Slut + Sluttier || 5sos

By lhemmonade

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«Andrà male, prevedo che andrà davvero male». «Suvvia, non essere pessimista. Andrà tutto secondo i piani e L... More

0. Slut + Sluttier
1. Pretty Girl
2. Seducing the cutie
3. In love with the d
4. Change of plans
5. Abel
6. Strategies
7. Miss Hadid
8. First Day
9. Sweet Tessa
11. Just a Bird
12. Failed Date
13. Sarah Smiles
14. A whole new world
15. Sexy Schoolgirl
16. Fired!
17. End of an era
18. Truce
19. Vagina-blockers
20. The Party
21. ... And The After Party
22. Frenemies for life

10. Bonbon

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By lhemmonade

Claire


«A me non sembra normale che Brendon continui a darci buca», commentò Tessa, tenendo gli occhi incollati alla strada, «E poi l'hai visto ieri, a scuola? Si comportava in modo assurdo!».

Sospirai volgendo i miei occhi al finestrino. Era la terza volta che Tessa mi accompagnava al centro di recupero; solitamente era Brendon ad offrirsi di farlo – soprattutto per evitare che Tessa facesse la pazzia di andare da Abel, cosa che avrebbe sicuramente fatto – almeno finché non mi dava buca con qualche scusa stupida. Era da troppo che si comportava in questo modo così strano, senza neanche un motivo apparente – motivo che lui non ci avrebbe neanche detto, del resto. Brendon era fin troppo bravo a tenere i suoi segreti, anche con noi che lo conoscevamo da praticamente sempre.

«Che ci puoi fare, Tessa? È fatto così», borbottai io in risposta, socchiudendo gli occhi, «Evidentemente gli è successa una cosa che non vuole farci sapere. Si è sempre comportato così».

«Ma adesso è troppo strano, Claire. Fin troppo. Mi preoccupa», sbottò Tessa, mordendosi il labbro inferiore prima di fermare la sua auto davanti al centro, «La verità verrà a galla, suppongo. Ti serve anche un passaggio al ritorno?».

Scossi la testa. «Penso che chiederò ad Ashton o tornerò a casa con Michael, visto che ho scoperto che viene a prendere Luke ogni sera», dissi, facendo una smorfia disgustata. Non mi disgustava tanto il fatto che Michael passasse a prendere Luke, ciò che era il vero problema era il fatto che lo passava a prendere per farci sesso nell'auto che mio padre gli aveva comprato usando i suoi soldi, guadagnati con il sudore...

Avevo un mostro per fratello, già. Almeno non farci sesso dentro con Luke Hemmings! Ma ci fai o ci sei?

«Credi che ti darà un passaggio? Sai meglio di me che viene qui solo per il culo moscio della strega cattiva della costa est», borbottò Tessa indispettita, facendomi sospirare rammaricata, «Chiamami lo stesso, okay? Ho paura ad immaginarti sola in auto con tuo fratello e la causa di tutti i mali del mondo».

Scoppiai a ridere prima di lasciare un bacio sulla guancia a Tessa ed uscire dalla sua auto, diretta al centro per il mio terzo giorno di lavoro. Contrariamente a quanto mi aspettassi, lavorare al centro di recupero non era proprio male, se si toglieva Luke che rompeva le scatole – anche se a quello, ormai, c'ero abituata – e alcuni pazienti un po' troppo fuori di testa. Era anche abbastanza divertente, specie perché bene o male finivo sempre per passare tempo con Matty che ogni giorno leggeva un libro diverso, ma questo Yolanda Hadid non avrebbe dovuto saperlo per forza – mi avrebbe licenziato in tronco, e non potevo permetterlo ora. Avevo un piano neanche iniziato da portare a termine.

Parlando di piani non ancora iniziati, in quel pomeriggio avrei dovuto cercare di combinare qualcosa con Callie; da quando avevo cominciato a lavorare lì non l'avevo vista quasi mai, forse per i diversi impegni o per il fatto che fosse proprio lei a non voler vedermi. Qualcosa mi diceva che fosse proprio la seconda opzione, ma non per questo avrei mollato; ero disposta a tutto per portare avanti la mia vendetta, costasse quel che costasse. Avevo rinunciato anche ad Ashley Frangipane!

La fortuna, a quanto pare, quel giorno mi sorrideva; infatti, trovai Callie nello spogliatoio dei dipendenti. La ragazza si stava cambiando, era intenta a prendere l'uniforme dall'armadietto; mi soffermai fin troppo ad osservare il suo corpo dalle forme sinuose, la sua pelle ambrata luccicare sotto le luci al neon, e mi ritrovai a deglutire mentre immaginavo tutte le cose che avrei potuto fare a quel corpo scolpito a regola d'arte, mentre immaginavo le sue mani stringere le lenzuola, la sua schiena inarcarsi in modo perfetto sotto di me, i suoi gemiti riempire le mie orecchie come la più deliziosa delle melodie. E sì, avevo bisogno di sesso al più presto, stavo andando in astinenza. Ma che avevo in testa quando ho deciso di seguire i consigli di Brendon e Tessa?

