Angel with a shotgun (Solange...

By poseidon1999

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Nico è un angelo neutrale, non si è schierato nè con il Paradiso nè con l'Inferno quando Lucifero si ribellò... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
One year without you (Alan Rickman)
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Epilogo- due mesi dopo
Ringraziamenti
Unforgettable Love

Capitolo 19

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By poseidon1999

Nico finì di lavarsi i denti e osservò il suo riflesso, stanco e sciupato, dallo specchio. Sembrava più lo spettro di sé stesso, paura e agitazione lo stavano lentamente logorando. Con un sospiro si legò i capelli corvini in un codino spettinato, spense la luce del bagno e si avviò in camera. Si sdraiò e sospirò sollevato quando sentì la superfice morbida e confortevole del letto. Spense la luce e si lasciò avvolgere dal silenzio della notte, lasciando che i muscoli, indolenziti e contratti, si rilassassero. Non voleva addormentarsi, non ancora, non voleva rivivere l'incubo per l'ennesima volta, ma era distrutto e il letto era caldo e accogliente e quello bastò per farlo scivolare in un sonno senza sogni.

Erano le tre di notte e Nico spalancò gli occhi, sedendosi di scatto sul letto. Sentiva la pelle del collo bruciare come se lo stessero marchiando a fuoco. Afferrò la catenina e la allontanò il più possibile dal collo, gemendo di dolore per il bruciore che gli aveva causato. Osservò il pendente a forma di spada, il quale era illuminato da una vivida luce vermiglia. Nico uscì velocemente dal letto, spalancò la finestra e si lanciò nella notte. Spiegò le possenti ali e le batté il più velocemente possibile, trasformando il ciondolo nella sua spada, pronto per combattere. Aveva riconosciuto la luce rossa che aveva illuminato il ciondolo: Alexandra aveva bisogno di lui. Erano sotto attacco.

L'arcangelo strinse più forte l'impugnatura calda della spada, tanto che le nocche diventarono bianche, e pregò di arrivare in tempo. Arrivò a destinazione e ciò che vide gli fece mancare alcuni battiti: sul tetto del palazzo di Will Ruben, Alexandra e Victor stavano fronteggiando sei demoni, poco lontano vide Jason e Percy accorrere in loro soccorso. Nico strinse i denti e fece aderire le ali alla schiena, lanciandosi in picchiata contro uno dei due demoni con cui stava duellando Alexandra. Prese il demone per le braccia e lo scaraventò a una ventina di metri di distanza, spalancò, poi, le ali e fermò bruscamente la sua picchiata.

"Ah, l'ospite d'onore è arrivato" sogghignò il demone, rialzandosi e pulendosi con un gesto secco un rivolo di sangue dal labbro. L'arcangelo non rispose, si mise in posizione d'attacco, le ali spalancate per illuminare il terreno di fronte a sé. Il suo avversario recuperò i pugnali con i quali stava lottando e si scagliò contro l'angelo. Nico parò il primo pugnale con la spada e schivò l'altro diretto al suo collo, passando al contrattacco con un fendente alla gamba del demone. L'avversario schivò velocemente, aiutandosi con un battito d'ali. Nico approfittò di quell'attimo di distrazione e attaccò con una stoccata alla coscia dell'avversario, procurandogli un lungo taglio profondo alla gamba. Il demone urlò di dolore atterrando qualche metro più in là, esaminando velocemente la gravità del colpo, rendendosi contro che era troppo grave per continuare a combattere a terra, la gamba non avrebbe retto il suo peso.

