Rose Nere [PRESTO IN CARTACE...

By DeboraDebo6

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ESTRATTO "Emma...perdonami, so che puoi capirmi. Uno come me ....presto otterrò il titolo di conte, io non... More

La morte del lupo
Il viaggio
Capitolo extra
Gaeta
L'incontro
"Siamo"a casa
La sfida più grande
Tilla
Non lasciarmi
Desideri
Tutte le mie notti.
Doni e doveri
Non sarà mai tuo.
Tutta la verità
R.R.
Incubi
Il ballo e la rossa.
Notte "im"perfetta.
In cella
L' uomo delle mele
In trappola.
La promessa mantenuta
Emma, preziosa ospite
Una cena indigesta.
La scommessa
Sei mia
Non chiedere mai.
( Non ) fidarsi
Sospetti.
Inaspettate gelosie
Troppo tardi
La lizza
Sposami
La Stella
Futura Contessa...?
L' inizio della fine.
Nessuna pietà.
Un soffio di vita
Risvegli
Nuovi inizi, sete di vendetta.
La prova.
Riuniti
Alleanze
CAPITOLO EXTRA

Vik

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By DeboraDebo6

19 dicembre

Il giorno dopo i due futuri sposi riappacificati, andarono un po' in giro per le varie botteghe della piazza di Gaeta ed Emma trascorse piacevolmente qualche ora tenendo il braccio del suo futuro marito ,era serena e appagata e chinava il capo in segno di saluto a chi incrociavano in modo educato e con un leggero e appena accennato sorriso come si conveniva ad una nobil donna e come le aveva raccomandato Raniero prima di uscire dalla tenuta.
Di sottecchi, con la bocca di sbieco rivolta al suo compagno bisbigliò qualcosa che fece alzare gli occhi al cielo al Conte." Ma devo sempre sorridere come se avessi una paralisi ?" Infatti quel sorriso non accennava a scomparire dal suo viso, finchè si tramutò in una risata sonora appena terminò di parlare e che fece in modo di far sorridere di gusto anche Raniero.

"Il sorriso mia cara è un biglietto da visita per noi nobili, non dimenticarlo mai. Non sei di buon umore? Devi sorridere comunque. Vorresti mandare al diavolo qualcuno? Non farlo ma sfoggia il più bel sorriso che possiedi. Non sarà poi così difficile imparare no?"

"Tesoro ...dimentichi che io so mandare al diavolo molto meglio che sfoggiare un sorriso da cretina. Mi regala molte più soddisfazioni."

Appena terminò la frase sporse il collo incuriosita perchè poco più avanti della bottega di una fornita armeria, ce n' era un' altra dove ogni donna avrebbe potuto rifarsi gli occhi , si potevano trovare varie e pregiate stoffe molto costose...con la differenza che la maggior parte delle donne avrebbe solo potuto guardare mentre Emma poteva recarcisi ogni volta che lo desiderava ,e così senza pensarci due volte, sotto invito di Raniero che la guardava incuriosito per testare la reazione esclamò "Oh ma io desideravo tanto visitare l' armeria!"
Scoppiò a ridere e sorniona e in modo seducente lo baciò . "Ebbene oggi ti stupirò, ti prendevo solo in giro. Preferisco visitare una bottega di stoffe, merletti e pizzi e fare contento il mio maritino."
Gli schioccò un altro bacio con la promessa che non avrebbe tardato. Poi si voltò prima di entrare. "Per nessun motivo ti permetterò di vedere il mio abito da sposa, sai che è molto probabile che io trovi qui la stoffa giusta, vero? Quindi ci vediamo più tardi ...puoi andare.
E vedi di non imbrogliare. Qui dentro tu non devi metter piede!" A quel punto fu trattenuta di spalle da Raniero che posò la sua bocca sulla nuca col viso rivolto verso un orecchio ,in modo da farsi udire impercettibilmente.

