Ai confini del vuoto 1 - Prog...

By smallcactusstories

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La guerra tra Alleanza di Mu e Federazione di Lemuria si protende ormai da quasi dodici anni, dato che nessun... More

Premessa
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30 (Aesta)
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35 (Nayla)
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Note
Extra 2: Personaggi
Extra 3: Playlist
Extra 4: Cose varie ed eventuali
Extra 5: disegno
Ringraziamenti

16 (Axel)

196 26 36
By smallcactusstories

Ordine trentadue.

Non c'è mai stato un tale silenzio sulla Starfall: nessuno parla, ma l'ordine dato da Vivi l'abbiamo sentito tutti. Non ha detto niente, ma è stata eloquente: decollo immediato significa che Brunnos l'ha tradita.

È successo ciò che in molti si aspettavano: l'ha raggirata, è riuscito a far sì che Vivi si fidasse di lui... era un piano ben progettato, chissà da quant'è che volevano metterlo in atto lui e l'Orlan. Aspettavano solo il momento opportuno per arrivare a lei.

Sbatto i pugni sui comandi, serrando le labbra: io le avevo detto di lasciarlo a bordo, ma lei si fidava, era certa che tutto sarebbe filato liscio – era certa che lui fosse cambiato, ma non lo farà mai, io ne sono sicuro.

Scuoto la testa, alzando lo sguardo dai comandi della Starfall, i cui pulsanti non sono più illuminati. «Dobbiamo salvarla».

«C'è la Pegasus vicino al cuore, ci prenderanno subito se ci avviciniamo» mi risponde Zavis. «Sicuramente adesso saranno in allerta: dobbiamo aspettare che le acque si siano calmate e che loro abbassino la guardia: cercheranno sicuramente di ottenere informazioni da Vivi. Senza contare che non sappiamo niente della situazione di Aesta».

«Lo so... è che... senza Vivi e Aesta al comando non andremmo molto lontano... io le avevo detto di fare attenzione...»

«Non è colpa tua, Axel, né sua. Siamo stati ingannati e traditi. De Algy aveva ragione a chiedere la pena di morte per Brunnos quando è stato nelle nostre mani su Lemuria, è stato un peccato che il consiglio l'abbia solo fatto torturare per ottenere informazioni che non ci sono servite a niente».

«Lo so... non posso rassegnarmi all'idea di perdere anche Vivi. Non mi sono ancora abituato a non avere Aesta al mio fianco, figuriamoci a non sentire Vivi urlare ordini da quella balaustra».

L'ultimo messaggio da parte della Federazione che abbiamo ricevuto notificava una sconfitta e la flotta nell'orbita dell'Atlantis, ma risale a sette ol fa, quindi non abbiamo idea di come le cose si siano evolute. Vivi è prigioniera nel cuore da troppo tempo, siamo rimasti su Minerva sperando che in questo modo l'Alleanza non riesca a risalire alla nostra posizione – siamo l'unica speranza che è rimasta alla Federazione e abbiamo un solo tentativo.

«Il piano è questo: ci porteremo sulle coordinate del cuore di Minerva, se la Pegasus è lì, distruggeremo la nave non appena è a tiro. Dobbiamo essere in grado di penetrare all'interno senza che ci scoprano, l'ideale sarebbe mandare una piccola squadra con una delle LWSS nelle stive».

Annuisco alle parole di Zavis. «La piloterò io».

«Dovresti restare sulla Starfall, sei il primo ufficiale, in teoria avresti il comando in assenza di Vivi».

«Sì, ma io sono il pilota della Starfall: per quello che abbiamo in mente servono persone abili ai cannoni, mantenere l'assetto di volo a distanza per sparare non è difficile. Arrivare senza essere visti, sì, invece. Fidati, Zavis, è meglio che io piloti la LWSS. Non puoi togliermi la possibilità di tirare almeno uno schiaffo a Brunnos, non dopo quello che ha fatto a Vivi».

