Niall Horan Imagines

By yihooniall

22.2K 552 126

Una serie di One Shots che hanno come protagonista Niall Horan. More

Imagines
1. The maid
2. Best Friend's Wedding
3. The Secret Boyfriend
4. The Right Place
5. Horan's
6. Needy
7. Loss

8. Rose

2.2K 80 9
By yihooniall

Quella mattina Rosalind arrivò a scuola più nervosa che mai.
Avvistò la sua crush nel cortile, era seduto su un muretto, sigaretta tra le dita e cipiglio sul viso. Non era affatto di buon umore e Rosalind sapeva il motivo: si era lasciato con la sua ragazza.

«Toglietevi dal cazzo» sentì dire ai suoi amici i quali si allontanarono senza osare sfidare la sua pazienza.
Ryan fu l'ultimo ad allontanarsi, rivolgendo uno sguardo fugace al suo migliore amico.
Rosalind strinse la rosa che aveva tra le mani e fece un respiro profondo. Oggi era il diciannovesimo compleanno di Niall Horan, quel ragazzo che aveva fatto breccia nel suo cuore dal primo anno di liceo. Non aveva intenzione di farsi avanti ma voleva comunque fare un bel gesto regalandogli un fiore. Cosa poteva andare storto? Al massimo le avrebbe riso in faccia umiliandola.
Passo dopo passo i battiti del cuore aumentarono, lui non si rese conto della sua presenza fino a quando non notò un paio di Adidas bianche consumate. Allontanò la sigaretta dalla bocca e alzò lo sguardo verso la ragazza.

«Ciao» salutò lei sorridendo nervosamente. Allungò il braccio porgendogli la rosa rossa con un bellissimo fiocco dalla stampa floreale.
«Buon compleanno» aggiunse distogliendo lo sguardo dai suoi occhi azzurri.
Aveva programmato di dire qualcosa in più ma proprio non ci riusciva.
Niall d'altro canto la guardava confuso, allo stesso modo afferrò la rosa senza smettere di guardarla. L'aveva già vista in giro ma non sapeva nulla su di lei, neanche il suo nome.
Notò come la mano che aveva portato dietro l'orecchio per scansare una ciocca di capelli tremava visibilmente.
Accadde tutto troppo in fretta, lei agitò la mano imbarazzata andando via e lui si ritrovò con una sigaretta in una mano, la rosa in un'altra e nessuna parola in bocca.

Quella ragazza gli aveva appena regalato una rosa per il suo compleanno?

Non aveva mai ricevuto dei fiori e quel gesto stranamente gli scaldò il cuore facendogli dimenticare per un attimo della sua ex.
Sentì una risata alle spalle e si voltò di scatto, Ryan stava ridendo di gusto.

«Quella sfigata ti ha regalato una rosa? Si è appena guadagnata un' umiliazione che durerà per settimane»

Niall gettò la sigaretta senza finirla, strinse le dita in un pugno non accettando quel comportamento da parte del suo amico.

«La conosci?» chiese solamente.

«Non personalmente ma frequenta il corso pomeridiano di letteratura e poesia» rise di nuovo.

«Perché stai ridendo? Non c'è nulla di male nel seguire corsi extra»

La risata di Ryan svanì lentamente quando si rese conto della serietà di Niall. Si schiarì la voce.

«Ti interessa quella ragazza?»

«No» borbottò rigirandosi la rosa tra le dita.
«È stata carina» proseguì reprimendo un sorriso.
La campanella distrasse entrambi, Niall si mise lo zaino su una spalla raccogliendolo da terra.

«Ci vediamo a lezione?» chiese Ryan.

«No, aspetterò la pausa pranzo e poi andrò ad allenarmi in palestra»

Lui si limitò ad annuire, non molto contento di lasciare il suo migliore amico da solo il giorno del suo compleanno.
Niall non aveva nulla in programma per quella sera, probabilmente si sarebbe ingozzato di cibo spazzatura guardandosi un film vietato ai minori. Come sempre d'altronde.

