The Alpha King

Od AlessiaS2000

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HO RIPUBBLICATO LA STORIA L'11 OTTOBRE 2023. MA LA VERSIONE È DEL 2020✨ PRIMO libro. RIENTRATO NELLE PRIME 60... Více

Prologo: Katherine (✅)
Capitolo 1: L'evento inaspettato (✅)
Capitolo 2: Il Re Degli Alpha (✅)
Capitolo 4: La verità (✅)
Capitolo 5: L'attacco (✅)
Capitolo 6: Pericolo (✅)
Capitolo 7: Gli ibridi (✅)
Capitolo 8: Il passato (✅)
Capitolo 9: La guarigione (✅)
Capitolo 10: Il secondo beta (✅)
Capitolo 11: Eloise (✅)
Capitolo 12: La sala del trono (✅)
Capitolo 13: La lettera (✅)
Capitolo 14: Dens (✅)
Capitolo 15: La corsa (✅)
Capitolo 16: La trasformazione (✅)
Capitolo 17: La biblioteca (✅)
Capitolo 18: Tradizioni (✅)
Capitolo 19: L'uscita (✅)
Capitolo 20: L'annuncio (✅)
Capitolo 21: La partenza
Capitolo 22: L'hotel
Capitolo 23: La storia
Capitolo 24: La nave
Capitolo 25: L'Antartide
Capitolo 26: I vampiri
Capitolo 27: Il ritorno
Capitolo 28: Cassandra
Capitolo 29: Halem
Capitolo 30: Il ciondolo
Capitolo 31: Il vecchio villaggio
Capitolo 32: Il cambiamento
Capitolo 33: Il tradimento
Epilogo: L'amore

Capitolo 3: La Villa (✅)

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Od AlessiaS2000

Restò paralizzata sul posto, trattenendo il fiato e accorgendosi solo in quel momento della vicinanza tra i loro corpi. Il tono di voce che usò la mandò letteralmente in estasi, tanto che sperava che ci fosse un qualcosa che potesse sorreggerla dietro di lei visto che le gambe le tremavano. Sperava si allontanasse al più presto, non avrebbe resistito anche a lungo in quella posizione. Con tutto il coraggio che aveva poggiò le mani sul suo petto nudo. In quel preciso momento sentì meglio il suo profumo. Era qualcosa di paradisiaco, una fragranza che le aveva inebriato tutti i sensi. Come poteva reagire in quel modo sapendo che aveva ucciso i suoi genitori? Il legame dei lupi era così forte da annebbiare tutto il resto.

Il compagno diveniva il centro del tuo universo, una calamita da cui era impossibile staccarsi. Ti attraeva, non potevi farci niente, anche perché non volevi che quel sentimento mutasse. Katherine sentì il petto marmoreo e caldo dell'Alpha davanti a lei. Il cuore iniziò a batterle forte, troppo forte. «Sei la prima lupa che incontro, sai?» domandò staccandosi leggermente dal suo corpo e guardandola dall'alto della sua statura. La lupa era molto più bassa, ma non si fece di certo scoraggiare. Ovvio che sono la prima che incontri visto che li hai uccisi tutti, pensò, senza però dire niente visto che la saliva sembrava essersi seccata. Le parole quindi non uscirono.

Rimase ferma immobile, a fissarlo in tutta la sua bellezza. L'Alpha prese la sua mano, per poi tirarla con delicatezza, in modo che camminasse con lui. Non poteva andarsene così, senza salutare Elisabeth, se almeno era ancora lì. Si fermò di colpo, facendo girare il lupo. La guardò interrogativo e finalmente Katherine trovò la forza per far finalmente uscire la voce.

Sembrava facesse fatica e forse era così. Prese un respiro. «Devo salutare una persona» sussurrò con un tono di voce molto basso e pacato, osservando il volto dell'uomo. Quest'ultimo sembrò pensarci un attimo, ma poi le lasciò la mano, acconsentendo che andasse a salutare l'anziana che era nascosta in un angolo. Katherine corse da lei, come se fosse un varco che portasse in un altro mondo, un universo in cui i suoi genitori erano ancora vivi. Buttò le braccia al collo all'anziana, cercando di non farle male e stringendola a sé. «Lo sapevo sai bambina? Il destino aveva messo in serbo per te qualcosa di straordinario» disse l'anziana, mentre metteva le braccia intorno al busto della sua figlioccia che iniziò a singhiozzare.

