The Alpha King

By AlessiaS2000

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HO RIPUBBLICATO LA STORIA L'11 OTTOBRE 2023. MA LA VERSIONE È DEL 2020✨ PRIMO libro. RIENTRATO NELLE PRIME 60... More

Prologo: Katherine (✅)
Capitolo 1: L'evento inaspettato (✅)
Capitolo 2: Il Re Degli Alpha (✅)
Capitolo 3: La Villa (✅)
Capitolo 4: La verità (✅)
Capitolo 6: Pericolo (✅)
Capitolo 7: Gli ibridi (✅)
Capitolo 8: Il passato (✅)
Capitolo 9: La guarigione (✅)
Capitolo 10: Il secondo beta (✅)
Capitolo 11: Eloise (✅)
Capitolo 12: La sala del trono (✅)
Capitolo 13: La lettera (✅)
Capitolo 14: Dens (✅)
Capitolo 15: La corsa (✅)
Capitolo 16: La trasformazione (✅)
Capitolo 17: La biblioteca (✅)
Capitolo 18: Tradizioni (✅)
Capitolo 19: L'uscita (✅)
Capitolo 20: L'annuncio (✅)
Capitolo 21: La partenza
Capitolo 22: L'hotel
Capitolo 23: La storia
Capitolo 24: La nave
Capitolo 25: L'Antartide
Capitolo 26: I vampiri
Capitolo 27: Il ritorno
Capitolo 28: Cassandra
Capitolo 29: Halem
Capitolo 30: Il ciondolo
Capitolo 31: Il vecchio villaggio
Capitolo 32: Il cambiamento
Capitolo 33: Il tradimento
Epilogo: L'amore

Capitolo 5: L'attacco (✅)

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By AlessiaS2000

I suoi pensieri furono interrotti bruscamente dall'entrata di due donne che aprirono la porta molto lentamente ed entrarono nella stanza a passo felpato, proprio per cercare di non disturbare la ragazza visto che non sapevano se stesse dormendo. Katherine si mise seduta lentamente sul letto, puntando poi gli occhi sulle due figure. Sembravano abbastanza giovani, anche se ovviamente era difficile capire quanti anni avessero visto che i lupi potevano vivere per secoli e mantenersi sempre giovani.

La prima donna aveva i capelli neri mossi sulle punte, gli occhi azzurri e portava un abito davvero molto bello e stretto che le arrivava al ginocchio. Era bianco e stonava un po' col colore della sua pelle, ma non per questo non le stava bene. L'altra invece aveva i capelli corti e sempre scuri, mentre aveva gli occhi marroni e portava dei pantaloni molto eleganti neri e una camicia bianca. Katherine le guardò, non sapendo se salutarle o fare qualcosa. «Io sono Lisa e lei è Isabel, è un piacere conoscerti Luna» disse quella con il vestito, mentre entrambe facevano un inchino un po' troppo profondo.

La ragazza rimase sconvolta, tanto che ogni parte del corpo le si era bloccata. Era ovvio che la compagna di un Alpha venisse trattata in quel modo, ma non si sarebbe mai sentita a suo agio. Era più forte di lei; non voleva che quei lupi si inginocchiassero al suo cospetto, in fondo erano gli stessi che avevano contribuito al massacro del suo branco. Non sapeva quando ne avrebbe parlato con Sebastian, ma prima o poi l'avrebbe fatto, doveva. Prima di tutto voleva sapere perché aveva ucciso la sua famiglia, ma non era ancora pronta per sopportare altro dolore.

Le due donne nel frattempo avevano iniziato a poggiare sopra alle lenzuola tutto l'occorrente per prendere le sue misure. Quella con i pantaloni prese un metro e fece alzare Katherine. «Ti faremo rimanere in piedi per poco tempo, tranquilla» assicurò Isabel, mentre iniziava a misurare il giro vita e prendeva tutto quello che le serviva per fare un abito o anche dei semplici pantaloni. Era abbastanza contrariata, non voleva che le altre donne vedessero il suo corpo, ma non poteva e non voleva cominciare a fare i capricci.

Lasciò che facessero il loro lavoro e poi, dopo quasi dieci minuti, finalmente poté sedersi sul letto e stendersi. Non aveva sonno, però si sentiva comunque molto stanca e quindi aveva bisogno di rilassarsi. Quando le due scrissero le misure su un foglio, fecero un altro inchino e presero tutte le loro cose. «I vestiti saranno pronti tra pochi giorni, lavoriamo in fretta» dissero con un sorriso sulle labbra, poi lasciarono la stanza a passo leggero, tanto che neanche sentì che uscirono. Si mise meglio sul letto, per poi sbuffare e guardare il soffitto. Non aveva nulla da fare, ma non poteva neanche fare qualcosa.

