The Jabberwocky

By YumeNoshi

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SEGUITO DI: "welcome to wonderland", "The Cheshire Cat //Yaoi//" e "The Dodo //Yaoi//" CI SARANNO RIFERIMENTI... More

1 - Twas brillig, and the slithy toves
2 - did gyre and gimble in the wabe;
3 - all mimsy were the borogoves,
4 - and the mome raths outgrabe.
5 - Beware the Jabberwock, my son!
6 - The jaws that bite, the claws that catch!
7 - Beware the Jubjub bird,
8 - and shun the frumious Bandersnatch!
9 - He took his vorpal sword in hand:
10 - long time the manxome foe he sought
11 - so rested he by the Tumtum tree,
12 - and stood awhile in thought.
13 - And as in uffish thought he stood,
14 - the Jabberwock, with eyes of flame,
15 - came whiffling through the tulgey wood,
16 - and burbled as it came!
17 - One, two! One, two! And through and through!
18 - The vorpal blade went snicker-snack!
19 - He left it dead, and with its head
20 - he went galumphing back.
21 - And hast thou slain the Jabberwock?
22 - Come to my arms, my beamish boy!
23 - O frabjous day! Callooh! Callay!
24 - He chortled in his joy.
25 - 'Twas brillig, and the slithy toves
27 - all mimsy were the borogoves,
28 - and the mome raths outgrabe.
ora ti raggiungo, Ranpuko

26 - did gyre and gimble in the wabe;

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By YumeNoshi

- Okayama. Arrivo alla stazione di Okayama. -

Annunciò più volte la voce preregistrata tramite gli altoparlanti presenti nel vagone, ridestando i passeggeri del treno.

- Siamo a metà viaggio. - Commentò Takeshi. - Credo che arriveremo tra un'altra ora al massimo. -

Ren gli rispose con un breve cenno del capo; il gomito puntato alla base del finestrino, con la mano a sorreggere il volto, e lo sguardo rivolto verso l'esterno.

- Ren... -

- Che c'è? -

Rispose distrattamente il moro, continuando ad osservare fuori dal finestrino.

- Senti, credo che sia ora di parlare e chiarire questa situazione. Non possiamo lasciare che le cose restino in questo modo per sem... Ehi, ma mi stai ascoltando? -

Il Gryphon in quel momento aveva infatti gli occhi sgranati e fissi verso l'esterno, come se avesse appena visto qualcosa di incredibile.
Ma qualunque fosse la causa del suo sguardo, una cosa era certa: non aveva sentito una sola parola di quanto appena detto dal Dodo.

- Che succede? -

Chiese quest'ultimo, sporgendosi in avanti per poter guardare dal finestrino a sua volta.

Il treno però si era appena rimesso in movimento, così qualunque fosse stata la cosa che aveva sorpreso tanto Ren, Takeshi non riuscì a vederla.

- Cos'era? -

Chiese voltandosi verso l'altro.

Ma lui non gli rispose, incrociando invece le braccia al petto e alzando lo sguardo al cielo con un sospiro sconfortato.
Il corvino, che si stava facendo sempre più preoccupato, stava per chiedergli per l'ennesima volta cosa fosse successo, quando la porta del vagone si aprì e una ragazza ben nota ad entrambi ne fece capolino.

- Eccovi qui! -

Esclamò la Jabberwocky sorridendo e avvicinandosi ai due, sedendosi nel posto di fronte a loro accanto al finestrino, finendo così con l'avere Ren davanti.

- È una fortuna che abbiate preso i posti su questo lato del treno, se non avessi visto Gryphon affacciato al finestrino, sarei rimasta ad aspettarvi ancora per chissà quanto! -

A quella rivelazione il ragazzo chiuse lentamente gli occhi e sospirò per l'ennesima volta, battendo più volte il capo contro lo schienale del suo sedile.
Ma la ragazza parve non farvi affatto caso e come se nulla fosse riprese a parlare, rivolta al corvino.

