Niall Horan Imagines

By yihooniall

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Una serie di One Shots che hanno come protagonista Niall Horan. More

Imagines
1. The maid
2. Best Friend's Wedding
3. The Secret Boyfriend
5. Horan's
6. Needy
7. Loss
8. Rose

4. The Right Place

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By yihooniall

«Scordatelo»

«Andiamo Rosalind, è solo un festa» cercò di convincerla la sua amica. Lei nel frattempo stava finendo di sistemare i vestiti nell'armadio. Si voltò verso di lei spostando l'indumento da una mano ad un'altra, frustrata.

«Una festa che il mio ex sta organizzando per il suo compleanno!» puntualizzò.

«Non devi per forza parlargli, ti prego fammi compagnia» venne subito distratta dal top in pizzo bianco che Rosalind stava appendendo nell'armadio.
«Questo me lo devi prestare» si alzò per afferrarlo ma lei ritirò la mano stringendosi quell'indumento al petto, come se fosse qualcosa di raro.
Glielo aveva infatti regalato il suo ex, era forse l'unica cosa che non aveva gettato del suo ricordo.

«Tutto ma non questo» mormorò dandole le spalle. Non ne parlava mai con nessuno ma molto spesso sentiva la mancanza di quel biondino accanto a lei.

«Allora indossalo questa sera»

«Ti ho detto che non voglio venirci» ribatté.

«Non lo vedi da un anno, hai sempre cercato di ignorarlo e puoi farlo benissimo anche questa sera»

Non lo vedi da un anno.

Un anno senza vedere quel ragazzo per cui aveva follemente perso la testa.
Forse rivederlo glielo avrebbe tolto finalmente dalla mente o forse sarebbe riuscita benissimo ad ignorarlo.
E fu così che quella sera si ritrovò davanti lo specchio ad ammirare quel top bianco che non indossava da tempo.

«Stai uscendo?»

Sua madre si era affacciata dal corridoio con la cesta del bucato sotto braccio. Sua figlia annuì, accarezzando il ciondolo della sua collana.

«Dove vai?» le chiese mentre la giovane si metteva la borsa in spalla.

«Ad una festa»

Sua madre le lanciò uno sguardo che le fece alzare gli occhi al cielo. Non voleva che lei andasse in posti pieni di alcool, fumo e probabilmente droghe. Quando era fidanzata con Niall la lasciava uscire tranquillamente, si fidava di quel ragazzo, gli stava davvero a cuore ed era diventato come un figlio per lei.
Peccato che Rosalind aveva interrotto quella bellissima storia d'amore. Sì, era stata lei a lasciarlo.

«È il compleanno di Niall» mormorò uscendo dalla sua stanza. Sua madre la seguì fino al piano inferiore.

«Oh, vi sentite di nuovo?» chiese speranzosa.

«No, mi ha convinta Keith ad andare. Non farò tardi, promesso» le baciò la guancia e uscì di fretta per evitare altre domande.
Salì in auto e percorrere quella strada che era sempre solita fare non aiutò molto a reprimere la sua ansia. Parcheggiò lungo il marciapiede e raggiunse a piedi quel viale a lei conosciutissimo. Aveva parcheggiato sul retro perciò attraversò la staccionata ricoperta di rose che divideva la proprietà da quella dei vicini e si ritrovò a percorrere una stradina in cemento che passava proprio sotto la finestra della camera del ragazzo.
Troppi ricordi.
Inviò un veloce messaggio alla sua amica per avvertirla del suo arrivo e fu subito travolta dalla confusione dei ragazzi in giardino. Si sentiva fuori luogo.
Non sapeva dove andare perciò rimase in piedi accanto all'albero di mele. Passavano le giornate a studiare seduti contro quel tronco, finivano sempre per staccare qualche mela con cui farci merenda.
Improvvisamente tutto sembrò fermarsi attorno a lei. Vide il suo ex camminare sull'erba falciata e raggiungere un gruppo di ragazzi. In un anno era cambiato così tanto che quasi le sembrò di non conoscerlo affatto.
Il biondo dei suoi capelli era scomparso, le guance e il mento erano ricoperti da una barba che aveva molto probabilmente accorciato da poco. Aveva perso peso, quando stavano insieme non era così magro e quel paio di skinny jeans che stava indossando lo mettevano ancor più in evidenza. La camicia blu notte gli donava, lo aveva sempre trovato sexy con quell'indumento.

