In Media(s) Res [Completa]

By blackcarson

7.5K 933 983

Prima che rapissero sua sorella, Valeria aveva investito tutto nel suo sogno: diventare un'attrice. Adesso, p... More

Ancora una volta, la premessa
Prologo
1. Sipario
2. Physique du rôle
3.
4.
5. Atto primo
6.
8.
9. Backstage
10.
11. Chiamata di scena
12.
13. Sticomitia
14.
15. Assolo
16.
17. Intreccio
18.
19. Buio
20.
21. Variazione sul tema
22. Luce
23. La quarta parete
Epilogo
Ringraziamenti
La lista Wattys - Grazie per il vostro supporto

7. (s)Comparsa

227 31 38
By blackcarson

L'aria del mattino era già rovente, fuori non ci si riusciva a stare ma bisognava starci.

Era così stanca di credere che fosse inutile cercare Anna che confusamente iniziava a sperare che servisse a qualcosa.

La testa le girava, i pensieri si accavallavano l'uno sull'altro come le voci degli ospiti di un talk show.

Naturalmente non aveva dormito.

Vide una delle squadre di ricerca venire verso di lei «Nella scuola non c'è.»

Ai suoi occhi risultavano tutti appannati e si muovevano in maniera strana, come se ballassero...

«Vale?» una mano si posò sulla sua spalla. Si girò e mise a fuoco un volto preoccupato. Chiara.

«Vai a casa. Tanto ci vuole qualcuno che aspetti notizie.»

«Davvero, Vale, i tuoi li avvertiamo noi. Va', che sei stanca.»

Valeria non rispose. Roteò gli occhi e si vide vorticare attorno quegli sguardi di pietà. Annegata nella preoccupazione degli altri, proprio così.

Loro non sapevano dove fosse Anna, erano ancora nel panico e l'ansia tiene svegli. Lei non più, era già in un'altra fase...

Era stanca, così stanca. E mentre si afflosciava su sé stessa pensava solo a quello: alla fase. In che fase era il suo cervello?

Fase di elaborazione... come in un lutto...










«"Il paradiso della brugola", il più grande store di articoli di ferramenta in Italia!» strillò una voce nell'orecchio di Valeria, trapassandole dolorosamente la testa.

Per la sorpresa la ragazza cadde dal divano. Si tirò su col cuore che le batteva a mille, prima di incontrare lo sguardo colorato della televisione, dove un tizio mostrava orgoglioso scaffali di trapani.

Aveva premuto il telecomando nel sonno.

Lo slogan urlato che l'aveva svegliata rimbalzava ancora dentro di lei, assieme a lampi di luce e a qualche residuo di adrenalina.

Si mosse alla cieca per prendere il telecomando e spegnere quell'aggeggio infernale.

«Ed eccoci tornati a "Piazza Italia"!» Valeria si girò di scatto verso la TV. Eccola.

Beatrice Volpi. Che le assomigliava, davvero: i capelli erano dello stesso biondo grano, gli occhi erano di un identico verde, più tendente al grigio che all'azzurro. Il labbro inferiore, poi, pieno e lungo, che impallidiva e si stiracchiava ogni volta che Beatrice sorrideva, ogni volta che Valeria sorrideva, era un inconfondibile segno di somiglianza.

Ma quella non era lei, non in un milione di anni.

«Riprendiamo ad ascoltare la storia della signora Simona Maggiola, che si è vista sottrarre i figli dal marito...»

«Per un cavillo!» disse la signora in questione, che stava seduta su una sedia in mezzo allo studio «Un errore giudiziario!»

«Ah, no!» sbottò un uomo che doveva essere il suo ex marito, parlandole sopra «Ah no! Sei stata tu a firmare il foglio, nessuno ti ha costretto. Non è colpa mia se non hai scelto un avvocato migliore...»

«Questo è un bel modo per ingannare la gente, vero? Le scritte piccole, le clausole microscopiche...»

