Our Own Struggle - ((Larry St...

By jensonbutton

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Due ragazzi. Due passati difficili. Un presente complicato. Una malattia. Una battaglia. La LORO battaglia. E... More

Our Own Struggle
Capitolo: uno
Capitolo: due
Capitolo: quattro
Capitolo: cinque
Capitolo: sei
Capitolo: sette
Capitolo: otto
Capitolo: nove
Capitolo: dieci
Capitolo: undici
Capitolo: dodici
Capitolo: tredici
Capitolo: quattordici
Capitolo: quindici
Capitolo: sedici
Capitolo: diciassette
Capitolo: diciotto
Capitolo: diciannove
Capitolo: venti
Nuova fan fiction!
Capitolo: ventuno
Epilogo

Capitolo: tre

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By jensonbutton

Our Own Struggle - TERZO CAPITOLO 

Kate uscì dalla stanza decisa a far mangiare il ragazzo: aveva un asso nella manica: Louis era rimasto seduto nel corridoio tutto quel tempo ad aspettare che Harry si stabilizzasse. Non si sentiva in dovere, ma gli faceva piacere.

Louis fece un piccolo salto sulla sedia, era evidentemente perso nei suoi pensieri, quando Kate con la sua voce squillante gli aveva rivolto parola.

– Ehy, forse ci siamo già presentati, non ricordo, comunque io sono Kate -  disse porgendogli la mano che lui dopo qualche tentennamento, strinse con sicurezza. 

- Louis. - ripose semplicemente.

- Posso chiederti un favore enorme per piacere? - chiese al ragazzo che stava seduto con lo sguardo perso nel vuoto. - Mi aiuti a far mangiare Harry? - .

Il ragazzo alzó lo sguardo incrociando gli occhi marroni della ragazza.

- Io? - chiese sorpreso raddrizzandosi sulla sedia.

- È un ragazzo che ha bisogno di persone che gli vogliano bene e con te si è trovato bene prima. Per piacere. - chiese lei quasi supplicando. – Deve mangiare altrimenti non si riprende. – concluse cantilenando.

- Ehm… Ok. - disse lui alzandosi pigramente dalla sedia e seguendo l'infermiera con passo svelto.

Bussarono ed entrarono senza attendere risposta.

- Harry, oggi ho un asso nella manica per convincerti a mangiare. - disse Kate allegramente prendendo il vassoio e appoggiandolo su tavolino accanto al letto.

Harry si era girato, attirato dalla voce squillante della ragazza, e, incredulo, aveva incastrato il suo sguardo con quello blu di Louis, che gli stava sorridendo, invece di quello più spento di Kate.

- Scusate, ma devo andare a fare il giro. Vado! - esclamò Kate, senza lasciare il tempo a Harry di reagire, e uscì dalla camera.

- Hai attaccato il mio disegno! - notò Louis con tono allegro, indicando il pezzo di carta appiccicato al muro aò quale si era avvicinato.

- Sì. In realtà Kate lo ha fatto. - . Harry si stava chiedendo come mai aveva davanti quel ragazzo che tanta confusione creava nel suo stomaco

- Tu devi seguire una dieta speciale? - chiese Louis cambiando discorso. Harry scosse immediatamente la testa, mentre appoggiava la sua giacca sulla poltrona. – Perfetto. Cos'è che adori ma che non mangi da tempo? - gli chiese appoggiando le mani sui fianchi. Harry ci pensó un attimo.

- Pasta al forno. - rispose il minore mettendosi lentamente seduto, ormai a suo agio. Louis infatti aveva il potere di mettere a proprio agio le persone, che fossero bambini, adulti o vecchi.

- Mi dai 10 minuti? - . Harry annuì e Louis scomparve nel corridoio dell'ospedale, ancora una volta.

Un quarto d’ora dopo ricomparve con un sacchetto alla mano.  - Niente pasta al forno. – informò. – Ma... Ho del cinese! - disse sorridendo mentre mostrava con fierezza il sacchetto in mano.

