Insicura (COMPLETA)

Por WinterSBlack

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(Vincitrice Wattys2018 Categoria I Contemporanei) "Questa è la storia di una ragazza dal passato difficile c... Más

1. La mia vita
2. Il nuovo compagno di scuola
3. Uscire con Jason Forster
4. La ragazza di Arn
5. Tempo
6. Hebe Daniels
7. Party
8. Sfuriata
9. Uscita tra amici
10. In casa
11. Casa sua
12. La Band
13. La scuola è un campo di battaglia
14. Amica?
15. Scivoloso
16. Nuove compagnie
17. Stomaco
18. Vacanza
19. Giochi
Angolo Autrice
20. Racconti notturni
21. La Casa Stregata
22. Anno nuovo
23. Recita
24. Sfuggire di mano
25. Hakuna Matata
26. Realizzazione
27. Confessioni
28. Avere un ragazzo
28. Dichiarazione
29. Operazione salvataggio cuori infranti
30. Iris Reagan
31. Alla ricerca di un bel regalo
32. San Valentino
33. Errore
34. Segreti svelati e situazioni risolte
35. Lasciare
37. Ansia da palcoscenico
38. Concerto di beneficenza
39. Problemi di comunicazione
40. Boccino d'oro
Special p. 1
Special p. 2
41. Troppo passato per vivere il presente
42. È andata peggio
43. La forza di parlare
44. Stop
Sorpresa

36. Sul palco per gioco

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Por WinterSBlack

«Quindi... Ora state assieme.» commentò Hebe con sguardo critico durante la pausa pranzo in mensa.
«Già.» sorrisi mentre Lance mi metteva una mano sul fianco per tirarmi vicino a lui.
«Ah, potrei vomitare.» commentò la mia amica alzando gli occhi al cielo.
«Che ladra di citazioni.» fece Lance puntandole contro la forchetta.
Hebe lo guardò male, zittendolo con uno sguardo gelido.
«Sappi che se lei soffre, tu sei morto, intesi?» disse la ragazza seriamente. Anche Lance si fece serio.
«Non soffrirà.» replicò.
Quasi mi commossi davanti a quelle parole.
«Comunque, bando alle ciance... Domenica prossima...» iniziò la ragazza.
«Stai con Theo.» la interruppi.
«Come?» chiese lei confusa.
«Tu e Theo state assieme. Vi ho visti stamattina...» sorrisi maliziosamente.
«Non stiamo assieme. Ci frequentiamo ed usciamo assieme. È diverso.» sbottò lei.
«E comunque prima che tu mi interrompessi...»
«Ma non mi sembra giusto trattarlo così, cosa ti impedisce di ufficializzare la cosa?» chiesi angelicamente.
«Credo, Zhur, che la sua espressione dica "fatti i cazzi tuoi"» intervenne Lance.
«Caspita, Lancelot, la nuova relazione ti ha fatto diventare più perspicace, eh?» commentò fintamente incredula la mia amica.
Lance non replicò, ma si limitò a roteare gli occhi.
Forse era troppo di buon umore per litigare? E il buon umore dipendeva da me?
«Comunque stavo dicendo che il prossimo mese ci sarà il compleanno di Wren.» disse.
«La cotta di Xavier.» ricordò Lance ridacchiando sotto i baffi.
«Esatto... E Xavier sta organizzando una cosa in grande per il suo regalo di compleanno. Siccome lui non vuole essere il solito banale che regala collane o gioielli stupidi... » fece la ragazza gesticolando con le mani.
«Uh, quindi cos'ha in mente?» chiesi curiosa. Conoscendo il ragazzo avrebbe fatto le cose in grande ed incredibilmente esagerate. Era assolutamente imprevedibile.
«Uh... Voleva organizzare un'opera teatrale. Insomma, ha scritto il copione e ingaggiato alcuni attori.» commentò agitando la forchetta.
«Cos'è che ha fatto?» chiese Lance incredulo, mentre io mi mettevo a ridere.
«Però si è verificato un problema.» aggiunse Hebe.
«Che problema?» chiesi.
«Hellman gli ha messo in testa che gli attori sono troppo freddi e distanti. E anche se il copione è di Xavier, non ci sarebbe abbastanza... Com'è che ha detto? Sentimento per ciò che aveva in mente.» replicò Hebe.
«Ma scusa, se sono attori professionisti saprebbero capaci di recitare ciò che Xavier vuole esprimere.» commentò Lance.
«Ma Xavier non vuole professione. Vuole qualcosa di significativo e più vicino a Wren. Così ha totalmente stravolto il cast, ingaggiando alcuni compagni dell'Accademia. Tutte persone che conoscono Wren.» ci spiegò.
«Oh, quindi sarebbe un regalo fatto anche da parte loro. È interessante.» dissi sorridendo.
«Aspetta un po', da come lo stai dicendo sembra ci siano ancora problemi.» intervenne Lance scettico.
«Certo. Infatti gli mancano i protagonisti.» replicò Hebe.
«Come fanno a mancargli i protagonisti?» ridacchiai scuotendo la testa. «Manca un mese! Anche se li trovasse non basterebbe loro per prepararsi, no?» commentai.
«Oh... Perché ho una brutta sensazione?» chiese Lance inarcando le sopracciglia.
«Sapete... Ci chiedevamo se foste disposti a prendere quel ruolo...» disse Hebe guardando ovunque tranne che noi.
«Scherzi, spero.» affermai.
«Sentite... Ormai state assieme ma Xavier aveva pensato a voi proprio per aiutare Azura col suo problema di cuore e...»
«Xavier sapeva che ti piacevo?» mi chiese Lance incredulo.
«Sì, diciamo che lo sapevano un po' tutti.» replicai con noncuranza. «A quanto pare ero abbastanza evidente.»
Lance ridacchiò e scosse la testa.
«Comunque, che dite? Volete tentare?» chiese Hebe.
«Scusami, ma non conosciamo né il copione né i nostri ruoli... E poi non penso di saper recitare o di poter imparare battute a memoria in un solo mese.» dissi.
«Tranquilla. A parte quelli del corso di teatro, gli altri sono tutti piuttosto scarsi.
Facciamo così, ci oggi venite con me al teatro dell'Accademia. Risolveremo la situazione.» disse Hebe ignorando il fatto che non avevamo nemmeno accettato. Poi si alzò e si allontanò con il vassoio che svuotò in un cestino affianco all'uscita.

