Non abbiamo armi {MetaMoro}

By AngieMonroe92

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[CONCLUSA] Come difendersi quando non si hanno armi? Si innalzano muri , si puntano mirini, nell'inizio di... More

❇ Introduzione ❇
❇ 1) Fabrizio
❇ 1) Ermal
❇ 2) Mi salvi chi può
❇ 3) Blue Room
❇ 3) Seconda Parte
❇ 4) La sera dei miracoli
❇ 4) Seconda parte
❇ 5) Le luci di Roma
❇ 5) Seconda Parte
❇ 5) Terza Parte
❇ 6) Un cuore in due
❇ 7) Completamente
❇ 8) Perfetti sconosciuti
❇ 8) Seconda Parte
❇ 9) Il conforto
❇ 11) Farfalla Bianca
❇ 12) Pace
❇ 13) Niente che ti assomigli
❇ 14) Dall'alba al tramonto
❇ 15) Schegge
❇ 15) Seconda Parte
❇) Epilogo
Avviso!
▪ AVVISO

❇ 10) Piccola Anima

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By AngieMonroe92

Ermal continuava a volare alto.
Forse, stava attraversando il momento più delicato della sua carriera, più della gavetta e delle porte chiuse in faccia perché quelle possono fortificare, mentre il successo porta veleno.
Al di là dei miei gusti personali, avendo modo di vivere ogni suo spostamento, ho potuto constatare tutta la sua purezza.

Vola alto, non farti infettare, Ermal.

Apprezzo le tue parole Frida, ma non voglio volare alto, non voglio perdere il contatto con la gente, nel bene e nel male. Come posso allontanarmi da ciò di cui parlano le mie canzoni?
La gente appunto. Voglio restare infettato di vita che a curarmi ci penserà la vita stessa.

Scambio di tweet tra Frida ed Ermal.

Avevo visto più van che persone, nell'ultimo periodo.
Ermal ed io, facevamo avanti e indietro per l'Italia da una settimana ormai.

Io, gli facevo compagnia con le parole dei miei articoli, con cui mi confrontavo con lui prima di renderli pubblici, lui abbozzava canzoni che non aveva il coraggio di farmi ascoltare.

Quando si sentiva ispirato, si estraniava dal mondo e spariva per qualche ora.
Celava segreti indicibili in quella pila di fogli.

Ero terribilmente curiosa, ma non mi sarei mai permessa di agire contro il suo volere o essere sfacciata, chiedendo cosa avesse scritto.

Lo osservavo da lontano, come quando non ti avvicini per paura di rompere qualcosa di fragile.
L'equilibrio di Ermal era sul filo del rasoio.
Senza tutti quegli impegni, non avrebbe mai avuto la forza di reagire alla fine della sua storia. Quello lo sapeva e quasi ringraziava se stesso, per il vivere in quella condizione.
Eppure, sentivo che gli pesava come un macigno, il non poter evadere, staccare la spina emotiva, senza provare nulla per un po.

Ogni giorno, doveva avere a che fare con un turbinio di emozioni che lo facevano sentire vivo, sì, ma tipi come Ermal avevano bisogno di morire un po, per rinascere.

Quella mattina, a differenza delle altre, nei suoi occhi c'era una luce diversa, dovuta al nostro arrivo nella sua terra, la Puglia.

Ermal stava trattenendo il respiro per affogare tra la sua gente.
E io, sarei stata testimone di quello spettacolo.
Dovevo solo tenere a bada il mio cuore dal non farsi sciogliere del tutto.

Qualche lacrima fece capolino sul mio viso, tra un appunto e l'altro, scritto per cercare di distrarmi.
E quelle stesse lacrime, bagnavano il viso dei presenti e dello stesso Ermal.

Era devastato, non appena aveva messo piede fuori da quella libreria che aveva ospitato l'incontro.

Nessuno dei membri della sua troupe, né tanto meno io, avemmo il coraggio di dire nulla. Ermal fece segno all'autista di accompagnarmi in Hotel, mentre lui avrebbe raggiunto la sua famiglia.

Mi aveva riservato un alloggio degno di nomina.
Con vista sulla costa salentina, dotato di ogni confort, accogliente e luminoso.
Avrei promosso la mia stanza a pieni voti, solo perché disponeva di Netflix: la mia unica droga legale.

-Se passo a prenderti, ti va di fare un giro?-

Un suo messaggio, fece capolino sul mio smartphone, quando ormai era tarda sera.

Avevo cenato in solitaria, divorato episodi arretrati delle mie serie, ma ero ancora sveglia, piena di volontà per vederlo.
Anche se aveva appena interrotto la serata pop corn e pigiama di pile, la mia accoppiata vincente.

Ermal, dopo poco più di mezz'ora, era già fuori dall'Hotel con una macchina datata, probabilmente di qualche membro della sua famiglia.
A primo acchito, aveva ritrovato la sua giovialità.

«È incredibile come persino l'aria qui, mi risulti diversa.»

