KI NI NARU YOKAN-That feeling...

By KomadoriZ71

10 1 0

By: ~ Xavier. {Tratto dal capitolo} ~ Come devo fare per essere baciato dalla Dea Bendata?" con quest'insolit... More

1.

10 1 0
By KomadoriZ71


"Comedevo fare per essere baciato dalla Dea Bendata?" conquest'insolita domanda Noland aveva rotto il ghiaccio con la suainterlocutrice, nientemeno che Lucy, la Regina della Serpe Lotta.Entrambi erano seduti, uno di fronte all'altra, ad un tavolino in unanonimo locale del Parco Lotta di Hoenn, un locale poco conosciuto etanto meno frequentato, aperto per tutta la notte, adatto anche achi, come lui, cercava semplicemente un luogo tranquillo ed appartatoin cui passare una serata in intimità con un'altra persona, lontanoda sfidanti e fans; non era certo rilassante la vita di un Asso delParco come lui, ancora giovane, bello e single poiché, oltre che daallenatori, era soprattutto circondato dalle pretendenti, ma nessunadi loro lo aveva mai allettato sul serio.
"Beh, innanzituttotogliti quel berretto, siamo in un locale" sibilò lei, a bassavoce, facendosi intendere più con un cenno delle pupille dal bassoverso l'alto che con le parole, per non destare l'attenzione dialtri. Era sempre il solito sciatto, non cambiava quasi mai ilproprio look, costituito in quell'occasione dal tipico bascobordeaux, dal lungo cappotto beige senza maniche, da un paio di jeansstrappati ed infine dalle scarpe che facevano pendant col copricapo.Non aveva neppure la maglietta attillata, quella sera. Non era certoraffinato ed elegante, anzi... eppure piaceva, aveva il suo fascino,per chi sapeva apprezzarlo.

"Comevuoi" -rispose lui un po' stizzito, odiava prendere ordini, maobbedì a quel comando, scoprendosi il capo- "adesso peròrispondi alla mia domanda".
"Hmm, sai come si dice, allaFortuna piacciono gli audaci..." replicò la donna connaturalezza, mescolando il proprio drink alcolico con lacannuccia.
"Tutto qui? Basta essere audaci? E i sapienti nonle piacciono?" chiese, un po' allarmato.

Eraun ometto impaziente, non gli piaceva la vaghezza, voleva risposteprecise e concise.
La sua irrequietezza entrava in netto contrastocon la musica leggera che colmava il sottofondo di quel posticinodelizioso, in cui tutti parevano trovare pace e relax; vi erano poetiin cerca di ispirazione, cuori infranti che volevano dimenticare,giovani promesse musicali e qualche povero artista squattrinato incerca di attenzioni, e poi loro due che di certo si distinguevano daquella massa.
"Oh i sapienti, se sono anche belli e giovanicertamente" esclamò con sicurezza, dopo aver vagheggiato peralmeno due minuti.
"Allora ho qualche chance di esserebaciato anche io da lei, giusto?" proruppe, con una certaimpulsività. Quella situazione per lui era una vera tortura, non eraabituato né a quell'ambiente, dal momento che preferiva di granlunga prendersi un bel boccale di birra nei pub più caotici, né adisquisire su argomenti che non fossero strategie di lotta eaeroplani, né tanto meno a stare così in intimità con una donnacome Lucy. Eppure Noland era sempre stato circondato dalle ragazzesenza sentirsi a disagio, tutte fans sfegatate ovviamente, cheavrebbero fatto qualsiasi cosa pur di avere le sue attenzioni, maiconcesse ad alcuna. Con la Regina tutto era così diverso, lei eradannatamente misteriosa e imprevedibile, impossibile da domare per unsemplice uomo, proprio come la Fortuna. Ed era questo, forse, a farloimpazzire; sì proprio lui, quel ragazzone rozzo dalle meningid'acciaio che non perdeva mai il controllo su ciò che faceva, si eralasciato catturare da quel fascino capriccioso e inafferrabile.

