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By CaffeinaJunkie17

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Selezionata da WattpadStorieDamoreIT - AfterRomance Emma, fan sfegatata di Star Wars, lavora nel locale di su... More

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Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
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Capitolo 36
Capitolo 37
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Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Epilogo
Playlist (e ringraziamenti)

Capitolo 17

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By CaffeinaJunkie17

Oggi sono rientrata al lavoro dopo qualche giorno di malattia. Non posso dire di essere in formissima, ma a parte il respiro alla Darth Vader, mi sono ripresa. Non sono più contagiosa, altrimenti Isa non mi avrebbe nemmeno fatto avvicinare al ristorante, ma continuo a sentirmi il naso un po' chiuso.

Questa mattina sono al bancone del bar con Gianluca e ho l'occasione per ristabilire perlomeno il nostro rapporto amichevole. Durante le prime ore, pur lavorando fianco a fianco, non siamo riusciti a parlare molto a causa del continuo via e vai di clienti. In settimana, le ore del mattino sono sempre le più agitate al bar.

<<Allora, come sono andati questi giorni senza di me?>>, esclamo entusiasta appena il flusso di persone inizia a rallentare. 

<<Bene dai>>, risponde freddamente mentre prepara gli ultimi caffè della mattinata.

Ci riprovo ancora: <<Hai fatto tante conquiste?>>.

<<Mah, come al solito>>.

Forse il chiedergli delle mille ragazze rimorchiate non è l'idea migliore, ma mi pareva comunque un modo amichevole per ricominciare a parlare. Da quando abbiamo iniziato, questa mattina, ad adesso, avremo scambiato si e no 10 parole.
Per un po' rimango in silenzio a riflettere. Non riesco a capire cosa gli sia successo. Perché è cambiato così? Ed è così solo con me? Insomma, Gianluca è sempre stato gentile e mi ha sempre riempita di complimenti. Ora mi guarda a stento in faccia.

<<Sai? Ho continuato ad allenarmi nella preparazione del mojito>>, dico al mio collega, <<Devo ancora perfezionarmi. Qualche volta te li farò assaggiare>>.

Lui annuisce.

Sono talmente annoiata dal suo atteggiamento che, approfittandone dell'orario, decido di andare ad aiutare Serena a preparare la sala per il pranzo. Il menù a prezzo fisso attira parecchi lavoratori, oltre ai nostri clienti abituali. Ci sono alcune signore del club del libro che pranzano qui almeno tre volte a settimana. E ogni volta devo fare del mio meglio per evitare di parlare troppo con loro perché, da quando hanno saputo della mia uscita con il nipote di Carla, continuano a cercare di appiopparmi i loro nipotini e non so per quanto ancora potrò continuare a usare la scusa del "sono uscita da poco da una storia seria". Probabilmente non per molto.
La signora Rosangela, divorziata e collezionista di uomini, mi ha già detto più volte che secondo lei non dovrei abbandonare il campo, ma, al contrario, dovrei lanciarmi nella caccia. Se le altre la sentono... avrò appuntamenti da qui all'eternità. Non mi importa dei consigli degli altri, non voglio più un appuntamento al buio come quello con Dj Alex.

Quando il ristorante inizia a riempirsi, io e Serena cominciamo a correre tra i tavoli.

<<Buongiorno, vuole ordinare?>>, chiedo ad una nuova cliente.

<<Non ancora, aspetto una persona>>, risponde con un sorriso. Non riesco a definire la sua età, presumo attorno ai quarant'anni. E' bella e ha dei lunghi e mossi capelli scuri.

Ricambio il suo sorriso e mi allontano dal suo tavolo per poter servire altri clienti.
Quando rientro dalla cucina per l'ennesima volta, non posso fare a meno di notare che la persona che la signora stava aspettando è arrivata. E io la conosco fin troppo bene. Andrew Choi indossa uno dei suoi perfetti completi eleganti e sorride gentilmente alla donna seduta di fronte a lui. In un attimo i pipistrelli riprendono a svolazzare nel mio stomaco, finché non noto che la donna sta stringendo amorevolmente la mano di Andrew. Provo immediatamente la stessa sensazione che sento quando vado sulle montagne russe: un vuoto nello stomaco fastidioso, ma accompagnato da una sferzata di adrenalina. Nella mia testa parte, inevitabilmente, un film mentale degno di un Oscar: mi immagino che lui possa essere il suo toyboy o qualcosa del genere.
Lei è elegante quanto lui. Indossa un semplice abito verde stretto in vita da una sottile cintura nera. 

Mi avvicino al loro tavolo e gli chiedo se sanno già cosa ordinare.

<<Sbaglio o qualcuno oggi è un po' raffreddato?>>, mi dice l'odioso coreano con ironia.

<<Sbagli, ho solo la voce nasale, ma sto benissimo>>, replico fieramente.

