Falling for a Challange

By ravenxblood

389K 24K 3.5K

La Temperance High School è conosciuta per le sue famose Challenges e questo Mavis Hopkins lo sa benissimo pe... More

© copyright
▷ uno
▷ due
▷ tre
▷ quattro
▷ cinque
▷ sei
▷ sette
▷ otto
▷ nove
▷ dieci
▷ dodici
▷ tredici
▷ quattordici
▷ quindici
▷ sedici
◇ Cassie 👭
▷ diciassette
▷ diciotto
▷ diciannove
▷ venti
◇ Maryse 💔
▷ ventuno
▷ ventidue
◇ Jeremy 👊
▷ ventitre
◇ Morgan 💣
▷ ventiquattro
▷ venticinque
◇ Maryse 💏
▷ ventisei
▷ ventisette
▷ ventotto
▷ ventinove
◇ Tyler 🌈
▷ trenta
▷ trentuno
▷ trentadue
◇ James 🚬
▷ trentatré
▷ trentaquattro

▷ undici

10.5K 624 53
By ravenxblood

Non riuscivo a capire che problemi affliggessero il mio povero e demente cervello.

Come diavolo mi ero ritrovata a sognare un cadavere che mi rincorreva con una pala, minacciandomi di seppellirmi viva se non gli dicevo dove avevo nascosto il suo tesoro?

Forse il fatto di aver dormito appena due ore e mezza e di aver visto mio fratello e Morgan scavare delle buche, aveva fatto andare in tilt il mio cervello e quel sogno insensato si era manifestato nella mia mente.

Stava di fatto che avevo un aspetto orribile e che se avessi fatto il provino per un film d'orrore, mi avrebbero accettato subito perché facevo veramente schifo in quel momento.

Stavo fissando i pancakes killer di mia madre da circa dieci minuti mentre quest'ultima e mio padre stavano discutendo di qualcosa che non mi interessava.

Jeremy era seduto al mio fianco e stava mangiando con tranquillità la sua tazza di latte e cereali. Di tanto intanto mi lanciava delle occhiate che ricambiavo col mio sguardo killer che stava a a significare "non ho dormito niente quindi non osare rompermi le scatole".

«Anche oggi vai a scuola con Jeremy?», mi rivolse la parola mia madre, facendomi scattare lo sguardo verso l'alto e sforzare fin troppo un sorriso.

«In realtà viene a prendermi Cassidy quindi vado a scuola con lei.»

Cassidy mi aveva scritto quella mattina presto, chiedendomi se volessi un passaggio e io avevo subito accettato. Non avevo alcuna intenzione di stare ad ascoltare altre storie piene di sesso di Jeremy.

«Cassidy Coleman? Da quando siete diventate amiche?», mia madre mi rivolse un'espressione sorpresa, ma contenta, dato che la mia famiglia era amica con quella di Cassidy.

Alzai le spalle. «Da tre giorni??»

Jeremy soffocò una risata mentre mio padre mi fissò visibilmente confuso e con le labbra socchiuse, segno che voleva dirmi qualcosa, ma sembrava non trovare le parole giuste.

«I Coleman sono delle brave persone, ma quella ragazza è diversa, è complicata, tanto che i suoi genitori ormai si sono arresi con lei», disse mio padre con voce grossa, ripiegando il giornale e scambiandosi un'occhiata strana con mia madre.

Che cosa mi stavano nascondendo? Cosa sapevano di Cassidy, tanto da averla definita "diversa" e "complicata"?

Ma perché avevano tutti questi segreti con me? Ero l'unica a non sapere le cose?

Mio fratello grugnì infastidito, non sapevo da cosa, ma bastò quello per farlo alzare da tavola e senza salutare i nostri genitori, uscì di casa, sbattendo con forza la porta.

Pensai che nostra madre lo avrebbe rincorso fino alla sua auto per sgridarlo come faceva ogni volta con me, ma non accadde, anzi sospirò e basta, tornando a mangiare la sua colazione.

Ma che problemi aveva anche lui ora? Santo Cielo, che palle.

«Scusate, vado anche io», raccolsi lo zaino da terra poi finii il mio succo di frutto alla pesca e dopo avere appoggiato il bicchiere vuoto nel lavandino, uscii di casa, cercando di non pensare a quanto mi aveva detto mio padre.

Cassidy era fuori dalla sua macchina che mi aspettava con un grande sorriso stampato sulle labbra carnose e rosse, grazie al rossetto con cui le aveva dipinte.

«Ehilà Cassie!», sventolai una mano per aria, sentendo i miei braccialetti tintinnare fra loro.

