Non abbiamo armi {MetaMoro}

By AngieMonroe92

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[CONCLUSA] Come difendersi quando non si hanno armi? Si innalzano muri , si puntano mirini, nell'inizio di... More

❇ Introduzione ❇
❇ 1) Fabrizio
❇ 1) Ermal
❇ 2) Mi salvi chi può
❇ 3) Blue Room
❇ 3) Seconda Parte
❇ 4) La sera dei miracoli
❇ 4) Seconda parte
❇ 5) Le luci di Roma
❇ 5) Seconda Parte
❇ 5) Terza Parte
❇ 6) Un cuore in due
❇ 7) Completamente
❇ 8) Perfetti sconosciuti
❇ 8) Seconda Parte
❇ 9) Il conforto
❇ 10) Piccola Anima
❇ 11) Farfalla Bianca
❇ 12) Pace
❇ 13) Niente che ti assomigli
❇ 14) Dall'alba al tramonto
❇ 15) Schegge
❇ 15) Seconda Parte
Avviso!
▪ AVVISO

❇) Epilogo

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By AngieMonroe92

Erano giorni che cercavo in tutti i modi di non ritrovarmi nei paraggi del campo minato, che era Ermal per me.
Giorni in cui mi ero presa una pausa per riflettere sui miei sentimenti.

Avevo saputo da lui stesso, che era ancora in giro per l'Italia, perso in ospitate varie tra tv e radio, prima dell'inizio del suo tour.
Io, con fatica, cercavo di tornare alla quotidianità del mio sedentario lavoro d'ufficio, e solo osservando quelle nuvole d'acciaio, sempre uguali dalla vista della mia finestra, mi resi conto di quanto mi mancava la vita, che avevo vissuto negli ultimi mesi, accanto ad Ermal.

Le giornate, iniziavano e finivano tutte allo stesso modo.
Con me, che non trovavo il coraggio di convocare Fabrizio per confessargli che la nostra frequentazione, doveva interrompersi al punto di partenza.
E l'eterno timore che Ermal potesse ricascare fra le braccia della sua ex compagna storica, ora che si era rifatta viva.

Udì la porta del mio ufficio spalancarsi, con un uomo tatuato e visibilmente desideroso di vedermi, nelle sue vicinanze.
Il primo colpo di scena, dopo giorni di calma piatta.

«A te piace scappare, a me venitti a riprenne. »
Esclamò, lasciandosi l'entrata alle sue spalle.
Era così fisico nelle sue esternazioni che con un passo, si ritrovo davanti a me, pronto a stringermi tra le sue braccia.
Lo fermai, sussurrandogli di aspettare, in leggera difficoltà.

«Dobbiamo parlare.» Aggiunsi.

«È per questo che sei sparita?» Chiese, in tono inquisitorio.

No, in realtà ero sparita per lasciare che si godesse appieno i suoi figli.
Per non spostare la sua attenzione verso qualcosa che poteva essere meno importante, ovvero me.
Fu quello che gli esposi, guardandolo negli occhi, senza alcuna volontà di mentirgli.

«Il vinile sul comodino. La sua musica in sottofondo nel tuo ufficio.
Avrei dovuto capirlo prima.»

«Cosa c'è che non va?»

«Non importa Frida.»

«A me importa invece!»

«In realtà nulla, ho sempre avuto la consapevolezza che non apprezzassi la mia musica.
E inizialmente, mi incuriosiva, ti rendeva diversa da tutte quelle con cui ero sempre stato.
Ma più noi ci avviciniamo, più questa situazione mi pesa.
Pensavo che conoscendomi, tu avresti potuto cambiare idea. »

«Ti sbagli, invece.
Ho iniziato ad apprezzare ogni tuo testo. In qualche modo la mia opinione su di te è cambiata.
Non credo più che tu sia solo la maschera da bello e dannato che ti porti dietro.
Per anni mi sono soffermata solo a quello, ora riesco a scorgere la tua anima.»

«Ho l'impressione che non sarà mai abbastanza.»

Le sue parole, si erano spostate su un piano diverso dal gusto personale in merito alla musica.

«Non è colpa tua.»
Mi limitai a dire, per non peggiorare ulteriormente una situazione già complicata di suo.

«Io non posso essere il modo migliore che hai di attendere che Ermal si accorga di te.»

Con la stessa velocità con cui era entrato, così si era volatilizzato.
Cercai di inseguirlo, senza inscenare degli inseguimenti struggenti, per dare spettacolo del nostro privato a tutti i presenti nella redazione.

Mi guardava con disprezzo, in silenzio, mentre si faceva largo nel lato esterno movimentato, della struttura in cui lavoravo.
Immaginavo di essere la persona peggiore che aveva conosciuto in quel momento, nella sua mente.

Continuare a corrergli dietro non mi avrebbe fatto ottenere alcun risultato, ma volevo che sapesse da me, che con Ermal non c'era mai stato nulla, se non una forte intesa mentale.

«Lui ricambia quello che provi?» Disse, fermandosi per un attimo.

«Credo di sì.»

«Pianti in asso una certezza, per un ipotesi? Non hai proprio capito un cazzo della vita, Frida!»

«Probabilmente hai ragione. Ma nel mio caos interiore ho sempre trovato tutto!
Voglio sbatterci la testa Fabrí

«Nun sei più degna di chiamamme in quel modo!»

Iniziò a vagare di nuovo, per divincolarsi dalla sottoscritta, ma prima che fosse stato troppo lontano da non sentirmi, mi premette dirgli di non dare nessuna colpa ad Ermal.