Le ore non passarono affatto velocemente; rimase stesa su quel letto, anche quando le portarono un pranzo sostanzioso che mangiò da sola. Quando vide che fuori il cielo stava diventando sempre più scuro, sperava che almeno Sebastian rientrasse in camera. Era abituata a stare da sola ovviamente, ma quando l'aveva incontrato, era difficile staccarsi da lui, anche se lo odiava.

Si mise seduta sul letto, appoggiando la schiena sul cuscino morbido. Aveva ancora il suo maglione addosso; non vedeva l'ora di mettersi dei vestiti tutti suoi. Si alzò lentamente, camminando e avvicinandosi alla scrivania. Prese dei fogli tra le mani, leggendo le intestazioni: 'Branco del continente asiatico' e tanti altri. Erano tutti i branchi che il Re Alpha aveva sotto il suo comando.

Sebastian, oltre a essere l'Alpha dell'unico branco nel continente Europeo, lo era anche degli Alpha degli altri continenti. Ovviamente il branco non era tutto lì, ma alcuni lupi vivevano in paesi diversi in modo che potessero controllare il continente nel modo migliore possibile. Gli anziani del villaggio raccontavano spesso queste cose a delle assemblee cittadine, e lei non partecipava quasi mai, era Elisabeth a riferirle tutto. Appena sentì un rumore proveniente dalla porta, lasciò i fogli sulla scrivania e si sedette ai piedi del letto. Cercò di assumere un'espressione rilassata e, quando l'uomo entrò, la cambiò totalmente visto che lo vide con tanti vestiti da donna tra le mani.

Le sarte hanno già finito? Pensò quasi sbalordita, mentre Sebastian metteva i vestiti sopra il letto vicino a lei. Le mise una mano sulla guancia e la guardò per qualche secondo negli occhi. Katherine li abbassò e li indirizzò nei vestiti.

«Adam, il mio beta, ed Eloise, la sua compagna, sono andati a prenderti dei vestiti oggi, al nostro villaggio giù in città. Sono stati molto gentili, anche perché non gliel'avevo chiesto» sussurrò, mentre un sorriso dolce gli compariva sulle labbra e le carezzava la guancia. Katherine non disse niente e chiuse gli occhi.

Quella carezza era troppo, non poteva continuare a vivere così, senza dirgli la verità, senza farlo sentire un mostro, perché era quello che era. Gli prese la mano, staccandola dalla pelle del viso e tenendo sempre gli occhi chiusi. «Forse non ti ricordi o non vuoi ricordare» iniziò la giovane, mentre si mordeva il labbro inferiore e tentava di non lasciare che le lacrime la prendessero alla sprovvista.

«Ma tu hai ucciso tutto il mio branco, molti anni fa. E non cominciare a dire che non è vero o cose del genere» sibilò, aprendo gli occhi e guardandolo finalmente nei suoi. Sebastian si alzò di scatto dal letto, guardandola come se fosse impazzita. La ragazza lo osservò, aspettando che dicesse tutta la verità. «Mi ricorderei se avessi massacrato il tuo branco» affermò stringendo i pugni e passandosi entrambe le mani tra i capelli. Prese a respirare affannosamente, e nel frattempo la lupa si alzò lentamente, colpendogli il viso con uno schiaffo.

«Non osare prendermi in giro, non sono affatto stupida» ordinò, puntandogli il dito contro e aspettando una sua reazione. L'Alpha si toccò il punto colpito e strinse i denti. Ringhiò in modo spaventoso ma la giovane non si lasciò scoraggiare. «Credi davvero che avrei ucciso il tuo branco dopo aver sentito il tuo odore?! Credi davvero che dopo che avrei scoperto che in quel branco c'era la mia compagna lo avrei massacrato?! Eh?!» urlò, mentre la giovane deglutiva e sbarrava le palpebre.

Non ci aveva mai pensato; era sempre stata accecata dall'odio e dalla rabbia e non aveva mai pensato a questo. Lo guardò negli occhi rossi come il sangue e indietreggiò fino a sedersi sul materasso. Non sapeva cosa dire, si sentiva dannatamente stupida. «Se avessi incontrato il tuo branco, tu saresti con me da tempo» sibilò ancora una volta, ringhiando forte e stringendosi i capelli tra le dita. Katherine non disse niente per tutto il tempo. Guardò il pavimento e sentì le lacrime iniziare a bagnarle le guance. «Allora chi è stato?» domandò, mentre iniziava a singhiozzare.