Hebe guidava davanti a noi, facendoci da navigatore mentre la seguivamo con l'auto di Lance.
«Cosa ne pensi? Di questa recita intendo.» chiese il ragazzo appoggiandomi la mano sulla coscia.
«Penso che Xavier sia pazzo. Ma probabilmente è ordinario per uno come lui.» sospirai, mentre intrecciavo felicemente le dita alle sue.
«Già...» commentò Lance assente.
Sciolse la mano dalla mia e cambiò marcia, per poi riprendere la mano.
Hebe parcheggiò fuori dai cancelli dell'Accademia. E noi riuscimmo a trovare posto poco lontano.
I cancelli erano chiusi, quando arrivammo sotto le porte, ma appena Hebe mandò un messaggio, esse si aprirono dinanzi a noi.
Percorremmo a piedi il vialetto che ci portava ai grandi portoni di quello che sembrava un castello, ma invece di entrare da quello, Hebe ci condusse sul retro.
Attraversammo un'arcata che ci portò davanti un'altra edificio separato dalla struttura principale che assomigliava ad una villetta di campagna.
L'interno era decisamente diverso da come me l'ero immaginata. Era un imponente teatro con poltrone di velluto rosso e un palcoscenico con incisioni in legno pregiato. Vedevo anche colonne dorate, ma non ero sicura che fossero vere. Almeno, speravo che non lo fossero.
Sul palco c'era un grande via vai di gente che trasportava oggetti e abiti. Al centro di quel caotico movimento c'era Xavier Bellson con una matita incastrata dietro l'orecchio e dei fogli in mano, intento a dare ordini distratti alla gente.
Hebe si diresse verso il palco, ma invece di raggiungere lo sperduto figlio miliardario, si pose davanti al ragazzo con il violino, Theo Allwell.
«Il resto della Band?» chiese la ragazza.
«Dovrebbero arrivare a momenti. Stiamo preparando la colonna sonora, ma non sembrano contenti di suonare qualcosa che non sia rock.» ridacchiò lui. Vidi Hebe sorridere appena davanti al volto sereno del ragazzo. Io stessa sorrisi.
Ah! Il potere dell'amore!
«Bene, i preparativi stanno finendo. Mancano solo i protagonisti!» esclamò ad un tratto Xavier alle persone attorno a lui, appena riemerso dai suoi appunti.
Il ragazzo voltò su se stesso prima di individuarci con un ampio sorriso.
«Ma eccoli qua! Non vi aspettavo!» esclamò balzando giù dal palco e fiondandosi verso di noi.
«Nemmeno noi. Credimi amico.» scherzò Lance.
«Sembrate impauriti, qual è il problema?» chiese Xavier dando un'energica pacca alla spalla di Lance.
«Potresti essere tu a terrorizzarci.» replicò il mio ragazzo massaggiandosi la spalla.
«Lo so, lo so... Il ruolo di protagonisti. Mamma che paura! Non ce la faremo mai e bla bla bla.» commentò Xavier.
«Ma tranquilli che nell'opera che ho scritto io, i protagonisti hanno il ruolo più semplice.» ci spiegò il ragazzo invitandoci a sedere. Si levò il berretto alla francese dal capo e se lo posò sui pantaloni stirati della divisa scolastica.
Accavallò le gambe e ci guardò come se stessimo per avere un colloquio.
«Ascoltate, nella mia opera i protagonisti non parlano. Quindi non avrete battute da imparare. Sono i personaggi secondari che fanno tutto il lavoro. Il punto è che tutta la storia è incentrata su questi due, ma chi manda avanti tutto sono gli altri. È una teoria semplice. Come quella dei pettegolezzi, capite?» iniziò a spiegarci il ragazzo.
«Una storia dove i protagonisti non parlano.» ripetei stupita.
«Amico, non pensavo che saresti stato capace di ideare qualcosa del genere.» commentò Lance.
«Sai, Lance, potrei anche offendermi.» Xavier inarcò un sopracciglio, ma poi iniziò a ridere.
«Sono il rampollo di una famiglia importate. Ho tante abilità.»
Alzai gli occhi al cielo.
«Comunque sia, dovete fare solo due cose. Essere sempre presenti e riuscire a stare immobili come statue per altre volte. Dovrete solo compiere alcune azioni in determinati momenti. Ma sarà meglio che vi dia una copia del copione, così che possiate iniziare a provare con gli altri. Beh, ovviamente se accettate di partecipare.» disse velocemente.
Io e Lance ci guardammo per chiedere conferma. Alla fine lui rispose per entrambi:
«Okay, cosa potrebbe mai andare storto?»
«Grandioso! Così si ragiona!» Lance ricevette un'altra pacca sulla spalla.
«Oh, quasi mi scordavo. Vi dovrete baciare. È un problema per te, Chanders?» chiese Xavier prima di allontanarsi.
«È un problema se bacio la mia ragazza?» chiese in risposta Lance a me, facendomi sorridere come una babbea.
Xavier ci guardò stupito, ma poi si riprese in fretta.
«Questo semplifica tutto. Alla grande!» esclamò prima di correre nuovamente sul palco e mettendosi in testa quel berretto che poteva star bene solo a lui.

