Ai confini del vuoto 1 - Prog...

By smallcactusstories

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La guerra tra Alleanza di Mu e Federazione di Lemuria si protende ormai da quasi dodici anni, dato che nessun... More

Premessa
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35 (Nayla)
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Note
Extra 2: Personaggi
Extra 3: Playlist
Extra 4: Cose varie ed eventuali
Extra 5: disegno
Ringraziamenti

30 (Aesta)

146 18 41
By smallcactusstories

La Starfall.

Axel.

Vivi.

Tutti quelli con cui ho combattuto per wakin, con cui ho diviso la mia vita da quando ho lasciato Iuphus, il mio pianeta natale.

Stringo i pugni, non posso tirarmi indietro ora. Ho scelto, forse ho sbagliato, ancora è presto per dirlo. La battaglia è appena iniziata, li abbiamo osservati da lontano, ogni loro mossa è stata controllata e analizzata dai sistemi di questa nave. Dell'inferno scatenato da Minerva qui non c'è traccia: c'è calma, freddezza, rigidità.

È sempre stato così per loro?

Fino a questo momento, non avevo avuto modo di osservare da dentro l'Alleanza durante una vera battaglia, ma ora mi rendo conto di quanto sia così diversa dalla Starfall.

Quando ci sono piombati addosso su Minerva, distruggendo la Pegasus, l'Alleanza non ha avuto modo di reagire: sono arrivati all'improvviso, togliendo dalla propria strada chiunque fosse nemico.

Nayla è fredda, cinica e calcolatrice in ogni momento: anche ora mantiene la calma - la sto osservando di sottecchi da prima perché se sulla Starfall avevo un ruolo importante, qui non sono altro che un peso, la traditrice, quella che ha scelto la via facile.

Facile? Facile dove?

Ho perso tutte le mie certezze: l'affetto di Vivi e Axel era reale, sono dodici wakin che tormentiamo il comandante della Starfall con il caffè; il mio posto, quello su cui Vivi scherzava sempre dicendo che ero il braccio che le mancava. Ma ora... chi mi da prova che ciò che dice Nayla sia reale?

Non sono nessuno su questa nave che nemmeno ha un nome, questa nave che è immensamente più grande delle BC dell'Alleanza.

Ne stavano costruendo una flotta intera, ma il pretesto usato da Vivi - il far esplodere una base davanti ai suoi occhi - ha fatto cambiare idea a Nayla: combattere, subito.

Questa era l'unica pronta, quella che Nayla ha voluto tenere nascosta fino in fondo: vuole illudere nuovamente Vivi, vuole farle credere che sia a un passo dalla vittoria. Come su Minerva, come quando è stata tradita da Erix, dopo che io le avevo già inflitto una grande ferita.

Non ho avuto modo di chiederle scusa.

Ho parlato con entrambi: a Vivi ho spiegato quel che successe sulla Perseus, Axel non ha fatto una parola sul mio tradimento, aveva a cuore solo Vivi e la sua salute. Hanno accettato le mie scelte, forse solo perché mi conoscono da sempre, ma chissà se mi hanno perdonato. Forse sì, forse no. Mi lasciano il beneficio di un dubbio che non posso sciogliere in nessun modo.

Ho avuto paura, la codardia si è impossessata di me, ma mai avrei dovuto consegnare quei codici.

Codarda.

Sono stata una codarda.

Me lo merito proprio l'odio di tutti: per wakin ho combattuto contro l'Alleanza, fianco a fianco con Vivi, e ora, eccomi qui sulla nuova ammiraglia dell'Alleanza con la loro divisa indosso.

Una mano si posa sulla mia spalla, volto appena la testa, trovandomi di fronte Nayla.

«Va tutto bene?»

Annuisco, ma sto mentendo pure a me stessa: ogni volta che lei è vicino, mi sento così debole che faccio fatica a riconoscermi. Dov'è finito il mio spirito battagliero? Dove si è nascosto il sarcasmo che usavo come arma contro Axel e la sua lingua sciolta, eh?

«Aesta, per favore. Sicura di voler rimanere qui? Lo sai, quello che abbiamo progettato...»

