Ti ricordi il primo sguardo...

By ilix98

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"Non ricordo esattamente il momento preciso in cui iniziai a pensare a te ogni mattina. È come se mi sveglia... More

Arrivo a New York.
I LIBRI SONO PONTI OSTINATI: UNISCONO, CREANO LEGAMI.
L'AMORE NON CORRISPOSTO È UNA FERITA MORTALE.
TU NON SAPEVI RESTARE, IO NON SAPEVO ANDARMENE.
LE COSE BELLE FANNO MALE
CIÒ CHE ACCADE UNA VOLTA PUÒ ACCADERE DUE VOLTE.
Non ci sono segreti nella mia vita, solo verità nascoste.
IL PRIMO APPUNTAMENTO DICONO CHE NO, NON SI DIMENTICA
L'amore è un film muto: togli il volume e concentrati sui gesti.
Come iniziare bene la giornata? Basta un "Buongiorno" dalla persona giusta
Le liti non durerebbero mai a lungo, se il torto fosse da una parte sola.
Il dolore dell'anima è più grande che la sofferenza del corpo.

Credo in un amore che all'inizio mi sembrava impossibile

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By ilix98


"

Più sembriamo opposti più siamo simili, più ci amiamo più addosso lasciamo lividi, se hai coraggio non lasciarmi adesso vivimi, le nostre forze sono i nostri stessi limiti.


Bucha-Limiti

"


Dopo aver inviato il messaggio Nico spense il telefono e si mise a dormire.

Ore 11.13

Si svegliò quando sentì una porta sbattere, ma contro ogni previsione non si lamentò più di tanto. Finalmente dopo tanto tempo si sentì riposato.
Cosi, Nico, si alzò e andò a farsi una doccia per poi vestirsi e andare in cucina con lo stomaco che brontolava.
Ad attenderlo però vi era il padre che leggeva il giornale seduto al tavolo della cucina.

Data l'ora gli sembrò strano che suo padre non fosse al lavoro, poi però si ricordò che era Domenica e, quindi, giorno di riposo.

"Buongiorno papà" salutò Nico, per poi ricordarsi della sera prima.

Il padre accortosi del figlio, posò il giornale e alzò lo sguardo per ricambiare il saluto.

"Figliolo."

Nico si sedette di fronte a lui con una tazza di latte accompagnata dai soliti biscotti.
"Allora" - iniziò il padre cercando di riprendere il discorso della sera prima - "avevo capito che non avevi alcun ragazzo al momento."
"È cosi infatti" confermò il corvino.

"Ah sì? E il ragazzo di ieri sera chi era?"

"Si chiama Percy, è un mio... amico" cercò di spiegare.
"Io non bacio i miei amici" replicò con ironia.

"Oh... hai visto?"

"Già" rispose.

Passarono alcuni minuti senza dire niente.
"State insieme, quindi?" sbottò il padre interropendo il silenzio creatosi.

"No" disse semplicemente Nico in risposta.
"Sarà meglio" borbottò il padre sottovoce, ma il figlio lo sentì ugualmente.
"Cosa intendi dire?" domandò confuso da quella frase.

"Non mi piace quel ragazzo" rivelò il padre.

"Dovrebbe piacere a me infatti" disse con fare ovvio.

Ade lo guardò male e fece per replicare ma la suoneria di un telefono li interruppe.
"Chiamata di lavoro" fece il padre prima di alzarsi e andarsene via lanciandogli uno sguardo che fece capire chiaramente a Nico che il discorso non era finito lì.

Terminata la colazione, Nico si diresse in camera sua e con l'intenzione di fare i compiti per il giorno dopo, anche se avrebbe preferito leggere un libro.

Appena si sedette alla sua scrivania il suo sguardo fu catturato dal suo cellulare che la sera prima aveva spento.