Lui annuisce. «Verrò con te. Adesso formiamo le squadre, partiremo domani all'alba».

Prendere sonno è più difficile di quel che pensassi: continuo a fissare il soffitto senza sapere a cosa pensare. Ho paura per Vivi: abbiamo provato a metterci in contatto con lei, ma non abbiamo ricevuto risposta. Abbiamo rischiato – forse troppo – perché se il comunicatore le fosse stato preso da Brunnos, potrebbero tracciare la nostra posizione in pochissimo tempo. Non sembrano averci individuati: finora nessuna nave dell'Alleanza ha solcato i cieli di Minerva, sempre più coperti dalle nuvole scure, e la Pegasus è sempre stata ferma nella sua posizione. I radar parlano chiaro, ma l'abbiamo anche verificato con i nostri occhi.

La Starfall appare vuota senza di lei, sembra abbia perso altri pezzi oltre a quelli che abbiamo lasciato come traccia sull'At5.

Non ho la più pallida idea se Vivi sia viva o morta, se le sia successo qualcosa – spero solo di essere in orario, per una volta nella mia vita.

Brunnos la deve pagare: è solo un bastardo, se tutto va come deve andare, giuro lo ammazzo.

Aesta... Aesta la conosco da troppo tempo per odiarla: non riesco ancora a crederci al suo tradimento, c'è un vuoto sulla Starfall senza di lei come primo ufficiale. Saperla tra le fila dell'Alleanza, tra i nemici, mi mette i brividi: potrebbe anche essere stata uccisa nella battaglia, non abbiamo informazioni certe su di lei, sono solo voci messe in giro per screditarla.

***

Alla fine il momento del decollo è arrivato. La LWSS si libra in volo poco dopo la Starfall – ci servirà anche da protezione. Non c'è movimento vicino alla Pegasus: eravamo così poco distanti da loro, ma non se ne sono accorti, e soprattutto adesso non si aspettano ciò che sta per accadere.

Bastano tre colpi in sequenza a far esplodere la Pegasus: è un attimo prima che il fuoco la abbracci completamente partendo dalla zona dei motori. L'ammiraglia dell'Andromeda, la nave dell'Orlan, è solo un'altra vittima della Starfall.

«Noi continuiamo a tenere sotto tiro quella struttura». La voce di uno degli ufficiali risuona nel mio auricolare.

«Noi andiamo; non interrompete le comunicazioni per nessun motivo, non sappiamo quale sia la situazione» rispondo spingendo in avanti la leve dei comandi.

«Vivi sarebbe fiera del suo equipaggio» mormora Zavis.

«Abbiamo imparato bene e, soprattutto, abbiamo tolto di torno uno dei migliori incrociatori dell'Alleanza. Muoviamoci: se ci mettiamo a parlare potremmo dare loro modo di organizzare una resistenza» ribatto atterrando a poca distanza. «È ora di dare una lezione a quei bastardi» aggiungo guardando le altre venti persone che hanno accettato di compiere questo assalto.

All'interno, come sospettavo, ci sono alcuni soldati dell'Alleanza in subbuglio: l'esplosione della Pegasus li ha messi in allarme, ma non sembrano aver ancora rilevato la nostra presenza – sarebbero davvero idioti a pensare che sia esplosa all'improvviso. Abbiamo giurato di essere il loro incubo ed è bene che la loro più grande paura si realizzi: la Starfall è qui, con la situazione in pugno. Non andranno lontano: moriranno qui, su Minerva, come i loro compagni della Titania.

Abbiamo studiato dalle mappe che abbiamo trovato, la precisione di Vivi sarà la sua salvezza: loro non conoscono bene l'ambiente, noi sappiamo come muoverci, come arrivare alle loro spalle e sorprenderli. Non rimarrà nessuno.

Zavis mi fa un cenno con la testa, sporgendosi poi dall'angolo per sparare.

