The Alcoholic Attraction {Jik...

By Aryenda_Joyfull

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I movimenti circolari delle sue dita mi ipnotizzarono e quando lui se ne accorse smise, preda di un evidente... More

1 - La fine?
3 - Un tasto dolente
4 - Puzzle
5 - Una famiglia anticonvenzionale

2- Le cinque di mattina

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By Aryenda_Joyfull









2 - Le cinque di mattina

















Jungkook












Era inverno, quindi freddo, tanto freddo, per non parlare dei nasi rossi e le mani prive di sensibilità e calore umano.

Uscii dal bagno quasi correndo, mannaggia al freddo e alla mia voglia sfrenata di caldo e bolle di sapone, avrei potuto fare una stupida doccia calda e invece avevo deciso di deliziarmi con un bel bagno.

Cercai di muovermi, velocizzai ogni gesto e per non espormi ulteriormente all'aria fresca di camera mia presi i primi vestiti sotto agli occhi. Mi fermai davanti allo specchio e mi osservai con calma, come da tempo oramai non facevo, passai automaticamente una mano tra i capelli, ancora bagnati, e nonostante le basse temperature li avrei lasciati asciugare da soli, preferivo di gran lunga l'effetto naturale.

Distolsi lo sguardo dal mio riflesso, quanto mi mettesse a disagio la mia figura era qualcosa che ancora non avevo ben capito, ero cresciuto in fretta e vedere i cambiamenti era qualcosa a cui ancora non ero abituato, come la mia massa muscolare che stava crescendo, la mascella più pronunciata, come il resto dei miei tratti.

Ero cresciuto troppo in fretta, tra un allenamento e l'altro, fino ad arrivare a dove ero arrivato, un idol di successo, ma ancora troppo giovane ed inesperto, distolsi lo sguardo dalla mia figura e sospirai, ero alla ricerca di calore e in quel momento avevo davvero voglia di rilassarmi con una tazza di thè caldo.

All'inizio il manager aveva deciso che la scelta migliore era farci vivere assieme, mi disturbava questa sua scelta, convivere con altri sei ragazzi era una scelta importante, una delle tante che poi avrebbe cambiato la mia vita, eppure avrei desiderato ringraziarlo di cuore per quella sua decisione.

Anche se le nostre camere erano lontane, alcune addirittura munite di bagno, come la mia, conquistata a fatica dopo una dura lotta a braccio di ferro con Seokjin, ma lui ci aveva guadagnato il terrazzo, che a me mancava, peccato.

Per il resto ognuno poi si comportava come voleva , senza infrangere le regole di convivenza altrui.

La casa era spaziosa, era stata la caratteristica che più interessava a tutti, sette idol da sistemare non erano pochi e nemmeno da accontentare. Sotto richiesta di Hoseok avevamo ottenuto una sala da ballo e grazie a Yoongi uno studio di registrazione, poi era semplicemente rimasta vuota una stanza e allora avevamo deciso di lasciarla così, se non per una poltrona, un tappeto morbido e uno stereo. Era diventata la stanza del "quel che vuoi", ottima in caso qualcuno avesse bisogno di svagarsi senza musica o danza.

Le stanze non erano grandi, ma ci consentivano di avere quel minimo di privacy, senza dover muoverci ogni volta o rischiare di incappare in paparazzi o fan, cosa che capitava così spesso, soprattutto quando ci recavamo nell'edificio della nostra agenzia.

Uscii da camera mia e non feci nemmeno un passo che dalla stanza di Tae mi arrivarono alle orecchie la sua voce e quella di Hoseok, stavano giocando, per un attimo sentii le mani prudere dalla voglia di entrare e unirmi a loro, prendere il joystick tra le mani e rilassarmi così.

《Cazzo, dai, sparagli, la mira, Tae, diamine, dove l'hai lasciata? A casa? Ma ci sai giocare?》

Hoseok urlava esaltato dalla partita e inveiva contro Tae, che invece rideva divertito e sorrisi anche io, scaricare lo stress con un buon videogioco era qualcosa che anche io facevo.