Lo accese. La schermata si illuminò subito mostrando la notifica di nuovi messaggi, il primo era da parte di Will:

- Ehi Nico, stasera io e gli altri abbiamo pensato di andare al White. È solo un semplice pub, vuoi venire con noi? –

Il secondo invece era da parte di Bianca:

- Nico Di Angelo! Papà mi ha detto cosa è successo ieri sera! Quando pensavi di dirmelo?! Aspetta che torno a casa e vedrai! -

Decise di ignorare il messaggio della sorella consapevole che lo avrebbe ucciso e rispose solamente a Will:

- Penso vada bene. -

In realtà si stupì da solo di aver accettato di uscire senza pensarci, quando fino al giorno prima avrebbe detto subito di no, ma si sentiva diverso, si sentiva felice.

E proprio in quel momento si accorse che la ragione della sua felicità lo stava chiamando.

Nico si sentì agitato. Cercò di calmarsi facendo dei respiri profondi, così accettò la chiamata trattenendo il respiro.

"Pronto?"

"Ehi" rispose Percy dall'altro lato del telefono. "Come stai? È successo qualcosa con tuo padre dopo che me ne sono andato?"

"No, per ora diciamo che sono riuscito a rinviare la discussione, e comunque, sì, sto bene" affermò Nico.

"Ah ok, ti ho chiamato perché stasera io, Jason e gli altri avevamo pensato di uscire. Non so ancora bene dove andremo ma mi piacerebbe se venissi anche tu" gli propose il più grande.

"Oh, ecco io... non posso" confessò ricordandosi dell'impegno preso con il biondo e gli altri amici.

"Ah. Come mai?" chiese dispiaciuto Percy.

"Esco già con i miei amici."

"E dove andate di bello?"

"In un pub, il White mi pare si chiami" rispose ricordando il nome del locale.
"COSA?!" urlò Percy senza alcuna ragione apparente per Nico, che dovette allontanare un po' il telefono dall'orecchio dopo quell'urlo.
"Che c'è?" domandò infastidito dal tono usato dall'altro.

"Non voglio che tu ci vada, Nico!" spiegò il più grande.
"E per quale motivo?"

"Lì, beh ecco ci va chi... spaccia, si droga e per fare altre cose, Nico non è un bel locale."

"E tu come lo sai?"

Dopo la domanda Percy stette in silenzio per alcuni attimi, poi Nico lo sentì sospirare.

"Non è importante ma ti prego non andare."

"Ho già detto di sì ai miei amici, Percy" cercò di spiegare all'altro.

"Ti conosco abbastanza da sapere che non è un posto di tuo gradimento" ribadì. "Oppure c'è un altro motivo per cui vuoi andare?" chiese Percy.

"Adesso non posso uscire con i miei amici?!" replicò l'altro che stava iniziando ad arrabbiarsi per quel comportamento che non riusciva a capire.

"Cambiate il luogo dell'incontro!" tentò di nuovo Percy.

"Non l'ho deciso io!"

"Nic-"

"Percy scendi ad aiutarmi con la spesa"

Furono queste le parole che Nico sentì in sottofondo e ipotizzò fosse la madre di Percy.

Percy emise un sospiro. "Ora devo andare, ma il discorso non finisce qui" dichiarò perentorio.

"Sì, certo" disse Nico alzando gli occhi al cielo.

"A... dopo" salutò Percy cambiando radicalmente tono di voce, rendendo quel saluto dolce.
"Ok... ciao" ricambiò Nico sperando che quel dopo arrivasse il prima possibile.

Terminata la chiamata Nico non ebbe tempo di fare nulla che un tornado dai capelli scuri entrò in camera sua, quasi spaventandolo.

"NICO!" urlò la sorella guardandolo con rimprovero.
"Devi proprio urlare?" disse Nico coprendosi le orecchie.

"Voglio sapere chi è, dove abita, cosa fa, quanti anni ha e -" iniziò a parlare senza neanche dare tempo all'altro di rispondere.
"Scusa?"

"Sono tutta orecchi" disse solo Bianca sedendosi nel letto, seguita poi dal più piccolo che, con qualche debole protesta e senza alcuna voglia, si trovò costretto a rispondere al suo interrogatorio.

