perchè non li avrebbe mangiati,ma semplicemente perchè non le piacevano ripieni alla marmellata.

Nel parcheggio Cecilia non diede il tempo a Kyle di mettere in moto.

-Non mi ami.-

-Ma cosa dici?-

-Ami lei.-

-Smettila.-

-Finiamola.-

Così Cecilia si alzò,semplicemente,e si diresse verso un punto del parcheggio a lei ignoto. Ma il più lontano possibile da quell'inganno. 

Kyle lo sapeva che non l'amava,fu per questo che non la rincorse. Fu per questo che provò il fremito della libertà,quando la portiera sbattè. Fu per questo che ebbe l'impulso di andare da Hope,e baciarla. Pensò che l'amore di Cecilia era bastato per tutti e due. Che lei non ne aveva nessuna colpa. Che la colpa era sua. 

Otto mesi prima,aveva tradito Hope e Emily,ora tradiva Cecilia.

Le persone si fidavano di lui,ma lui forse non la meritava quella fiducia. 

Dopo qualche minuto,visto che nessuno si decideva ad entrare,Hope addentò una pastarella. E mentre masticava,non ebbe nemmeno il tempo di accorgersi che Emily aveva corso verso di lei,e ora la stava abbracciando fino a stritolarla. 

 -Perchè lo hai fatto?-

Hope agitò la mano,pregando Emily di lasciar perdere.

Emily tentava di cavarglielo fuori dagli occhi color ghiaccio,ma con Hope non ce n'era verso.

-Mi vogliono portare dalla psicologa,non ho nessuno che firmi.-

Emily chinò la testa da un lato,e respirò forte.

-Non hanno tutti i torti,no?-

Non sapeva nemmeno il motivo per cui aveva bevuto così tanto,magari con l'aiuto di una strizzacervelli ce l'avrebbe fatta.

-Non sono così pazza come sembro.-

Emily fece un quadro rapido della situazione. Le venne un idea,ma non ne parlò con Hope,aveva in mente una sorpresa.

A Hope non andava di parlare,così cambiò discorso. Sapendo che prendere Emily sui suoi problemi,le avrebbe portate sicuro a parlare di lei.

-Si è visto Jake?- 

-Fortunatamente no.-

Emily,talmente presa da quell'idea,si congedò proprio nel momento in cui finalmente aveva qualcuno con cui sfogarsi.

Quando Emily se ne andò,Hope ebbe appena qualche minuto di pace,prima che la porta della stanza si aprisse di nuovo. Era Cecilia,da sola. 

-Ho dimenticato il coprispalle-  Disse,arrossendo notevolmente.

-Ah.- 

Hope fece un sorriso forzato,e seguì le mani delicate di Cecilia posarsi sulla stoffa bianca e tirarla sù,posizionandola sugli avambracci. Si aspettava che se ne andasse subito,visto l'imbarazzo che c'era tra di loro. Ma la ragazza dalle iridi nocciola non aveva intenzione di andarsene.

La testa di Cecilia era bombardata da domande,che però non trovava la forza di far uscire dalla bocca perchè quel volto stanco davanti a lei glielo impediva.

Rimasero a fissarsi due minuti buoni,formulando e cancellando frasi. 

-Lo hai fatto per Tom?-

Guardandosi le scarpe a Cecilia era uscita così quella frase,semplice e stupida. Sentì le orecchie farsi rosse,e avrebbe voluto sparire da lì. Che diritto aveva di chiedere certe cose? Non era la sua vita. E poi,con il carattere che Hope aveva dimostrato d'avere,l'avrebbe subito cacciata in malomodo e lei si sarebbe ritrovata anche in una brutta posizione con Kyle e il resto degli amici. Che forse aveva già perso,sbattendo quella portiera.

Hope guardò fisso le lenzuola,e il suo sguardo si rabbuiò,riempendosi di brutte immagini.

