Eyes on Fire โ˜… |ITA|

By translatorITA

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| storia originale di @juxtaposing | cover credits: @translatorITA | ๐Ÿ“š "Non si tratta di vivere per sempre... More

02. INCUBO
03. FIDUCIA
04. INIZIAZIONE
05. LETALE
06. INFILTRATO
07. BUCKY
08. INNESCO
09. PRIMA MISSIONE
10. CATCH-22
11. NUOVA OSCURITA'
12. TORTURA
13. READY TO COMPLY
14. VELENO
15. NEONATI
16. NATALIA
17. DECISIONE IMPROVVISA
18. GLI ANGELI
19. SALVATORE
20. STORIA
21. RESPONSABILITA'
22. TENSIONE
23. RESTA CON ME
24. SOLDATO D'INVERNO
25. SIBERIA
26. INFESTATO
27. SOPRAFFATTI
28. MOSTRO
29. LA MISSIONE FINALE
30. FINALE INFELICE
31. PERSA
32. DENALI
33. MI AMI?
34. LA CASA E' DOVE SI TROVA IL CUORE
35. UN ALTRO GIORNO, UN'ALTRA MISSIONE
36. SETE DI SANGUE
37. LA LETTERA
38. IL PRIMO APPUNTAMENTO
39. UN CAMBIO DI SCENARIO
40. BALLA CON ME
41. PACE NEL NOSTRO TEMPO
42. INSIEME

01. CATTURATA

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By translatorITA

"Dove sono?" ringhiai.

Le mie braccia erano legate dietro la mia schiena e non riuscivo a liberarmi, il che mi confondeva e mi faceva arrabbiare. Ero debole, e per qualche motivo i miei poteri erano inutili in questa cella di vetro. Mi contorsi muovendo le mani cercando di sciogliere la stretta sui miei polsi, grugnendo frustrata al mio sforzo vano. Come cavolo ero finita qui?

Mi sforzai di tornare indietro con la mente a quando ero nel mio appartamento, cercando di ripercorrere gli avvenimenti che avevano portato al mio inspiegabile rapimento. Dall'esterno della cella mi fissava un uomo con una benda di pelle nera sull'occhio, era seduto su una rampa di scale a braccia conserte.

"Ti trovi in un complesso segreto in Washington DC. Ho commissionato personalmente la costruzione di questo posto molto tempo fa per precauzione, non ho mai pensato che ne avrei avuto bisogno, ma immagino di aver intuito bene" la sua voce minacciosa rimbalzava sulle pareti di metallo.

"Perché sono qui? Cosa mi hai fatto?" non ricordavo niente dopo che mi aveva iniettato un siero nel collo facendomi svenire sul freddo pavimento del mio salotto.

"Dovevamo parlare, e non possiamo farlo tranquillamente quando cerchi di spezzarci il collo"

"Parlare di cosa?" sbottai.

Si alzò in piedi usando la ringhiera da supporto e camminò verso di me.

"Per migliaia di anni la tua razza ha vissuto tra gli umani non lasciando traccia di ciò che siete in grado di fare" disse mentre i suoi stivali sferragliavano sul pavimento di metallo. Io distolsi lo sguardo. "In un mondo di super soldati, uomini in armature di ferro, dei e alieni, chi avrebbe mai sospettato di un vampiro?"

Mi immobilizzai al suono della parola. Chi diavolo era questo uomo? Tesi la mascella, frustrata.

"So chi sei e che cos'hai fatto. Conosco i nomi di tutte le persone che hai ucciso" proseguì, il mio corpo si irrigidì; mi stavo infuriando. "Voglio offrirti una chance per redimerti"

"Come lo sai?" chiesi guardando a terra.

"È il mio lavoro"

Ritornò sulle scale ed estrasse una cartella dalla sua valigetta.

"C'era un'idea...chiamata l'iniziativa Avengers. L'idea era di mettere insieme un gruppo di persone eccezionali per vedere se fossero riusciti a fare di più, per vedere se fossero stati in grado di lavorare insieme quando ci fosse stato bisogno di combattere battaglie che non saremmo mai stati in grado di affrontare"

Sfogliava le pagine della cartella e poi se la infilò nella giacca.

Mi accigliai confusa. Come poteva conoscermi e sapere la mia storia? Ero stata così cauta, dove avevo sbagliato?

Rilassai i muscoli sulla sedia di metallo che era attaccata al muro. "E questo cos'ha a che fare con me?"

I suoi occhi – o oserei dire occhio – impassibili si posarono su di me, stava aspettando che reagissi. Sulle mie labbra si formò un ghigno mentre iniziavo a fare due più due.

"Tu...vuoi che io...ti aiuti?" non potevo non essere un po' divertita dalla sua proposta. "Mi hai rapita e imprigionata ed ora mi stai chiedendo di aiutarti? Non ti conosco nemmeno"

"Non te lo sto chiedendo, Miss Haze..." si avvicinò, "Penso che lo vorrai fare di tua spontanea volontà"

"E che cosa te lo fa pensare?"

"Beh, tu sei quella che deve vivere per sempre. Dopo tutto quello che hai fatto pensi davvero che riuscirai a convivere con te stessa così a lungo?"

Alzò un sopracciglio mentre raccoglieva la sua valigia e lasciava la stanza.

"Pensaci" aggiunse mentre si allontanava.