Continuai a camminare divertito e quando passai davanti alla camera di Jin non mi sorpresi di trovarla silenziosa, come sempre.

La stanza di Namjoon era vuota, come quella di Jimin e di Yoongi, che invece avevo intravisto nello studio di registrazione, come sempre, lui ci viveva lì dentro.

Se non fosse stato per le urla di Tae e Hoseok la casa sarebbe calata nel silenzio, era tutto molto calmo effettivamente, sopratutto quando arrivai in cucina, tutto troppo calmo, nessuno che lavorava con fretta, nessuno che correva da una parte all'altra e nessuno che pensava a lavorare.

Mi riempii il bollitore dell'acqua e lo misi sulla fiamma, mi beai di quei piccoli gesti, che sempre più raramente avevo la possibilità di compiere, eppure era finito il tour e io avevo bisogno di quel momento di pausa per tornare coi piedi per terra. Ritornare alla mia vita normale, senza riflettori di torno e palchi troppo grandi, ecco di cos'avevo bisogno.
Sentivo il bisogno di quotidianità, di casa, di famiglia, avrei anche desiderato mettermi a lavare una valanga di piatti, in sette ne usavamo anche troppi, la fama ci aveva portato via ciò di cui necessitavamo, ma alla fine vendersi per soldi significa sempre rinunciare a qualcosa, è un patto col diavolo, un contratto per la verità, con delle clausole precise da rispettare.

Nella mia ricerca della quotidianità sentire russare non mi sorprese,  sapevo benissimo chi fosse, sbirciai dalla porta che si affacciava sulla sala e sorrisi nel confermare i miei dubbi, Namjoon stava dormendo sul divano e da come lo stava facendo sembrava essere anche piuttosto stanco, come biasimarlo dopo tutta la fatica che avevamo fatto per ottenere quella meritata pausa.

Tae e Hoseok giocavano, Jin probabilmente studiava, Yoongi era nello studio di registrazione e Namjoon dormiva, l'unico di cui non sapevo nulla e che non avevo ancora visto era Jimin.

Quel dannato, lo Hyung meno Hyung di tutti, l'unico che riusciva a darmi vere e proprio preoccupazioni, un adulto mancato.
Non sapevo bene cosa pensare a riguardo alla sua presenza che poi così presenza non era, avrei dovuto preoccuparmi? O chiedere agli Hyung se loro sapevano dove si trovasse? Oppure non avrei dovuto?

Diamine!

Poco importava, non avrebbe dovuto importarmi affatto, non eravamo più migliori amici e tanto meno amici, la nostra relazione era passata dalle stelle alle stalle senza che io me ne rendessi conto e l'unica cosa che ero riuscito a fare era stato rimanere a guardare come Yoongi avesse usurpato il mio posto di fianco a Jimin, anni di amicizia e nessuno dei due aveva provato a recuperare quel bel rapporto.

Eppure eravamo stati ottimi amici,  così legati e affiatati in tutto ciò che facevamo.
Era stata una discesa naturale, non avevamo litigato e la nostra rottura non era nemmeno stata ufficiale, solo una lenta discesa, graduale e lenta.

Mentre toglievo il bollitore dai fornelli mi soffermai a guardare l'orologio della cucina, segnava le 20: 36, nessuno si era preoccupato della cena, Jin aveva deciso di mettersi a studiare e noi ci eravamo semplicemente dimenticati della cosa, troppo abituati alla sua cucina.

Mi sedetti accanto a Namjoon, con la tazza fumante di tea tra le mani e un sorrisino divertito mentre guardavo uno dei miei Hyung dormire in una posizione innaturale e con la bava che scendeva dalla bocca.