- In realtà ero già arrivata a Mitsuda, ma ho pensato di tornare indietro per recuperarvi, dato che probabilmente una volta arrivati non saprete come raggiungere l'ospedale. Se non vi avessi visti, tra un paio d'ore sarei tornata a Mitsuda, ma per fortuna ci siamo incrociati! - Quindi aggrottò la fronte e si guardò intorno perplessa. - Ma che fine hanno fatto Alice e il Cheshire Cat? -

- Credo che ti abbiano inseguita per chiederti spiegazioni dopo che ci hai dato quei fogli e sei andata via. - Le rispose Takeshi. - Ma visto che non sai dove siano, immagino che non ce l'abbiano fatta a raggiungerti... -

- Non c'è da preoccuparsi, sono certa che a quest'ora avranno capito le indicazioni. - Replicò la ragazza con un'alzata di spalle. - Potrebbero anche essere già arrivati. -

A quel punto però, come se quello fosse stato l'unico argomento di conversazione in loro possesso, tra i due scese il silenzio ("tra i due" perchè Ren aveva smesso di proferire parola già da diverso tempo, per la precisione da quando aveva visto Megumi fuori dal treno).

- Vado in bagno. -

Disse Takeshi alcuni minuti dopo, per poi alzarsi e guardarsi intorno alla ricerca di un bagno, allontanandosi in fretta non appena lo ebbe individuato.

Megumi si sporse leggermente verso il corridoio e osservò in silenzio il corvino percorrere l'intero vagone, aprire la porta del piccolo e scomodo gabinetto ed entrare al suo interno.
Solo nel momento in cui la porta si fu richiusa la ragazza si voltò verso Ren, il quale al momento aveva ripreso a guardare fuori, ignorandola completamente, benchè vedesse chiaramente dal riflesso sul finestrino che Megumi lo stava osservando ed era di sicuro in procinto di dirgli qualcosa.

- Senti... - Iniziò infatti la Jabberwocky solo pochi istanti dopo. E benchè non ricevette alcuna risposta dal Gryphon, sapendo che la stava ascoltando, aggiunse: - Noi due dobbiamo parlare. Del Dodo, ovviamente. È ora che voi due la finiate. -

~

- Che fine ha fatto Ren? -

Chiese Takeshi, di ritorno dal bagno.

- Doveva andarci anche lui. - Rispose Megumi. - Ma visto che questo bagno l'avevi già occupato tu, è andato a cercarne un altro in uno dei vagoni più avanti. -

Il ragazzo si sedette allora al suo posto, aggrottando per un istante la fronte nel rendersi conto di avere l'altra proprio davanti, benchè al suo arrivo si fosse seduta nel posto accanto al finestrino, di fronte a Ren.

- Ti devo dire una cosa. -

Esordì di punto in bianco la ragazza, e nel sentirla parlare con un tono di voce così serio, tono che non le aveva praticamente mai sentito usare prima, subito il corvino le prestò attenzione.

- Che c'è? -

- È molto importante. - Disse Megumi, il tono fermo e deciso. - Quindi fai attenzione. -

- Sì, certo. -

Le rispose Takeshi, annuendo più volte con il capo. Dopo tutte quelle premesse stava davvero iniziando a preoccuparsi, sperava solo che non stesse per dargli qualche brutta notizia. Ma non fece in tempo a fare alcuna ipotesi riguardo cosa potesse essere accaduto, che...

- Mi piaci. -

Disse lei di punto in bianco, facendo prendere un mezzo infarto al minore.

- Che... Che cosa? -

Chiese il ragazzo strabuzzando gli occhi, certo di aver capito male.

- Mi piaci. - Ripetè lei senza un solo attimo di esitazione, gli occhi cremisi fissi nei suoi castani. - Lo so, non è un granchè come dichiarazione, ma questo è il primo momento buono che sono riuscita a trovare. Insomma, di solito c'è così tanta gente... -

- Un attimo, aspetta. - La interruppe Takeshi, gli occhi ancora sbarrati dallo stupore. - Che intendi dire con "tu mi piaci"? -

- Quanti sensi possono esserci? - Replicò la ragazza inarcando un sopracciglio. - Soprattutto considerando che ho già detto che questa è una dichiarazione. -

- Tu... Non stai dicendo sul serio. - Mormorò il ragazzo, chiedendosi se per caso in quel momento non stesse sognando. - Mi stai sicuramente prendendo in giro, non ci sono dubbi. -

- Perchè dovrei? - Replicò lei storcendo leggermente il naso e osservandolo stizzita. - Era da molto tempo che volevo dirtelo, addirittura da prima che andassi in coma. E ora che finalmente ci sono riuscita, è questo tutto ciò che riesci a dirmi? Che credi ti stia facendo uno scherzo? -

- No, cioè... Insomma... Io non credevo che... Ecco... - Iniziò a balbettare lui, la mente completamente nel pallone. Quindi, nel notare lo sguardo perplesso con il quale Megumi lo stava osservando, ammutolì e chinò leggermente il capo. - Mi dispiace, io... Non so proprio cosa dire. -

- Non dire niente, allora. -

Replicò lei.