Così impegnata com'ero a mangiare Callie con gli occhi neanche mi accorsi che lei si era voltata, fissandomi in tralice. «Te l'hanno mai detto che è maleducazione fissare una persona mentre si veste? Specie se non hai il suo consenso», mi chiese, accusatoria; aveva un leggero rossore sulle sue guance.

Io sorrisi maliziosa. «Beh, mi hanno anche detto che le opere d'arte vanno apprezzate, ed è esattamente ciò che stavo facendo», commentai, facendo arrossire Callie ulteriormente, «Non ci vediamo poi così spesso qui, io e te».

Callie mi fece una smorfia prima di voltarsi. «Forse sono io che voglio evitarti. Ci hai mai pensato?».

«Non sono una sprovveduta, Callie. Certo che ci ho pensato. Non capisco questo tuo astio nei miei confronti, però – magari c'entra un certo ragazzo biondo con cui non ho proprio buoni rapporti?», chiesi eloquente, avvicinandomi a lei. Il suo profumo dolce mi inebriò le narici. Sapeva di cocco e latte di mandorle, proprio ciò che ti saresti aspettato da una ragazza dalla bellezza esotica come lei.

Callie scosse la testa. «Non è solo per Luke. Io lo so come sei, ci ho già avuto a che fare con persone come te. Non voglio essere una delle tante, giusto un trofeo. Ci sono già passata troppe volte nella mia vita».

Callie fece per allontanarsi, ma io fui più veloce e la fermai per un braccio, facendola voltare di nuovo verso di me. «Ammetto di non avere questa gran bella reputazione, ma le cose non restano sempre uguali. Posso cambiare, e per te lo farei volentieri», borbottai, mordendomi il labbro inferiore mentre desideravo soltanto di prendermi a schiaffi per la piega che aveva preso il discorso. Volevo dirle quelle cose giusto per rassicurarla, per farle credere che non fossi ciò che lei pensava, ma in quel momento mi ero sentita implorante da far schifo e sincera come non mai prima d'allora.

E Callie sembrò notarlo, infatti il suo volto si addolcì di poco, ma quanto bastava per farmi capire – o sperare – che avrebbe abbassato le sue difese. «Beh, tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, Claire», mi rimbeccò, sorridendo maligna, «Ma mi piacerebbe vederti provare», aggiunse, facendomi un occhiolino prima di andare via, lasciandomi interdetta nello spogliatoio.

Non riuscivo a credere a ciò che era appena successo, il mio stato mentale rasentava lo shock. Non avrei mai detto che una ragazza mi avrebbe fatto sentire in quel modo, eppure era successo. Io, Claire Clifford, la fredda e manipolatrice Claire Clifford, ero stata messa alle strette da qualcuno. Non mi sembrava neanche possibile!

Cercai di non pensarci più mentre, con un tremolio alle mani che mi tradiva di parecchio, mi cambiavo ed uscivo dallo spogliatoio per iniziare il mio turno. Speravo sarebbe stata una giornata tranquilla, avevo già ricevuto troppi scossoni. Ma ovviamente, le mie speranze non potevano che andare in fumo, e tutto perché avevo una migliore amica sconsiderata e masochista da fare schifo: prima che potessi cercare qualcuno a cui chiedere se servisse una mano, trovai Tessa seduta in un angolo del corridoio d'ingresso con le ginocchia al petto; prima che potessi arrabbiarmi con lei, mi accorsi che stesse singhiozzando. Almeno per ora, era inattaccabile, nonostante avesse fatto la cosa che io e Brendon avevamo temuto di più.

Mi accovacciai di fronte a lei senza farmi notare – era abbastanza facile, visto che era troppo impegnata a piangere per accorgersi della mia presenza. «Tessa? Perché sei qui?».

La mia migliore amica alzò lo sguardo e mi fissò con gli occhi gonfi e lucidi di pianto. «Sono una stupida», sbottò, seppellendo di nuovo la testa fra le ginocchia.

Sospirai. «A questo c'ero arrivata anch'io, grazie lo stesso», dissi, cercando di fare in modo che mi guardasse negli occhi, «Mi dici perché stai piangendo, almeno?».

Prima che potessi scoprire qualcosa – anche se in realtà avevo già qualche idea sul perché Tessa stesse piangendo nel bel mezzo del corridoio del centro di recupero – fui chiamata da una voce maschile fin troppo familiare. Mi voltai verso Ashton, chiedendogli cosa volesse.

«Callie ha bisogno di te», spiegò brevemente, camminando veloce verso di noi, «È Tessa? Che le succede?».

Sospirai. «Ha fatto una stronzata. Non puoi andare tu ad aiutarla? Non posso lasciarla sola adesso», chiesi ad Ashton, ottenendo un'alzata di spalle.

