Che ne sai dell'amore

By Chisciotte

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Vincitore dei Wattys2018 - sezione Astri nascenti Disponibile la versione eBook su Amazon a 0,99 centesimi: h... More

Prologo
1. Nicola il poliziotto
2. Giorgio il violinista
3. Il tempo allo specchio
SECONDA PARTE
4. Due anni prima
5. Vacanze estive
6. Partenze
7. Parole lontane
11 settembre 2001
9. Ritorni
10. Notte in montagna
11. Lucio, lo studente di architettura
12. Incomprensioni
13. Il vero motivo del suo ritorno
14. Mondo capovolto
TERZA PARTE
19 giugno 2002
16. Immigration
17. La città degli angeli
18. Nani
19. Paul
20. Autonoleggio
21. Beach volley
22. Rosa sente le voci
23. Cinque giorni dopo
24. Giselle
25. Free English School
26. La quiete dopo la tempesta
27. Guerra e pace
28. Dal Canada con amore
29. Brutte sorprese
30. Quartiere russo
31. Un po' di pace
32. Primo giorno di scuola
33. Nikita e Capone
34. The purpose
35. Brother & sister
36. Marius
37. David e i nani
38. Riconciliazione mancata
39. Più nero che grigio
40. Nouvelle Caffè
42. Topanga Canyon
43. Nella tana del nano
44. Rosa nel Paese delle Meraviglie
23 dicembre 2003 (quando tutto ebbe inizio)
Epilogo
Se la storia ti è piaciuta

41. Follia

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By Chisciotte

Mi sono appena fatta una flebo di internet: due ore di quell'aggeggio infernale ed eccomi qui svuotata. A pezzi. Mi chiedo sempre più spesso perché mai se leggo un libro, anche per molte ore, ho come la sensazione di riempirmi. Se scrivo, mi sembra di volare. Se sto sul computer, mi svuoto. Credo che se fossi rimasta ancora un po' davanti a quel dannato computer mi sarebbe venuta una crisi epilettica o qualcosa del genere. Gli amici mi scrivono molto e io devo rispondere; sono tutti in pensiero per me, eppure non faccio che ripetere che sto bene. A parte tutto, questa esperienza mi sta facendo capire quali sono le persone importanti della mia vita, e sto imparando a conoscermi meglio. Mi sto scoprendo labile, a livelli quasi psicotici. Non conosco nessuna persona in grado di cambiare idea ogni paio d'ore. E non è che le mie idee cambino di poco. Sono capace di essere convinta di una cosa e il giorno dopo sostenere senza dubbi la tesi opposta.

"Eh no, Miss Rose, non può andare avanti così, un giorno o l'altro comincerà a dare i numeri sul serio..."

Forse è questa la vera causa del mio malessere. Questa mia instabilità mi terrorizza; ho paura di impazzire, come la brasiliana di cui mi parla David ogni tanto. La conobbe l'anno in cui venne qui con Matilde, era una ragazza normale, sana di mente... la riportarono al suo paese fuori di senno. Lei almeno aveva la scusa dei funghi allucinogeni, o così dice lui; io non avrei nemmeno quell'attenuante. E ha il coraggio di canzonarmi perché sono l'unica persona in tutta Los Angeles a non drogarsi.

«E fatti una pista» mi dice «tu così compi un sacrilegio.»

Ma se mi drogo ci resto secca, come se non lo sapesse. O forse è proprio questo che vuole.

Ho appena finito di cenare. Attorno a me c'è solo gente assorta nei propri pensieri. Sembrano tutti così sereni, solo io non ho pace. Sono in un tale stato confusionale... mi sembra che tutto il Nouvelle Caffè giri lentamente. Ho la nausea. Potrebbero essere state le ore trascorse al computer, o la presa di coscienza della mia psicolabilità. In effetti, avrei preferito non saperlo. Ho il morale a terra. Ho capito perché non ho mai avuto un equilibrio interiore che temo non raggiungerò mai, perché a Milano mi riempivo di impegni, perché non stavo mai sola con me stessa: volevo preservarmi da questa sofferenza; questo è il punto. È così difficile accettare di essere proprio la persona che non avrei voluto. Sono una donna senza principi, senza ideali. Senza delle forti idee proprie. Talmente debole da farmi influenzare da qualunque corrente esterna, fredda o calda che sia. Sono così priva di personalità, che chiunque può plasmarmi. Chiunque! Le basi che credevo di avere, non esistono.

"Forse non esisti neanche tu, Miss Rose... o se esisti, chi sei?"

Non so più chi sono, e 'se' sono, dove sono? Cosa ci faccio qui? Dove sto andando? So sicuramente con chi vado. Ma cosa so di lui? Nulla.

Vorrei che qualcuno mi dicesse chi sono. Ma chi può farlo? Nessuno mi conosce veramente, nemmeno mia madre. Tutti pensano di conoscermi, ma se quei 'tutti' parlassero tra di loro, si accorgerebbero che ognuno ha un'idea diversa di me. Con Mohamed sono premurosa, quasi materna. Con David aggressiva, con Michela ingenua, con Sabrina figa, con mia madre stronza, con mio padre... forse lui è l'unico che mi conosce davvero. Per questo litighiamo sempre. Lui sa chi sono, per questo non lo lascio mai parlare.

Ti prego papà non dirmi chi sono! Se mi ami non farlo, o impazzirò.