Gli occhi si spostarono sulla bottiglia di birra che teneva in mano, storse la bocca ricordandosi del motivo per il quale si erano lasciati.
Lui beveva troppo.
Sapeva regolarsi ma spesso non voleva farlo, voleva divertirsi e neanche si rendeva conto di quante bottiglie si scolava in una sera. Rosalind non gli aveva mai negato nulla, gli ripeteva di diminuire la quantità ma lui non le aveva mai dato ascolto.
Suo padre era morto a causa del troppo alcool nelle vene, gli aveva consumato a poco a poco il fegato facendolo finire in ospedale dal quale non era mai più riuscito. Se gli negava l'alcool era solo per quel motivo, non voleva perdere anche lui.
A quanto pare lo aveva perso lo stesso, in un'altra maniera ma lo aveva perso.

Notò gli occhi del ragazzo con cui stava parlando posarsi su di lei, subito si irrigidì.
Dopo aver fatto un cenno con la testa verso la sua direzione Niall si voltò confuso, dopo un anno si riguardarono negli occhi e tutto sembrava essere come la prima volta.
Niall non riusciva a toglierle gli occhi di dosso, non si aspettava di vederla nei dintorni di casa sua.
Era venuta per il suo compleanno?
Quel pensiero gli fece venire le farfalle nello stomaco.
Porse la birra al suo amico senza smettere di guardarla, infilò le mani nelle tasche dei jeans e passo dopo passo si ritrovarono l'uno di fronte l'altra.

«Hey» la salutò leggermente imbarazzato. Lei si limitò ad agitare goffamente la mano e a sorridere appena.
La sua idea non era stata quella di evitarlo?

«Ti trovo bene» proseguì lui dopo qualche attimo di silenzio.

«Io invece ti trovo cambiato» ironizzò alludendo al suo "nuovo" look. Lui ridacchiò facendole venire la pelle d'oca. Notò il suo sguardo fisso sul top bianco e un piccolo sorriso malinconico farsi spazio sul suo viso. Se lo ricordava.

«Sei venuta alla mia festa?»

«Keith voleva venire, l'ho solo accompagnata» ci tenne a precisare. Niall annuì un tantino deluso, ma se lo aspettava.

«Ti va di... vuoi fare due passi con me?» azzardò a chiedere. Le era mancata e non poco, voleva solo riallacciare i rapporti con lei.

«Onestamente devo trovare Keith, mi starà aspettando dentro» la sua mano destra si torturava le dita della mano sinistra. Voleva allontanarsi da lui il prima possibile.
Niall fece un passo indietro come per darle spazio, le passò accanto e fu tentato di fermarla per un braccio ma si limitò ad aprire la bocca.

«Lindy»

Rosalind si sentì debole. L'aveva sempre chiamata in quel modo, aveva inventato quel soprannome che utilizzava solo ed esclusivamente lui.
Lei lo adorava.

«Se non ci fosse stata Keith avresti accettato?»

Rosalind sorrise tristemente e scosse la testa senza voltarsi.

«Probabilmente no»

Riprese a camminare con le mani che le tremavano. Si infiltrò nella marea di gente che affollavano la casa di Niall e andò alla ricerca di Keith.
Era appena arrivata quindi non fu difficile trovarla, era in compagnia di Louis il migliore amico del suo ex.

«Guarda chi si rivede!»

La sua voce inconfondibile la fece sorridere. Venne avvolta dalle braccia tatuate del ragazzo e si godé quel contatto che non sentiva da tempo.

«Come mai da queste parti?» lasciò un braccio attorno alle sue spalle.

«Chiedilo a lei» indicò la sua amica con un mezzo sorriso.

«Riuscirai ad evitarlo, come sempre» la tranquillizzò inutilmente.

«Mi dispiace ma questa volta ho fallito, era fuori»

Sia Keith che Louis si avvicinarono a lei iniziando a fare domande come fossero due pettegole.

«Ti ha salutata?»

«Ti ha vista almeno?»

«Avete parlato?»

«Lo hai ignorato?»

«Lo hai riconosciuto?»

A quella domanda Rosalind guardò Louis scioccata.

«Certo che l'ho riconosciuto!» e non lo ricordava così attraente.
«Ci siamo salutati, mi ha offerto di fare una passeggiata ma ho rifiutato»

«Perché non tornate almeno amici? È cambiato Rosalind, ci ha provato e ci è riuscito, per te» cercò di convincerla Louis.

