Niall Horan Imagines

By yihooniall

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Una serie di One Shots che hanno come protagonista Niall Horan. More

Imagines
1. The maid
2. Best Friend's Wedding
4. The Right Place
5. Horan's
6. Needy
7. Loss
8. Rose

3. The Secret Boyfriend

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By yihooniall

Immagina su richiesta di @beatribigazzi001

"Dove la protagonista è una studentessa e ha una relazione segreta con Niall il quale la passa a prendere quasi tutti i giorni a scuola e la porta a casa sua a studiare"

Spero ti piaccia!

/

Finalmente anche la mattinata di quel venerdì stava per finire, con il sole caldo che penetrava dai vetri delle finestre scolastiche e gli studenti che utilizzavano fogli e quaderni per farsi aria.
Era un clima decisamente strano.
Beatrice seguiva con interesse la lezione del giorno ma negli ultimi venti minuti di lezione perse l'attenzione, troppo stanca e troppo impegnata a rispondere ai continui messaggi del suo ragazzo.

Niall
Sono qui fuori ;)

Beatrice
Dieci minuti e arrivo, mio cavaliere

Niall
Cosa stai facendo?

Beatrice
Biologia, ma non riesco più a seguire, sono stanca

Niall
Mi stai dicendo che oggi verrai a casa mia solo per dormire? :(

Beatrice
Il tuo letto sarà davvero invitante ma non posso, devo lavorare su un compito di arte e ti toccherà aiutarmi

Niall
Arte? Faccio schifo in quella materia

Beatrice
Invece sono sicura che mi farai prendere il massimo dei voti ❤️

Niall
Ti amo amore ❤️

Beatrice non fece in tempo a rispondere, suonò la campanella e si affrettò ad infilare i libri e le penne nello zaino.
Uscì dall'aula per ultima e prese le scale per scendere al piano inferiore dove si trovava la palestra. Si guardava di continuo le spalle per assicurarsi che nessuno la stesse seguendo, in particolare i suoi amici.
Spinse la maniglia della porta che dava al cortile sul retro e a passo svelto uscì dal piccolo cancello riuscendo a passare inosservata come sempre.
L'auto bianca di Niall era parcheggiata lungo il marciapiede, i finestrini oscurati le impedivano di salutarlo ma lui le aprì subito le portiere per farla salire.

«Ehi» lo salutò sporgendosi verso il suo viso per lasciargli un dolce bacio sulle labbra.
Chiuse con forza la portiera.

«Tratta bene la mia bambina» la riprese lui accarezzando il volante dell'auto. Beatrice rise.

«Sei patetico, è solo una macchina» lo prese in giro giocosamente sapendo che a lui avrebbe dato fastidio.

«Ritira immediatamente quello che hai detto» utilizzò un tono duro ma non riuscì a nascondere un sorriso.

«Muoviti idiota, prima che qualcuno ci veda»

Niall mise a moto e prese una stradina secondaria per evitare di passare tra la folla di studenti.
Quando furono lontani Beatrice si rilassò. Non aveva detto a nessuno di Niall, erano in una sorta di relazione segreta e per il momento andava bene ad entrambi.
Niall avrebbe voluto camminare tranquillamente mano nella mano con lei ma sapeva che quel segreto doveva essere mantenuto soprattutto per fare un favore a lui. Aveva ottenuto mesi fa un lavoro grazie al padre di Beatrice, aveva sostenuto il colloquio e lo aveva ritenuto un ragazzo in gamba.
Qualche giorno dopo venne invitato da lui ad una cena nella quale erano presenti altri colleghi di lavoro, sua moglie e sua figlia. Fu lì che conobbe Beatrice.
I primi giorni si scambiarono semplicemente dei messaggi, la settimana dopo però lui la invitò ad uscire e da quel giorno non sono più riusciti a separarsi.
Niall sapeva che quella relazione era sbagliata, sotto molti punti di vista. Stava uscendo con la figlia del suo capo e se solo lo avesse scoperto poteva dire addio al suo posto di lavoro. Beatrice d'altra parte voleva risparmiarsi la ramanzina di suo padre ma soprattutto voleva aiutare Niall, per questo motivo non aveva raccontato nulla neanche alle sue amiche, per come erano pettegole la voce sarebbe arrivata presto a tutti, anche alle orecchie di suo padre.

Beatrice osservò i movimenti delle braccia del suo ragazzo, guidava davvero bene e teneva sempre l'attenzione rivolta alla strada.
Posò il palmo aperto della mano sul volante facendolo girare e permettendo all'auto di entrare nel vialetto di casa sua.
Aveva un ragazzo davvero sexy.

«Ti va la pasta per pranzo?»