Aveva odiato quell'uomo per tutti quegli anni per niente. Si colpì la fronte con una mano e tentò di calmarsi, anche se quella scoperta creò un vuoto dentro di lei che sarebbe stato molto difficile da risanare. Sebastian si inginocchiò davanti a lei, prendendole il viso tra le mani.

«Perché mi hai mentito sulla morte dei tuoi genitori? Sono il tuo compagno e, anche se pensavi che fossi stato io, potevo aiutarti. Non devi avere paura di confidarmi le cose» affermò, mentre lei si calmava e annuiva, asciugandosi subito le guance. «Prima o poi dovrai lasciarli andare, non puoi portarti un fardello così grande, non da così troppo tempo.» Le fece un piccolo sorriso e poi le diede un bacio sulla guancia. Si mise di nuovo in piedi e prese un lungo respiro, per poi dividere gli abiti da maglie e pantaloni.

Katherine guardava ogni suo movimento, abbastanza in colpa per avergli parlato in quel modo e per aver creduto che fosse stato lui, ma allora chi poteva essere? Aveva sempre saputo che Sebastian era stato l'unico a massacrare tanti branchi, quindi era l'unico a cui poteva attribuire la colpa. Abbassò la testa e poi, con disinvoltura, cominciò a guardare i vestiti poggiati sul letto. Non voleva mostrarsi debole ancora. Era stata forte per tanto tempo, e ora non poteva lasciarsi andare. Si era creata una sorta di muro e non poteva permettere che si crepasse.

Dentro di sé era troppo debole, lo sapeva; in fondo era rimasta quella bambina impaurita e spaesata che non sapeva bene come andare avanti a vivere e perché. Perché andare avanti se le persone che amavi erano state strappate da questo mondo? Perché vivere e soffrire? Scosse la testa e prese dei pantaloni che sembravano molto caldi e stretti e se li mise. Si tolse poi il maglione di Sebastian e se ne mise uno di azzurro della sua misura. L'Alpha prese i vestiti e li poggiò sopra una sedia. «Domani alcune ragazze li metteranno a posto» disse indicandoli, poi si sedette sul letto e le prese le mani.

«Se domani starai meglio ti farò conoscere il mio beta e la sua compagna. In più ti farò fare un giro della casa» soffiò felice, mentre la giovane annuiva e non accennava a nessun sorriso. I suoi pensieri erano offuscati da una figura che non aveva volto. Avrebbe trovato i responsabili della morte dei suoi genitori, a tutti i costi. Non poteva permettere che quella persona vagasse libera e indisturbata dopo tutto quello che aveva fatto.

Almeno il giorno dopo si sarebbe un po' distratta da tutti quei pensieri; lo sperava. Senza dire niente si alzò dal letto, avvicinandosi alla finestra e arrivando in tempo per ammirare il tramonto. Fece un sorriso e aprì la finestra, fregandosene del gelo che entrò nella stanza. Il colore del sole le illuminò il viso. Prese un lungo respiro, per poi abbassare la testa e notare che alcuni lupi si stavano aggirando per la foresta. Sicuramente erano lupi di Sebastian, anche se non sembravano essere molto amichevoli. «Sebastian...» sussurrò, capendo esattamente che quei lupi non erano del branco. Un ululato soffrente squarciò l'aria, tanto che l'Alpha si alzò quasi in contemporanea. Si avvicinò di scatto alla finestra e prese la ragazza per la vita, allontanandola subito. La mise sul letto.

«Sta qui, non uscire per nessun motivo» ordinò più serio che mai, poi uscì dalla stanza e corse fuori dalla grande Villa. Adam, il beta, stava ringhiando contro cinque lupi, mentre la sua compagna era stesa sul terreno con molteplici ferite. <<Adam, che diavolo è successo?>> domandò tramite il collegamento mentale, mentre si trasformava a sua volta nella forma di lupo. Quello grigio vicino a lui girò il muso verso l'Alpha. <<Io ed Eloise stavamo camminando quando questi lupi ci hanno attaccato. Ho mandato gli altri a controllare i confini>> spiegò velocemente, mentre un lupo lo attaccava e lui lo mordeva molto forte alla giugulare.