«Lo sai il motivo per il quale l'ho lasciato e non è cambiato di una virgola. Ha sempre una bottiglia di birra in mano e non mi va di ricominciare la stessa storia»

Niall apparve alle spalle di Louis, aveva ascoltato tutto ma fece finta di nulla.

«Hey i ragazzi ti stanno cercando, volevano iniziare una partita di calcio in giardino» 

Louis lo ringraziò, lanciò un'ultima occhiata a Rosalind prima di uscire. Niall non aveva la capacità di allontanarsi, non voleva lasciarla andare di nuovo.

«Ciao Keith» sorrise dolcemente alla ragazza abbracciandola.

«Niall, è un piacere rivederti. Hai organizzato una bella festa, tanti auguri!» lo baciò su una guancia, lui ringraziò.
Aspettò qualche secondo ma quando vide che la sua ex non aveva intenzione di fargli gli auguri voltò le spalle alle due donne imbarazzato.
Keith diede una gomitata alla sua amica.

«Gli hai fatto gli auguri prima?»

Lei scosse la testa abbassando lo sguardo. Sentì Keith sospirare ma quando si voltò verso di lei per parlarle la vide correre dietro il suo ex.
Cosa stava facendo?

Keith raggiunse Niall il quale si stava dirigendo in cucina.

«Niall!» lo chiamò attirando la sua attenzione.

«Hey» la guardò confuso continuando a camminare.
Entrarono in cucina, Niall prese un bicchiere d'acqua e posò il sedere al bancone della cucina.

«Rosalind è così stupida, per favore passa del tempo con lei questa sera»

Niall sorrise. Avrebbe voluto ma non era di certo lui che stava rifiutando la sua compagnia.

«Troverà sempre una scusa per allontanarsi»

«Tu insisti, manchi tanto anche a lei Niall e passare del tempo insieme farà bene ad entrambi»

«Non l'ho mai forzata in nulla, lo sai bene, non riuscirò a convincerla e farla stare in mia compagnia» posò il bicchiere accanto a lui e incrociò le braccia al petto.

«Per favore Niall, vi amate ancora e non negarlo! Provaci, è la tua occasione e non ti costerà nulla. Non hai niente da perdere»

Lui sospirò. L'aveva già persa, cosa c'era di peggio?

«Non lo so Keith, voglio solo godermi la mia serata, magari più tardi provo a riparlare ma non ti assicuro nulla»

E la ragazza non poté far altro che sospirare, sperando che i due potessero tornare quelli di un tempo.
Niall si unì al gruppo dei suoi amici che stava giocando fuori in giardino, Louis passò la palla a Jake e mentre tentavano di fare goal nella porta immaginaria segnalata da due bottiglie di birra si avvicinò al suo migliore amico.

«Hey» gli diede una pacca sulla spalla, Niall sorrise appena.
«Sei riuscito a parlarle di nuovo?»

«No, non ne vuole sapere» sospirò lui.
«Probabilmente dopo oggi non si farà più viva quindi preferisco non avvicinarmi a lei, non la sopporterei per altri mesi nella mia testa»

«E se invece avvicinandoti a lei riuscissi a riconquistarla?»

«Quante probabilità ho?» sorrise Niall malinconico.
Louis lo portò fuori dal "campo", si avvicinò così tanto al suo viso che Niall temette un bacio da parte del suo migliore amico.

«Raccontale tutto, dille che questi mesi senza di lei sono stati un inferno, falle capire quanto hai sofferto e soprattutto raccontale di ciò che hai affrontato. Non hai nulla da perdere amico, prova a riconquistarla, dille quanto la ami»

«La amavo» lo corresse.

«Non prendermi per il culo Niall, ti ho visto l'altro ieri che riguardavi le vostre foto dal tuo computer»

Niall distolse lo sguardo, sentiva gli occhi pizzicare. Louis aveva ragione, aveva ancora bisogno di lei nella sua vita, ne avrebbe avuto sempre bisogno.  

«Non voglio farle pesare nulla, se le racconterò tutto è come se la stessi incolpando e non voglio farle una cosa del genere»

«Stavi per morire Niall, credo meriti di sapere tutto il male che ti ha fatto»

«È stata colpa mia Tommo, lei ha provato a farmi smettere con l'alcool ma io non le ho mai dato ascolto. Ha avuto tutte le ragioni del mondo per lasciarmi»

Louis si innervosì. Amava il suo migliore amico ma lo riteneva troppo gentile.

«Smettila di difenderla, io le voglio un gran bene ma merita comunque di sapere Niall!»

