Slut + Sluttier || 5sos

By lhemmonade

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«Andrà male, prevedo che andrà davvero male». «Suvvia, non essere pessimista. Andrà tutto secondo i piani e L... More

0. Slut + Sluttier
1. Pretty Girl
2. Seducing the cutie
3. In love with the d
4. Change of plans
5. Abel
7. Miss Hadid
8. First Day
9. Sweet Tessa
10. Bonbon
11. Just a Bird
12. Failed Date
13. Sarah Smiles
14. A whole new world
15. Sexy Schoolgirl
16. Fired!
17. End of an era
18. Truce
19. Vagina-blockers
20. The Party
21. ... And The After Party
22. Frenemies for life

6. Strategies

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By lhemmonade

Claire



«Sei davvero una deficiente», mi rimproverò Brendon, puntandomi le sue bacchette da sushi contro, «Adesso mi spieghi come farai a farti assumere lì?!».

Io alzai le spalle, ignorando la mia invitante pizza per rispondere al mangiatore incallito di sushi. Sul serio, Brendon ne mangiava in quantità industriali; di solito a dargli man forte era Tessa, che per consolarsi dalla rottura – più che giusta, tra l'altro – con Abel aveva deciso di mangiare sia quello che la pizza, creando l'abbinamento più disgustoso di sempre. Purtroppo per noi era giù di morale, e solo una cosa l'avrebbe consolata: il cibo. Beh, non la biasimavo, soprattutto perché non la potevo capire. Non avevo mai vissuto una rottura in vita mia... e forse era meglio così. Non avevo proprio bisogno di cuori spezzati e promesse non mantenute, l'amore era soltanto una perdita di tempo a mio parere. Un parere sbagliato, direbbe chiunque, ma dopo aver assistito a più rotture di quante ne volessi vedere ero arrivata alla conclusione che con il cuore non si scherzava, e che il mio lo volevo intatto e al suo posto.

«Un modo lo trovo. Dimentichi che io sono la regina del male», borbottai, scostandomi i capelli dalla spalla con fare altezzoso.

Tessa sospirò guardandomi in tralice: un chiaro segno che la sua tristezza era a livelli incalcolabili. Di solito mi prendeva in giro, al massimo se non aveva voglia di parlare alzava gli occhi al cielo. I sospiri indicavano la tragicità della situazione. Doveva aver preso la rottura con Abel proprio male...

«Claire, non per essere negativo, ma non credo che riuscirai a cavartela come sempre. Stiamo parlando di una cosa seria, non delle stronzate che facciamo di solito – insomma, è un posto di lavoro!», ribatté Brendon, accigliato, facendomi alzare gli occhi al cielo.

«Sei sempre così pessimista. Non ti fidi di me? Ti ricordo che quella volta che sei finito dietro le sbarre sono stata io a farti uscire senza neanche farti pagare la cauzione. Dovresti ringraziarmi dandomi un po' di fiducia, Brendon», sbottai, facendo ridere Tessa. Beh, per lo meno ero riuscita a strapparle un sorriso.

«In effetti io non sottovaluterei il suo potere – o il potere della sua vagina, credo che anche quello sia piuttosto inarrestabile», disse la mora, facendo voltare Brendon sorpreso verso di lei.

«Sei finalmente giunta alla conclusione che Abel era tossico e che la vostra relazione era finita già prima che ci metteste un punto?», le chiese Brendon, speranzoso, «Ti prego, dimmi di sì».

Tessa guardò Brendon male prima di sospirare. «Non sono giunta alla conclusione che Abel sia- no, okay, a quello ci ero arrivata», disse, facendomi ridere, «E poi, voglio essere triste per la fine della mia relazione con lui. Posso? Solo perché a voi non piaceva non vuol mica dire che io non possa starci male. Abel è stato importante per me, lo sapete», aggiunse, rabbuiandosi leggermente.

Io posai una mano sulla sua, stringendogliela. «Beh, quando mai noi abbiamo avuto opinioni positive sui partner degli altri?», borbottai, facendola ridere, «È normale che tu sia giù per la rottura con Abel, nonostante noi non capiamo. Non è il nostro compito capire per forza, l'importante è che siamo qui a consolarti, e a distrarti da ciò che è successo – insomma, a questo servono gli amici, no?».

Tessa annuì. «Grazie, comunque. Apprezzo ciò che state facendo per me, nonostante non abbiate mai approvato Abel – e soprattutto apprezzo il fatto che Brendon mi abbia pagato il sushi per farsi perdonare il suo essere perennemente stronzo», disse, abbracciando di scatto Brendon che la guardò male, «Sei un tesoro!».