"Matu non ne hai bisogno!" ridacchiò lei, poi si mise asorseggiare la fresca bevanda.
"Come fai a dire una cosasimile? Certo che ne ho bisogno!" -sbuffò e si sistemò abraccia conserte, battendo ripetutamente il piede per terra quasi aseguire il ritmo della musica, per scaricare la tensione- "Infattiè per questo che ti ho invitata... più o meno".
"Nolandcaro, conosco un detto che fa proprio al caso tuo"- bisbigliòlei, posando le proprie mani sulle sue, e lui si accostò curioso disentirlo- "meglio essere senza fortuna ma saggi che fortunati estolti".
Quel contatto lo fece avvampare, tanto che nonappena lei ebbe ritirato le mani lui afferrò il berretto ed iniziòad usarlo come fosse un ventaglio, per farsi aria e provare a placarequel rossore sulle gote, mentre lei ordinava un secondo cocktail.Noland cominciò a meditare una risposta sensata, ma in mente avevala confusione più totale, mai gli era successo di dover perdere cosìtanto tempo per formulare una frase; non osava neppure incrociare ilsuo sguardo, quegli occhi scarlatti sembravano fatti apposta perpenetrare nell'anima di chi osava fissarli, esattamente come loSguardo Feroce del suo adorato Seviper.

Finalmentesi decise a dire qualcosa: "stai... stai forse dicendo che devoaccontentarmi della mia saggezza e non aspirare alla Fortuna? Nonsono abbastanza bello e giovane per poter aspirare al suobacio?"
"Certo che lo sei, soprattutto questa notte"Lucy pronunciò tali parole con malizia e, leccandosi le labbra,spostò la propria visuale sui suoi pettorali esposti, appenailluminati dalla bassa luce blu del locale.
"Perché, lealtre notti no?" -domandò ingenuamente, inclinando appena latesta a sinistra, non capiva cosa lei stesse fissando- "alloranon me lo merito?"
"Anche le altre, ma questa di più"mormorò piano, mentre ammirava con bramosia le parti scoperte delsuo corpo, le braccia, il petto, gli addominali, squadrava ogniangolo che in altre occasioni era sempre stato celato dalla maglia,si rese conto che quel Noland non era niente male: per quanto la suastatura fosse piuttosto bassa per un uomo (qualità che lei, ahimè,disprezzava), presentava una muscolatura asciutta e possente cheavrebbe fatto invidia persino a Ivan, il capo del Team Idro.S'immaginava già a giacere con lui in un confortevole letto, con lesue mani nodose avviluppate attorno alle proprie membra, cinta in unrassicurante abbraccio, al sicuro tra quei bei bicipitiscolpiti...
"Allora? Lucy sto parlando con te! Me lo merito ono?" la sua voce graffiante aveva interrotto quello scorrere dipensieri.
"Ah già, il bacio..."- tornò coi piedi perterra, sorridendogli distrattamente- "te ne meriteresti tanti,ma non so quanto ti converrebbe, poiché un soffio di Fortuna spessoscatena una tempesta di disgrazie. Saresti disposto a rischiare, percosì poco?"
"Così poco? Scherzi?!"- stava bevendoanche lui il suo drink, ancora il primo, lentamente, a momentirischiava di farselo andare di traverso o di sputarglielo in faccia-"sarei felicissimo se la Dea Bendata mi baciasse, non chiedereidi meglio!"
"Bravo, bravo, mi piacciono i tipi temerari"e così dicendo, anche il secondo cocktail era stato bevuto. La donnasi apprestava ad ordinare un terzo, sempre dello stesso tipo.
Nolandla guardò sconcertato, contati gli altri due bicchieri vuoti: "Lucynon credi di... stare esagerando? Lo sai che sono alcolici,vero?"
"Certo che lo so, Noland; e so anche quello chefaccio"- ringraziò il cameriere che aveva appena poggiato sultavolino la nuova ordinazione- "tu, piuttosto, hai esageratoquesta sera".
"Io? Guarda che questo è solo il mioprimo drink, so come regolarmi!" affermò, tutto impettito.
"Nonmi riferivo a quello, sciocchino..."- ridacchiò, deliziata edivertita dalla sua ingenuità, non immaginava che Noland avesseanche un lato così innocente e puerile, in contrasto con il suoaspetto grezzo e l'atteggiamento un po' zotico- "intendevo dire...mi sembra un po' esagerato presentarsi così ad un primo appuntamentocon una donna, non trovi?"
"Così... come? Questo è ilmio stile, sono sempre vestito così, fa parte di me stesso! Sono unapersona schietta, io. Ti aspettavi di vedermi in smoking e papillon?Non sono quel tipo di signore..." replicò tutto d'un fiato, sistava preoccupando. Era davvero così importante l'abbigliamento perfar colpo su una persona? Non le aveva fatto una buonaimpressione?
"No, lo smoking no, ma almeno una maglietta sì,sai... non siamo in spiaggia" intervenne Lucy, con fintosussiego, faceva la snob solo per provocarlo, dal momento che inrealtà quella visione era ben gradita.
"In che sens..."si accorse solo allora di essersela dimenticata nella fretta diarrivare puntuale, e che anche altri occhi erano puntati sul suotorso quasi spoglio, e non solo da parte di ragazze. Tutto il suovolto improvvisamente divenne rosso come una Baccamodoro e, pianopiano, iniziò a farsi piccolo piccolo, quasi scivolando sotto iltavolo per non farsi vedere.
"N-Non è come pensi, è chequesta sera è così afosa!"- provava a giustificarsi,ricominciando anche a farsi aria col berretto- "Non volevopresentarmi tutto sudato, non sarebbe stato carino e p-poi... ah, chesete!" agguantò il drink e lo bevve in un solo sorso, senzausare la cannuccia, in un modo così cafone che finì per sbrodolarsianche i pantaloni. Si pulì il grugno con l'avambraccio e poi gridò:"cameriere, un altro per favore! E ci metta tantoghiaccio!"
Lucy rideva sguaiatamente, aveva le lacrime agliocchi per quella scenetta e la mano davanti alla bocca pertrattenersi. Dove l'avrebbe mai potuto trovare un tipo così? Eraunico, senza dubbio, pieno di difetti, ma unico e decisamenteadorabile.