La memoria ti frega. I ricordi belli,quelli che vorresti trattenere con te,te li vedi pian piano che si appannano,si cancellano sfumando sempre di più. Li vedi scomparire e andare via da te,senza poterci fare nulla. Poi ci sono quei ricordi che ti porti dentro per una vita,quelle immagini che non riesci a cancellare,anche se lo vorresti con tutta te stessa. Immagini che ormai ti hanno timbrato dentro,indelebili,che ti lasceranno un segno eterno. 

Quelle su Tom erano questo secondo tipo di immagini,uccidono ogni volta che tornano alla mente. 

Avrebbe voluto essere capace di dire qualcosa,di arrabbiarsi con Cecilia per aver tirato fuori quell'argomento,ma non ci riusciva. Quando riprensava a quella vicenda sentiva solo una stretta allo stomaco,e un nodo alla gola. Era tutta colpa sua. Era un'assassina. Non si poteva negare.

Cecilia avrebbe voluto scusarsi di quelle parole,e ancor di più avrebbe voluto andarsene di lì. Quando vide quello sguardo perso e solo,le sembrò di avere davanti un'altra persona. Si sedette con calma sulla sedia,e si passò le mani un paio di volte sulle gambe,come si fa quando si ha freddo. 

Poi,vide una lacrima.

Voi ve la dovete immaginare come un liquido la tristezza,come acqua,ma più sporca. Sporca del male che vi hanno,e che vi siete inflitti. La potete vedere? Un liquido che scorre nel vostro corpo,che si accumula piano. Cresce dentro di voi,si infila nelle vene e si sporca del vostro sangue. Vi arriva addirittura nei polmoni e vi affatica il respiro. La potete vedere nella vostra gola,che torce le corde vocali,come un viscido serprente. Immaginatevela come un serpente,che annoda le vostre corde vocali e vi provoca quei gemiti tristi. Immaginatevela sotto i vostri occhi che tenta di uscire,perchè non c'è più spazio per lei là dentro. Ecco cos'è la tristezza: un viscido serpente che si nutre del male che ci siamo,o ci hanno,provocato. A un certo punto diventa così lungo,da aver bisogno di uscire.

Se dovete accumulare altra tristezza,c'è bisogno di più spazio. E lì le opzioni sono due: o mangiate,o piangete. 

Hope pianse. In silenzio,senza alcun urlo o cose del genere. In silenzio,tirando solo un pò su col naso,per richiamare l'aria a riprendere il suo spazio nei polmoni. Cecilia se ne stette qualche secondo immobile,convinta che fosse la cosa migliore da fare. Poi si allungò verso Hope e le prese la mano,per farle forza. 

-Sai,io sono consapevole di non essere il tipo di persona che ti sta a genio. E probabilmente anche tu non sei il tipo che sono abituata a frequentare... Ma... Io sono qui,parlami. Ne hai bisogno,credimi.-

Hope sapeva benissimo di averne bisogno,e le parole di Cecilia bisbigliate le incutevano fiducia. Sussuri,per non distruggere la meraviglia di un pianto silenzioso come quello.

Incredibilmente,lei era l'unica di cui si sarebbe fidata. Quando le aveva detto di non parlarne,non lo aveva detto nemmeno a Kyle. 

-Ho un talento naturale nel mantenere i segreti.-

Sarà stata la disperazione del momento,l'irrazionale bisogno di raccontare quella storia,la stretta forte di una perfetta estranea,o forse semplicemente la cosapevolezza di non aver nulla da perdere. Hope parlò,e lo fece smettendo di piangere. Con le gocce rimaste a seccarsi sul viso,e gli occhi rossi dal pianto appena finito.

Non c'è cosa più brutta di quando un pianto finisce a metà. Succede spesso,per vari motivi,un pianto finisce a metà. E tu rimani lì,con la tristezza che ti si strozza in bocca,e poi riscivola al suo posto nelle vene. Pronta per la prossima occasione.

