L-o-v-e || Harry Styles

By JayJayNotCool

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Sequel of "S-e-x" «E' l'ultima volta» mormorai, raccogliendo a terra gli slip. «Mi passi i boxer?» mi chiese... More

Really?
The Last Time
Surprise
The end of the party
"I love You"
Two Days
Daddy's Home
"I Have Hair On My Legs"
Us + Valencia + Hailey = Caos
Meditation
Crazy Mom
In My Basket Case
Yes God!
My Lovely Mum
Darren, stop it
Say it
Julie
Finally
Pills
"You're good with your mouth"
Epilogo

Sleepover

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By JayJayNotCool

*La sera*

Gli andai incontro, non capendo il vero motivo per cui mi stesse aspettando, quando sapevo che doveva essere a casa per studiare per uno degli esami più importanti del suo corso.

«Che ci fai qui?» lo abbracciai, baciandolo, stringendomi di nuovo a lui, odorando a più non posso il suo profumo Gucci.

«Andiamo a cena fuori» si spostò dallo sportello per aprirmelo e farmi salire, ancora leggermente scioccata, ma mi chiarì tutto quando salì anche lui e mise in moto «Ho sentito mamma e Lauren parlare in soggiorno, questo pomeriggio» cominciò, fermandosi per far passare alcuni ragazzi, anche loro diretti alle loro macchine «Parlavano di noi» si accomodò sul sedile, mettendo immediatamente la mano sul ginocchio, accarezzandomi «Tua madre questa mattina ti ha fatto il cazziatone, vero?» sbuffò una risata, vedendomi spostare lo sguardo verso il mio finestrino «Questa situazione sta scomoda a tutti, a quanto pare» sospirò.

«Mi ha detto di non tornare questa sera» gli confidai.

«Lo so, lo ha ripetuto molte volte, mentre con la forchetta uccideva la fetta di torta» sghignazzò.

«Dovrò chiamare Karen» sospirai, accorgendomi che se non lo avessi fatto sarei rimasta a dormire in strada.

«Già l'ho fatto io, ha detto che non c'è problema» mi anticipò «Adesso non ci pensare, andiamo a cena, ci godiamo la serata e poi ti porto da Karen» si strinse nelle spalle, sminuendo il tutto.

Sospirai, continuando a guardare fuori, allungando però la mia mano sulla sua stringendogliela, avvertendo stesse facendo la stessa cosa con il mio ginocchio.

Non ci voleva anche quella litigata con mamma, non volevo assolutamente ritrovarmi in quella situazione anche perché ero riuscita a trovare una soluzione con Harry, ma ovviamente doveva presentarsi l'ennesimo problema, sicuramente scatenato da me e dalla mia "insolenza", come avrebbe detto lei durante i suoi attacchi di rabbia.

Con una semplice cena in un piccolo bistrot vicino casa di Karen, riuscì a distrarmi, abbastanza da dimenticarmi il litigio con mamma e tutte le cose annesse, solo quando arrivò il conto e insieme arrivò il momento di andarcene tornai alla realtà.

Passeggiammo un po', fra le strade affollate del centro di Londra, abbracciati il più possibile, tranne quando qualche ostacolo ci costringeva a prendere le distanze fra di noi, ma immediatamente tornava ad attrarci e a tornare uniti.

«Oggi ho parlato con Darren» annunciai, ormai con entrambe le braccia a lambirgli la vita, mentre lui mi circondava le spalle.

«Chi è Darren?» sorrise leggermente.

«Gioca nella squadra di basket ed è nel mio stesso corso di Sociologia»

«Mh...E che vi siete detti?» domandò schivo, divertendomi per il tono che aveva usato.

«Ci ha invitati al dopo partita al Pretty»

«Ahh, la semifinale» annuì ricordandoselo.

«Non mi sembri molto contento» allentai la presa, tornando a camminare più comodamente, ma più distaccata da lui, limitandomi a tenergli la mano.

«Mi sto chiedendo come mai questo Darren ci abbia invitati al dopo partita»

«Gli ho dovuto consegnare una cosa e già che c'era mi ha chiesto di andare» scrollai le spalle.

«Lo ha chiesto a te» insistette.

«Oh, ma dai, Harry! Non sapeva nemmeno chi fossi prima che glielo ricordassi, come faceva a sapere che sto con te?» gli strattonai la mano, non appena lo vidi sollevare le sopracciglia con fare infastidito «Sei geloso?» mi rabbuiai.

«Cosa gli hai consegnato?» fece finta di non ascoltarmi, dandomi conferma di ciò che credevo, ma non mi rese felice, mi mandò in completa ansia, perché non volevo proteggermi e spiegargli che non doveva preoccuparsi, perché a prescindere non doveva farlo!

«Xu mi ha dato una lettera da dargli. Xu, una ragazza, hai presente le ragazze?» lo presi in giro con una nota di fastidio, forse troppo marcata «Ha una cotta per Darren ed io non c'entro nulla in tutto ciò»

«E allora perché ti ha invitata?» insistette.

«Hai rotto il cazzo» conclusi, dividendomi totalmente da lui, tornando indietro verso il parcheggio dove c'era la macchina ad aspettarci.