L'angelo non perse tempo e si scagliò contro l'avversario, puntando un affondo al petto del demone. Lui se ne accorse e parò il colpo all'ultimo secondo, le lame dei pugnali incrociate e in mezzo la punta della spada a un soffio dal suo petto. Con un colpo fulmineo uno dei due pugnali partì all'attacco e lo ferì all'avambraccio destro, il braccio con cui impugnava la spada. Questo momento di distrazione diede il tempo necessario al demone di librarsi in volo sopra l'angelo, attaccandolo con brevi colpi ravvicinati, istigandolo ad alzarsi a sua volta in volo. Nico ringhiò per una ferita, poco profonda, alla spalla e si costrinse a prendere a sua volta il volo. Combatterono in aria, in un susseguirsi di attacchi, parate e schivate, facendo sembrare quel feroce combattimento una danza elegante.

Nico parò con un ala l'ennesimo attacco, quando un urlo proveniente dal palazzo lo distrasse. Si voltò e ciò che vide gli fece gelare il sangue nelle vene: Will, tramortito, era sorretto da due possenti demoni, i quali lo scortarono via, seguiti da un terzo demone che Nico riconobbe come Belial. Quel breve attimo di distrazione gli costò una ferita alla gamba, ma non gli importava. L'unica cosa a cui riusciva a pensare era che doveva salvare Will.

"Dove credi di andare?" disse il demone, piazzandosi di fronte a lui, nascondendo Will dalla sua vista.

"Togliti" ordinò ma il demone scosse la testa. Lo attaccò con tutta la forza che aveva, senza dagli la possibilità di difendersi, attaccando ogni parte di lui che la sua spada incontrasse. Con un colpo netto gli fece volare di mano i pugnali e lo tramortì con l'elsa della spada, facendolo cadere da trenta metri di altezza sul tetto del palazzo. Quando alzò lo sguardo per vedere dov'era Will si accorse che ormai se n'erano andati. L'aveva perso ed era solo colpa sua.

Furente, atterrò insieme agli altri, ma la gamba ferita non resse il suo peso. Perse la presa sulla spada, ma le braccia forti di Ruben e Percy lo sorressero, evitandogli di cadere. Alexandra gli pose la spada e lui la prese, utilizzandola come un bastone, cercando di non pesare troppo sulla gamba ferita. Quando alzò lo sguardo vide il demone con il quale aveva combattuto immobilizzato da Victor e Jason, i quali lo avevano tirato in piedi senza cerimonie, senza curarsi delle sue ferite. Si fece avanti zoppicando, la spada che ticchettava contro il cemento, posizionandosi di fronte il suo avversario. Ora che era fermo riusciva a riconoscerlo, nonostante il volto tumefatto: era Abraxas, uno dei demoni fidati di Lucifero.

"Tu" disse sprezzante, guardandolo con disgusto.

"Vedo che mi riconosci ancora" ridacchiò piano il demone, alzando lo sguardo su di lui.

"Già, ho buona memoria. Dimmi dov'era diretto Belial" ordinò senza mezzi termini.

"Perché pensi che te lo dirò?" lo sbeffeggiò Abraxas.

"Tu me lo dirai, volente o nolente lo farai" ringhiò Nico, prendendo uno dei pugnali di Alexandra dal pavimento, premendolo contro la gola del demone, alcune gocce di sangue stillarono dalla ferita.

"Allora uccidimi perché da me non otterrai nulla" rispose Abraxas, scoprendo i denti, la testa reclinata all'indietro a causa del pugnale.

"Credimi non desidero altro" confessò Nico, premendo ancora più a fondo il pugnale, facendo boccheggiare Abraxas.

"Nico" lo chiamò Victor, preoccupato.

"Zitto!" lo ammonì l'arcangelo imperioso, fulminandolo con lo sguardo. L'angelo della Bilancia tacque, ma continuò a fissare Nico, preoccupato per le sue prossime mosse "Parla. Dov'erano diretti?"

"Non ti dirò nulla, dovrai uccidermi" ripeté testardamente Abraxas, digrignando i denti per la ferita.

