The Jabberwocky

By YumeNoshi

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SEGUITO DI: "welcome to wonderland", "The Cheshire Cat //Yaoi//" e "The Dodo //Yaoi//" CI SARANNO RIFERIMENTI... More

1 - Twas brillig, and the slithy toves
2 - did gyre and gimble in the wabe;
4 - and the mome raths outgrabe.
5 - Beware the Jabberwock, my son!
6 - The jaws that bite, the claws that catch!
7 - Beware the Jubjub bird,
8 - and shun the frumious Bandersnatch!
9 - He took his vorpal sword in hand:
10 - long time the manxome foe he sought
11 - so rested he by the Tumtum tree,
12 - and stood awhile in thought.
13 - And as in uffish thought he stood,
14 - the Jabberwock, with eyes of flame,
15 - came whiffling through the tulgey wood,
16 - and burbled as it came!
17 - One, two! One, two! And through and through!
18 - The vorpal blade went snicker-snack!
19 - He left it dead, and with its head
20 - he went galumphing back.
21 - And hast thou slain the Jabberwock?
22 - Come to my arms, my beamish boy!
23 - O frabjous day! Callooh! Callay!
24 - He chortled in his joy.
25 - 'Twas brillig, and the slithy toves
26 - did gyre and gimble in the wabe;
27 - all mimsy were the borogoves,
28 - and the mome raths outgrabe.
ora ti raggiungo, Ranpuko

3 - all mimsy were the borogoves,

758 78 22
By YumeNoshi

"Importantissima" nota autrice:

Assicurati di aver ammirato a dovere il mio disegno del Jabberwocky lassù prima di iniziare a leggere il capitolo...
Ammirato?
Per sicurezza ammiralo un'altra volta.
...Fatto?
Ok, ora puoi iniziare... Anche se in realtà ti consiglierei di ammirarlo di nuovo... Giusto per sicurezza...

(Alla faccia della modestia... Vabbè, ora ti lascio al capitolo.)

~

- Ehi, che fate di bello? -

Chiese Akane affacciandosi nel salone del centro e rivolgendo ai presenti un sorriso raggiante.

Era solita fare visita agli amici ogni singola domenica, così ormai i medici, gli infermieri e i vari responsabili si erano abituati alla sua presenza, quasi fosse anche lei una dei pazienti. Quel giorno però non era domenica, ma venerdì.

Così la bambina rimase ferma lì, sulla soglia, in attesa che qualcuno dicesse qualcosa del tipo: "ehi Akane, ma che bella sorpresa! Cosa ci fai qui oggi?" o "Akane, è successo qualcosa? Com'è che sei qui?" o comunque qualcosa del genere.
Invece nessuno disse nulla.
Giusto Kazuto e Shun si degnarono di voltarsi verso di lei e rivolgerle un piccolo cenno di saluto con la mano.

Gli altri invece rimasero in silenzio, quasi non avessero neanche fatto caso alla sua presenza.

E un po' in realtà se l'era aspettato che gli amici fossero così privi di orientamento temporale da non sapere neanche quale giorno della settimana fosse quello, ma almeno da parte di Usaro se la sarebbe aspettata un po' di sorpresa, invece l'albino non era neanche presente.
Al suo posto, sul tavolino al centro della sala c'era un piccolo orologio da polso. Sembrava essere proprio quello che il Withe Rabbit si portava sempre dietro, ma una cosa del genere era impossibile dato che lui non se ne sarebbe mai separato, neanche per un solo istante.

- Certo che questo posto è diventato un vero mortorio... - Borbottò la Dormouse incrociando le braccia al petto e storcendo il naso indispettita. - Oh beh, significa che mi toccherà andare via. E dire che ero certa vi interessasse sapere cos'è successo di recente a Satoshi, ma se non è così... -

Neanche avesse tirato fuori un megafono per dire quell'ultima frase o premuto un qualche tipo di interruttore, nell'istante in cui pronunciò il nome "Satoshi", si voltarono tutti verso di lei.

- Cosa? -

Chiese Takeshi.

- Eh? -

Replicò la ragazzina, rimasta sorpresa dal ritrovarsi tutto d'un tratto con così tanti occhi puntati contro.

- Satoshi. -

Disse Kazuto.

- Cosa gli è successo? -

Aggiunse Shun.

- Oh, giusto... Ecco, ieri le mie mamme se lo sono ritrovato alla centrale di polizia. - A quel punto era davvero riuscita a catturare l'attenzione di tutti i presenti, così aggiunse: - Pare che abbia aiutato un tipo a rubare delle cose da un konbini, ma li hanno catturati subito. -

- E perché avrebbe dovuto fare una cosa del genere? -

Replicò Ren.

E al tempo stesso Akane notò come gli angoli delle labbra di tutti si stessero lentamente sollevando verso l'alto.

- Pare che si sia fatto prendere dal panico o qualcosa del genere. -

Spiegò la ragazzina con un'alzata di spalle.

- Ma questo significa che... -

Disse allora Haku, lasciando di proposito la frase a metà. Osservando l'amica con sguardo pieno di aspettative, come anche tutti gli altri.