Me lo sentivo dietro le spalle, ma non fiatò un attimo, nemmeno quando salimmo in auto.

Rimanemmo in silenzio finchè il palazzo di Karen ci si presentò davanti, fermandoci proprio sotto il portone rosso in contrasto con il palazzo bianco.

«Non ti chiederò scusa per aver accettato di andare al dopo partita con te e Xu, perché non ha senso, e non ti aspettare che rinunci all'invito a causa tua» dissi duramente, prima di scendere dalla macchina e suonare il campanello, salendo subito dopo le scale del palazzo arrivando da Karen in attesa davanti la porta aperta.

«Ehi» mi sorrise contenta, già in pigiama con una semplice magliettona a maniche lunghe con sopra un gatto con gli occhiali da sole «Mamma è impazzita?» si fece da parte, per lasciarmi passare ed entrare, chiudendo la porta.

«Ha bisogno di un uomo» decretai infine, gettando la borsa piena di libri a terra, affianco al divano in tessuto.

«No, con un uomo non farebbe altro che peggiorare» mi venne incontro, sorpassandomi per versare in un'altra tazza del tè caldo, che mi portò mentre sorseggiava il suo «Perché non è salito Harry?» si rannicchiò sul divano, mettendosi sull'angolo che il divano faceva, raggiungendola subito dopo.

«Non aveva voglia» risposi seccata, sorseggiando subito dopo il liquido caldo.

«Avete litigato?» stranamente non aveva quella solita nota di sarcasmo, sembrava proprio voler sapere se qualcosa non andava, era seria.

«E' geloso, senza alcun motivo» mi affrettai a dire.

«Come mai?» prese il telecomando, spegnendo la televisione, gettandolo poi lungo il suo lato del divano, tornando a guardarmi, stringendo fra le mani la tazza bollente.

«Un mio compagno di corso mi ha invitata ad un dopo partita, al che gli ho fatto presente che sono fidanzata ed Harry ha iniziato a chiedermi perché ci stavo parlando, perché di qua e perché di là!» mi sfogai.

«Beh, ma è un buon segno» fece spallucce.

«Io già lo so che lui mi ama, se fa così mi fa solo star male perché mi sento intrappolata e non libera di poter parlare con chi voglio e visto che non lo faccio spesso se mi capita di scambiare due chiacchiere con qualcuno sono contenta»

«Ho capito, ma il fatto che non ha conferme lo mette in crisi»

«Che ne sai te che non gli do conferme, che poi non è vero» rettificai velocemente.

«Ho sentito quando stavate litigando in bagno e ho fatto due più due e ho capito, considerando che non sei la migliore con i sentimenti» borbottò alla fine, nascondendo il viso nella tazza.

«Sorvolerò sul fatto che tu e Gemma avete origliato alla stragrande»

«Harry è sempre stato così: si offende se non ti confidi con lui, ma quando lo fai s'innervosisce perché non riceve notizie che lo compiacciono» si allungò verso il tavolino, per lasciarci sopra la tazza ormai vuota, mentre io ancora me la rigiravo tra le mani aspettando che raggiungesse una temperatura umana.

«Lo so» socchiusi gli occhi «Ma mi ha completamente distrutto l'entusiasmo! Per una volta volevo andare a vedere una partita di basket e addirittura partecipare ad una festa e invece mi ritrovo qui a lamentarmi perché è un deficiente» ripresi fiato.

«E tu vai lo stesso, anche senza di lui» si strinse nella maglia, avvicinandosi ancora di più le gambe al petto.

«E' quello che farò»

Si lasciò scappare un sorriso mentre mi guardava pensando non stessi facendo lo stesso con lei con la coda dell'occhio.

«Dovrai dividere il letto con me per questa sera, ma se vuoi rimanere ancora possiamo trasformare lo sgabuzzino nella tua stanza» alzò le spalle, con indifferenza, mentre io la fissavo leggermente stralunata.

«Uhm... Va bene» mormorai.

Mi stava implicitamente dicendo che se volevo potevo andare a vivere da lei? Addirittura spostando tutte le sue cose per darmi una stanza tutta mia?

Perché le cose fra me e lei miglioravano quando le cose fra me e mamma si complicavano? Era strano, ma anche stranamente piacevole, perché avevo sempre visto complicità fra Gemma ed Harry, anche essendo maschio e femmina erano sempre lì l'uno per l'altro, mentre io e Karen eravamo così divise che spesso la gente non credeva fossimo sorelle.

L'ultima volta che avevamo dormito nello stesso letto era in vacanza in Croazia, in un hotel decisamente poco elegante e con solo due letti matrimoniali, ed era stata un'esperienza a dir poco orribile per via dei suoi piedi sempre gelati e di me che continuamente le rubavo il lenzuolo ritrovandomi quasi sempre a terra ed improvvisamente visto che mi tirava i calci.

Però quando mi stesi e mi coprii con quelle coperte soffici che tanto le invidiavo, percepivo un'altra situazione: calma.


-Spazio a me-

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BaciXx

Cate

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