"Nico, non farlo" disse Alexandra, affiancando l'arcangelo, cercando di persuaderlo. Nico non rispose, assottigliò lo sguardo e strinse la mascella. Se quel demone non voleva collaborare, dandogli le informazioni che bramava, era superfluo. Udì indistintamente le urla degli altri angeli quando, con un gesto fulmineo, tolse il pugnale dalla gola di Abraxas e lo piantò nel centro esatto della sua schiena, tra le due ali, il punto mortale per demoni e angeli. Il demone spalancò gli occhi, sorpreso, un rivolo di sangue gli uscì dalle labbra. Victor e Jason lasciarono il corpo privo di vita di Abraxas, il quale cadde con un tonfo sordo sul pavimento.

"Ma che ti è preso?" ringhiò Victor, avvicinandosi furente a Nico.

"Non era di alcuna utilità, sarebbe stato solo un peso" rispose calmo l'arcangelo.

"Potevamo convincerlo a parlare in qualche altro modo!" esclamò l'angelo della Bilancia, incredulo.

"No, e lo sai. Era fedele a Lucifero e i suoi più fedeli servitori sono legati a lui con un legame indissolubile. Se solo avesse provato a svelare qualcosa inerente alla missione il potere del legame lo avrebbe ucciso sul colpo. Era l'unica cosa che potevo fare" ribatté Nico, sostenendo lo sguardo di Victor.

"Avremmo potuto trovare un modo per spezzare il legame oppure..."

"Ora basta! Victor non permetterti mai più di parlarmi così. Devo forse ricordarti che tu sei ai miei ordini? Che rispondi a me per questa guerra?"

"No, lo so" disse controvoglia Victor, abbassando lo sguardo in segno di remissione.

"Farai bene a non dimenticarlo" rispose Nico, decretando chiuso l'argomento. Si voltò verso gli altri angeli, sfidandoli con lo sguardo a ribattere, ma nessuno di loro proferì parola.

"Dovremmo andare. Bianca ci sta cercando, sarà preoccupata" mormorò Victor, accorgendosi che il suo ciondolo scintillava di una vivida luce rosata.

"Andiamo" disse Nico, battendo la spada una volta sul pavimento prima che quella svanisse e si tramutasse nel suo ciondolo. Spiegarono tutti le ali e presero il volo, ritornando a casa, nessuno di loro disse qualcosa per tutta la durata del viaggio. L'arcangelo atterrò dolcemente sul balcone, ma fu costretto ad aggrapparsi alla ringhiera del balcone per non cadere. Percy gli fu subito accanto, passandogli un braccio attorno alla vita per sostenerlo, facendolo entrare in casa.

"Oh mio Dio! Nico!" esclamò Hazel accorrendo in aiuto del fratello, aiutando Percy a sostenerlo, facendolo distendere sul divano. L'arcangelo digrignò i denti quando si sdraiò e distese la gamba sul divano.

"Che cos'è successo?" chiese Bianca, abbracciando Victor, per poi inginocchiarsi al capezzale del fratello, esaminando la ferita.

"Un attacco. Hanno attaccato la casa di Will e lo hanno rapito" spiegò Alexandra, sedendosi su una delle sedie che Hazel aveva portato in sala dalla cucina.

"Non può essere" sussurrò Bianca, sconvolta, osservando gli altri angeli, i quali annuirono tristemente. Hazel ritornò con un paio di forbici, bende, del disinfettante e alcune boccette di Siero della Vita che Victor aveva portato loro pochi giorni prima per ogni evenienza. Posò sul divano le boccette di Siero, le bende e il disinfettante, prendendo il posto di Bianca inginocchiata di fronte al fratello. Tagliò il tessuto dei pantaloni, esponendo la ferita, un lungo e profondo taglio, la quale non sanguinava più tanto. Ripulì la ferita col disinfettante, facendo gemere e contorcere Nico per il dolore. Una volta finito bendò la gamba con una garza bianca, fasciandola il più stretto possibile. Si rialzò da terra, recuperò una boccetta di Siero e si si sedette sul bracciolo del divano, alzando piano la testa del fratello per fagli bere il liquido. Nico bevve tutto d'un fiato il Siero, per poi posare di nuovo la testa sul bracciolo del divano, chiudendo gli occhi, cercando di non pensare alla gamba ferita che pulsava dolorosamente.