Il resto del discorso avvenne con gli occhi arrossati di Hope sulla tendina che ricopriva il vetro,su cui prima tutti si erano spiaccicati. E con le iridi nocciola di Cecilia,che seguivano Hope,ammirandone il profilo dal naso alla francese,e poi voltandosi verso la tendina,come se con le parole Hope stesse proiettando un film. Un film orribile.

-Non conobbi mai Tom.-

 Prese fiato,perchè dare un ordine a ciò che aveva in testa era difficile. 

-Tre mesi fà,mia madre tornò a casa particolarmente ubriaca. Più del solito. Aveva un biglietto per la Florida e,stava facendo le valigie quando sono tornata a casa. Mi disse delle cose... Delle cose orribili. Era ubriaca,lo sapevo bene,ma quelle cose mi fecero male lo stesso. Chiamai mio padre,per fermarla,ma non rispose. Così decisi di andare da lui. Presi la moto di Kevin,senza che lui se ne accorgesse. Volevo andare solo da mio padre. Era in vacanza in un hotel con sua moglie. Distava qualche chilometro,ma ce la potevamo fare entro la mattina dopo...  Io correvo parecchio e non vidi Tom. Attraversava la strada e parlava al telefono,non mi vide nemmeno lui.-

A Cecilia venne da piangere. 

A quel punto niente tratteneva più la tristezza di Hope,così pianse. Come non era mai successo.

Il rumore delle ruote che frenavano,quando ormai il corpo di Tom era già spiaccicato a terra. La sua voce affannata mentre chiamava l'ambulanza. Il sangue che usciva da ogni organo. 

-Ovviamente da mio padre non ci sono più andata,e mia madre è partita per la Florida. E fra poche settimane si sposa,con un perfetto sconosciuto. Sò che complicherà solo le cose. Lei verrà picchiata,e inizierà a bere ancora di più. Si sciuperà tutti i soldi. Ma sai che ti dico? Dopo quella notte con Tom,ho deciso che avrei lasciato a mia madre la libertà di fare quello che vuole. E se vuole venire arrestata,o peggio ancora uccisa,non mi interessa più.-

Lo disse con una rabbia dentro che a Cecilia fece paura. Pronunciò quelle parole tutte con un unico respiro,e con i denti stretti. Odiava sua madre,e la ragazza che stava ascoltando riusciva ben a capirlo.

-Sai,accompagnai Tom in ospedale,fui io stessa a chiamare l'ambulanza. La seguii in moto. E osservai i genitori di lui uscire dalla stanza in lacrime. Capii quello che era successo,e poi una dottoressa me lo accertò. Scappai. Non so dove trovo la forza di andare davanti alla sua tomba,credimi. Mi distrugge. Ma pensavo di doverglielo. Ora che ci penso è parecchio stupido. -

Cecilia non trovò reazione migliore,dell'abbracciare Hope. Pensando che aveva incontrato qualcuno più forte di sua nonna.

Piangeva Kevin,per  ricordo di tutti quei motel dai materassi duri.

E Kyle,per la colpa di non amare Cecilia.

E Emily,perchè Jake le mancava. 

E Hope,perchè aveva ucciso una persona.

E Cecilia,perchè lei non era forte,e amava Kyle.

E poi c'era Chad,nel corridoio dell'ospedale,a piangere,mentre guardava suo fratello morire.

Continue Reading

You'll Also Like

1M 27.6K 63
Dopo la morte di sua madre, a soli diciassette anni, Scarlett è costretta ad andare a vivere con i suoi zii a Charlotte in North Carolina. Un bel cam...
486K 13.4K 45
In una città dove la squadra di football liceale comanda la scuola, Amelia è una delle tante facce tra la folla. Nonostante suo padre sia il coach de...
930K 44.8K 65
Sasha Porter ha sempre protetto la sua famiglia. Cresciuta in un ambiente estremamente povero e scrutata dagli altri con sguardi di disprezzo, la rag...
2.6K 139 8
Soledad Lopez Perez è caotica, determinata e con una lingua affilata, forse anche troppo. Frequenta il secondo anno di psicologia nel college dei suo...