Slut + Sluttier || 5sos

By lhemmonade

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«Andrà male, prevedo che andrà davvero male». «Suvvia, non essere pessimista. Andrà tutto secondo i piani e L... More

0. Slut + Sluttier
1. Pretty Girl
2. Seducing the cutie
3. In love with the d
4. Change of plans
5. Abel
6. Strategies
7. Miss Hadid
8. First Day
9. Sweet Tessa
10. Bonbon
11. Just a Bird
12. Failed Date
13. Sarah Smiles
14. A whole new world
15. Sexy Schoolgirl
16. Fired!
17. End of an era
19. Vagina-blockers
20. The Party
21. ... And The After Party
22. Frenemies for life

18. Truce

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By lhemmonade

Quello che vedete in foto è il profilo instagram che ho creato per il mio profilo wattpad. Si chiama @/lhemmonadeswriting e mi piacerebbe se ci deste un'occhiata❤ (dai che posto meme brutti nelle storie)

***


Luke


La mia vita è una totale tragedia. Ho passato metà di essa a farmi chiunque senza farmi il minimo problema, saltavo di fiore in fiore senza prendere malattie varie o peggio, innamorarmi, fino al punto in cui mi sono autoconvinto che potessi farcela, che senza amore stessi bene, che il mio cuore fosse bello sigillato a tenuta stagna e a prova di sentimenti che non fossero quelli soliti per amici e familiari. Eppure è bastato un fiore più invitante a far crollare tutte le mie certezze, a distruggere la camera blindata in cui avevo chiuso per bene il mio cuore. E diamine, io l'avevo anche accettato! Non mi importava di rinunciare al mio stile di vita, non importava di appartenere ad una sola persona perché quella persona, quel fiore così bello, non potevo proprio lasciarmelo scappare.

Ma ovviamente doveva mettersi in mezzo il Karma, che sapevo non me l'avrebbe fatta passare liscia – ero stato troppo cattivo nella mia vita per avere qualcosa di così simile alla felicità, dovevo aspettarmi la fregatura in ogni caso. Forse me lo meritavo, che Michael mi avesse lasciato così senza un apparente motivo (o almeno, un motivo serio, dato che nutriva soltanto il sospetto che me la facessi con lui per prendermela con la sorella) e trattandomi in malo modo, me lo meritavo eccome: sono un dannato bastardo, cattivo e sadico e mi piace giocare con i sentimenti delle persone. Questa è soltanto la risposta dell'universo alle mie cattiverie, a tutti i cuori che avevo spezzato e a tutte le persone che avevo fatto piangere con le mie stronzate. Non meritavo, quindi, che il fiore più bello – che tra l'altro stava in un campo minato, nel territorio della mia più grande nemica – appartenesse a me. Non meritavo né Michael né la felicità, visto che l'avevo tolta a troppe persone.

«Luke, sembri il tizio che piange alla fine di quel film che Callie ci ha costretti a guardare l'altra sera», si lamentò Ashton, facendomi alzare la testa verso di lui, «Insomma, non pensavo che Michael fosse tanto importante per te da farti stare così male. Pensavo fosse un altro dei tuoi giochetti perversi».

Sospirai. «Non sono sicuro di voler fare più giochetti perversi, Ashton», borbottai, facendo accigliare il mio migliore amico, «Cioè, intendo quelli che facevo per far star male la gente. I giochetti perversi mi piacciono ancora se vuoi saperlo», mi affrettai a chiarire, sentendo un leggero calore affluire alle mie guance. Stavo arrossendo? Per una cosa tanto stupida? Okay, ero decisamente rincoglionito.

Ashton scoppiò a ridere. «Che Dio benedica i Clifford, se uno di loro è riuscito a farti arrossire», commentò, facendomi accigliare, «Tralasciando queste stronzate... come stai? Non ne abbiamo ancora parlato per bene».

Scossi la testa. «Non sono ancora pronto, Ash. Lasciami elaborare il lutto, okay? Te ne parlerò io».

«Fa male, avere il cuore a pezzi?», annuii stancamente, tenendo lo sguardo fisso sulle patatine che non avrei mangiato, «Beh, benvenuto nel mondo di noi comuni mortali».