E prima che il ragazzo se ne rendesse conto, Megumi si era avvicinata e gli aveva gettato le braccia al collo, il viso a solo pochi centimetri dal suo.

- Ehi! Ma che stai facen...!? -

- Non rendere tutto così complicato. - Lo interruppe la ragazza con un sospiro, alzando brevemente gli occhi al cielo. - Lo so benissimo che anche io ti piaccio. -

- Io... Io sto con Ren... -

Replicò lui con un filo di voce.

- Maddai, ti prego... - Sbuffò lei, per poi allungarsi e sussurrargli all'orecchio: - Lo sappiamo tutti e tre che è solo un rimpiazzo. -

E fu proprio all'udire quell'ultima parola, "rimpiazzo", che finalmente il ragazzo si ridestò.
Perchè nel corso dell'ultimo anno quel vocabolo era già passato più e più volte nella sua mente, come anche in quella di Ren, eppure nessuno dei due aveva mai avuto il coraggio di dargli voce. Come se avessero temuto che pronunciandolo lo avrebbero inevitabilmente reso reale.
Eppure ora che lo aveva sentito dire ad alta voce da qualcuno, più che reale gli sembrava solo incredibilmente sbagliato.
Così, prima che la cosa potesse degenerare, afferrò Megumi per le spalle e la allontanò da sè con uno scatto.

Era strano, incredibilmente strano: era da quando aveva sei o sette anni che sognava di venire ricambiato da lei, eppure in quel momento tutto ciò a cui riusciva a pensare era Ren.

- Lui non è un rimpiazzo. -

Affermò, togliendo le mani dalle spalle della ragazza e osservandola con lo stesso sguardo privo di esitazione che si era visto rivolgere da lei solo poco prima.

- Da qualunque punto di vista la si guardi, è così. - Replicò lei, assottigliando leggermente lo sguardo. - Se non fossi mai finita in coma, scommetto che mi avresti ricambiata. -

- Non lo so. - Ammise lui. - Tutto ciò che posso dirti è che c'è una differenza enorme tra ciò che provo per lui e ciò che provavo, e in parte provo tutt'ora, per te. - E nel vedere lo sguardo dubbioso dell'altra, aggiunse: - Io ti adoravo, ok? Eri come un idolo per me! Ma gli idoli sono tali solo finchè restano irraggiungibili... Non ho mai pensato seriamente che le cose tra noi due si sarebbero potute evolvere in un modo qualsiasi. E sì, forse in passato mi è capitato di confondere questa specie di "idolatrazione" con qualcos'altro, ma ormai mi è chiaro quanto mi sbagliassi. - Quindi fece una breve pausa, per poi volgere lo sguardo deciso verso quello impassibile della ragazza e aggiungere. - Io ti adoravo, anzi, credo di adorarti tutt'ora, anche se probabilmente non più a quei livelli. Però Ren... Lui lo amo. -

Poi scese il silenzio.
Per diverso tempo i due continuarono ad osservarsi senza dire una sola parola, come se stessero facendo una gara di sguardi, a chi batte le palpebre per primo.

Questa situazione si protrasse per almeno un minuto intero, quando di punto in bianco, nel vedere quanto lo sguardo di Takeshi si stesse facendo sempre più fermo e sicuro, Megumi non resistette e fece l'ultima cosa che un ragazzo si potrebbe mai aspettare da parte di una ragazza che ha appena rifiutato: scoppiò a ridere.

