Double Face - The Hell (Versi...

By HugMePlease_00

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C'è una grande differenza tra la vita e la morte, a volte però possono essere così vicini. Cos'è vivere se po... More

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Double Face
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BookTrailer
Personaggi e Ringraziamenti
Double Face-Psycho

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By HugMePlease_00







14/09/2016 Baltimora,

 (Maryland) Detective center of Maryland

Ero davanti a quel grande edificio, mi aspettavo chissà quale avventura o nuova esperienza, invece l'unica cosa che feci quando mi avvicinai all'entra fu inciampare all'ultimo scalino e cadere a terra sbattendo la faccia contro il pavimento. «Non mi dire che anche questo anno abbiamo un'altra svampita.» Alzai lo sguardo e davanti a me un uomo sulla ventina, alto in giacca e cravatta con i capelli neri, e occhi celesti mi porse una mano, l'accettai volentieri e mi aiutò a sollevarmi. Sistemai la mia maglietta dei Nirvana  cercando di sembrare più formale possibile, guardai i miei skinny jeans, fortunatamente non erano sporchi, ma le mie converse nere erano macchiate di una polverina bianca. Le pulii velocemente con un fazzoletto abbassandomi, quando mi rialzai l'ispettore Shan mi guardava leggermente scosso, gli porsi la mano:«Kara Michelle Martins. Lei dovrebbe essere l'ispettore Shan» lui la strinse e mi sorrise. «Perspicace, almeno non sei poi così svampita. Mi hai già visto in giro per caso? Mi hai subito riconosciuto.» Io sorrisi lievemente, questo ispettore di intelligente non aveva niente, dico sul serio. «No. Mai visto. Il cartellino Benjamin. Il cartellino.» Spinsi le porte della centrale ed entrai in maniera disinvolta, «Allora devo aspettarla per tutta la giornata?» gli avevo chiesto, si smosse e mi raggiunse. «Bene, Martins. Data la sua dote che ho appena avuto l'onore di scoprire nel fare le così dette "Figure di merda''» disse alleggerendo la m e la e in modo buffo «e di farle fare per lo più. Non si offenderà mica se le presento un po' di colleghi no?» Io per provocarlo gli sorrisi

