Slut + Sluttier || 5sos

By lhemmonade

20.3K 1.5K 492

«Andrà male, prevedo che andrà davvero male». «Suvvia, non essere pessimista. Andrà tutto secondo i piani e L... More

0. Slut + Sluttier
1. Pretty Girl
2. Seducing the cutie
3. In love with the d
4. Change of plans
5. Abel
6. Strategies
7. Miss Hadid
8. First Day
9. Sweet Tessa
10. Bonbon
11. Just a Bird
13. Sarah Smiles
14. A whole new world
15. Sexy Schoolgirl
16. Fired!
17. End of an era
18. Truce
19. Vagina-blockers
20. The Party
21. ... And The After Party
22. Frenemies for life

12. Failed Date

715 59 16
By lhemmonade

Claire



«Sono ancora in tempo per fingere una malattia mortale e dare buca a Gigi», mi lamentai con Tessa, al momento impegnata a guidare verso il luogo dell'imminente delitto alla mia vita, un bar anni cinquanta nel centro della città. Era lì che Gigi mi aveva chiesto di incontrarci – mi aveva imposto, più che altro – nel messaggio che mi aveva inviato per inchiodarmi. Contavo che si sarebbe dimenticata dell'appuntamento, presa dai suoi impegni di sedicenne, ma ovviamente non potevo essere così fortunata.

«Il tuo tempo è finito quando le hai infilato le dita nella vagina per compiere il tuo piano malvagio», mi rimproverò Tessa, facendomi sbuffare, «Te l'ho detto, ci dovevi provare con Bella».

«E farla finire in un vicolo con una siringa su per il braccio? Meglio una sedicenne non completamente sana di mente», borbottò Brendon, dai sedili posteriori. Mi ero quasi dimenticata di lui, quel pomeriggio era – stranamente, per uno come Brendon – piuttosto silenzioso. In effetti, lo  era da quando gli avevamo detto il nome del bar in cui si sarebbe svolto l'appuntamento; mi era sembrato così spaventato che temevo non venisse più, addirittura. Però lui e Tessa mi avevano promesso che mi avrebbero aiutato ad uscire da quella situazione di merda, motivo per cui adesso fossero entrambi con me oltre al fatto che avessi bisogno di un passaggio.

Sospirai. «Avete ragione entrambi, ma che ci posso fare? Andava fatto. Spero soltanto che l'idea che avete avuto per sabotare la serata la faccia allontanare per sempre da me», borbottai, attirando gli sguardi di entrambi su di me.

«Senti, dopo questo piano che siamo riusciti a macchinare ci meritiamo un Emmy», sbottò Brendon con tono di sfida, «E poi dimentichi chi sono, bambola?».

«Non ci dimentichiamo chi sei, Yzma», sbottai io, scoppiando a ridere con Tessa, «A proposito, la festa di Ronnette si avvicina e io non ho la minima idea di cosa fare».

«Vestiti da Mulan, è la tua preferita!», mi suggerì Tessa, «Io faccio Kronk di Le follie dell'imperatore, visto che Yzma qui presente mi accompagnerà mentre tu sicuramente sarai troppo impegnata a correre dietro Callie Hood».

Brendon sbuffò. «Oltre ad essere una vecchia decrepita ora sono anche un gigolò! Che vita di merda», disse, facendoci scoppiare a ridere.

«Dai, che hai già il costume pronto! Io devo pensare a qualcosa che stupisca Callie, ne va della buona riuscita del mio piano», sbottai io, mordendomi il labbro inferiore non appena pronunciai quelle parole.

Certo, era normale da parte mia pensare a qualcosa che avrebbe potuto colpire Callie in funzione del mio piano, ma ora come ora ero confusa da morire e sembrava solo una forzatura, da parte mia. Non ero neanche più sicura di portare avanti quel piano, dopo essere stata fin troppo tempo a pensare a quell'abbraccio con Callie e alle sue conseguenze, a ciò che stavo provando ultimamente che sconvolgeva tutte le mie convinzioni, ma ormai non si tornava più indietro; non potevo permettere a dei dubbi di rovinare tutto proprio ora, anche se quei dubbi erano ormai una costante. Non potevo e non dovevo farlo.

