"All around me are
familiar faces,
worn out places,
worn out faces."
Presi la sua mano e intrecciai le mie dita alle sue. Riuscivo a leggere la preoccupazione e il disagio nel suo sguardo e gli lanciai un sorriso rassicirante.
"Ce la faremo" dissi.
Lui non rispose, sospirò. E quando chiuse gli occhi, un lampo di luce ci circondò e scomparimmo.
Per la prima volta atterrai in piedi e quando la luce svanì, Loki mi stava ancora tenendo la mano. Eravamo comparsi in un corridoio del castello di Asgard.
"Loki?"
"Asja!"
"Ma che-?"
Ci voltammo e sussultai.
Frigga ci stava guardando e fui sorpresa di vedere i miei genitori accanto a lei.
"Madre" Loki mormorò con tono piatto.
Deglutii, muovendo lo sguardo tra i miei genitori. Mio padre mosse un passo avanti, notai una strana ostilità dipinta sul suo volto mentre camminava verso Loki.
"Tu!" ruggì, puntandogli un dito contro. "Tu hai rapito mia figlia!"
"No! Papà-" cercai di fermarlo, ma mi interruppe.
"Stai indietro, Asja!"
Ma io saltai in avanti e mi interposi tra i due uomini prima che potesse accadere qualcosa. Mio padre si fermò davanti a me.
"Asja, vieni qui" mia madre ordinò velocemente, ma io non mi mossi.
"No" obiettai. "Lasciatelo stare. Non ha fatto niente e io sto bene."
"Quale piacere rivederti, Hrym" sentii Loki miagolare dietro di me. "Pensavo stessi già preparando il tuo esercito per Ragnarok."
Mio padre divenne livido. Mi spaventò quasi.
"Te lo prometto, Loki, io ti ucciderò un giorno" sibilò.
"Oh, va bene. Ti aggiungerò alla lista."
Deglutii quando i suoi occhi atterrarono su di me. Mi sentivo colpevole, come una bambina che aveva fatto qualcosa di sbagliato e stava per essere sgridata dal padre.
"Dobbiamo parlare" scattò prima di voltarsi e andarsene.
Mia madre mi guardò con aria illeggibile prima di seguire mio padre.
Mi voltai e alzai lo sguardo per incontrare quello di Loki. Notai una scintilla di dolore nei suoi occhi. Mi dispiaceva così tanto. Non sarebbe stato per nulla facile.
Sentii i passi calmi di Frigga avvicinarsi a noi. Mi posò una mano sulla spalla con gentilezza e io la guardai.
"Va tutto bene" mi disse con un sorriso rassicurante. "Adesso vai a parlare con i tuoi genitori. Anche io desidero scambiare due parole con mio figlio."
Annuii leggermente e mi girai verso di lui. Mi guardava, come volendomi dire qualcosa, ma le sue labbra rimasero sigillate. Non volevo lasciarlo, ma mi obbligai a muovere un passo dopo l'altro, mentre loro si allontanarono nella direzione opposta. Eravamo arrivati ad Asgard da meno di dieci minuti ed eravamo già divisi.
Ebbi il tempo di percorrere i tre quarti del corridoio che una voce vellutata mi fermò.
"Allora è vero."
Mi voltai finchè il mio sguardo non incontrò una giovane donna coperta da un elegante vestito argenteo. Sorreggeva un gatto bianco, accarezzandolo dolcemente. Non avevo idea da dove fosse saltata fuori.
"Freya!" esclamai, felice di rivederla.
Ma il mio sorriso scomparve quando notai che lei non sembrava altrettanto felice. Ripensai alle sue parole e aggrottai la fronte.
"Di che cosa stai parlando?"
"Tu e Loki, naturalmente" il suo tono era amaro. "Dopo tutto, qualcosa è successo tra voi due, non è vero?"
Aprii la bocca per parlare, ma non trovai le parole. Arrossii e guardai altrove, cercando di formulare una risposta. Ma lei parlò di nuovo.
"Come immaginavo."
Tornai con lo sguardo su di lei.
"Ma io sto bene. Non mi ha fatto del male, non è pericoloso!"
"Vedo."
Aggrottai le sopracciglia e scossi la testa, confusa.