La mattina dopo si svegliò in ritardo, fece una doccia veloce e saltò anche la colazione ma nonostante ciò perse comunque l'autobus e dovette avviarsi a piedi verso la scuola.
La pioggia aumentava di minuto in minuto, c'era anche vento e Niall faceva fatica a mantenere l'ombrello dritto.
Dall'altra parte della strada vide la misteriosa ragazza di ieri, la quale non aveva neanche ringraziato.
Rosalind ci aveva pensato tutta la giornata, ci era rimasta male ma dopotutto non si aspettava chissà cosa. Sperava almeno in un misero ringraziamento o un sorriso appena accennato. Si sarebbe accontenta anche di un sorriso forzato.
E quando lui aveva urlato un "hey" per sovrastare il rumore della pioggia lei si era sentita completamente in imbarazzo. Dopo il coraggio che aveva avuto ieri non era sicura di riuscire ad approcciarlo di nuovo.

Rosalind non aveva l'ombrello con sé e la giacca che teneva sopra la testa non la stava riparando molto.
Niall senza neanche pensarci attraversò la strada a passo svelto e la raggiunse. Le sorrise e la fece mettere sotto il suo ombrello.

«Questo ombrello è abbastanza grande per entrambi» disse per spezzare il silenzio.
Lei si limitò a sorridere, solitamente non era così silenziosa.

«Quelle scarpe non sono proprio ideali con questo tempo» indicò le converse quasi zuppe e la guardò subito dopo negli occhi.
Voleva conoscerla.

«Ero in ritardo, ho messo le prime che ho trovato» ridacchiò.

«Ah anche io mi sono svegliato tardi questa mattina» disse lamentandosi. Subito dopo le passò un braccio attorno alle spalle avvicinandola più a lui.

«Ti stai bagnando lo zaino» le fece notare.

«Grazie» mormorò appena. Niall decise di non dire più nulla, aveva la sensazione di metterla in imbarazzo non appena apriva bocca.
Arrivarono poco dopo a scuola dopo un lungo silenzio snervante, lui chiuse l'ombrello gocciolante.

«Grazie mille, sei stato davvero gentile» disse lei dandogli subito dopo le spalle e pronta a scappare via. Ma Niall aveva ben altri piani in mente.

«Aspetta»

Rosalind si bloccò sui suoi passi, Niall la superò e si mise di fronte a lei bloccandole la strada.

«Volevo ehm... ringraziarti per ieri, è stato un bellissimo gesto da parte tua. Nessuno mi aveva mai regalato dei fiori» ridacchiò nervoso.
Rosalind si tranquillizzò. Gli era piaciuta la rosa e lo aveva reso nervoso.
Nervoso in senso positivo.

«Non è stato nulla» disse vaga lei scrollando le spalle.
Niall sorrise, quella ragazza era cotta di lui e se ne era reso conto benissimo.

«Posso sapere il tuo nome?» chiese lui dopo averla scrutata con curiosità.
Rosalind aprì la bocca ma la richiuse subito dopo. Qual era il suo nome?
La bellezza di quel ragazzo le aveva invaso il cervello.
Niall aspettò impaziente, cercando i suoi occhi in attesa di risposta.

«Non lo so» rise infine contagiando anche lui.
Niall non aveva mai riso così tanto con una sconosciuta, gli piaceva questa sensazione.

«Hai dimenticato il tuo nome?»

«Scusami è che...» non terminò la frase ma lui aveva forse intuito. La stava rendendo davvero nervosa.

«È colpa mia?» chiese lui divertito, nel suo tono non c'era nessun pizzico di superiorità o vanità, cosa che utilizzava sempre per fare colpo.
Lei cercò di nascondere un sorriso e scosse la testa. Gli porse la mano.

«Sono Rosalind»

Niall la strinse con delicatezza e l'avvicinò appena alle sue labbra lasciandole un bacio sul dorso.
Lei arrossì.

È così carino, pensò.

«Niall» si presentò lui.

Si guardarono per qualche attimo in silenzio, poi lei presa dall'ansia e dall'imbarazzo decise di andare in classe.

«Le lezioni sono ormai iniziate» le fece notare.

«Lo so ma-»

«Vieni con me» la interruppe lui. Rosalind lo guardò interrogativa.
«Passerò la mattinata in palestra ad allenarmi per la partita, vieni a farmi compagnia»

Il suo tono era quasi una preghiera, forse fu proprio questo a far saltare le lezioni a Rosalind seguendolo al piano inferiore dell'edificio scolastico.
Non aveva mai saltato le lezioni e temeva che qualcuno potesse scoprirli mandandoli dritti nell'ufficio del preside.