Non sanno che siamo qui, che è stata la Starfall a far esplodere la loro nave: sono presi alla sprovvista, non riescono a reagire e cadono uno dopo l'altro. Non sono molti gli oppositori, forse erano tutti a bordo della Pegasus – meglio così.

Zavis è uno dei migliori tiratori: non sbaglia un colpo e l'unico che non spara è quando punta la pistola alla tempia di Brunnos, prendendolo alla sprovvista. Non si muove quando gli stringe un braccio nella mano, sibilandogli qualcosa all'orecchio.

Lo raggiungo poco dopo, lanciando solo un'occhiata di disgusto all'unico responsabile della sconfitta della Federazione.

«Non è possibile... voi...» mormora.

«Noi siamo qui. Siamo dei pazzi, forse» gli risponde Zavis sorridendo. «Della Pegasus non è rimasto null'altro che macerie».

«Erano quasi tutti a bordo...»

«Bene così» gli risponde Zavis stringendo la presa. «Brucia vedere la sconfitta con i propri occhi, non è vero? Fa male sapere che tutto quello che hai creato nei ol scorsi è andato in polvere... come la Pegasus e il suo equipaggio».

«Adesso basta, Zavis. Dov'è Vivi?» Lui abbassa con riluttanza la pistola, poi lo spinge verso di me; quello inciampa, ma si rimette subito in piedi. Lo guardo negli occhi mentre chiudo le manette intorno ai suoi polsi.

«Pagherai per tutto quello che le hai fatto. Avremmo dovuto ammazzarti su Lemuria, odio farlo, ma stavolta do ragione a De Algy».

Brunnos abbassa lo sguardo per un attimo, poi mi fissa. «Vi porto a lei».

Zavis tiene la pistola puntata alla sua tempia e gli stringe un braccio mentre proseguiamo lungo i corridoi; Brunnos se ne sta zitto, si vede quanto gli bruci la sconfitta sulla pelle: non dice niente, non fa niente per mostrarsi sicuro – sa di aver perso stavolta, sa che pagherà.

«Va' a chiamare i medici di bordo» dico a Zavis che annuisce, correndo via. Spingo Brunnos a terra, non mi interessa fargli del male. Tre uomini tengono sotto tiro lui, l'Orlan e Aesta che accarezza la guancia di Vivi. Singhiozza, stringendola a sé.

«Come sta?»

«Male» risponde lei passandosi un palmo sugli occhi. «Ed è tutta colpa di Brunnos».

«Lo so» le rispondo stringendole la spalla. Vivi socchiude appena gli occhi, mi dice qualche frase senza senso, continuando a tremare. Non posso sopportare di perderla: vedere Aesta con la divisa dell'Alleanza addosso è un conto, veder morire una di loro due un altro. Mi rialzo, avvicinandomi a Brunnos che mi guarda con gli occhi spalancati e scuote la testa.

«Implorare pietà non ti servirà a niente, lurido bastardo che non sei altro» gli sibilo tirandogli un calcio sulla pancia. «Ritieniti fortunato che sia ancora viva» sibilo stringendo la giacca di Brunnos e sollevandolo da terra. «Se fosse morta, se tu l'avessi uccisa, non staresti qui a implorare pietà» gli dico spingendolo contro il muro. Geme per il dolore, rimanendo poi a terra, con gli occhi fissi verso Vivi, inerme nelle braccia di Aesta.

«Non dovresti nemmeno guardarla, figuriamoci toccarla».

Sono rimasto a guardare, immobile, mentre i medici di bordo cercavano di capire cosa fare: non hanno voluto portarla sulla Starfall – troppo rischioso per la sua salute a loro dire, l'hanno sistemata in una stanza al piano di sopra, probabilmente occupata da qualcuno dell'Alleanza nei ol scorsi. Vederla immobile, pallida e ferita in quel modo è stato un duro colpo. Ed è tutta colpa sua, dell'uomo che mi sta davanti. Vivi mi ha chiesto di tirargli uno schiaffo, ma uno solo è troppo poco: De Algy aveva ragione, doveva essere ammazzato senza processo su Lemuria e per dare ragione al comandante della Star Opal la situazione deve essere davvero grave.