La storia parlava di questa ragazza che vedeva tutto, ma non lei stessa. Ci sarebbero state delle scene in cui si guardava allo specchio senza vedere niente, proprio mentre altre persone si guardavano e ci vedevano riflesse loro.
Gli altri personaggi parleranno di questa ragazza e la descriveranno. Alcuni dicono che è bella e generosa. Altri che è fredda e calcolatrice. La ragazza ascolterà, ma niente di quello che dicono gli altri è la vera lei. Oppure tutto quello che dicono è lei.
Contemporaneamente ci sarà questo ragazzo, che, al contrario, vede solo se stesso e non gli altri. Ci saranno altre scene metaforiche dove i personaggi secondari si metteranno una maschera con il volto di lui.
La gente parlerà di lui e spiegherà che è qualcuno che pensa di aver tutto, ma che in realtà è vuoto. A lui manca qualcosa che lui stesso non si può dare.
Poi ad un tratto, una di quelle tante persone si toglie la maschera e vede lei. Colei che vede solo gli altri.
Il ragazzo capirà che è lei il tassello mancante e cercherà di raggiungerla. Ma lei non lo vede. Tutti gli altri vedono lui che la cerca. Ma lei no. Perché lei non capisce chi sta cercando dato che non vede se stessa.
Alla fine della storia c'è lei che si guarda allo specchio, e dall'altra parte vede lui. In quel momento ci sarà la scena del bacio e tutti i personaggi secondari che smettono di parlare di loro, rimettendosi maschere anonime e andandosene per la loro strada.
«Non avrei mai pensato che potesse essere tanto... Profondo.» commentò Lance mentre leggevamo il copione sulle poltrone infondo al teatro. Gli altri, sul palco, sembravano così lontani.
«È una bella storia. E ha fatto tutto per lei.» dissi. «È una cosa così romantica.» dissi con un sospiro.
«Non lo trovi... Esagerato?» chiese Lance intrecciando le dita alle mie e fissandole.
Lo fissai piegando la testa. Mi passò per la mente che Lance avrebbe potuto essere geloso di Xavier e solo l'idea mi emozionava da morire.
«Hai ragione. È esagerato. Io preferisco decisamente qualcosa di semplice o eccentrico.» affermai dando un bacio sulla guancia del ragazzo.
Le porte del teatro si aprirono in quel momento facendo correre dentro una ragazza con vari rotoli di stoffa. La ragazza inciampò nel bel mezzo della strada, facendo rotolare il rotolo di stoffa rosa.
«Ehi! Tutto okay?» esclamai saltando in piedi e affrettandomi a raggiungere la ragazza.
«Sì, sì, siamo a posto. Uh, cioè, sono a posto.» esclamò la ragazza. Quando alzò lo sguardo riconobbi Frannie.
«Oh, ciao Azura!» squittì facendo cadere nuovamente la stoffa che aveva recuperato tra le braccia. Poi mi abbracciò di slancio.
«Che ci fai qui Fran? Non eri incaricata di tenere Wren lontano da qui?» Cammie scese dal palcoscenico e raggiunse l'amica per aiutarla con la stoffa.
«Cosa? Che stai dicendo? Eri tu quella incaricata di tenerla lontano da qui. Io sono andata a recuperare la stoffa!» esclamò Frannie sconvolta.
Quando capirono entrambi la situazione, le due ragazze si guardarono ad occhi sgranati.
«Oh no.» squittì Frannie mettendosi le mani sulla bocca.
«Presto! Vai a fermarla!» esclamò Cammie spingendo Frannie.
«Non posso! Matt ha bisogno del mio aiuto!» esclamò la bionda coprendosi il volto con entrambe le mani.
«Nemmeno io, sto sistemando le luci...»
A quel punto entrambe si voltarono verso di me.
«Cosa? Io non faccio parte di questa scuola e...» balbettai.
«Secondo me è eccitate. Ci infiltreremo in una scuola di ricconi. Una missione da spia.» affermò Lance circondandomi le spalle con un braccio.

