Assassin's Creed- The Creed N...

By WattiaTheWriter

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Lo spirito di Desmond ricreato dall'Animus ha spedito il nostro eroe durante la guerra tra Guelfi e Ghibellin... More

Assassin's Creed- The Creed Never Dies!

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By WattiaTheWriter


Prima, ci fu il silenzio, poi, una voce femminile <<Iniziato! Iniziato! Caspita, l'abbiamo perso... c'è qualcosa che ci impedisce di comunicare con lui!>> ed una voce maschile rispose <<Bé, allora stacca tutto>> <<La classica soluzione di un pigro o di un incapace, Berry>> rispose la voce femminile stizzita <<Allora, qual è il tuo piano?>> chiese la voce maschile <<Aspettare, tanto il flusso dei dati non si è interrotto... speriamo solo che vada tutto bene>>.

Ed ecco che davanti a me riapparve lui... come ha detto di chiamarsi? Ah sì, Desmond Miles. Subito, mi annunciò il periodo <<Il periodo che visiterai inizia con la guerra tra Guelfi e Ghibellini, una guerra assai violenta e durata anni... Ma ciò che è interessante di quest'epoca è l'assassino cui tu impersonerai: Dario Mandini, un assassino di un carattere comune tra tutti gli assassini della storia: l'autoironia. Ma ciò che lo rende unico è che nacque e crebbe da assassino per poi mettere in discussione l'intero Ordine, combattendolo insieme ai Templari per poi capire forse troppo tardi da che parte schierarsi>>.

Nel momento in cui mi immedesimai nel personaggio, Dario stava tornando a casa e sua madre disperata lo stava aspettando nell'uscio. Così, appena lo vide, lo riproverò <<Dario! Ti sembra l'ora di arrivare a casa? Non è sicuro con la guerra che abbiamo in corso in questa città!>> <<Lo so, madre. Comunque, ecco a te i soldi che ho riscosso dai nostri tomini al mercato>> rispose Dario lanciandole un sacchetto di monete. Dopo pochi secondi, la madre lo richiamò <<Dario, non puoi prendere in giro tua madre: sei di nuovo andato a combattere affianco dei Ghibellini, vero?>> <<E va bene, ma basta un po' d'acqua del pozzo e curerò le mie lievi ferite>> <<Ho comunque una grandissima paura che tu possa fare la fine di tuo padre>> <<Ma, madre, devi capire che i Guelfi non devono vincere o saremo governati dalla Chiesa per sempre!>> <<Sembra di sentire tuo padre, Dario...>> commentò la madre amaramente <<Ti capisco, madre, ma tu devi anche capire me e il popolo>> rispose il figlio cercando di consolarla. Dopo un po', Dario le disse <<Scusami, devo stare un po' da solo>> e la madre rispose <<Tranquillo, ne ho bisogno anch'io>> e si divisero.

Così, Dario fece due passi nella foresta poco lontano, quando, all'improvviso, sentì un fischio. Subito, gridò <<Chi è là?>>, ma dato che nessuno rispose, ritornò tra i suoi pensieri. Subito dopo, sentì di nuovo lo stesso fischio ed estrasse il suo pugnale dalla tasca e gli disse <<Stavolta ti ho sentito, fatti ved... ma che?>> all'improvviso, il paesaggio che lo circondava, diventò di un blu scuro quasi nero, ma riuscì a notare chiaramente chi era nascosto nel cespuglio e subito dopo, la vista gli tornò normale. Confuso, urlò <<Ti ho visto, esci fuori o vengo a prenderti io!>>. L'individuo misterioso, sorpreso della sua frase, corse addosso a lui, gli lanciò via il pugnale e con la sua lama celata gli sfiorò il mento. Subito, Dario urlò <<Aiuto, ma che st...>> e l'individuo si rivelò una ragazza incappucciata <<Silenzio, sporco Guelfo: come hai fatto a vedermi?>> <<Guelfo io? Ci deve essere un errore>> e, subito, la ragazza ritirò la lama e, sorpresa, gli chiese <<Come non sei un Guelfo?>> <<Hai capito bene... sono un Ghibellino, di discendenza diretta, tra l'altro>> rispose Dario. A quelle parole, la ragazza ebbe un flash e si inginocchiò davanti a lui dicendo <<Oh, merda, il figlio del grande Maurizio Mandini, che sciocca che sono>> <<Oh, non fa niente, tranquilla>> rispose in tono vanitoso Dario. Incuriosita, la ragazza aggiunse <<Ma, scusa, perché ti sei sorpreso così tanto nel vedermi attraverso il cespuglio e perché non indossi la nostra divisa?>> <<Perché non so di cosa tu stia parlando>> <<Pronto? Tuo padre non ti ha insegnato proprio nulla?>> <<E come avrebbe potuto? È morto prima di avermi visto camminare>> <<Ah, capisco... quindi ti servirà un addestramento per entrare nella nostra Confraternita>> <<Ma di cosa stai...>> ma la ragazza lo interruppe mettendogli le mani alla bocca e disse <<Silenzio, arriva qualcuno e, probabilmente, è il mio bersaglio>> e si nascosero entrambi dietro il cespuglio.

<<Ecco il bersaglio>> gli bisbigliò la ragazza <<E se poi sbagli come hai fatto con me?>> chiese Dario <<Non posso sbagliarmi, la mia vista non mi inganna>> <<Sicuro... ci credo, visto come mi hai assalito poco fa>> <<Se non ci credi, prova tu stesso>> <<In che senso?>> <<Concentrati su questa persona che gira nel bosco come se fosse alla ricerca di qualcuno e dimmi se non la vedi anche tu dorata>> e Dario, scettico, ci provò ed incredibilmente funzionò. Subito, esclamò <<Oh, no: di nuovo!>> e la ragazza gli disse <<Non gridare! È perfettamente normale che tu abbia la vista da Assassino. Ora, guarda, chiederemo cortesemente informazioni a quel Guelfo schifoso!>> e fischiò.

