Falling for a Challange

By ravenxblood

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La Temperance High School è conosciuta per le sue famose Challenges e questo Mavis Hopkins lo sa benissimo pe... More

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▷ uno
▷ due
▷ tre
▷ quattro
▷ cinque
▷ sei
▷ sette
▷ otto
▷ nove
▷ dieci
▷ undici
▷ dodici
▷ tredici
▷ quattordici
▷ quindici
▷ sedici
◇ Cassie 👭
▷ diciassette
▷ diciannove
▷ venti
◇ Maryse 💔
▷ ventuno
▷ ventidue
◇ Jeremy 👊
▷ ventitre
◇ Morgan 💣
▷ ventiquattro
▷ venticinque
◇ Maryse 💏
▷ ventisei
▷ ventisette
▷ ventotto
▷ ventinove
◇ Tyler 🌈
▷ trenta
▷ trentuno
▷ trentadue
◇ James 🚬
▷ trentatré
▷ trentaquattro

▷ diciotto

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By ravenxblood

Il vento fresco di quella mattina mi accarezzò il viso e fece svolazzare i miei capelli all'aria.

Proprio per quello, Cassidy imprecò più volte poiché era da circa dieci minuti che stava provando ad acconciarmi la criniera che a me pareva paglia.

Era ora di pranzo e noi ― io, Maryse, Megan, Cassidy e Amy ― ci trovavamo sul tetto della scuola a pranzare.

Avevamo optato per mangiare qualche schifezza che Maryse e Amy erano riuscite a raccattare dalle macchinette del primo piano, piuttosto che quello schifo che davano in mensa.

Si stava bene lì, dove non c'era casino e non si sentiva il solito putiferio che ogni volta si creava in mensa.

Maryse era ancora abbastanza riluttante nei confronti di Cassidy, ma le avevo detto di darle una possibilità, proprio come avevo fatto io e per quello si era trattenuta dal risponderle in malo modo, ogni volta che quest'ultima le aveva rivolto la parola.

«Sto incominciando a non sopportare più questo vento», borbottò Maryse di fronte a me mentre con rabbia si legava i capelli lisci in una coda alta e disordinata.

Il messaggio della sfida di quel giorno era arrivata puntale come un orologio, appena entrati nell'edificio scolastico.

La sfida consisteva nel uscire per il paese ― ovviamente a coppie ― e cercare o sui muri oppure su qualsiasi altro posto e luogo, un numero di cellulare e scrivergli un messaggio per vedere se fosse o meno ancora attivo.

Io dubitavo che qualcuno adoperasse ancora quello numero di cellulare, soprattutto se poi era stato scritto su qualche muro squallido.

Quello era tutto. Una stupidissima sfida che mi avrebbe solamente fatto perdere tempo.

Gli organizzatori erano davvero così tanto convinti che quei numeri fossero ancora attivi, soprattutto se poi si trovavano lì già da tempo?

Bo', non capivo... Per me avevano deciso di ideare quella stupida sfida per far uscire di testa i partecipanti perché davvero, quale cretino userebbe ancora un numero scritto su qualche muro?

«Perché dobbiamo fare sfide sempre più stupide? Non capisco perché dovremmo usare i nostri numeri di cellulare per contattarne sicuramente molti altri, ormai disabilitati», borbottai, seccata poi andai a toccarmi i capelli intrecciati in una treccia a spiga.

Almeno quelli ora erano in ordine grazie a Cassidy. Le sorrisi per ringraziarla.

«Io invece mi sto divertendo con queste sfide», commentò Amy ridacchiando per poi sorridere a Cassidy che annuì.

«È centomila volte meglio Amy che la mia vecchia partner», replicò con entusiasmo la cheerleader, facendomi desiderare di non essere mai entrata a scuola, quel primo giorno di inizio tortura, senza le mie migliori amiche.

Se l'avessi aspettate, forse ora sarei in coppia con Maryse o Megan oppure se la sfiga mi odiava così tanto, con Priscilla, il grano saraceno, ma almeno non avrei passato il mio tempo con Morgan.

«Avete rifatto tutte le altre sfide? Vi siete anche baciate?», domandai curiosamente.