Ho paura di impazzire e tornare a guardare in faccia la realtà. La dura realtà che ha tentato di portarmi via con sé, ma dalla quale sono sempre scappata. Ero troppo giovane per morire. Ma adesso... la finzione non mi basta. Non voglio più vivere in questo mondo inventato, in questo mondo fuori dal mondo.

Fuori dal mondo.

So chi sono esteriormente, sono sempre stata la più spietata critica di me stessa. Ma perché non ho mai approfondito lo studio della mia immagine interiore? Era più importante scoprire se fossi buona o cattiva, vera, sincera o falsa, piuttosto che flagellarmi col problema del mio naso, che sfugge ai canoni della bellezza perfetta.

"Ma cos'è la bellezza, stupida bambina? La bellezza è luce, è equilibrio! È pace... quella che tu non hai mai avuto."

E io, che non ci avevo mai pensato. Ero troppo impegnata a misurare il mio seno in una coppa di champagne.

Sei un'idiota!

Stupida, scema!

Civetta

Cretina

Senz'anima e senza cervello!

Sono un'idiota. Come ho potuto non arrivarci prima? E se non avessi incontrato David, se non avessi mai vissuto a Los Angeles, forse non l'avrei mai scoperto. Non avrei scoperto la voragine che ho dentro. Non avrei mai scoperto di essere una persona superficiale. Falsa e bugiarda - ha ragione David! - che si spaccia per sincera quando non conosce neanche il significato di quella parola. Questa è la falsità: dire: «io sono!» quando non è vero. Non so chi sono. Devo scovare il maledetto coraggio che devo avere anch'io da qualche parte, magari in misura ridotta, e guardarmi dentro, una volta per tutte.

Chi sei Miss Rose? Hai questo nomignolo che ti hanno appioppato i tuoi compagni di classe alle superiori, e ti diverte, ti conforta. Ti ricorda quegli anni in cui credevi che il mondo girasse attorno a te, in cui almeno credevi ancora in qualcosa: nei tuoi sogni, forse. Quei sogni talmente banali da essersi realizzati tutti, e ora ti sembra di non averne più. Tutto ti è stato dato con facilità, chissà per quale grazia o disgrazia del cielo, e adesso che c'è da sudare cosa fai? Ora che hai smesso di sognare - perché i sogni facili sono finiti - che fai? Dimmi, dove vai adesso, se non sai chi sei? La vita ti ha strappata via da quelle attività superflue. E ora che quel vuoto ti divora, che quel fuoco ti brucia, ti sembra di impazzire. Ma tu non vuoi impazzire perché hai paura di tutto. Paura che questo sia sbagliato, quando non sai cosa sia giusto. Allora per non prenderti le tue responsabilità non pensi, lasci che siano gli eventi a dondolarti in questo immenso mare. Così la colpa è sempre del caso, non è mai tua.

Piaci alla gente perché sei allegra. Sei solare e hai una bella risata, un bel sorriso. Non fosse per questo ridicolo dettaglio, saresti sola. Anche per questo, ringrazia tua madre. E allora dimmi, forza, chi sei? Una donna buona? Buona, sì... ma odi i nemici, e l'odio è un sentimento che i buoni non conoscono. Dici di non essere invidiosa perché ti è sempre andato tutto bene, eppure sei sempre stata invidiosa di Michela... a me puoi dirlo; ti ha sempre messa in ombra. Non sei sincera neanche con te stessa, non sei buona e sei invidiosa di tua sorella.

Complimenti. Sei proprio la persona che disprezzi. Non sai stare sola perché detesti la tua miserabile compagnia. E ora basta nascondersi, basta scappare.

Aiuta te stessa a trovare quel barlume d'amore che esiste in ognuno ed è anche dentro di te. Con quello, aiutati. Smettila di piangerti addosso, non serve a nulla, e poi le lacrime sono il modo più subdolo per nascondersi. Non hai che te stessa quaggiù. Se non ti aiuti tu, non lo farà nessuno.

Esci fuori, vera Rosa, la prudenza non ti salverà dal nulla che inghiottirà te come ogni altro essere vivente.

La vera Rosa potrebbe essere peggiore, o migliore, di quell'essere informe che ti sei ricamata. In ogni caso diventeresti una persona VERA.

* * *

Non avrebbe più permesso a David di ferirla, non lo avrebbe più permesso a nessun uomo. Non aveva che se stessa laggiù, si sarebbe difesa con i denti se fosse stato necessario. Nessuno aveva mai meritato il suo corpo, fino ad allora. Nessuno aveva meritato il suo cuore.

Era arrabbiata.

Confusa e arrabbiata.

* * *

Forse per questo gli aveva permesso di corteggiare tutte le donne che aveva incontrato sul suo cammino. Di lui, non gliene importava più niente - o si illudeva che fosse così - ma si sarebbe portato quella vergogna dentro per tutta la vita. Un conto è tradire un partner che non si ama più, un altro è tradire un animale indifeso.

* * *

Forse per punirlo dell'ennesimo tradimento, per dimostrargli che la donna che stava buttando nel cesso non era una suora come sosteneva, si lasciò condurre in un posto schifoso. E così sul finire dell'autunno Rosa si trovò, forse senza saperlo - ma forse no - in un luogo da favola che nel giro di un niente si trasformò in un bordello.


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