Subito, il Guelfo andò a vedere e la ragazza lo prese per il colletto, il Guelfo urlò <<Ma sei pazza? Lasciami!>> <<Uuuh, sei brutale>> commentò Dario uscendo dal cespuglio <<Sono un'assassina, non dimenticarlo>> rispose lei fiera di sé <<In quanto a te, stupido Guelfo, dicci i piani dei tuoi amici, o dovrei dire templari!>> <<M-ma come fate a saperlo?>> chiese il Guelfo spaventato <<Pensate che non vi avremmo riconosciuto tra i vari sostenitori della Chiesa?>> chiese la ragazza in tono minaccioso <<Ma i vostri sforzi sono inutili: voi stupidi Ghibellini siete destinati a soccombere, voi volete il chaos, solo la Chiesa coi templari potrà ristabilire l'ordine in questo Paese>> <<Sono anni che ripetete la stessa cosa e sono anni che avete torto!>> <<Sciocca ragazzina, credete che col chaos si ottenga la pace, ma come pretendete di governare in un mondo senza regole?>> <<Ce la faremo perché fermeremo gente proprio come voi!>> esclamò la ragazza e gli piantò la lama celata nello stomaco.

Subito, Dario rimase un po' scosso per la violenta e rapida esecuzione con la quale ha giustiziato il Guelfo, ma subito la ragazza si girò come se niente fosse e gli disse <<Comunque, piacere, sono Giada e tu, mio caro...>> <<Dario...>> rispose lui ancora sconvolto <<Diventerai un grande assassino, forse perfino quanto tuo padre. Vieni domattina alle 9 in punto qui e ti spiegherò il da farsi>> e Dario accettò e si salutarono.

Per tutta la notte, Dario meditò a ciò che aveva assistito e passò la notte quasi insonne.

Comunque, il giorno dopo si fece vedere spinto dalla curiosità e Giada cadde da un albero come un gatto e si rialzò come se niente fosse salutandolo e Dario chiese sorpreso <<Ma come...>> <<Oh, il salto dall'albero? Non è così alto, come puoi vedere. Non è difficile, a quest'altezza, cadere incolumi. Comunque... dato che tuo padre non ti ha mai parlato della Confraternita, ti illuminerò io>> ed iniziò a recitare il Credo dell'Assassino <<Agiamo nell'ombra per servire la luce: nulla è reale, tutto è lecito>> <<Cos'è questa? Una specie di filastrocca che recitate voi ass...>> e subito Giada gli tirò un pugno in testa innervosita e disse <<Ma dico! Un po' di rispetto per il nostro Credo che si tramanda fin dall'antico Egitto!>> <<Chiedo scusa... non lo sapevo>> rispose Dario massaggiandosi la testa dolorante <<Ma che significa esattamente?>> chiese poi Dario incuriosito <<Semplice: la prima regola è trattenere la lama: noi uccidiamo solo politici e qualunque persona di potere corrotta che porterebbe ad una guerra, quindi non uccidiamo mai i civili; ci nascondiamo dalla vista: come recita il nostro credo, ci nascondiamo nell'ombra, non siamo esibizionisti e meno si sa di noi, meglio è, per la nostra vita e per il nostro operato; non compromettere la confraternita: qualsiasi cosa succede ad ognuno di noi, ogni Assassino ha il dovere di non rivelare o compiere qualsiasi azione che possa mettere a rischio la nostra Confraternita>> <<Caspita...>> commentò Dario stupito <<E, come avrai capito, noi siamo alleati coi Ghibellini, soprattutto dopo l'immane violenza che ha portato il papato durante le Crociate>> <<Ah, sì, ne ho sentito parlare>> <<Era terribile, tantissimi cristiani volontari si facevano crociati e uccidevano tutti quelli che non erano come loro... ma ora, bando alle ciance e continuiamo col tuo addestramento>> <<Scusa, Giada, ma se sono un Assassino, perché devo imparare?>> <<Anche le aquile sono uccelli, ma non per questo sanno volare dalla nascita>> e Dario annuì. <<A proposito di aquile, sali su quell'albero alto in fondo fino in cima>> gli ordinò Giada indicandoglielo <<Ehm, perché?>> chiese Dario stupito <<So quel che ti dico! Non penso tu conosca a memoria questo posto>> <<No, in effetti, non me lo ricordo così su due piedi>> <<Allora, fai come ti dico e lo conoscerai a memoria>> e Dario, stupito, obbedì.

