Questione di pelle

Galing kay Fibradelica

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[Disponibile su Amazon anche in cartaceo ed ebook, le due versioni su Amazon contengono maggiori scene e magg... Higit pa

Il fuoco e la dinamite
Punti di vista
Chi disprezza compra
La curiosità uccise il gatto
Incubi o desideri?
Quel momento in cui...
Si vive una volta sola...
Tu che sei diversa
Un impegno già preso...
La novità sei tu in questa mattina
Guarda te stessa e rifletti
Inevitabile follia
Tutto ha un prezzo, anche la normalità
Che vuoi che succeda?
Nonno e le sue rivelazioni
Parliamone...
Questione di compromessi
Alla luce del sole
Riflessioni e deduzioni
A tu per tu
L'evoluzione dei sensi
Il seme e la pianta
Dove andiamo?
Corri da mamma a dirle che...
In piena tempesta
Luna piena
Tra il dire e il fare...c'è di mezzo nonna Esmeralda
Roma non fa la stupida stasera...
All'ombra del Colosseo
Confesso
Il rientro da Roma...
I tre segreti di Federico
Tsunami
L'avresti mai detto?
Non ho mai dimenticato quella volta che...
Incomprensioni
E di prima mattina? Si canta!
I primi settantanni
Io ci sto e tu?

Peccati di gioventù

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Galing kay Fibradelica

"Allora dove andiamo?", domandò Marzio mettendo in moto la macchina.

"Non ho idea, credimi. E' che ho perso proprio la mano in fatto di mete. Capirai, sono sempre fuori casa per lavoro, spesso rientro solo nel week-end, stanco come un mulo. A parte qualche ora fuori quando ci sono le feste del paese, non metto quasi mai il naso fuori dalla porta per andare da qualche parte, a meno che non sia il supermercato o il giornalaio. Quindi non ho proprio idea dei vari locali, o mete che ci sono oggi nei dintorni". Rispose Federico con tono rassegnato. 

"Come mai lavori fuori?", domandò al suocero. 

"Perchè qui, nei dintorni, il lavoro edile è scarso. Quindi ti ritrovi a fare la pedina un po' per tutto il Lazio. L'altra settimana ero a Frosinone, in un cantiere, poi hanno bloccato i lavori e amen. Sono in attesa della prossima destinazione". 

"Capisco, almeno tu non stai chiuso in quattro mura deprimenti", replicò Marzio guardando la strada che si dimenava davanti a lui. 

"Non ti piace il tuo lavoro?", domandò Federico al ragazzo. 

"Se fosse per me, in quello studio, appiccherei un gran falò". 

"Dove è finito il Marzio che diceva a mia figlia che nessuno può costringerla a fare quello che non vuole fare? Se non ti piace perché lo fai?", rispose polemizzando un po'. 

"Perchè i soldi servono per campare? Da ragazzetto non avevo tutta l'autonomia che ho ora, sono stato costretto a prendere quella via, o come direbbe mio padre, a seguire le sue impronte. Ora a trentadue anni, dopo dodici anni di 730 e cazzi vari, che cazzo vuoi che faccia per campare?". Rispose un po' rabbioso. 

"Partendo da un presupposto, quello che i soldi servono solo per campare, potresti fare un altro lavoro, magari qualcosa che ti piace di più; se, invece, i soldi ti servono, oltre che per campare a mantenere uno stile di vita e qualche vizio di troppo, allora rimani incastrato negli abiti da commercialista, in effetti è un lavoro ben remunerato". Replicò il suocero. 

"La fai troppo facile", rispose Marzio. 

"Che c'è di difficile? Molli l'ufficio e fai altro. Non c'è nulla di difficile". Polemizzò di nuovo Federico. 

"Altro cosa? Che il lavoro non si trova ed è un miracolo se ne hai uno". Ribatté Marzio.