«Come fai a dire che è qualcosa di straordinario? Quell'uomo ha ucciso la mia famiglia e tutto il mio branco!» gridò continuando a piangere, mentre il suo corpo veniva scosso da dei tremolii. L'anziana le carezzò i capelli, sapendo che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui l'avrebbe vista. Le prese il viso tra le mani rugose, guardandolo un'ultima volta e avvicinando le labbra alla fronte della giovane. «La Dea Luna hai detto che non sbaglia mai, non ha sbagliato nemmeno stavolta» affermò, mentre le sue labbra si increspavano in un sorriso dolce.

Katherine continuò a piangere, mentre Elisabeth tentava in tutti modi di fermare il loro percorso. «Non voglio andare con lui... voglio rimanere qui» disse disperata, mentre l'anziana vedeva che il lupo si stava avvicinando a passo lento. «Basta piangere. Sei forte, non lasciare che le emozioni di dominino. Sei stata la figlia che non ho mai avuto e per questo non ti ringrazierò mai abbastanza. Ti voglio bene» soffiò, baciandole di nuovo la fronte e accorgendosi che l'Alpha si stava avvicinando sempre più velocemente. Elisabeth si allontanò di un passo, alzando una mano in segno di saluto e agitando anche il suo bastone. Questo non era un arrivederci, ma un addio e la lupa lo sapeva molto bene.

Alzò anche lei la mano in segno di saluto, accennando ad un lieve sorriso; non voleva che la ricordasse a pezzi, anche se lo era stata fino a pochi secondi prima. Il profumo del suo compagno la fece girare di scatto. Si asciugò velocemente le lacrime, mentre lui la guardava con la fronte aggrottata. La giovane lo superò, dirigendosi verso gli altri lupi che stavano sicuramente aspettando il loro Alpha. Si mise dietro tutti quanti, mentre delle grida attiravano la sua attenzione. Erano di una ragazza che voleva scappare a tutti i costi. Evidentemente non sapeva che il suo compagno l'avrebbe trovata ovunque. La lupa aveva molto freddo, anche perché i vestiti che aveva addosso erano ancora parecchio bagnati. Si sarebbe sicuramente ammalata e non poteva permetterlo. Il suo compagno la raggiunse, leggermente alterato, facendo segno al branco di partire.

«Stai tremando» constatò, poggiando una mano sul giubbotto che trovò fradicio. La guardò in modo strano e sicuramente si stava chiedendo perché provasse freddo visto che i lupi non ne provavano, o almeno leggermente. «Fammi quella domanda» sibilò abbastanza irritata, non togliendogli però la mano. L'uomo non rispose, prendendola tra le braccia e iniziando a correre verso la sua casa. La giovane lo guardò sorpresa e imbarazzata allo stesso tempo. Il calore che emanava il corpo del giovane la stava riscaldando, tanto che le fece chiudere gli occhi e rilassare all'istante. Non si era mai sentita così bene in tutta la sua vita. Alzò la testa vero l'alto guardando la luna. Se non hai sbagliato, dammi un segno, pensò, mentre la corsa del lupo si interrompeva.

Non aveva nemmeno il fiatone. Aveva corso molto velocemente, e Katherine non riusciva a credere a come riuscisse a non respirare affannosamente. La mise a terra dolcemente, tenendole una mano sulla schiena. Katherine si sentì pervasa da milioni di brividi anche se era coperta dal cappotto. «Andiamo dentro» sussurrò, spingendola delicatamente e avviandosi lungo una via sassosa su cui non era molto difficile camminare. Stavano procedendo lentamente, mentre dietro di loro la foresta divorava la notte. Dietro ad alcuni alberi si mostrò la casa dell'Alpha. Più che casa era un palazzo composto da molte stanze, ospitante sicuramente tutti i membri del branco.

Era un complesso molto grande, con finestre molto ampie e muri che richiamavano il colore del pelo dell'Alpha. Nemmeno la casa dei suoi genitori era così mastodontica, anche perché il branco viveva in case separata e non tutto nella stessa abitazione. Sicuramente dentro di essa avrebbe trovato tutti i comfort che non aveva mai avuto nel corso della sua vita. «Ti piace?» domandò, mentre lo sguardo del compagno finiva sul viso della ragazza. Quest'ultima non disse niente, stava solo pensando che avrebbe dormito su un vero letto e non su un divano che le spezzava la schiena ogni volta.