- Grande! Bel discorso. - Esclamò, mentre continuando a ridere dava alcune pacche di congratulazioni sulle spalle di Takeshi, il quale invece la osservava allibito. - Certo, avresti potuto essere un po' meno prolisso verso la fine, un "le cose sono cambiate, non mi piaci più in quel modo" sarebbe bastato, ma comunque non c'è male. -

- Ma che cosa...? -

- Eddai, non ci avrai creduto sul serio, vero? - Gli chiese la Jabberwocky, per poi scoppiare in un'altra fragorosa risata. - Ti facevo più intelligente, le mie doti recitative non sono poi così eccellenti. Credevo che si vedesse da lontano un miglio che stavo fingendo. -

E allora, nel notare che il Dodo continuava ad osservarla con sguardo incredulo, la ragazza alzò lo sguardo al cielo con un sospiro.

- Insomma, ti stavamo mettendo alla prova! Possibile che tu non sia riuscito ad arrivarci da solo? -

- "Stavamo"? -

Fu tutto ciò che riuscì a dire il ragazzo, prima che qualcuno seduto tre posti più avanti si alzasse in piedi.
Ren.

- Sì, insomma... - Borbottò la ragazza con una scrollata di spalle. - In realtà è stata tutta una mia idea, perchè non ne potevo più di sentire quella specie di aura omicida circondarlo tutte le volte che gli stavo vicina... Però diciamo che lui non ha protestato granchè quando gli ho proposto di fare questa cosa. Ma ad ogni modo congratulazioni! Se avessi fatto la scelta sbagliata ti avremmo appeso da qualche parte e usato come pignatta, sai? - Ma poi, nel voltarsi verso il corvino, alzò lo sguardo al cielo con un sospiro e borbottò tra sè e sè: - Scommetto che sei arrivato a malapena a "è stata tutta una mia idea"... -

Takeshi infatti aveva smesso di prestarle attenzione già diverso tempo prima, ora completamente concentrato sul ragazzo che aveva davanti.

- Mi dispiace... - Stava dicendo il Gryphon. Lo sguardo rivolto verso il basso, il volto imporporato dall'imbarazzo e gli occhi lucidi. - Sia per come mi sono comportato ultimamente che per aver acconsentito a fare questa cosa. È solo che... Che quando lei è tornata, mi sono spaventato. Mi sono ricordato di essere davvero solo un suo rimpiazzo e che essendo tale, dovendo scegliere tra i due probabilmente avresti preferito lei a me e così ho iniziato a pensare che forse ancora non mi avevi lasciato solo per compassione e il fatto che tu non chiarissi le cose non faceva che confermare i miei presentimenti e... -

Ma a quel punto Takeshi lo attirò a sè e lui ammutolì, ricambiando all'istante l'abbraccio.

- Non ti dispiacere di nulla, neanche di aver assecondato Megumi. Sono felice che lei abbia avuto quest'idea. - Disse il Dodo. - Così ora avrai capito come stanno davvero le cose, giusto? -

Ren annuì, strofinando in questo modo il capo contro la spalla dell'altro.
Quindi Takeshi lo allontanò lentamente da sè, osservando affranto il suo viso rigato dalle lacrime.

- Tu non sei un rimpiazzo. - Disse mentre faceva passare delicatamente i polpastrelli sui suoi occhi per asciugarli. - Ti amo. -

- Anche io ti amo. -

Rispose Ren in un mormorio, per poi protendersi verso di lui e baciarlo.

- Che peccato che il bagno sia così piccolo e scomodo, eh? -

Commentò Megumi quando i due si furono riseduti nei posti di fronte a lei, senza ancora lasciare l'uno la bocca dell'altro.
Nel sentire quel commento, però, i due si interruppero di colpo e lentamente si voltarono verso la ragazza.

- Oh, non fate caso a me se volete andare avanti. Avete ancora venti minuti buoni prima che il treno arrivi alla prossima fermata e questo vagone si riempia, tranquilli. - Li rassicurò lei, ma intanto continuò a tenere gli occhi puntati sui due e così, nel vedersi rivolgere da loro delle occhiate a dir poco raggelanti, ridendo nervosamente si voltò verso il finestrino. - Oh, ma che bel paesaggio bucolico che abbiamo qui! Mi chiedo perchè non l'abbia notato prima. È certamente molto più interessante di queste noiosissime esercitazioni di rianimazione tramite la respirazione bocca a bocca che stanno avvenendo proprio davanti a me! -

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