Nemmeno a farlo per scherzo che il brontolio del mio stomaco mi fece distrarre da Namjoon e dalla sua bava, realizzai in quel momento che forse toccava a me cucinare, d'altronde avevo di meglio da fare?
Jin studiava, Namjoon no, ma diciamo che anche lui aveva le sue ragioni per non farlo, gli altri due scemi giocavano e Yoongi era sempre meglio non coinvolgerlo.
Jimin? Jimin era sparito, puff, senza lasciar traccia, nemmeno la sua camera poteva parlare per lui, tanto meno Yoongi.

Mettersi ai fornelli di punto in bianco e progettare una cena per sette persone non era una cosa così facile come Jin la faceva sembrare, per nulla, ma dovetti ringraziare solo la mia buona dose di forza di volontà, gli Hyung erano stanchi e io volevo rendermi utile, proprio oggi che mi sembrava non esserci proprio nulla da fare.

Schiacciai il suo contatto e dopo qualche squillo sentii la sua voce, non avevo voglia di sgolarmi per chiamare tutti, il mio ruolo finiva lì, il resto lo avrei affidato agli altri.

《Jungkook dimmi tutto》

La sua voce era roca, probabilmente erano le prime parole che spiccicava da ore.

《Jin a tavola, chiama anche gli altri》

Aveva tossito e poi si era schiarito la voce, lo avevo anche sentito chiudere i libri, ultimamente ci passava sopra tanto tempo allo studio, come facesse era un mistero, per me soprattutto.

《Ohhh, hai cucinato, che gesto gentile, avviso e arrivo》

Mi agganciò subito e guardai la tavola vuota, diavolo, avrei anche dovuto apparecchiare, mi ero dimenticato di questo particolare, sentivo già la voce di Hoseok e tempo qualche secondo ed eccolo che varcava la soglia della porta della cucina. La sua felicità era sempre contagiosa, piacevole, rumorosa, ma pur sempre piacevole e non la disdegnai in quel momento, per nulla, nemmeno quando mi aiutò poco silenziosamente ad apparecchiare.

《Potresti competere con la cucina di Jin Hyung》

Mormorò quando portai il cibo in tavola e gli sorrisi grato, finì lui di apparecchiare al posto mio mentre gli altri ci raggiungevano, uno più rumoroso dell'altro. Namjoon mezzo addormentato, un vero e proprio zombie vivente, Jin e Tae che esultavano sorpresi per la cena coinvolgendo così anche Hoseok, insomma, un vero e proprio casino.

Vagai con li sguardo per la cucina e la sala, mancavano anche Yoongi e Jimin, ma uno sapevamo per certo che non sarebbe sceso, mentre l'altro era semplicemente sparito da casa.
Ci sedemmo a tavola e realizzai in quel momento quanto fossimo rumorosi e terribilmente disorganizzati, troppe voci che si sovrastavano e troppi argomenti, discorsi e parole che vagavano nell'aria.

《Yoongi viene?》

La voce di Tae interrompe tutti i nostri discorsi e la risposta era chiara, eppure nessuno di noi gli rispose, non quando in cucina si era palesato il ditretto interessato.

《Sì, ci sono》

Aveva un aspetto terribile eppure nessuno decise di fargli notare il viso scarno e le occhiaie pronunciate, nessuno disse nulla di nulla, ma sentii il sospiro di sollievo degli altri nel vederlo a tavola con noi, avrebbe anche potuto non mangiare, ma ci aveva raggiunto e questo era già tanto.

《E Jimin?》

Namjoon guardò Yoongi pronto a ricevere una risposta che non stava arrivando e si rivolse a noi. Jin alzò le spalle e mi indicò, mi sentii preso di mira e lo guardai confuso.

《Pensavo fosse con te Jungkook, nel resto della casa non c'era》

Alzai un sopracciglio sorpreso e scossi la testa, con me non era di certo e pensai di chiedere a Yoongi, ma sembrava sorpreso quanto noi, aveva addirittura spostato la sua attenzione su di noi, effettivamente senza Jimin al suo fianco sembrava più piccolo, quasi indifeso e debole, ma avevo le mie buone ragioni per credere che lo fosse per davvero.