Lei ricambiò il saluto, ampliando il sorriso e raddrizzandosi per poi entrare velocemente in auto, annunciando che aveva visto Jeremy sfrecciare come una furia verso la scuola.

La guardai meglio, borbottando che mio fratello quel giorno si era svegliato con la luna storta e che era meglio lasciarlo perdere almeno fin quando non si fosse calmato.

Cassidy indossava un bellissimo e semplice vestito di jeans che le arrivava fino a metà coscia e un paio di stivaletti neri col tacco che le slanciavano la figura.

Mentre io indossavo una felpa rosa antico che mi aveva regalato Megan a marzo di quest'anno, un paio di pantaloni neri con degli strappi dappertutto e degli scarponcini abbastanza rovinati sulla punta, ma che adoravo troppo per buttarli.

Praticamente gemelle, eh?

Entrai in auto poi salutai con un bacio sulla guancia la mia nuova amica, «Buongiorno.»

Cassidy ridacchiò poi si spostò una ciocca di capelli dietro un orecchio e fece partire la macchina.

«Buongiorno a te, Mavs.»

Durante il tragitto in auto, parlammo di quello a cui avevo assistito quella notte nel cimitero della cittadina e, Cassidy commentò con felicità il fatto di non essere stata scelta per la sfida singola, ma solo per quella a coppie che la divertiva maggiormente.

Quasi mi ero dimenticata della challenge. Se non fosse stato per lei, avrei iniziato la mia giornata scolastica senza nemmeno pensare a cosa avrebbero potuto farci fare gli organizzatori.

Secondo me gli organizzatori stavano proponendo delle sfide più semplici per evitare di perdere concorrenti, dato che arrivati ad un certo numero di giorni, non si poteva più uscire dalla challenge. Se non mi sbagliavo, era dopo appena nove giorni.

Avevo seriamente paura di quello che ci avrebbero chiesto di fare e non ero l'unica. Anche Cassidy era abbastanza in ansia per questa challenge, anche se poi, come aveva ammesso, si divertiva parecchio a differenza mia.

Scesi dalla sua macchina una volta che si fu fermata nel parcheggio della scuola poi sventolai una mano verso le mie migliori amiche che se ne stavano in disparte davanti all'entrata dell'edificio.

Era strano. Molto strano il fatto che non mi fosse già arrivato il messaggio della challenge.

Perché non arrivava? Ormai ero a scuola... Forse mancava Morgan ed era per quello che non c'era traccia del messaggio sul mio cellulare?

No. Morgan c'era e si stava dirigendo verso di noi. Storsi il naso, schifata.

Cassidy lo salutò con grande sorriso poi gli baciò una guancia, «Buongiorno Morgy.»

«'Giorno ragazze», Morgan mi fissò con un sorrisetto fastidioso sulle labbra mentre avvolgeva un braccio intorno alla vita della sua fidanzata.

«Sì, 'giorno», bofonchiai, distogliendo lo sguardo da loro e incrociai per puro caso quello di James.

Mi mostrò un ghigno che mi fece alzare gli occhi al cielo.

Perché i ragazzi si comportavano sempre così? Ghigni stupidi e battutine inutili e fastidiose.

«Ma vaffanculo», borbottai a bassa voce, spostando nuovamente lo sguardo da un'altra parte.

Possibile che dovunque spostassi lo sguardo, trovavo coppiette intente a scambiarsi effusioni o gente che si scaccolava, pensando di non essere notata?

«Che hai detto, Mavs?», sentii la voce di Cassidy pronunciare il mio nome quindi voltai il viso verso di loro e feci spallucce.

Morgan era ancora davanti a me e continuava a stare avvinghiato a Cassidy. Ma staccarsi, no?

Ah, ma perché mi importava esattamente? Erano fidanzati e potevano fare quello che volevano. Sì, ma non davanti a me.

«Entriamo?», chiese sempre lei, staccandosi da Morgan per poi aggrapparsi ad un mio braccio e sorridermi teneramente.

Era così dolce e, stranamente gentile con me. Era per caso un piano di Morgan per umiliarmi? O voleva davvero essere mia amica?

Difficilmente mi fidavo delle persone e proprio per questo, ero spaventata dal fatto che mi fossi affezionata subito a Cassidy.

Non avevamo mai avuto nessun tipo di rapporto in questi tre anni di liceo, solo dei semplici saluti e qualche parola scambiata durante le lezione.

