Niall Horan Imagines

By yihooniall

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Una serie di One Shots che hanno come protagonista Niall Horan. More

Imagines
1. The maid
2. Best Friend's Wedding
3. The Secret Boyfriend
4. The Right Place
5. Horan's
6. Needy
8. Rose

7. Loss

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By yihooniall

Scusate per eventuali errori, l'ho scritta ora in neanche 10 minuti.

Idea di: @OnTheLooseGirl

/

Era da ormai un mese che Niall non dormiva più. Riusciva a riposare si e no un paio di ore, poi si svegliava nel bel mezzo della notte e restava a fissare il vuoto fino alle prime luci dell'alba.
Non dormiva più da quel maledetto giorno di gennaio.

«Sono a casa» urlò al vuoto.

Posò le chiavi sul mobile dell'ingresso, era appena rientrato da lavoro e non vedeva l'ora di farsi una doccia.
Aveva notato che la macchina dei suoi genitori non era parcheggiata nel vialetto perciò dedusse che fossero usciti, ma sua sorella sarebbe dovuta essere in casa.

«Lei e questa brutta fissazione di mettere le cuffie quando è in casa da sola» borbottò Niall salendo le scale.
Prima di chiudersi in bagno decise di avvertirla del suo ritorno.

«Ehi sono tornato»

La stanza era vuota, la esaminò per bene prima di corrugare la fronte.
Forse era in bagno.

«Rosalind!» la chiamò mentre attraversava il corridoio. Il pavimento era ricoperto da una moquette rossa di cui la loro madre si prendeva cura ogni giorno.

«Ehi sei in bagno?» bussò contro il legno bianco della porta, si aprì leggermente.

«Ros-» la voce gli si mozzò in gola, si pietrificò sul posto non riuscendo a togliere gli occhi dal corpo inerme di sua sorella sul pavimento.

«Rosalind!»

Fece uno scatto verso di lei, si mise in ginocchio afferrandole delicatamente la testa fra le mani.

«Rosalind, tesoro andiamo sono io, apri gli occhi»

Le mani iniziarono a tremagli, si guardò intorno ma non c'era sangue, nessun oggetto con cui avrebbe potuto farsi del male fisico.
Cercò di controllarle il battito ma non sentiva nulla, stava andando nel panico.

«Oh Dio Ross ti prego» iniziò a piangere. Tirò fuori dalla tasca dei jeans il telefono e chiamò il 911. Nonostante il tremolio delle sue dita riuscì a comporre il numero al primo tentativo.

«Pronto? Ho bisogno di un'ambulanza al 90 di Greyson's Street, credo che mia sorella sia svenuta vi prego fate presto»

«La mandiamo subito, nel frattempo riesce a dirci cosa è successo?»

«Non lo so» si portò una mano tra i capelli.
«Sono tornato a casa da lavoro e l'ho trovata a terra in bagno, non ha nessuna ferita. Ho provato a chiamarla ma non reagisce» singhiozzò.

«Stia tranquillo» cercò di calmarlo l'infermiera dall'altro lato del ricevitore.
«Ha il viso pallido? Riesce a sentire il battito?»

Tolse la mano dai capelli e la portò verso il polso di sua sorella.

«È pallida e fredda» rabbrividì alle sue parole, non le piaceva affatto quella descrizione.
«Non sento nulla qui» singhiozzò di nuovo quando dal polso non ricevette nessun segno di battito cardiaco.

«Quanti anni ha sua sorella? Può dirci se era sotto uso di farmaci o se è stata male ultimamente?» Niall scosse la testa.

«No, non è malata e non stava prendendo nessun farmaco. Ha 19 anni»

Dopo qualche altre domanda sentì le sirene in lontananza farsi sempre più vicine. Corse ad aprire la porta permettendo ai medici di entrare. Fece loro strada verso il bagno e osservò ogni loro minima mossa cercando di capirci qualcosa.

«Che ha? Sta bene?»

È viva?
Avrebbe voluto chiedere.
Il più giovane parlò rispondendo alle sue domande.

«Non le sappiamo dire molto, ha bisogno di alcune analisi quindi la porteremo subito in ospedale. Ha il polso davvero debole ma per il momento starà bene»

Per il momento.
Niall annuì asciugandosi gli occhi dalle lacrime incessanti.
Cosa era successo a sua sorella?
Perché proprio quando nessuno era in casa?

Quella notte la passò in ospedale con i genitori. Fu sollevato nel vederla riaprire gli occhi ma subito la sua felicità venne spazzata via dalla notizia che il dottor Langard stava per dargli.
Sua sorella aveva il cancro. Le metastasi avevano colpito il cervello e stavano camminando verso i polmoni, non c'era molto da fare se non aspettare che quella malattia la portasse via da loro, da lui.
Erano arrivati troppo tardi.

«Niall?»