Si morse il labbro mentre abbassava lo sguardo sul suo piatto per poi lasciarsi ad un sospiro, era successo qualcosa, sicuramente, avevano litigato? O Jimin si era cacciato in qualche guaio, oppure il contrario?

Presi il telefono e mi alzai da tavola, l'ansia dei drammi famigliari non era ciò a cui avrei voluto tornare, la mia quotidianità era fatta di cose semplici, non di tutto questo. Eppure quando mi spostai in sala mentre digitavo il  numero per chiamare Jimin realizzai che nonostante tutto anche lui faceva parte della mia quotidianità, ma la telefonata squillò a vuoto, riprovai, cavolo se riprovai, ma solo per ottenere lo stesso effetto, ricomposi il numero più volte, forse troppe volte, ma nulla era cambiato, la chiamata squillava e basta.

Deciso di passare ai vecchi metodi, scrissi un messaggio velocemente mentre tornavo a tavola, gli altri Hyung mangiavano e parlavano tra di loro, come se io non avessi appena concluso un'intensa sessione di squilli che suonavano a vuoto, ma almeno suonavano, Jimin era vivo, almeno presumevo fosse così, il telefono a quanto pare però non era tra le sue priorità.

"Dobbiamo aspettarti per cena?"

Tornai a tavola dopo non aver concluso nulla, Jimin non aveva risposto e io non sapevo che fine potesse aver fatto, perfetto. Per fortuna che stavano già conversando tutti, c'era chi rideva e chi invece fissava il piatto e di certo non era affar mio, ma stavamo facendo tutti finta di non notare che Yoongi stesse poco bene e che avesse avuto un litigio con Jimin. Anche se forse non c'era del negativo in questo, perché era sceso a cena con noi, non sembrava avere tutto questo appetito però stava mangiando, poco, ma lo stava facendo e andava benissimo così, era già qualcosa.

《Jimin cos'ha detto?》

Mi domandò Namjoon tra un boccone e l'altro e io finsi davvero di avere una risposta pronta da dargli, che d'altronde avevo già deciso di rifilargli.

《Ha detto di non aspettarlo》

Mentii, ma era vero, non pensavo avrei ricevuto risposta al mio messaggio, non quella sera e nemmeno il giorno dopo, e forse Namjoon lo sapeva, ma annuì soltanto e guardò Jin, che gli rivolse un aria quasi rassegnata, decisamente rassegnata. Scrollai le spalle come feci coi miei pensieri, liberai la mente di getto, non era affar mio, potevo anche concedermi quel lusso e non pensarci più e godermi quella cena strana, ma piacevole.









Mi svegliai a causa di così tante cose nello stesso momento che pensai che lo avessero fatto apposta, non era possibile altrimenti. Mi alzai stizzito dal divano della sala su cui mi ero addormentato dopo cena e le luci mi accecarono per qualche secondo, tempo di mettere a fuoco il mandante di quell'attacco acustico e sospirai, Jimin era a terra, davanti alla porta d'ingresso e ridacchiava, non ci stavo credendo, era per caso un sogno strano?.

Park Jimin era ubriaco e io non ci potevo credere.

Mi alzai incerto, non sicuro di come dovessi comportarmi con un ubriaco, però potevo partire cercando di farlo alzare da terra e portarlo in camera sua, anche solo per evitare di svegliare tutti e mostrare quella scena pietosa a tutti gli altri.

Come quando provò ad alzarsi, ma non ci riuscì, cadde nuovamente e continuò a ridere e basta, non aveva fatto null'altro se non ridere per ogni cosa.

Ero allibito e anche abbastanza scocciato. Anche quando mi avvicinai a lui per aiutarlo ad alzarsi e lui sembrò notarmi solo in quel momento, però mi sorrise e mi allungò una mano, un gesto troppo fuori luogo per la situazione, forse non per lui, visto che aveva bevuto abbastanza, puzzava di alcool esattamente come mio padre il giorno di natale, quando abbondava con il Soju.