«No faccia pure. Sperando che almeno si ricordi tutti i nomi dei suoi colleghi ispettore.» Calcai l'ultima parola. «Anche di quelli senza il cartellino.» «Forse passeremo direttamente a darle qualcosa da fare signorina furbetta.» Finalmente quell'uomo si era deciso e meno male che Mrs. Kate mi aveva assicurato che era il migliore. Entrammo in un grande ufficio che era ovviamente il suo, frugò in un cassetto e mi porse delle carte. «Io sono in sala riunioni dobbiamo discutere dell'ultima vittima del famoso Serial Killer. Guardi queste carte, mi registri tutto sul computer. Si può sedere sulla mia sedia.» Diedi un'occhiata svelta ai fascicoli. «Ma questi sono solo alcuni fascicoli su delle banali multe» avevo detto in tono piuttosto acido, lo sentii ridere. «Cosa si aspettava signorina Martins? Un caso di rapina oppure di omicidio?» «Beh. Perché no...» Mi guardò con superiorità. «Per i novellini, spettano compiti basilari. E di certo non passerei casi di omicidio a una ragazzina di sedici anni.» Sgranai lievemente gli occhi. «Io sarei una ragazzina? Parla lei famoso ispettore che indossa due calzini diversi.» Ben abbassò lo sguardo. «E dal suo sguardo pare che non se ne sia nemmeno accorto. Mmm chi era la svampita?» «Ah! Kate mi ha dato proprio pane per i miei denti. Sei testarda eh. Io vado in sala riunioni e tu Kara, svolgi il compito che ti ho dato. Mi sono spiegato? Sono il tuo capo e fai quello che ti dico io» mi aveva urlato. Non gli risposi mi sedetti sulla sua poltrona e accessi il computer evitando di guardarlo negli occhi. «IIo mi dispiace Kara, non so che mi è preso.» «Vada ispettore. Ha una riunione.» Ben mi lanciò un'altra occhiata e uscì dall'ufficio. Erano tutte multe stupide. Ma chi diavolo fa una multa di 300 dollari a un'adolescente con gli ormoni in pieno sviluppo? Ma non per guida in stato di ebbrezza o patente scaduta. No! Nulla di simile. Chi si sarebbe mai aspettato che facessero una multa a quel povero ragazzo perché il suo stupido cane aveva fatto la pupù nel cortile della proprietà privata del Sindaco, e per lo più si era anche rifiutato di raccoglierla, chiunque fosse provavo stima profonda. Lessi il nome Jason Harding. Avevo deciso che lo avrei preso in giro a vita per questo. Trovai altri casi di multe, uno per patente scaduta. Un'altra abbastanza divertente per "Riproduzione in una automobile''. Sul modulo c'era scritto che era parcheggiata sulle strisce pedonali di fronte a una scuola elementare. Pazza. La gente è veramente impazzita. La maggior parte erano per guida in stato di ebbrezza, pare che uno dei tanti fermati era insieme con degli amici e quando un poliziotto gli ha chiesto di uscire dall'auto lui se la sia fatta sotto, nel senso vero e proprio e che poi sia scoppiato a ridere, non oso immaginare che figuraccia abbia fatto. Sbuffai rumorosamente appena finii di registrare al computer tutto il lavoro, ci avevo messo più o meno un'ora. Mi alzai guardandomi intorno, decisi di andare a disturbare un po' l'ispettore. Bussai per dirgli che avevo finito, sentii un "Avanti" così entrai. La sala riunioni era piena di persone, erano tutti seduti attorno ad un grosso tavolo di vetro, le finestre erano delle splendide vetrate oscurate e Benjamin era in piedi davanti a uno schermo tecnologico appena mi vide sbuffò. «So di esserle mancata ispettore.» gli sorrisi con gli occhi puntati tutti su di me. «Signori, signore, lei è la mia assistente Kara Michelle Martins.» «Oh non pensavo dovessimo chiamarci col nome completo Benjamin.» Qualcuno a stento trattene una risata, lo guardai, sembrava irritato. «Cosa la porta qui?» «Ho finito di registrare i suoi fascicoli e gli ho sistemati in ordine alfabetico.» I suoi occhi si illuminarono. «Di già?» mi chiese stupito. «Sì, mi sono trattenuta leggermente nel leggere qualche multa divertente, sa ho fatto fatica a leggere un po' i moduli ha una calligrafia davvero complessa. Mi dica scrive per caso in cinese?» Alcuni risero di gusto e lui mi lanciò un'occhiataccia. «Ben. Le hai dato delle banali multe? Mi sembra troppo sveglia per occuparsi di queste cose» parlò un uomo leggermente anziano. «E a quanto pare è veloce nella lettura. Le piacerebbe prendere parte alla riunione?» «Ma Signore, questa è una riunione solo per i dipendenti» precisò l'ispettore Shan. «E lei non è una dipendente? Sennò cosa ci farebbe qui? Su falla accomodare e portale qualcosa da bere Benjamin.» Mi accomodai all'unico posto vuoto, ovviamente quello di Ben. «Ispettore» lo chiamai, lui si voltò verso di me con occhi infuocati, «Un cappuccino, con molto zucchero grazie.» Dopo cinque minuti tornò con il mio cappuccino e me lo posò davanti trucidandomi con lo sguardo, per poi tornare davanti alla lavagna multimediale. Toccò due tasti e apparvero due immagini della vittima in primo piano, e l'altra della stanza completa. «Bene. Come tutti sappiamo il ragazzo si chiamava Jhon Forks, ventiquattro anni ma noi possiamo chiamarlo vittima "10''. Ora del decesso 17.30. Arma del delitto due coltelli da cucina, appesi al lampadario. Tracce del Serial Killer nessuna. Il telefono aveva la sveglia programmata per quell'ora dato che dovevano arrivare i suoi amici.» Premette in basso a sinistra e apparvero degli elenchi telefonici. «La vittima pare abbia fatto diverse chiamate in diversi giorni, e abbia avuto messaggi anonimi da un numero privato. Il telefono è irraggiungibile e non possiamo collegarlo a una rete Internet. Non possiamo avere accesso a nessun dato ma possiamo dire con certezza che i messaggi sono stati inviati, sempre di fronte casa della vittima o di fronte il lavoro di Jhon. Abbiamo constatato che anche le altre vittime hanno avuto la stessa serie di messaggi. Non riusciamo ad avere il numero del Serial Killer quindi...» Io alzai la mano interrompendolo, mentre tenevo con l'altra mano il mio cappuccino caldo alzò gli occhi al cielo. «Martins dica.» Mi alzai dalla sedia sotto gli occhi confusi di molti in quella sala, riportai lo schermo sulle immagini e mi voltai verso gli altri. «Per prima cosa, mi dispiace contraddirti Ben, ma è assolutamente impossibile che appena la vittima si sia svegliata. Le due lame gli si sono conficcate negli occhi. Io quando mi sveglio, non mi alzo dritta di schiena» spiegai, l'ispettore Shan mi scrutava attentamente. «Magari aveva fatto un incubo» propose una donna sulla quarantina. «Penso che il nostro assassino non sia stupido, nessuno piazza dei coltelli penzolanti senza un piano. Sono sicura che il nostro Serial Killer abbia programmato la sveglia per far balzare la nostra vittima dallo spavento. Il piano aveva una possibilità su cento che potesse riuscire e a quanto pare ce l'ha fatta, inoltre... » non finii perché la voce di Ben mi interruppe. «Il telefono è stato trovato a terra» mi spiegò lui. Presi due matite e le mossi velocemente verso i suoi occhi fermandomi prima di colpirli, la penna che lui aveva in mano cadde. Vidi l'uomo di prima sorridere compiaciuto, «Ma sei impazzita?» mi aveva urlato, io sorrisi. «Smettila Ben.» lo rimproverò l'uomo. 