- Dimmi che non stai scherzando! - esclamò Harry felice, appoggiando di lato una rivista di musica che stava leggendo. Louis si avvicinó al ragazzo mostrandogli il sacchetto e, una volta seduto sul letto di Harry di fronte a lui, tiró fuori tutti i contenitori.

- Sei un grande, Lou! - esclamò Harry prendendo la scatoletta degli spaghetti di soia.

Mangiarono tutte le confezioni di cibo, mentre Louis raccontava la sua vita. Raccontò qualcosa su suo padre, che aveva abbandonato la madre appena nato Louis e del patrigno a cui voleva bene come un padre, raccontò delle sorelle e di altri aneddoti sulla sua infanzia.

- Adesso tocca a me. - disse Harry, a un certo punto, mandando giù l'ultimo gambero e sistemandosi meglio sul letto.

- Non sei costretto Harry. – disse Louis con lo sguardo rivolto ai suoi gamberi.

- Probabilmente il Natale non lo festeggerò neanche, quindi voglio che almeno tu sappia che non sono sempre stato cosi. Avevo una vita normale, diciamo. Ed ero anche davvero molto bello! – disse Harry ridendo. Louis lo osservò bene e notò che era davvero molto magro, probabilmente mangiava poco.

- Tu il Natale lo festeggerai. – disse guardandolo serio negli occhi.

- No, Louis - inizió sorridendo il più piccolo. - Sarei dovuto morire tre volte fa e qualche settimana fa mi hanno dato un mese. Questa è la mia fermata. - continuó lui sorridendo e leccandosi le dita ancora sporche di salsa agrodolce. – E’ giusto così. Vado via io, lascio il posto a un nuovo fiore. – concluse.

- N-no Harry. - . A Louis erano iniziate a scendere silenziose lacrime sulle guance che, a detta di Harry, lo rendevano come un cucciolo di cane bastonato.

Louis non poteva credere a quanto fosse ingiusto e crudele il mondo: un sedicenne con la voglia di vivere doveva morire per una stupida malattia.

- Tu resterai. Tu sei forte, lo vedo. - . Harry continuava a sorridere scuotendo la testa con lo sguardo basso.

Restarono in silenzio per vari minuti. – Harry perchè non piangi? - chiese fin troppo curioso Louis, asciugandosi le lacrime con la manica della felpa e mordendosi l’interno della guancia pentendosi per essere stato così diretto.

- L'ho fatto 2 anni fa. Adesso basta. Voglio godermi quelle cose belle che mi restano. - rispose lui sempre molto tranquillo.

Louis scrutava Harry e notò che non vedeva sofferenza, vedeva voglia di vivere. Se non fosse stato per i capelli, per la sua magrezza e le occhiaie sotto gli occhi, Louis avrebbe detto che era sano, nel senso che non aveva gli occhi tristi come la maggior parte dei ragazzi che aveva incontrato il giorno prima grazie alla Bluewood.

Louis aveva sentito che gli occhi sono lo specchio dell’anima e quelli di Harry erano più vispi che mai. Quegli occhi nascondevano qualcosa di speciale.

- Harry, com’erano i tuoi capelli? - chiese Louis, a un certo punto, lasciando stupito l’altro ragazzo.

- Erano castani e ricci… - disse Harry smettendo di sorridere e tenendo basso lo sguardo.

- Non vedo l'ora di vederli. - . Harry alzò lo sguardo sul castano. - E io non vedo l'ora di mostrarteli. – rispose un po’ amaramente, più per far piacere a Louis ce a se stesso. Entrambi adesso stavano sorridendo.

- Posso chiamarti Boo? - chiese Harry scrutando il maggiore

- Ma ho 17 anni! - rise Louis

- Lo so, me lo hai detto prima, ma mi piace. - sorrise Harry.

- Allora si. Ma solo tu, sarà il nostro segreto. - disse Louis porgendogli il mignolo.

A Louis era sembrata una buona idea la storia di un segreto condiviso solo da loro due, avrebbe sicuramente affiatato il rapporto e dato fiducia al più piccolo.