Distolse lo sguardo dal soffitto quando la testa di sua sorella fece capolino nella sua stanza.
Erano le 4:40 del mattino e come sempre aveva passato la notte in bianco.

«Ehi piccola» disse dolcemente.

Si mise a sedere facendole spazio nel suo letto. Rosalind lo raggiunse, si sedette sopra le sue gambe e gli circondò il bacino con le sue.

«Non hai dormito neanche oggi?» chiese posando a testa sulla spalla di suo fratello, lasciandosi coccolare dalle sue braccia muscolose.
Niall scosse la testa senza aggiungere altro.

«Tu invece hai riposato? Lo sai che non mi piace vederti con gli occhi stanchi» disse premuroso.
Niall e Rosalind avevano sempre avuto quel tipo di rapporto che tutti i loro amici avevano sempre invidiato. Erano fratelli ma soprattutto migliori amici, non potevano fare a meno l'uno dell'altra.

«Sì, qualche oretta» mentì.

Si ritrovava spesso a guardarla intensamente e ad accarezzarla, voleva godersi sua sorella fino all'ultimo giorno. Impazziva solo all'idea di non potersi rispecchiare più nei suoi occhi azzurri o di non poterla più abbracciare, accarezzare i capelli, farla arrabbiare e farla ridere.
Avevano tentato di combattere quella malattia ma non c'era stato nulla da fare.

«Non posso credere che stai per lasciarci»

E dopo quella frase Niall scoppiò in un pianto fatto di singhiozzi.
Avvicinò il viso di sua sorella al suo petto e la strinse, era spaventato e sperava che quello fosse soltanto un incubo da cui si sarebbe svegliato presto.

«Niall lo sai che non voglio vederti stare così male»

«Come farò quando avrò bisogno di te?» continuò a parlare ignorandola.
Lei gli accarezzò la testa godendosi il contatto con i suoi capelli morbidi, tutto il contrario dei suoi i quali erano crespi e pieni di doppie punte.

«Sarò sempre accanto a te Niall, sempre ogni giorno della tua vita»

Rosalind cercava di consolarlo ma sapevano benissimo entrambi che l'assenza della ragazza si sarebbe sentita fin troppo.

«Voglio sapere tutti i tuoi segreti, voglio che tu li condivida con me. Non ti giudicherò e non li dirò a nessuno, te lo prometto»

«Solo se tu mi dici i tuoi» accettò sua sorella. Non lo voleva tagliare via dalla sua vita, in particolare non adesso.
Niall anche accettò e così si ritrovarono a chiacchierare fino all'ora della colazione.

«Perché non glielo dici?» chiese Rosalind. Stavano parlando della cotta che si era preso suo fratello per una compagna di corso all'università.

«Non ora» rispose lui semplicemente.
«Parlami delle tue cotte invece» cambiò discorso incentrando l'attenzione su di lei.

«Ne ho avute poche, due ragazzi della mia classe e il presidente del club di letteratura. Dennis era uno dei miei compagni di classe» spiegò parlando del suo ex.

«E fino a dove vi siete spinti?»

«Niall!» arrossì. Lui scrollò le spalle ma aveva un'espressione e un tono così serio che fecero parlare la ragazza.
«Tanto oltre. Ho perso la mia verginità con lui» disse timida.

Niall iniziò ad accarezzarle la schiena.

«È stato qualcosa di cui ti sei pentita?» chiese interessato. Scosse la testa sorridendo.
«Allora sono davvero felice per te, piccola» le lasciò un bacio sulla fronte.
«Ti piace qualcuno attualmente?»

Rosalind si sentiva stranamente a suo agio nel parlare di queste cose con suo fratello, si chiese perché non lo avesse fatto prima. Forse era troppo spaventata da una sua possibile reazione o forse si vergognava solamente.  

«Harry»

«Harry? Il mio migliore amico?» chiese alzando leggermente il tono di voce.

«È figo, non puoi dirgli nulla su questo» si difese lei facendolo ridere.
Niall si ritrovò ad essere d'accordo con sua sorella, spesso invidiava la bellezza esteriore del suo amico.

«Oh e ti ricordi di quella volta, due anni fa, quando comprasti la maglia del Chelsea?»

«Sì, l'ho persa subito dopo, non l'ho più ritrovata»

Sua sorella sorrise colpevole.

«Te l'ho rubata io, era il compleanno del mio ragazzo e non avevo soldi per un regalo» si giustificò.

Niall la guardò torvo. Aveva davvero rubato la sua maglia per darla al suo ragazzo?
Sua sorella era più pestifera di quanto immaginasse.

«Sei incredibile»

Borbottò. Non poteva essere arrabbiato con lei, anzi quella confessione lo divertiva alquanto.
Guardò verso la finestra, ormai era mattina e il suo stomaco necessitava di cibo. Rosalind ridacchiò sentendolo brontolare, vi posò poi una mano sopra accarezzandogli la pancia.