Così, a fatica, arrivò in cima borbottando <<Ma dimmi te chi mi sono trovato come istruttrice>>, poi si accorse di un'aquila che volava proprio attorno a lui e, spaventato, urlò <<Ehm, Giada... è normale che qui attorno svolazzi un'aquila?>> <<Certo che è normale, vuol dire che puoi eseguire un Salto della Fede... sotto di te dovrebbe esserci un cumulo di paglia>> <<Quindi, mi stai dicendo che da qualsiasi altezza io mi butti, se c'è sotto qualcosa di morbido, non mi farò nulla all'impatto?>> <<Precisamente, ma prima di buttarti, usa lo sguardo dell'Assassino>> <<Cos'è?>> <<Quando vedevi tutto scuro, zuccone!>> e Dario ci provò e si concentrò. Subito, sentì il verso dell'aquila che gli urlava nell'orecchio e Giada gli chiese <<Da lì vedi la montagna davanti a te?>> <<No, Giada>> <<Almeno la vedi l'aquila?>> <<No, Giada>> <<E cosa vedi?>> <<Vedo solo l'occhio dell'aquila e tutto ciò che vede lei volando in giro per l'isolato>> <<Wow, poetico... si vede che sei figlio di Maurizio>> commentò Giada stupita. <<Bene, adesso... buttati>> gli disse poi Giada e, nonostante la sua forte titubanza, Dario sentì che poteva farlo senza alcun rischio, così saltò col busto in avanti e poi cadde in picchiata col verso dell'aquila che lo circondava.

Subito, uscì dal cumulo di paglia e rimase senza parole guardandosi indietro e notando il grande salto che ha fatto. <<Congratulazioni, hai superato ogni mia aspettativa, zuccone>> commentò sorridendo felice Giada <<Ma l'addestramento non è ancora finito>> aggiunse poi <<Ho preparato dei manichini laggiù dove ti potrai addestrare ad uccidere. Puoi usare il tuo pugnale che hai in tasca>> e Dario commentò <<Wow, non ti sfugge proprio niente eh?>> e Giada annuì. Così, Dario si avvicinò quatto quatto e Giada gridò <<Stai facendo un casino incredibile: abbassati, inginocchiati ed avanza. Ecco, così>> e, così, Dario infilzò da dietro il manichino. <<Perfetto, anche stavolta non hai avuto problemi>> si complimentò Giada. <<Ora, come avrai notato, ho radunato tutti i manichini sotto ad un albero. Questo perché ti sarà indispensabile nelle tue missioni eseguire un assassinio dall'alto: rapido e letale>> e così, Dario ci provò e salì sull'albero. <<Ok, ci sei? Non fare alcun movimento brusco che possa attirare la...>> ma prima che Giada finisse la frase, Dario era già planato sul manichino e ficcato la lama celata nel corpo di esso. <<Bravo, complimenti>> si congratulò lei <<Sono nato per questo, no?>> chiese Dario retoricamente. Ma, in quel momento, un assassino dal naso insolitamente grosso arrivò tutto trafelato e subito Giada lo riconobbe <<Dante Alighieri! Che ci fai qui?>> e Dante rispose <<è finita... il nostro mentore è stato ucciso>> e a Giada gli si gelò il cuore e disse <<Oh, no... padre... la guerra... è tutto finito. Portami da lui>> poi, si rivolse a Dario <<Tu, vieni con noi, passeremo dai tetti>> <<Aspetta, dai tetti? La guerra è...>> ma Giada lo interruppe cercando di trattenere le lacrime <<Stai zitto! Per una volta nella tua vita, stai zitto!>>. Durante il tragitto, Giada chiese <<Ma com'è possibile?>> <<A quanto pare, abbiamo una talpa templare in mezzo a noi che si è finta assassino a lungo>> spiegò Dante <<Hai idea di chi fosse?>> chiese Giada <<Purtroppo, no>> rispose Dante amaramente.

Così, arrivarono in un covo nascosto, nei sotterranei di una chiesa sconsacrata e scesero giù fino alle catacombe. Fu una scena di grande impatto: il corpo del mentore giaceva disteso nel suo stesso sangue ed attorno tutta la Confraternita a piangere la sua morte. Subito, Giada si lanciò in mezzo alla folla e strinse forte il corpo del padre assassinato urlando di dolore.

Durante il funerale, Dario notò che Giada, dopo un po', si allontanò dalla commemorazione e la seguì. La trovò sopra il tetto della chiesa che guardava l'orizzonte e la raggiunse.