"Volete spiegarci cos'è successo per ridurvi in queste condizioni?" domandò Bianca finendo di curare Jason, applicandogli una benda sulla mano. Ruben e Alexandra raccontarono a turno l'accaduto, di come i demoni li avessero colti di sorpresa, dell'arrivo di Victor, Percy, Jason e Nico, della battaglia e dell'uccisone di Abraxas. L'ultimo punto lo raccontarono di malavoglia, lanciando continue occhiate preoccupate nella direzione di Nico, come se si aspettassero un altro scoppio di rabbia da parte dell'arcangelo. Nico, invece, rimase in silenzio, ascoltando distrattamente il resoconto della serata, ignorando le domande che Hazel e Bianca gli rivolsero.

"Dove pensi di andare?" chiese Hazel, allarmata, quando il fratello si mise a sedere di scatto, tentando di alzarsi dal divano.

"Devo ritrovarlo" rispose semplicemente Nico, ma Jason si parò di fronte a lui, bloccandolo "Jason lasciami. Devo andare, devo cercarlo"

"Ascolta, lo troveremo, ma ora non sei nelle condizioni adatte per cercarlo" disse l'angelo della Grazia con voce ferma, sostenendo lo sguardo infuocato dell'arcangelo.

"Non posso! Più tempo rimane con loro, più aumentano le probabilità che gli facciano del male! Non posso permetterlo. Togliti di mezzo, Jason" ringhiò l'arcangelo, gli occhi neri divennero di una fredda sfumatura argentea.

"No. Movimenteremo alcuni guerrieri per cercarlo, ma tu non ti muoverai di qui. Sei sconvolto per il suo rapimento, se andassi a cercarlo adesso ti faresti uccidere. Non sei nelle condizioni adatte per difenderti e non saresti di aiuto a Will. Ti chiedo solo di riposarti, recupera le forze. Domani, quando avrai la mente lucida, lo cercheremo" ribatté duramente Jason, i suoi occhi azzurri sfumati di un blu cobalto come le sue ali. Nico avrebbe voluto ribattere, ma le parole dell'amico lo avevano spiazzato. Era vero, era stanco, spossato e un principio di mal di testa che non lo faceva ragionare con lucidità, ma la paura che potesse capitare qualcosa a Will lo stava logorando.

"Va bene, aspetteremo domani" sussurrò Nico, chiudendo gli occhi per poi riaprirli, facendoli ritornare del loro solito colore nero. Aveva un disperato bisogno di riposare, tutti lo avevano, e pregava con tutto il cuore che Will resistesse.

"Vado ad avvisare alcuni guerrieri, si mobiliteranno subito per cercarlo" esordì Victor, alzandosi e facendo un rapido giro di saluti "Lo troveremo, Nico. Questa è una promessa" sussurrò all'orecchio dell'arcangelo quando lo abbracciò.

"Va" disse Nico, annuendo stancamente. Poco dopo anche gli altri lasciarono l'appartamento, lasciando da soli i tre angeli. L'arcangelo si alzò faticosamente dal divano e, aiutato dalle sorelle, andò a letto, crollando subito in un sonno senza sogni.


I due giorni seguenti furono dedicati a delle ricerche serrate nella speranza di trovare il più piccolo segnale di dove si fossero nascosti i demoni, ma non trovarono nulla. Avevano cercato dappertutto, ma nessuna delle loro ricerche diede i risultati sperato, facendo aumentare di giorno in giorno la preoccupazione dell'arcangelo.

"Maledizione! Dove possono essersi cacciati?" ringhiò Nico, spazientito, quando l'ennesimo guerriero gli consegnò cattive notizie.

"Non lo so, ma stiamo facendo tutto il possibile" disse dolcemente Annabeth, cercando di placare le ire dell'arcangelo.