«Non era una scritta piccola» la interruppe l'uomo, che pareva esasperato e non si capiva se stava parlando con sua moglie, con la presentatrice o con il pubblico «Erano fogli! Fogli!»

In quel momento il cellulare di Valeria squillò.

«Enzo.» disse semplicemente lei nel rispondere, gli occhi fissi sulla sua sosia bionda al di là del vetro.

«Stai guardando la TV?»

«Se ti riferisci al programma di quella brutta...»

«E stai pensando a quello che penso io?»

Valeria non colse e rimase in silenzio, cercando di capire di cosa stesse parlando Enzo, per poi dire, spazientita: «Non sono in vena. Vai al dunque.»

«Lo share, Vale, lo share potrebbe essere il motivo!»

Valeria continuò a fissare la televisione. Era troppo rintronata per connettere.

«Non ti seguo.»

«Beatrice Volpi conduce un programma di attualità...»

«Sì, uno di quei polpettoni da soap opera.» convenne Valeria, guardando la signora Simona che, accesa in volto, gridava contro il marito in un attacco di controllato isterismo.

«Ma il polpettone diventa improvvisamente molto più interessante quando succede davvero qualcosa.»

Valeria si sforzò di fare un collegamento tra sua sorella e quello che stava dicendo Enzo, però pensare le pesava. Cercò di rammendare un paio di ragionamenti, ma i concetti erano distanti anni luce gli uni dagli altri.

«Enzo, di che parli?» disse, arrendendosi.

«Vale, ma sei sveglia? Di tua sorella!» Enzo dovette interpretare il silenzio che seguì come un'espressione di scetticismo, perché iniziò a parlare col tono con cui si spiegano cose ovvie ad un bambino «Che ore sono?»

Valeria allontanò il cellulare e guardò il display «Le sette e mezza.» era stanca di sentire le frasi sconclusionate di Enzo, pensava piuttosto al fatto che aveva dormito più di quanto credesse.

«Bene. Questo significa che siamo in prima serata. Ora, in questo preciso istante "Piazza Italia" sta registrando uno share del 15%. Non molto, in realtà.» sentiva le dita di Enzo picchiettare su una tastiera «Ma quando succede qualcosa di notevole - tipo la scomparsa di una bambina - gli ascolti raddoppiano, a volte triplicano!»

«Aspetta, vuoi dire che...»

«Che l'unico movente che mi viene in mente al momento è l'indice di ascolti.»

«É una scemenza! Chi rapirebbe una bambina per... Questo?»

«Oh, c'è anche chi lo fa per motivi peggiori. Se così si può dire. In ogni caso, pensaci un attimo: il rapitore ti ha detto che "avresti dovuto presentare", testuali parole, me l'hai detto tu ieri.»

Valeria a quelle parole riacquistò la lucidità «E dunque si riferiva al programma di Beatrice, ma perché...?» si bloccò «Ma no, te l'ho spiegato ieri notte: il Muto ha detto...»

«Credi sul serio di poter prendere per vero tutto quello che dice?» la interruppe Enzo, ironico «La Volpi vuole tua sorella morta, proprio tua sorella nello specifico? Ma andiamo! Perché dovrebbe?»

Valeria ci pensò un po' su, poi scoppiò in una risata al limite dell'isteria.

«Vale?» fece Enzo, esitante.

«Perché quello che dici tu è sensato, vero! Oh, sì, magari sono stati i Templari! E sai che ti dico, Enzo?» prese fiato e riuscì quasi a tornare normale «Sai che ti dico? È così folle che magari hai ragione!» Valeria girellò per la stanza, barcollando «Perché, sennò... Perché uccidere bambini a caso, così? No! Non vogliono ucciderli a tutti i costi, vogliono lo share!»

Dal silenzio che seguì, Valeria capì che Enzo non riusciva a decidere se lei fosse davvero convinta di quello che diceva o se invece lo stesse prendendo in giro. A dire la verità non lo sapeva nemmeno lei.