«Sei sicuro che possiamo stare qui durante le ore di lezione?» chiese timida una volta entrati in palestra.

«Tranquilla, essendo il capitano della squadra mi è permesso venire in palestra a tutte le ore che voglio» le passò la palla che aveva raccolto da terra poco prima.
«Fammi vedere cosa sai fare»

«Mi stai facendo giocare a basket? Hai visto quanto sono alta?»

Niall scoppiò a ridere.

«Non serve essere alti, sta tutto nella tecnica. Ovviamente i giocatori professionisti sono tutti intorno alla stessa altezza perché hanno più probabilità di segnare punti» le fece segno di raggiungere il centro del campo.
«Vogliamo scommettere sulla vittoria?» le rubò la palla senza darle il tempo di reagire.

«Non ci casco Horan, questi trucchetti con me non funzionano»

«Oh andiamo» rise.
«Se vinco io voglio che tu mi porti un'altra rosa domani»

Ci andò leggero non volendo spingersi troppo, voleva solo essere gentile con lei e non aveva cattive intenzioni. Voleva vederla a suo agio con lui.
La vide arrossire, Niall abbassò lo sguardo sorridendo a labbra chiuse. Fece rimbalzare la palla sul pavimento un paio di volte prima di rialzare lo sguardo su di lei.
Annuì decisa.

«Se vinco io vieni a cena con me»

Niall restò spiazzato da quella proposta, non se la immaginava così diretta.
E lui che si era perfino trattenuto.
Rosalind lo guardò ansiosa, si stava dando improvvisamente della stupida.

«Non sei obbligato, sei appena uscito da una relazione e non avrei dovuto dir-»

«No» la interruppe lui.
«Voglio dire, sì sono appena uscito da una relazione ma ci esco volentieri con te»

Ora fu Rosalind ad abbassare lo sguardo, annuì senza guardarlo negli occhi.
Con quale coraggio gli aveva fatto quella domanda?

«Ehi devi sempre battermi per potermi portare a cena»

Con quella frase voleva solo toglierla dall'imbarazzo, e riuscì nel suo intento.
Rosalind ridacchiò e con uno scatto gli rubò la palla iniziando a correre verso il canestro. Niall non se lo aspettava, rimase immobile il tempo di metabolizzare l'azione che si voltò verso di lei restando però fermo al centro del campo.

«Ehi non vale, non ero pronto!» si lamentò giocosamente.
Rise quando Rosalind tentò inutilmente di fare un punto.
Dopo mezz'ora erano 3-0 per Niall, si era trattenuto fingendo di non riuscire a rubarle la palla o sbagliando di proposito il lancio nel canestro. Più che altro stava facendo lo stupido per farla ridere.

«Neanche questo vale»

Rosalind aveva stretto la palla al petto vietando al ragazzo di prenderla.

«Sì che vale» ribatté.

«Se riesci a fare punto ora, vinci» propose Niall scendendo a patti.

«Va bene, ma non devi rubarmi la palla»

Niall rise. Rideva troppo con quella ragazza.
Possibile che non l'aveva notata prima d'ora?

«Vieni» Niall si abbassò sulle ginocchia e la incitò a salirgli sulle spalle.

«Cosa vuoi fare?»

«Sali»

Lasciò la palla a terra, vicino alle mani di Niall, e si aggrappò alla sua testa mentre gli saliva sulle spalle.
Niall si alzò tenendola saldamente per le gambe, Rosalind si sentiva troppo alta. Niall le passò la palla e lei sorrise. La stava per caso aiutando a vincere? Voleva davvero uscire con lei?

«Se sbagli ora riderò di te per il resto della mia vita»

Lei gli tirò qualche ciuffo di capelli facendolo lamentare.
Lo incitò ad avvicinarsi di più fin quando non riuscì a toccare il canestro con le mani. Infilò la palla con facilità e batté le mani esultando.

«Wohoo!» urlò alzando le braccia.

«È solo la fortuna del principiante» mantenne il gioco lui. La fece scendere stando attento a non farle male.

«Ho appena vinto contro il capitano!» lo derise lei continuando a fare la parte.
Niall pensò che fosse la ragazza adatta a lui, piena di umorismo. Inoltre era una bellissima ragazza.
Quando il coach della squadra entrò in palestra sentendo degli schiamazzi trovò il suo miglior giocatore con quella ragazza che non aveva mai visto prima tra le sue braccia.
Sorrise sentendo odore di amore nell'aria, subito però tornò serio volendo intimidire i due ragazzi.