"Non so dove abita, va all'università, ha vent'anni... credo" rivelò il fratello cercando di essere il più evasivo possibile.

"Sto aspettando il nome".

"Uhm... Percy" disse con un sussurro.

"Jackson?!" chiese Bianca con la bocca spalancata.

"Lui" confermò stupito dal fatto che sapesse il cognome.

"Oh mio Dio."

"Mi sembri sconvolta."

"Sono scioccata Nico! Tu e... Percy... cavolo!"

Poi una domanda le passò per la testa: "Ma da quando è gay?"

"Non lo è, sono il primo ragazzo per cui prova interesse" rivelò con un sorriso dolce.

"Ma sentilo, come si vanta" lo prese in giro Bianca.
"Non mi sto vantando" replicò il fratello.

"Comunque per quanto mi piaccia Percy, non approvo" fece seria.

"Perché pensate tutti che io voglia sentire la vostra opinione?" disse seccato.

"Nico lo dico per te" precisò. "Non ha una bella fama. E poi... all'università girano voci su di lui."
"Non le voglio sapere"

Ore 19.30

- Quindi non mi ascolterai e andrai? -
- Mi sembra di avertelo già detto, non so quante volte! Ormai ho accettato e ci vado. -

- Okay, e a che ora andrete? -

- L'appuntamento è alle nove e mezza perché? -

- Perfetto, ci vediamo lì :) -
- Cosa?

- Percy?
- Mi stai seriamente ignorando?-

Nico stufo di attendere una risposta bloccò il telefono e iniziò a prepararsi.

Ma dopo interi minuti passati a provare tutto l'armadio gli passò per la testa un pensiero: Ma perché dovrei farmi bello per lui?
Si stava osservando allo specchio ancora poco convinto quando il campanello di casa sua suonò.

"Nico! È arrivato Will!" urlò Bianca dal piano inferiore.
In risposta Nico alzò gli occhi al cielo consapevole che nessuno l'avrebbe notato.

Si spruzzò un poco di profumo, dopo di che prese telefono e portafogli per poi raggiungere l'amico che lo attendeva all'entrata vicino alle scale.

"Ma come siamo belli, Niki" disse Will facendogli l'occhiolino.

"E Niki chi cazzo sarebbe?" chiese infastidito dal soprannome.

"Oi, calmati tigre, scherzavo" replicò il biondo ridendo alla risposta dell'altro.

"Will. Continua con questi soprannomi e giuro che ti meno" lo avvertì il più piccolo.

"Va bene, scusa. La smetto" disse continuando a ridere. "Dai ora andiamo che se no facciamo tardi."

"Okay."

"Mi raccomando, fate i bravi" fece Bianca guardando Nico che ricambia lo sguardo.

"Come sempre" rispose Will sorridendole.

Ore 21.45

"Ecco qua le vostre birre, ragazzi" urlò la cameriera sovrastando la musica.

"Grazie mille, bellissima" disse Connor ricevendo in risposta un occhiolino.

"Scusa ma, Chiara? Non hai detto che era lei quella giusta, che finalmente ti eri innamorato?" chiese il fratello con tono derisorio.
"Piantala" rispose semplicemente Connor con un piccolo broncio.

"Nico, e tu? Niente birra?" chiese Travis.
Per ora passo" disse solo, guardandosi attorno.

"Cerchi qualcuno?" domandò curioso Will.

"No, nessuno" rispose velocemente Nico, fin troppo velocemente, e infatti nessuno gli credette.

"Smettetela di fissarmi, non aspetto nessuno vi ho detto" sbottò Nico dopo ben cinque minuti di silenzio e sguardi insistenti.

Gli altri emisero una leggera risata per poi cambiare totalmente discorso: a quanto pare a breve sarebbe uscito un nuovo videogioco per cui i gemelli stavano aspettando da tanto.

Nico provò a seguire l'argomento anche se non gliene importava granché ma, venne distratto dalla vibrazione del telefono che lo avvisava di aver ricevuto un messaggio.

