Insicura (COMPLETA)

By WinterSBlack

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(Vincitrice Wattys2018 Categoria I Contemporanei) "Questa è la storia di una ragazza dal passato difficile c... More

1. La mia vita
2. Il nuovo compagno di scuola
3. Uscire con Jason Forster
4. La ragazza di Arn
5. Tempo
6. Hebe Daniels
7. Party
8. Sfuriata
9. Uscita tra amici
10. In casa
11. Casa sua
12. La Band
13. La scuola è un campo di battaglia
14. Amica?
15. Scivoloso
16. Nuove compagnie
17. Stomaco
18. Vacanza
19. Giochi
Angolo Autrice
20. Racconti notturni
21. La Casa Stregata
22. Anno nuovo
23. Recita
24. Sfuggire di mano
25. Hakuna Matata
27. Confessioni
28. Avere un ragazzo
28. Dichiarazione
29. Operazione salvataggio cuori infranti
30. Iris Reagan
31. Alla ricerca di un bel regalo
32. San Valentino
33. Errore
34. Segreti svelati e situazioni risolte
35. Lasciare
36. Sul palco per gioco
37. Ansia da palcoscenico
38. Concerto di beneficenza
39. Problemi di comunicazione
40. Boccino d'oro
Special p. 1
Special p. 2
41. Troppo passato per vivere il presente
42. È andata peggio
43. La forza di parlare
44. Stop
Sorpresa