L'Alpha la osservò ancora per un po', abbastanza dispiaciuto che non gli rivolgesse la parola, poi però la condusse alla volta della porta che aprì velocemente. La casa era molto fredda, in fondo era normale, sprecare il riscaldamento non aveva senso. «Quando arriviamo in camera accenderò subito il termosifone» affermò serio, mentre notava che alcuni lupi stavano avendo difficoltà con alcune compagne appena trovate. «Fortuna che sono umane, non voglio immaginare se fossero state come noi» borbottò tra sé e sé, scuotendo il capo e rivolgendosi a Katherine. La ragazza lo stava guardando quasi schifata, ma quando il mare dei suoi occhi inondò quelli di lei, cambiò radicalmente espressione. Il cuore iniziò a batterle forte, tanto che iniziò perfino a provare calore. «Vieni» soffiò poi, indicandole la strada per raggiungere la camera da letto.

Anche se non voleva seguirlo, le sue gambe si muovevano da sole, come dotate di vita propria. Non poteva combattere contro il legame, sarebbe stata una guerra persa sin dall'inizio, prima ancora di iniziare. Percorsero un corridoio coperto da un lungo tappeto blu, mentre le pareti erano tendenti al bianco. Appesi c'erano molti quadri, raffiguranti dei lupi molto belli. Il luogo non era molto illuminato e questo dava un'aria molto misteriosa al passaggio. Katherine si strinse nelle spalle, intimorita anche da tutte le porte che vedeva ai lati. Dopo un tempo che sembrò infinitamente lungo, si fermarono davanti a una di queste che non sembrava avere nulla di diverso dalle altre.

Su di essa era fissata una targhetta d'oro con su scritto il nome del suo compagno: Sebastian Carter. Quel nome gli si addiceva molto, anche se quei pensieri erano offuscati dall'ombra dell'odio che provava. Non si poteva essere legati a qualcosa che si odiava. L'Alpha poggiò la mano sulla maniglia, laccata sempre in oro, e aprì la porta, rivelando una stanza semplice. Credeva di trovare una camera ricoperta da teste di animali o altre cose spaventose, invece c'era un semplice letto, due comodini in legno, un armadio e una scrivania molto grande su cui erano sparse molte scartoffie. Quella visione le fece tornare alla mente quando il padre lavorava nel suo ufficio ed era sempre immerso da molti fogli che sembravano essere molto lunghi e noiosi da leggere.

Katherine entrò lentamente, sentendo il profumo di Sebastian entrarle in ogni poro della pelle. Socchiuse gli occhi e vide che l'uomo andò subito ad accendere il termosifone che era vicino a un'altra porta, sicuramente quella del bagno. Si tolse lentamente il giubbotto, cercando un appendiabiti dove metterlo. Lo tenne stretto tra le braccia, ricordandosi della foto che teneva dentro. Lo strinse con maggiore forza, mentre il lupo si sedeva sul letto e si passava una mano davanti al viso. Sembrava stanco e, ora che lo vedeva più da vicino e al chiaro della luce del grande lampadario sopra le loro teste, notò che aveva un tatuaggio sul collo. Non era grande, anzi, molto piccolo. Ogni Alpha lo aveva, era un segno per contraddistinguerli, anche se si riconoscevano lo stesso.

Si avvicinò a lui, il tanto che bastò per capire che tipo di illustrazione fosse. Era un lupo che guardava la luna, la ammirava. Era un disegno molto bello e significativo. Il tatuaggio di suo padre raffigurava invece solo una luna, molto grande, che gli ricopriva la schiena. Ogni volta che la vedeva la accarezzava, come se quella reale potesse sentire quel gesto di affetto. Scosse la testa, non accortasi che Sebastian le aveva preso il cappotto tra le mani e di conseguenza la cornice cadde sul pavimento.

La ragazza sgranò gli occhi, inginocchiandosi subito e cercando di raccogliere i pezzi di vetro, com'era successo quello stesso pomeriggio con la finestra. «Faccio io» disse dolcemente, inginocchiandosi a sua volta e prendendo tra le mani la foto raffigurante i genitori della compagna. Quest'ultima gliela strappò di mano con violenza, guardandolo male per la prima volta. Non doveva osare toccare quella foto, era sacra per lei. Sebastian rimase interdetto da quel gesto; sbuffò e ringhiò. «Perché ti comporti così? Non ti farei mai del male» affermò serio, guardandola dal basso.

Non si aspettava che la sua compagna fosse così fredda, anzi, auspicava che si sarebbe buttata tra le sue braccia, come ogni compagna d'altronde. Katherine non ripose, stringendo la foto tra le dita e voltando la testa di lato. Andò a sedersi sul letto, non credendo alla sua morbidezza. Se avesse dormito su quel letto per tutta la vita, non sarebbe stata una brutta permanenza. Mise la foto sul comodino e si stese sul materasso, cominciando a chiudere gli occhi e a sentire la stanchezza farsi sempre più pesante.