Unavolta calmatasi, Lucy provò a calmare lui: "dai, non fa niente,ti perdono: almeno hai avuto la decenza di farti la barba, a quantovedo. L'ultima volta pungeva assai..."
"Certo che me lasono fatta, ammira..."- alzò fieramente la testa,accarezzandosi la mandibola liscia e sbarbata- "mi preferiscicosì allora?"
"Personalmente sì ma, se per rasarticosì bene ti procuri quei tagli, forse è meglio che tu te la tenga"osservò Lucy, contando una ad una le piccole ferite che dovevaessersi procurato col rasoio, nella fretta di sistemarsi per lei,quasi si sentiva in colpa, ma al tempo stesso lusingata.
"Già,hai ragione, sono un po' maldestro..."- rispose imbarazzato,sforzando un sorriso e grattandosi la nuca- "ma non vogliocorrere il rischio di non... p-piacerti più".
"Alla DeaBendata piacerai ugualmente. Non mi avevi chiesto proprio di lei, ainizio serata?" -la donna fingeva di non intendere le sueallusioni sin da principio, voleva dargli del filo da torcere condolce sadismo- "è una Dea molto esigente e viziata, siingelosirà se proverai ad entrare nelle grazie di un'altra donna aldi fuori di lei". Quell'ultimo intervento aveva ammutolito ilsuo interlocutore, che ora fissava tristemente un punto in basso,perso tra le bizzarre cromature variopinte del pavimento in ceramica;sapeva che non sarebbe mai riuscito ad essere diretto nel dichiarareil proprio innamoramento, motivo per cui aveva preferito esprimersiusando riferimenti velati (e neanche troppo), ma ciò a quanto paregli si era ritorto contro lasciandolo in una situazione spinosa. Eradecisamente più abile coi fatti, che con le parole.
L'arrivodella cameriera con il suo cocktail ghiacciato parve destarlo daquell'ingombrante silenzio che si era posato tra i due, ma dopo cheebbe poggiato il bicchiere sul tavolo e si fu allontanata, Nolandafferrò pigramente la cannuccia tra i denti molari e, iniziando asuggere l'alcolico col lato della bocca, tornò con l'insofferenteespressione di prima, adagiato sui gomiti. Lucy non poteva saperlo,ma lui in quella posizione si stava spremendo le meningi come maiaveva fatto in vita sua, per cercare di cavarsi da quell'impaccio cheaveva creato con le sue stesse parole, ma il suo cervello non loaiutava affatto, poiché continuava a proporgli e riproporglil'immagine del crop top indossato dalla donna, attillato e violascintillante, che metteva in risalto le sue irresistibili formefemminili; a momenti gli sarebbe uscito fumo dalle orecchie.
"Noland,va tutto bene?" domandò ad un certo punto la ragazza, stufa eun po' preoccupata da quel mutismo improvviso. Allungò la mano adaccarezzargli una guancia e il mento, la sua pelle era ancora un po'ruvida ma comunque piacevole al tatto, le ricordava molto quella delsuo caro Seviper. Il ragazzone alzò leggermente gli occhi a queltocco, gradiva la coccola, così sorrise timidamente smettendo dibere e provò a spiccicare parola: "sai, Lucy... non sono maistato un grande oratore..."
"E nemmeno un romantico"aggiunse lei.
"...e nemmeno un romantico"- confermò,con gli occhi al cielo, conscio del suo difetto- "peròalmeno..."
"Però almeno sei un grande stratega" cipensò lei a finire la frase, lasciandolo ancora più spiazzato diprima. Non si era mai trovato così interdetto in vita sua Noland, epiù quella donna lo sbalestrava, più lui si arrovellava perlei.
"Fai così anche con i tuoi sfidanti? Per questo la tuaspecialità si chiama Dilemma Lotta?" il tono brusco con cuisentenziò la domanda lasciava ben intendere il suo trovarsi indifficoltà.
"No, non ne ho ancora avuta occasione"
"Inche senso? Nessuno ha mai superato tutte e ventisette le sale?"
"Nelsenso che ancora nessuno è riuscito a farmi impazzire comete".
Noland sussultò appena, lo sguardo di Lucy eraindecifrabile, non riusciva neppure a capire se fosse carico d'astioo di passione, a stento ce la faceva a reggerlo. Si prese coraggio ebalbettò qualcosa: "b-beh in senso positivo o...negativo?"
"Prova ad indovinare, dai! Hai il cinquantaper cento di probabilità di farcela" suggerì infine lei. Luiallora, col volto ancora accoccolato sulla sua mano, cominciò acalcolare: quella serata non era iniziata nel migliore dei modi eaveva pure fatto qualche figuraccia ma, d'altro canto, era statoriempito di apprezzamenti e gesti carini. Or dunque?
"Non loso, davvero... m-mi limito a sperare in positivo, ecco"-pronunciò titubante- "ci ho p-preso?"
"Hm, mabravo, hai indovinato!"- applaudì piano, gioiosa- "peccatoperò... che tu abbia già un'altra per la testa" incupìgradualmente la voce, rendendola dispiaciuta e sistemò le propriecose per fingere di andarsene via.
"Lucy aspetta!"-Noland si alzò di scatto, facendo strisciare rumorosamente la sediasul pavimento e batté i palmi delle mani sul tavolo, attirandol'attenzione di tutti gli altri rimanenti- "L'unica dea da cuivoglio essere baciato... sei tu! Non ho nessun'altra per la testa chenon sia tu, Lucy!"
Ansimava, travolto da mille emozioni; Lucygli dava ancora le spalle e a sentire il suo sfogo sorrise deliziata,senza che lui potesse vederlo. Si girò quindi, e andò verso di luinuovamente con quell'aria maliziosa; erano uno di fronte all'altra eil divario di altezze non era indifferente, esasperato ancor di piùdai suoi tacchi elevati, cosa che lo mise un po' in soggezione, nonricordava fosse così alta.
"Pensavi che non lo avessicapito?" sibilò la Regina chinandosi al suo orecchio, poi gliposò le mani sulle robuste clavicole; lui fece lo stesso sui suoiesili fianchi, anche se le dita gli tremavano: "p-perché non mel'hai detto subito?"
"Potrei farti la stessa domanda"-sogghignò e gli impresse un bacio sulla fronte che gli lasciòl'impronta del rossetto color cinabro- "e poi mi andava ditorturarti un po', che gusto ci sarebbe stato altrimenti?"
"Misono proprio innamorato di una ragazza perfida, a quanto pare..."-commentò lui ironicamente, compiaciuto dal bacetto- "perchénon vieni a straziare anche le mie labbra?"
"Volentierimio caro Noland, avrei voluto farlo molto prima... chiudi gliocchi".
Il ragazzo serrò le palpebre e strinse a sé ilcorpo dell'altra, ebbro di desiderio, aveva bramato per varie nottiinsonni quel momento e lei finalmente aveva posato le proprie labbrasulle sue, mentre con le mani celeri accarezzava i contorni dei suoimuscoli contratti e rigidi; l'Asso ardeva di passione non meno di leie quando le due lingue si intrecciarono lasciò insinuare le propriedita sotto l'aderente top, libere di tracciare la sua sinuosasilhouette.