<<Giada, come mai...>> ma Dario venne interrotto da Giada <<Perché devo vendicare mio padre e, lo so cosa stai per dire! Sto qui a fare niente, sono assetata di sangue, ma non pazza. So benissimo che da sola non ce la posso fare. So solo che commemorare mio padre non mi porterà a niente. Se ora odiavo i templari e i Guelfi, ora li voglio vedere bruciare vivi tutti davanti ai miei occhi, la devono pagare!>> <<Ma senza il nostro mentore, la nostra guerra è finita>> intervenne Dante salendo agilmente sul tetto con loro <<No, non è finita, Dante!>> sbottò Giada <<La confraternita non si limita ad un mentore!>> e Dante spiegò <<Senti, sono dispiaciuto quanto te per la perdita, ma hanno fatto scacco matto al re e...>> <<Dante, per una volta, smetti di fare l'uomo politico e inizia a ragionare da assassino!>> lo interruppe Giada <<Giada, te l'ho già spiegato: appoggio la vostra causa, ma non potrò mai essere un assassino...>> <<E invece dovresti esserlo, soprattutto in questo momento delicato!>> <<Capisco la tua paura, ma per diritto dinastico, devi essere tu la nuova mentore>> <<Non lo dire, Dante, non lo dire! Ho ancora molto da imparare prima di essere un mentore! Sono solo al VII rango!>> <<Giada, ti prego di sentire ragioni...>> <<Io chiedo a te di sentire ragioni, Dante! Tu non hai idea di cosa significa per me questa perdita, tu non hai perduto un padre così e contemporaneamente dover diventare mentore sapendo subito che dovrò tentare il tutto e per tutto, sapendo che è solo questione di tempo prima che noi assassini saremo demotivati e i templari ci schiacceranno, lo capisci? Io non posso avere in mano tutta la Confraternita ora, sia per il mio rango, sia per la situazione attuale!>> <<Ma se non lo farai tu, chi?>> <<Tu, Dante, mi sembri molto capace>> <<Apprezzo il complimento, Giada, ma sono un uomo abile a parole e ad un mentore non bastano... senza offesa. Tu sei l'unica che tuo padre avrebbe scelto>> <<Può darsi, ma non mi avrebbe mai affidato il titolo in un momento simile!>> <<D'accordo, allora, perlomeno, abbi la decenza di decidere chi sarà il nuovo mentore o l'Ordine cadrà senza neanche l'arrivo dei templari!>> e Giada guardò Dario e lui le disse <<No, ma perché guardi me?>> e Dante ripeté <<Già, perché guardi lui?>> e Giada spiegò <<Non sottovalutarlo: lo zuccone ha imparato più in fretta di qualsiasi assassino finora>> <<Ma lui chi è?>> <<Ma come, Dante, non l'hai riconosciuto?>> chiese Giada sorridendo <<è Dario Mandini>>. A quelle parole, Dante rimase senza fiato e chiese <<Proprio il figlio di...>> e Giada annuì. Così, Dante esclamò stringendo forte la mano a Dario <<Maremma Bucajola! Chiedo scusa a te e a tuo padre per non averti riconosciuto. Non ho mai conosciuto di persona tuo padre, ma è uno degli assassini passati alla storia. Mi spiace, inoltre, naturalmente, per...>> ma Giada lo interruppe <<Menomale che sei bravo con le parole...>> e Dante, lasciando la mano di Dario, continuò <<Oh, sì... comunque, tornando a noi: capisco ora il suo valore ma, per quanto sia grande, ne sei davvero sicura?>> <<Minchia, Dante! È molto capace, come ti ho spiegato. Inoltre, al momento, è l'assassino più indicato per diventare mentore>> <<E sia...>> si arrese Dante e così, il giorno dopo, lo fecero subito mentore.

Così, dopo essere stato informato di tutto, Dario decise sul da farsi <<Tenterò la via diplomatica, se non funzionerà, allora potremmo dare il via alla battaglia finale>>, ma Giada lo riprese <<Ma, zuc... ehm, mentore, è sicuro di poter negoziare coi templari?>> <<Sì, se non sono sicuro di far uscire vittoriosa la mia Confraternita dalla battaglia>> rispose Dario e Dante si complimentò <<Quanta saggezza, mentore>> e Giada annuì dinnanzi all'evidenza e, così, Dario fece.

Appena Dario si avvicinò ad un territorio templare, subito le guardie gli puntarono i loro fucili e gli chiesero <<Nuovo mentore degli assassini, sei coraggioso o un pazzo a presentarti qui solo?>> <<Sono qui da coraggioso: chiedo di poter negoziare col capo templare per trovare una soluzione alternativa ad una sanguinosa guerra>>. A quelle parole, le guardie scoppiarono a ridere e fecero aprire il cancello facendo cenno a Dario di entrare.

Appena arrivato, scortato da due guardie, c'era uno dei capi templare sul trono che lo fissò per tutto il tempo finché non arrivò al suo cospetto. Poi, parlò <<Ma che velocità: immagino che se hanno già scelto un nuovo mentore, vuol dire che tu hai delle buonissime capacità, oppure erano a corto di alternative. Comunque, i miei uomini mi hanno parlato di te e tu vorresti negoziare? Un ragazzo assassino che ha avuto l'onore di diventare mentore per mancanza di alternative? Direi che se sei un cavallo di Troia, puoi dire ai tuoi uomini di uscire dai loro nascondigli, in caso contrario...>> e dopo un suo gesto di mani, tutte le guardie del palazzo puntarono i loro fucili contro di lui. Quando, in quel momento, un templare col volto coperto sussurrò una cosa al capo che subito impallidì e, alzandosi, fece cenno di posare le armi. Subito, chiese a Dario <<Come ti chiami, ragazzo?>> <<Dario Mandini>> <<Sei proprio tu! Il figliol prodigo!>> <<Perché mi chiamate così, signore?>> chiese Dario <<Perché spero che al contrario di tuo padre, tu capisca da che parte stare, soprattutto quando siamo ad un passo da demolire non solo la tua amata confraternita, ma l'intero esercito Ghibellino>> <<Non mi unirò mai a voi! Voi sostenete il papato!>> esclamò rabbioso Dario <<Non ti scaldare, ragazzo, sei stato malinformato: i templari sono dalla parte dei Guelfi Bianchi che, come voi, sono interessati solo alla pace, mentre ci sono i Guelfi Neri che invece sono più interessati ad arricchire la Chiesa. Siamo alleati semplicemente perché entrambi abbiamo il medesimo nemico: voi assassini. Ma appena sarete sconfitti, perché questo accadrà nella battaglia di Campaldino dato che anche templari di altre città si vogliono unire a noi per sconfiggere tutti voi Guelfi e assassini, ci sarà un'ennesima guerra civile con altro spargimento di sangue tra noi bianchi e loro neri. Certo la nostra amata Italia potrà evitare la cosa se un abile assassino come te si schiera dalla nostra parte. Quindi, scegli: o la tua morte insieme a quella dei tuoi compagni e altro sangue versato dai civili oppure ti unisci a noi. Tanto, per te, come tuo padre, l'importante è la pace, no?>> e Dario annuì <<D'accordo, sarò dalla vostra parte>> <<Grande!>> esclamò il capo templare <<Prego, raggiungimi nei miei alloggi, così da poter discutere sul da farsi>>.