Lasciò che le palpebre si chiudessero e si abbandonò, cullata da quella morbidezza che aveva sempre sognato. Sebastian finì di raccogliere i pezzi di vetro e di cornice, poi si accorse che la compagna si era addormentata. Non sembrava stare molto bene, era troppo magra e anche debole. In più non sentiva la sua lupa, cosa veramente strana e preoccupante. Notando che aveva ancora i vestiti bagnati, decise di cercare di raccattargliene qualcuno. Uscì dalla stanza, trovando una donna dai capelli a caschetto in corridoio che teneva in braccio un bambino che aveva sui tre anni. «Marylin? Posso disturbarti un momento?» Chiese, mentre la donna si girava di scatto e annuiva, avvicinandosi repentinamente al suo capo con ancora il bimbo tra le braccia.

Sebastian gli sorrise, facendogli un buffetto sul naso e rivolgendosi poi alla donna. «Avresti una camicia da notte o un pigiama per la mia compagna? Domani te li restituirò visto che chiamerò alcune sarte che prendano le sue misure» continuò, mentre la lupa annuiva con molta enfasi e si dirigeva nella sua stanza. L'Alpha aspettò quasi cinque minuti prima che la rivedesse sbucare dalla stanza e avere tra le braccia un pigiama che sembrava essere molto comodo e caldo. «Grazie Marylin, ti devo un favore» sussurrò l'uomo, per poi farle un sorriso e congedarla. Entrò nella stanza, ma, prima di iniziare a spogliarla e metterle il pigiama, decise che fosse meglio che il medico del branco la visitasse.

Come a farlo apposta, l'interessato passò davanti alla porta con la sua solita valigetta. Sebastian lo raggiunse subito, chiamandolo con tono di voce basso. «Magnus, potresti vistare la mia compagna? Non credo stia bene, ma vorrei un parere medico» soffiò a voce molto bassa, per non svegliare la ragazza che stava ancora dormendo. Il ragazzo dai capelli neri e gli occhi verdi annuì, anche se era abbastanza stanco visto che lo chiamavano da tutte le parti da quella mattina.

Prima che l'Alpha iniziasse a spogliare la compagna chiese al medico di girarsi. Le tolse i pantaloni, mentre le ammirava le gambe lunghe e magre. Procedette col maglione, accorgendosi che fosse senza reggiseno. Per fortuna aveva detto a Magnus di girarsi. La guardò, accarezzandole lentamente un fianco e coprendole il seno con il maglione. «Ok Magnus, procedi» affermò, lasciando che il medico la visitasse.

Il controllo durò quasi quindici minuti, al termine del quale il dottore sussurrò:

«È malnutrita e anche abbastanza disidratata. Il suo lupo sembra non reagire ai miei stimoli, è come se fosse umana. Ha bisogno subito di una flebo che possa aiutarla a recuperare la forma ideale.»

Sebastian si passò una mano sul viso, guardando preoccupata la ragazza. «Allora procedi» continuò, prendendo la mano alla giovane e aspettando che il medico le mettesse la flebo. Era davvero distrutto vedendola così. Appena le mise la flebo aprì gli occhi di scatto, iniziando ad agitarsi. «Calmati, va tutto bene, è solo per farti stare meglio» commentò Sebastian, indicandole la flebo e accarezzandole lentamente una guancia. Sembrò calmarsi, anche se mugugnò dal dolore.

«Deve stare ferma, il dolore diminuirà se non si muove. Tra pochi giorni si riprenderà del tutto, ora si riposi» commentò il medico, mentre faceva appoggiare la testa sul cuscino e tentava di farla rilassare. «Chi mi ha spogliato?! Ridatemi i miei vestiti!» urlò disperata, mentre la tenevano ferma e tentavano di farla calmare. Sebastian lasciò che Magnus se ne andasse, mentre la ragazza continuava a urlare e scalciare. L'Alpha non voleva usare toni duri, ma in quel momento dovette. Cambiò il colore dei suoi occhi e si servì del tono che usava quando si rivolgeva ai suoi lupi. «Calmati» sibilò, stringendo i denti e facendola tremare. Non voleva spaventarla, ma come poteva fare? Se avesse continuato avrebbe provato sempre più dolore. La ragazza non parlò più, deglutendo molto rumorosamente.

«Non ti faccio nulla. Ti ho preso un pigiama ok? Ora ti aiuto a metterlo».



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Ehi ragazzi!

Se vedete commenti che non si riferiscono alla storia è perché sono della vecchia versione e non mi va di cancellarli.

Grazie per leggere ancora una volta questa storia❤️

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