" Sai quanto mi importa del vestito da sposa? Tanto durerà solo poche ore, dovrai toglierlo, volente o meno!" La lasciò andare e nel contempo le lanciò un bacio.
Il suo volto era sorridente e osservò un altrettanto sorridente Emma varcare la soglia della bottega dove erano esposte stoffe così belle e preziose che davvero non sapeva dove far soffermare i suoi occhi.

21 Dicembre.

Mancava solo qualche piccolo baule da chiudere dopodichè sarebbe stata pronta per la partenza, accompagnava il suo futuro marito verso Capua, città dove possedeva vari ettari di terreno, vigneti per la precisione. Rosseau era solito recarcisi almeno due volte l' anno, prima della vendemmia e subito dopo, per rendersi conto coi propri occhi del fatturato del proprio vino prodotto con l' uva delle sue terre.
Emma congedò Sara molto velocemente, era in grado di sistemarsi da sola il mantello scuro senza avere sempre addosso le mani della graziosa servetta e a dirla tutta avrebbe fatto a meno benissimo di lei tutti i giorni, ne aveva fatto a meno per quasi tutta la vita della servitù, e nella tenuta del Conte erano talmente solerti nello svolgere i propri doveri che pareva seguissero Emma come dei cani da caccia, le avrebbero portato anche il cucchiaio alla bocca se solo il loro padrone lo avesse minimamente accennato. " Non ho più bisogno di te, vai ora."

La partenza sarebbe avvenuta da li a un' ora circa, Emma era pronta da un paio d' ore buone e aveva cambiato la bella tenuta con qualcosa di più comodo.
I suoi immancabili calzoni con la camiciola lavati di fresco, il loro profumo si sentiva da almeno due miglia, pensò.
Alzando gli occhi al cielo sorrise.

Dopo aver raccolto i lunghi capelli scuri e aver finito di sistemare sulle spalle quindi il pesante mantello, prima di raggiungere le sue armi che erano ben riposte all' interno della stanza, si soffermò e sobbalzò d istinto. "Ero certa che stessi dimenticando qualcosa!" Guardò il dito che portava l' anello di fidanzamento così prezioso e significativo per lei, lo sfilò e lo ripose al sicuro dentro un altro baule che avrebbe portato con sé, chiuse con la piccola chiave che infilò dentro uno stivale insieme al suo fedele coltellino."Se qualche malintenzionato avesse strane idee per la testa, prima di arrivare al gioiello si taglierà una mano." Sorrise dando una piccola pacca con la mano allo stivale.

Assicurò la spada al suo fianco e prima di uscire si voltò verso lo specchio.
"Sei tu questa Emma. Questa... e non un'altra donna, né futura Contessa e né nobile...ma soltanto Emma. E lui ti ama per quella che sei. "
Uscì dalla stanza e attese il suo futuro marito nel grande salone, per una volta era stata più veloce di lui e davvero non poteva credere che per ingannare l'attesa passeggiasse su è giù per la stanza, domandandosi che fine avesse fatto Raniero. Ad un tratto sentì alcune voci provenire dal corridoio che portava verso le cucine...parlottavano, ma Emma le sentì lo stesso.

Se Raniero fosse stato presente chissà cosa mai avrebbe detto a sentir pettegolare così la servitù riguardo i suoi viaggi improvvisi accompagnato dalla futura sposa, ed Emma le aveva colte sul fatto, a loro insaputa ovviamente. "Che ficcanaso...ma tu guarda!! Sentile come danno aria alla bocca queste due..."
Si avvicinò di qualche passo verso il corridoio dove rimbombava il bisbiglio intrattenuto fra una serva e la cuoca.
"Ma hai visto come si è preparato Sua Signoria di fretta e furia ?! Chissà dove sta andando..." occhiata complice.

"Mah, io so solo che non ha perso l' abitudine di fare quello che vuole come ha sempre fatto, anche se è prossimo alle nozze... poi senza nemmeno avvisare Tolomeo della sua assenza improvvisa...e tantomeno quella Lepore!  E la carrozza con i bauli preparata a dovere? L' ho vista bene ... l' ho vista eh...mica sono cieca io! I bauli erano solo quelli di sua Signoria!"