Tessa mi fissò in tralice prima di spegnere l'auto. «Io ti direi di lasciar perdere, visto che secondo me ti stai solo cacciando in un grossissimo guaio, ma ormai ci sei dento fino al collo quindi è inutile desistere. Perché non fai una ricerca su Facebook? Potresti trovare qualcosa e lavorare su quello», mi suggerì, alzando le spalle.

Io le sorrisi. «È un'idea geniale! Ma... secondo voi riuscirò a farmi accettare la sua richiesta di amicizia?», chiesi dubbiosa mentre scendevamo dall'auto, «Insomma, sono la nemica giurata del suo migliore amico e tra l'altro ci provo con lei senza ritegno nonostante sappia che le da fastidio, ho tutti i requisiti per essere rifiutata su Facebook».

Brendon ridacchiò. «Beh, ricordati di Daniel dello scambio culturale con l'Australia, che accettò la richiesta d'amicizia di Tessa nonostante lei si sia presentata con quel memorabile "Ciao, bel pezzo di manzo australiano!". Insomma, se c'è riuscita lei puoi farcela anche tu», mi ricordò Brendon, facendomi scoppiare a ridere al ricordo dell'appena quattordicenne Tessa che faceva figuracce con praticamente chiunque.

Tessa era rossa come un pomodoro. «Vi avevo fatto giurare di non parlarne più!», sbottò, tirando uno schiaffo sul braccio a Brendon, «Però ha ragione. Sono riuscita a farmi accettare la richiesta d'amicizia nonostante questo, e pensa che io e Daniel ancora ci parliamo ogni tanto!».

Sorrisi maliziosa. «Uh, non dirlo ad Ashton questo», la presi in giro, facendole alzare gli occhi al cielo, «Okay, ci provo. Ma sono sicura che finirà male».

Brendon scosse la testa. «Tu provaci e basta!», esclamò, prima che ci fermassimo davanti al Grease, il bar del mio appuntamento con la morte (e per quanto fossi spaventata, non riuscivo a non pensare a quanto scontato fosse chiamare un bar anni cinquanta Grease). Gigi era già al tavolo, si guardava attorno spazientita.

Deglutii nervosa. «Spero che il vostro piano vada bene, non voglio passare il resto della mia vita così solo per tenermi un posto in un centro di riabilitazione», borbottai, salutando Tessa e Brendon prima di entrare nel bar.

Non appena entrai Gigi rivolse i suoi occhi alla porta, sorridendomi quando mi vide. Ricambiai il sorriso, sentendo il sangue gelarmi nelle vene mentre mi avvicinavo a lei. Non era da me essere così nervosa, ma questa situazione mi stava portando all'esasperazione. Soprattutto se mettevo in conto lo spaventoso pensiero che al posto di Gigi, nel mio primo vero appuntamento – e sì, era quasi triste pensare che a diciotto anni non avessi mai avuto un appuntamento – ci sarebbe dovuta essere Callie. Questo non l'avevo detto a Tessa e Brendon, troppo spaventata da ammetterlo persino a me stessa, ma ci stavo pensando dal momento in cui Gigi mi aveva ricordato del nostro appuntamento all'ora di pranzo. Stavo impazzendo? Probabilmente. In un certo senso ci speravo, quasi – impazzire, d'altronde, dal mio punto di vista era sicuramente meglio di innamorarsi. La seconda opzione era incoerente, inquietante per certi versi. L'amore non mi avrebbe portata da nessuna parte, quindi perché provarlo?