- Sei bellissimo. -
Nico arrossì come mai prima d'ora a quelle semplici parole.
Cercò di nascondere il viso in modo tale da evitare domande ma notò che i gemelli continuavano a parlare del gioco ignorandolo totalmente.

- Il biondino ti sta fissando in un modo che non mi piace. -

Nico d'istinto alzò il viso e puntò lo sguardo su Will notando che, effettivamente lo stava fissando.

"Che c'è?"
"Niente perché?" rispose semplicemente Will.

"Mi stai fissando" gli fece notare.
"Ti stavo osservando, è diverso, sei bello" disse l'altro guardandolo fisso negli occhi e sorridendogli.

Nico purtroppo non poté evitare di arrossire di nuovo, non tanto perché il complimento proveniva da Will ma per il fatto che gli tornò in mente il messaggio di Percy.

Quello scambio di battute non era stato completamente ignorato né da Percy che osservava il tutto da lontano, quasi sembrando uno stalker, né da Travis, che non poté evitare di rimanerci male: aveva fatto di tutto per essere al meglio quella sera eppure il biondo non l'aveva proprio considerato e pensare che l'aveva fatto solo per lui.

- Vieni in bagno. -
- Devo proprio? -

- Non vuoi vedermi? -

Eccome se voleva vederlo, infatti non si fece attendere troppo.

"Ragazzi, vado un attimo in bagno. Torno subito."

"Ti accompagno" si offrì Will.

"Non ce n'è bisogno, tranquillo" disse Nico preso alla sprovvista.

"Ma devo andare al bag-"

"Intanto noi andiamo a giocare a biliardo dai, Will la vuoi la rivincita? L'ultima volta ti ho stracciato" gli ricordò Connor.

"Stracciato?! Ma se hai vinto solo perché ero ubriaco perso!" replicò il biondo.

"Certo certo, ogni scusa è buona. Che ne dici di scommettere?"

Nico non perse tempo e senza farsi notare ne approfittò e se ne scappò via, diretto verso i bagni.

Non appena varcò la porta, non ebbe neanche il tempo di chiuderla che venne preso e sbattuto contro un corpo tonico, alto e possente.

Percy, dopo averlo attirato a sé, lo baciò.

Nico non perse tempo e ricambiò immediatamente.
Si sentì subito come sotto l'effetto di una droga leggera, il sapore di quel bacio era dolcissimo, la lingua di Percy si muoveva con leggiadria.

Nico chiuse gli occhi e si abbandonò alla deriva dei sensi.
Quanto durò? Dieci, venti minuti? Nico non lo avrebbe saputo dire, erano momenti che sembravano interminabili, ma quando si staccarono gli parve che fossero durati solo pochi istanti. Avrebbe voluto guardare negli occhi Percy, ma non ne aveva il coraggio, stentava ancora a credere a quello che stava succedendo tra loro.

Ma fu Percy stesso a spostargli una ciocca dal volto, cercando attenzioni da parte sua.

Nico alzò la testa e incrociò lo sguardo dell'altro che lo guardava affettuosamente.

Non si accorse di essere a corto di fiato fino a quando non sentì Percy parlare affannato:

"Sei bellissimo quando arrossisci, lo sai?"

"Uhm, è una cosa che odio."

"Cosa?"

"Arrossire!"
"Non dovresti, sei dolcissimo quand-"

"Ed è proprio per questo che non mi piace, io, dolce? Pensi che mi faccia piacere sentirmelo dire?"

"Perché non dovrebbe?"

"Perché sono un uomo non una donna."
"E questo che diavolo centra?"chiese Percy ridendo.

"A te farebbe piacere se ti dicessi che sei dolce?"

"Non mi dispiacerebbe, anche se io non lo sono. Sono più... malizioso" aggiunse sottovoce vicino al suo orecchio per poi morderglielo.

"Piantala" disse Nico ridacchiando.

"Tu soffri il solletico?"

"No."

"E invece sì"
"D'accordo ma non provare a fare nulla o ti picchio."

"Non ne ho alcuna intenzione" precisò Percy.
"Bene."
"Per il momento" aggiunse sottovoce.