E proprio per quel motivo non capivo perché tutto ad un tratto si fosse interessata a me, ma soprattutto perché sentivo di potermi fidare di lei, anche se il nostro rapporto non aveva mai superato la soglia di "conoscenti".

Annuii, mostrandole un enorme sorriso per poi sogghignare in direzione di Morgan, dato che aveva sbuffato dopo essere stato scaricato un'altra volta dalla sua ragazza.

Una volta dentro l'edificio scolastico, mi diressi subito verso il mio armadietto, fingendo di non aver visto alcuni sguardi che mi avevano lanciato i giocatori di football e le cheerleaders.

Non riuscivo a sopportare quei ragazzi così pieni di sé e quelle ragazze così vanitose da risultare superficiali e noiose.

Sbloccai il lucchetto del mio armadietto e quando fui sul punto di aprirlo, spuntarono dal nulla mio fratello e James, i quali avevano dei ghigni, per niente rassicuranti, stampati sul viso.

E ora cos'avevano combinato quei due? Ma poi che diavolo c'entravo io?

Afferrai la maniglia dell'armadietto e la tirai verso di me. Nell'esatto momento in cui lo feci, aprendolo, una cosa viscida e appiccicosa mi scivolò addosso, sporcandomi tutta.

Cristo santo non eravamo mica ad una premiazione dei Kid's choice awards della Nickelodeon, porca troia.

Gridai come una pazza isterica mentre quella cosa che sembrava quasi slime, mi scivolava sugli occhi e lungo tutto il viso, provocandomi uno sgradevole fastidio.

Avevo i capelli, il viso e i vestiti pieni di quella roba che non avevo idea di come togliere via senza dover tornare a casa a farmi una doccia e cambiarmi.

Uno schiamazzo di risate si alzò in aria e mi perforò fastidiosamente le orecchie.

Che rabbia. Che rabbia, dannazione. Avevo una voglia matta di spaccare qualcosa o la faccia di qualcuno.

Non mi sentivo umiliata perché ero abituata a tutte le buffonate di mio fratello, ma ero molto, ma molto incavolata con chi mi aveva fatto quello stupido scherzo.

Ed era facile capire chi erano i colpevoli... Quei due cretini che si erano portati dietro li spettatori.

«Mavis!», riconobbi all'istante la voce preoccupata di Cassidy mentre le risate continuavano ininterrottamente, facendomi infuriare ancora di più.

Strinsi i pugni lungo i fianchi e mi voltai fulminea verso Jeremy e James perché sapevo c'erano loro dietro a tutto ciò.

«Siete dei bastardi!», sibilai velenosamente, desiderando con ardore di spaccare la faccia a quei due pezzenti.

«Mi dispiace sorellina, ma è la sfida di oggi», mio fratello rise a crepa pelle, facendo si che anche tutti gli altri non smettessero a loro volta.

«Jeremy, come hai potuto? Io ti ammazzo», sbottò Maryse alle mie spalle poi prese a camminare furiosamente verso di lui mentre alzò un braccio per aria e un forte gancio lo colpì in pieno viso, facendolo barcollare all'indietro e strabuzzare gli occhi.

Li spalancai a mia volta per lo stupore, sentendo la sostanza viscida colarmi dalle tempie quindi la pulii col dorso della mano perché mi stava dando fastidio.

Lo aveva fatto davvero? Aveva davvero tirato un pugno in faccia a mio fratello? Dio, se amavo Maryse.

«La challenge? A me non è arrivato nessun mess― Tu, bastardo! Hai cancellato il messaggio, vero?»

Trascinai il mio corpo, appesantito da tutto quello slime o quel che era, verso mio fratello poi gli puntai un dito contro e quella sostanza schizzò sul viso di James.

Lo fissai, trattenendo la risata tra le labbra. Mi faceva morire con quell'espressione scioccata sul viso mentre si sfiorava la guancia sporca di slime come se fosse cacca.

Schizzinoso del piffero.

«Non ti ho cancellato il messaggio, l'ho semplicemente aperto per segnarlo come "letto", così che tu non lo leggessi prima del nostro scherzo», spiegò Jeremy con divertimento e compiacimento.

«Sei uno stronzo di merda!», sbraitai, muovendo le braccia per aria e schizzando roba dappertutto.

Lui scrollò semplicemente le spalle poi afferrando James per una spalla, se ne andarono via da lì.

Quando mi voltai indietro, vidi Morgan fissarmi sconvolto poi scosse il capo e mimò "io non ne sapevo niente, dico sul serio" e non seppi perché, ma gli credetti.