«Non mi piace il vostro mondo. Come fate a viverci?».

«Sopportiamo. Ecco come», sbottò Callie, sedendosi al nostro tavolo e sbattendo su di esso il vassoio, facendo traballare la bottiglietta d'acqua.

Ashton alzò un sopracciglio. «Il vicino ha ricominciato ad ascoltare l'intera discografia di Shakira alle sei del mattino?», le chiese, ridacchiando, «Non ti vedevo di così cattivo umore da quando sei venuta a scuola canticchiando Waka Waka alternata a bestemmie».

Callie sbuffò. «Avrei preferito Shakira mille volte a ciò che sto passando oggi. Ho litigato con...», borbottò, bloccandosi prima di guardarmi, «Una persona, sì. Una persona. Ma lasciamo stare, non voglio pensarci adesso», si affrettò a dire poi, liquidando il discorso con un cenno della mano.

Molte volte avevo visto Callie comportarsi in modo strano, la conoscevo da una vita quindi era naturale. Quel giorno, però, si stava comportando in un modo ai limiti dell'assurdo. Mi ero reso conto che mi stava nascondendo qualcosa – e forse avevo anche un sospetto su cosa mi stesse nascondendo – e quindi il suo comportamento poteva scaturire soltanto da questo misterioso segreto che in un modo o nell'altro avrei dovuto scoprire.

Optai per l'unico modo che conoscevo per scoprire i segreti degli altri (oltre, ovviamente, all'estorsione e al ricatto di natura sessuale, cosa che con Callie proprio non potevo attuare): essere diretto. Andando dritto al punto forse Callie avrebbe ceduto. «Okay, Callie. Perché non la smetti e mi dici cosa mi stai tenendo nascosto da giorni?», sbottai, facendo sgranare gli occhi alla mia migliore amica.

«Io? Io non sto nascondendo niente! Lo giuro», sbottò Callie, diventando quasi livida in volto. Le sue emozioni la tradivano fin troppo spesso.

Ashton alzò un sopracciglio. «Callie... non credi sia giunto il momento di dirglielo?».

«Ah! Quindi mi nascondi qualcosa! E lo sa anche Ashton, fantastico», sbottai, sentendomi leggermente offeso. Insomma, Callie conosceva Ashton da meno tempo di me, perché diceva i suoi segreti a lui e non a me?! Poteva riguardare un'unica cosa, quindi, ed era proprio la cosa che temevo di più.

Callie mi ignorò per guardare Ashton preoccupata. «Ma non so come la prenderà, dopo Michael soprattutto... non voglio spezzargli il cuore».

«Al massimo credo si incazzerà a morte, lo sai com'è fatto», la rassicurò Ashton, tenendole la mano.

Io sbuffai. «Se avete finito, allegre comari di Washington DC, io sarei proprio qui di fronte a voi. Smettetela di parlare di me come se non ci fossi!».

Callie si voltò verso di me e fece un sospiro. Era visibilmente nervosa; l'avevo vista così davvero pochissime volte nella mia vita. «E va bene. È giunto il momento di dirtelo», sbottò, «Vedi, Luke, io... sto con Claire. Cioè, non ne sono più così sicura, perché abbiamo litigato... ma in linea di massima sto con Claire. E te l'ho nascosto perché so che il tuo rapporto con lei non è dei migliori. E adesso lo so che la cosa ti farà incazzare, puoi anche decidere di non vedermi più se vuoi, ma non posso farci niente se mi sono innamorata di lei. Ti chiedo soltanto di... beh, di capire», spiegò, arrossendo veemente.

Fu soltanto in quel momento che mi resi conto di quanto la mia cattiveria e il mio odio aveva avuto un impatto negativo sui miei amici. Ashton faceva finta di essere interessato a qualsiasi essere dotato di vagina per farmi credere che non provava sentimenti per Tessa, Callie aveva nascosto la sua relazione con Claire soltanto per non rovinare la nostra amicizia – e forse aveva litigato con lei proprio per colpa mia. E tutto per un odio infondato, privo di senso. Avevo rovinato la vita di tutti – compresa la mia – soltanto perché provavo gusto a vedere una povera ragazza soffrire. I miei amici mi volevano troppo bene e io non lo meritavo affatto, visto che avevo rovinato anche le loro vite...