26. Realizzazione

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By WinterSBlack

A tarda sera sentii la mia famiglia rientrare in casa, ma li ignorai. Ero consapevole di sembrare patetica, rinchiusa nella propria stanza per qualcosa che aveva fatto il fratello maggiore, ma non ci potevo far nulla. Ci stavo male.
Qualcuno bussò alla porta con forza, ma lo ignorai.
«Apri la porta, Clayton» disse la gelida voce di Hebe.
«No!» esclamai come una bambina.
«Aprila o la tiro giù.»
«Provaci!»
Il bussare si fece più forte ed insistente, così forte che mi costrinsi ad alzarmi e ad aprire.
Hebe non si fece molti problemi ad entrare in camera e sedersi sul mio letto, incrociando poi le lunghe gambe fasciate da anfibi alti fin sotto il ginocchio.
«Numero uno. Non ti permetterò di piangere su te stessa perché tuo fratello è un coglione.» disse alzando un dito fissandomi intensamente con i suoi occhi zaffiro.
«Numero due. La prossima volta che non rispondi ai miei messaggi, ti spacco il telefono.» affermò alzando anche il medio.
«Numero tre. Siamo amiche, non dovresti chiuderti in te stessa.» La ragazza mi regalò un raro sorriso che mi stupì e riscaldò il petto. Corsi da lei e l'abbracciai, iniziando a piangere.
«Ehi, ehi, non esageriamo, niente contatto fisico!» esclamò lei. Ma io strinsi la presa.
Dopo che mi staccai, mi chiese:«Lance mi ha detto che è venuto a parlarti. Sembrava strano. Insomma, più strano del solito. Che gli hai detto da traumatizzarlo tanto?» chiese. Arrossii al pensiero di quel che avevo fatto.
«Niente, l'ho cacciato via.» dissi.
«Beh, ci è rimasto male.» mi spiegò con un sorriso meschino sulle labbra, come se si divertisse attraverso sofferenze altrui.
«Comunque. Tuo fratello ha detto che è stato un cazzo di ignavo perché prova veramente qualcosa per la Vanderbilt e sapeva che se avesse aiutato te, la ragazza si sarebbe messa nei guai con la Tromp o qualcosa del genere. Onestamente, trovo che sia una scusa campata per aria. Cioè, davvero? Scegli la donzella oca invece della famiglia? Però lui non è importate. Quella importante sei tu. Non puoi crogiolarti in te stessa solo per questo. Dovresti, che so, vivere la tua vita e mostrare a tutti che sei tosta.» Fece tutto il discorso gesticolando con le mani smaltate di blu notte.
«Ma io non sono tosta» mi lamentai.
«E invece lo sarai. Ora alzati. Usciamo» mi disse categorica tirandomi sù.
La ragazza mi obbligò a cambiarmi e truccarmi, senza permettermi di farle alcuna domanda. Era una ragazza prepotente. Eppure quel suo atteggiamento da comandante non mi dava fastidio. Mi limitai ad obbedirla.
Ace cercò di parlarmi mentre stavamo per uscire ma Hebe si frappose tra noi.
«Lei verrà con me e tu non disturberai.» disse a schiena dritta mente mio fratello la fissava con stupore.
«Okay» disse infine.
La ragazza mi invitò a saltare sulla sua auto e mise in moto.
«D'ora in poi ti porterò io a scuola e Xavier ti porterà a casa, come sempre, per il suo piano.» mi disse con gli occhi fissi sulla strada.
«Almeno finché non fai pace con tuo fratello e tu e Xavier non fingiate di mollarvi.» continuò.
«Hebe... Hai detto che anche tu hai un fratello, no?»
«Jude. Sì.»
«E hai detto che non avete un buon rapporto. È successo qualcosa o...»
«No. Tra me e Jude è sempre stato così. Non abbiamo litigato o niente. Quindi non c'è nulla di cui scusarsi.» mi spiegò. «Al contrario di te e Ace. Voi vi volete bene. E anche se si è comportato da babbeo, sappiamo entrambe che ti adora» Forse me lo ero immaginata, ma mi era sembrata dispiaciuta.
«Non hai mai provato...»
«Azura, non tutti i rapporti tra fratelli vanno bene. Certi non si sopportano e basta.» mi disse lei con tranquillità.
Hebe continuò a guidare fino a giungere nel parcheggio di un locale stra pieno di gente urlante.
«Oggi suonano i ragazzi qui.» mi spiegò trascinandomi dentro.
Il calore del locale e gli schiamazzi mi conquistarono immediatamente, e lo fecero ancora di più quando la band di Tony salì sul palco.
«È il primo debutto di Theo nella band!» mi rivelò la ragazza al mio fianco gridandomi nell'orecchio, sopra le urla dei presenti. Infatti, Theo Allwell sembrava un po' fuori posto in mezzo agli altri ragazzi in abiti rock. Con la sua felpa e i suoi jeans sembrava capitato lì per caso. Si sistemava nervosamente gli occhiali e la chitarra che aveva con sé ripetutamente, mentre Tony riscaldava il pubblico con i suoi saluti.
Poi iniziò a cantare.
Canzoni cariche. Canzoni di rabbia, di sbagli, di vendette, di incomprensioni, di sfruttamento. Senza rendermene conto ballavo con Hebe in mezzo alla folla. Non era la mia musica. Non era lontanamente simile a ciò a cui ero abituata, ma mi piacevano. Mi caricavano.
Quando fui troppo stanca per continuare a ballare mi fiondai verso il bar trascinandomi dietro la mia amica, rendendomi conto che non l'avevo mai vista ballare o in qualche discoteca che frequentavo. Le scintillavano gli occhi.
«Non sono vestita adeguatamente.» me ne uscii mentre mi fissavo negli specchi dietro gli alcolici del bar. Il semplice maglione bordeaux aderente che avevo addosso e i jeans attillati non erano abbastanza appariscenti per i miei gusti.
«E che ti importa?» mi sfidò Hebe con lo sguardo, prima di ordinare da bere per entrambe.
«Grazie, siete un pubblico fantastico!» esclamò Tony dal palco prima che potessi risponderle.
«Ora, come ultima canzone, abbiamo "she is not mine" scritta interamente dal nostro chitarrista Theo Allwell!» esclamò il ragazzo nel microfono.
«Pensavo che Theo suonasse il violino.» affermai fissando Theo avanzare impacciato.
«A quanto pare sa suonare anche la chitarra.» disse Hebe fissando il palco, ovvia.
«Questa canzone, parla, con le note, di un amore non corrisposto. Non è il massimo dell'allegria, ma non siamo qui per divertirci, siamo qui per sfogarci, dico bene?» gridò facendo fare lo stesso al pubblico.
Theo si fece avanti e tolse la chitarra elettrica, prendendo il violino appoggiato in un angolo del palco. Poi iniziò a suonarlo.
Guardandolo suonare, gli occhi chiusi, il volto inclinato verso il suo strumento e le dita gentili, ricordai il momento in cui Arn mi aveva obbligato a seguirlo per assistere al concerto di beneficenza organizzata dalla scuola musicale di Londra. Ace era voluto venire con noi soltanto per me. Non voleva che mi annoiassi troppo. Ma alla fine fummo entrambi affascinanti dalle capacità del ragazzo che in quel momento si trovava sul palco. Non aveva la sua tenuta elegante, ma le note che suonava erano tali. Ad un tratto la musica di fece veloce e potente. Il pubblico era zittito ad ascoltarlo suonare. Gryf, dietro di lui, con la batteria, iniziò ad aggiungere alcuni colpi alla musica. Poi fu il turno di Fin al basso. La sorella Dor si aggiunse immediatamente e la scena venne restituita a Tony che iniziò a cantare. Il violino si accompagnava tremendamente bene a quella cruda musica che ci regalavano. Sentivo le note e le parole parlare e diverse immagini del mio passato affiorarono nella mia mente. Era una vita vuota, senza significato, ma poi qualcosa era cambiato. Qualcuno mi aveva aperto le porte, ma non mi bastavano quelle. Nel profondo sapevo che c'era un'altra porta che volevo aprire. La canzone me lo fece capire.
Tony finì di cantare e io compresi che forse mi ero veramente innamorata di Lancelot Chanders. E quanto questo probabile amore non fosse corrisposto.