Chissà come sarebbe stato baciare Cassidy al posto di Morgan... Forse lo avrei preferito, però perché ricordavo ancora la morbidezza delle labbra di quel cretino? Perché quel stupido bacio non voleva lasciare la mia mente? Non ci bastava quello cretino del mio cuore impazzito che incominciava a battere fin troppo velocemente quando ero con lui, no, ora ci si metteva anche la mia mente.

Notai che le guance di Amy avevano preso colore mentre annuiva alla mia domanda; quindi le piaceva Cassidy? Be', potevo capirla, Cassidy era una ragazza bellissima e non solo esteriormente, ma anche di carattere.

«Sì, ci siamo anche baciate», replicò Cassidy con voce calda alle mie spalle per poi darmi un bacio sulla testa e sedersi al fianco di Amy che le mostrò un dolce sorriso che lei ricambiò.

«Quindi a chi diavolo avete fatto lo scherzo?», domandai mentre con la coda dell'occhio, vidi Tyler arrivare sul tetto della scuola con un secondo livido sul viso e il labbro inferiore spaccato.

Aveva fatto nuovamente a botte con James? Perché non la finiva di punzecchiarlo? Era meglio lasciare perdere quel ragazzo.

Non feci in tempo a chiedergli chi lo avesse conciato in quel modo che una voce sovrastò la mia.

«L'hanno fatto a me... Piccole stronzette», esclamò una voce femminile. Cassidy scoppiò a ridere poi chiese scusa alla ragazza ancora nell'ombra.

Chi diavolo era ora? Sicuramente non Brittany, anche perché quella avrebbe iniziato a sclerare come una pazza appena sfuggita dal manicomio, se solo Cassidy le avesse fatto uno scherzo.

Pochi secondi dopo sbucò fuori e vidi che non era altri che Elizabeth, una cheerleader molto legata a Cassidy.

Elizabeth era veramente bella. Lunga chioma piena di boccoli color biondo miele, due sottili occhi azzurri, rigorosamente contornati di nero e un splendido sorriso. Il suo fisico poi era invidiato da molte, in quanto sembrava una modella.

Lei e Megan erano considerate le ragazze più intelligenti della scuola. Entrambe passavano moltissimo tempo sui libri e da quello che mi aveva raccontato la mia migliore amica, andavano molto d'accordo e molto spesso si erano sfidate per vedere chi delle due sapeva più cose.

Io era già tanto se ricordavo il mio nome, ma fa niente.

Elizabeth si sedette vicino a Megan poi si scambiarono un abbraccio e qualche parola tra loro; sicuramente su qualcosa che avevano scoperto o studiato e che a me particolarmente non interessava.

Cassidy invece era intenta a parlare con Amy e molto spesso si scambiavano timidi sorrisi che mi riempirono la testa di alcune domande.

Ad Amy piaceva davvero così tanto Cassie? Sapeva che era fidanzata e per di più con un ragazzo?

Però magari Cassidy era bisessuale... Cioè non ne avevamo mai parlato e, poi non mi sembrava il caso di domandarglielo così su due piedi.

Certamente non potevo andare da lei e chiederle "sei bisessuale? sai ho visto come vi guardate tu e Amy quindi me lo stavo domandando" perché in quel caso, avrebbe avuto tutto il diritto di mandarmi a cagare.

Spostai il mio sguardo dalle due ragazze e notai che Maryse, con aria triste, se ne stava al cellulare a fare chissà cosa.

Una volta sole, le avrei chiesto cosa la stesse turbando in questi giorni. Non mi piaceva il fatto che fosse così giù di morale; di solito era lei a rialzarlo a tutti noi con le sue battute, che paragonate a quello che dicevo io, facevano morire dal ridere.

«Mavs, non ci hai ancora parlato di com'è andata a finire ieri con Morgan», la voce di Tyler, piena di curiosità e con anche un pizzico di malizia in essa, mi risvegliò dal mio stato di trance.

Sussultai leggermente poi passai lo sguardo su ognuno di loro e vidi che stavano davvero aspettando che io rispondessi a quella domanda.

«Benino. Non ci siamo scannati a vicenda, se era questo quello che vi interessava», replicai atona, roteando gli occhi quando Tyler commentò con un lungo «eh».

«Vi siete baciati?», Amy strillò quella domanda mentre Elizabeth emise un finto colpo di tosse e io arrossii, scuotendo immediatamente la testa.