Ma, in quel momento, Giada, che con Dante lo avevano seguito in caso di emergenza, aveva visto e sentito tutto con la sua vista da assassino e si infuriò <<Ma io quello lo ammazzo!>> <<Che ha fatto?>> chiese Dante <<Ci ha traditi tutti, ecco cosa!>> <<M-ma, Giada, cerca di ragionare, magari è tutta una strategia per arrivare vicino ai loro capi ed assassinarli uno ad uno>>. A quelle parole, Giada si calmò e disse <<Se è così, quel zuccone è un vero genio>> e se ne andarono mentre Dante sussurrò tra sé e sé <<Lo spero davvero>>.

Così, giunse il giorno della battaglia Campaldino ed entrambi i fronti erano pronti al combattimento.

Durante la furente battaglia, si incrociarono Giada e Dario e lei gli urlò <<Bé, che stai facendo? Perché non uccidi tutti i templari con noi?>> <<Perché loro mi hanno aperto gli occhi e, come mio padre, io opero per un bene superiore: la pace dell'Italia>> <<Che cosa? Sei disposto ad uccidere la tua gente per ciò che ti hanno propinato i templari?>> chiese Giada stupita. In quel momento, Dante che stava combattendo a cavallo, prese Giada per un braccio e la mise in sella. Subito, Giada urlò <<Ma che stai facendo?>> <<Ti sto salvando la vita... in quanto a te, ragazzo, faresti bene a cambiarti cognome: hai disonorato i Mandini. Yia!>> e, col suo cavallo, scappò via dalla battaglia.

La battaglia si concluse in un bagno di sangue: 1700 Ghibellini morti e solo 300 Guelfi. Così, dopo il rapporto dei morti, il capo templare si congratulò con Dario <<Grazie infinite, Dario: senza di te, non ce l'avremmo mai fatta: ora, se mi puoi scusare, le nostre battaglie non sono finite>>.

Dopo un anno, però, Dario vide che con la guerra tra Guelfi Bianchi e Neri, non migliorò affatto la situazione, così, decise di assassinare il capo templare che l'aveva preso sotto la sua ala nei suoi alloggi alle spalle.

<<Perché?>> urlò il capo templare e Dario rimase confuso <<Ma che significa questo?>> <<Come? Un assassino che non sa che può parlare con le sue vittime? Lo so io che sono un templare! Comunque, dimmi: perché l'hai fatto?>> <<Perché voi mi prometteste la pace e dopo un anno, la situazione è addirittura peggiorata!>> <<Sei uno sciocco, ragazzo! Pensi che la pace si conquisti da un giorno all'altro?>> <<So che si può ottenere con le parole!>> <<Tzé, sei proprio uguale a tuo padre. Sciocco quanto lui, che pensava di cambiare una templare!>> <<Ma di cosa stai parlando?>> <<Oh, tua madre non te l'ha detto? Ecco perché sei passato subito dagli assassini>> <<Ma come...?>> <<Che sciocco: chi pensi abbia fermato i fucili dei miei uomini quando ci incontrammo la prima volta? E chi pensi abbia assassinato tuo padre?>>. A quelle parole, Dario impallidì e indietreggiò spaventato ripetendo <<No, no, tu menti!>> <<Perché dovrei mentire davanti ad uno sciocco come te! Soprattutto ora che sto morendo. Ed ora che sapranno della mia morte, tutti sospetteranno di te! Godrò così tanto nell'aldilà da masturbarmi nel vedere il figlio del grande Mandini senza più una casa, rifiutato sia da templari che da assassini!>> <<Ma... perché mi hai fatto questo?>> <<Chiedilo a tua madre...>> e così, il collegamento si interruppe e Dario tornò alla realtà un po' confuso, ma subito si riprese e disse <<Devo andarmene di qui>> e scappò via per le scale. Subito, una guardia gli chiese <<Hey, ragazzo, dove corri?>>, ma Dario la ignorò e la guardia commentò <<Non mi piace affatto>> e salì le scale e, appena vide il corpo del capo templare, subito diede l'allarme.

Non molto lontano da lì, la madre si tolse il cappuccio e, vedendolo scappare, disse <<Oh, figliolo, che cos'hai fatto?>>.