«Luke, ti prego, dì qualcosa. Se sei arrabbiato lo capisco, davvero», sospirò Callie, preoccupata nel vedermi così taciturno. Si aspettava una reazione diversa da me, e sinceramente me l'aspettavo anch'io. Di certo, se me l'avesse detto un mese fa, ad esempio, avrei dato di matto: colto da un raptus degno di una diva di Hollywood l'avrei insultata in tutte le lingue che conoscevo e le avrei dichiarato guerra finché lei non avesse fatto ciò che volevo io, ovvero lasciare Claire e seppellire tutta questa faccenda. Eppure ora non mi sentivo in vena di fare scenate, forse colto da questa amara consapevolezza di aver rovinato la vita a tutti, in primis a me stesso.

«Non sono arrabbiato, Callie», borbottai, facendola sospirare di sollievo, «Sono troppo giù di corda per essere arrabbiato – diciamo che avercela con Claire ormai non mi va più. Preferisco prendermela con me stesso».

Callie si mordicchiò il labbro inferiore. Mi sembrava dispiaciuta – forse era perché non mi aveva mai visto così. Non mi capitava così spesso di essere triste per qualcosa. «Non pensavo stessi ancora così male per Michael... mi dispiace. Se non vuoi che veda più Claire lo farò, sta tranquillo. Tanto lei neanche vuole più vedermi», borbottò, accigliandosi leggermente.

Scossi la testa. «Sei pazza se pensi che io ostacoli la tua felicità così», borbottai indispettito, «Piuttosto, perché avete litigato?».

«È una stronzata», sbottò Callie, più arrabbiata che risentita, «Stavo soltanto cercando di creare un ponte fra di voi e lei l'ha bruciato senza neanche volerne sapere. Siete più simili di quanto pensi, sai? Entrambi avete delle teste dure e non cambiate idea».

Alzai un sopracciglio. «Volevi convincerla ad aiutarmi a fare pace con Michael?», chiesi, scoppiando a ridere quando Callie annuì, «Okay, Callie, apprezzo la tua vena da pacifista, ma... io che faccio comunella con Claire? È qualcosa che potrebbe succedere soltanto in caso di Apocalisse, e credo che anche in quel caso sarei scettico ad accettare il suo aiuto».

«Dio santo, ma pensaci! È la sorella di Michael, chi altro più di lei potrebbe aiutarti a riconciliarti con lui e fargli capire che tutta la relazione con lui non era una messinscena? Siete due idioti, cazzo. Pensa alle cose che potreste raggiungere se vi uniste! Potreste persino buttare giù la casa bianca e arrestare Trump!».

«Sopravvaluti il mio potere».

«Oh no, secondo me lo sottovaluto», ribatté Callie, accigliata, «Ma tanto non importa, lei non ne vuole sapere niente di fare pace e tu pensi sia una cosa inattuabile, quindi devo accantonare la cosa».

Sorrisi sornione. «Direi di sì. Se vuoi però la costringo a fare pace con te – ho ancora qualche asso nella manica da usare», proposi, alzando un sopracciglio.

Ashton si passò una mano in faccia. «Avevi detto niente più giochetti perversi del tipo che fanno soffrire le persone o ricordo male?».

Alzai le spalle. «È per una buona causa! Lo considererei un atto di redenzione».

«Sentirti parlare di redenzione è quasi più blasfemo di me che scappo dalla messa per fare sesso con la figlia del pastore».

Sentire quella voce alle mie spalle fu quasi come essere sparati. Mi voltai di scatto, sperando che fosse soltanto una mia allucinazione, eppure quando mi girai del tutto lei era ancora lì, attorniata dai suoi amici e con l'espressione in volto di una che con ogni probabilità era stata costretta a fare ciò che stava facendo. Beh, per venire a parlare con me era stata sicuramente costretta.

«Sei venuta a gongolare perché non mi avvicinerò più a tuo fratello?», sbottai sarcastico, alzandomi dal tavolo e fronteggiandola.