"Non è abbastanza!" scattò Nico, spalancando le ali, prendendo il volo. Atterrò pesantemente su una piccola nuvola cercando di calmarsi, di mitigare la sua rabbia e la sua frustrazione. Si accucciò sui talloni, prendendosi la testa tra le mani, sentendo la rabbia mitigarsi per far spazio alla disperazione. Erano due giorni che cercava senza sosta Will, due giorni che pregava di trovarlo, ma per quanto si sforzasse non riusciva a trovare nessun indizio sul luogo in cui i rapitori lo avessero portato. Tutto ciò lo stava lentamente logorando, facendolo precipitare inesorabilmente in un barato di disperazione ogni volta che le ricerche non andavano a buon fine. Si sentiva così maledettamente impotente.

Gli sembrava di essere ritornato indietro nel tempo, di rivivere quello che era successo con Elisabeth. Non aveva imparato dagli errori del passato: non era riuscito a proteggere Elisabeth da Luke, ora non era riuscito a proteggere Will dai demoni di Lucifero come secoli addietro. Era solo colpa sua, avrebbe dovuto proteggerlo meglio, ma non l'aveva fatto e queste erano le conseguenze della sua stupidità. Non poteva permettere al passato di ripetersi, non poteva permettere che Will venisse ucciso come Elisabeth, avrebbe fatto di tutto per evitarlo, anche a costo della sua vita.

"Nico?" la voce di Annabeth lo chiamò gentilmente, riscuotendolo dai suoi pensieri. Alzò la testa e osservò l'angelo, la quale gli sorrise dolcemente asciugandogli una guancia dalle lacrime che non si era accorto di versare "Lo troveremo, non disperare"

"Annabeth, io... mi dispiace, non volevo urlarti contro..."

"Tranquillo, lo capisco. So che per te non è facile questa situazione, ci stavamo solo chiedendo quando saresti crollato"

"Quando sarei crollato?" domandò senza capire.

"In questi giorni sei stato troppo controllato, ma oggi le tue emozioni hanno preso il sopravvento" spiegò dolcemente Annabeth, inginocchiandosi di fronte a lui.

"Annabeth, non ci riesco. Non so più dove cercare, ho paura di perderlo. È quanto di più bello mi sia capitato in questi ultimi anni, non posso perderlo" mormorò Nico, chinando la testa, sentendo le lacrime bagnare nuovamente le sue guance. Annabeth non disse nulla, lo abbracciò, permettendogli quel piccolo attimo di vulnerabilità per sfogare il dolore che gli straziava il cuore. Nico si aggrappò forte all'amica, cercando quanto più conforto possibile da quell'abbraccio.

"Nico!" lo chiamò Alexandra, volando verso di loro. L'arcangelo si alzò di scatto, voltandosi per qualche minuto, asciugandosi velocemente le lacrime che aveva sulle guance, cercando di recuperare un minimo di controllo.

"Alexandra, cos'è successo?" chiese Annabeth, alzandosi a sua volta, mentre l'angelo del Leone atterrava sulla nuvola, stringendo qualcosa nella mano destra.

"Ho trovato qualcosa" esordì l'angelo dello Zodiaco, aprendo la mano di fronte ai due angeli. Nico si voltò di scatto, il respiro mozzato, riconoscendo la catenina che Alexandra teneva in mano.

"Dove l'hai trovata?" domandò l'arcangelo, prendendo la collana con la piuma che aveva donato a Will il giorno di S. Valentino.

"Nella camera di Will, durante la lotta i demoni gliel'hanno strappata dal collo ed è finita sotto il suo letto" spiegò l'angelo del Leone. Nico chiuse le dita sulla piuma, sentendo il lieve calore che emanava scaldagli la mano, chiudendo gli occhi. Quella piccola piuma rappresentava il suo legame con Will, i sentimenti che provava per lui. Era il pegno del suo amore. Simboleggiava il suo cambiamento per amore di Will. Riaprì gli occhi e allentò la presa sulla piuma, osservando incantato le profonde venature dorate, l'unico ricordo che gli rimaneva delle sue ali prima della scelta.

