Somewhere in Southern Italy.

By sabloueh

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Harry è un cantautore inglese che decide di passare le sue vacanze in Italia per ritrovare quell'ispirazione... More

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1. The one with the blue bandana.
2. The one where Harry gets inspired.
3. The one with the cave.
4. The one with the freckles.
5. The one with the gift.
6. The one with the confessions.
7. The one where Harry feels strong.
9. The one with the sun and the moon.
10. The one with the date.
11. The one with the comet.
12. The one with the diary.
13. The one where Louis finds out.
14. The one with the anchor and rope.
15. The one where it's time to say goodbye.
16. The one where they hurt each other.
17. The one where he sings of them.
18. The one where they try to fix themselves.
19. The one and only.
AVVERTENZE.

8. The one with the prophetical rain.

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By sabloueh



Passò una settimana prima che i quattro organizzassero il falò. Niall ed Harry quella sera erano andati in spiaggia un paio di ore prima della fine del turno di lavoro di Liam e Louis, per preparare la legna raccolta quel giorno da tutti e quattro e accendere così il fuoco. In quella settimana, Harry e Louis si erano visti unicamente durante il giorno, dato che il liscio doveva lavorare ogni sera, non volendo cambiare i turni con i suoi colleghi perché aveva altri giorni in mente in cui farlo e che non voleva rivelare, però, al più piccolo. Harry era sempre stata una persona estremamente curiosa ma quella volta aveva rispettato il volere di Louis senza fare domande, aspettando con pazienza il momento in cui glielo avrebbe confessato. «Liam mi ha detto che saranno qui tra dieci minuti» Harry annuì alle parole di Niall e si sedette sulla sabbia accanto a lui, con soltanto il rumore delle onde e dello scoppiettio della legna a riempire quel silenzio. «Louis non ti ha mandato lo stesso messaggio?» domandò l'amico, poggiando nuovamente il cellulare nella tasca dei suoi jeans.

«Non ho il suo numero di telefono» ribatté Harry, sorpreso anche lui di ciò.

«Dici sul serio?! E come fate a sapere dove e quando dovete incontrarvi?»

«Ce lo diciamo il giorno prima» spiegò, scrollando le spalle. Per Harry non era un'anomalia il non aver chiesto a Louis il suo numero di cellulare, sarebbe stato soltanto un qualcosa in più che non era estremamente necessario. Anche se, avendo il suo numero avrebbe potuto mandargli messaggi durante i giorni o le sere in cui non erano insieme, avrebbe potuto mandargli messaggi del buongiorno e della buonanotte. Ma Harry non lo avrebbe fatto, anche se avesse avuto il suo numero, perché non voleva apparire agli occhi di Louis come una persona invadente. Magari il liscio non apprezzava quel genere di attenzioni, se fosse stato il contrario avrebbe già chiesto il suo numero. O forse anche Louis, come Harry, non ci aveva minimamente pensato fino ad allora, dato che entrambi erano più interessati a viversi l'altro di persona e non tramite un cellulare.

«Retrogradi» commentò Niall qualche secondo dopo, divertito, venendo però ignorato.

Harry sospirò di sollievo quando Liam e Louis arrivarono circa una decina di minuti dopo portando birre e patatine per tutti, perché Niall stava iniziando a parlare di come quei venti giorni fossero passati in fretta e di quanto gli sembrasse di aver visto ancora poco di quell'isola, che nascondeva ancora tanto. Harry quella sera non voleva deprimersi perché sì, anche lui aveva pensato che quei giorni erano passati piuttosto in fretta, ma non si sarebbe fatto intristire da quei pensieri o, almeno, non quella sera.

«Ciao» Louis si sedette accanto a lui quando Niall si alzò per avvicinarsi a Liam e rubargli velocemente una bottiglia di birra dalle mani.

«Ehi» Harry gli sorrise, accettando la birra col tappo già stappato che gli stava porgendo. «Com'è andata stasera al lavoro?» gli chiese per intavolare una conversazione, prima di bere un piccolo un sorso di birra direttamente dal collo della bottiglia.

Louis rimase per qualche secondo in silenzio, ammaliato dal modo in cui il pomo d'Adamo del più piccolo si mosse quando deglutì la birra. Ma il liscio si schiarì in fretta la voce, distogliendo lo sguardo per rispondergli. «Stancante. Purtroppo quando arriva il weekend il locale è sempre più pieno del solito.»

Harry mugugnò e si imbronciò. «Domani passiamo la giornata insieme?» gli chiese, sapendo di non poterlo fare dopo il suo turno di lavoro, dato che il giorno dopo il bar avrebbe chiuso alle due di notte, essendo sabato.

«Certo» Louis allungò una mano e gli scompigliò leggermente i capelli con un sorriso sulle labbra.

«Sai già dove portarmi?» domandò Harry ridacchiando, allontanatosi dalle sue mani per tentare di domare i suoi ricci.

«Ovviamente.»

«Non sei mai a corto di idee?»

Louis ghignò, scuotendo la testa e prendendo il pacchetto di sigarette dalla tasca. «Con quest'isola non puoi mai essere a corto di idee» gli rivelò, portandosi una sigaretta alle labbra e accendendola in un modo strano e a tratti pericoloso.

«Ma sei pazzo?!» Harry rimase a bocca aperta quando lo vide accendersi la sigaretta all'interno della maglietta, senza alcuna titubanza.

«C'è il vento!» si giustificò Louis soffiando furori dalle labbra la prima boccata di fumo, mandandola però lontano dal più piccolo.

«Dovresti smetterla di fumare» gli disse Harry, serio.

«Harry non fumo tanto, solo quando sono nervoso o dopo il lavoro, per rilassarmi» gli spiegò. Harry roteò gli occhi e lasciò perdere, spostando lo sguardo verso gli altri due che si erano già scolati quasi due intere bottiglie di birra ciascuno.

«Oddio Harry, non ci posso credere!» rise Liam, gettando la testa indietro e sdraiandosi di schiena sulla sabbia, una mano sulla pancia e l'altra stretta intorno alla bottiglia di birra mezza vuota.

«Non puoi credere a cosa?» chiese Harry confuso, non sicuro che l'altro avesse detto proprio il suo nome.

«Niall mi ha detto che una volta sei stato paparazzato mentre, ubriaco, facevi pipì in giardino» disse, tra le risate. «È vero?» chiese conferma.