I ragazzi finirono la loro esibizione e sparirono. Hebe mi trascinò con lei e raggiungemmo i camerini sul retro.
«Ma possiamo entrare?» chiesi a Hebe.
«Certo che sì, sono speciale.» affermò la ragazza con un ghigno divertito.
Spalancò la porta, trovando la band a chiacchierare animatamente e a farsi i complimenti a vicenda.
«Devo dire che siete stati più bravi rispetto alla altre volte. Magari qualche manager di successo vi ha messo gli occhi addosso questa volta.» affermò Hebe entrando senza tante cerimonie.
«Detto da te è un onore» scherzò Gryf sollevandosi il capello.
«Davvero, soprattutto l'ultima canzone, non ve l'avevo mai sentita alle prove, è stata una sorpresa.» esclamò entusiasta sedendosi tranquillamente nel posto libero accanto a Theo. Feci lo stesso.
«Io mi sono commossa, veramente bella. L'hai scritta tu, vero?» chiesi voltandosi verso Theo. Il ragazzo si accarezzò la nuca imbarazzato.
«Non è niente di che. Tony mi ha avvertito solo due giorni fa che avrebbe inserito la canzone in quaranta esibizione. Per questo non abbiamo avuto molto tempo di provarla.» spiegò. Hebe si voltò verso Tony che beveva l'acqua da una cannuccia infilata nella bottiglietta.
«Perché questa improvvisa decisione?»
Tony fece un' alzata di spalle e allungò le gambe sul tavolino di vetro.
«Era una bella canzone. Volevo inserirla.» disse con gli occhi verdi che risplendevano sotto la luce soffusa della stanza.
«Non pensavo che saresti stata qui oggi. Avevi detto che eri occupata.» fece notare cambiando argomento.
«Azura aveva bisogno di schiarire la mente.» replicò Hebe semplicemente. Le feci un sorriso di ringraziamento.
«Comunque sia, siete stati bravi. Forse dovrei passare meno tempo con voi dato che create meraviglie senza di me.» scherzò Hebe.
«No! Ma io ti voglio!» esclamò Gryf teatrale facendo ridere i fratelli.
«A noi farebbe molto piacere se ti unissi più spesso. Tony mi ha detto che molte sue canzoni sono migliorate grazie a te, potresti aiutare anche a me a scriverle.» fece notare Theo aggiustandosi gli occhiali. Mi sembrava totalmente fuori posto in quel luogo, come d'altronde lo ero pure io.
Hebe gli sorrise. Un sorriso gentile come non ne avevo mai visti sul suo volto:«Affare fatto».

Quando Hebe mi riportò a casa era già tardi ed ero sicura che la mattina dopo non sarei riuscita ad alzarmi dal letto. Ma era meglio così. Significava che non avrei incrociato Ace.
«Ti senti meglio?» mi chiese la ragazza mentre tenevo la portiera ancora aperta.
«Sì. Credo di sì.» dissi con sincera gratitudine nel tono. Per mezzo secondo, mi venne voglia di confessarle che pensavo di essermi innamorata del suo fratellastro. Per capire cosa ne pensasse lei. Ma qualcosa mi bloccò. Hebe non notò la mia esitazione e mi salutò.
In camera mia, misi finalmente in carica il telefono e scoprii le notifiche che mi avevano mandato Hebe e Lance. Ce n'era una anche di Xavier.