Dieci minuti dopo, indossavo una camicetta bianca con il colletto blu, lo stesso colore della gonna a balze che mi arrivava sopra al ginocchio e la cravatta con lo stemma dell'Accademia.
«Okay... Mi sento a disagio... Com'è che riescono ad andare in giro così tutti i giorni?» chiesi infilando le moquette e uscendo dallo stanzino dello spogliatoio.
Lance si stava sistemando la mia stessa cravatta, indossando benissimo la divisa dell'Accademia.
«Sai che c'è in dotazione anche il berretto? Però non lo indossa nessuno. Sembriamo proprio veri inglesi, comunque.» ridacchiò il ragazzo passandosi le mani tra i riccioli biondi.
Afferrai la sua cravatta e lo tirai verso di me, incapace di trattenermi dal baciarlo.
«Sei sexy.» gli dissi mordendomi il labbro inferiore.
«Uuuuh, questa mi è nuova.» lo sentii ridacchiare sulle mie labbra.
«Mmm, penso che lo sentirai spesso d'ora in poi.» affermai.
«Ehilà, piccioncini. Smettetela di amoreggiare e andate a cercare Wren. Trattenetela finché uno di noi non arriva a sostituirvi.» proruppe Cammie irrompendo nello spogliatoio.
«E cosa le diremo?» chiesi.
«Vi inventerete qualcosa.» minimizzò la ragazza spingendoci fuori. Poi ci sbatté la porta del teatro in faccia.
«Bene, da dove iniziamo?» chiesi.
«Uh, forse sarà meglio dividerci... L'importante è che non raggiunga mai il teatro, no?» chiese Lance grattandosi la tempia.
«Penso di sì. Allora io cerco al piano inferiore e tu... All'esterno?» chiesi.
«Okay. Potresti trovarti una piantina. Così non ti perdi.» propose lui avviandosi.
Annuii e lo salutai con una mano mentre si allontanava.
Entrai dalla porta sul retro con l'intento di cercare tra la folla di gente la ragazza. Nessuno si accorse della presenza di una sconosciuta tra di loro. Non era insolito, considerando che c'era veramente molta gente in quell'accademia. Era assurdo conoscersi tutti.
Passai invisibile tra le persone. Finché non fermai un ragazzo per strada.
«Ehi, scusami. Non è che hai visto Wren Sutton?» chiesi sperando che la ragazza fosse abbastanza conosciuta in quell'accademia. Fortunatamente non venni delusa, considerando che gli occhi di quel primino si illuminarono non appena l'ebbi nominata.
«Tu la conosci di persona?» chiese entusiasta.
Lasciai la presa sul suo braccio e alzai gli occhi al cielo, proseguendo la mia ricerca.
Avevo cantato vittoria troppo in fretta.
Controllai tutti i bagni di quel piano e chiesi in giro, ottenendo reazioni medesime.
Stavo per perdere le speranze quando vidi la ragazza che osservava dalla finestra i campi all'esterno.
«Wren!» esclamai raggiungendola. Wren si voltò verso di me stupita.
«Azura! Che ci fai qui?» chiese inarcando le sopracciglia.
«Io... Io sono qui... Emh... Perché Xavier mi ha chiesto di essere qui.» dissi mentre mi arrotolavo un ricciolo rosso tra le dita nervosamente.