Alla fine, Enzo sembrò propendere per la prima ipotesi «Appunto, quindi...»

«Però c'è il fatto di Matteo.» replicò Valeria, ormai del tutto seria.

«Sveglia, Valeria! Il tuo nuovo amico del cuore potrebbe aver bluffato, e non c'è modo di verificarlo!» i tasti del computer di Enzo ticchettavano veloci «Ecco: da due anni a questa parte, Piazza Italia ha fatto tonnellate di servizi su tre casi in particolare.» ci fu una pausa, Valeria era sicura che Enzo stesse scorrendo le pagine con il viso quasi attaccato al monitor, come faceva sempre lui «E senti qui, uno è quello di Anita Meis.»

«La bambina che tutti pensavano fosse morta?»

«Proprio lei. E lo sai, lei è tornata viva.»

«Gli altri due?»

«Gli altri due cosa?»

«Gli altri due casi! Chi sono i bambini?»

«Mirco Damonte e Gloria Armaiola.» disse Enzo, con una certa riluttanza.

Valeria strinse i denti per impedirsi di urlare e tirare un calcio al tavolo e prendere a botte il televisore finché non fosse diventato una poltiglia di plastica e chip.

«Sono morti.» si costrinse a dire a fatica «Se il Muto avesse bluffato e tu avessi ragione...allora uccideranno Anna.» concluse con voce sorda.

«No, no. Aspetta un attimo. Questi qui uccidono per inventare una notizia. Per pilotarla. La costruiscono in base a quello che la gente vuole! Se è così, conta che Anita Meis è stata rilasciata: se lo riterranno conveniente libereranno anche Anna.»

Valeria tacque per un attimo, soppesando le parole di Enzo e scoprendo che d'un tratto si sentiva meglio «Allora dobbiamo capire cosa li convincerebbe a farlo.» disse risoluta. Il fatto di non sentirsi più così impotente le aveva dato un sollievo così improvviso da farla sentire ubriaca «Ci documentiamo su questa Anita, poi mi presenti un po' di gente...»

«Calma, calma, ti ho detto che questa è l'unica cosa che mi viene in mente, ma resta un'ipotesi! Andrò agli studios a sondare l'ambiente e a raccogliere tutto quello che trovo sulla Meis.»

«Vengo con te.»

«Ma non serve!»

«Ho bisogno di fare qualcosa, lo capisci?» Valeria iniziò a passeggiare avanti e indietro «Fammi entrare negli studi. So che puoi farlo. Se non funziona, vorrà dire che aveva ragione il Muto, e allora me ne andrò.»

«Beh» iniziò Enzo, titubante «di solito in questi casi fanno andare in TV i familiari delle vittime per gli appelli, le interviste...»

«Perfetto, allora portami là dentro, Enzo.» lo tagliò con decisione la ragazza.

Sapeva che il suo amico stava vagliando tutte le possibili alternative, senza trovarne una valida. Non ce n'erano, quando si trattava di lei.

Un sospiro evaporò, attraversò l'etere e si condensò nel telefono di Valeria.

«D'accordo.»

Continue Reading

You'll Also Like

135K 3.3K 18
Anastasia è una ragazza di Londra. Vive sola da due anni, quando si è lasciata con il suo ragazzo. Nella vita della 22enne tutto va al meglio, fino a...
2.1K 300 21
Matteo è un ragazzo di soli diciott'anni che, dopo aver condotto una vita malsana e caratterizzata da alcol e droghe, decide di cambiare e di cercars...
49.8K 4.1K 26
Una villa abbandonata, una cittadina con segreti, più di un killer a piede libero e un continuo flusso di nuovi cadaveri morti in circostanze sospett...
1.3K 228 17
In Corea del Sud esisteva una leggenda che narrava la vera storia dell'ospedale psichiatrico Gonjiam, a Gwangju. Si raccontava che in quell'ospedale...