Claire scosse la testa titubante. «Mi piacerebbe, ma purtroppo no. Sono venuta a parlare con te da persona civile».

Alzai un sopracciglio. «Conosci il concetto di persona civile? Mi stupisce».

«Senti, sottospecie di buco nero con i capelli biondi, se mi fai un'altra battuta di queste me ne vado e tu non potrai davvero vedere mai più mio fratello. Sono l'unico modo che hai per riconquistarlo», sbottò Claire, arrabbiandosi, «Quindi sta buono e ascoltami, okay?».

Non potevo negarlo, il mio cuore aveva saltato mille battiti all'idea di non poter vedere più Michael. Ma questo Claire non poteva saperlo, ovvio. «Chi ti dice che io voglia riconquistare Michael? Certo, è un bel ragazzo e ha un pene meraviglioso, ma... era soltanto un flirt, il nostro», mentii spudoratamente – solo sulla parte del flirt, ovvio. Il pene di Michael... beh, non posso cominciare questo discorso adesso.

Claire scosse la testa. «Non mentirmi, Luke. Ti ho visto piangere quando avete litigato a casa mia. Non credo tu pianga per la fine di un flirt», mi mise alle strette, facendomi arrossire. Non potevo più mentire.

Tentai un'ultima mossa disperata. «Forse piangevo perché avevo perso il suo pene, non credi?».

«Che schifo, smettila di parlare del pene di mio fratello!», sbottò lei, facendomi ridacchiare, «Luke, sto cercando di parlare di una cosa seria. E sappi che non lo faccio neanche per te, o per me, ma per la tua migliore amica che – strano ma vero – mi ha convinta a porgerti l'altra guancia nonostante tutti gli schiaffoni che mi hai dato nel corso della mia breve ma intensa vita. Quindi, vuoi starmi ad ascoltare o no?!».

Sospirai. «Claire, so cosa vuoi chiedermi. Credi davvero che una tregua tra noi due possa funzionare? Ci odiamo da una vita! E poi, metti caso che niente vada come deve e che tuo fratello sia convinto a lasciarmi andare per sempre. Cosa facciamo in quel caso?».

Claire alzò le spalle. «In quel caso dichiariamo bandiera bianca e torniamo ad odiarci come sempre», sbottò, «Vuoi davvero rinunciare ad essere felice a causa di una faida stupida? Sai quanto mi faccia schifo il fatto che tu stia con mio fratello, eppure voglio comunque aiutarti. Non ti fa bene stare così male mentre tutti sono felici, e soltanto a causa mia. Quindi, puoi seppellire questo odio così radicato nei miei confronti soltanto per un po', giusto il tempo di far capire a mio fratello cosa si sta perdendo?», spiegò, porgendomi la sua mano.

Ci riflettei. Claire aveva ragione (e mai avrei pensato di dirlo), potevo far finta di niente finché non avessi riconquistato Michael. Potevo sempre riprendere ad odiarla dopo, non mi costava niente seppellire l'ascia di guerra per dichiarare una tregua... andava contro ogni mio principio, certo, ma potevo fare uno strappo alla regola ogni tanto solo per essere felice.

«Questa è la cosa più assurda che ho mai fatto in vita mia. Oltre a rubarti il dildo che sembra una bacchetta di Sailor Moon, ovvio», sbottai, stringendo la mano a Claire – un gesto che valeva tanto quanto un potenziale armistizio tra Stati Uniti e Corea del Nord.

Claire sorrise, ma per poco, mentre ci stringevamo la mano. «Ricordami di nuovo il mio scettro del potere Sailor e sarai tu ad essere seppellito, non l'ascia di guerra».

«Te l'hanno mai detto che sei adorabile quanto un Rottweiler incazzato?».

***

[A/N] pensavo che sarebbe stato un capitolo corto, è invece ho scritto la bellezza di 2275 parole. Che gioia😍

E questo capitolo mi piace un casino - nonostante segni un po' l'inzio della fine, già. Credo manchino pochi capitoli all'epilogo, e vi giuro, non sono pronta a lasciar andare questa storia☹ ci vediamo al prossimo aggiornamento!💕

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