Si passò una mano tra i capelli, guardò oltre la figura di Louis e notò la sua ex chiacchierare con Keith nel portico.
Ora o mai più.
Superò Louis a passo deciso, arrivò alle spalle della bellissima ragazza e ciò che sentì uscire dalle sue labbra lo resero ancora più nervoso.

«Ti prego Keith voglio andarmene, stare qui mi fa solo venire la nausea»

Niall ingoiò il groppo che aveva in gola e sorrise forzatamente a Keith la quale lo stava guardando dispiaciuta.
Rosalind si voltò confusa e arrossì nel ritrovarsi così vicina a Niall.

«Hey» mormorò Niall accennando un piccolo sorriso.
«Stavi andando via?» chiese indicando la borsa sulla sua spalla. Lei annuì semplicemente, non riusciva neanche a mantenere il contatto visivo.

«Posso... posso parlarti?» provò a chiederle.
«Per favore» aggiunse subito dopo. Lei scosse la testa.

«Scusami ma-»

«Per piacere Rosalind, ho davvero bisogno di parlarti»

«Non abbiamo nulla da dirci Niall»

Sentire di nuovo il suo nome uscire da quelle labbra gli fece chiudere ancora di più lo stomaco.
Gli mancava la sua voce.
Niall fece un passo indietro annuendo.

«Non ti interessa sapere nemmeno che stavo per morire mesi fa?» parlò preso dalla rabbia. Perché non voleva parlare con lui?
Le diede le spalle e si allontanò entrando in casa sua, salì al piano superiore e per le scale incontrò un paio di amici i quali ignorò. Si chiuse in camera e posò la fronte contro la porta. Non voleva soffrire di nuovo.
Si asciugò con il dorso della mano quelle poche lacrime e si andò a sedere sul letto a gambe incrociate. Afferrò il peluche che aveva tra i cuscini e se lo rigirò tra le mani, un piccolo sorriso nacque sulle sue labbra. Era un orsacchiotto con la maglia del Derby County, squadra di calcio irlandese di cui lui era molto tifoso. Gli era stato regalato proprio da Rosalind, non era il suo compleanno né qualche altro evento importante ma si era presentata un giorno qualsiasi con quel piccolo regalo, lo aveva trovato su internet e non aveva perso tempo ad ordinarlo.
A Niall piaceva moltissimo anche se non era il tipo da peluche, ma andiamo era un orsacchiotto con la maglia di una squadra irlandese, come poteva non piacergli?
La amava ancora, terribilmente tanto.

Lei d'altro canto era rimasta in giardino a discutere con la sua amica.

«Perché lo rifiuti in questo modo?» era scoppiata Keith.

«Sei stata tu a dirmi di doverlo ignorare!» si difese lei.

«Ma non di ignorarlo se cerca svariate volte di parlarti!»

«Ehi ragazze, calme» si intromise Louis.

«Cosa gli è successo?» mormorò Rosalind riferendosi alle parole pronunciate da Niall poco prima.

«Se vuoi saperlo vai a parlare con lui, non chiederlo a me»

Rosalind sospirò, non capiva perché la trattassero in quel modo.

«Conoscendolo sarà sicuramente in camera sua, prendi una decisione. O la strada verso le scale o la strada verso casa tua» continuò Louis con tono piatto. Non voleva trattarla in quel modo ma sperava di riuscire a convincerla e farla parlare con Niall.
E con il cuore che voleva uscire dal petto e le gambe tremolanti si lasciò alle spalle i due ragazzi ed entrò in casa. Si fece largo tra alcuni ragazzi ubriachi e salì le scale sistemandosi la borsa sulla spalla.
Le era mancata perfino la moquette nel corridoio.
Arrivò davanti la porta della sua camera ed esitò prima di bussare decisa. Qualche secondo dopo la porta si aprì e si ritrovò il suo ex con l'orsetto tra le mani e gli occhi stanchi. Quando si rese conto di chi fosse restò a fissarla per qualche attimo, non credendo ai suoi occhi. Si ricordò poi dell'oggetto che teneva tra le mani e arrossì all'istante tentando di nasconderlo inutilmente.

«Hey» disse stringendo ancor di più il peluche contro il suo petto, non avendo trovato un nascondiglio migliore.
A Rosalind mancavano anche i suoi teneri gesti e il suo rossore sulle guance.

«Posso entrare?» chiese lei sentendosi imbarazzata.