"Oh sì, i lavori ci sono volendo, è la fantasia di fare certi lavori che manca. Per esempio: la mia ditta cerca dei manovali, ma ai giovani d'oggi gli piace la bella vita, i soldi facili, la fama...quindi meglio tentare altre vie che spaccarsi la schiena in cantiere. Ed è così per tanti lavori...il Comune cerca spazzini, ma ti metti a fare lo spazzino? Per i giovani risuona come un insulto, pensa che ai miei tempi se avevi un lavoro come spazzino in Comune eri considerato un privilegiato, uno con lo stipendio fisso e assicurato, il buon vecchio posto fisso e garantito. Non c'è più spirito di adattamento, di sacrificio, voi giovani non conoscete più frasi del tipo: per ora faccio questo, poi se capita di meglio, intanto però mi metto qualche soldino da parte. Anche perchè, io li vedo in giro, quel povero stipendio, semmai lo avessero, fa prima a uscire dal conto corrente che a entrarvi...spendete come degli assassini, mai che vi venisse in mente di mettere qualcosina da parte. Io vedo anche Annalisa, anche lei ha questo difetto, seppur rapportato alla paghetta settimanale. Quei soldi le bruciano in mano, non vede l'ora di spenderli, i soldi della paghetta passano dal mio portafoglio alla cassa di qualche negoziante sostando per qualche secondo tra le mani di mia figlia". Federico si sfogò un pochino. 

"Ora se volessi fare il cattivo ti dovrei dire che a tua figlia sta sul cazzo la facoltà di Medicina, lei ama la Matematica e invidia il fatto che io faccio il commercialista e ho a che fare con i numeri, le formule, indici, statistiche e via dicendo". Replicò Marzio affondando un bel colpo. 

Federico lo guardò stupito:

"Davvero?". 

"Sì, dico sul serio. E' una delle prime lamentele che ha tirato fuori, mesi fa, quando non volevate che ci frequentassimo. Quindi come vedi non siete infallibili come genitori e anche voi, in parte, avete incastrato vostra figlia in un mondo che non le appartiene, magari siete stati più attenti su altre cose. Per esempio, non si è mai lamentata del vostro affetto, o del fatto che le mancasse qualcosa, di sicuro si sente amata e protetta da voi, a differenza dei miei...loro...beh lasciamo stare, è meglio". Marzio parcheggiò a lato della sua villa.

"Ah beh...non pensavo che...comunque ti ringrazio per avermelo detto. Andiamo a casa tua?", domandò Federico incredulo. 

"Credo che sia un posto giusto per parlare", rispose aprendo la portiera. 

"Vuoi uccidermi così eh", rispose Federico scendendo, a sua volta, dalla macchina. 

"Ucciderti? E perchè?", Marzio replicò. 

"Ah beh, non venirmi a dire che qui dentro tu e mia figlia vi raccontate le barzellette eh". Lo disse entrando in casa. 

"Assolutamente no, non sono tipo da barzellette. A dirla tutta quel letto, questo divano, il pavimento e, negli ultimi tempi, anche il tavolino, ne hanno viste parecchie e, seguendo la tua logica, ti ho già ucciso, visto che proprio ieri sera, poco prima che la riportassi a casa, ci siamo fatti una sveltina in macchina e, ironia della sorte, stavamo proprio sul sedile dove stavi seduto poco fa". Marzio sfoderò tutta la sua dissacrante onestà. 

Federico si impossessò del volto di Hannibal Lecter, serrando i pugni con forza, digrignando tra i denti:

"Stai zitto prima che la campagna adiacente al tuo giardino scopra la sgradevole sensazione di avere un cadavere che vi alberga sopra". 

"Io non vi capisco proprio", replicò Marzio. 

"Credimi che un'enigma più grande di te, giuro che non esiste...non ho ancora capito se la tua sete di sincerità sia solo sfacciataggine, o rientri tra la schiera dei pregi o dei difetti, so solo che aumenta, di parecchio anche, la voglia che ho di ucciderti, ogniqualvolta che apri bocca parlando di mia figlia". Replicò secco e senza tanti preamboli Federico. 

"Per carità, non sia mai...vi rimane proprio difficile pensare che vostra figlia è una donna ormai? E che lì, in mezzo alle gambe, è donna come tutte le altre? Non è che l'essere tua figlia l'abbia fornita di una fica speciale eh, ce l'ha come tutte le altre e indovina? Ce l'ha per usarla come tutte le altre, non è che le serve solo per fare pipì". Intonò sarcastico Marzio. 