«Ma Signor Friman...» lui gli fece segno di stare zitto e mi incitò a continuare. «Per quanto l'idea di accecarla ispettore Shan mi tenti, questo era per dimostrarle che l'oggetto è caduto» lui sembrò capire e si ammorbidì. «Ma l'abbiamo trovato leggermente lontano dal letto invece avrebbe dovuto caderci sopra» mi spiegò io mi abbassai vedendolo seduto sulla sedia affianco a me. «Le spiego una cosa Ispettore Shan. La vittima pur avendo gli occhi conficcati nelle lame ha mosso i piedi, ovviamente il cellulare è cascato prima sul letto, ma poi è stato spinto a terra.» Mi avvicinai al computer ed inizia a digitare dei tasti alla svelta. «Il cellulare del Serial Killer, non è lo stesso di quello che usa quotidianamente, quindi in sostanza ne ha due e con schede SD e micro SD diverse. Il nostro Serial Killer è molto astuto quindi tengo ferma la mia teoria, se non mi sbaglio tutti commettono degli errori, quindi la scheda SD l'ha tolta per non essere rintracciato, ma la micro SD contenete immagini, musica, download e siti Internet vari dovrebbe essere ancora inserita. Non vi posso promettere niente dato la mia ipotesi dei due cellulari, ma ci provo lo stesso. Vediamo un po'...» continuai a digitare, varie password, «E... bingo. Aperto.» Mi guardarono leggermente con gli occhi sgranati. «Hai scoperto la sua password infiltrandoti nel suo cellulare illegalmente?» chiese Ben scosso e stupito. «Non proprio illegalmente dato che ho indovinato la password.» Friman mi fissò attentamente. «Qual è la tua teoria sulla password?» mi aveva chiesto, sorrisi. «Se ci fate caso, le sue vittime sono delle pedine. Ben lo schema delle vittime e delle abitazioni.» Lui schiacciò in alto a destra e uscì lo schema. «Guardate attentamente le vittime, tutti drogati ed alcolizzati. La nostra ultima vittima, sono certa che dalle analisi risulterà un drogato ecco perché stava male, non era malato aveva solo bisogno di droga. Avete il sacchetto con le medicine?» Friman annuì e fece cenno alla donna di prima di passarmi il sacchetto. «Grazie Betta.» Lessi il nome sul cartellino tirai fuori le pasticche ancora chiuse nella scatola e le feci passare tra di loro. «Vedete qualcosa?» «A me sembrano normali medicine» aveva risposto un uomo davanti in prima fila