Anche Niall stava ridendo fragorosamente ed Harry lo fulminò con lo sguardo. «Oh e poi c'è stata quella volta in cui, durante una premiazione ai Brit Awards, è salito sul palco in ritardo per ritirare il premio perché era in bagno» aggiunse l'amico, prima di tornare a ridere forte. Anche Louis, seduto accanto ad Harry, ridacchiò ma smise immediatamente quando il più piccolo si voltò verso di lui e lo incenerì con lo sguardo. «I presentatori non sapevano cosa dire e cosa fare e sospirarono letteralmente di sollievo quando videro Harry correre verso di loro come un matto, dal fondo della sala» Niall continuò il suo racconto. «Salì sul palco col fiato corto e non sapeva neppure che categoria avesse vinto, lo chiese ai presentatori!» concluse, ridendo ancora.

«Tutto questo non è affatto divertente» disse Harry, imbronciandosi.

«Quindi se mi metto a cercare su internet "Harry Styles fa pipì" mi escono foto del suo sedere nudo?» domandò Louis, interessato.

«Si» rispose Niall.

«Buono a sapersi» commentò il liscio con un sorriso sghembo, mentre Harry sollevò un sopracciglio, ammiccando e avvicinando le labbra al suo orecchio.

«Era di cinque anni fa, se lo guardi adesso è molto meglio» gli rivelò, allontanandosi ghignando divertito. Louis guardò dritto di fronte a sé col labbro inferiore stretto dolorosamente tra i denti, scuotendo piano la testa e prendendo poi un nuovo tiro dalla sigaretta, senza aggiungere altro.

La serata passò piuttosto in fretta, Niall si scolò quasi tutte le bottiglie di birra ma era ancora capace di intendere e di volere dato che reggeva l'alcol piuttosto bene. Lo stesso non si poteva dire di Liam, che l'alcol gli faceva venire sonnolenza e, infatti, rischiava di addormentarsi sulla sabbia, risvegliandosi direttamente l'indomani. Harry e Louis erano invece coloro che avevano bevuto di meno ma mangiato di più, parlando spesso con gli altri due, ma molto di più tra loro. Era come se nessuno dei due volesse sprecare il suo tempo a dividere l'altro con altre persone. Ecco perché, quando circa due ore dopo, Niall e Liam si alzarono per andare via, chiedendogli che cosa avessero intenzione di fare, Louis rispose per entrambi. «Noi rimaniamo qui un altro po'» disse, sorridendo agli altri due e salutandoli con un cenno della mano. Harry, intanto, sorrideva mordendosi il labbro inferiore, contento perché il più grande aveva usato quel noi in maniera così spontanea. Non si era arrabbiato perché Louis aveva deciso anche per lui, anzi, era contento perché ciò significava che anche il liscio volesse passare del tempo da solo con lui, senza doversi trattenere perché entrambi non amavano scambiarsi effusioni in presenza di altri, anche se quegli altri erano loro amici. Harry respirò profondamente e poggiò la guancia sulla spalla del maggiore, chiudendo gli occhi e muovendo lentamente le dita di una mano sul ginocchio di Louis. Quest'ultimo voltò leggermente il capo per lasciargli un bacio sulla fronte e poggiò la mano su quella che Harry stava muovendo sulla sua gamba. «Sei stanco?»

Il più piccolo ridacchiò. «Questa domanda dovrei farla io a te. Io sono in vacanza, tu sei in giro dalla mattina alla sera e non hai un attimo di risposo» disse, intrecciando le dita con quelle di Louis.

«Io non sono stanco.»

«Nemmeno io» rispose allora, voltando il capo per baciargli il collo e strofinare il naso sulla sua pelle. Louis allungò il braccio per circondargli le spalle e spingerselo maggiormente contro, poggiando la guancia sulla sua testa e osservando il mare scuro a causa del buio della notte. «Sta per piovere» sospirò Louis, quando un tuono piuttosto forte rimbombò nell'aria.

Harry emise un mugugnò di lamento, nascondendo ancor di più il viso nell'incavo del suo collo. «Non voglio andare via» ammise, perché ciò significava che si sarebbe dovuto separare da Louis, dato che non c'era stata ancora l'occasione per dormire nuovamente insieme. Era passata circa una settimana e anche se Harry voleva dormire di nuovo con lui, non riusciva a trovare il coraggio per chiederglielo, temendo un rifiuto o, peggio, una scusa.

«Nemmeno io, ma credo che purtroppo dobbiamo farlo» disse Louis non appena una goccia d'acqua cadde sul suo viso, seguita da tante altre.

Harry sospirò e si staccò per guardarlo negli occhi, ma senza lasciargli la mano e senza badare alla pioggia che iniziava a cadere su di loro in maniera sempre più incessante. «Non voglio separarmi da te» ammise, serio.

Louis gli sorrise debolmente e allungò la mano libera per accarezzargli le labbra ora bagnate dalla pioggia. «Allora non ci separeremo.»

«Lo vuoi anche tu?»

«Si, Harry» rispose, poggiando la fronte sulla sua e continuando a sorridergli.

Harry si morse il labbro inferiore prima di deglutire e aprire le labbra per chiedergli in un sussurro «Vieni da me?»

Louis annuì, sempre con un piccolo sorriso sulle labbra, togliendogli i capelli dalla fronte, che a causa della pioggia si stavano appiattendo e rischiavano di coprirgli il volto. «Ma prima di andare, voglia fare un bagno» il liscio ammiccò e si staccò dal più piccolo per alzarsi e togliersi la maglia e i pantaloni.

Harry lo guardò con gli occhi spalancati. «Ma cosa fai?!» boccheggiò quando Louis si tolse anche i boxer, rimanendo completamente nudo di fronte ai suoi occhi.

«Se vuoi, raggiungimi» gli fece l'occhiolino prima di correre verso il mare e tuffarsi, riemergendo subito dopo, stringendosi le braccia intorno al busto. «Cazzo, è fredda» urlò, ridendo.

«Sei completamente pazzo!» urlò Harry per farsi sentire a causa della distanza e del rumore della pioggia che sbatteva veloce contro la sabbia. Si alzò poi in piedi e si morse il labbro inferiore.

«Ti sto aspettando!»

Il più piccolo ridacchiò e scosse la testa rassegnato, prima di togliersi le scarpe e poi il resto dei vestiti, correndo verso il mare e tuffandosi in acqua anche lui totalmente nudo. «Merda!» imprecò, rabbrividendo.