«Callie ha chiesto espressamente di te. C'entra un tipo... Un certo Matty».

Mi accigliai. «Oddio. Cos'ha combinato?», chiesi, alzandomi. Tessa aveva smesso di piangere, adesso fissava la scenetta tra me ed Ashton curiosa.

«Credo stia avendo un attacco di panico. Callie non mi ha detto niente», disse Ashton, deglutendo, «Va da lei... Resto io con Tessa».

Per quanto potesse convenire a tutti, non sapevo se Tessa fosse d'accordo. Così, mi voltai verso di lei. «Posso lasciarti con Ashton per un paio di minuti? Torno subito, te lo giuro».

«Va da Callie, deficiente», borbottò lei indispettita, facendomi accigliare. Qualsiasi cosa le prendesse, me l'avrebbe detta poi. Non era il caso di fare domande.

Mentre un Ashton fin troppo felice si sedeva accanto a Tessa, io correvo verso la biblioteca, dove sapevo avrei trovato Matty e Callie. E infatti erano lì, davanti alla solita finestra su cui sedeva Matty, lui accovacciato su sé stesso e lei troppo nel panico per fare qualcosa. Come aveva detto Ashton, Matty stava avendo un attacco di panico.

Mi avvicinai ai due. «Ashton mi ha detto che avevi bisogno di me», dissi, attirando l'attenzione su di me. Avrei voluto gongolare, sul serio, ma non potevo farlo. Almeno non in un momento delicato come quello.

Callie scosse la testa. «In realtà è lui che ha chiesto di te», rispose, indicando Matty, «È da quando ha iniziato ad avere i primi spasmi che ti ha chiamato-».

«Bonbon! Sei ici, finalmente!», sbottò Matty, quasi urlando, «Tienimi la mano, Chèrie!».

Persino durante gli attacchi di panico Matty era bizzarro. Lo accontentai, stringendogli una mano fredda e sudata. «Matty, fa dei respiri profondi», gli dissi, accarezzandogli il dorso della mano ossuta, «Callie, tu apri la finestra».

Callie annuì e corse alla finestra, aprendola per lasciar passare un po' d'aria. Io intanto mi concentrai su Matty. «Matty, ti prego, stammi a sentire. Concentrati sulla mia voce, okay?».

«Okay, Bonbon», borbottò Matty, continuando a fare dei respiri profondi. Gli bagnai il viso con dell'acqua che avevo trovato in un bicchiere sul davanzale.

«Cosa possiamo fare oltre questo? Oddio, io non sono brava in queste cose!», sbottò Callie, presa dal panico.

Mi accigliai. «Per prima cosa sta calma, non abbiamo bisogno di un altro attacco di panico», le dissi, accarezzandole un braccio come a rassicurarla, «Stai andando benissimo, okay? Te la stai cavando alla grande. Ora non perdere la calma, su».

Callie annuì, rivolgendomi un sorriso timido (finalmente mi sorrideva!). «C'è qualcos'altro che possiamo fare, comunque?».

Annuii. «Potremmo provare a raccontargli qualcosa. Tessa faceva così con me», dissi sovrappensiero, tornando a concentrarmi su Matty, «Fagli aria con qualcosa».

Callie prese la prima cosa che trovò – dei fogli scarabocchiati dal tavolo di fronte a noi – e la usò come ventaglio per Matty mentre io cominciavo a parlare con lui della trama del libro che stava leggendo, una raccolta di poesie di un autore italiano. Piano piano Matty si calmò, il suo battito cardiaco tornò regolare e il suo respiro meno affannoso. Sorrisi sollevata a ciò, rendendomi conto di aver appena calmato una persona da un attacco di panico. Mica male, come prima esperienza lavorativa!

«Ce l'abbiamo fatta!», esclamò Callie, abbracciandomi inaspettatamente, «È tutto merito tuo, Claire, senza di te non ce l'avrei mai fatta».

Io stavo tremando da capo a piedi a causa di quell'abbraccio, quasi non riuscivo a spiccicare parola. Mi sforzai di dire un «siamo state brave entrambe» mentre volgevo il mio sguardo a Matty che sorrideva malizioso. Mi parve di vedere le sue labbra mimare «non ringraziarmi», ma probabilmente era soltanto una mia impressione.

***


[A/N] sto ricominciando a postare capitoli chilometrici – non che me ne lamenti, eh, ahahah

Buongiorno! Era troppo bello per essere vero, il fatto che fossi puntuale per una volta. AHAHAHAH cercherò di rimediare, ovviamente, dont worry. Quindi, parlando del capitolo: finalmente Callie e Claire hanno un momento insieme! Bisogna ringraziare Matty Healy e i suoi attacchi di panico, è stato provvidenziale. E chissà perché Tessa era al centro di recupero a piangere... (la cosa avrà dei risvolti disagiati, ovviamente). Ci vediamo oggi pomeriggio! ♥

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