«Sì, certo entra» rispose frettoloso spostandosi di lato. Era agitato.
Richiuse la porta con le mani sudate.

«Mi dispiace, pensavo che ignorandoti saresti uscito dalla mia testa» sorrise appena lei.
Niall posò il peluche sulla scrivania e si avvicinò al suo letto dove Rosalind si era appena seduta.

«Posso?» chiese indicandole lo spazio libero al suo fianco.

«È il tuo letto» rispose con una scrollata di spalle.
Stare di nuovo così vicino a lei era piacevole, stava bene nonostante il suo cuore stesse per avere un collasso. Si chiedeva se anche lei fosse nervosa o se davvero non le importava più nulla di lui.

«Cosa ti è successo?» riuscì a chiedere facendolo sospirare silenziosamente.

«Rosalind non devi per forza saperlo se non ti interessa»

E per la prima volta quella sera riuscì a guardarlo dritto negli occhi.

«Mi importa di te Niall»

Il tono fin troppo sincero della ragazza lo fece parlare, tentò in tutti i modi di nascondere il tremolio della voce.

«Sono stato male a causa della nostra rottura» si grattò il collo distogliendo lo sguardo da lei.
«Non stavo mangiando più e sono finito in ospedale, ero diventato così debole che non avevo neanche la forza per parlare. Continuavo a non avere fame ma l'ospedale si riempiva ogni giorno di più di gente che veniva a trovarmi, ho sempre sperato di vedere anche te» sorrise tristemente.
«Le medicine mi hanno aiutato, ho smesso di prenderle da qualche settimana e mi sento di nuovo in forma anche se il peso non è tornato nella norma ancora»

Rosalind si coprì il viso con le mani, era tutta colpa sua. Avrebbe dovuto stargli vicino, avrebbe dovuto aiutarlo a ridurre la quantità di alcool invece di lasciarlo.

«Non piangere, sto bene ora»

Ed era proprio questo che Niall voleva evitare: farla piangere, farla sentire in colpa. Era stato lui a non saper affrontare la situazione, lei non doveva accusarsi di niente.
Voleva consolarla ma aveva paura ad avvicinarsi così tanto a lei. Non voleva esagerare, non voleva che andasse via di nuovo.

«Lindy» la chiamò quasi in un sussurro.

Rosalind senza pensarci due volte avvolse le braccia attorno al collo del suo ex in cerca di un contatto bisognoso.
Niall si irrigidì, non si aspettava per niente un gesto simile. Nonostante ciò ricambiò la stretta e lei si sentì di nuovo a casa, al sicuro.

«Avrei potuto evitarlo» mormorò portando una mano sulla sua nuca dove i capelli tagliati da poco le fecero solletico al palmo.

«Sono io che non ti ho dato ascolto, ho scelto l'alcool piuttosto che te ed è stato l'errore più grande della mia vita. Tu ci hai provato, la colpa è solo mia» la tranquillizzò.
Lei gli lasciò un bacio umido tra la coda dell'occhio e l'orecchio.

«Ho smesso con quella merda»

Rosalind sciolse lentamente l'abbraccio, guardò Niall interrogativa.
Lui le accarezzò il braccio.

«Non bevo più, ho smesso. Non mi crea nessun danno bere ma volevo... volevo provare ad essere un uomo migliore... per te»
Non volendola allarmare spiegò meglio le sue parole.
«Probabilmente sei riuscita ad andare avanti al contrario mio, volevo però riavvicinarmi a te come amico. Mi manchi tantissimo, mi manca tutto di te Lindy»

Lei scosse la testa restando in silenzio per qualche minuto.

«Ho bisogno di sapere se provi ancora qualcosa per me, Niall»

«Non credo sia impor-»

«Sì lo è» lo interruppe «Non possiamo essere amici se sei ancora innamorato di me»

E di nuovo tutte le speranze di riaverla accanto a lui svanirono.
Era tentato di mentirle, di dirle che non l'amava più e che non sarebbe mai e poi mai riuscito a riprendere da dove avevano lasciato. Ma Niall non era mai stato bravo con le bugie.

«Ti amo Rosalind»

E non serviva altro perché lei aveva sempre saputo tutto ciò che quelle due parole racchiudevano quando venivano pronunciate da Niall. 

«Allora come puoi essere mio amico se mi ami?» chiese lei nascondendo le emozioni che lui aveva scatenato nel suo corpo.