Louis rise e si avvicinò immediatamente a lui, circondandogli il corpo con le braccia e con le gambe, stringendosi a lui il più possibile. «Ti stavo aspettando proprio per fare questo» ridacchiò sulle sue labbra prima di baciarlo, incurante della pioggia che cadeva sui loro visi e sull'acqua, creando un rumore assordante ma a tratti anche rilassante. Louis stringeva il volto di Harry con entrambe le mani, mentre Harry circondò la schiena di Louis con entrambe le braccia, avvicinandolo ancor di più al suo corpo, cosicché tra loro non ci fosse neppure un minimo di spazio. Si baciarono inclinando entrambi il volto e sorridendo quando la pioggia cadde proprio sulle loro labbra, rendendo quel bacio ancor più bagnato e facendo avvertire ad entrambi, nelle loro bocche, il sapore della pioggia mischiato a quello del mare.

«Sei» Harry gli lasciò un bacio a stampo sulle labbra «matto» continuò, dandogli un altro bacio.

Louis ridacchiò, mordendogli il labbro superiore. «Lo so» sussurrò, poco prima di voltare il capo per mordergli la guancia, facendolo sorridere. Louis riuscì quindi nel suo intento di mordergli una delle fossette che si erano appena formate sulle sue guance, ridacchiando insieme a lui.
Rimasero nell'acqua fredda solamente per un altro paio di minuti, ma quando poi iniziarono a rabbrividire, non più per i baci che lasciavano sulla pelle dell'altro ma per l'acqua del mare che con la pioggia diventava sempre più fredda, Louis si allontanò dal suo corpo e, prendendolo per mano, trascinò entrambi a riva. Dopo aver coperto il suo corpo bagnato con i vestiti altrettanto fradici, il liscio si voltò verso Harry e sorrise nel trovarlo vestito dalla testa ai piedi, ma fermo ad occhi chiusi e col volto rivolto verso l'alto. Le gocce di pioggia cadevano sul suo viso e sul suo corpo, facendo appiattire ancor di più al suo petto la maglia nera che indossava. Louis quindi si avvicinò, le mani strinsero entrambi i suoi fianchi, la fronte la poggiò contro il suo petto e sospirò. «Che diavolo stai facendo?» gli chiese poi, ridacchiando.

«Ti stavo aspettando» rispose Harry, abbassando il volto per guardarlo con le labbra aperte in un enorme sorriso. Louis respirò profondamente e si alzò in punta di piedi per prendergli di nuovo il volto tra le mani e baciarlo piano, senza alcuna fretta dato che ormai entrambi erano bagnati dalla testa ai piedi e continuare a rimanere sotto la pioggia non era un problema se ciò significava continuare ad avere le labbra dell'altro sulle proprie.

«È valsa la pena aspettare?» chiese Louis col respiro affannoso quando si staccò dalle sue labbra, per far prendere fiato ad entrambi.

Harry lo guardò in silenzio per una serie di minuti, pensando attentamente alla risposta da dare, cercando di non badare al cuore che batteva frettolosamente. «Si, decisamente» disse poi, deciso, strofinando il naso contro il suo, ad occhi chiusi, sorridendo quando sentì l'altro ridacchiare silenziosamente. Quando Harry riaprì gli occhi, deglutì nel notare che quelli di Louis fossero già fissi nei suoi e lo guardavano in una maniera che Harry non seppe descrivere. Seppe solo che rabbrividì, ma non fu per il freddo, non fu per la folata di vento che si era abbattuta contro di loro qualche secondo prima. Fu per un motivo ben diverso, che ancora faceva fatica ad ammettere. «Andiamo?» chiese in un sussurro, dopo aver deglutito col cuore in gola, scacciando quei pensieri lontano dalla sua mente. Lo sguardo di Louis gli stava facendo un effetto strano e gli fece non soltanto battere il cuore all'impazzata, ma anche tremare le mani, che chiuse in due pugni contro i propri fianchi.

«Andiamo» il liscio annuì e gli prese una mano, sciogliendo quel pugno per intrecciare le loro dita e fare così qualche passo avanti, ma fu costretto a fermarsi quando Harry fece resistenza, non muovendosi dal suo posto. Louis allora lo guardò confusamente e il più piccolo, dopo averlo rassicurato con un piccolo sorriso, si avvicinò per lasciargli un altro bacio sulle labbra, prima di incamminarsi, facendolo sorridere ampiamente.

Sembrava che entrambi avessero fretta, dato che corsero letteralmente per le strade deserte del paese, senza mai lasciare la mano dell'altro e con la pioggia che batteva in maniera sempre più prepotente su di loro. Ma a nessuno dei due importava. Anzi, i due ridevano forte, correndo sempre più velocemente e non vedendo l'ora di fermarsi per avere la possibilità di baciarsi di nuovo. Fu Harry, però, a non essere in grado di aspettare di essere chiusi nella sua camera per farlo, ecco perché, ad un certo punto, si fermò e spinse Louis verso di sé, prendendogli il volto tra le mani e baciandolo lì, in mezzo alla strada, senza alcuna paura che qualcuno potesse affacciarsi proprio in quel momento alla finestra e potesse quindi guardarli. Harry, piuttosto, pensò a quanto gli fossero mancate le labbra di Louis, anche se le aveva avute sulle sue qualche minuto prima. Pensò alle piccole mani del liscio che andarono ad accarezzargli i fianchi da sotto la maglietta, toccando con le dita bagnate la sua pelle altrettanto umida. Nuovi brividi invasero il corpo di Harry che baciò ancor più profondamente Louis, muovendo voracemente la lingua nella sua bocca, come se volesse cercare in essa una risposta ai suoi mille quesiti, alle sue mille domande sul come Louis riuscisse a fargli provare tutto quello, dopo così poco tempo. «Harry» ansimò Louis a corto di fiato, tirandogli i capelli con una mano per allontanare quelle labbra che non smettevano di lasciare baci per tutto il suo viso. «Andiamo. Adesso» gli ordinò guardandolo dritto negli occhi, stringendo di nuovo la sua mano e riprendendo a correre. Fortunatamente non mancò molto alla loro destinazione e quando entrarono in hotel, il ragazzo alla reception li fissò solamente con un piccolo sorriso divertito sulle labbra, senza dire una parola. Ed Harry gli fu grato per quello, perché quel ragazzo lo vedeva rientrare da solo ogni notte e quella volta, nonostante avesse notato la presenza di Louis al suo fianco, aveva scelto di non dire nulla, di non chiedere chi fosse e se alloggiasse anche lui lì. Lo ringraziò mentalmente anche perché né lui né Louis avevano la forza o la voglia di perdere ancora altro tempo in chiacchiere inutili. Infatti, non appena le porte dell'ascensore si chiusero, Louis sbatté prepotentemente Harry contro la parete e lo baciò, soffocando nella sua bocca il verso sorpreso che l'altro emise a quel gesto improvviso. Louis lo baciò con sempre più vigore e passione, sollevandogli poco dopo una gamba e stringendola forte, spingendo più volte il bacino contro il suo, totalmente preso dal momento. Il riccio sospirò rumorosamente e poggiò la testa contro la parete quando le labbra di Louis andarono a leccargli le goccioline di pioggia che continuavano a scorrere dai suoi capelli sul suo collo e sulla sua mascella, mordendogli quest'ultima e facendolo ansimare per una nuova spinta.