«Andiamo al Mc Donald's per la colazione? Ho voglia dei loro pancakes»

Niall sorrise e le accarezzò una guancia.

«Certo tesoro, vatti a cambiare così usciamo»

E nel trambusto del loro risveglio si alzarono anche i loro genitori. Niall riuscì anche a preparare due caffè, uno senza zucchero per suo padre e uno macchiato con un po' di latte per sua madre.
In questo ultimo periodo erano davvero esausti.

«Porto Ross a fare colazione» li avvertì prima di uscire.

Passarono altri due mesi e la salute di Rosalind peggiorava giorno dopo giorno. Non usciva più dalla sua stanza e tutti sapevano che di li a poco se ne sarebbe andata lasciando un vuoto incolmabile. Rosalind è una ragazza piena di felicità e molto chiacchierona, la sua mancanza si sarebbe sentita eccome.
Ogni giorno venivano amici e parenti per farle compagnia ma molto spesso restava in silenzio a fissare il vuoto. Niall era sempre in un angolo della stanza a guardarla mentre ogni pezzo del suo corpo pian piano scompariva. Lo stava lasciando, sua sorella lo stava davvero lasciando.

«Cosa c'è tesoro?»

Niall alzò la testa di scatto nel sentire la voce di sua madre.
Sentì il lieve sussurro di sua sorella.

«Voglio Niall, lasciatemi con Niall»

Sua madre le accarezzò la fronte annuendo. Incitò gli ospiti ad uscire e lanciò uno sguardo a suo figlio. Niall ricambiò come per dirle "tranquilla, ci sono io".
Quando chiusero la porta Niall si avvicinò a lei, le prese la mano e gli venne da piangere nel sentire quanto debole fosse diventata.

«Niall»

«Sono qui amore»

«Niall non voglio lasciarti» iniziò a piangere.
«Scusami se non te l'ho mai detto ma sei il fratello migliore del mondo. Sei una bellissima persona, sai come far star bene gli altri e spero tu non perda mai questo lato della tua personalità»

Stranamente Niall riuscì a non piangere.

«Grazie Ross, sono contento che tu abbia il mio stesso carattere. Sono sempre stato fiero di te, dal primo momento che sei nata. Ti ho aspettato con ansia e mi hai regalato gli anni migliori della mia vita, avrai per sempre il posto più speciale nel mio cuore, va bene? Sei la mia piccola donna»

La strinse in un abbraccio molto delicato, mentre le lacrime sul volto di Rosalind continuavano ad aumentate.

«Ho paura» disse tremante.
Niall la baciò tra i capelli.

«Non devi averne. Starai bene Ross, tutto il dolore andrà via e sarai capace di guidarci da lassù. Non farmi brutti scherzi, mi aspetto che tutti i miei desideri si avverino» tentò di alleggerire con una stupida battuta. Lei rise lievemente.

«Non dimenticatevi di me»

«È impossibile dimenticarsi di te. Ho già deciso che prenderò la tua stanza, posso?»

«Tienila in ordine e non togliere la carta da parati a fiori nella cabina armadio»

Niall sorrise.

«E non fare sesso sul mio letto»

Il sorriso svanì lasciando spazio a due guance rosse.

«Ross!»

«Mi faresti la stessa raccomandazione»

Niall stette in silenzio perché beh, aveva ragione.

«Ti amo Niall» lo guardò negli occhi lucidi.

«Ti amo anche io amore, tantissimo, più di ogni altra cosa al mondo»

Si distese accanto a lei e vegliò su sua sorella mentre riposava.
Cercò di immagazzinare il suo profumo, avrebbe utilizzato il suo shampoo e bagnoschiuma per il resto della vita.

Due settimane dopo l'intera famiglia, conoscenti e amici si ritrovarono nel cimitero della città.
Rosalind era andata via.
Erano presenti anche gli amici di Niall che tra una pacca sulla spalla e un sorriso per dargli forza lo avevano circondato alla fine del rito funebre.
Si allontanò da loro per avvicinarsi per ultimo alla tomba di Rosalind, era stremato per via delle lacrime incessanti.
Si piegò per lasciarle una rosa rossa li vicino, accarezzò le lettere del suo nome e sospirò rialzandosi.

Era davvero andata via.
Non avrebbe più rivisto il suo viso la mattina appena sveglio e non avrebbe più riascoltato la sua voce squillante.
Come avrebbe fatto?

«Ehi Niall»

Liquidò il suo amico con un gesto della mano, voleva solo tornare a casa.
La prima cosa che fece fu quella di cambiarsi togliendosi quell'abito scomodo, poi si distese sul letto di sua sorella, abbracciò il peluche che teneva sulle lenzuola e chiuse gli occhi. I cuscini profumavano di lei.

«Mi manchi» sussurrò.
«Ti prego vieni a prendermi il prima possibile»

Sua madre non poté far altro che allontanarsi da quella stanza con le lacrime agli occhi.

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