A quella risposta Nico lo guardò con sguardo truce ma non ebbe tempo di dire nulla che Percy lo anticipò con un'altra domanda: "Il tuo amico biondo, come si chiama?"

"Will."
"Non mi piace" ammise ripensando a quando aveva visto come guardava Nico."E pensi che mi importi?" chiese retorico.
"Nico, davvero! Ti guarda come se...'

"Come se?" lo incitò a continuare la frase.
"Come se ti volesse scopare seduta stante."
"Quindi come te?"
"Beh io posso, sono il tuo ragazzo, no?"
"Lo sei?"

"Beh. Uhm...Non lo sono?"

"Vorrei prima conoscerti meglio."

"Cosa intendi dire?"
"Che per ora ci frequentiamo."

"Questo vuol dire che non posso dire nulla se gli altri ragazzi ti guardano?"
"No, puoi farlo ma-"

"Nico dove sei?" chiese Will fuori dal bagno.

"Cavolo" disse Nico allontanandosi subito da Percy.
"Nico?"

"Nasconditi" bisbigliò Nico.
"Cosa? E perché?" chiese Percy confuso.

"Sei scemo?"
"Ah! Eccoti! Oh..."

Nico non seppe davvero che dire, restando così in silenzio.
Percy, dal canto suo, decise di risolvere la situazione a modo suo.

"Ciao, sono Percy. Un amico di Nico."

"Will."

"Scusa, sono stato io a trattenerlo. Era da tanto tempo che non ci vedevamo, è stata una sorpresa incontrarlo qui."

"Posso immaginare" disse Will guardandosi intorno.

"È incredibile quanta gente si possa incontrare in un bagno, vero?" disse Percy.

"Percy, ti prego, sta zitto" disse sottovoce Nico. "Dai Will, andiamo."
"Okay."

Usciti dal bagno, i due si diressero verso il loro tavolo.

"Nico, ma dov'eri finito? Ti sei perso la nostra partita a biliardo!" esclamò Connor.
"Non che sia durata poi così tanto" ribadì Travis.

"Ehi! Cosa ci posso fare se sono così bravo da vincere così velocemente?" disse Connor.
"È stata solo fortuna!" esclamò Will. "Non giocavo da un po'."

"Ogni scusa è buona per te" fece Connor.
"Eri molto distratto quando giocavi, forse ti mancava qualcuno" disse Travis prendendolo in giro.
"M-ma cosa dici!" esclamò Will imbarazzato.

"Dico la ver-"

"Ragazzi! Quelli non sono i ragazzi con cui abbiamo giocato a birra pong?" chiese Connor indicando Percy e il suo gruppo.

"Sì, sono loro!" disse Travis.

Ecco perché mi sembrava un volto familiare fu il pensiero di Will mentre ripensava al ragazzo in bagno con Nico.

"Quegli stronzi!" esclamò Connor.

"Non insultarli solo perché avete perso, Connor!" lo riprese Will.

"Infatti non lo faccio per quello! Il biondino mi ha fottuto la ragazza."
"Cosa? Davvero?" chiese Travis incredulo.
"Già, letteralmente! Volevate sapere di Chiara? Eccovi accontentati!"

"Be' è stata stronza anche lei, non solo lui" ribadì Will.
A quel commento l'unica cosa che uscì dalla bocca di Connor furono degli strani borbottii.

"Ho bisogno di un'altra birra" aggiunse dopo, per poi alzarsi diretto al bancone del bar.

"Ne hai già bevute troppe Connor!" disse Travis, alzandosi con l'obiettivo di fermarlo.

Rimasero così Will e Nico, il quale per tutto il tempo da quando era tornato non aveva fiatato.

"Allora, il ragazzo che era in bagno con te... Peers?"

"Percy" lo corresse Nico, con tono un poco irritato.

"Si be' lui, ecco..."
"Arriva al punto, Will."
"S-state... tipo... uhm come dire, insieme?"
"No."
"Oh. Okay."

Nico sospirò per poi aggiungere: "Ci stiamo frequentando." 

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