«Lou» ansimò Harry, esponendo maggiormente il collo quando il liscio gli leccò la gola. «Louis» sospirò, poggiando entrambe le mani sulle sue spalle per allontanarlo e farlo tornare in sé, o le cose si sarebbero messe davvero male.

«Mh?» chiese Louis, guardandolo confuso e con gli occhi dilatati per il piacere.

«Siamo arrivati» gli fece notare Harry, indicando col capo le porte adesso aperte dell'ascensore, cercando di frenare la voglia di spingerselo contro per riprendere a baciarlo. Louis sorrise e annuì, lasciando la sua gamba e tirandolo per un braccio fuori dall'ascensore, avvicinandosi alla porta che sapeva essere quella del più piccolo. Quest'ultimo prese la chiave dalla tasca dei jeans e tentò di asciugarla, mentre Louis lo guardava con un sorriso malizioso, che di certo non lo aiutava a concentrarsi. Harry respirò profondamente e riuscì ad aprire la porta, nonostante quegli sguardi insistenti e provocatori, facendo cenno a Louis di entrare per primo. Il riccio non riuscì neppure a chiudere del tutto la porta che l'altro lo spinse contro essa e lo baciò a labbra già aperte. Harry mugugnò nella sua bocca e le sue mani si spostarono immediatamente sul suo sedere, per spingerselo ancor più vicino, lasciando cadere con noncuranza la chiave della camera sul pavimento. Mentre le loro labbra erano ancora incollate le une alle altre e si muovevano con sempre più audacia, Harry si spinse in avanti e trascinò Louis verso il letto, con le sue mani che adesso stavano sbottonandogli i jeans. Louis, nel frattempo, gli sfilò la maglietta, unendo di nuovo le loro labbra dopo aver sfilato anche la sua, gettandole entrambe per terra, prima di invertire i ruoli e gettarlo di schiena sul letto. Harry lo guardò dal basso col respiro affannato e le labbra socchiuse, mentre Louis si toglieva le scarpe con i talloni e si abbassò jeans e boxer in un unico movimento, lo sguardo sempre incatenato a quello di Harry. Quest'ultimo non riuscì ad impedire di far scorrere lo sguardo lungo tutto il corpo adesso nudo di Louis, leccandosi le labbra e perdendo qualche battito.

Louis sorrise divertito e gli tolse le scarpe. «Ti piace ciò che vedi?» lo prese in giro, ridendo.

«Sì» ammise sinceramente Harry, mentre si sbottonava lui stesso i jeans e li abbassava insieme all'intimo, senza voler perdere altro tempo. Con un sorriso ancora divertito sulle labbra, Louis sfilò entrambi gli indumenti dalle sue gambe e gettò ogni cosa sul pavimento. Adesso rimase lui in silenzio ad ammirare il corpo nudo del più piccolo, dalla testa ai piedi. E quando si morse le labbra per ciò che si ritrovava davanti agli occhi, Harry sospirò, sollevando istintivamente le ginocchia per allargare così le gambe. «Vieni qui» lo invitò in un flebile sussurro, allungando una mano verso di lui.

Louis poggiò prima un ginocchio e poi l'altro sul letto, gattonando tra le gambe aperte di Harry, abbassandosi per poggiare le labbra sulla sua pancia e leccare così la pelle ancora umida per la pioggia, mentre il ragazzo sotto di lui si mordeva le labbra e portava entrambe le mani tra i suoi capelli. Louis leccò tutto il suo petto e arrivò al suo viso, baciandolo dolcemente. Harry strinse forte i suoi capelli tra le dita, chiudendo gli occhi e aprendo lentamente le labbra per permettere alla lingua di Louis di entrarci e tastarne piano l'interno, prendendosi tutto il suo tempo per leccare ogni minima parte. Fu un bacio lento e diverso da quelli che si erano scambiati fino ad allora, ma fu ugualmente colmo di passione ed Harry ad un certo punto sospirò per la miriade di emozioni che stava provando, spostando una mano sulla schiena di Louis per farlo avvicinare ancor di più al suo corpo. Harry iniziò poi a sollevare lentamente il bacino, strusciandosi contro Louis quando il bacio diventò più audace, anche se continuavano a muovere le labbra allo stesso ritmo lento e Louis poggiò una mano sulla sua guancia quando interruppe il bacio, riaprendo quindi gli occhi. Guardò le labbra adesso più gonfie di Harry che respirava a bocca socchiusa, e spostò due dita proprio su esse. Il più piccolo, non appena avvertì i polpastrelli di Louis ripassare accuratamente la forma delle sue labbra, riaprì gli occhi. Guardò quelli blu di Louis che fissavano incessantemente la sua bocca e, per provocarlo, decise di aprire maggiormente le labbra, tirando fuori la lingua per leccarne con la punta un suo dito. Louis deglutì rumorosamente, incontrando il suo sguardo e solo allora, Harry si mise completamente in bocca quelle due dita e iniziò a succhiarle, incavando il più che poteva le guance e sbattendo le ciglia quasi in maniera innocente, del tutto in contrasto con ciò che stava facendo. Louis respirò profondamente e riuscì a resistere soltanto per una serie di minuti, infatti estrasse le dita dalla bocca di Harry dopo non molto tempo, toccando con quelle il suo mento, la sua gola, il suo petto, il suo inguine, tracciando poi con le due umide dita l'intera lunghezza del suo membro, stuzzicandone la punta con l'indice. Harry si morse forte il labbro inferiore e mugugnò, sollevando ancora una volta il bacino per chiedere di più, facendo ghignare Louis che spostò quindi le dita alla sua apertura e sfiorandola soltanto, per osservare la sua reazione. Harry sospirò col cuore a mille e aprì maggiormente le gambe, guardandolo negli occhi mentre annuiva una sola volta, come se gli stesse dando il via libera per fare tutto ciò che voleva.

