4L

By Luisa_Lullaby

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L'amore a Mersville, attraverso gli occhi innocenti di Milo e quelli furbi e oscuri di Seth. Segreti e passio... More

Capitolo 1
Capitolo 2

Prologo

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By Luisa_Lullaby

Mersville, metà settembre, primo giorno di scuola.

Quella mattina tutti gli studenti avevano abbandonato un letto usato fino a tardi tutta l'estate, con la voglia sotto ai piedi e lunghi musi ad adombrare facce assonnate.

Adolescenti in piena crisi e genitori contenti di non averli, almeno per un po', tra i piedi.

Un altro anno stava iniziando per gli alunni dei licei di Mersville, per l'esattezza quattro, che si dividevano in più sezioni.

Ma solo in uno di loro questa storia andrà ad affacciarsi. Per precisione, in un'aula all'ultimo piano, dove a segnare la presenza di una classe composta da ventitré ragazze, vi era solo un piccolo cartello con su scritta la sezione 4L.

Ed è proprio lì che la professoressa Gremy, una donna di quarant'anni ancora di bell'aspetto ma non molto simpatica, parlava da dieci minuti, illustrando già il programma che avrebbero dovuto svolgere nel corso del quarto anno.

Le ventitré ragazze erano già sedute e composte nei loro banchi, in fondo all'aula Milo, uno dei due unici maschi appartenenti alla sezione.

E mentre Milo si mordeva il labbro, arricciando le maniche della sua felpa, con lo sguardo fisso alla finestra, il suono di scarpe che strisciavano e sbattevano violentemente per i corridoi vuoti, creando un eco assordante, si fece sentire da più o meno tutti.

La professoressa Gremy alzò gli occhi al cielo riconoscendo quella corsa poco graziata, in fondo conosceva i suoi polli e di fatti la porta si spalancò e un ragazzo magro, di media altezza, molto carino e dall'espressione furba e al momento affannata, fece il suo ingresso.

"Scusi il ritardo, è morto il cane della zia del vicino.." borbottò, individuando l'unica testa bionda e corta in mezzo a lunghe chiome.

"Ricominciamo con queste scuse, Seth? L'anno scorso hai fatto morire un intero zoo" gli parlò dietro la Gremy, incrociando le braccia al petto e facendo alzare gli occhi al cielo a Seth.

"Professoressa! Un po' di rispetto per gli animali morti!" fece con tono scandalizzato, prima di andare a prendere posto accanto a Milo, tra le risate delle ragazze.

"Cosa insegna quest'anno? Noiologia? O ci fa i tutorial su come far fuggire gli uomini?"sussurrò, facendo sorridere appena Milo che scosse la testa.

Buttò il proprio zaino con un tonfo sopra il banco e tirò fuori un pacchetto di patatine, aprendolo e facendo un gran baccano.
Se ne portò una grossa manciata in bocca e sgranocchiò tranquillamente finché non sentì il potere di almeno venticinque paia di occhi su di sé.

Alzò la testa lentamente ritrovando tra tutti l'espressione dura della Gremy.
Ingoiò il boccone rimastogli in bocca e alzò le mani in segno di resa.
"Che c'è? Correre mi mette fame"

La Gremy lo ignorò sapendo bene che con Seth Taylor, ogni battaglia era persa già in partenza.

Dopo aver finito il pacchetto di patatine, una coca cola, aver lanciato aeroplani di carta tra i capelli riccissimi di Miranda e importunato quel santo di Milo, Seth sbuffò sonoramente lasciandosi sfuggire un 'che palle' che attirò l'attenzione della Gremy.

Fece per rimproverarlo ma una forte vibrazione riecheggiò tra i muri dell'aula, alterando l'umore già nero della professoressa.
"Di chi è questo telefono che vibra? Quante volte vi ho ripetuto che è vietato?!" e nonostante le parole fossero al plurale, i suoi occhi erano puntati su Seth che con aria innocente alzò il suo telefono, mostrandolo rigorosamente spento.

La Gremy rimase spiazzata, anche perché se non era Seth ad infrangere le regole, chi era?

Milo si guardava attorno confuso tanto quanto le altre ragazze, almeno finché qualcosa non urtò il suo piede. Qualcosa che si muoveva, anzi..sembrava vibrare.

Si tirò un poco indietro sulla sedia e abbassò lo sguardo a terra, sgranando gli occhi nel riconoscere un oggetto dalle ambigue forme, rosa e vibrante.

Afferrò la manica della felpa di Seth, richiamandone l'attenzione, continuando a fissare quel coso che molestava il suo piede.

"Seth..il tuo coso si muove" disse la prima cosa che gli venne in mente, facendo arcuare entrambe le sopracciglia dell'amico.