«Horan» lo chiamò con tono duro.

«Ehi coach» sorrise colpevole. Subito tolse le braccia dalla ragazza.

«Cosa state facendo qui?»

«Volevo allenarmi e ho pensato di portare con me un po' di compagnia»

«Sa che non le è permesso saltare le lezioni?» si rivolse a Rosalind. Lei aprì bocca per rispondere ma Niall la precedette.

«È colpa mia, sono stato io a portarla qui»

Il coach trattenne un sorriso, sapeva quanto fosse umile e gentile quel ragazzo. Ovviamente non avrebbe imposto a nessuno dei due una punizione, però si divertiva a spaventare i suoi studenti.
Annuì appena.

«Resta con la mente concentrata, la partita è nel fine settimana» lo avvertì prima di andare via.
Rosalind lo guardò arrossire, era bellissimo e si chiedeva come fosse possibile essere così belli senza neanche provarci minimamente.

«Mi verrai a vedere domenica?»

Niall aveva posato entrambe le mani sulle spalle della ragazza e le aveva circondato il collo tenendola vicino al suo corpo.
Lei in maniera del tutto automatica posò le mani suoi fianchi di Niall coperti dalla maglietta sportiva. Era una bella sensazione poterlo toccare.

«Ho seguito ogni tua partita» ammise lei con un filo di imbarazzo.
Niall la guardò abbastanza sorpreso ma sorrise.

«Ah sì?»

Lei annuì confermando con un verso della bocca.

«Come è possibile che non ti ho mai notata prima?» mormorò quasi a se stesso sfiorandole una guancia.

Vennero distratti da un'improvvisa confusione, erano alcuni studenti insieme all'insegnante di educazione fisica.
Si affrettarono a riprendere i loro zaini e a lasciare la palestra libera per poter svolgere la lezione.

«Grazie per la compagnia, mi sono divertito» disse Niall mentre attraversavano il corridoio.

«Grazie a te per avermi chiesto di tenerti compagnia. Non dimenticarti della cena»

«Come potrei?» rise.
«Questa sera o domani?»

«Facciamo domani?»

E Niall annuì.
Doveva chiamarlo un appuntamento?

-

Il giorno seguente Niall e Rosalind si incrociarono appena nei corridoi e si sorrisero.
A Ryan non sfuggì quel dettaglio e bloccò il suo amico facendolo quasi inciampare sui suoi stessi piedi.

«Che succede?»

Niall lo guardò confuso. Di cosa stava parlando?

«Ti ho visto sorridere alla ragazza dell'altra mattina, vi siete parlati?»

«Sì» sussurrò arrossendo.
«Voglio dire, ieri siamo venuti a scuola insieme e poi sono andato in palestra ad allenarmi... con lei»

«E?» Ryan sorrise. Non era stato del tutto gentile nei confronti di Rosalind ma si sarebbe scusato, soprattutto se fosse diventata la ragazza del suo migliore amico.

«E niente»

«Niente? Vuoi dirmi nessun bacio o flirt?»

«Ryan mi sono appena lasciato con la mia ex, non voglio correre troppo. La sto ancora conoscendo e abbiamo trascorso una bella mattinata» mise in chiaro.
«Andrò a cena con lei questa sera»

«L'hai invitata a cena?»

Niall alzò gli occhi al cielo. La smetterà mai di fare tutte quelle domande?
Quando si trattava di discorsi sentimentali Ryan diventava davvero troppo logorroico.

«Abbiamo fatto una breve partita, lei ha vinto e come ricompensa mi ha invitato a cena»

«Ti ha battuto a basket?» chiese tra lo stupore.
A volte quel ragazzo era davvero stupido.

«L'ho fatta vincere, idiota. Ora la smetti con le domande?»

Ryan non poté fare a meno di sorridere. Gli diede due pacche sul cavallo dei pantaloni facendo sobbalzare leggermente Niall.

«Tienilo a cuccia questo bestione e divertiti alla cena»

Si allontanò a spasso spedito, era in ritardo per la lezione.
Niall scosse la testa quasi ridendo. Dove lo aveva trovato un amico così idiota?