«Mavis, dovresti andare in bagno a lavarti. Ho dei vestiti di ricambio nell'armadietto. Posso prestarteli, va bene?», Cassidy si piantò davanti a me e mi scostò una ciocca di capelli appiccicaticcia e appesantita dallo slime rosso sangue, fissandomi con apprensione.

In effetti avevo proprio bisogno di lavarmi, ma come avrei fatto con i capelli? Non potevo semplicemente lavarli con acqua, si sarebbero increspati per niente.

«Va bene, ma con i capelli come faccio?», chiesi, emettendo poi un sospiro.

«Ho dello shampoo nel mio armadietto in palestra. Te lo vado a prendere. Tu intanto lavati via 'sta cosa schifosa», provò a baciarmi una guancia, ma poi si tirò indietro, arricciando il naso, «Ah, tuo fratello è proprio uno stronzo.»

Arricciai le labbra, adirata, «Lo so e me la pagherà.»

Detto quello, corsi in bagno, gocciolando slime dappertutto poi mi guardai allo specchio.

Emisi un verso di disgusto. Facevo più schifo dell'ultima volta in cui mi ero specchiata, ovvero quella mattina.

Ero completamente ricoperta di quella sostanza rossastra. I capelli sembravano gelatina e i miei vestiti parevano essere stati masticati da una mucca e poi rigurgitati. Che schifo.

Aprii il rubinetto e incominciai a lavarmi il viso con l'aiuto di Maryse e Megan che mi avevano seguita in bagno.

«Togliti la felpa», mi ordinò Megan e lo feci, esalando un sospiro di sollievo nel non sentire più il mio corpo appiccicoso e appesantito da quella roba.

Dopo quasi un'ora ― avevamo perso la prima lezione con la Stone ― ero finalmente pronta per vestirmi.

Era stato più difficile del previsto togliere lo slime dai capelli, ma alla fine ero riuscita a pulirli del tutto e ora, zuppi d'acqua, li avevo legati in uno chignon, così da evitare di gocciolare in giro.

Non volevo venir rimproverata dal bidello per avergli sporcato il pavimento. Lui puliva solo quello e basta. Aveva una fissa per i pavimenti della nostra scuola.

Cassidy mi aveva prestato un suo abito floreale che alla fine dello scorso anno scolastico, aveva dimenticato nel suo armadietto. Era carino, ma non nel mio stile.

Lo indossai lo stesso e purtroppo per il fatto che fossi più bassa di Cassidy, la gonna del vestito mi arrivava quasi sotto alle ginocchia. Divertente.

Ero una nonnina alternativa con il vestito floreale e gli scarponcini neri.

«Grazie Cassie», l'abbracciai affettuosamente.

Mi aveva proprio salvato perché non sarei potuta tornare a casa senza che i miei genitori lo venissero a sapere dalle segretarie della scuola.

Maryse e Megan tornarono in classe mentre io restai con la cheerleader a ripulire il lavandino e qualsiasi altra cosa avessi sporcato con quella sostanza.

«Li terrò nel mio armadietto fino alla fine della giornata quindi vedi di ricordati di prenderli e portarli a casa, Mavs», disse lei, dopo averli buttati dentro ad un sacchetto di plastica nero ed esserselo messo in spalla, come un perfetto serial killer che aveva fatto a pezzi la sua vittima.

Buttai l'ultimo pezzo di carta igienica nella spazzatura poi insieme uscimmo dal bagno e come per magia, mi scontrai con qualcuno e finii col culo per terra.

E che cavolo!

«Oh mio Dio, stai bene?», era la voce profonda di un ragazzo.

Mi ero scontrata con un ragazzo. Fantastico. Un'altra figura di merda da aggiungere alla lista.

Vidi una sua mano venir sporta davanti al mio viso. Con le guance rosse dall'imbarazzo, l'afferrai e lui con uno strattone veloce, mi tirò su.

Mi spolverai la gonna del vestito, togliendo la polvere inesistente poi alzai lo sguardo e incontrai due pozzi verdi e un bellissimo sorriso. Arrossii nuovamente.

Chi era quel ragazzo? Non lo avevo mai visto. Che fosse un nuovo alunno della THS?

«Non ti sei fatta male, vero?», mi chiese, grattandosi la nuca, forse per l'imbarazzo.

Scossi il capo e gli sorrisi mentre Cassidy al mio fianco mormorò qualcosa che non capii.

«Io sono Tyler e sono nuovo. Io e mia sorella ci siamo persi parecchie volte e ancora non siamo riusciti a trovare la presidenza, senza finire in qualche sgabuzzino impolverato», ridacchiò Tyler dopo essersi presentato. La sua risata era molto bella e calda.