"No zuccherino, al momento è segregato nei pantaloni" alzò le spalle, facendo una smorfia.

"Quel coso! Esce dal tuo zaino!" indicò per terra stizzito e solo allora gli occhi verdi di Seth si posarono sul proprio giocattolo.

"Ah ecco cos'era! Tranquillo Milo, non morde, dà solo tanto tanto piacere! Non si sa mai quando uno ha voglia" ridacchiò, facendo venire un mezzo attacco di panico all'innocente compagno di banco.

Il suono della campanella, dopo due ore con la Gremy il primo giorno di scuola, era giunto accompagnato da un sospiro di sollievo generale.

"Sia lodato il Dio dei gay!" aveva urlato Seth, alzandosi e allargando le braccia al cielo.

Dopodiché era letteralmente corso in corridoio, ignorando i vari richiami di bidelli e professori, rischiando tre volte di tramortire qualcuno ma alla fine ci riuscì, raggiunse il suo migliore amico-non umano: il distributore.

Quel marchingegno magico che sputava ogni cibanza nutrendosi di sole monetine.

Se Seth avesse potuto passare la vita a mangiare le schifezze presenti all'interno, lo avrebbe fatto eccome. Tanto era sicuro che il suo corpo snello e appena muscoloso nei punti giusti, non lo avrebbe mai tradito.

Anche se il suo punto forte, secondo lui, non era il bel corpo, ma il viso d'angelo, dai lineamenti dolci e sottili, impreziosito da due labbra rosse e abbastanza carnose e due occhi tanto verdi quanto gemme di puro smeraldo.

E quando sorrideva Seth, il mondo sembrava rallentare per poi fermarsi completamente, rapito da quel sorriso bianco e dolce, quanto malizioso e furbo.

Rientrò in classe con le braccia occupate a tenere quantità industriali di pacchetti di ogni genere, che avrebbe finito entro l'ora successiva senza condividere con nessuno.

Adocchiò il suo Milo in compagnia di alcune ragazze e strinse gli occhi in due fissare minacciose quando una di loro, Tamara, la 'maschiaccia' della classe, gli accarezzò i capelli biondi in maniera affettuosa.

Si avvicinò, lasciando cadere pacchetti e quant'altro sul proprio banco, in un tonfo che fece sobbalzare tutti.

Con un po' d'immaginazione si poteva vedere sopra la testa di Seth una nuvola nera e minacciosa e i suoi occhi divenire di fuoco.
"Non toccare il mio bambino!" ed esclamato ciò, afferrò di peso il suo bambino e se lo portò addosso come un pupazzo di peluche, guardando con astio Tamara, la quale alzò il dito medio.

"Non è tuo, lui è troppo un cucciolo per essere tuo" lo provocò volutamente, facendogli stringere la presa attorno alla minuscola vita di Milo che non prestava attenzione a nessuno, se non al proprio diario, dove non aveva finito di segnare gli orari.

Seth aprì bocca per ribattere e mandare a quel paese l'amica quando qualcosa lo colpì in pieno viso, qualcosa di leggero, colorato e..femminile.

"Scusa Seth!" urlò Christie dall'altra parte dell'aula mentre quest'ultimo scuoteva la testa, dopo aver realizzato di essere stato colpito da un assorbente.

"Accadono queste cose nel convivere con un branco di donne!" sbottò, sporgendosi a baciare la tempia del suo Milo, l'unico portatore di pisello come lui.

"Oddio! Stanno uscendo quelli del 4B!" attirò l'attenzione una delle ragazze e nel giro di pochi secondi, tutti avevano il volto schiacciato nelle vetrate che davano sul corridoio.

Il 4B, ovvero la sezione di meccanica ed elettronica di cui facevano parte diciotto ragazzi, chiamati anche 'manzi'.

Sembrò di assistere ad una sfilata di testosterone, la quale causò parecchi sospiri e un 'ci farei n'orgia' da parte di Seth.

In cima a quella fila infinita, i due migliori amici per eccellenza, i più belli e i più manzi dell'intera Mersville, Cael, il protagonista di parecchie fantasie di Seth e Henrik, l'unico gay dichiarato nella classe e la cotta segreta di Milo.

Proprio quest'ultimo fissava la schiena muscolosa di Henrik, messa in risalto dalla maglietta senza maniche che aveva addosso.

Per un attimo lo vide voltarsi e guardare nella sua direzione, sgranò gli occhi dietro le lenti dei suoi occhiali e schiuse le labbra quando vide le sue tendersi in un sorriso.

Non aveva intenzione di farsi mille film mentali ma il suo cervello partì per conto proprio, non poteva immaginare in realtà che il suo bel Henrik, aveva guardato e sorriso a Seth.

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