Così, Dario visse una vita da ricercato dove i templari lo ricercavano vivo o morto. Ma, dopo pochi giorni, Giada lo assalì di nuovo da un cespuglio e Dario esclamò <<Ma, Giada, sono io! Smettila di accogliermi così!>> <<Non usare più il mio nome: tu ora sei della feccia Guelfa!>> <<Ma non hai sentito? Sono ricercato per aver ucciso il capo templare>> <<E tu pensi che possa perdonarti per questo? Tu non sei solo passato al nemico, ma la tua mano è sporca del sangue di tanti di noi della Confraternita e non! Anzi, parlare di Confraternita ormai, è solo un'utopia>> disse lei liberando Dario dalla presa <<Perché, che è successo?>> chiese lui <<è successo che senza un mentore, gli ultimi uomini rimasti hanno tutti abbandonato la causa, sia per mancanza di un mentore, sia perché eravamo rimasti una trentina in tutto... tutto grazie a te!>> <<E Dante?>> <<Dante si è messo a scrivere poesie e scritti vari: spera di unire l'Italia tramite la lingua volgare, non avendo altro modo, sempre grazie a te!>> <<Senti, ora so delle cose confidatomi dal capo templare che ho ucciso!>> <<Ah, giusto, mi ero scordata di questo dettaglio... e che ti ha detto?>> <<Che è grazie a mia madre se quella notte le sue guardie non mi hanno crivellato ed è sempre colpa di mia madre se mio padre è morto>> <<Ma l'ho fatto solo per riportare la pace, il papa e la religione sono le uniche cose che possono salvare l'uomo>> disse una voce femminile alle loro spalle ed entrambi si girarono e Dario esclamò <<Mamma?>> <<Sì, figliolo, sono anch'io una templare e non mi pento di nessun mio omicidio, perché l'ho fatto per un bene superiore, nemmeno di aver ucciso il vostro mentore>>. Subito, a quelle parole, Giada stava per esplodere di rabbia con le lacrime agli occhi ma, prontamente, Dario le bloccò le braccia e Giada urlò <<No, lasciami, non me ne frega se è tua madre, io la ammazzo quella donna!>> e la madre rimase indifferente a quelle parole. Cercandola di calmare, Dario le disse <<Senti, ti capisco: lei ha ammazzato mio padre!>> <<Però la stai proteggendo>> ribatté lei <<Perché, a differenza tua, mio figlio sa che potrei tornarvi utile per portare la pace>> spiegò la madre in tono strafottente facendo aizzare ancora di più Giada. <<Madre! Così non mi aiuti a proteggerti, se la fai incazzare!>> <<Ammetto che mi sto divertendo, Dario>> rispose lei accennando un sorriso <<Sì, ti calmi Giada così possiamo discutere di un piano?>> chiese Dario e Giada si calmò <<Dai, sentiamo>> <<Oh, menomale>> commentò Dario lasciandola. <<Ma perché vuoi aiutarci?>> chiese Giada alla madre di Dario <<Spero che il Signore capisca il mio cambio di ideologia, ma lo devo fare, in primis per mio figlio ed anche per questa nazione... Dario, avevi ragione, come anche tuo padre... mi sono sempre schierata dalla parte sbagliata, ma intendo rimediare: io conosco tutto dei templari, per questo vi potrò essere utile>> <<D'accordo, allora, dovremo dividerci e sarà dura sconfiggere tutti i Guelfi d'Italia, soprattutto ora che siamo rimasti in tre, sebbene io confido che nel nostro cammino riaccenderemo l'ardore per la causa e avremo altri assassini alleati con noi>> spiegò Giada <<Tu, in particolare, Dario, dopo la tua bravata, dovrai anche strappare dalle pareti tutti i manifesti col tuo faccione e pagare i portavoci per diminuire la notorietà, altrimenti sarai facilmente individuabile. Ma, prima di tutto, recitiamo insieme il giuramento dell'assassino>> ed in coro lo ripeterono, compresa la madre di Dario. Così, il giorno dopo iniziarono ad agire.

La liberazione consisteva nell'entrare in un campo templare, uccidere il loro capo e bruciare la torre del campo per dare un segnale forte alla popolazione e ai templari dello Stato. Mentre liberavano ogni regione d'Italia, trovarono anche delle persone che combattevano contro le autorità locali e, dopo averle aiutate, dicevano tutti e tre quasi la stessa cosa <<Combatti per una nobile causa, non solo per la tua vita: unisciti alla Confraternita degli Assassini ed urliamo alla nazione intera che l'ordine non è caduto e unifichiamo l'Italia sotto un re giusto>>.

Ma, in quel momento, un vescovo andò a riferire al papa <<Signore, gli assassini sono rinati e hanno liberato tutta l'Italia>> ed il papa si alzò dal suo trono <<Cosa? Ma è impossibile! I miei templari e Guelfi avrebbero dovuto ucciderli tutti nella battaglia a Campaldino!>> <<Signore, c'è stato Dante il Ghibellin Fuggiasco che ha aiutato un po' di Ghibellini e poi Dario Mandini ha ucciso uno dei nostri templari più capaci>> <<Capisco, e cosa sta facendo Dante in questo momento?>> <<Sta pubblicando il suo De Vulgaris Eloquentia>> <<Bene! Che sia ucciso lui, così l'Italia non si unirà mai e col mio frutto dell'Eden potrò attuare il mio piano!>> <<Eseguo, signore>>.

<<Ce l'avete fatta, finalmente>> disse Dante fiero di loro in un nascondiglio della Confraternita a Giada, Dario e a sua madre <<Già, e tu cos'hai fatto?>> chiese Giada in tono saccente <<Ho pubblicato ciò che tu chiami "inutili scritti", mia cara: il mio De Vulgaris Eloquentia spiegherà a tutti, perfino agli intellettuali quanto sia importante il volgare così, grazie anche a voi, uniremo ancora meglio l'intera nazione>> <<Molto bene, Dante>> si congratulò Dario <<Quindi, ti unirai a noi?>> chiese Giada <<Era nei miei intenti, ma Marco Polo è tornato da un viaggio assai fruttifero>> e mostrò loro Il Codice del Mentore degli Assassini del Levante. Tutti stupiti, chiesero cosa fosse e Dante spiegò <<L'ha ricevuto da Altaïr Ibn-La'Ahad e contiene un codice molto antico degli assassini che dovrà essere appreso solo da un degno assassino>> <<Intendi come Dario?>> chiese Giada <<Spero che lui non si offenda, ma ritengo che non sia lui il prescelto>> rispose Dante <<è grazie a lui se ora stiamo unificando l'Italia, cosa deve fare qualcuno per essere definito prescelto?>> chiese Giada <<Ha fatto una grande impresa che sicuramente verrà ricordata nel nostro ordine per sempre, ma ciò non basta per essere definiti prescelti>> rispose Dante e Giada stava per avere un attacco di rabbia, ma Dario le mise il suo braccio davanti e disse a Dante <<D'accordo, se ne sei così sicuro, mi fido di uno dei miei fratelli assassini. Ma dove pensavi di nasconderlo?>> <<In Spagna, Mentore>> <<D'accordo, ma permettimi almeno di affidarti un capace Mentore>> <<Va bene, Mandini e chi è?>> <<Il mentore di Domenico Auditore: Francesco Tamero. Io gli spiegherò tutto, tu non indugiare e recati a Ravenna a prenderti l'occorrente per il viaggio. Vedrai Francesco appena uscirai di casa ed insieme partirete con una nave diretta in Spagna, con un'altra identità, ovviamente>> e Dante ubbidì.