«Cosa? No! È il fidanzato di Cassie, non le farei mai una cosa del genere. Non sono quel tipo di persona», sbraitai, percependo il mio viso andare in fiamme mentre con lo sguardo pregavo Cassidy affinché non mi odiasse, ma lei semplicemente ridacchiò.

«Mavs, tranquilla, so che non lo faresti mai. Sei una così brava persona e ti voglio bene.»

Cassidy si alzò da terra e camminando a quattro zampe, mi raggiunse poi mi abbracciò fortemente a lei.

Affondai il viso nei suoi capelli e sorrisi timidamente, «Anche io ti voglio bene», sussurrai, facendomi sentire solo da lei.

«Siete così carine, ragazze», esclamò Elizabeth poi si sentì il suono di uno scatto e quando si voltarono verso di lei, la trovarono col cellulare in mano e con un sorriso furbo dipinto sulle labbra.

«Poi la voglio», Cassidy le puntò un dito contro poi si staccò da me e mi baciò una guancia. Anche io però la volevo quella foto.

Elizabeth, di punto in bianco, scoppiò a ridere, attirando così l'attenzione di tutti su di sé.

«Scusate, è che mi stavo immaginando l'espressione da cretina che avrebbe fatto Brittany se solo vi avesse viste abbracciate in quel modo», guardò Cassidy che ridacchiò contro la mia spalla, «Tu Brittany non l'hai mai abbracciata, anche se durante il secondo anno si era proclamata come tua migliore amica quindi prova ad immaginare se ti avesse vista. Cazzo, posso inviarle la foto e scriverle "la tua non migliore amica si sta divertendo più con Mavs che quanto abbia mai fatto con te"?»

Scoppiai in una risata che scemò quasi all'istante. Maryse sembrava essere sull'orlo di una crisi di pianto.

Che cazzo stava succedendo esattamente? Da quando Maryse reagiva in quel modo sentendo il nome di Brittany venir nominato?

«Mary, ehi, è tutto okay?», le domandai, appoggiando una mano su una sua spalla e facendola voltare verso di me.

Lei annuì semplicemente, ma poi abbassò lo sguardo e scosse il capo, coprendosi il volto con le mani.

«La odio. Odio Brittany e tutta l'influenza che ha su tuo fratello. Jeremy fa tutto quello che quella puttana gli dice!», singhiozzò bruscamente e strofinò la manica della felpa sugli occhi.

Senza pensarci due volte, andai da lei e l'abbracciai. Subitamente, Maryse affondò il viso nell'incavo del mio collo e scoppiò a piangere, aggrappandosi con forza alla mia felpa.

«Ti piace il fratello di Mavs?», domandò stupito Tyler, spalancando i suoi occhi verdi e beccandosi una sberla da parte di sua sorella.

Sentii Megan dirgli di tacere poi anche lei ci raggiunse e avvolse a sua volta le braccia intorno alla schiena di Maryse, accarezzandogliela lentamente per tranquillizzarla.

Maryse emise un grido soffocato poi tornò a singhiozzare contro la mia spalla, di cui la felpa stava assorbendo tutte le lacrime.

Mi sentivo così male per lei. Jeremy era un cretino perché, proprio come aveva detto Maryse, si faceva comandare fin troppe volte da quella oca di Brittany. E Brittany era una grande stronza che doveva smetterla una volta per tutte di tormentare le mie amiche, me ― anche se io non avevo problemi a prenderla a schiaffi ― e mio fratello perché tanto si sapeva che non lo amava davvero.

«Mavs, t-ti ricordi quando eravamo al cimitero?», singhiozzò lei, allontanandosi di poco da me e asciugandosi nuovamente il viso zuppo di lacrime.

Annuii, «Quando dovevano seppellire qualcosa di importante. Perché? Cos'è successo con mio fratello?»