《Kooookie》

Sbiascicò il mio nome e io sentii chiaramente il lezzo di alcool che lo circondava, ignoravo quanto alcool avesse bevuto e non lo volevo nemmeno sapere, era proprio distrutto e imbarazzante.
La sua stessa mano ricadde sulla sua coscia quando cercai di prenderla e per un attimo lo guardai basito perchè io non sapevo nemmeno cosa fare, mentre lui era semplicemente a terra, ubriaco e per nulla simpatico.

Riuscii a farlo alzare a fatica e anche a trascinarlo anche per tutto il piano terra, ma davanti all'ostacolo delle scale mi bloccai. Avrei dovuto portarlo al primo piano, il problema era che ci avevo messo un quarto d'ora per fargli fare cinque metri, quanti ci avrei messo per fargli fare le scale? Prenderlo in braccio era fuori questione, mi sentivo già affaticato e una rampa di scale non le avrei rette, inoltre era già tanto se riuscivo a reggerlo in piedi.

Non potevo portarlo in camera mia e nemmeno lasciarlo sul divano, non quando tutti avrebbero potuto sapere che Jimin si era ubriacato, che era una cosa che fuori le mura di casa proprio non potevamo fare.

E rimasi a pensare per parecchi secondi, ma a farmi scegliere furono le mie braccia affaticate, fare le scale era fuori questione, non avrei portato Jimin in camera sua nemmeno se mi avesse pregato, o forse sì, ma oggettivamente so che lo avrei lasciato a terra nel corridoio, senza provare nemmeno a tirarlo sù, o la sua dignità o le mie braccia, qualcuno doveva rimetterci e non volevo essere io.

Iniziai lentamente a farlo muovere, incitandolo di tanto in tanto, ma era più addormentato che sveglio e anche solo fargli alzare un piede era difficile, portarlo in camera mia divenne un'impresa.

Maledissi Jimin per l'ennesima volta mentre lo trascinavo fino al letto, provai a farlo sedere, con tutte le migliori intenzioni del mondo, ma lui cadde all'indietro per poi sdraiarsi, mandando a cagare i miei sforzi.

Cercai  il cestino del pattume e lo sistemai vicino al letto, conscio del fatto che se si era ridotto così probabile gli sarebbe stato utile averlo al suo fianco.

Eppure la mia pazienza arrivò al culmine quando iniziai a slacciargli le scarpe, la giacca, il maglione, i pantaloni e anche la sua stupida t-shirt. Si muoveva e mi stava rendendo difficile il lavoro, sembrava farlo apposta, io gli slacciavo la scarpa e lui muoveva il piede, per non parlare dei versi che emetteva. Avevo già capito che avrei dovuto aspettare per  l'interrogatorio,  che dipendeva solo dalla voglia che aveva Jimin di rispondere alle mie domande, non avrei nemmeno potuto appellarmi al fatto che lo avessi aiutato, mi sarebbe stato solo riconoscente, niente di più e niente di meno.

Mi sederti al suo fianco, lo studiai per un bel po', però mi scocciai presto di vederlo in mutande che si lamentava e faceva versi, piuttosto rimasi lì solo perchè  pensavo alle possibili risposte che avrebbe dovuto darmi.

E quando distolsi lo sguardo da lui e lo spostai sulla sveglia mi stropicciai gli occhi confuso.

La mia sveglia faceva le 4:17.

Era decisamente tardi, troppo, mi coricai e mi imposi di dormire, diamine se dovevo dormire, già era tutto andato a rotoli a causa di Jimin, avevo perso troppe ore di sonno, non dovevo perderne altre, ma anche con gli occhi chiusi riuscivo a sentire comunque la presenza di Jimin al mio fianco.

Riuscii ad addormentarmi solo quando anche lui lo fece e la mia sveglia segnava le 4:57.

Magnifico.

Alle cinque di mattina, non gliel'avrei perdonata così facilmente, proprio per nulla

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