«Ma avevi detto che me l'avresti ridati, quando mi hai chiesto di prestarti i soldi per pagarti il sushi!», sbottò il moro, contrariato, «Sei una piccola stronza manipolatrice».

«Ti voglio bene anch'io Brenny Banana», replicò Tessa, baciando una guancia a Brendon che alla fine si ritrovò a ridere.

«Okay, bando alle ciance. Questo non è il momento per i sentimentalismi. Dobbiamo trovare un modo per riuscire a farmi assumere al centro di recupero», borbottai, distraendo i miei amici dalle loro insolite coccole per parlare di qualcosa di più importante: la missione mi faccio Callie per vendicarmi di Luke la strega.

Brendon si portò una mano al mento. «Hai controllato se a scuola cercano ancora volontari?».

Annuii sconsolata. «Il bando è chiuso da un mesetto. E dire che io volevo partecipare anche... ma perché non l'ho fatto?».

Tessa si mordicchiò il labbro inferiore. «Era per impedirmi di vedere Abel tutti i giorni», rispose alla mia domanda retorica, arrossendo, «Eravate convinti che da sola non avrei fatto domanda, e quindi non l'avete fatta».

Mi passai una mano in faccia. «Allora vedi che è impossibile odiare quel ragazzo? Se non ci fosse adesso starei già lavorando fianco a fianco con Callie! E si sa, da colleghe di lavoro ad amiche di letto è un attimo».

Brendon scosse la testa. «Mi sembra un po' più difficile di così. Comunque non è importante adesso – hai altre idee per riuscire a trovare un posto?».

«Potresti chiedere a Matty di raccomandarti, magari con il dottore che lo segue. Lì danno molta importanza ai pareri dei pazienti», suggerì Tessa, pensierosa, «Magari lui potrebbe dire che sei una parte importante – indispensabile, anzi – nel suo processo di guarigione, e il gioco è fatto».

«Non lo so. Mi accollerei la responsabilità di fare da balia a Matty Healy? Quel ragazzo è uno schizzato cronico. Potrebbe morire da un secondo all'altro, e la responsabilità sarebbe solo mia», dissi, tentata dal seguire quella strada. Dovevo valutare i pro e i contro, e sinceramente io dovevo essere lì soltanto per conquistare Callie, di certo non per fare da babysitter ad un ventottenne in crisi di astinenza che adescava infermieri ambigui.

Tessa alzò le spalle. «Sembra l'unico modo, però».

«L'unico modo per fare cosa? Non essere più inutile? Non credo ci siano soluzioni, dolce Tessa».

Sentire quella voce dietro di me mi fece rabbrividire. Ignorai le facce sconvolte – ed arrabbiate – di Tessa e Brendon per voltarmi verso il mio più grande nemico. Cosa ci faceva Luke in casa mia? Se Michael l'aveva invitato a cena gli avrei intinto lo spazzolino nel water dopo averlo usato per masturbarmi – e sì, l'avrei fatto sul serio. Non poteva permettersi di invitare il mio peggiore nemico nel mio territorio!

«Ma allora sei davvero come un herpes, oltre ad averlo di sicuro», sbottai spigliata, guardandolo negli occhi, «Che ci fai qui? Hai sbagliato strada per il bordello in cui lavori?».

Luke ricambiò le occhiate sorridendomi sornione. «Il tuo meraviglioso fratello dal pene d'oro mi ha invitato a cena qui, dopo essere passato a prendermi al lavoro per andare a prendere un caffè insieme. Non lo trovi delizioso, che ceneremo insieme stasera?», mi chiese sarcastico, la voce pregna di veleno quasi quanto la mia.

«Piuttosto faccio un bagno nell'acido», sbottai, sorridendo falsamente, «Quindi lavori anche? Mi sorprende! Mio fratello sa che molto probabilmente questo lavoro prevede te che dai il culo a chiunque passi?», aggiunsi, facendo cadere il sorriso di Luke. Uno a zero per me, stronzo.

Sapevo, però, che non avrei avuto l'ultima parola. Ma non prevedevo che Luke sarebbe stato così stronzo da chiamare in causa i miei amici. «Beh, si dà il caso che c'è chi pagherebbe per avere un assaggio del mio culo. Tipo il tuo ex fidanzato, dolce Tessa, come si chiamava... Brian, giusto? Oh, sì, mi ha parlato di te e di quanto tu fossi frigida prima di sbattermelo dentro. È stato divertente», cominciò, sorridendo malizioso mentre si rivolgeva alla mia migliore amica che aveva tutta l'aria di volergli infilare le bacchette del sushi negli occhi, «E tu, Brendon, che ne diresti eh? Scommetto che ti piacerebbe possedermi».