"Possiedi dei coltelli in cucina? Donna è un parolone a vent'anni...e poi, se proprio devo dirla tutta anch'io, il sesso non è indispensabile per vivere una storia. E' un optional ok? Un optional di cui si potrebbe fare a meno, se regnasse davvero l'amore e tu, se davvero ci tieni a lei, dovresti capire che il rispettarla è fondamentale!". Federico alzò un pochino la voce. 

"Ma io la rispetto, infatti", rispose Marzio. 

"No, tu non la rispetti, tu te la scopi e questo non è rispetto!". Federico sbottò. 

"No, aspetta. Chi devo rispettare veramente? Lei o la tua visione moralista della cosa? Perchè se devo rispettare la mia ragazza, allora io la rispetto, non è colpa mia se sei lontano anni luce dall'idea che a tua figlia piace scopare con il sottoscritto e lo fa più che volentieri, anzi a volte è lei ad attaccare bottone portandomi in cima al sesso; se devo rispettare, invece, la tua visione moralista del cazzo, allora è un altro conto...ma anche qui, Federico, non hai ragione. E' la tua visione e non la mia, tanto meno quella di tua figlia. A sentire te sembra che io la leghi a letto e la violenti ogni volta e non è così, oppure che la costringa a fare sesso con me e sei ben lontano dalla realtà, mi dispiace". 

"Anche a me dispiace enormemente...mi dispiace tanto di non averti ammazzato davvero quella sera...non dovevo scendere a compromessi, dovevo scannarti e amen! Mia figlia aveva la stessa visione di vita, la stessa! Poi ha incontrato te e la mia dolce Annalisa è diventata un'altra...io a tratti manco la riconosco più". Federico alzò di nuovo il tono di voce. 

"Non la riconosci perchè sei ancorato all'immagine distorta che avevi di lei...la piccola Annalisa, di vent'anni però, e non riesci a vederla nella sua vera veste, quella di donna e non dirmi che è un parolone a vent'anni perché l'età c'entra cazzi con la maturità e, credimi, lo so benissimo questo fattore". Decantò Marzio. 

"Che vuoi sapere tu di maturità? Proprio tu, seh, l'uomo e i sette vizi capitali in un'immagine sola, mi parli di maturità? Ma per piacere...", Federico stentava a crederci. 

"Conosco donne di trent'anni che hanno la maturità che possiede una barbie, o peggio, madri che hanno la maturità di una bambola gonfiabile e poi conosco Annalisa, che a vent'anni ha una maturità tale che è matematicamente impossibile non notarla.Guardati intorno un attimo, qui in questa casa...pensi che fosse così la prima volta che ci ho portato Annalisa? No, non era così - si mosse gesticolando e indicando i vari punti della casa - per esempio, queste tende non c'erano, me le ha regalate Annalisa; il tavolo non aveva la tovaglia, l'ha presa Annalisa; nel frigo non c'era un cazzo - aprì il frigorifero - è Annalisa che fa la spesa. Andavamo a mangiare fuori all'inizio, ora cucina lei quando stiamo qui il sabato sera; vogliamo parlare della domenica mattina? Io mi alzo e la trovo puntualmente che sta facendo qualcosa: pulisce la casa, spolvera, sistema le cose, mi ha già preparato la colazione, fatto la lista di quello che manca e c'è da comprare...ultimamente sai che mi ha detto? Qui manca una lavatrice...capisci quello che voglio dirti? Sai quante donne sono entrate da quella porta prima di lei? Una miriade come ben sai...mai nessuna ha alzato un dito in questa casa, mai nessuna si è preoccupata di renderla migliore e mai nessuna si è fermata a dormire qui un'intera notte. Tutte belle bambole, fighe da far paura, ma tutte molto simili a mia madre...belle da vedere, stupende a scoparle, ma con un tasso d'utilità pari a quello dei fazzoletti usa e getta: le rimorchi, le scopi e poi le getti nel cesso! Annalisa non è così, Annalisa è donna, è matura e non è più solo la tua bambina, è la mia donna!". Marzio si sfogò con forza. 

Federico, invece, si guardò intorno e recepì quel piccolo sussulto che lo catapultò a un passo dall'abisso: sua figlia stava per spiccare il volo fuori da casa, fuori dal suo raggio di controllo e d'azione. Presto l'avrebbe persa e questo lo fece star male. 