Mi dimenticai di quelle paranoie non appena mi sedetti al tavolo; non potevo permettere alle paranoie di condizionare la mia vita. Ora come ora dovevo soltanto sperare che il piano di Tessa e Brendon si compisse al più presto – e che Gigi mi avesse chiesto di uscire soltanto per fare sesso nel bagno del bar. Beh, l'avrei preferito di gran lunga, non vedevo una vagina da settimane...

«Sei in ritardo, ma non mi importa», esordì Gigi – cordiale come suo solito, direi – mentre cercava di afferrarmi la mano poggiata sul tavolo. La ritrassi subito e lei ci rimase male, ma cercò di non darlo a vedere. «Sei bellissima, oggi».

«Lo so- cioè, voglio dire, sei bellissima anche tu. Grazie», borbottai, trattenendo una risata non appena Gigi mi guardò accigliata. Certo, sicuramente non se lo aspettava, e non avevo neanche l'intenzione di uscirmene in quel modo, ma sinceramente non mi interessava. Non ero lì per fare una buona impressione – non ero lì neanche per mia spontanea volontà!

Gigi lasciò perdere subito le mie tristi parole. «Allora, se per te va bene potremmo già iniziare ad ordinare».

Mi accigliai. «Gigi, sono appena entrata. Non so neanche che aspetto abbia il menu!», protestai, ottenendo una risatina in risposta che mi fece accapponare la pelle.

«Hai bisogno di guardare il menu, sciocchina? Ci ho già pensato io!», mi riprese, prima di chiamare la cameriera sotto il mio sguardo scioccato. Aveva deciso persino cosa dovessi mangiare? Era pazza. Completamente. Ed io dovevo uscire da quella situazione al più presto possibile...

Non passò molto tempo prima che la nostra cameriera arrivasse; la ragazza, una mora davvero carina con un paio di occhi verdi che facevano piangere gli angeli si avvicinò a noi, tenendo un taccuino tra le mani e l'espressione annoiata in volto. L'avevo già vista da qualche parte, nonostante non fossi mai stata in quel bar; forse frequentava la mia stessa scuola?

La ragazza distaccò il suo sguardo dal taccuino per guardare prima Gigi e poi me. I suoi occhi diventarono grandi come palline da golf mentre mi squadrava attentamente; io ricambiai le occhiate confusa. «Che vuoi? Ho il rossetto sbavato?», le chiesi, arrossendo leggermente, «Smettila di guardarmi così, ti prego, mi metti in imbarazzo».

«E così non ti ricordi di me, eh? Lo sapevo che sarebbe andata  così», sbottò la cameriera, rendendomi soltanto ancora più confusa, «Dio santo, smettila di guardarmi come un pesce lesso e rispondi!».

«Cosa dovrei dirti? È ovvio che non mi ricordo di te! Perché dovrei, comunque?», ribattei, alzando le spalle.

La ragazza sbatté il suo taccuino sul tavolo. Occhieggiandolo brevemente – non ce la facevo più a reggere la tensione che si era creata e avevo bisogno di tenere gli occhi altrove – mi parve di leggere Brendon scritto in una calligrafia minuscola e quasi illeggibile. Che fosse un segno del destino? Beh, dovevo soltanto stare a vedere.

«Sei una bastarda senza cuore! Come hai potuto dimenticare le cose che abbiamo passato insieme?! Suppongo che io non fossi così importante come mi avevi fatto credere ti, ma a questo c'ero già arrivata quando mi hai tradita con quella troia!», sbottò la ragazza, davvero fin troppo melodrammatica.

Decisi di stare al gioco e mi imbronciai in modo teatrale, sembrando sicuramente più finta che dispiaciuta. «Non ho dimenticato niente di quando stavamo insieme, lo giuro, è solo che... uhm, come posso dirtelo in modo delicato, tesoro? Morta una passera se ne fa un'altra, ecco, e la tua passera non era esattamente viva quando stavamo insieme», borbottai, facendo un sorriso che mi valse uno schiaffo sul viso. Beh, per essere una recita, quello era stato piuttosto reale – chissà, forse ero stata davvero con quella ragazza e non lo ricordavo...