Quella sera Niall era leggermente nervoso, sperava di non restare deluso perché si stava affezionando velocemente a quella ragazza.
Aveva indossato uno skinny jeans nero con una camicia infilata all'interno. Aveva sistemato i capelli e controllato l'orologio al suo polso come minimo una ventina di volte.
Si erano dati appuntamento davanti al ristorante e Niall stava aspettando con pazienza. La vide poi scendere da un'auto bianca, salutare la donna all'interno e attraversare la strada. Sorrise nell'ammirare la sua bellezza racchiusa in quel vestito blu notte non troppo elegante ma abbastanza da fargli mozzare il fiato.

«Ehi» lo salutò lasciandogli un bacio sulla guancia.

«Buonasera» ricambiò lui.

«Visto che sono una brava ragazza e non sono per niente competitiva, ti ho portato questa»

Niall ridacchiò quando Rosalind gli porse una rosa rossa.
L'avrebbe messa insieme all'altra in camera sua.

«Sei bellissima»

Rosalind ringraziò con un timido sorriso. Ancora non riusciva a rendersi conto che stava per cenare con la sua storica cotta.
A cena si scoprì essere un ragazzo molto simpatico, gentile e senza peli sulla lingua. Le aveva versato l'acqua nel bicchiere, aveva cercato di non metterla troppo in imbarazzo e cercava in tutti i modi di farla sorridere.
Rosalind se ne era innamorata ancor di più.
Pagò anche la cena nonostante l'invito era stato da parte della ragazza. Le offrì un passaggio a casa e durante il tragitto ebbero molto di cui parlare, cantarono perfino qualche strofa delle canzoni che stavano passando in radio.
Niall aveva bisogno di una ragazza del genere, una tipa socievole, divertente e seria. Non che la sua ex non lo fosse ma ora che aveva conosciuto Rosalind sapeva per certo che quella era la compagnia adatta.

«Mi piacerebbe rifarlo di nuovo» ammise Niall prima di lasciarla scendere dall'auto. Lei sorrise.

«Anche a me, sono stata bene, mi piace la tua compagnia»

Niall guardò la strada, imbarazzato. Rosalind fissò quel suo piccolo sorriso sulle labbra.

«Posso darti un bacio o è troppo presto al primo appuntamento?» tornò a guardarla.

«Tecnicamente non è il nostro primo appuntamento, abbiamo fatto tutto per una scommessa» precisò lei sperando di non ferire i suoi sentimenti, ma Niall era un ragazzo intelligente, sapeva a cosa la ragazza si riferiva.

«Quindi devo aspettare la prossima uscita?»

Il tono gli uscì quasi lagnoso, se ne rese conto dopo le risate della ragazza.
Desiderava davvero quel bacio.
Rosalind si slacciò la cintura e aprì la portiera, si avvicinò a Niall e lui fece per abbracciarla. Poteva farselo bastare.
Rosalind però lo baciò velocemente sulle labbra e uscì dall'auto divertita dalla reazione di Niall. Lo aveva colto di sorpresa.
Niall aprì la bocca e la richiuse subito dopo, un sorriso spuntò improvvisamente sulle sue labbra e se le morse.
Aveva un'espressione soddisfatta in volto.
Si mosse scompostamente sul sedile della sua auto improvvisando un balletto della vittoria.

Perché si emozionava così tanto per un bacio? Non aveva mai reagito in questo modo.

Sobbalzò sentendo bussare al finestrino.

«Ho dimenticato la borsa, faccio finta di non averti visto» rise Rosalind prendendo ciò che aveva lasciato sul sedile ed entrando definitivamente in casa.
Niall arrossì, si portò le mani sul viso e posò la fronte sul volante.

Quanto poteva essere idiota?

Continue Reading

You'll Also Like

388K 9.7K 61
Marzia, romana in trasferta a Torino per studiare, dopo l'ennesimo sfortunato incidente con le sue coinquiline, viene costretta ad accettare l'invito...
8.1K 680 28
"Che razza di nome รจ Duccio?" "Sai, come primo approccio non mi pare il massimo"
11.5K 436 32
Ginevra frequenta l'ultimo anno di liceo. Ha una grande passione per il giornalismo e vuole viaggiare il mondo proprio come suo padre. Una sera viene...