«Ah... Okay.» replicò la ragazza scettica.
«E adesso dov'è?» chiese.
«Ha lasciato che visitassi un po' la scuola.» affermai in fretta.
«Ma che razza di irresponsabile lascia l'ospite a vagare senza meta...»
«No! No! Non fraintendere. L'ho chiesto io! Perché sono qui con Lance e stavamo visitando assieme la scuola. Solo che io mi sono persa.» cercai di spiegare afferrandole le mani.
«Ma ora ci sei tu. Mi puoi far visitare tu l'accademia.» dissi con un sorriso.
«Mi piacerebbe Azura, ma devo far firmare questi documenti per la partecipazione ai tornei ai capitani delle varie squadre. Manca solo Xavier.» sbuffò lei. «Potremmo cercarlo assieme, così lui finisce il suo tour.» propose poi sistemandosi una ciocca di capelli setosi dietro il un padiglione auricolare perfetto.
«Certo! L'ultima volta che l'ho visto era... Umh... Nell'aula di arte, solo che quando ho provato a ritornare lui e Lance erano spariti.» dissi annuendo.
«Perfetto, possiamo cominciare da lì.» Wren sorrise e la mia autostima subì un duro bombardamento in quell'istante.
Per giungere all'aula di arte bisognava uscire all'esterno e attraversare il cortile, per poi entrare all'ala est. Era decisamente molto più lontano di quanto pensassi, ma almeno la stavo tenendo alla larga dal teatro.
Mentre eravamo all'aperto, Lance ci raggiunsel di corsa.
«Ah! Eccoti! Dov'è Xavier?» esclamai fingendomi preoccupata. Il ragazzo inarcò un sopracciglio quando intuì tutto.
«Uh, certo. Ti stavo cercando e mi sono separato da lui. Sai per ampliare la zona di ricerca.» replicò Lance.
«Com'è che in queste ultime settimane è sempre introvabile?» borbottò Wren infastidita.
«Perché sta facendo un progetto con noi due. Ci tiene occupati ed è anche il motivo per cui ci ha invitati qui.» dissi in fretta.
Dall'espressione di Wren capii che volesse chiedere di che progetto si trattasse, ma si trattenne. 
«Vero, è un progetto top secret.» annuì Lance.
«Qualunque progetto sia, deve prima firmare queste copie.» esclamò la ragazza ondeggiando i fogli che aveva in mano. «Altrimenti non parteciperà ai tornei primaverili di Basket con la sua squadra.»
«Potremmo... Dividerci e cercarlo. Lo manderò da te.» esclamò Lance.
«Se lo trovi prima tu digli di controllare ogni tanto il telefono. A meno che non ne tenga uno apposta per le sue conquiste.» sbuffò Wren.
Era gelosa. Ci vedevo gelosia.
Oh Mio Dio! Xavier era ricambiato?! Devo dirglielo!
«Probabilmente è impegnato anche lui ha cercarci...» disse Lance. «Allora io vado a cercarlo.» aggiunse prima di voltarsi e andarsene di nuovo.
«Senti, io avrei fame, non è che c'è un distributore qui?» chiesi con un sorriso innocente alla ragazza.
Wren sorrise di rimando e scosse la testa, prima di accompagnarmi ad un distributore di calorie.