Era talmente egocentrico da aver lasciato le sue canzoni, fare da sottofondo, con la portiera dell'auto aperta, sul lungomare deserto, poco distante dal mio albergo.

Non ero mai stata in Puglia, ma ci volle poco, per dar ragione a tutti quelli che me l'avevano consigliata per il suo meraviglioso mare.
Di notte, riuscivo a percepire solo la metà della bellezza che poteva offrirmi, ma mi accontentai.

«Tutti i problemi si alleggeriscono quando hai una persona a cui raccontare tutto.»
Continuò, riferendosi a me, che a mettere le mani nel cuore degli altri, non ero mai stata brava.

Quella sera avevamo bisogno di una colonna sonora per far sì che quel momento restasse per sempre impresso nelle nostre menti.
Un suono che apparteneva ad una melodia che io e Ermal conoscevamo bene, come uno scherzo del destino.

Speravo di diventare il pensiero che lo avesse spinto a credere che qualcosa rimaneva,non finiva sempre tutto.

«Vorrei farti una domanda, Frida.»
Disse, porgendomi la sua mano.
«Ti va di ballare

«Certo. »
Risposi, concedendogli quell'onore, pur restando il più lucida possibile.

Ero inflessibile nella mia convinzione di non lasciar trasparire, tutto ciò che provavo.

Ma più Ermal si avvicinava, più il mio autoconvincimento, se ne andava a puttane.

Il mio autocontrollo, si stava frantumando sotto al peso del calore che emanava il suo corpo, incollato al mio.

«Perché ora mi sento così bene?» Mi sussurro all'orecchio.
Il suo fiato, sul collo, mi fece rabbrividire.

Il nostro lento continuava, e quella musica, sembrava essere infinita.

«Forse per le lezioni di danza.»
Dissi, rubandogli un sorriso, ripensando a quella volta che avevamo ballato sulle note di una canzone sconosciuta, nel nostro locale jazz preferito, a Milano.
Mi ero persino tolta le scarpe, quella volta.

Ora non serviva.

L'atmosfera era decisamente più rilassata, ma non per il mio cuore.
Correva, all'impazzata, senza tregua.

«Dove hai preso questi orecchini?»
Esclamò, sfiorando il mio lobo destro.

«Me li ha regalati Fabrizio, ma non sono niente di impegnativo.»
Risposi, irrigidendomi.

«Non sono da te.»
Si prese una pausa, che fu scandita da un suo sospiro.
«Questo è da te, non è appariscente, vistoso, ma semplice, elegante, bello.»
Disse, afferrando il mio braccio delicatamente, alzandolo verso di lui, per poterlo osservare bene.

«E' il braccialetto di mia madre.»

«Lo so.» Rispose, sfiorandolo.

«Come fai a saperlo?»

«Perché me lo hai detto tu. Circa un mese fa!
Indossavi uno di quei maglioni neri che metti spesso, camminavi nei corridoi del centro Commerciale di Mesagne e Fabrizio ti stuzzicava sempre, e tu dicesti "Senti, Moro, ho ritrovato il braccialetto di mia madre stamattina perciò cerca di lasciarmi in pace".»

«Te lo ricordi ancora?»

«Io mi ricordo tutto, di te. »
Disse, scandendo ogni singola sillaba, che componeva quella frase devastante.

Credevo che non mi sarei mai più fidata di un uomo, ma con Ermal era successo, praticamente da quando c'eravamo stretti la mano, per la prima volta.
Con lui, non avevo avuto bisogno di innalzare muri di protezione, la sua limpidezza mi aveva convinta sin da subito a darmi la possibilità di conoscerlo.

«Ti stai prendendo cura di un'anima spezzata...»
Sussurró, con un filo di voce.

«Tu stai ricomponendo la mia...»
Risposi, abbandonata a quell'istante.
Passò le sue mani sui miei occhi umidi, quando non ci fu bisogno di ribadire, il mio desiderio di non parlare, da quell'istante in poi.
Commossa, poggiai la mia testa sul suo petto, mentre lui avvolgeva parte dei miei capelli, fra le mani.
Mi lasciai cullare dal suo respiro, e dal suono delle onde del mare.
Era sbagliato, ma non me ne facevo una colpa.

Chissà, se aveva portato qui anche Sabrina, se l'aveva sfiorata nel mio stesso modo, o forse, l'aveva tenuta stretta a sé, senza volerla lasciare mai.
E chi era stata veramente per lui, quella "piccola anima", che per una volta, forse, ero io.

Angolo Autrice

Piccola curiosità:
Per la scena del "ballo", mi sono lasciata ispirare da un video postato da Ermal sul suo profilo instagram in cui balla con una sua piccola fan, sulle note de "Le luci di Roma".

Altra piccola precisazione:
Lo scambio di tweet che leggete sopra è davvero avvenuto tra Ermal e un suo fan.
Io ho semplicemente modificato le parole del fan facendo credere che sia stata Frida a scriverle, mentre quelle di Ermal sono rimaste le stesse.

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