Ma mentre Dante giunse in casa sua, sentì qualcuno entrare e, appena si girò, riconobbe subito chi fossero dai loro vestiti e chiese stupito <<Templari! Che ci fate in casa mia?>> <<Svolgiamo solo gli ordini del Papa>> rispose uno di loro <<Ma perché? Io non ho fatto niente>> <<Ah, no? Diffondere il Le Vulga... o come si dice...>> <<Siete solo capre ignoranti!>> <<Che importanza ha? Tanto, neanche tu lo pronuncerai dopo che usciremo da questa catapecchia>> <<Che intenzioni avete?>> chiese Dante indietreggiando ed estraendo un pugnale dalla tasca mentre il capo del gruppo faceva lo stesso. Subito, il capo del gruppo templare, con una manata, gli spinse via la mano, ma Dante non mollò la presa e stava per infilzarlo, ma il templare, velocemente, gli piantò il suo pugnale nello stomaco mentre il resto del gruppo templare gli stava facendo le congratulazioni. Quando, in quel momento, Francesco, preoccupato entrò chiedendo <<Dante, ma quanto...? Oh, avevi visite>> ma appena i templari si girarono verso di lui, rivelarono il corpo del Dante trafitto dal pugnale riverso per terra sanguinante. A quella vista, Francesco estrasse la sua spada ed urlò <<Che cosa gli avete fatto?>> <<La stessa cosa che ora faremo a te>> risposero i templari avvicinandosi a lui <<Lo vedremo, bastardi!>> <<Coraggio, amici, non può sconfiggerci tutti: siamo tre contro uno!>> urlò il capo della banda ed iniziarono a combattere. Subito, riuscì a disarmare agilmente uno dei templari con la spada e a trafiggerlo, ma gli altri due non persero tempo e con le loro due spade, gli lanciarono via la spada. <<Ed ora, muori!>> gli ordinarono, ma lui esclamò <<No!>> e mentre loro stavano per infilzarlo allo stomaco, Francesco infilzò le loro facce con le sue due lame celate. Subito, prese in braccio il cadavere di Dante e pensò <<Dovremmo dargli una degna sepoltura>> e si dileguò.

<<Mentore!>> esclamò Francesco appena arrivato e, sorridenti, si voltarono tutti mentre Dario chiese <<Francesco, come mai già...>> ma appena videro il cadavere di Dante, impallidirono tutti. <<Che è successo, Francesco?>> chiesero tutti e, per rispondere, Francesco poggiò delicatamente il cadavere di Dante per terra e si inchinò rispondendo <<Chiedo scusa, mentore, ho solo eseguito i suoi ordini, non avrei mai immaginato che i templari l'avrebbero ucciso in casa sua>> <<Non hai niente di cui scusarti, io ti ho dato ordini sbagliati>> e Giada intervenne <<Ma neanche tu potevi saperlo>> <<Ma non sono stato previdente, un bravo mentore dovrebbe esserlo>> <<Comunque sia, non devi abbatterti ma cercare un modo per vendicare il nostro Dante>> <<Hai ragione, il papa la deve pagare cara! Il suo regno finisce stanotte!>> esclamò Dario e si organizzò per assassinarlo prima dell'alba.

Nello stesso momento, il vescovo riferì al papa <<Dante Alighieri è morto, ma anche i nostri tre templari sono stati trovati assassinati, Papa>> <<Poco male, il mio piano, comunque, ha funzionato e Dario c'è cascato sicuramente con tutta la lenza. Mi farà visita e così potremmo toglierlo di mezzo una volta per tutte!>> e così, anche il papa organizzò la difesa della chiesa.

Così, pian piano, quasi tutti gli assassini parteciparono all'assedio ed uccisero di nascosto tutte le guardie.