L'Orlan non si è mossa dall'angolo, tiene un ginocchio piegato e un braccio appoggiato sopra quello, fissando il pavimento; Aesta continua a seguire i miei movimenti, ma ancora non ha detto una parola, evitando lo sguardo di chiunque incrociasse. Lui non si muove, tiene le labbra serrate anche quando lo blocco contro il muro: forse è la prima volta che sente vacillare la sua sicurezza.

«Cosa le hai fatto?»

«Niente».

«Niente?» gli urlo. «È ferita! Senza forze! Se avessi aspettato qualche giorno in più, sarebbe morta. Volevi questo fin dall'inizio, non è vero?»

«Io...»

Non lo faccio parlare, gli tiro uno schiaffo. Rimane con la testa piegata, fissa il pavimento finché non gli tiro un pugno nello stomaco.

«Axel!»

«Sta' zitta, Aesta. Tu ci hai traditi, Vivi ha rischiato di morire anche per colpa tua. Ma lui... lui è solo un bastardo: nessuno può toccarla e passarla liscia» le rispondo guardando poi Brunnos inginocchiato a terra: tiene a fatica una mano sul punto in cui l'ho colpito, ma non accenna ad alzare lo sguardo.

Patetico.

«Era soltanto un'altra delle tue donne, non è vero?» Mi volto verso l'Orlan che lo fissa con un sogghigno. «Ti sta bene, Brunnos. Non puoi sempre vincere, ora ne hai la prova. Sono quasi felice di assistere alla tua sconfitta, non di condividerla, ma, cielo, aspettavo di vederti cadere da wakin».

«Quanto le hai mentito?»

«Tanto» mi risponde in un sussurro.

«Qualunque cosa tu possa dire sul fatto che in realtà lei fosse l'unica per cui provavi qualcosa per me è una cazzata. Non ti crederò mai».

«Io... io non la merito, lo so, ma è vero... è vero che fosse l'unica per cui provavo qualcosa» mormora con il fiato corto.

Serro le labbra, tirandogli poi un calcio sul fianco; rotola a terra, con il volto distorto dal dolore.

«Axel...» Aesta appoggia la sua mano sul mio braccio, mi volto a guardarla. «Io... non ti riconosco... che ti è preso?»

«Ha ingannato Vivi. Non glielo perdonerò mai».

«Non ti chiedo di chiederle scusa, non ho giustificazioni, ma ti giuro che è vero quel che ho detto».

«Non ti credo, Brunnos. Non ti crederò mai. Non potrai mai fare niente per dimostrarmi il contrario».

Annuisce, poi si allontana a passo svelto. Torno a guardare Brunnos che si è rimesso in piedi. «Prima che me ne dimentichi, questo è da parte sua» gli sibilo tirandogli uno schiaffo con quanta forza ho in corpo.

Si porta una mano sulla parte colpita, abbassando lo sguardo.

«De Algy aveva ragione, per una volta: dovevano ammazzarti su Lemuria, traditore o no. Lei ti ha salvato».

«Lo so».

«Vivi non ti merita, affatto».

«So anche questo, però...»

Lo ignoro, qualsiasi cosa stia dicendo per me non ha un peso; mi volto verso Aesta che continua a fissarmi con una faccia stravolta. «Vai da Vivi, ha chiesto di te».



L'angolino buio e misterioso 

Non volevo inserire originariamente capitoli con un narratore diverso, ma... in terza questa storia non funziona. Lo so, ci ho provato. Non viene. Ma adoro anche il pov di Axel e niente, eccolo qui. 

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