Quando Louis infilò il primo dito nella stretta apertura di Harry, quest'ultimo chiuse gli occhi e corrugò la fronte alla sensazione che aveva dimenticato, che non ricordava perché non la provava da parecchio tempo. Il primo minuto fu per lui strano, dovette stringere forte le lenzuola sotto al suo corpo e dovette trattenere l'impulso di chiudere d'istinto le gambe. Ma quando qualche secondo dopo Louis mosse il dito più a fondo, introducendone lentamente un altro per sforbiciarli insieme, Harry iniziò a sospirare di piacere, inarcando la schiena e mugugnando, gettando la testa indietro sul cuscino. Louis si rilassò a quella sua reazione, abbassando il volto per lasciare piccoli baci nel suo interno coscia e quando iniziò a muovere più velocemente le dita, morse delicatamente la sua pelle, mentre Harry emise un gemito. «Lou?» lo richiamò affannosamente poco dopo, aprendo gli occhi dilatati e lucidi dal piacere per guardarlo.

«Vuoi che mi fermi?» chiese Louis, guardandolo e fermando i movimenti delle dita.

«Dio, no!» Harry sorrise e scosse in fretta la testa, coi ricci che non si mossero a quel movimento, incollati alla sua fronte per la pioggia e per il sudore. «Puoi-» deglutì, imbarazzato. «Puoi metterne un altro, per favore?» trovò il coraggio di chiedergli, mordendosi subito dopo le labbra.

Louis sorrise e si abbassò per lasciare quella volta un bacio al centro esatto del suo stomaco, proprio sulla farfalla che vi era tatuata. Louis non gli rispose con le parole ma bensì coi gesti, introducendo adesso anche l'anulare nella sua apertura, muovendolo poi più a fondo insieme all'indice e al medio, lentamente. Harry chiuse gli occhi e gemette ancora, più forte, gettando di nuovo la testa indietro e aprendo maggiormente le gambe. «È okay?» chiese Louis, con le labbra di nuovo impegnate sul suo interno coscia.

Harry annuì in fretta, mugugnando per il movimento delle dita di Louis dentro di sé. «Oh si» ansimò, respirando più affannosamente. Il liscio rimase per qualche secondo ipnotizzato dal modo in cui il petto di Harry si alzava e si abbassava velocemente, di come il membro ormai svettata sul suo stomaco e iniziava a rilasciare liquido pre-seminale. Louis continuò a muovere le dita e continuò a mordere e succhiare la pelle in quel punto non abbronzata. Un gemito di Harry più forte dei precedenti e il suo inarcarsi ancor di più, fece capire a Louis di essere appena riuscito a trovare il suo punto e di averlo appena toccato con le dita. Quindi Louis si spinse di nuovo in quello stesso punto. «Louis!» quest'ultimo sorrise sulla pelle del più piccolo quando, ancora una volta, le sue orecchie ascoltarono quel gemito acuto e continuò a muovere le dita in quel punto per risentirlo ancora e ancora. Harry, ad un certo punto, continuando a gemere il nome di Louis, fu costretto a portarsi una mano sul suo stesso membro e a muoverla in veloci stoccate, con le labbra aperte e da cui fuoriuscivano respiri tremolanti e affannosi, mugugno e ansimi, gli occhi ora fissi in quelli di Louis, con la fronte corrugata per trattenere l'orgasmo ancora per qualche minuto, perché non voleva smettere di sentire quelle dita affusolate muoversi così bene dentro di sé. «Merda» imprecò, quando Louis gli scacciò via la mano dal membro per sostituirla con la sua bocca, muovendosi velocemente, sentendolo ingrossarsi e indurirsi sempre di più tra le sue labbra, usando lo stesso ritmo veloce per le dita, che non si fermavano un attimo. Harry cercò di controllare i gemiti ma non poteva, non quando Louis gli stava facendo tutto quello. Cercò anche di trattenere l'orgasmo ancora per qualche minuto, ma non ci riuscì. Il piacere ebbe la meglio quando le dita di Louis si spinsero decise contro il suo punto e quando la sua lingua stuzzicava la punta del membro. Harry venne ad occhi chiusi, gemendo forte il nome di Louis e muovendo il bacino per andare incontro ai movimenti delle sue dita e delle sue labbra, che lo portarono letteralmente al limite. Louis staccò le labbra dal suo membro dopo aver accompagnato il suo orgasmo, spostandole di nuovo sul suo interno coscia per lasciarci una serie di piccoli succhiotti, mentre sfilava piano le dita quando Harry smise di andargli incontro col bacino, abbassando invece le gambe e respirando affannosamente.

Louis continuò a baciare il suo corpo mentre Harry ritrovava il fiato e il suo respiro tornò a regolarizzarsi. Quando si riprese, anche se non ancora del tutto, e aprì gli occhi per guardarlo, Louis proprio in quel momento decise di allungarsi verso di lui per baciarlo, facendogli così sentire il suo stesso sapore dalla sua bocca, facendolo sospirare e facendo crescere in lui una voglia che decise di placarla, mettendo da parte le paranoie e le insicurezze. Harry gli prese il volto tra le mani mentre continuava a baciarlo, e con un colpo di reni ribaltò le posizioni. Adesso era quindi Louis ad essere sdraiato di schiena sul materasso, con Harry su di lui che staccò le labbra dalle sue per lasciargli baci bagnati sul collo, scendendo verso il petto, leccandogli l'ombelico e mordendogli poi la pancia, facendolo sospirare rumorosamente. Sospiro che divenne un mugugno non appena Harry prese il suo membro tra le mani e lo osservò con ingordigia, prima di stabilire un contatto visivo con Louis per iniziare a leccare l'intera lunghezza. Il liscio deglutì e si morse le labbra, cercando di non muovere il bacino per spingere prepotentemente la sua erezione nella bocca del più piccolo. Cosa che non fu necessaria, dato che Harry lo fece esattamente pochi secondi dopo, abbassandosi lungo di essa mentre con la lingua non smetteva di bagnarla per rendere i suoi stessi movimenti più facili. Louis era già al limite soltanto nel guardare le guance incavate di Harry, adesso col suo membro completamente in bocca e non più tra le sue dita. I movimenti di Harry erano lenti e meticolosi, la sua lingua toccava la vena sensibile di Louis che non poté fare a meno di gemere, avvertendo in risposta la bocca del riccio aprirsi in un sorriso intorno al suo membro. Harry sembrava star gustando uno dei gelati più prelibati e difatti, poco dopo chiuse gli occhi e mugugnò non appena succhiò la punta. Louis era sicuro di non poter resistere ancora per molto, soprattutto non quando il più piccolo gli prese entrambe le mani e le portò tra i suoi stessi capelli, come se lo stesse invitando a muovere la testa per lui, a dettare lui i movimenti e il ritmo. Solo quando Louis vide nei suoi occhi totale tranquillità, lo fece. Strinse i ricci di Harry tra le dita e mosse la sua testa su e giù lungo il suo membro, dapprima lentamente, aumentando poi gradualmente il ritmo. Louis ansimò nel vedere il volto di Harry completamente in balìa dei suoi movimenti, nel vedere il modo in cui respirava in maniera più affannosa quando aumentò i movimenti, di come lo prendesse bene quando gli andò anche incontro con il bacino, sollevandolo senza però esagerare. Harry aveva le mani poggiate intorno ai fianchi di Louis e li strinse quando deglutì il sapore salato del suo seme, che iniziò a sgorgare dal suo membro. E quando il più piccolo riprese a mugugnare intorno alla sua erezione, Louis velocizzò i movimenti e gettò la testa indietro quando venne qualche minuto dopo, ringhiando e spingendo il bacino in maniera forse troppo forte, ma Harry sembrò non lamentarsene. Anzi, quando Louis allentò la presa delle sue dita tra i ricci del più piccolo, liberandolo dalla sua stretta e permettendogli quindi di allontanarsi, Harry continuò a rimanere in quella posizione per leccare ogni minimo residuo del seme di Louis, leccandosi persino le labbra quando si staccò completamente.