"Non è alquanto strano che questa volta non abbia portato con sé Sara?" A quel punto le due iniziarono a ridere sommessamente per poi mettere fine al pettegolezzo dedicandosi ai loro lavori...e lasciando la futura Contessa poggiata al muro, con la bocca serrata forzatamente.

Emma per un attimo rimase interdetta.

Partito? E Sara ...? Cosa diavolo centrava Sara con le sue partenze? Ma cosa ancor più grave, era andato a Capua da solo...senza nemmeno avvisarla del suo cambio di programma lasciandola lì e non tenendola minimamente in considerazione,  lei, la sua futura moglie!

Come una furia prese la decisione istintiva di uscire dalla tenuta.

Se avesse ascoltato la sua parte peggiore non avrebbe esitato a torturare le due serve e farsi raccontare dei precedenti viaggi di Raniero che si scarrozzava dietro quella sciacquetta di Sara chissà per quale motivo... intrattenere lui o i suoi nobili amici?? Il solo pensiero le mozzò il respiro.

No, non poteva cedere al suo istinto." Non farlo Emma. Pensa. Respira. Una spiegazione deve pur esserci."

Si, ma quale? Era davvero curiosa di sapere per quale arcano motivo Raniero la trattava in quel modo non molto consono visto che si trattava soltanto di informare la sua compagna che l'avrebbe tranquillamente snobbata e lasciata a Gaeta.

"No, Raniero, stavolta me la paghi. Sono troppo arrabbiata e ti accorgerai delle conseguenze al tuo ritorno. Non mi umilierai mai più in questo modo."

Strinse le mani serrandole entrambi in un pugno ferreo.

Arrivata alle stalle spinse con forza lo stalliere che preparava il suo cavallo alla strigliata mattutina.

"Faccio da sola, sparisci."

Sellò Ares e si allontanò al galoppo, lasciandosi la tenuta Rosseau alle spalle.

Il cavallo affrontava con velocità e destrezza il duro comando che la sua padrona gli aveva impartito ed
Emma era consapevole di chiedere tanto al suo fedele amico, ma era talmente arrabbiata e furiosa che dovette  chiedere questo grande sforzo all' animale.
Cavalcò per molto tempo fin quando si ritrovò completamente fuori da Gaeta e i suoi terreni circostanti. Intanto si era fatto buio,  fermo' la sua fuga e discese da cavallo pronta a dar sfogo alla sua frustrazione.

Tolse l'arma dal suo fodero e la scagliò contro un masso, procurando un forte rumore.

"MALEDETTO ROSSEAU!! SARAI LA MIA ROVINA!!"

Si inginocchiò lasciandosi immergere in quella solitudine ad una rabbia che mai avrebbe immaginato di provare verso l' uomo di cui era ormai innamorata.

" LEPORE!!"

Emma sollevò il viso, stordita. Non riconobbe la voce che la chiamava, si risollevò e fece qualche passo incerto indietro posando una mano sopra il masso alle sue spalle.

"Chi è là? Vieni fuori!" Tutto intorno era buio e apparentemente silenzioso.

"Ti sei ridotta così veramente ...per un uomo?" Una risata divertita mise il punto alla frase.

"Dannazione chi diavolo sei??!" Recuperò prontamente la spada gettata a poca distanza, capendo che probabilmente avrebbe dovuto difendersi.

Dentro la sua testa invece, quello sconosciuto che la braccava senza palesare la sua presenza  continuava a domandarsi come fosse possibile ridursi cosi', quella che era stata la donna più incredibile mai conosciuta, la donna del suo defunto fratello. La donna capace di tenere a bada  dieci uomini armati, in grado di beffare interi eserciti e in grado di ridere sprezzante di fronte ai pericoli, era davvero Emma Beatrice Lepore quella donna? La mente era talmente assorta da quei pensieri che il suo normale fiuto per il pericolo venne meno. Un sibilo seguito dalla voce di Emma lo riportarono alla realtà,
quindi con un repentino movimento delle gambe balzò in piedi dal posto in cui lui e i suoi erano accovacciati e sguainò la spada ,di rimando al suono di spada sguainata che il suo orecchio aveva appena sentito. Fece segno ai suoi due uomini di tacere e di tenersi a distanza. Ma in una frazione di secondo cambiò idea.