<<Voglio ben sperare. Sappi che se mi prendo il raffreddore ti faccio causa>>. Lo dice in un modo talmente serio che non riesco a capire se sta scherzando o meno. Probabilmente non lo sa nemmeno lui.

La donna seduta di fronte a lui gli dà uno schiaffetto sulla mano: <<Via! Sempre con queste tue cause>>. Poi si rivolge a me e continua: <<Ah mio figlio... malato per il lavoro. Non so proprio cosa fare con lui>>.

Andrew protesta subito e io mi sciolgo in un sorriso non appena il rapporto tra i due mi diventa chiaro. Diciamo che non era così che mi immaginavo la madre di Andrew: questa signora non sembra per niente coreana. Onestamente, adesso provo anche un po' di vergogna per lo stupido film che mi sono fatta poco fa.

<<Vi conoscete? Siete amici?>>, mi chiede lei cordialmente.

<<Non dir->>, replica Andrew prima di venire interrotto dalla madre che gli sventola la mano davanti alla faccia, come se volesse scacciare un fastidioso moscerino.

<<Sì, ci conosciamo anche se non benissimo. Suo figlio viene qui spesso>>, rispondo gentilmente.

<<Infatti è stato lui a suggerire questo locale. Biricchino>>, dice la signora con un tono malizioso.

<<Mamma!>>. Andrew è evidentemente a disagio e la sua espressione mi fa venire voglia di ridere. <<Vengo spesso perché Lorenzo esce con la proprietaria del locale, la sorella di Emma>>, dice indicandomi. <<Comunque, vorremmo ordinare: per me l'orata coi pomodorini e un'insalata>>.

<<Continui a mangiare così poco? Passerottino!>>, gli dice la madre delusa, <<Per me del risotto alla milanese, cotoletta alla milanese e patatine fritte>>.

Ritiro i menù e corro in cucina perché l'espressione di Andrew era così buffa... non so se ce la posso fare. Sua madre è un incrocio tra un raggio di sole e un uragano.

Quando torno in sala, trovo il gelido coreano seduto da solo al tavolo e, cogliendo l'attimo di tranquillità, mi avvicino a lui. Voglio cercare di capire se, per caso, la notifica del mio like alla sua foto del profilo gli è arrivata o meno. Devo concentrarmi e cogliere le sfumature.

<<Simpatica tua madre! Potresti seguire il suo esempio>>, gli dico prendendolo in giro.

Lui sbuffa e risponde all'attacco: <<Allora, dove hai lasciato il tuo fidanzato? Il ciclista intendo>>.

<<Non è il mio fidanzato>>, replico offesa, <<e spero sia piuttosto lontano da qui>>.

<<In effetti mi ricordo che eri un po' affranta da quell'uscita>>, dice divertito.

<<Senti chi parla! Ti devo ricordare com'eri tu al compleanno di Valeria?>>.

<<Con te non si può scherzare! La prendi subito seriamente. Che motivo c'era di tirare fuori quella festa>>.

<<Caaaari!>>, ci interrompe la madre di Andrew, <<sembrate due piccioncini che battibeccano. Non mi starete nascondendo qualcosa?>>. Lei scoppia a ridere, mentre lui continua a ripeterle che non c'è niente tra di noi.
Colgo l'occasione per ricordargli che, tra di noi, qualcosa c'è stato: <<Ma come niente? Siamo anche stati fidanzati>>.

<<Per una sera! Non ti ci mettere anche tu!>>, poi il bell'asiatico si rivolge alla madre, <<non ti fare strane idee! E' stato per finta... la stavo aiutando e basta>>.

La signora Choi mi guarda e ci scambiamo uno sguardo complice prima di iniziare a ridere entrambe.

Quando torno nuovamente al loro tavolo per portargli quello che hanno ordinato, Andrew mi guarda in cagnesco, mentre sua madre continua a sorridere gongolante. Ho quasi la certezza che lei lo stia facendo di proposito.
Quant'è divertente vederlo in difficoltà?

Al momento di pagare il conto, la signora Choi si avvicina a me e mi ringrazia sottovoce: <<E' divertente prenderlo in giro...e non sono in tanti a spalleggiarmi quando lo faccio. Quindi grazie! A presto>>.

Andrew mi saluta con un cenno e, dopo averle aperto la porta, offre, da vero gentiluomo, il suo braccio alla madre che si avvinghia in un istante.

Alla fine dell'orario di pranzo, Serena ed io riordiniamo e puliamo la sala.  

Mentre lavo il pavimento non posso fare a meno di sorridere. Andrew non ha fatto nessun accenno a Facebook e questo vuol dire che ho evitato di rendermi protagonista di una figuraccia epocale. In più, è stato simpatico conoscere sua madre. E lui...per qualche strano motivo, lui mi sembra sempre più bello.
Sovrappensiero, inciampo nel secchio e mi ritrovo seduta sul pavimento bagnato.

Andrew Choi colpisce ancora. 

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