«Ti è piaciuto?» Harry qualche minuto dopo ruppe il silenzio che aleggiava nella camera, col mento poggiato sul petto di Louis e un sorriso titubante in volto, temendo di ricevere in risposta il solito "hai fatto abbastanza schifo, ma puoi migliorare" in risposta.

«Cazzo, si» rispose invece Louis, ridacchiando senza fiato e portandosi una mano sulla fronte sudata.

«Davvero?» Harry si morse il labbro inferiore per trattenere un enorme sorriso.

«Certo» Louis lo guardò e gli spostò i capelli dalla fronte, sorridendogli debolmente. «A te è piaciuto?»

Harry annuì immediatamente. «Da morire» confermò, prima di lasciare un bacio sul centro esatto del petto di Louis e sollevarsi.

Il liscio, però, lo blocco per un braccio, spingendoselo di nuovo addosso. «Dove vai? Baciami» lo invitò.

Harry lo guardò confuso. «Non vuoi che mi sciacqui prima la bocca?» chiese, convinto che anche Louis, come lui, non volesse sentire il suo stesso sapore.

«Assolutamente no» il liscio lo prese per la nuca e lo avvicinò a sé, baciandolo e mugugnando quando avvertì il suo sapore unito a quello del più piccolo, che rendeva il tutto ancor più inebriante.

«Dobbiamo farci una doccia» suggerì Harry con un sorriso appagato sulle labbra, mentre Louis non smetteva di lasciare baci su tutto il suo viso.

«Concordo» rispose, interrompendo quindi i suoi movimenti.

«Va' prima tu, l'accappatoio è già in bagno. Ce ne sono due e sono entrambi puliti, scegli quale vuoi» gli disse, lasciandogli un ultimo bacio sulle labbra prima di alzarsi dal suo corpo per stendersi al suo fianco.

«Non ti unisci a me?» gli chiese Louis, sedendosi.

«No. Devo recuperare ancora le forze» Louis ghignò soddisfatto e annuì, alzandosi dal letto e muovendosi verso il bagno, mostrandogli ancora una volta tutta la sua nudità. «Ti preparo un paio di boxer puliti, spero di averne qualcuno adatto a te» aggiunse il più piccolo.

«Non è un problema, posso dormire nudo» ribatté Louis, scrollando le spalle e sorridendogli maliziosamente, prima di chiudersi la porta del bagno alle spalle.

Harry ridacchiò e non appena sentì l'acqua della doccia azionarsi, si alzò dal letto per frugare tra le sue cose e cercare un paio di boxer che potesse andare perfettamente al più grande. Aveva rifiutato di farsi la doccia assieme a lui non perché avesse davvero bisogno di riprendere le forze, quella era stata soltanto una scusa. In realtà, aveva rifiutato perché non riusciva più a tenere ferme le sue mani, non resisteva più. Ecco perché, dopo aver poggiato il paio di boxer puliti per Louis sulla scrivania, prese il suo diario e la penna, tornando a sedersi sul letto per scrivere in fretta.

So long I've been waiting to let go of myself and feel alive.

Harry sospirò di sollievo non appena mise un punto a quella frase, mordendosi poi l'enorme sorriso nel ripensare a quanto era stato bene quella sera con Louis, ma non solo. Pensò a quanto stesse bene con Louis sin dal loro primo incontro, pensò a come si sentisse vivo grazie a lui. Pensò alla frase che gli aveva detto qualche ora prima. Una frase detta per caso e che magari per Louis non aveva alcun significato, mentre per lui contava molto.
Ti stavo aspettando.
Harry stava aspettando Louis da tutta la sua vita, lo stava aspettando e non sapeva neppure di farlo. Lo stava aspettando per sentirsi finalmente se stesso, per sentirsi finalmente bene, finalmente giusto. E come aveva detto a lui, tutta quell'attesa, era valsa sicuramente la pena. Era valso la pena anche e soprattutto il dolore, perché era grazie a quello se adesso si trovava lì, era quello ad averlo portato da Louis, ed Harry non poteva che ringraziarlo.

Quando il riccio non sentì più l'acqua della doccia scorrere, si alzò dal letto e poggiò nuovamente il diario sulla scrivania, recuperando un paio di boxer anche per se stesso e aspettando che Louis uscisse dal bagno. La porta si aprì qualche secondo dopo e il liscio uscì con ancora l'accappatoio addosso e un sorriso sereno in volto. Si avvicinò ad Harry e gli lasciò un bacio sulla spalla, prima che il più piccolo gli scompigliasse i capelli e si chiudesse adesso lui in bagno. Louis lo osservò allontanarsi da lui col sorriso sulle labbra e soltanto quando si chiuse la porta alle sue spalle, si tolse l'accappatoio per indossare i boxer preparati dall'altro e che fortunatamente non gli andavano larghi. Dopodiché, recuperò il suo cellulare e mandò un messaggio a Liam, dicendogli che quella notte non sarebbe rientrato a casa a dormire. Sapeva che l'amico probabilmente stava già dormendo, ma almeno lo avrebbe letto una volta sveglio e non poteva quindi accusarlo di non averglielo riferito. Louis mosse le dita sul cellulare per altri minuti, impostando anche la sveglia per il mattino successivo, in modo tale da non svegliarsi tardi come era già capitato. Quando lasciò perdere il telefono, per ammazzare il tempo, iniziò a recuperare i suoi vestiti e quelli di Harry dal pavimento, piegandoli accuratamente e poggiandoli sulla scrivania. Lo fece senza guardare dove li stava effettivamente poggiando, quindi quando avvertì qualcosa cadere sul pavimento, corrugò la fronte e guardò verso il basso. Sul parquet c'era quella che gli sembrava essere un'agenda, aperta, con le pagine però rivolte verso il pavimento. Louis allora si abbassò per recuperarla e quando la voltò, delle frasi apparvero dinanzi ai suoi occhi.