"No...Testerò di persona la tempra della mia vecchia amica Emma Beatrice Lepore. Voi due...Avvicinatevi. Siete pronti ad inscenare la cosa che preferiamo fare di più al mondo?" I seguaci del famoso Lupo assentirono con un sorriso.

"Al mio via, solo al mio via...attaccatela."

"Ma prima ...fatemi divertire qualche minuto."

Usci' quindi allo scoperto. "Non posso davvero crederci...ero venuto a cercarti Lepore...e cosa vengo a sapere dai racconti e dalle voci di mercato? Che devi sposarti un nobile?? Per di più uno dei più ricchi della Provincia nientemeno che Raniero Rosseau! Non ti riconosco più, col volto rigato di lacrime destinate a quell' uomo suppongo!! Varg di sicuro si starà rivoltando sotto terra con disgusto."

"Si può sapere chi diavolo sei?" Il buio ormai si era infittito ed Emma non riusciva a scorgere bene il volto di chi le parlava con tanta familiarità ed aveva nominato Varg...

Cercava di capire e intuire da dove provenisse la voce ma fu troppo tardi quando si rese conto di averlo alle spalle, la lama fredda della spada sopra il suo collo la fece rabbrividire.

"Sei venuto per uccidermi o soltanto per beffarti di me?"

"No, no." Avvicinò la sua bocca all' orecchio di Emma. "Sono venuto a portarti il mio dono di nozze."

Fece un fischio e immediatamente i due uomini che erano con lui uscirono allo scoperto. "E cosa vorreste fare in tre? Se osate torcermi un capello Raniero ve la farà pag..." fu afferrata dalle spalle e si ritrovò faccia a faccia con l' uomo sconosciuto.

"Stai minacciando me, tu? Noi non abbiamo paura di nessuno, tanto meno del tuo...come posso avere l'onore di chiamarlo...fidanzato? Ricordo che anche tu eri della mia stessa idea riguardo i nobil damerini prima che ti invaghissi di uno che sta per metterti un paio di manette ai polsi, dorate e intarsiate si...ma pur sempre manette. E poi ricordo male o Emma Lepore si è sempre vantata di sapersi difendere da sola?"

"Ora ne ho abbastanza!!" cercò con tutte le sue forze di divincolarsi dalla presa dell' uomo con scarso successo mentre quest' ultimo lanciò un fischio ai suoi due uomini pronti ad afferrarla e immobilizzarla per tenerla ferma e disarmarla, ma lei cercava con ogni mezzo di liberarsi prima pestando un piede ad uno e mordendo il polso all' altro ,anche se non servì a nulla.

"Si Emma !! Questa è la Lepore che mi ricordo ...adesso ragioniamo! Agguerrita più che mai! Allora Rosseau non è riuscito ad ammaestrarti ancora!!" I tre risero sardonicamente.

"Vuoi dirmi chi diavolo sei??? Non è divertente questo stupido gioco!!"

"Chi sono? Molto semplice, ti rinfresco la memoria. Sono uno che ha passato mille notti sui nodi con Varg e te, che ha aiutato tuo fratello a mettere da parte i ducati che occorrevano per poter acquistare la vostra bella caracca, sono quell uomo che ha visto mio fratello perdere la testa per te e che ha conosciuto la vostra felicità...seppur breve. Sono quell' uomo che ha dovuto convincere tuo fratello Federico a non radunare uomini su uomini per venire quaggiù a riprenderti con le maniere forti ,perché lui come me è dell 'idea che sposare Rosseau sia una follia, la più assurda che tu possa compiere."

Emma smise di divincolarsi inutilmente e sgranò gli occhi. "Viktor!!!Sei tu!!"