«Io Mavis, piacere di conoscerti nuovo arrivato», gli sorrisi, provando simpatia nei suoi confronti.

«Tu sei Tyler Monaghan?», gli domandò Cassidy, puntellandosi un dito sul mento.

Lo conosceva? Giusto... Cassie era nel comitato di benvenuto della scuola quindi era stata sicuramente avvisata dell'arrivo di nuovi alunni.

«Sì, e la mia gemella dovrebbe essere qui da qualche par― Amy!», all'improvviso strillò quel nome e sventolò una mano verso la parte sinistra del corridoio, dove una ragazza alta e coi capelli castano scuro stava correndo in nostra direzione.

«Sono Amy Monaghan, la gemella di questo figone qui», diede un pizzicotto sulla guancia a Tyler che mugugnò infastidito mentre Cassidy al mio fianco ridacchiò.

Amy, al contrario di Tyler, aveva due enormi occhi azzurri e come lui, aveva delle belle labbra carnose ed entrambi erano alti.

Mi sentivo una nana in mezzo a loro tre che erano alti. Dannazione!

«Io sono Cassidy Coleman e sono nel comitato di benvenuto della scuola. Da quello che ho capito, dovete ancora andare a parlare con preside quindi se mi seguite, vi faccio strada e poi se volete vi faccio anche vedere dove si trova la segreteria per prendere i vostri orari e il numero del vostro armadietto», la mia amica sorrise con gentilezza ad Amy che ricambiò con altrettanta cortesia.

«Grazie mille, ci sei davvero d'aiuto», disse Amy con voce cristallina, continuando a sorridere a Cassidy.

Mentre loro parlarono per qualche altro minuto, io controllai il mio cellulare per leggere il messaggio della challenge e per essere sicura di quale sfida si trattasse.

╔ DAY 3: DOVETE FARE UNO SCHERZO AD UN'ALTRA COPPIA O A SOLO UNO DEI DUE SFIDANTI SCELTI ╝

Alzai gli occhi al cielo, indispettita poi uscii dalla conversazione e sospirai pesantemente.

Ecco il motivo per cui mio fratello aveva letto il messaggio al mio posto.

Jeremy sapeva perfettamente che mi sarei vendicata di lui, soprattutto dopo aver sopportato tutte le sue burle durante gli anni, quindi aveva impedito che lo leggessi prima di essere arrivata a scuola e di essermi subita il suo scherzetto infantile.

Lurido verme!

«Tutto okay, Mavis?», Tyler arcuò un sopracciglio spesso e folto e mi fissò con curiosità.

Feci spallucce, «Certo. Devo andare in classe e poi escogitare un piano per vendicarmi di mio fratello e James», borbottai mentre un sorriso vendicativo si fece spazio sul mio volto.

Probabilmente avrà pensato che fossi una psicopatica con manie vendicative, peccato però che non era ancora a conoscenza di quella stupida usanza delle challenges e di come ti portava all'esasperazione eseguirne una.

Il bello era che questa per me era la prima challenge eppure non ne potevo già più.

Cassidy mi baciò una guancia, «Io accompagno loro in presidenza. Ci vediamo in classe, tesoro.»

«Va bene e ti terrò aggiornata sullo scherzo», le feci l'occhiolino e lei ridacchiò, sorridendomi con complicità.

«Non vedo l'ora.»

Bene. Ora dovevo solamente inventare un piano, obbligare quel cretino di Morgan a fare lo scherzo ai suoi amichetti del cavolo ― e se dovesse provare a rifiutarsi di farlo, si beccherà una ginocchiata nei gingilli ― e poi eseguirlo alla perfezione.

Ma che scherzo avrei potuto fare a quei due imbecilli?

Continue Reading

You'll Also Like

30.8K 1.2K 31
Noemi è laureata in ingegneria meccanica a Bologna, la sua città natale; si è appena trasferita a Monaco, dove i suoi genitori si incontrarono per la...
111K 4.9K 57
Charlotte, un'alunna come tante altre, inizia un nuovo percorso scolastico: le superiori. Lei sta superando una fase molto delicata della sua vita e...
12K 785 25
Vi è mai capitato di vivere una situazione talmente coinvolgente, per poi rendervi conto,soltanto a posteriori, che tutto ciò che credevate reale era...
594K 23.9K 41
"Uno novembre. Ore zero quattro e sette di mattina. Il soggetto è esausto, sembra delirante. Si muove con lentezza nell'ombra, non reagisce agli stim...