Sono i miei stessi pensieri a interromperla, non la sto più ascoltando. Quello che abbiamo progettato: sfruttare Minerva in modo diverso, direi anche sbagliato - sto pregando che non funzioni, che quell'errore inserito dal padre di Vivi e finalmente scovato possa bloccare il piano di Nayla. Sono stata cieca, avrei dovuto capirlo che lei non è Vivi, che lei non farà mai niente senza un motivo. Sapeva che Vivi avrebbe preferito la morte al parlare, che Axel non era a conoscenza di niente e quindi rimanevo io. E ho ceduto, come un banalissimo ingranaggio con delle cricche all'interno, prossimo alla rottura.

Ho messo in pericolo l'intera Starfall, avrei potuto essere con loro a bordo, con il solito casino e le battute pessime di Axel.

Non so se ne sono accorti sulla Starfall, ma Nayla è riuscita - no, io sono riuscita - a sistemare Minerva anche su questa nave. Ci ho lavorato per due settimane, senza la possibilità di fare un passo indietro perché lei sa come farmi cedere, come mantenermi legata a sé.

Continuo a sperare negli altri, nell'errore voluto del padre di Vivi e nell'abilità di Axel.

Comunque vada la guerra, io ho perso. Ho perso i miei amici: come posso guadagnarmi di nuovo il rispetto da parte di quei due scemi dopo che non solo ho voltato loro le spalle, ma anche sto puntando Minerva contro di loro? Se la Federazione dovesse vincere, ci sarà solo un destino per me: una condanna. Vivi è stata chiara, non sembrano odiarmi sulla Starfall, sembrano più delusi che altro, ma il consiglio non la penserà alla stessa maniera: voglio dire, chi ha tradito era pur sempre il primo ufficiale. Ho fatto un passo di troppo verso il limbo dell'incertezza e ci sono caduta dentro. Ci sto soffocando: la colpa è solo mia se mi trovo qui. Eppure gli scherzi di Axel e Vivi erano ciò che da più tempo mi legava a qualcuno; Nayla, invece, potrebbe abbandonarmi da un momento all'altro, potrebbe usarmi come ostaggio per chiedere un riscatto. L'ha già fatto una volta.

Il suo piano su Minerva mi è diventato chiaro troppo tardi: quell'errore che mi portò a essere a bordo della Pegasus le diede modo di avere i codici. Sapeva che Vivi non avrebbe messo in pericolo la mia vita, sapeva che avrebbe ceduto i progetti. Minerva le fa gola, lo vuole con ogni mezzo, ogni centimetro del suo corpo tende a quell'arma. Per fortuna, Vivi è riuscita a stabilizzare l'arma nelle proprie mani, non deve essere stato semplice per loro.

Ma neanche qui, nell'Alleanza, la situazione è facile. Gli uomini parlano spesso in mia presenza, per loro è come se fossi invisibile: non riconoscono più l'autorità di Nayla, cominciano a odiarla e avrebbero voluto seguire Erix piuttosto che lei che invece li ha tenuti stretti a sé. Alcuni vorrebbero farla fuori, altri preferirebbero ammutinarsi, altri ancora sarebbero disposti a firmare la resa. Hanno visto cosa può fare la Starfall anche da sola e ora che Vivi ha un'intera flotta a coprire le spalle, non ci sono molti esiti possibili per questa battaglia. Posso confidare negli errori altrui, pagando in ogni caso per i miei.

Nayla sta perdendo e non se ne rende conto: è decisa nel suo andare avanti, nel non fermarsi finché la Starfall non sarà distrutta. Probabilmente lo capirà solo nel momento in cui il pavimento inizierà a sgretolarsi sotto i suoi piedi.

Per ora è tutto fermo: li odio questi momenti in cui il tempo sembra dilatarsi, quando persino il proprio respiro diventa insopportabile.

Sulla Starfall ci pensava Axel a spezzare questi momenti, trovava sempre il modo di far convergere l'attenzione su altro. Nayla, su questa nave, tiene tutti in un pugno in ferro. Non l'hanno ancora uccisa solo perché si tratta della figlia del - defunto - re dell'Atlantis.

«Aesta» mi richiama Nayla, mi guarda negli occhi con una preoccupazione che non le appartiene. Se tutto dovesse andare per il peggio, l'unica cosa positiva è che non avrò il rimorso di averla lasciata andare. «Sicura di voler stare qui?»