Così, Giada e Dario raggiunsero dal tetto la sala del trono del papa. Preso da un'incontenibile rabbia, Dario disse <<Questo è per Dante e tutte le vittime che hai fatto uccidere nelle tue stupide guerre!>> e si lanciò in picchiata per ucciderlo, ma si rese conto, subito dopo che c'era un manichino sul trono e si allontanò sorpreso chiedendo <<Che storia è questa?>>. Subito, Giada lo raggiunse e il papa uscì da una porta segreta della chiesa e disse <<Ma che bravo, ti farei i miei complimenti, se non fosse per il fatto che ti stavo aspettando e ho ordinato alle mie guardie di farsi uccidere>> <<Cosa? E loro sono così devoti a te che si farebbero uccidere?>> chiese Dario stupito <<No, tutti no, per questo, ho avuto necessità di usare questo>> e mostrò ai due la mela dell'Eden e Giada esclamò <<La mela!>> <<Che cos'è?>> chiese Dario stupito e il papa rispose <<Oh, i tuoi amici assassini non te l'hanno spiegato? Questo prezioso manufatto è così potente da controllare la mente delle persone. Tuttavia, non può controllare una nazione o il mondo intero, per questo sono costantemente alla ricerca di altri frutti dell'Eden così da far ritornare le crociate e di uccidere chiunque non crede in me>>. A quelle parole, Giada gridò <<Allora, è per questo che le crociate sono avvenute!>> <<Cosa pensavi, ragazzina? Che i fedeli si sarebbero aizzati perfino conto i proprio cari solo per fede? Alcuni, sicuramente, ma così tanti... era chiaro che ci fosse stato dietro qualcosa>> <<Allora, mia madre...>> disse Dario stupito <<Esatto, ho incantato anche lei, dopo averla costretta a copulare con me, che onore che ha avuto>> <<Noooooo!>> urlò Dario aggredendo con la lama celata, ma il papa lo bloccò col frutto dell'Eden. <<Che succede? Non riesco a muovermi!>> esclamò spaventato Dario e Giada urlò estraendo la sua spada <<Lascialo andare e combatti da uomo!>> <<Ma lo sto già facendo: voi avete le spade, io un frutto dell'Eden e credo proprio che obbligherò il tuo fidanzatino ad ucciderti>> <<Non osare, bastardo!>> gridò Dario mentre cominciò a ruotarsi in direzione di Giada che veniva bloccata dai raggi della Mela. <<Fermati! Sei un mostro, non può finire così!>> urlò Dario <<Io invece credo che finirà proprio così, ma non temere, la raggiungerai subito dopo, così l'Ordine crollerà per sempre, i templari continueranno tranquillamente le ricerche e le crociate potranno ripetersi!>>. In quel momento, però, dall'alto si buttò la madre di Dario per uccidere il papa, ma lui se ne accorse e la bloccò con la Mela dicendo <<Oh, ma chi si vede: la madre templare traditrice>> e la madre rispose <<Ho fatto bene a cambiare schieramento, tu non sei degno di essere papa!>> <<E perché no? Voglio che vivano solo i fedeli, che c'è di strano?>>. In quel momento, Dario si rialzò ed estrasse il coltello dalla sua tasca e stava per piantarglielo nella schiena, ma il papa si girò di scatto urlando <<Fermati!>> e Dario si fermò ma il coltello si mosse velocissimo davanti al collo del papa bloccandolo per un secondo, poi cadde a terra con la gola che pulsava fuori sangue.

In quel momento, si attivò il potere di Dario e parlò col papa. Subito, quest'ultimo urlò <<No! Che cosa hai fatto!>> <<Giustizia, immagino>> rispose Dario sicuro di sé <<Ma io volevo solo uccidere chi non era pronto a credere a ciò che io, il nuovo messia, avrebbe rivelato a tutti i fedeli. L'ho fatto per loro, di liberare chi non ha paura perché chi ha paura muore ogni giorno!>> <<è vero, chi ha paura muore ogni giorno, ma tu non l'hai mai avuta, infatti sei morto una volta sola>> <<Tu sei uno sciocco! Pensi che i papi che mi seguiranno saranno migliori di me? O peggio, credi che l'imperatore che regnerà sull'Italia come voi assassini volete sia migliore di me? Il potere consuma chiunque!>> <<Tu non capisci: ogni uomo è pastore di se stesso e sono sicuro che un giorno questo sarà rivelato alla popolazione quando sarà pronta>> <<Siete degli sciocchi, avete troppa fiducia nelle persone e questo porterà al collasso del mondo intero, come fate ad essere sicuri del vostro Credo?>> <<Noi non ne siamo sicuri, noi non ci sentiamo degni di guidare un popolo, né tanto meno di possedere una mela, ma nemmeno tu lo sei. Noi ci limitiamo a punire chi si erge a pastore senza alcun merito per esserlo. Addio, papa dei miei stivali>> e, così, il colloquio terminò.

<<Allora, ti è piaciuta la chiacchierata tra voi due?>> chiese Giada al risveglio di Dario <<Sinceramente, è servita più a lui che a me, anche se mi è servita per chiarirmi le idee. Penso di aver capito il nostro Credo nel profondo>> rispose lui <<Lo spero>> rispose Giada e la madre lo guardò sorridendo commossa dicendo <<Tuo padre non potrebbe essere più fiero di te>> e si abbracciarono madre e figlio.

<<Così, caro iniziato, si conclude forse la vicenda più eclatante dell'assassino Mandini, contemporaneo del mentore di Domenico Auditore>> mi disse Desmond sorridente. Ma, all'improvviso, una forza sovrumana colpì l'immagine di Desmond facendola scomparire. Subito, una voce femminile dall'esterno si preoccupò <<Dannazione, è successa un'emergenza!>> e una voce maschile le chiese <<Che succede?>> <<Pensavo ora che Desmond avesse lasciato andare la mente del nostro iniziato potevo tirarlo fuori, ma è subentrata un'altra forza molto più potente che ha intrappolato come in catene la mente del nostro iniziato!>> <<Sai chi è?>> <<Ho solo un vago sospetto, ma spero vivamente di sbagliarmi>>.

<<Ma, purtroppo, la tua operatrice sospetta molto bene>> mi disse Giunone apparendo davanti a me in un flusso di dati. <<Che cosa vuoi da me?>> le chiesi <<Niente di illegale, sebbene si tratti di rubare, ma non lo considererei derubare una cosa visto che mi appartiene: ti farò vivere le vicende di Lydia Frye e di appropriarti della Mela quando ne avrai l'occasione>> <<Ma così cambierò il corso della storia>> <<Me ne infischio, l'unica cosa a cui tengo è la Mela, mi appartiene! Ora va' e non fallire, se tieni alla tua vita>>.

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