«Perché non indossi la divisa?» fu la prima cosa che chiese Wren quando vide comparire Xavier.
«Perché credo che questi vestiti mi donino incredibilmente.» commentò il ragazzo. «Inoltre siamo fuori orario scolastico, non sto infrangendo alcuna regola accademica.» aggiunse levandosi il berretto dalla testa.
Wren alzò gli occhi al cielo.
«Dunque, per cosa mi volevi? Oltre che desiderarmi normalmente tutti i giorni.» commentò Xavier incrociando le braccia al petto.
Wren gli sbatté i fogli in faccia.
«Saresti dovuto venire nell'ufficio dei rappresentanti scolastici per firmare questi! Invece di gingillare in giro! È una tua responsabilità la squadra di basket, essendo tu il capitano.» sbottò la ragazza.
Trovai ingiusto che Wren si accanisse sempre contro Xavier, quando lui faceva tutto quel che faceva solo per lei. Ma, d'altronde, era Xavier stesso che non voleva farglielo sapere.
«Perché passare dai rappresentanti quando posso far venire la caposcuola?» chiese maliziosamente il giovane prendendo i fogli dalla sua fronte.
«È impossibile parlare civilmente con te.» sibilò Wren.
«Se accettassi le mie avance potresti civilizzarmi. Sai com'è, la passione mi rende animale.» continuò Xavier facendo un sorrisetto sghembo.
Wren arrossì e forse ne subii gli effetti anche io. Era indubbiamente... Non importante. Perché io avevo finalmente il ragazzo di cui ero innamorata affianco a me.
Afferrai la sua mano, giusto per sentirmelo più vicino, mentre assistevamo impotenti a quella commedia, di cui ero sicura si ripetesse piuttosto spesso.
Xavier firmò i fogli, scorrendo con lo sguardo le parole. Poi sfilò la penna dal taschino sul petto prominente di Wren e firmò con i fogli appoggiati alla finestra.
La firma del ragazzo era incredibilmente elegante e sfarzosa. Diceva molto di lui.
Restituì i fogli alla ragazza, non prima di aver rimesso la penna al proprio posto.
Ero convinta che lo facesse apposta. Giusto per sfiorarle il seno.
«Fatto. C'era bisogno di inseguirmi in capo al mondo per un autografo?» scherzò.
«Scusa se tengo alle tue partite.» sbuffò Wren abbassando lo sguardo. Poi se ne andò prima che qualcuno di noi avesse alcun tipo di reazione.
«Bene ragazzi, pronti a interpretare i ruoli di Hermione e Xander?» chiese vivacemente il nostro direttore.

Angolo Autrice

Dunque ragazzi, ci sono ancora due cosette che devono succedere prima che finisca il libro. Queste due cosette sono... Umh, forse è meglio non anticiparvi altro.
Comunque, godetevi questa quiete babbana finché potete

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