L-o-v-e || Harry Styles

By JayJayNotCool

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Sequel of "S-e-x" «E' l'ultima volta» mormorai, raccogliendo a terra gli slip. «Mi passi i boxer?» mi chiese... More

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The Last Time
Surprise
The end of the party
"I love You"
Two Days
Daddy's Home
"I Have Hair On My Legs"
Us + Valencia + Hailey = Caos
Meditation
Crazy Mom
Sleepover
In My Basket Case
My Lovely Mum
Darren, stop it
Say it
Julie
Finally
Pills
"You're good with your mouth"
Epilogo

Yes God!

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By JayJayNotCool

*Quella stessa sera*

«Oh Dio, sì, lì» sbiascicai ad occhi chiusi, mentre spingeva in me ad un ritmo incessante.

Arrivati a casa incontrammo Karen, quasi pronta per andarsene, tutta vestita elegante e con un borsone sportivo sulla spalla dove aveva le sue cose.

Benché sapessi benissimo che avrebbe preferito lo facessimo nel letto, purtroppo troppo presi dalla frenesia, rimanemmo sul divano mentre Tom Cruise saltava di palazzo in palazzo come una cavalletta.

Mi avrebbe uccisa se avessimo lasciato macchie, così presi una coperta lasciata lì sul divano e me la misi sotto, almeno sarebbe stata più facile da pulire a confronto con il tessuto del divano.

Respirava velocemente, lasciandosi andare a qualche grugnito per via dello sforzo che stava facendo per farmi arrivare, ma continuavo sempre ad esserci vicina ma mai totalmente da potermi liberare.

«Ti prego, vieni» mi supplicò, cercando di provare tutte le direzioni per vedere se era meglio «Altrimenti vengo io e ti accontenti delle dita» quasi mi minacciò, ma risi divertita, avvolgendogli le braccia al collo per farlo fermare un attimo e baciarmi, e poi riprese più veloce e fu lì che mi lasciò senza fiato.

Letteralmente, non riuscivo a respirare, stava saltando tutte le tappe per farmi arrivare in fretta e quando sentii quel piacevole intorpidimento mi scappò quasi un urlo, così forte che non me lo aspettai.

Diciamo che somigliava di più a parole senza senso dette ad alta voce che ad un urlo, ma da quando avevo una vita sessuale mai mi ero lasciata andare così tanto, cosa che lasciò anche Harry un po' scioccato, ma non per questo si distrasse, continuando a spingere arrivando anche lui, sentendo perfettamente lo sperma riempire il preservativo.

Finalmente finii di sparlare, rimanendo comunque rigida, ancora scossa e leggermente rintronata, con Harry sdraiato sopra di me e dentro di me, entrambi con il fiato corto.

«Finalmente sta uscendo la tua vera natura a letto» mormorò, baciandomi la clavicola, tornando poi a poggiarci sopra la guancia.

«Di che parli?» mi rabbuiai, prendendo ad infilare le dita fra i suoi capelli corti e un po' bagnati per via del sudore.

«Il "porca puttana" e "cazzo sì" li hai detti te» rise divertito.

«Veramente?» mi fermai, sentendo le guance diventare bollenti.

«Sì, e mi è piaciuto» sollevò la testa, accorgendomi del fatto che fosse sincero, ma non mi lasciò altro tempo per rispondergli dato che riprese a baciarmi, uscendo lentamente da me, ed infine sollevarsi.

Si piegò sulle ginocchia, sfilandosi attentamente il preservativo, legandolo per tenere il liquido rinchiuso. Mi guardò, mi sorrise e si alzò gettandolo nel cestino della cucina.

«Vado a farmi una doccia, vuoi venire?» propose, ormai a metà strada, mentre io ancora ero a gambe aperte, totalmente rilassata e con uno stupido sorriso addosso.

«Sì, arrivo» sospirai, alzandomi di mala voglia ma ero veramente troppo sudata e la doccia ci stava da Dio.

«Domani mattina devo andare ad un pranzo di famiglia» cominciò, già dentro il box doccia, aspettando solo me e che l'acqua si riscaldasse.

«Andate da tua zia?» mi legai i capelli, incamminandomi verso di lui sotto il suo sguardo che mi perlustrava l'intero corpo.

«Sì, e sarà un po' una palla, perciò mi chiedevo si ti andasse di farmi compagnia» fece spallucce.

«Va bene, ma dovrò prima passare da mamma. Seriamente, non posso continuare a vestirmi con le stesse cose» mi bagnai la pelle sotto il getto dell'acqua.

Ero davanti a lui, che ben presto mi circondò il corpo con le braccia, baciandomi il collo.

«Io e te ci ritroviamo sempre e fare il bagno insieme» ghignai ad occhi chiusi, con le testa poggiata all'indietro sulla sua spalla destra «Ti ricordi la foto dove ci sono io tutta felice e tu affianco a piangere come un disperato?» cominciai a ridere al ricordo della storia che c'era dietro.

«Avevi staccato la testa al mio Spongebob!» rispose indignato, facendomi ridere di più.