«Voglio solo riaverti nella mia vita, io non ce la faccio a stare senza di te!» e mancava poco a farlo piangere dalla frustrazione.
Lei cercò il contatto con i suoi occhi.

«Due persone che si amano non possono essere amici, Horan»

Niall stava per sospirare distrutto, poi si rese conto del plurale utilizzato e alzò di scatto gli occhi verso di lei.
Rosalind stava sorridendo appena, spaventata da quello che sarebbe potuto accadere tra i due.

«T-tu... tu?»

«Sono stata una stupida a lasciarti, mi dispiace averti causato tutti quei problemi Niall, non era mia intenzione, sai che non ti augurerei mai nulla di male» la voce tremolante fece risvegliare per qualche attimo il ragazzo.

«Ehi lo so, lo so tranquilla. Nessuno ti ha dato la colpa okay? Non sono arrabbiato con te, non lo sono mai stato, non mi è mai passato neanche per la mente di prendermela con te»

«Sono una persona orribile»

«Non lo sei»

Niall racchiuse il suo viso tra i palmi delle mani, quella pelle così liscia e morbida che non sentiva da tempo.
Gli occhi azzurri vagavano per ogni millimetro di quel viso, si fermarono poi alle labbra che sembravano invitarlo a toccarle. Accarezzò il labbro inferiore con il pollice.

«Da quando esiti così tanto prima di baciarmi?»

Lui rise sul suo viso e dopo quella frase capì che forse un'altra chance gli era stata data.
Posò le labbra su quelle di Rosalind e si sentì in paradiso. Le mossero lentamente, in sincronia ed entrambi sentivano di essere nel posto giusto.
Rosalind posò una mano sul collo di Niall e lui spostò le sue lungo i fianchi di lei. La spinse delicatamente contro i cuscini facendola allungare, la lingua di Niall sfiorò il suo palato facendola rabbrividire. I baci di Niall non sapevano più di birra, erano di un sapore più dolce, un sapore che Rosalind voleva poter gustare per il resto della sua vita.

«Mi sei mancata da morire» sussurrò prima di riportare le loro labbra in contatto.

«Non mi piace questa frase» riuscì a dire lei tra il respiro corto.
Niall valutò le sue parole e difatti non piaceva neanche a lui. Stava davvero per morire a causa della sua mancanza.

«Hai ragione» mormorò. La guardò negli occhi, fece vagare lo sguardo sul suo viso e restarono così per lunghi minuti.

«Che fai?» rise imbarazzata Rosalind.

«Ti guardo» sorrise lui senza interrompere quello scambio di sguardi intensi.

«Hai davvero smesso di bere? E la birra che tenevi prima in mano?» mormorò lei spaventata di tirare di nuovo fuori quell'argomento.

«Quando ci siamo visti in giardino?» chiese per conferma. Lei annuì.
«I ragazzi mi avevano chiesto di portargliela, non era mia»

«Una birra ogni tanto ti è concessa, lo sai questo» mormorò lei.

Perché Rosalind non voleva vietargli nulla, in particolare la birra, ma ci teneva a fargli diminuire le dosi.
La sua era solo tanta paura di perderlo.

«Magari davanti a qualche partita» rispose vago ma incerto. Poi di colpo si alzò.
«Forse dovremmo tornare giù. Resterei qui con te tutta la notte ma non voglio correre troppo»

Rosalind gli afferrò la mano e si alzò. Intrecciò le dita con le sue.

«Non mi importa Niall. Sai che odio correre ma farei una maratona pur di ritornare ad avere il rapporto che avevamo un anno fa»

Niall le accarezzò il mento e si abbassò su di lei per baciarla dolcemente.

«È il più bel regalo di compleanno che tu potessi farmi»

«A proposito di quello, mi dispiace essermi presentata a mani vuote e di non averti dato gli auguri ma immaginavo di riuscire ad ignorarti e-» venne baciata di nuovo.

«Non ho mai voluto nessun regalo da te, lo sai che non ce n'è bisogno»

Lei annuì incerta.
Niall la strinse tra le sue braccia, Rosalind si rilassò posando il viso sul suo petto. Quello era decisamente il posto giusto e Niall era decisamente casa sua.

«Non voglio perderti mai più» sussurrò Niall vicino al suo orecchio, la strinse maggiormente senza rischiare di farle male.

«Buon compleanno Nì»

Lui ridacchiò. Dio se le era mancata.


/

Proverò a scrivere anche qualcosa di diverso, don't worry.

Vi ricordo che potete inviare delle richieste!

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