"Alexandra, Annabeth, dite a tutti di intensificare le ricerche" ordinò Nico, trafiggendole con il suo sguardo argentato. I due angeli annuirono e volarono via per riferire i nuovi ordini.

Resisti amore mio, sto arrivando. Ti salverò, è una promessa.


Quella sera, sotto minacce da parte delle sue sorelle, Nico decise di passare quella sera a letto a riposare, cercando di recuperare quei due giorni di sonno perduti. Credeva non sarebbe mai riuscito ad addormentarsi, era troppo agitato, ma non appena la sua testa toccò il cuscino sprofondò nel mondo dei sogni.

Si ritrovava nuovamente nella piccola stanza del sogno precedente, Will era seduto su una sedia al centro della stanza. La fioca luce della lampadina metteva in risalto il volto tumefatto e gonfio a causa delle botte che aveva ricevuto. L'occhio sinistro era chiuso e viola, aveva un taglio profondo sul sopracciglio destro e il labbro inferiore spaccato, senza contare i numerosi tagli che deturpavano il busto del ragazzo. La porta della stanza si aprì, richiudendosi poi con un tonfo sordo, e tre persone entrarono nel cono di luce della lampadina. Belial era di fronte a Will, impeccabile nel suo completo scuro, mentre i due scagnozzi si posizionarono dietro il ragazzo, le braccia incrociate davanti al petto. Will alzò lo sguardo sul demone di fronte a lui, cominciando a tremare visibilmente, la paura che traspariva dal suo sguardo.

"Buongiorno. Allora, sei pronto a dirci dove si trova il tuo amichetto?" domandò Belial, chinandosi fino ad essere alla stessa altezza di Will, i suoi occhi bianchi erano due fredde lastre di ghiaccio.

"Non lo so" rispose Will con voce ferma, in contrasto col tremore del suo corpo.

"Perché non vuoi collaborare?" chiese il demone con un finto tono condiscendente, facendo schioccare la lingua.

"Perché non andate voi di persona a cercarlo?" domandò coraggiosamente il ragazzo, sfidando il suo aguzzino.

"Perché tu sei qui e, se lui tiene vagamente a te, starà facendo di tutto per cercarti e questo lo condurrà dritto da noi. Purtroppo il tempo scarseggia e La Stella del Mattino è impaziente, quindi se tu ci dici dove si trova ci risparmieresti molto tempo"

"Piuttosto preferisco morire" replicò Will con una tenacia che spiazzò il demone. Belial sorrise crudelmente rialzandosi in piedi, gli occhi gelidi che trafiggevano il ragazzo.

"Se la mettiamo su questo punto, allora va bene. Hai tempo fino a domani mattina: se il tuo principe azzurro non si mostrerà entro l'alba di domani, tu morirai" decretò il demone, voltandosi per uscire, lasciando Will da solo con i due scagnozzi. Il sogno cominciò a sbiadire, catapultandolo fuori dalla stanza, dandogli, come ultima vista, il ponte di Brooklyn e l'immagine sfocata di una fabbrica: la Dominio Factory.


"Nico, dove stiamo andando?" chiese Bianca, volando di fianco a lui. Subito dopo aver avuto l'incubo svegliò le sue sorelle e mandò un messaggio ai suoi amici, i quali si precipitarono pochi minuti dopo a casa sua.

"Alla Domino Factory, la fabbrica di zucchero di Brooklyn. Poco prima che il sogno finisse ho visto la fabbrica e il ponte: è lì che si nascondono" rispose Nico, sicuro, tenendo lo sguardo fisso davanti a sé, diretto alla vecchia fabbrica di zucchero abbandonata.

"Nico ne sei certo?" chiese Bianca, titubante.