«Io... Io... J-jeremy aveva seppellito delle mutandine, giusto?», annuii, riuscendo anche a capire dove voleva arrivare col suo discorso, «Erano le mie. Jeremy ed io siamo stati a letto insieme. Era la prima volta di entrambi. L-lui mi aveva promesso che... Che sarei diventata la sua ragazza, ma la mattina dopo era sparito e con sé anche le mutandine. Pochi giorni dopo scoprii che si era messo con quella Violet che poi si è dovuta trasferire e in quel momento ho sentito il cuore spezzarsi in due. La verità mi era crollata addosso. Avevo capito ogni cosa. Era venuto a letto con me per non fare brutta figura con quella Violet», altre lacrime le solcarono il viso ed io prontamente andai a cancellarle dal suo viso.

«Mary...»

«Non è finita qui. Ci siamo visti di nascosto; parecchie volte, oserei dire», forzò una risata che mi fece sentire in colpa perché non mi ero mai accorta di nulla, «Lui mi aveva cercata e io come una stupida, mi sono fatta usare ancora e ancora. Lo amo, cazzo. Lo amo, ma lo detesto. Detesto il modo in cui mi fa sentire. Per lui non sono altro che la seconda scelta. Quando la sua Brittany non c'è, viene a cercarmi e io cosa faccio? Ci finisco a letto insieme perché sono dipendente da quelle piccole attenzioni che mi da e che mi fanno sentire amata, ma appena se ne va, mi rendo conto che lui non mi ama e che mi ha semplicemente usata ancora una volta.»

Una volta concluso il suo racconto, calò il silenzio. Gli unici suoni udibili erano i singhiozzi di Maryse e i nostri respiri, il mio leggermente accelerato dal nervoso.

Jeremy come aveva potuto usare in questo modo la mia migliore amica? Come aveva potuto trattarla come una pezza da piedi? Come una fottutissima seconda scelta?

Feci per alzarmi, pronta per affrontare mio fratello, ma Maryse mi afferrò per un braccio e scosse il capo, «Ti prego, non dirgli niente. Lascia perdere, Mavis. Te ne prego.»

«Come posso lasciar perdere se mio fratello ti ha usata per tutto questo tempo?», sbraitai, sentendo il sangue ribollirmi nelle vene.

«È anche colpa mia che mi sono fidata.»

«Lo difendi pure? Quello è un pezzo di merda», strillò furiosamente Megan, scuotendo la nostra amica dalle spalle. Era certa che facendo così l'avrebbe riportata sulla retta via, ma Maryse semplicemente sogghignò con tristezza poi scosse il capo.

«Sto bene. Dovevo solamente sfogarmi. I-io... Vi prego non prendetevela con lui. Abbiamo sbagliato entrambi», Maryse mi implorò con lo sguardo. Emisi un sospiro nervoso poi annuii, anche se con rammarico.

L'avrei fatta pagare in un modo o nell'altro a mio fratello.

«Non ne sapevo niente... Maryse, mi dispiace davvero tanto», Cassidy si avvicinò a noi tre poi appoggiò la testa sulla spalla di Maryse e sospirò tristemente mentre quest'ultima le mostrò un accenno di sorriso, anche se si vedeva che era forzato.

Nel giro di pochi secondi, intorno a Maryse si creò un bozzolo di amici che provarono a consolarla in ogni modo.

Tyler pizzicandole le guance. Amy parlando di una delle sue tante figuracce fatte nella sua vita che le fece scappare una risatina. E Elizabeth mormorò semplicemente che avrebbe fatto ragionare mio fratello, dato che si potevano considerare buoni amici.

Io, Megan e Cassidy invece le restammo accanto, tenendola stretta a noi fin quando non suonò la campanella di inizio lezione.

***

«Tu! Tu sapevi che mio fratello stava usando Mary, vero? Voi ragazzi siete tutti uguali!», sbraitai una volta ritrovata di fronte a Morgan nel corridoio deserto.

Ero uscita con la scusa di dover andare in bagno e nel frattempo avevo scritto a Morgan di incontrarci davanti al mio armadietto perché dovevo parlargli, senza però specificare di cosa.

«E poi, dì a quella testa di cazzo di James che se alza un'altra volta le mani su Tyler, lo castro! Ci siamo capiti?», lo spintonai violentemente e i suoi occhi nocciola si spalancarono all'istante. Sembrava quasi che non ne sapesse niente, ma con lui era meglio non fidarsi, del resto lui, James e Jeremy erano migliori amici.