Perfortuna di gente ne era rimasta poca, per cui quasi nessunoassistette al culmine della loro foga, quando la furtiva mano di Lucyscivolò sotto i jeans strappati del compagno, facendolo sussultare:"L-Lucy, non qui!"- mugolò flebilmente, bloccandogliela-"Qualcuno potrebbe vederci..." e la donna in silenzioallentò ogni presa su di lui, resasi conto che si stava spingendo unpo' troppo oltre per quell'occasione, tornando però ad assaporare lasua bocca. Noland aveva ancora gli occhi chiusi quando lei si staccòanche da quella, voleva continuare a fantasticare sull'esperienzaappena avuta senza diradarla con le luci della realtà. "Eheh,sai mi hai piacevolmente sorpreso..." -biascicò, nel mentre sileccava le labbra che avevano conservato quel dolce sapore fruttato-"adesso vorrei il bis, mi sento bello carico, sai? Magari quifuori..." ansava per l'eccitazione, ancora ben visibile sotto lasua cintola; eccitazione che presto svanì nell'udire dietro di séuna voce tutt'altro che femminile: "ne sono contento, signore, equesto è il conto". Schiuse le palpebre e notò che la Reginanon era più lì, dunque si voltò e cacciò una smorfia disgustatanel vedere il vecchio cameriere alle sue spalle con in mano ilfoglietto contabile. Si calò subito ilbasco sulla fronte e senza dir nulla pagò per tutti e due, infilòle mani in tasca e, soddisfatto, uscì via discreto come un Duskullai primi raggi d'aurora.