"Sì, ne sono certo. Loro vogliono che io li trovi. Stanno usando Will come esca per arrivare a me" disse l'angelo, voltandosi verso la sorella "Ti voglio chiedere una favore"

"Dimmi" acconsentì Bianca e Nico prese la catenina con la sua piuma dalla tasca del giubbotto.

"Prendi questa. Se... se qualcosa dovesse andare storto dà questa a Will e spiegali tutto. Digli del mio ruolo in questa guerra, digli la verità, non omettere nulla. Ha diritto di sapere perché ha dovuto patire tutto ciò" disse l'arcangelo, porgendole la catenina.

"Non ti accadrà nulla stasera, torneremo tutti a casa e penseremo ad un piano per questa guerra" ribatté Bianca, cercando di sembrare sicura, ma la paura era lampante nel suo sguardo.

"Tu prendila comunque" insistette il fratello e la sorella prese la catenina e la muse in tasca, promettendo che avrebbe fatto ciò che le aveva chiesto. Arrivarono alla vecchia fabbrica cinque minuti dopo, atterrando in un piccolo vicolo fiocamente illuminato. Ritirarono le ali e si avviarono all'interno, trasformando i loro gioielli in armi, pronti a combattere.

"Questa fabbrica è enorme, dovremmo dividerci" propose Annabeth, giocherellando con un pugnale.

"D'accordo. Bianca va con Victor, perlustrate la parte nord, Ruben e Alexandra la parte sud, Percy e Annabeth a est, io e Hazel faremo la parte ovest. Se li trovate mandate un messaggio tramite le armi" disse Nico. Gli altri annuirono e si divisero nelle coppie assegnate, cominciando la perlustrazione.

Nico e Hazel si avviarono verso la parte ovest della fabbrica abbandonata, cercando di fare il meno rumore possibile, tendendo le orecchie per carpire ogni più piccolo sussurro. Arrivarono in un lungo corridoio pieno di porte, presumibilmente i vecchi uffici. Nico strinse più forte la presa sulla spada, la lama d'argento che lanciava tenui bagliori, aprendo la prima porta sulla destra, la quale cigolò piano, trovandola vuota. I due angeli aprirono tutte le porte del corridoio, senza avere successo, arrivando all'ultima porta sulla sinistra, la loro ultima possibilità di trovarlo. Nico strinse la maniglia e aprì piano la porta trovandosi in una stanza buia illuminata da una piccola lampadina: esattamente come la stanza del suo sogno.

"Will" sussurrò piano, spalancando gli occhi alla vista del fidanzato legato alla sedia, la testa abbandonata sul petto, ferite profonde e lividi sparsi su tutto il corpo. Il ragazzo alzò di scatto la testa quando sentì la porta aprirsi, credendo che i suoi rapitori lo volessero uccidere prima del tempo.

"Nico?" disse Will in tono interrogativo, vedendo sfocatamente la figura dell'arcangelo. Il cuore di Nico perse alcuni battiti nel vedere il volto di Will tumefatto come nel suo sogno. L'angelo non disse nulla, ma coprì la distanza che li separava in poche falcate, inginocchiandosi di fronte al fidanzato.

"Sono io, amore mio. Cosa ti hanno fatto?" domandò l'arcangelo, posando la spada per terra, accarezzando piano il volto quasi irriconoscibile del ragazzo.

"Devi andartene, Nico. È una trappola" lo avvertì Will, l'occhio sano trasmetteva tutta la sua paura.

"Non me ne vado senza di te" disse Nico, risoluto. Si voltò verso la sorella e, con uno sguardo di intesa, Hazel capì e chiamò gli altri. L'arcangelo sapeva che sarebbero arrivati a momenti, le loro armi li avrebbero condotti da loro. Si alzò e recuperò la spada, tagliando le corde che legavano Will con un colpo netto. Il ragazzo ricadde in avanti massaggiandosi i polsi rossi a causa del continuo sfregare con le corde. Un rumore di passi diretti verso di loro fece capire a Nico che i loro amici stavano arrivando, forse potevano farcela.