Xavier:
Hebe mi ha detto che hai avuto problemi, tutto okay? Dimmi se domani sei a scuola, così ti passo a prendere. 😎

Io:
Dove mi porterai domani? 😏

Xavier sta scrivendo...

Xavier:
Sulla luna. Ti sta bene come idea? 

Io:
Sarà meglio che sulla luna ci porti Wren, caro mio. Magari un una ricoperta di miele😘

Xavier:
Molto divertente 😒 per ora sei tu la mia ragazza quindi sulla luna ci vieni tu.

Rimasi un po' spiazzata da quella risposta. Stavamo insieme? Oppure stava scherzando?

Io:
Per quanto tempo dovremmo mantenere questa messa in scena?

Xavier:
Ti ho già stufato? 😜

Pensai a che risposta dargli. Poi mi ricordai della nostra ultima conversazione e decisi così su due piedi di fare di lui il mio confessore.

Io:
Non mi hai stufato. Chi si stuferebbe di Xavier Bellson?

Xavier:
Però...?

Io:
Però... Credo che tu abbia ragione su ciò che mi hai detto l'ultima volta.

La risposta si fece attendere e quasi mi pentii di averglielo detto.

Xavier:
Ci conosciamo ancora da poco. Ma un giorno capirai che Xavier Bellson ha sempre ragione.

Io:
🙄

Xavier:
Non fare quella faccia. Comunque, cosa te lo ha fatto capire? Io?

Io:
Forse tu, ma ci ho pensato ascoltando una canzone. Una canzone cantata da Tony Goodwin.

Xavier:
Il ragazzo di Hebe?

Io:
Tecnicamente non stanno assieme, ma sì, lui.

Xavier:
Non ho buona memoria di nomi altrui, se non sono belle fanciulle. Anche se magari ho comprato loro una casa intera 🤔.

Io:
No comment

Xavier:
Quindi che ti dovrei dire?

Io:
Che mi dovresti dire?

Xavier:
Mi hai detto che ho ragione sui tuoi sentimenti per Chanders, e io che ci dovrei fare con questa informazione?

Mi sbattei una mano sulla fronte. Scordavo che Xavier fosse comunque un ragazzo. E i ragazzi sono stupidi. Peccato non fosse gay.

Io:
Lascia stare. Quando dicevi di portarmi sulla luna, non è la luna vera, spero.

Xavier:
Tu hai una brutta abitudine di cambiare argomento quando l'attenzione si sposta su di te. Eppure sembri volerla il più delle volte. Non è un controsenso, ma belle?

Mi stupii di quelle parole. Sembrava che Xavier fosse un bravo osservatore.

Io:
Che ci fai sveglio a quest'ora?

Chiesi cambiando nuovamente argomento. Era più forte di me.

Xavier:
Je m'amuse avec les devoirs

Io:
????

Xavier:
Ma mére est française.

Io:
Lingua umana, grazie.

Xavier:
Il francese è la lingua dell'amore!

Io:
Era francese? E che hai scritto?

Xavier:
Che mi sto divertendo con i compiti e che mia madre è francese, ma cher.

Io:
Wow, figo.

Xavier:
È tardi, dovremmo andare a dormire. Domani dobbiamo andare sulla luna, riposati 😏

Io:
'Notte.