Speravo con tutta me stessa, di non aver intaccato la loro sfera affettiva e artistica con la mia indecisione.
Non mi ero mai sentita così svuotata e così indegna di non aver apprezzato quello che uno come Fabrizio, poteva offrire alla mia vita.
Forse non ne ero all'altezza, ed era giusto così.
Come il mare, così immenso da non poterlo mai trattenere.
Io non potevo contenere tutto quell'amore che non meritavo.

Fabrizio era un oceano di belle sensazioni, che doveva trovare uno sbocco puro, in cui navigare senza remore.
Quella donna, pronta a capitanare la sua nave, non potevo essere io.

Chiusi il mio ufficio e mi diressi al bar in cui lavorava Marta, sfinita da quello scontro.
Mi sedetti direttamente sullo sgabello del bancone, solitamente ordinavo al tavolo. Quello era un punto riservato agli uomini lumaconi che ci provavano con la meraviglia della mia migliore amica, ma non mi importó nulla di non comportarmi da signorina per bene, per una volta.

«La Morgan al bancone? Devi essere proprio sconvolta!» Esclamò Marta, esplodendo un sorriso e servendomi un gin tonic.

«Ho appena detto a Fabrizio di me e, insomma...Che provo qualcosa per Ermal
Dissi, affogando i miei dispiaceri in quel bicchiere.

« E io non volevo un finale diverso, Marta.
In cuor mio,mi sono resa conto che forse speravo in questa sua reazione.
Forse era giusto che andasse così. »

«Forse non era ciò che volevi.
Semplicemente, pensi sia quello che può spettare ad una come te, che ama il rischio...
Tu vuoi il fuoco Frida, vuoi qualcuno con cui bruciare, sei uguale a me in questo.»
Trovava sempre le parole giuste Marta, ma stavolta si sbagliava.
Non sognavo di ardere nelle fiamme del piacere che poteva provocarmi un contatto con Ermal.
Il nostro era più un bisogno primario di intrecciare le nostre vite.

«Merito qualcosa di diverso stavolta, Marta.
Merito qualcuno che fermi questo mio vagare in cerca di stabilità.
E Fabrizio puoi darmi tutto se stesso, le frasi di ogni sua canzone, i suoi ideali, una passione.
Ma non può esserci il futuro che voglio al suo fianco.
Sarebbe una eterna guerra, che finisce in una notte di sesso sfrenato e di parole sussurrate tra le lenzuola che non valgono più niente al sorgere del sole.»

Poteva essere la mia ombra, non la mia luce.

Avevo un peso in meno sulle spalle, ma lo sguardo colmo di rabbia e delusione di Fabrizio, continuava a darmi il tormento.
Non mi sarei mai perdonata di averlo di nuovo fatto sprofondare nel suo lato oscuro, fatto di alcol e notti allo sbando.

Mi misi in contatto con un suo collaboratore, per cercare di capire dove fosse, dove potesse trascorrere la notte, visto che nella migliore delle ipotesi in cui avrebbero trovato un punto d'incontro, comunque Ermal non poteva ospitarlo, poiché fuori città.

Riuscì a scoprire che avrebbe registrato una puntata in una radio locale e che poi si sarebbe diretto in un Hotel li vicino.

Feci una richiesta assurda a Marta, non volendo che Fabrizio restasse solo nella condizione in cui versava il suo stato d'animo.
Dato che io ero esclusa a priori, perché ero la causa dei suoi turbamenti, e lei invece era totalmente esterna alla vicenda.
Le chiesi di trovarlo, farci due chiacchere.
Lei, non mi sembrò molto contrariata di fronte a ciò che le avevo chiesto.

Un altro problema era risolto, in parte, mancava solo quello più importante: decidere la rilevanza che aveva acquisito Ermal nella mia vita.
Avrei dovuto attendere il suo ritorno, facendo la riflessiva, o prendere il primo volo e raggiungerlo ovunque si trovasse, per dirgli che ero libera di seguire il mio cuore?

Oggi ho detto a Fabrizio che non ha più il mio cuore.
E lo so, che Sabrina è tornata nella tua vita.
Ma so anche che il pensiero di me e lui, non ti permetteva di essere te stesso.
Non hai più bisogno di frenarti Ermal, volevo solo che lo sapessi.

✳✳✳✳

Rare volte nella mia vita, mi sono sentito così impotente.
Così sleale verso un amico.
Ma tu,
mi sei sempre arrivata dritta al cuore,
dalla prima volta in cui ho incrociato il tuo sguardo.
Poche ci riescono.
Questo non può essere sbagliato.
TI PENSO.
ERMAL.

Non aveva senso, continuare a rincorrere la felicità nel posto sbagliato, pensai, leggendo quelle sue poche righe, sul mio cellulare.
Era l'occasione che meritavo.
Aveva risvegliato la mia sete d'amore, senza avere la consapevolezza di potermi amare.

Non sentirti mai un ladro quando mi guardi negli occhi.
Anzi, sì: mi hai rubato il cuore.
Voglio te.
Frida




«L'unica arma con la quale mi difendo da sempre è il mio cuore perché non ci sono cannoni abbastanza forti da svilire il mio amore, le mie passioni e tutto quello che sono e che vorrò essere.»

~ Ermal Meta

❤❤❤
È arrivata la fine, ma non è la fine.
Tra poco, pubblicherò un capitolo in cui vi spiegherò bene.
Grazie a tutti per l'affetto dimostrato a questa storia.
Vi porterò con me.
Verso nuovi mari da salpare.
❤❤❤

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