Don't let me go cause I'm tired of feeling alone.

Quella fu la prima frase che lesse, scritta sulla pagina a sinistra, mentre su quella a destra ce n'era ancora un'altra.

Is that so wrong, is it so wrong that you make me strong?

Louis sfogliò quelle pagine sin dalla prima, col cuore in gola e le labbra socchiuse, trovando solamente poche parole a riempire interi spazi bianchi.

I'm feeling like right now I wish you were here with me, cause right now everything is new to me.

My hands, your hands, tight up like two ships, drifting weightless, waves try to break it, I'd do anything to save it.

Your hand fits in mine like it's made just for me, but bear th-

«Che cosa stai facendo?!» Louis sobbalzò e non riuscì a terminare di leggere la frase che l'oggetto gli venne strappato violentemente dalle mani e quando sollevò lo sguardo, si ritrovò gli occhi spalancati e lucidi di Harry. «Come ti sei permesso?!» urlò il più piccolo, incredulo e spaventato. «Come diavolo ti sei permesso, Louis?!» continuò boccheggiando e respirando affannosamente, le lacrime che minacciavano di scorrere dai suoi occhi da un momento all'altro.

Louis deglutì e iniziò a tremare. «Era caduto, era aperto e quando l'ho rialzato non ho potuto fare a meno di leggere» spiegò, anche lui col cuore in gola. «Mi dispiace Harry» aggiunse, realmente dispiaciuto. «Io- perdonami. Non-» sospirò, passandosi una mano tra i capelli umidi. «Non era mia intenzione, non volevo farlo! Credimi, per favore» Louis si avvicinò e provò a prendergli la mano ma Harry indietreggiò di scatto e quel gesto gli spezzò il cuore.

Harry si strinse il diario al petto e guardò Louis con gli occhi feriti e delusi, tirando su col naso e non riuscendo a trattenere le lacrime che involontariamente scesero lungo le sue guance. «Vattene» disse sottovoce, con la voce strozzata dalle lacrime.

Louis spalancò gli occhi e scosse la testa. «No. No Harry, ascoltami. Non volevo leggerle, te lo g-»

«Ma l'hai fatto!» urlò il più piccolo, interrompendolo. «Potevi semplicemente raccoglierlo e chiuderlo, rimetterlo a posto» singhiozzò, distogliendo lo sguardo dagli occhi dispiaciuti di Louis e dalla sua espressione colma di dolore. «Non dovevi farlo» sussurrò Harry, scuotendo la testa.

«Hai ragione, hai assolutamente ragione. Non so neppure io perché l'ho fatto ma quelle frasi, cazzo Harry! Quelle frasi sono meravigliose» ammise, tristemente. «Non ho potuto fare a meno di fermarmi, mi dispiace» Louis si mise entrambe le mani in faccia e sospirò, prima di allontanarle e cercare di avvicinarsi di nuovo al più piccolo per toccarlo e rassicurarlo in qualche modo, per abbracciarlo. «Perdonami, ti prego.»

Louis allungò la mano per poggiarla sul suo braccio, ma anche quella volta Harry spezzò il suo cuore in altri piccoli pezzettini, allontanandosi da lui e guardandolo duramente. «Non mi toccare» gli disse serio, anche se per il dolore che provava avrebbe voluto urlare e piangere e disperarsi tra le braccia di Niall, colui che lo conosceva sin da quando era bambino e l'unico che non si era mai permesso di fare una cosa del genere. «Vai via» aggiunse asciugandosi una guancia col palmo della mano, inutilmente, dato che le lacrime non si interruppero.

«Non posso lasciarti così Har-» Louis provò a dire.

«Vattene!» Harry a quel puntò urlò, con gli occhi ancor più spalancati. «Prendi le tue cose e non farti più vedere» continuò, poggiando il diario sulla scrivania e prendendo i vestiti di Louis, lanciandoglieli addosso. Dopodiché, Harry si avvicinò alla porta e la aprì, senza dirgli altro ma aspettando solo che andasse via.

Louis deglutì e recuperò la scarpa che era caduta durante quel gesto. Si avvicinò poi alla porta e, prima di uscire, guardò Harry, che continuava a piangere con lo sguardo rivolto da tutt'altra parte, per non incontrare i suoi occhi. «Mi dispiace» riuscì solo a sussurrare il più grande, tirando su col naso e scoprendo di star piangendo solamente una volta fuori la porta della camera di Harry, ormai chiusa. Louis poggiò la fronte contro il legno della porta e chiuse gli occhi. «Perdonami, ti prego» sussurrò, anche se sapeva che Harry non potesse ascoltarlo. «Perdonami» lasciò un bacio impercettibile sulla porta come se stesse baciando una parte del corpo di Harry, poi si rivestì e andò via, con un dolore al centro del petto che diventava sempre più opprimente e con le lacrime che si confondevano con la pioggia che ancora non aveva smesso di cadere. Era come se la pioggia avesse cercato di avvertirlo, quando qualche ora prima piccole gocce d'acqua si erano abbattute sulle sue guance, proprio come se fossero delle lacrime. Ma anche se Louis avesse capito quell'avvertimento, si sarebbe sentito ugualmente una merda come in quel momento. E quando Louis tornò a casa, si rinchiuse in bagno e continuò a piangere, cercando di essere il più silenzioso possibile. Pianse con una mano a coprirgli la bocca e con i denti a mordersi il palmo. Cercò di non fare rumore, cercò di trattenere i singhiozzi che però involontariamente uscirono dalla sua bocca. E Louis quindi non si stupì quando la porta del bagno venne aperta e Liam entrò con una faccia assonnata ma estremamente preoccupata. Il ragazzo spalancò gli occhi non appena vide Louis seduto per terra, con la schiena al muro e una mano sulla bocca, le lacrime che non smettevano di scorrere dai suoi occhi blu. Soltanto guardare quest'ultimi, fece provare a Liam un dolore atroce, nonostante non sapesse nulla.

«Dio, Louis, che cazzo è successo?!» domandò, avvicinandosi in fretta a lui e piegandosi sulle ginocchia per fronteggiarlo.

Louis tirò su col naso e scosse la testa, allontanando la mano dalla bocca che ormai non era più necessaria. «Ho rovinato tutto» ammise sottovoce, singhiozzando subito dopo.

«Cosa, Louis? Cosa hai rovinato?»