«No grazie, le malattie veneree non mi piacciono», rispose, Brendon, risoluto, sorridendo malizioso.

Tessa invece era molto più arrabbiata – no, la storia di Brian che lo tradisce con Luke ancora la doveva digerire. «Chiamami di nuovo dolce Tessa e ti rifilo un calcio in culo talmente forte che l'unica cosa che potrà incularti saranno gli anelli di Saturno», sbottò rabbiosa mentre stringeva le bacchette nel pugno. Brendon le accarezzò un braccio per calmarla.

«Uhh, che paura», sbottò Luke, facendo finta di non avere paura sul serio – insomma, Tessa era spaventosa quando si incazzava – ed abbassandosi per accarezzarmi una guancia. In quel momento mi sentii come un peccatore di fronte a Lucifero, pronto ad aprire le sue fauci per mangiarmi. «Comunque no, il mio lavoro non consiste nel darlo via a tutti – anche se sai che mi piacerebbe. Io lavoro al centro di recupero per tossicodipendenti, per quel progetto con la scuola. Non mi trovi caritatevole, piccola?».

Feci una smorfia disgustata. «In effetti è strano che tu lavori lì, visto che non si tratta di qualcosa da cui trai profitto anche tu, piattola umana», borbottai, «E comunque, non so se la dolce Callie te l'ha detto, ma da lunedì lavoro anch'io lì. Sono stata assunta», aggiunsi, cercando di sembrare seria. La parte razionale di me voleva prendermi a testate per la mia stupidità. Un conto era dirlo a Callie, ma a Luke...

Luke mi guardò stupito. «Tu? Lavori lì? Chi hai pagato per farti assumere? Non sei proprio la persona che Yolanda Hadid cerca, sei così... sgraziata!», mi prese in giro, sorridendomi beffardo, «Beh, comunque io vado. Tuo fratello prima di mangiare voleva fare un aperitivo, non ti dico con cosa però», disse prima di andarsene, facendomi un occhiolino che mi fece gemere disgustata.

Dimenticai presto ciò che aveva detto a proposito di mio fratello, però. Il nome della direttrice del centro di recupero – o meglio, il suo cognome – mi suonava familiare. Forse, senza volerlo, Luke mi aveva dato la chiave per entrare a far parte dello staff e vendicarmi di lui una volta per tutte.

«Che persona di merda», sbottò Tessa, facendomi voltare verso di lei, «Perché sorridi in questo modo? Sei inquietante», mi chiese, sospettosa.

«Il cognome Hadid vi suona familiare, ragazzi?», chiesi, sorridendo sorniona. Ormai avevo la vittoria in tasca.

Tessa si mordicchiò il labbro inferiore. «Bella, l'ex di Abel, portava quel cognome. Ma perché ce lo chiedi?».

Mi strofinai le mani, sentendomi un vero genio del male. Ormai lo ero a tutti gli effetti. «Bella ha una sorella che si dà il caso sia attratta dalle ragazze. Gigi, ce l'avete presente?», chiesi, alzando le sopracciglia in modo malizioso, «Entrambe sono figlie di Yolanda, la direttrice del centro».

Brendon capì subito le mie intenzioni, infatti si portò una mano in faccia. «Non dirmi che cercherai di farti Gigi per convincere sua madre ad assumerti».

«Perché, è una cattiva idea? È un piano geniale!».



***



[A/N] Buon pomeriggio! Wow, mi fa strano postare ad un orario decente. AHAHAHA

Questo capitolo è stato davvero facile da scrivere, forse perché non è che succeda molto - alla fine getta soltanto le basi per ciò che succederà nel prossimo capitolo, ovvero i tentativi (che riusciranno?) di Claire di conquistare Gigi. Chissà, riuscirà nei suoi intenti? Lo scoprirete nel prossimo capitolo. Purtroppo, però, dovrete aspettare: siccome questa settimana sono arrivata ai tanto agognati mille followers (e chi ci avrebbe mai sperato, LOL), ho deciso di aggiornare una storia a settimana, per sette giorni consecutivi, e di pubblicare una nuova storia alla fine di ogni settimana, e Slut+Sluttier è la quarta in ordine di aggiornamenti, quindi tenete duro - ma a chi prendo in giro. Come faremo senza Claire?

Alla prossima! ♡


PS: la prima volta che andai a mangiare sushi, quando tornai a casa mangiai pizza sul serio AHAHAHA (che volete farci, avevo fame e alla pizza fatta in casa non si può resistere- comunque, il sushi mi piace un sacco, a voi?)

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