<<E non potevi chiamare qualcuno che ti aiutasse?! Perché vuoi sempre fare da solo?! Eh?! Dopo ti voglio nel mio ufficio!>> sibilò il capo, cominciando ad attaccare i lupi presenti e a metterli fuori gioco. Era molto arrabbiato con il suo beta, era di una testardaggine senza fine. Quando mise fuori gioco i lupi, notò che l'avevano ferito in vari punti, ma sapeva che sarebbe guarito in fretta. Adam si era precipitato dalla sua compagna e, dopo essersi trasformato in umano, la prese in braccio e si avviò velocemente da Magnus.

Sebastian si trasformò a sua volta, aspettando che gli altri lupi tornassero dalla loro ronda. Zoppicava, ma non si sarebbe di certo mostrato debole. Aspettò quasi venti minuti prima che una decina di lupi si fermassero davanti a lui e gli facessero un inchino.

«La prossima volta che lascerete un lupo da solo a combattere, sarete mandati in un altro paese, ci siamo capiti?» urlò più serio che mai, mentre tutto si ritrasformavano. Avevano la testa bassa, tranne uno che fece un passo in avanti. «Con tutto il rispetto mio re, è stato Adam a dirci che non aveva bisogno di noi...» Si pentì subito di quello che aveva detto, tanto che deglutì e indietreggiò. Sebastian lo stava guardando con gli occhi rossi.

«C'era la sua compagna riversa a terra e priva di sensi, che diavolo vi è preso? Siete impazziti? La prossima volta che non vi aiuterete a vicenda passerete dei giorni che vorreste dimenticare. E ora bruciate questi corpi, subito!» gridò, facendoli sobbalzare e poi tornò dentro alla villa.

Decise di andare dalla sua compagna per vedere se stava bene. Si vestì velocemente nella stanza che i lupi utilizzavano come spogliatoio ed entrò nella stanza, trovando la compagna nella stessa posizione di prima. Le si avvicinò, prendendole una mano. «Riesci a camminare?» le domandò dolcemente, mentre lei si alzava e iniziava a camminare. Guardava l'Alpha non capendo perché fosse così nervoso. Non capiva nemmeno perché la stesse portando fuori dalla stanza. «Dove stiamo andando?» Chiese flebilmente, non sentendo una riposta provenire dall'uomo. Rimase zitta, fino a che non si fermarono davanti a una porta con una targhetta che diceva: Adam Demmel & Eloise Macrow.

Sebastian bussò e assunse un'espressione furiosa, tanto che appena Adam aprì la porta lo prese per il colletto. «Sei il mio beta, devi sottostare ai mie ordini chiaro?!» urlò, mentre il povero ragazzo dai capelli marroni e gli occhi tanto scuri da sembrare neri, abbassò la testa e annuì. «Siamo un branco! Se non vuoi farti aiutare allora vivi da Omega!» Gridò, mentre gli lasciava il colletto e lo guardava con gli occhi rossi. Dopo vari secondi si calmò, sistemandosi la camicia che aveva. Adam sembrava un cane bastonato.

«Domani ti voglio nel mio ufficio» sibilò più serio che mai, anche se poi gli mise una mano sulla spalla. «Come sta Eloise?» chiese molto preoccupato, mentre l'altro alzava lo sguardo. «Il dottore ha detto che deve stare a riposo un po' di giorni, anche se stare all'aperto le farebbe altrettanto bene. Non credo vorrà ancora uscire, non sono riuscita proteggerla e questo non me lo perdonerò mai» soffiò con voce distrutta, tentando di non lasciarsi andare in un pianto liberatorio.

Katherine stava guardando la scena sbalordita e scioccata; suo padre non aveva mai messo le mani addosso ai suoi beta. I beta erano il braccio destro dell'Alpha e prendevano il comando quando quest'ultimo dovevano partire per dei viaggi. Non sapeva bene come comportarsi, anche perché non aveva capito la situazione e quello che era successo. «Si riprenderà. Non è stata colpa tua. Alcuni lupi stanno facendo delle ricerche, non è possibile che esistano dei lupi qui oltre a noi» sibilò più arrabbiato che mai, mettendosi la mano tra i capelli e ringhiando.

«Siamo solo stati presi alla sprovvista, cosa che non capiterà più» affermò. Sembrava molto sicuro delle sue parole, forse troppo, ma in fondo doveva cercare un modo per consolarlo. Katherine non capiva perché l'avesse portata lì, non avevo un senso logico visto che non poteva aiutare nessuno. Magnus in quell'esatto momento uscì, mentre compilava una cartella clinica.

«Si riprenderà, ha solo ricevuto ferite superficiali e ora ha ripreso i sensi. Se vuoi puoi tornare da lei, ma non stancarla troppo.»

Adam corse dentro alla stanza, chiudendo poi la porta.

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