Annuisco con un semplice cenno del capo, non posso tirarmi indietro. Sarebbe l'ennesimo errore, uno sprofondare ancora di più nell'incertezza che si è impossessata della mia vita.

E la Starfall è così bella là fuori: mette i brividi a guardarla da qui. È piccola in confronto a questo mostro nero, eppure catalizza gli sguardi di tutti. Se ne fregano della flotta alle sue spalle, l'unica vera protagonista è lei, la Starfall. Mi avvicino titubante a uno dei vetri, ci appoggio una mano sopra. Qui il rumore dei motori è assordante, non ho idea di cosa usino come carburante, è una nave totalmente diversa dalla Pegasus che pure ho visto in prima persona. La Starfall è davanti a me, è la prima volta che la vedo dalla parte opposta in battaglia. Immagino la situazione sia sempre la stessa: protocollo ignorato e comunicazioni con la base tenute con meno fronzoli possibili, Vivi sull'orlo di una crisi di nervi - sarà già arrivata all'ottava tazza di tè? -, Axel che tiene lo sguardo fisso davanti a sé, con gli occhi pieni di stelle, Zavis che cerca di mantenere il controllo. Profumava di caffè, lo ricordo ancora bene. Questa... questa puzza di nuovo e di germicida con cui è stato lavato il pavimento.

«Ammirala finché puoi, perché sarà il loro ultimo volo» ride Nayla passandomi alle spalle, si dirige con passo sicuro verso il suo posto, è così diversa da Vivi. Quest'ultima preferiva stare in mezzo agli uomini dell'equipaggio, non amava comandare a bacchetta, cosa che, invece, Nayla adora.

Se così fosse, se questo fosse l'ultimo volo della Starfall, avrei dovuto esserci anch'io lì sopra.

Continuo a osservarla: per quanto speri il contrario, Nayla potrebbe far fuori quella nave. Eppure, c'è qualcosa che ancora me la fa amare come la prima volta che l'ho vista. Vivi ha ragione ad andarne così fiera - è così bella che può ammazzarti. Letteralmente: non conosco nessuno che sia sopravvissuto a un attacco con Minerva.

Per ora è tutto immobile, la Starfall è lì, con le sue lamiere grigie su cui c'è disegnato il simbolo della Federazione con sotto il suo motto: Oltre i cieli, noi ci alziamo. Se non mi sbaglio è pellicola gialla molto resistente. Non avevamo la bandiera della Federazione sulla Starfall, a Vivi non piaceva spezzare l'eleganza che aveva scelto per le linee dell'interno: quasi nessuna finiva con un angolo netto, ci sono smussi e raccordi che accentuano l'eleganza. Spesso si riflettevano sul pavimento grigio chiaro e lucido, complici anche le lavate che Axel era costretto a dare per non vedersi togliere il caffè dopo aver esagerato con le battute. Mi manca prendere in giro Vivi per la sua acqua pazza e sentirla borbottare mentre si rannicchiava sul posto di comando con una tazza di tè fra le mani mentre io e quell'altro idiota continuavamo a ridere dal ponte di controllo mentre lei ci infamava sottovoce da quello di comando, dimenticandosi completamente che tutto l'equipaggio la sentiva tramite l'auricolare. Mi viene quasi da ridere a pensare al contrasto fra lei, Nayla e le rispettive navi. Forse sulla Starfall la situazione è così perché quando Vivi ha preso il comando non era nessuno. Aveva ragione a esserne orgogliosa, aveva progettato una nave capace di sfruttare Minerva, aveva saputo combinare l'eleganza con la distruttività. È perfetta sotto ogni punto di vista: è una BS, non è grandissima, ma sa incutere timore.

«Avvicinatevi. È ora di schiacciare quel moscerino». La voce di Nayla risuona ovunque, negli altoparlanti e auricolare. Un brivido mi attraversa la schiena, non può finire così, non può essere l'ultimo volo della Starfall!

Eppure, mentre gli ordini si susseguono e la nave si muove verso la flotta della Federazione io non posso far altro che rimanere immobile come la Starfall.

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