La mattina dopo, come previsto, faticai ad alzarmi. Per un'attimo pensai di fingermi ancora malata per starmene a casa, ma poi mi feci forza e mi tirai su.
Ace occupava il bagno e quasi non volli lavarmi. Quando uscì non lo degnai di uno sguardo e mi impossessai della stanza dalla quale era uscito.
Feci tutto alla velocità della luce e in poco fui pronta. Non ci avevo nemmeno messo molto a scegliere i vestiti, quella mattina. Forse semplicemente non ne avevo voglia.
Nel bel mezzo della colazione, che facemmo in silenzio rispetto al solito chiacchiericcio mattutino, Hebe mi inviò un messaggio per avvertirmi che stava arrivando.
«Ti accompagniamo a scuola?» chiese Arn.
«No, mi viene a prendere Hebe» dissi freddamente. Ace abbassò lo sguardo e Arn alternò lo sguardo da me a lui.
«Ma...»
«Io esco.» lo interruppi mettendo nel lavandino la mia ciotola e afferrando lo zaino.
Hebe arrivò puntuale e mi scarrozzò fino al parcheggio della scuola. Notai che era veramente molto brava a parcheggiare l'auto. In due manovre era già dentro.
«Io odio questa scuola.» dichiarò Hebe scendendo dall'auto e lisciandosi la gonna a balze nera sormontata da una spessa cintura piena di borchie.
«Non sei l'unica.» mormorai fissando l'edificio. Poi sospirai.
«Ieri Daia è tornata a scuola?» chiedi incuriosita.
«Sì, e ha preso di mira un'altra ragazza. Mi sa che non ha più il coraggio di metterti sulla sua lista nera.» affermò Hebe.
«Per ora.» mormorai. «Vorrà sicuramente la sua vendetta. La conosco troppo bene.» dissi affranta.
«Ehi! Sei uscita dal letargo.» affermò la voce di Lance raggiungendomi e avvolgendomi un braccio attorno alle spalle come se niente fosse. Il mio cuore mancò alcuni battiti. Sentii il viso caldo. Troppo caldo.
«Uh, già.» dissi senza guardarlo.
«Sai, è stato un bene che ieri non c'eri. Lamus è diventato un'acquazzone di saliva dopo che ha consegnato i test...»
«Ha consegnato i test? E come sono...» chiesi voltandomi ma mi ritrovai il volto di Lance troppo vicino.
«Già, nessuno ha preso la sufficienza, a parte la cocchina Dark del Lama, naturalmente.» disse Lance schernendo Hebe, senza accorgersi che ero totalmente arrossita.
«Se sei troppo stupido per dare le risposte corrette, non è colpa mia.» fece Hebe altezzosa. Ormai eravamo giunti alla soglia delle porte.
«Ho solo evitato di rispondere per protesta.» disse Lance alzando il mento in segno di sfida.
«E ciò ti rende ancora più stupido.» affermò Hebe.
«È la seconda lezione che salto di Lamus, mi ammazzerà.» li interruppi abbassando lo sguardo.
«Ma no che non lo farà.» mi rispose Lance tranquillo raggiungendo il suo armadietto.
«E se anche lo facesse, ti proteggo io con un incantesimo Confundus» mi disse facendomi l'occhiolino.
Guardai altrove, alla ricerca del mio armadietto di cui mi ero dimenticata la posizione.
«Oh, a tal proposito, credo di aver dimenticato la bacchetta a casa tua.» disse tranquillamente come se si fosse completamente scordato di ciò che era successo.
«Sì, certo, te la porto domani.» dissi indietreggiando. Andai a sbattere contro Hebe che mi guardò con un sopracciglio alzato.
«Passo a prenderla io oggi se per te va bene.»
«No! Oggi non sono a casa!» esclamai con troppo entusiasmo.
«Oh, calma, okay. Allora attenderò che la mia arma mi venga resa alla prossima luna.» mi disse regalandomi un ampio sorriso prima di allontanarsi nella folla di studenti. Lo guardai mente se ne andava.
Hebe schioccò le dita sotto il mio naso, risvegliandomi dal trance. Mi aspettavo che mi dicesse qualcosa ma invece si diresse verso il suo armadietto tranquillamente.
«Io...»
«Hai educazione alimentare ora, no? Perché non ti sbrighi?» mi interruppe la ragazza sostituendo i libri.
«Sì, certo.» affermai continuando a fissarla. Che sospettasse di qualcosa? Che l'avesse capito? Oh mio Dio, se lo sapeva Xavier forse lo sapeva pure lei? Ma perché non riuscivo a figurarmi Xavier che parlava con Hebe di me?