I due non mollavano la presa sulle sue braccia, i piani erano quelli infatti, non darle modo di muoversi ma ascoltare tutto ciò che Vik aveva da dirle.

"Lasciatemi andare! Ora che so chi siete non ho intenzione di scappare o combattere...Vik...dai l' ordine ti prego."

Il lupo le si avvicino'.

"No Emma non darò nessun ordine. Sono venuto fin qui con la speranza di convincerti a tornare sui tuoi passi e comunicarti ciò che Federico mi ha chiesto in nome della stima che proviamo l'uno per l' altro.

Tuo fratello e il resto dei tuoi famigliari, compresa tua figlia non verranno alle tue nozze.

Hanno, abbiamo bisogno di te Emma...devi tornare a Livorno...il nostro progetto, i tuoi progetti di vendetta ....dove sono andati a finire? Davvero hai dimenticato tutto...vuoi davvero rinunciarci per un uomo, per lui?"

Emma abbassò gli occhi sui suoi stivali.

"Dubito tu sia mai stato innamorato...ed io lo amo...non posso farci niente. Ma non ha mai avuto intenzione di cambiare quella che sono e..." Viktor interruppe la ragazza.

"Ti sei arresa. Speravo di ritrovare la donna di una vola...ma è evidente che ho sperato tutto questo tempo inutilmente."

La osservò alcuni istanti infiniti penetrandole gli occhi verdi col suo sguardo cupo.

"Lasciatela possiamo andarcene." Emma lo trattenne per un braccio.

"Vik...devi dire a mio fratello che io rivoglio mia figlia, devi dirglielo. Tra poco tempo salperò su una nave diretta a Livorno e giuro sulla mia stessa vita che verrò a riprendermela. Tilla ha bisogno di me ed io di lei."

"Queste non sono questioni che mi riguardano. Sono venuto per dirti quello che hai sentito e per...giusto!Il mio regalo di nozze, quasi lo scordavo."

Tiro' fuori dalla tasca un fine cordino di pelle a cui era appeso come ciondolo la testa di un lupo e lo legò attorno al collo di Emma che non obbiettò e non arretrò nemmeno di un passo.

"In questo modo lo specchio che ogni giorno rifletterà la tua immagine ti ricorderà chi sei veramente. E spero che il mio piccolo dono venga notato dal tuo futuro marito e che possa essere di tuo gradimento ...Contessa." Bisbigliò appena il titolo che in breve tempo la avrebbe perseguitata dappertutto.

Viktor si allontanò bruscamente da lei insieme ai suoi uomini e in pochi istanti scomparvero dalla sua vista.

Ammutolita e perplessa, ancora conscia della rabbia che piano piano andava scemando dentro il suo animo , Emma si ritrovò a fissare il buio che la avvolgeva, mentre con le dita sfiorava il ciondolo che da quel momento in poi avrebbe ornato il suo collo.

Non fece rientro alla tenuta per i due giorni successivi, il viaggio a Capua non sarebbe durato  più di come avevano programmato e quindi attese il momento in cui Raniero sarebbe ritornato, sperando di coglierlo di sorpresa dentro le loro stanze.

E non sbagliò con i tempi...appostata fuori dalla tenuta scorse la carrozza di Raniero, appena sopraggiunta dal breve viaggio. Il suo futuro consorte lisciò il mantello e ordinò subito di far chiamare Sara.

" Bentornato Conte. Mio padrone mi cercavate?

"Emma è in casa?"

Sara iniziò a farfugliare qualcosa.

"No, lei è ...non so dove..." Raniero le si parò davanti sfilandosi i guanti con un accenno di irritazione. Poi un ordine secco.

"Seguimi in camera." La oltrepassò e la precedette lungo il vialetto.

Sara annuì e presi in consegna alcuni leggeri bagagli facendo come le era stato ordinato.

Arrivati nelle stanze personai Raniero si liberò del mantello gettandolo con noncuranza fra le braccia della ragazzetta minuta al suo fianco e si fece sprofondare comodo sulla poltrona, chiudendo gli occhi e massaggiandosi le tempie.