«Spongebob è tutta testa, magari avevo staccato gli arti» lo corressi, avvicinandomi di più con il sedere a lui.

«Non toglie il fatto che me lo hai distrutto» si avvicinò anche lui.

«Te ne ricomprerò un altro» mormorai suadente, alzandomi leggermente sulle mezze punte per strusciarmi meglio sul suo bacino, cercando contemporaneamente di baciarlo.

«Sei insaziabile oggi» ghignò divertito, strizzandomi entrambi i seni, arrivando fino ai capezzoli.

«Non dare solo la colpa a me» sussurrai ad occhi chiusi, infilando la mano fra i nostri corpi ormai bagnati dall'acqua che continuava a scorrere ora più distante, afferrandogli quella che stava lentamente diventano nuovamente un'erezione, sfregandola contro il palmo per indurirla di più.

Mugugnò di piacere, continuando ad accarezzarmi il corpo, ovunque, affondando due dita fra le grandi labbra, sentendo lui stesso quanto fossi eccitata quel giorno.

Non aspettai ancora, dirigendogli l'erezione verso la mia entrata, sollevandomi di nuovo sulle mezze punte, alzando un po' la gamba per permettergli di entrare con più facilità, scivolando dentro perfettamente.

«E' così strano sentirti di nuovo» mormorai, con una mano poggiata sulle piastrelle blu notte del bagno, per reggermi a qualcosa mentre entrava e usciva ripetitivamente.

«Lo abbiamo fatto due minuti fa» mormorò, baciandomi il collo, non capendo cosa stessi realmente dicendo.

«Lo so, ma con il preservativo» andai a posare la mia mano sulla sua, mentre stuzzicava il nodo di nervi chiuso fra le grandi labbra, facendomi gemere «Senza lo abbiamo fatto solo a Capodanno» mi morsi il labbro inferiore reprimendo un altro gemito.

Mi prese per i fianchi, chinandomi leggermente in vanti mentre mi muoveva a suo piacimento, e mi piaceva lasciarmi andare per lui.

Chiusi il getto dell'acqua, non volendo ritrovare Karen con la bolletta in mano mentre con la mente viaggiava più del dovuto.

Rimasi aggrappata all'asta che reggeva il doccino, sentendo ormai le gambe cominciare a cedere.

«Hai un culo da Dio» si fermò per potermelo accarezzare, abbassandosi per lasciarmi un bacio al centro delle scapole, dandomi una scossa di brividi.

Le cose si stavano evolvendo, solitamente non parlavamo, stavamo lì a godere ma in silenzio, senza apprezzamenti e per quanto facesse il fico non si era mai del tutto lasciato andare.

Per questo non ero ancora del tutto disinvolta con i complimenti durante il sesso, mi sembrava una cosa strana, ma effettivamente non faceva altro che incrementare il piacere imminente.

«Continua, sono vicina» sbiascicai ad occhi chiusi «Non ti fermare» piagnucolai quasi.

Arrivai poco prima di lui che si riversò in me senza alcun problema, stringendomi a lui immediatamente dopo, ancora affannati e con le menti annebbiate.

«Ti amo» mormorò, passando entrambe le mani sull'addome.

«O ami il mio culo?» sghignazzai, trasformandola subito in risata, trasportandoci dentro anche lui.

«Entrambi» affondò il sorriso sul mio collo, dandomi un piccolo morso.

«Sto sentendo freddo» rabbrividii, scostandomi da lui per tornare ad aprire l'acqua calda e finalmente lavarmi, uscendo di lì prima di lui per poi lasciarlo lavare da solo, mentre io me ne tornavo in camera per mettermi il pigiama.

Quella nuova realtà mi piaceva. Quel senso d'indipendenza che non avevo mai provato, il fatto che mia sorella mi venisse incontro per farmi stare anche un solo giorno con Harry era notevole, non dovevo spiegare nulla, bastava che andassi d'accordo con la persona con cui avevo sempre avuto un rapporto scarso, ma eravamo pur sempre sorelle e sapevo perfettamente che mi avrebbe dato una mano sempre, ed io lo stesso per lei.

«Penso di aver deciso» mormorai nel buio, ormai avvinghiata a lui, entrambi mezzi addormentati.

«Cosa?» sbadigliò.

«Vengo a vivere qui con Karen» posai il mento sul suo petto, guardandolo dritto negli occhi «Abbiamo i nostri spazi, e poi sono nettamente più vicina all'università, perciò non dovrò correre per l'autobus» alzai le spalle.

«Mi sembra un'ottima idea» mi guardò più intensamente, passandomi una mano fra i capelli sciolti.

«Chissà come la prenderà mamma» sussurrai, tornando con la guancia sul suo torace, lasciandomi accarezzare i capelli da lui.


-Spazio a me-

In un solo capitolo ho praticamento concentrato tutti gli amplessi che non avevo scritto negli altri capitoli.

Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo, e vi avviso che siamo praticamente a metà :)

Lasciate una stellina accesa e un commento, e ci vediamo al prossimo aggiornamento (ho fatto la rima, Santo Iddio).

BaciXx

Cate



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