Per tutto il giorno ebbi la testa tra le nuvole, continuando ad andare al momento in cui sfiorai le labbra di Lance. Ma Lance era fidanzato e amava un'altra. Anche Xavier era innamorato di un'altra, eppure frequentava me. Ma questo non c'entrava niente. Dovevo chiedere a Xavier che cos'eravamo. Insomma, per essere sicuri che in caso Lance si lasciasse con la sua ragazza, non sia legata a lui... Che pensieri da troia che sto facendo.
«Ehi! Azura! Ci sei?» esclamò Hebe schioccandomi più volte le dita sotto il naso.
«Sì! Presente!» esclamai balzando in piedi. Gli altri ragazzi della mensa si voltarono verso di me facendomi avvampare mentre Hebe si copriva il volto con le mani.
Mi risedetti lentamente.
«Si può sapere che diavolo hai?» mi chiese. Fui tentata di nuovo di dirle di Lance, ma quello sguardo zaffiro mi bloccò una seconda volta. Così me ne stetti zitta. Perché non riesco a dire a Hebe che mi piace Lance?
«Ho... Mal di stomaco» dissi. «e anche la testa. Mi fa male anche la testa.» aggiunsi balbettando.
«Hai le tue cose?» mi chiese infastidita.
«Forse mi stanno arrivando.» mentii.
«Okay, okay. Comunque, supponendo che tu non abbia sentito un'accidente di ciò che ti ho detto, ti ripeto. Mia madre è preoccupata che sia di nuovo un'emarginata sociale in questa scuola e per essere certi che tu non sia frutto della mia invenzione nonostante ti abbia già vista, ti ha invitata a cena da me.» mi disse.
«Cosa? A casa tua?»
«Suppongo che questo significhi "a cena da me"» mi disse sarcastica.
«Con Lance?»
«Finché vive lì, sì, purtroppo.»
«Stai parlando della cena di cui parlava Livia stamattina?» intervenne Lance dal nulla affiancandomi.
«Si può sapere perché compari sempre all'improvviso annunciandoti così fastidiosamente?» sbottò Hebe puntandogli un dito accusatorio contro.
«Perché sono una persona "partecipe", al contrario di te.» disse Lance sorridendo falsamente.
«Sì, okay, a quando sarebbe questa cena?» chiesi prima che i due iniziassero a battibeccare di più.
«Domani sera, ti va?» chiese Hebe con una leggera inflessione di insicurezza.
«Sì, certo. Non ho nulla da fare.» accettai.
«Magnifico! Cucini tu Zhur? Sei figlia di un cuoco, dovresti essere più brava di Hebe. Che, per la cronaca, non sa nemmeno farsi un insalata mista.» mi disse Lance con fare complice.
«Fottiti, Lancelot.» sibilò Hebe a occhi stretti.
«Tranquilla, non è una cosa di cui ti devi preoccupare tu, sorellina.» scherzò Lance portandosi le mani dietro la testa.
«Non ti sopporto»
«Il sentimento è reciproco.»
«Coglione»
«Arpia»
«Dumbo riccio»
«Struzzo nero»
«Idiota»
«Baka»
«Ehi, okay, buoni. La volete smettere?» chiesi alzando le mani per bloccarli.
«E poi che diavolo sarebbe un baka?» aggiunsi rivolta a Lance.
«È tipo "stupido" in giapponese. Se non leggi manga non puoi sapere.» affermò con un sorrisetto furbo.
«Il mio repertorio di insulti è molto fornito, a differenza del suo che ripente sempre le stesse cose.» commentò in aggiunta.
«E se ne vanta pure» sibilò Hebe.
La campanella salvò la situazione degenerante.