"Domanda: tu e tua moglie non avete mai scopato prima del sì?", provocò il suocero. 

"Che c'entra, qui non siamo in discussione io e mia moglie", rispose furbamente Federico. 

"Il fatto che stai deviando il discorso e non hai spaccato un secco no, significa che la risposta è sì. Quindi, fammi capire, tu e tua moglie potevate spassarvela e vostra figlia no? Scommetto che se ora - si portò vicino al comodino e lo aprì prendendo un cofanetto - io mi preparo e mi fumo una canna - prese l'occorrente dal cofanetto - l'ex fricchettone, figlio dei fiori, che ho davanti, cioè te, mi farà la predica su come sia sbagliato fumarsi una canna, vero?". Marzio lo disse preparando la canna e accendendola, chiudendo il discorso con una nube profumata alla marijuana che gli uscì dalla bocca. 

Federico socchiuse gli occhi per rimanere calmo. Poi disse:

"Non ti manca niente eh, tu i vizi ce li hai tutti, sei full optional proprio. Comunque spero vivamente che quella roba non la fai fumare anche a mia figlia". Replicò Federico. 

"Detto da uno che, a vent'anni, si sfondava di cannoni riecheggiando all'anarchia ha il suo sapore ipocrita, come gran parte della morale a cui attingi per affossare la relazione che ho con Annalisa". 

"E' un reato grave evitare che la propria figlia commenta errori? Sai l'esperienze di vita servono a questo", rispose sarcastico Federico. 

"Bravo, bingo, hai fatto centro. L'esperienze di vita, gli errori...i tuoi però, che sei stato libero di commettere, per poi forse comprendere, o cambiare. Tali esperienze però restano tue e non di tua figlia. Domanda: pensi davvero che tua figlia possa comprendere qualcosa che non vive? Pensi davvero che lei capisca un errore ed, eventualmente, la gravità dell'errore solo perché le viene detto? Solo perché i genitori lo hanno visto e raccontato? Esempio, sapendo anche che lo riterrai fuori luogo, ma fa niente: io ho fatto tutto quello che ho fatto, mio nonno è stato l'unico che, per certi versi, mi diede l'input che stavo sbagliando, sempre meglio dei miei invece, che di me si ricordano solo se devono sputare veleno sulla mia pelle, mai mi hanno posto dei freni, loro sono arrivati sempre dopo che avevo deragliato in malo modo, solo per fare la loro predica del cazzo...io non ho compreso che sbagliavo, nonostante mio nonno me lo facesse capire, magari anche lui basandosi sulle sue esperienze, sui suoi errori. Io l'ho compreso solo quando ho vissuto qualcosa di diverso dall'inferno che vivevo da sempre...quando ho avuto davanti l'altro lato della medaglia in cui stavo io".  Marzio fece un altro tiro dalla canna. 

"Quando hai incontrato Annalisa...", rispose sottovoce Federico. 

"Sì, quando ho incontrato lei. Non so neanche dire perchè mi catturò così tanto, da subito...so solo che navigavo in un mondo che...pensavo fosse inesistente per me". 

"Ho fame", disse spontaneamente Federico. 

"Ti va il cinese?", rispose Marzio. 

"Che roba è?". 

"Cibo cinese? Ordiniamo e ce lo facciamo portare". Replicò Marzio. 

"Non ho mai mangiato cinese, è buono? O hai la macabra idea di eliminarmi avvelenandomi?", domandò quasi sarcastico Federico. 

"E' buono, almeno a me piace parecchio". Rispose il ragazzo prendendo il cellulare tra le mani. 

"Ok, proviamo il cinese", rispose Federico. 

I due ordinarono da mangiare e poi continuarono la conversazione a due, in modo più civile ed appagato. Da una parte Marzio poté sfogarsi un po', come Federico aveva previsto; dall'altra parte, il padre di Annalisa, incominciò a capire cosa rappresentasse sua figlia per Marzio e incominciò a intravedere il motivo da cui prendeva vita quella sua reputazione dannata. Era ancora ben lontano, però, dal digerire in pieno quella relazione così speciale. 

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