Chiuse l'auto ed entrarono nella villetta, Beatrice si sentiva a casa per tutte le volte che era stata lì.
Annuì e rispose positivamente con un verso della bocca.

«Vado in bagno» lo avvertì mentre lui riempiva la pentola con l'acqua.
Raccolse lo zaino blu da terra e lo andò a posare sul divano, osò aprirlo curioso di sapere cosa stesse studiando la sua ragazza. Prese l'album da disegno e ammirò quei capolavori.

«Cosa sbirci?» chiese lei posandogli le mani sulle spalle, era in piedi dietro di lui e  guardava anche lei i vari disegni fatti a lezione.

«Sei bravissima, dovresti intraprendere la carriera da artista dopo la scuola» propose lui.
Beatrice infilò le mani attraverso il collo della sua maglia per poi scendere a toccargli il petto leggermente muscoloso.

«Lo sai che mio padre non sarà mai d'accordo» sospirò.

«Hai talento, hai sempre me come supporto» inclinò la testa verso di lei e sporse le labbra in avanti in cerca di un bacio.
Lei lo accontentò.

«Grazie amore» sussurrò sulle sue labbra che si erano aperte in un bellissimo sorriso.
Rimise l'album nello zaino e tornò in cucina a preparare il pranzo.
Se lei aveva talento nel disegno, Niall il talento lo aveva in cucina. Preparava dei piatti deliziosi, gli piaceva sperimentare sempre ricette nuove e i numerosi libri di cucina adagiati ordinatamente su una mensola ne erano la prova.

Finito anche l'ultimo piatto Beatrice si portò una mano sulla pancia.

«Sento che sono aumentata di 5kg»

«Saresti bellissima lo stesso» ridacchiò dolcemente Niall iniziando a sparecchiare con l'aiuto della sua ragazza.
«Vuoi iniziare subito con i compiti o preferisci riposarti prima?» piegò la tovaglia riponendola nel cassetto.

«Vorrei togliermi di mezzo i compiti, possiamo andare in camera a farli?»

Niall la guardò cercando di non ridere.

«Perché ridi?»

«Perché in camera? Ti hanno assegnato qualcosa da fare durante le lezioni di educazione sessuale?»

Fece la sua squallida battuta e venne spinto per il petto.

«Fai schifo»

La sua risata rumorosa avvolse le mura di quella casa e fece sorridere Beatrice.  

«Non so neanche perché stiamo insieme»

Niall l'abbracciò da dietro.

«Perché sono un bravo fidanzato, simpatico, con le doti culinarie e ti faccio sentire ogni giorno come se fossi la ragazza più bella sulla faccia della Terra, e lo sei per davvero»

Beatrice si morse il labbro a tanta dolcezza. Si rigirò tra le sue braccia per poterlo guardare in faccia e avvolse le sue attorno al suo collo.

«Ti sei dimenticato qualcosa» gli fece notare.

«Che sono dolce?»

«Stavo per dire sexy ma sì, sei anche dolce»

E con quella frase sapeva di aver colpito l'ego di Niall. Avvicinò difatti il viso al suo posando la fronte contro quella della ragazza.

«Sono sexy?»

«Tantissimo, per questo devi aiutarmi in arte» si allontanò da lui facendolo lamentare.
«Devo fare un ritratto e tu sarai il mio modello» spiegò mentre salivano al piano superiore.
Niall si buttò sul letto mettendosi comodo.

«Devo spogliarmi?»

Beatrice ignorò i suoi stupidi commenti e si posizionò anche lei sul letto, sedendosi di fronte a lui e impugnando la matita.

«Non è scomodo disegnare così?»

Con un verso della bocca e uno scuotimento della testa rispose di no. Niall trovò la giusta posizione e tentò di stare il più fermo possibile.

«Nel frattempo possiamo parlare?» chiese dopo due minuti. Si era già stancato.

«Di cosa vuoi parlare?»

«Di noi» e dopo un'occhiata confusa da parte di Beatrice lui riprese a parlare.
«Non voglio più essere un segreto, credo sia arrivato il momento di affrontare la situazione e volevo parlarne con tuo padre»

«Ti licenzierà» disse continuando a mantenere la concentrazione.

«Probabile che accetterà la nostra relazione. Insomma, ormai mi conosce e sa bene che tipo di ragazzo sono»

«E tu sai bene che tipo di persona è mio padre»

Lui sospirò.