«Bene Jhonatan, ora ti farò vedere una cosa. Passatemi la scatola.» Jhonatan me la porse e tirai fuori il contenitore sottile di plastica dove dentro c'erano le medicine. «Vedi Jhonatan. Queste sono medicine» dissi tirandone fuori una e passandogliela, poi tirai la pellicola di plastica e uscì della polvere, «Questa invece è droga.» Loro strabuzzarono gli occhi, era difficile da credere che una ragazza di sedici anni fosse capace di fare questo. «Se ci fate caso, lui è passato da una vittima con i capelli chiari fino alle vittime venticinquenni tutte bionde. A parere mio ha uno schema. Guardate bene lo schermo. Ogni vittima abita vicino all'atra una avanti e una indietro. Questo mi ha fatto pensare immediatamente agli scacchi e qual è la pedina più forte degli scacchi? Il re.» sorrisi soddisfatta del mio lavoro. «La password era "The King" e penso che questo sia un nome adatto da dare al Serial Killer.» «The King» ripeté Friman, «Devo ammettere che mi piace.» Gli sorrisi entusiasta. La riunione era finita, e stavamo tutti andando a casa, una stretta forte mi bloccò il polso, mi voltai per guardare Ben negli occhi. «Fai un'altra volta una cosa di questo tipo e ti pentirai immediatamente di avermi sfidato capito?» mi strattonò per il braccio, i suoi occhi sprigionavano fuoco e rabbia, sentii una mano poggiarsi sul mio fianco, Lucas. «La tocchi un'altra volta Ispettore Shan e se la vedrà con me.» Ben mi squadrò e poi rivolse il suo sguardo al biondo. «Cosa ci fai qui Lucas?» gli aveva chiesto sistemandosi la cravatta. «Sono venuto a riprenderla e ora con il vostro permesso o anche senza, noi ce ne andiamo.» Mi prese per mano facendomi venire una scossa per tutto il corpo. La mano di Ben fermò il mio polso e mi voltai verso di lui. «Ho detto che non la deve toccare!» gli ringhiò contro, io strinsi la mano di Lucas ma fu inutile perché non si rilassò. «Ti prego Kara possiamo parlare?» Mi dispiaceva così tanto per lui. «I-io ok» Lucas non mi fece finire di parlare, era infuriato. «No. Non può parlare con lei» si impuntò stringendo con più forza la mia mano. «Andiamo Michelle.» Attraversammo la strada mentre lui mi stringeva ancora la mano, aveva una presa forte e solida, mi aprì lo sportello, io entrai mentre lui si accomodò al posto del guidatore, aveva uno sguardo infuocato. «Lukey non ti arrabbiare.» Si voltò verso di me di scatto, stava per esplodere. «Ti ha toccata Kara» rispose con rabbia, volevo calmarmi, ma non fu affatto quello che feci. «E tu l'hai trattato male» gli ricordai «Cosa dovevo fare? Lasciare che ti urlasse?! Che ti trattasse male?!» quasi mi gridò, se ne pentì appena notò la mia espressione. «Lo stai facendo anche tu ora» risposi con un filo di voce, lui allungò una mano sul mio viso, però mi scansai. «K-Kara io...» provò dire, ma non trovava le parole. «Non importa Lukey dico davvero... Lasciami davanti scuola.» «Dimmi dove abiti... Ti porto fino a lì.» «Devo fare delle commissioni in centro lasciami davanti scuola.» Fece partire il motore, il viaggio fu silenzioso nessuno dei due parlò e a me non dava alcun fastidio quella situazione era molto meglio così pensavo, arrivammo davanti scuola accostò e io scesi senza salutarlo diretta verso il centro.   

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Ciao lettori e lettrici, ultimamente ho deciso di pubblicare i capitoli del mio romanzo.

Aggiornerò appena  vedrò che qualcuno è realmente interessato al mio romanzo 😊❤️

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