Io odiavo educazione motoria. E odiavo avere Diamond Tromp nella mia stessa squadra di basket. In realtà odiavo la scuola e gli sport, quindi tecnicamente educazione motoria è la cosa più orribile esistente sulla faccia della terra.
Dopo il riscaldamento e aver diviso gli studenti in squadre, il professore iniziò a spiegarci per l'ennesima volta, le regole dello sport. Fortunatamente, Daia mi ignorò tutto il tempo, quando iniziammo a giocare, facendo semplicemente finta che non esistessi. Al contrario, Beth cercava di attirare la mia attenzione, ma non troppo, dato che Daia non doveva accorgersene. Fui io ad ignorarla.
Anche Jason cercava di attirare la mia attenzione, dandomi fin troppo credito mentre mi passava la palla che perdevo subito. Non ci sapevo giocare. Era inutile.
«Pensavo che il tuo ragazzo ricco sfondato fosse il capitano della sua squadra di Basket. È vergognoso da parte tua non sapere nemmeno palleggiare la palla.» esclamò ad un tratto Daia.
Ecco. Avevo cantato vittoria troppo presto.
«Non mi sembra di aver detto a nessuno che gioca a Basket. L'hai per caso stalkerato? Non ti va giù che ti abbia rifiutata?» chiesi con finta innocenza.
«Tu...» sibilò Daia facendo grandi passi verso di me.
«Ehi! Ehi! Ehi! Che vi prende?! Tornate a giocare!» ci rimproverò JJ, il caro professore ingenuo.
Le dedicai un sorrisino compiaciuto prima di tornare alla partita.
«È incredibile come riesci a zittirla ora» mi affiancò Jason con un'affermazione compiaciuta.
Non gli risposi e mi limitai a seguire la palla che veniva giocata.
«Azura...»
«Jason, sta arrivando la palla!» esclamai. Lui si voltò di scatto e io scappai. Raggiunsi l'altra parte del campo e ad un tratto la palla arrivò a me. Vidi il canestro proprio sopra di me e senza pensarci buttai dentro la palla. Che entrò. Feci per esultare ma qualcosa me lo impedì. Invece di applausi e grida di gioia sentii un coro di "no" e delusione. Daia ghignava dall'altra parte del campo e Hebe scuoteva la testa massaggiandosi il tratto di naso in messo agli occhi.
«Ma che ti salta in mente Clayton?! Quello è il tuo canestro!» esclamò il professore. Quasi volli sprofondare quando i miei compagni risero di me.
«Dai, non ti preoccupare. Non hai mica perso ai nazionali.» mi affiancò Lance con un sorriso rassicurante.
«Si vede che faccio proprio schifo negli sport, eh?»
«Non direi, alla fine canestro l'hai fatto. La palla è entrata. Solo che non era quello giusto.» ridacchiò Lance mentre la mia squadra perdente se ne andava a sedere per venire sostituita.
«Tu sei stato bravo invece, quante volte hai segnato? Cinque?»
«Sei, per la precisione.» mi disse.
«Hai già fatto basket?» chiesi curiosa sedendomi per terra.
«Ma certo! Mi sono esercitato migliaia di volte con la Wii.» Scoppiai a ridere.
«Sei proprio scemo.» commentai.
«È solo un diverso modo di manifestare la mia genialità.» replicò sollevando le sopracciglia.
Mi piaceva tanto chiacchierare normalmente con Lance, del più e del meno. Avrei voluto che la chiacchierata non finisse mai più. Ma tutto aveva una sua fine.
Scossi la testa e mi ripresi. Non potevo. Lui era fidanzato. Non avrebbe mai pensato a me in quel modo, e anche se fosse, non volevo essere io la terza incomodo. A detta sua e di Hebe, stava con la sua ragazza, Iris, da un sacco di tempo. Non l'avrebbe sicuramente lasciata per una tipa che conosceva solo da qualche mese. Dovevo semplicemente dimenticarmi di lui.
Eppure lui mi piaceva. Mi piaceva come non mi era mai piaciuto nessuno. Non era un'ossessione di fantasia come per Jason. Sentivo nel profondo che era qualcosa di più.
Balzai in piedi lasciando il racconto di Lance a metà.
«Vado in bagno.» gli dissi prima di dileguarmi. Non chiesi nemmeno il permesso al professore. Semplicemente mi allontanai, rinchiudendomi nel bagno degli inservienti. Chiusi la tazza del gabinetto e mi ci sedetti sopra, prendendo alcuni profondi respiri.
Non potevo perdere la testa per Lance Chanders. Forse ero ancora in tempo per tornare indietro ora che lo sapevo. Forse dovevo semplicemente trovarmi una distrazione.
Non seppi quanto tempo era passato da quando mi ero rinchiusa dentro. Era passato molto tempo, questo era poco ma sicuro. Sospirai e andai alla porta, ma la trovai bloccata. Ci riprovai ma quella non si apriva. Continuava a scuotere la maniglia ma non successe niente.
«Oddio, sono bloccata dentro.» realizzai con orrore.

Angolo Autrice

Scusatemi per il super ritardo! Sono semplicemente un'organizzatrice pessima. Comunque, parlando del capitolo, avete visto? Azura ha realizzato di essere innamorata di Lance!!! Che ragazza idiota e senza speranze 😁. Che ne pensate? Come si evolveranno gli eventi? Qual è il personaggio che state apprezzando di più?

Ho fatto alcuni schizzi di alcuni personaggi comparsi fino ad ora!

Azura e Lance

Hebe e Tony

Theo, Dor e Fin

Gryf, Frannie e la coppia Tyler e Cammie.

Matthew, Xavier, Wren e Daia.

Beth, Tom, Jason e il Jack il tizio che ho solamente nominato un paio di volte.

I gemelli Ace ed Arn

Premettiamo che sono solo schizzi, ad essere sincera, forse non li immagino nemmeno io così. Sono solo delle bozze di loro, fatti in momenti di noia. Però più o meno sono così, per farvi un'idea. Magari la prossima volta ne farò degli ufficiali.
Grazie per l'attenzione e arrivederci 🖐🏻.

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