«Sei un mostro, Claire Clifford. Un mostro!», sbottò la ragazza, riprendendo il suo taccuino dal tavolo. Si rivolse a Gigi prima di andarsene. «Se sei ad un appuntamento con questa qui scappa finché puoi, tesoro. Sei destinata a soffrire per sempre».

Osservai la ragazza che se ne stava andando con aria perplessa, prima di voltarmi verso Gigi soltanto per rendermi conto che stava per andarsene anche lei. Il piano aveva funzionato! Ero libera!

Ma di certo non potevo farle capire che fossi felice che stesse andando via, così prima che potesse scappare la afferrai per un braccio costringendola a voltarsi verso di me. «Non starai andando via sul serio basandoti sulle parole di una sconosciuta! E il nostro appuntamento?».

Gigi mi guardò disgustata. «Scusami Claire, ma non posso farlo. Davvero, non sei la ragazza che pensavo fossi. Mi dispiace dirtelo così, so che ci tenevi», disse, strattonando via la mia mano prima di scappare a gambe levate.

Io scoppiai a ridere. «Certo, non hai proprio idea di quanto ci tenessi. Me ne sono liberata, finalmente!».

«Ed è solo merito mio», sbottò Brendon, entrando nel bar seguito da Tessa, «Siamo due geni del male. Ah, e ringrazia mia cugina che ha recitato la magistrale parte della ex dal cuore spezzato».

Mi accigliai alle parole di Brendon. «Quella era tua cugina Lauren?», chiesi, ottenendo un cenno di assenso come risposta, «Beh... allora suppongo di essermi meritata lo schiaffo. È una lunga storia, però».

Tessa scosse la testa prima di andare a sedersi al posto precedentemente occupato da Gigi. «Bene, ce la racconterai mentre beviamo milkshake alla fragola e mangiamo patatine fritte – a meno che non sia qualcosa per stomaci forti, in quel caso mi limiterò ad ascoltare».

Scoppiai a ridere. «E quand'è che le mie storie non sono per stomaci forti?», dissi, facendo per sedermi. Purtroppo per me, però, le sorprese non erano finite quel giorno. E la sorpresa in questione era una ragazza in tenuta da cameriera che si avvicinò ad un ignaro Brendon con aria sospettosa.

Il moro capì che c'era qualcosa che non andava soltanto quando si accorse delle nostre occhiate confuse; si voltò e divenne improvvisamente rigido. «Sarah! Che sorpresa vederti qui!», sbottò, nervoso. Quindi la conosceva?

«Che sorpresa? Ci lavoro qui, emerito coglione!».

E da lì all'essersi ritrovato sul ciglio della strada con la testa ricoperta di frullato alla banana il passo è stato davvero  breve, per Brendon. Ora però una domanda era d'obbligo: chi diamine era quella Sarah?



***



[A/N] per la serie: chi non muore si rivede! Mi dispiace non aver postato un bel niente in questa settimana, avevo un esame e dovevo concentrarmi su quello. Sicuramente sarà andato una merda, comunque, ma sorvoliamo...

Ad ogni modo, spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo un po' nonsense, ma abbastanza disagiato AHAHAH a settimana prossima!❤

Continue Reading

You'll Also Like

135K 3.6K 77
perché ho gli occhi molto più cechi del cuore e non sono mai riuscita a vederci amore... rebecca chiesa, sorella di federico chiesa, affronta la sua...
4.5K 173 15
Parla di Adam un preadolescente che inizia la sua adolescenza con un pizzico di svantaggio, a causa dei suoi problemi familiari. Gli assistenti soci...
57.1K 3.3K 28
Se non è amore, dimmelo tu, cos'è?
2.5K 240 14
James, adolescente insicuro e timido, è ospite dei suoi nonni per le vacanze estive in un suggestivo paese affacciato sul mare, nella costa orientale...