- No, mi dispiace. Non tornerà. - Sospirò Akane scuotendo lentamente il capo. - Ma non è questa la sola cosa che dovevo dirvi. C'è un'altra notizia ancora più importante. - Quindi attese alcuni istanti, finchè non fu certa di avere davvero tutta l'attenzione dei sei presenti. - ...Satoshi è scomparso. -

- Che cosa!? -

La Dormouse sussultò nel sentir pronunciare quella frase alle proprie spalle e subito si voltò verso il nuovo arrivato.

- Spiegati meglio. - Le intimò Hajime, arrivato proprio in quel momento, giusto in tempo per sentire l'ultima notizia dell'amica. - Cos'è successo? -

Akane ne aveva visti di sguardi spaventosi negli ultimi anni.
Da quando aveva iniziato ad aiutare le madri, si era ritrovata spesso a dover avere a che fare con criminali o, in quel caso, malati mentali, ma lo sguardo che le rivolse Hajime in quel momento fu quanto di più spaventoso avesse mai visto. Forse perfino di più di quello che aveva visto sul volto di Satoshi l'anno prima, quando l'avevano trovato in preda al delirio mentre colpiva ripetutamente il direttore del circo con un frammento di vetro.

- Ha aiutato un tipo a scappare con la refurtiva di un konbini, poi sono stati presi e portati alla centrale di polizia. - Squittì la Dormouse, indietreggiando di un passo. - Lì il tipo ha usato dei fumogeni per creare scompiglio e, presumibilmente, per scappare con Satoshi, ma in realtà mentre tutti li stavono cercando, loro erano ancora lì, affatto intenzionati ad andare via. Così hanno fatto passare ad entrambi la notte in cella, ma questa mattina, quando i suoi genitori sono andati a recuperarlo, hanno trovato solo lo sconosciuto. Satoshi era sparito. -

- E lo sconosciuto? - Chiese il Cheshire Cat a denti stretti. - Gli hanno chiesto se ne sapesse qualcosa? -

- Sì, certo che l'hanno fatto. -

- E che ha detto? -

- Che avrebbe risposto quando lo avrebbe voluto lui e solo se nel frattempo lo avessero portato ad "alloggiare" qui. -

A quel punto Hajime, come anche Kazuto, Shun, Takeshi, Ren, Haku e Shinzou, strabuzzò gli occhi dalla sorpresa.

- Adesso è qui. - Aggiunse Akane facendo un cenno vago alle proprie spalle. - Con lui ci sono le mie madri. Che risponda o meno, in ogni caso è stato deciso di affidarlo a questo centro psichiatrico. Essendo minorenne hanno provato a contattare i suoi genitori, ma non riescono neanche a capire quale sia la sua identità, si rifiuta di dire il suo vero nome. - A quel punto fece una piccola pausa e, osservando attentamente prima Hajime, poi Kazuto e infine Takeshi, a bassa voce chiese: - Non è che per caso sapete qualcosa del Jabberwocky? -

I tre però la osservarono interdetti, aggrottando la fronte ancora più perplessi.

- Mai sentito. - Affermò il Dodo, per poi voltarsi verso gli altri due. - Voi invece... -

- No, neanche a me dice nulla. - Sospirò Kazuto, scuotendo il capo. - Hajime? -

- Non è mai esistito un Jabberwocky. - Affermò il Cheshire Cat con sicurezza. - Ne sono certo, non è mai stato dato a nessuno quel ruolo. -

- Allora immagino che non ci resti che andare a chiedere direttamente a lui. -

Concluse la Dormouse, per poi fare segno ai sette di seguirla.

Nella piccola sala situata all'ingresso, solitamente riservata alle visite, si trovavano in quel momento sia il responsabile del centro che un paio di infermieri, oltre a Puppy, Deer e...

- ...E questo è il motivo per cui non sopporto gli specchi. - Stava spiegando un ragazzo dai corti e scompigliati capelli verde fluo, sdraiato comodamente sul piccolo divanetto con il capo posato su un bracciolo e le gambe a ciondoloni su quello opposto. Le mani alzate al cielo, che gesticolavano animatamente. - Insomma, secondo me sono la cosa più inquietante che sia mai stata inventata, voi non credete? - Non ricevendo risposta sbuffò e volse gli occhi scarlatti verso il soffitto, quindi si accorse con un leggero sussulto degli otto nuovi arrivati. - Ehi, ma che bel comitato di accoglienza! -

La voce risultava leggermente ovattata a causa della mascherina per la tosse che aveva in viso, ma ciò non la rendeva affatto meno alta e vivace di quanto fosse effettivamente.

Aveva una carnagione pallida, quasi cadaverica, e due profonde occhiaie scure.
Aveva un'altezza nella media, eppure la sua corporatura era alquanto esile per i suoi diciannove anni, ma sembrava più dovuta a un qualche problema di alimentazione piuttosto che ad una semplice questione di genetica.

- Oh, ma non siete tutti. - Commentò lo sconosciuto, osservando i presenti uno ad uno, per poi scrollare le spalle con noncuranza. - Fa niente, poi andrò a presentarmi anche a loro. - Quindi saltò giù dal divano e saltellando giunse di fronte al gruppo, porgendo la mano a nessuno in particolare. - Piacere Wonderland, io sono il Jabberwocky! -

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