«Voglio portarti a cena fuori, voglio venire a prenderti a scuola e aspettarti davanti il cancello principale, voglio portarti a fare shopping e voglio che tu ogni tanto mi venga a trovare a lavoro o mi faccia una telefonata. Voglio poter parlare di te ai miei amici ma soprattutto voglio portare la nostra relazione ad un passo più avanti, ho bisogno di conoscere la tua famiglia e sentirmi parte di essa» 

Beatrice smise di disegnare, abbassò lo sguardo e sapeva che il suo ragazzo aveva ragione. Lei sarebbe riuscita a risolvere con suo padre, ma lui? Non voleva essere la causa del suo licenziamento.

«Ti amo Beat, non ce la faccio più a tenerlo solo per me»

Lei sorrise a quel soprannome. A lui piaceva chiamarla in quel modo, Beat voleva dire battito e lei era ogni battito del suo cuore.

«Hai ragione» concordò «magari dopodomani vieni a casa e aspettiamo mio padre, nel frattempo ne parleremo con mia mamma»

«Grazie piccola» sorrise grato della sua comprensione. Ma dopotutto anche lei non vedeva l'ora di raccontare tutto alle sue amiche.

-

«Amore rilassati»

Beatrice smise di camminare per la sua stanza e Niall fu costretto a toglierle la mano dalla bocca.

«Ti stai mangiando anche lo smalto» le fece notare accarezzando con il pollice un'unghia della sua mano.

«Cosa faremo se ci vieterà di frequentarci?»

Niall la strinse in un abbraccio cercando di scacciare via tutti quei brutti pensieri.
Era in ansia anche lui ma doveva pur tranquillizzare la sua donna.
Il padre di Beatrice era un uomo che metteva molto timore, preciso sulle regole da seguire e con uno stile di vita quasi aristocratico. Se avesse permesso a sua figlia di frequentare un suo dipendente in questo caso Niall aveva molto su cui lavorare, non era facile conquistare la sua fiducia.

«Vieni qui»

Si stese sul letto e la fece accomodare sopra di lui. Le loro labbra si cercarono immediatamente, Niall fece scorrere le mani lungo i suoi fianchi arrivando a toccare anche la schiena.
Beatrice invece teneva una mano al lato del suo collo e l'altra incastrata tra i suoi morbidi capelli.
Gemette quando le mani del ragazzo le strinsero il sedere, lui si staccò dalle sue labbra solo per sorridere.
Riprese il bacio posando le sue labbra aperte su quelle di Beatrice, catturando il labbro inferiore e facendo toccare di nuovo le loro lingue. Senza interrompere il bacio Niall capovolse le posizioni, ora era lui ad essere sopra di lei e ad avere più controllo. I suoi fianchi vennero circondati dalle gambe di Beatrice.
Niall non smise di toccarla e accarezzarla per un secondo. Le labbra si spostarono in basso verso il collo, lei inarcò la schiena e venne attraversata da una scarica di brividi.
Le mani fredde di Beatrice si insinuarono sotto la maglia del suo ragazzo, sfiorò per qualche minuto il suo corpo e poi decise di toglierla. Alzò i bordi e Niall fece per aiutarla ma proprio quando aveva sfilato entrambe le braccia, la porta si aprì.

«Cazzo» sussurrò Niall affrettandosi a sistemare la maglietta.
L'espressione sul viso del padre di Beatrice era indescrivibile. Era entrato per salutare sua figlia che era a sua insaputa in dolce compagnia.

«Papà» mormorò sua figlia scattando in piedi, accanto a Niall.

«Signore» salutò anche lui abbassando il capo come per fare un inchino.

«Che sta succedendo?» chiese con un cipiglio sul viso.
Era arrabbiato, Beatrice conosceva quell'espressione.
«È lui il ragazzo che dovevi presentarmi?» chiese indicandolo con l'indice, il tono di voce si era già alzato.
«È con lui che ti stai frequentando? Un mio dipendente?» urlò.

«Signor-» Niall venne interrotto.

«Non ti voglio sentire. Sapevi che era mia figlia, ti sei permesso di frequentarla senza il mio consenso! E tu...» si rivolse a sua figlia «...mi hai davvero deluso!»

«So che lavora per te ma non vedo quale sia il problema» cercò di farlo ragionare lei.

«Non lavora per me, non più. Sei licenziato!»

Diede loro le spalle pronto ad andarsene.

«Papà non puoi licenziarlo!»

Niall si mise le mani tra i capelli. Era stato licenziato, aveva perso il lavoro, quel lavoro che lo faceva guadagnare bene e gli permetteva di mettere in pratica gli studi svolti negli anni precedenti.

«Sono grande abbastanza per frequentare chi voglio. Non verrò mai da te a chiederti il permesso di uscire con un ragazzo, è assurdo! È la mia vita e tutte le decisioni spettano a me, tu devi starne fuori!»