"Allora... allora, cos'è quel tono? Qual è il problema? Sei gelosa?" scattai, senza pensarci.
Però lei non rispose. Strinsi gli occhi, studiandola, sentivo una strana rabbia montarmi dentro. Lei abbassò lo sguardo al pavimento.
"Lo sei" confermai, poi alzai le mani in aria. "Ma cosa... perchè!? Eri stata tu a dirmi... voglio dire, tu lo odi!"
Lei scosse la testa mentre una risatina silenziosa le scappava dalle labbra in un respiro. Continuava ad accarezzare il pelo del gatto.
"Tutti sono un po' innamorati di Loki, come si potrebbe non esserlo? Lui è un Principe, è affascinante, furbo, misterioso." fece spallucce. "Questo è anche il motivo per cui tutti lo odiano."
Ponderai le sue parole, stringendo le mani a pugno. Deglutii.
"No. No, ti sbagli."
Lei sorrise e a me venne la nausea.
"In fondo lo sai che ho ragione. Immagino che tu sia riuscita a capirlo da sola durante tutto questo tempo."
Alla fine alzò la testa a guardarmi. Non risposi. Era vero?
"Presto si stancherà anche di te, come al solito. Poi chissà," si voltò per andarsene. "Magari la prossima sarò io."
La osservai mentre si allontanava sempre di più, seguita da un paio di mici. La rabbia mi ribolliva nelle vene e sentivo di poter esplodere da un momento all'altro. Respirai profondamente e contai fino a dieci per reprimere l'istinto di tirarle dietro un coltello. La mia mente correva veloce come il mio cuore.
Era vero?
*
Non appena la porta si chiuse dietro di noi, lanciai le braccia al collo di mia mamma e la abbracciai. Lei mi strinse forte.
Non mi ero nemmeno accorta di quanto mi mancasse, e anche mio papà, dopo tutto.
"Siete venuti, alla fine" dissi lasciandola andare. "Mi siete mancati così tanto!"
Spostai lo sguardo su Hrym e la sua espressione si ammorbidì.
"Odino ha permesso il nostro ritorno" spiegò. "Non ci ha dato una vera e propria ragione, ma lo abbiamo capito da soli."
"Ragnarok?" chiesi.
Mio padre abbassò lo sguardo.
"È possibile" rispose mia mamma. "Si stanno avvicinando i tempi bui, è inevitabile."
Mi accigliai, pensierosa.
"No.." obiettai. "Loki ha detto che non possiamo sapere cosa accadrà. È una guerra, non possiamo sapere chi vincerà."
Quando lo menzionai, mio padre strinse i pugni.
"Quel mostro" mormorò tra i denti, poi si rivolse a me ad alta voce. "Perchè eri con lui? Ti avevamo detto molto chiaramente di stargli lontano! Perchè non hai dato ascolto?" mi sgridò.
"Me lo-" scattai sulla difensiva, ma mi interruppi.
Non potevo dirgli che era stata a Frigga a chiedermelo. Deglutii e mi corressi.
"È stato un incidente."
"Un incidente!" ripetè lui con astio.
"Perchè ti dà così tanto fastidio? Sto bene, non mi vedi?" sollevai le braccia. "Mamma, dieglielo tu."
Mia mamma sembrò esitante.
"Asja..."
"È il Dio degli Inganni" riprese mio padre. "Ha sempre un piano o un fine ultimo per tutto quello che fa e non voglio che tu diventi una pedina del suo gioco! Lui è cattivo e tu sei troppo ingenua per vederlo!"
Le sue parole mi travolsero e mi si strinse lo stomaco. Sentii gli occhi inumidirsi.
"Lui è un Gigante di Ghiaccio e sai cosa dice il fato riguardo Ragnarok? Alla fine i Giganti si ergeranno contro gli Dei e Loki sarà il loro leader! Tu non devi fidarti di lui!"
Deglutii a fatica e non riuscii a fermare una lacrima. Aprii la bocca per parlare il mio labbro inferiore tremò leggermente.
"Allora, padre, non mi fiderò nemmeno di te. Poichè anche tu sei un Gigante di Ghiaccio. Ottimo insegnamento."
E con ciò me ne andai, sbattendo la porta.