Harry prima guardò il dito dell'amico sorridendo, poi con il suo lo strinse. - Affare fatto. - .

Harry dopo tanto tempo non si sentiva piú così solo, sentiva che poteva contare su un amico dal cuore molto grande. Sembrava avere stretto più di un patto con quella stretta di mignoli, gli sembrava l’inizio di una nuova amicizia.

Lo aveva sentito appena gli aveva sfiorato il dito, una strana energia emanava quel ragazzo. Sapeva che comunque lo aveva conosciuto da poco, ma solo il fatto di essere tornato quella mattina per scusarsi e di essere rimasto a mangiare con lui, lo faceva sentire bene.

- E io peró ti chiamo piccolo. O riccio. - .

- Ma non ho più i miei ricci… - osservò Harry, ormai perso negli occhi di Louis che ricambiava quello sguardo intenso.

- Allora facciamo così: fino a che non ti ricrescono i ricci ti chiamo piccolo. - . Harry annuì. - Adesso piccolo, peró, hai due occhiaie enormi. Hai bisogno di riposare. - disse Louis alzandosi e riordinando i contenitori del cinese.

Harry senza dire nulla si sdraió sotto le coperte, si girò su un lato e chiuse gli occhi. Louis spense la luce.

Erano passati già alcuni minuti e Louis, accovacciato sulla poltrona, pensava che il ragazzo stesse giá dormendo.

- Boo? - una voce bassa e roca ruppe il silenzio della stanza. Fuori solo le sirene delle ambulanze e qualche uccellino intrepido che cinguettava contro l’inverno freddo.

A Louis piaceva la voce di Harry, ‘profonda e sensuale’ aveva pensato lui la prima volta.

- Dimmi piccolo. – . Louis tirò fuori la testa dalla spalla per guardare nella direzione dove Harry era sdraiato nella penombra.

- Dormi? - .

- Io no… Tu? - .

- Non riesco… - .

- Come mai? - chiese Louis ormai completamente seduto.

- Ho tanti pensieri negativi e ho un po’ freddo. - .

Louis senza dire niente si alzò e si sdraiò dietro al suo nuovo amico, che era appoggiato su un lato, stringendolo a sè.

- Ci sono io qua. Ti proteggo dai brutti sogni e dal freddo, piccolo. Dormi adesso. - gli sussurró nell'orecchio accarezzandogli la guancia e appoggiando la testa nell’incavo del collo del più piccolo.

Harry chiuse gli occhi rassicurato e si addormentó subito.

Louis aveva un senso protettivo, lo aveva sempre avuto, grazie forse anche alle quattro sorelle minori che si era ritrovato a dover badare e prendere le veci di padre.

Il primo a svegliarsi fu Lou, ma quando tirò su la testa dal collo di Harry, lui si mosse ormai sveglio.

- Ma sono già le sette! - esclamò Louis guardando l'orologio del telefono, mentre Harry si limitava a sbadigliare. - Piccolo io devo scappare,  mia mamma sarà arrabbiatissima, oggi ho la cena con i parenti. Scusa… - . Louis guardó dispiaciuto Harry che non smetteva di sbadigliare.

- Non preoccuparti Boo. - .

- Mi prometti che ceni piccolo? - . Harry annuì e Louis si tirò su dal letto e, raccattando la roba che aveva sparso per la camera, lo salutò, quindi uscì dalla stanza e tornó a casa pensando a quel ragazzo con cui si era trovato in grande sintonia.

'È come se ci conoscessimo da sempre' pensó con le mani affondate nelle tasche protette dal freddo glaciale di quell’inverno. 

A/N

Sono ancora qua con un nuovo capitolo che non mi convince molto, forse è anche troppo corto, fatemi sapere cosa ne pensate voi.

Vi prometto che man mano che leggerete la storia prenderà una via più interessate.

Vi ricordo che mi potete trovare su twittah: https://twitter.com/ridoconliam e lasciare una bella recensione quaa sotto! Volevo anche ringraziare un sacco chi ha letto e votato i capitoli precedenti. Un grazie immenso, davvero.

Mi dileguooo xx Lele

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