Continue Reading

You'll Also Like

1.1M 59.6K 37
It's the 2nd season of " My Heaven's Flower " The most thrilling love triangle story in which Mohammad Abdullah ( Jeon Junghoon's ) daughter Mishel...
7.3M 302K 38
~ AVAILABLE ON AMAZON: https://www.amazon.com/dp/164434193X ~ She hated riding the subway. It was cramped, smelled, and the seats were extremely unc...
43.7M 1.3M 37
"You are mine," He murmured across my skin. He inhaled my scent deeply and kissed the mark he gave me. I shuddered as he lightly nipped it. "Danny, y...
1M 38.4K 90
๐—Ÿ๐—ผ๐˜ƒ๐—ถ๐—ป๐—ด ๐—ต๐—ฒ๐—ฟ ๐˜„๐—ฎ๐˜€ ๐—น๐—ถ๐—ธ๐—ฒ ๐—ฝ๐—น๐—ฎ๐˜†๐—ถ๐—ป๐—ด ๐˜„๐—ถ๐˜๐—ต ๐—ณ๐—ถ๐—ฟ๐—ฒ, ๐—น๐˜‚๐—ฐ๐—ธ๐—ถ๐—น๐˜† ๐—ณ๐—ผ๐—ฟ ๐—ต๐—ฒ๐—ฟ, ๐—”๐—ป๐˜๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ๐˜€ ๐—น๐—ผ๐˜ƒ๐—ฒ ๐—ฝ๐—น๐—ฎ๐˜†๐—ถ๐—ป๐—ด ๐˜„๐—ถ๐˜๐—ต ๏ฟฝ...