"Lo avete trovato" disse Ruben, entrando per primo nella stanza, subito seguito da tutti gli altri.

"Sì, ora dobbiamo andarcene" rispose Nico, avvicinandosi a Will con l'intento di aiutarlo ad alzarsi, ma una forza potente lo scaraventò indietro contro il muro. Nello stesso momento la porta si chiuse di scatto, imprigionandoli nella stanza.

"Bene, bene, bene. Guarda un po'chi è appena caduto nella mia trappola" disse una voce maschile, sarcastica, accompagnata da un lieve battito di mani. Dagli angoli più bui della stanza presero forma sei demoni e, a capo di essi, vi era Belial in persona.

"Belial" ringhiò Nico, rialzandosi a fatica, sorreggendosi al muro.

"Mi caro arcangelo Nicola, che meravigliosa sorpresa! Sono millenni che non ci vediamo e non sei cambiato di una virgola" constatò il demone, avvicinandosi all'arcangelo, mentre i suoi scagnozzi accerchiavano i suoi amici.

"Neanche tu, anzi oserei dire che sei peggiorato col passare del tempo" disse Nico, fronteggiando Belial.

"Così mi lusinghi, ma ora basta con i convenevoli" tagliò corto il demone, schioccando le dita, facendo segno ad uno dei suoi aguzzini. Un demone si avvicinò a Will e lo tirò in piedi senza troppi complimenti, ignorando i gemiti di dolore del ragazzo.

"Lascialo andare. È me che vuoi, lui non c'entra nulla" ordinò Nico, fulminando Belial con lo sguardo.

"Questo ragazzo è la mia garanzia" rispose semplicemente il demone, sostenendo il suo sguardo senza sforzo "Qual è la tua risposta?"

"Lascialo" ripeté l'arcangelo.

"Penso che sia la risposta sbagliata. Acmer, sai cosa fare" disse Belial, con finto tono dispiaciuto. Acmer strinse una mano attorno al collo di Will, cominciando a stringere via via più forte, mentre il volto del ragazzo diventava cianotico.

"Basta!" esclamò Nico, non riuscendo a sopportare la vista di Will che si dibatteva con le poche forze rimaste per liberarsi. Belial alzò una mano e il demone allentò la presa sul suo collo.

"Qual è la tua risposta, Arcangelo?" ripeté Belial, le labbra increspate in un ghigno diabolico.

"Nico non farlo!" esclamò Jason, cercando di liberarsi di uno dei demoni che li accerchiavano.

"Non ho scelta" mormorò l'arcangelo, senza spostare lo sguardo dal fidanzato "Verrò con te da Lucifero"

"Bene" disse Belial, facendo cenno ad Acmer di lasciare Will. Il demone obbidì all'istante, lasciando la presa sul collo del ragazzo, il quale cadde a terra come una marionetta alla quale hanno tagliato i fili, accasciandosi al suolo senza forze "Prendetelo"

"Nico!" urlò Hazel, cercando a sua volta di liberarsi dalla presa di un demone, senza successo. Nico chinò la testa per non incrociare gli sguardi increduli e colpevoli dei suoi amici. Due demoni lo afferrarono per le braccia, immobilizzandolo.

"Questa la prendo io" disse Belial, strappandogli di mano la sua spada. L'angelo alzò lo sguardo un ultima volta su Will, grato che non stesse assistendo a quel momento, grato di non poter vedere il suo sguardo pieno di tristezza e accusa per averlo abbandonato e per avergli fatto patire tutto ciò. Non sarebbe mai riuscito a sopportarlo. Chiuse gli occhi quando le tenebre cominciarono ad avvolgerli, sentendo indistintamente le urla disperate dei suoi amici e delle sue sorelle, ma ormai aveva preso la sua decisone e non avrebbe potuto tornare indietro.


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