"Dammi una di quelle mele Sara, non ho avuto tempo di consumare la colazione stamani."

Dal cesto venne tolto un frutto che subito la serva porse al suo padrone. Con la bocca piena Raniero le diede un altro ordine.

"Bene. Ora piccola Sara, fammi uno dei tuoi famosi massaggi alle spalle, ho bisogno di rilassarmi."

La servetta, abitualmente ogni giorno era solita effettuare questa operazione ,anche se le cose poi cambiarono completamente dopo l' arrivo di Emma alla tenuta.

Rosseau le rivolse un paio di domande.

"Nessuno sa dove sia Emma allora?" le piccole mani nervose iniziarono a massaggiare i nervi contratti del Conte, avrebbe voluto potergli fornire risposte soddisfacenti ma sapeva che non sarebbe stato possibile. "Vostra Signoria, credo che nemmeno Tolomeo ne sia a conoscenza...la Vostra sposa è andata via dalla tenuta il giorno stesso della Vostra partenza e non ha fatto ancora ritorno."

Rosseau si irrigidì ancora di più.

"Cosa? E nessuno si è preso la briga di andare a cercarla? "

"N..no...solo lo stalliere ha avuto modo di vederla quando è andata a prendersi il cavallo e nessun altro."

Raniero le bloccò le mani e la tirò verso di sé, in modo da ritrovarsi il viso della ragazza poggiato sul suo.

"Hai per caso mai parlato con lei recentemente? Ti ha fatto strane domande...domande personali, o su di me?"

La servetta cominciò ad aver paura e la risposta uscì tremante dalla sua gola e parlò in modo avventato. "Mio Signore no! Non ho mai raccontato nulla dei  vostri viaggi improvvisi, nemmeno quelli passati..."si lasciò sfuggire l' unica cosa che non avrebbe mai dovuto nominare neanche per sbaglio, come da accordi presi mesi prima.

"Passati, hai detto bene piccola stupida."  Le  sussurrò con malizia dentro l' orecchio.

" E sai bene che non devi mai per nessun motivo farti sfuggire nulla di quello che sai. La mia partenza da solo potrebbe averle creato dei sospetti che tu sappia?"

A quel punto sentì la serva deglutire lentamente e lasciò in modo altrettanto lento la presa su di lei.  "Non so niente Conte, ve lo posso giurare."

Gli parlò poi con voce calma e ferma. "BENE ALLORA."

"Pulisci!" Sara si guardò attorno non capendo, la stanza era impeccabile.A quel punto Rosseau lanciò la mela appena morsicata per terra in modo da renderla in piccoli pezzi. Poi si alzò dalla poltrona calpestando il frutto e sporcando dappertutto.

La servetta osservò stupefatta la scena senza muovere un dito quindi fu presa per le spalle e spinta fino che non cadde al suolo.

"Pulisci ho detto!"

Il tono che usò era minaccioso e quei modi duri con la servitù servivano per rammentare loro che dovevano essergli fedeli e devoti. E Sara quel giorno si era dimostrata poco accorta nei confronti di Emma. Raniero aveva fatto in modo fin dall' inizio, conoscendo l'indole della donna , che sia Tolomeo e Sara lo informassero di ogni movimento ,ogni spostamento o respiro facesse Emma.

"Ma questa volta la piccola Sara non è riuscita a soddisfarmi...e sai che ad ogni errore corrisponde una punizione."

La osservava  inginocchiata mentre ripuliva con le mani nude il pavimento, la osservava mentre tremava di paura consapevole che gli occhi del Conte con le braccia conserte , poggiato al muro non la abbandonavano un attimo e si godevano la poco dignitosa scena.

"Sei  una serva no? Non e' questo quello che ti aspetta quando non fai il tuo dovere? Pulisci bene mi raccomando...con la lingua. Vedrai come verrà lucido il pavimento."

"Mio Signore ...no!!" Raniero sbiancò ..." No??? Ho sentito bene?"