Era la prima volta che rispondeva a suo padre in quel modo, urlando e con tanto odio dentro.
Non voleva essere controllata da nessuno.
Suo padre riprese a camminare senza voltarsi, lei chiuse la porta sbattendola e iniziò a piangere.

«Mi dispiace Niall, mi dispiace tantissimo è tutta colpa mia»

Niall ci teneva tantissimo a quel lavoro ma si era appena reso conto che Beatrice valeva molto di più di quell'ufficio.
Di lavori ce ne sono infiniti, di ragazze come Beatrice invece non se ne trovavano da nessuna parte. Lei era unica e Niall avrebbe rinunciato al lavoro dei suoi sogni per lei.
Perché lei ne valeva la pena.
Uscì di fretta dalla stanza della sua ragazza e lei pensò che stesse per lasciarla, per andare via. Ma Niall aveva altre idee alla mente.

«Signore»

Il padre di Beatrice era in cucina a discutere con sua moglie, entrambi si voltarono verso il ragazzo. Beatrice era appena arrivata fermandosi dietro di lui.

«Si tenga quel suo stupido ufficio, verrò domani a ritirare tutte le mie cose. Non mi vedrà più a lavoro ma mi vedrà spesso a casa sua, non ho intenzione di lasciare Beatrice. Mi dispiace deluderla ma sua figlia sta crescendo, sono il suo ragazzo da mesi ormai e non saranno i suoi stupidi modi di vivere a farmi uscire dalla sua vita. Io la amo e lei ama me, ci siamo baciati milioni di volte, andavo a prenderla a scuola quasi tutti i giorni e la portavo a casa mia, dormiva da me e sì, la informo che abbiamo fatto altro oltre a dei semplici baci. Tutte cose che ha fatto anche lei, quindi perché vietarle a sua figlia? Siamo stati messi al mondo per fare questo, per amare e diffondere l'amore di generazione in generazione. È un egoista, dovrebbe parlare più spesso con sua figlia e darle meno ordini. Non è così che si trattano le persone, in particolare la famiglia» 

«Ascoltami bene Horan» le mani posate sul tavolo e lo sguardo dell'uomo incutevano un certo timore.
«Questa è la mia famiglia e decido io cosa è bene per loro, tu non ne fai parte quindi esci da casa mia immediatamente»

«Mamma» la voce di Beatrice pregava la donna di casa che sembrava non voler dare la sua opinione.
Non voleva andare contro le decisioni di suo marito.

«Tolgo il disturbo» mormorò con voce arrogante Niall.

«Vengo con te» si affrettò a dire Beatrice. Niall stava per fermarla ma suo padre fu più rapido.

«Tu non vai da nessuna parte»

«Prova a fermarmi»

La rabbia di Beatrice aveva superato il limite. Prese per mano Niall e quasi lo trascinò fuori.

«Calmati tigre» tentò di sdrammatizzare il suo ragazzo, ma lei non accennò neanche un piccolo sorriso.
Si avvicinarono alla macchina, Niall prese le chiavi e la aprì tramite il telecomando.

«Si calmerà, gli parlerò e ti farò riavere il lavoro» si riferì a suo padre. Niall la bloccò tra lo sportello del passeggero e il suo corpo.

«Non preoccuparti Beat»

«Lo sapevo che sarebbe andata a finire così, mi dispiace tantissimo»

«Ehi» le baciò la fronte «Stai tranquilla amore»

«Mi dispiace» ripeté.

«Non è successo nulla, stiamo ancora insieme e questo è ciò che conta»

«Hai perso il lavoro Niall!»

«Chi se ne fotte! Preferisco perdere il lavoro che te» 

Beatrice non si aspettava per niente una risposta del genere. Niall era la persona più dolce, gentile ed educata del mondo, era impossibile indicare quanto lo amasse.

«Ti amo» sussurrò sulle sue labbra, lui sorrise.

«Tuo padre dovrà accettare questa relazione, che gli piaccia o no. Imparerà anche a capire che in una famiglia non è solo l'uomo che comanda»

«Non cambierà mai» rise appena lei.

«Con me sentiti libera di fare e dire tutto ciò che vuoi» disse premuroso.
Beatrice sorrise come ringraziamento. Non poteva chiedere di meglio, non avrebbe sostituito il suo uomo con nessun altro al mondo e Niall poteva dire la stessa cosa di lei.
Senza curarsi minimamente dei suoi genitori che le ordinavano di rientrare in casa, lei salì in auto con Niall, allacciò la cintura e si sporse verso di lui per baciarlo. Posò la mano sulla sua, poggiata sul cambio, e dopo aver ingranato la marcia si allontanarono da quella villa tornando a casa del ragazzo, dopo aver ritirato la cena in un take away.

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