Louis sembrò piangere ancor di più dopo quella domanda. «Con Harry» disse, con voce strozzata. «Ho rovinato tutto con Harry» dopo quella rivelazione, Louis scoppiò nuovamente in lacrime, stringendo l'amico in un abbraccio e cercando conforto tra le sue braccia. Liam era incredulo e stupito ma subito ricambiò il suo abbraccio senza pensarci due volte, accarezzandogli i capelli e cercando di rassicurarlo anche se non sapeva che cosa fosse davvero successo. Aveva visto Louis in quel modo poche volte in quei sei anni. Anzi, situazioni del genere capitavano due volte all'anno sempre e solo per un'unica persona. Quindi in quel momento non sapeva in che modo tranquillizzarlo, perché era la prima volta che lo vedeva piangere per un ragazzo, ma non lo avrebbe mai e poi mai lasciato da solo in un momento del genere.

Quando Louis era uscito dalla camera, Harry aveva chiuso in fretta la porta e si era poggiato contro essa, lasciandosi scivolare sul pavimento e stringendo le gambe al petto, piangendo silenziosamente. «Perdonami, ti prego» sentì Louis pronunciare quelle parole dall'altra parte della porta e non poté non provare ancora più rabbia e dolore. Quindi si alzò e si avvicinò al suo diario, mordendosi le labbra e singhiozzando nello sfogliare quelle pagine e rileggere quelle parole che se qualche ora prima considerava giuste, in quel momento gli risultavano totalmente sbagliate, stupide, banali, brutte. Ecco perché strappò le pagine una ad una, accartocciando i fogli e gettandoli con rabbia sul pavimento, sdraiandosi poi sul letto e rannicchiandosi su se stesso, in posizione fetale. Harry pianse ancor di più quando sentì il profumo di Louis sul cuscino e, in uno scatto d'ira, gettò anche quello sul pavimento, grugnendo. Si alzò poi dal letto e tolse con rabbia anche le lenzuola di quel letto, su cui poco prima era sdraiato con Louis e tutto era giusto, bello, perfetto. In quel momento, invece, niente lo era.
Neppure Louis.
Harry non poteva pensare di essersi sbagliato anche su di lui, ma quella fu purtroppo la verità. Louis non era come aveva pensato che fosse e le sue erano state soltanto delle illusioni. Non poteva credere che il liscio avesse davvero fatto una cosa del genere, che avesse davvero invaso la sua privacy leggendo le sue parole senza pensarci due volte. Non poteva credere che proprio Louis, il suo Louis, lo avesse fatto.

Harry continuò a piangere per tutta la notte. Anche mentre il Sole sorgeva sempre più in alto nel cielo, lui non mosse un muscolo, continuò invece a rimanere rannicchiato sul letto senza alcun cuscino o lenzuolo sotto di sé, ma solamente le sue braccia a circondare e abbracciare il proprio corpo che di tanto in tanto veniva scosso dai singhiozzi. Harry si sentiva di nuovo solo e di nuovo una nullità, come se tutti quei passi avanti che aveva fatto fino ad allora fossero in realtà un cerchio destinato a riportarlo al punto di partenza. Come se fosse destinato a soffrire e a provare dolore per tutta la sua vita e ciò lo portò a pensare che niente e nessuno avrebbe potuto cambiare davvero le cose. Niente e nessuno lo avrebbe tirato fuori da quel baratro che lui stesso si era creato. Neppure Niall, che quel mattino lo chiamò come di consueto per chiedergli se avesse già preso impegni quel giorno con Louis. Harry allungò il braccio verso il comodino e rispose, dopo essersi schiarito la voce. «Mh?»

«Apri subito la porta» Harry corrugò la fronte, non capendo il perché di quel tono così serio. «Harry, so che è successo qualcosa con Louis, apri questa porta e spiegami.»

Harry deglutì e riattaccò, alzandosi per aprire la porta a Niall, che spalancò gli occhi non solo nel notare le occhiaia del riccio ma anche il casino che c'era in quella camera. Lenzuola, fogli di carta, cuscini per terra. «Ma che cazzo è successo?» chiese, boccheggiando e guardando l'amico che si sedette sul letto con le gambe incrociate e lo sguardo perso.

«Come lo sai?» gli chiese Harry, atono.

«Ho parlato con Liam. Louis gli ha fatto capire che fosse successo qualcosa con te» spiegò, sedendosi di fronte a lui. «Mi spieghi, Haz?» domandò, quella volta in maniera più calma. Harry si morse forte il labbro inferiore quando la vista gli si appannò nuovamente e il secondo successivo scoppiò a piangere, abbassando il volto e strizzando gli occhi. «Harry» Niall esalò, sorpreso e spinse l'amico contro di sé, per abbracciando forte. Harry nascose il volto nell'incavo del suo collo e tirò su col naso, ad occhi chiusi.

«Ha letto tutto» confessò tra le lacrime, qualche secondo dopo. «Ha preso il mio diario e ha letto tutto, Niall.»

«Cazzo» sussurrò Niall tra i singhiozzi dell'amico e chiuse gli occhi anche lui, sospirando profondamente e stringendo sempre di più il corpo del più piccolo a sé. Niall sapeva che Harry aveva ripreso a scrivere qualcosa in quei giorni e quando gliene aveva parlato, gli era sembrato così tanto sicuro e fiero di ciò e sapeva anche che tutto quello dipendeva anche da Louis, che lo aveva ispirato in quelle settimane. Anzi, forse dipendeva soltanto da quel ragazzo. Sapere, però, che adesso tutto poteva essersi sgretolato a causa di quella stessa persona, faceva male anche a lui e non poteva neppure immaginare quanto tutto quello potesse far male ad Harry, che ancora una volta si sentiva tradito e preso in giro. E Niall aveva paura che il riccio, dopo quell'ennesima batosta, non si sarebbe più rialzato. Soprattutto perché non l'aveva mai visto così tanto sconvolto in vita sua come in quel momento e anche se tutto ciò era avvenuto a causa di Louis, soltanto quest'ultimo poteva riportare nuovamente Harry a galla, proprio come aveva fatto venti giorni prima, seppur inconsapevolmente. Niall sperava soltanto che, per la seconda volta, Louis sarebbe riuscito a trovare il modo di rifarlo.



N.A
Okay, non odiatemi. Insultatemi poco, si? È fattibile come cosa? Ahahah. Non poteva essere sempre tutto rosa e fiori, però almeno c'è stato lo smut dai. Come sempre, se vi va, ditemi cosa ne pensate di questo capitolo. E grazie sempre a chi legge questa storia.
Twitter: @/sweetenershar
A presto.

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