Immediatamente conscia di ciò che era appena uscito dalla sua bocca Sara chiese perdono e umiliandosi più di quello che avrebbe mai potuto fare da quando serviva Rosseau, obbedì con le lacrime che le rigavano le delicate guance.

Intanto Emma ancora appostata poco fuori la grande casa aspettò il momento propizio per poter far la sua comparsa davanti al marito ignara di ciò che succedeva dentro le sue stanze personali.

Arrivò di soppiatto davanti ai grandi cancelli che erano stati lasciati aperti e fece un fischio allo stalliere che passava casualmente là.

Lo stalliere scorgendo Emma uscì di corsa e prese in consegna Ares per riportarlo alle stalle

e prontamente prese le redini per condurre il cavallo .

"Mi raccomando...si merita un lauto pasto e una bella lavata."

Oltrepassò i cancelli e bussò col pugno sulla pesante porta in modo ripetuto finchè apparve sulla soglia Tolomeo.

Che come previsto non appena vide davanti a sé la futura moglie del padrone conciata in un modo poco consono, trafelata...spettinata e col fiatone la accolse con sdegno accompagnato ad un occhiataccia.

"Bentornata Emma".

Inchinò leggermente il capo mentre Emma gli chiedeva dove si trovasse Raniero.

"Sua Signoria è tornato circa un' ora fa, e si trova nelle Vostre stanze per rinfrescarsi e cambiarsi d' abito e se posso permettermi, credo che prima di comparire davanti  a Sua Signoria dovreste fare altrettanto in modo da essere pronta e presentabile ai suoi occhi."

Emma ascoltò senza interrompere sollevando un sopracciglio alquanto stupita e prese a girare attorno all uomo.

"Dunque vediamo... potrei anche decidere di accettare il consiglio. In fondo hai ragione, manco da casa due giorni interi e non sono affatto presentabile. Ma vedi vecchio corvo, io ho urgente bisogno di colloquiare con Raniero ora.E quindi ORA salirò al piano superiore e ORA così conciata mi presenterò a lui."

Gli si avvicinò al viso.

"Credo che tu abbia capito vero?"

L' uomo stavolta cambiò registro e in modo compito e rispettoso inclinò di lato il capo. "Certamente."

"Bene...andremo d' accordo noi due se in futuro tu cercassi di non darmi consigli." Quindi gli voltò le spalle e prese a salire le scale.

Proseguì lungo il corridoio fino ad arrivare alle porte delle camere e quando aprì  ,le si presentò una scena che non era ben sicura di capire.

Vide Sara chinata sul pavimento e terrorizzata leccava per terra quella che sembrava una poltiglia dall' odore dolciastro, si, era esattamente una mela spiaccicata sul pavimento.

La servetta non si fermò nemmeno quando si accorse che la padrona era entrata nella stanza, talmente intimorita dal conte.

Abbastanza stupefatta e incredula posò il suo sguardo su Raniero e senza dargli il tempo di rivolgerle la parola esordì con la prima di una lunga serie di domande presenti nella sua lista "Ma cosa succede qui?? Che significa questo?!"

Indicò col braccio la ragazza ancora intenta a ripulire.

Silenzio, nessuna risposta da parte di Raniero . Allora si voltò di nuovo verso Sara guardandola scioccata ,a grandi passi andò verso di lei la prese di forza per un braccio sollevandola e rimproverandola. "E tu smetti di ..di leccare questo scempio!!"

La spinse verso l' uscita con un strattone e richiuse la porta dietro di sé in modo da stare sola con Raniero.

Lo fissò esterrefatta. E lui...eccolo lui , il grande Rosseau impassibile e con un sorriso sornione che si versava tranquillamente da bere. "Avresti la compiacenza di spiegarmi che significa la scena di poco fa? Sara è una persona non un animale! E'inaudito il trattamento che riservi al tuo personale Raniero...come è inaudito il fatto che tu sia partito da solo senza degnarti di dirmelo! E'così che hai intenzione di iniziare la nostra vita insieme da marito e moglie? Trattandomi come se fossi l' ultimo dei tuoi pensieri? "








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