«Di che cazzo stai parlando? J. e Mary? Io non sapevo nemmeno si frequentassero e, poi James non lo vedo da questa mattina, non si è mai presentato nemmeno ad una lezione», il viso di Morgan divenne rosso e le sue narici di allargarono per il nervoso.

Scoccai la lingua contro il palato per la rabbia e il fastidio che il solo pensare a mio fratello che trattava Maryse in quel modo, mi faceva provare. Per non parlare del fatto che Morgan stesse facendo il finto tonto, quando ero quasi certa sapesse ogni cosa di Jeremy e James.

«Non si frequentano. Lui la usa semplicemente quando Brittany non ha voglia di scopare!», mi passai una mano sulla fronte, spostandomi all'indietro i capelli più corti che erano sfuggiti all'acconciatura di Cassidy per il nervoso, «Cristo, perché Mary? Perché con quel coglione di mio fratello? Tu lo sapevi, non è così?»

«No, cazzo non lo sapevo! So solo che tuo fratello non è fedele a Brittany come lei con lui e basta. Non sapevo che l'altra fosse proprio Maryse.»

«L'altra...», storsi il naso, infastidita dal modo in cui l'aveva definita, «Be', dì a mio fratello che se prova ad avvicinarsi ancora una volta alle mie amiche, lo affogo nella piscina!»

«Mavis... Io davvero non ne sapevo niente», Morgan fece un passo in avanti e io uno indietro poi scossi il capo, emettendo un sospiro.

«Sinceramente? Non so più a cosa credere...»

Inaspettatamente, mi ritrovai appiccicata al petto di Morgan con le sue braccia avvolte intorno alla mia schiena, cosa che mi fece rabbrividire poi lo sentii mormorare qualcosa, ma non capii esattamente quali parole fossero. Ero troppo presa a percepire il mio cuore tamburellarmi con violenza nelle orecchie.

Morgan appoggiò il mento sulla mia testa e le mie guance presero subito colore mentre gli tiravo dei leggeri pugni sul petto per staccarlo da me.

«Perché sei arrabbiata con me, Mavs? Io non c'entro nulla né con James né con tuo fratello», mormorò con un filo di voce poi abbassò il suo viso e lo avvicinò pericolosamente al mio.

Che cavolo voleva fare? Non stava per baciarmi, vero?

Provai a staccarmi da lui, lo spinsi indietro dalle spalle, ma non si mosse di un solo centimetro. Le sue braccia si strinsero maggiormente intorno alla mia vita e dei brividi percorsero la mia spina dorsale.

Il mio cuore sussultò, quando percepii il suo respiro caldo sfiorarmi la pelle del collo.

Il mio stomaco fece un giro su se stesso e le budella si aggrovigliarono fra loro, quando le sue labbra si appoggiarono sul mio collo pallido.

«M-morgan, basta!», sussurrai col fiato corto, strizzando poi gli occhi quando baciò la mia pelle.

«Ti prego fermati!», strinsi con forza le dita intorno alle sue spalle e solo in quel momento si staccò da me.

In quel preciso istante sentii le lacrime pungermi ai lati degli occhi, ma le ricacciai indietro poi senza dargli tempo di aprir bocca, gli rifilai una sberla in piena guancia, facendolo gemere dal dolore.

«Non azzardarti mai più a rifarlo.»

Incrociai il suo sguardo e l'espressione che vidi nei suoi occhi, quasi neri per via dell'intensità, era dispiaciuta, quasi scioccata da quanto aveva fatto poi socchiuse le labbra e in un sussurro mi chiese scusa.

Mi morsi con forza il labbro inferiore, quando lui fece un passo verso di me, «Morgan... Ti prego, vattene. I-io ho bisogno di stare sola», la mia voce era un sussurro implorante. Un sussurro che stava cercando di nascondere un dolore che volevo dimenticare, ma che mi era impossibile scordarlo.

Il mio stomaco doleva. Il mio respiro sembrava accorciarsi ad ogni mia boccata d'ossigeno. La mia vista stava vacillando e il mio corpo pareva non essere più sotto al mio controllo.

Barcollai leggermente poi tutto intorno a me divenne nero e l'ultima cosa che sentii prima di svenire, fu il mio nome gridato, quasi con disperazione, da Morgan.

Esalai un respiro affannoso poi venni avvolta da un buio soffocante e un silenzio assordante.

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