­­­­­­­­­­­­­------------------------

Le ore passarono e non mi ero mossa di più di qualche centimetro da quando l'uomo con la benda mi aveva degnato di una visita. Sedevo in silenzio analizzando il mio cervello in cerca di informazioni che lo riguardavano. Volevo capire come lui sapesse così tanto di me quando il mio unico obiettivo era tenere segrete la mia identità e le mie capacità.

Ero così annoiata che inconsciamente avevo esaminato la stanza un migliaio di volte, avevo ormai memorizzato ogni crepa ed ogni macchia, l'unica cosa che mi faceva compagnia era una sedia abbandonata in un angolo della cella. I miei occhi continuavano a tornare sulla grande porta di metallo sperando che qualcuno sarebbe entrato e mi avesse detto che questo era solo un brutto sogno. Ma c'era qualcosa che mi ricordava che tutto ciò era dolorosamente reale: la mia sete. La mia gola bruciava ed il mio corpo era dolorante, sapevo sarebbe solamente peggiorata più stavo senza soddisfarla. Chiusi gli occhi ed abbassai la testa, non volevo pensare più a niente.

Un mormorio caotico di voci in lontananza si fece più vicino mentre le stesse approcciavano la porta. Non avevo la forza di mettermi a sedere con la schiena dritta, quindi tenni la testa bassa.

La pesante porta si aprì e sentii dei passi scendere le scale. Dall'altra parte del vetro si trovavano ora l'uomo di prima, una donna in una tuta aderente nera, e niente meno che il Capitano Steve Rogers e Tony Stark in persona. Il mormorio cessò, e sentivo i loro sguardi su di me.

"Fury, chi è lei?" chiese la donna rivolgendosi all'uomo con la benda.

"Vorrei presentarvi Alaska"

Mi misi a sedere composta e li studiai. Tutti sfoggiavano un'espressione scettica, la donna portò una ciocca di capelli rossi dietro al suo orecchio prima di incrociare le braccia al petto.

"È, um, è-" si fermò Steve Rogers.

"Eccezionalmente attraente?" lo interruppe Tony Stark.

"Stavo per dire 'giovane', Stark.." ribatté Steve sospirando sonoramente.

Incrociai il suo sguardo, e poi quello di Tony per più di quanto avevo previsto. Tony si corrucciò avvicinandosi al vetro.

"Quanti anni hai? Diciannove? Venti?-"

"Novantuno" lo interruppi.

Tony sgranò gli occhi, "Scusa, puoi ripetere?"

"Com'è possibile?" chiese Steve.

"Non sei l'unico cittadino anziano nella stanza, Mr. Rogers" dissi con un ghigno.

Un grande sorriso losco apparve sul viso di Tony.

"Stai dicendo che sei come me?" continuò Steve, la sua voce era severa ma intrigata.

"No, ma date le circostanza dovresti considerare che ci siano altre possibilità"

"Tipo?"

Il silenzio riempì la stanza e nessuno distolse lo sguardo da me.

"I tuoi occhi..." disse la donna osservandomi come se fossi un esposizione da museo.

"Cosa vi ha detto di preciso Mr. Fury?" chiesi e tutti lo guardarono.

"Alaska...non è umana. È un vampiro" ammise Fury, "Ha capacità particolari. Le ho chiesto di unirsi a noi nella nostra prossima missione, dato che ci farebbe comodo un po' di aiuto"

"Adesso ci sono i vampiri?" mormorò la donna sottovoce. Alzai un sopracciglio nella sua direzione e lei mi rivolse uno sguardo compiaciuto.

"Se fa parte della nostra squadra, perché è relegata in una cella di massima sicurezza?" chiese Steve.

"Abbiamo preso delle precauzioni, la terremo qui fino a che non riusciremo a stabilizzare le sue condizioni"

"Che condizioni?"

"Lascerò che Alaska dia una spiegazione quando sarà pronta" disse Fury posando lo sguardo su di me.

Mi guardarono tutti come se dovessi loro un qualche tipo di spiegazione. Non ero preparata o abbastanza forte per illustrar loro la mia vita. Tra l'altro erano loro che mi dovevano una spiegazione.

"Allora, lo farai?"

"Fare cosa?"

"Ci aiuterai?"

Tony si unì alla conversazione. "Vorrei saperne di più sulle sue capacità-"

"Se vi aiuto...le persone sapranno cos'ho fatto" ribattei accigliata ripensando al mio passato, "Vi voglio aiutare, ma non sono un eroe come voi. Questo non è il mio destino"

"Abbiamo tutti un passato, fino tanto che ti assicuri che non si ripeta..." la voce di Steve era calma e convincente – capivo che stava abbassando un pochino la guarda. Aveva ragione. Non ero la stessa persona di quando uccisi persone innocenti per soddisfare la mia sete durante tutti questi anni. Non mi importava di chi stessi ferendo, ma adesso si.

"Non sono più la stessa persona; nonostante sia nella mia natura uccidere e soddisfare la mia sete di sangue per continuare a vivere, ci sono delle alternative, che una volta ignoravo. Adesso non sono più così, ma la mia coscienza mi fa pesare le mie uccisioni tutti i giorni"

Mi stavano guardando in modo diverso ora, come se fossero disgustati ed impietositi allo stesso tempo. Iniziavo a sentirmi come se appartenessi sempre più a questa cella.

"Beh, per quel che conta, entrare nella nostra squadra ti aiuterebbe a pulirti la coscienza" disse Tony incrociando le braccia al petto, "E personalmente vorrei avere l'occasione di conoscerti meglio"

La donna grugnì "Tony..."

"Vi aiuterò" gracchiai, l'arsura nella mia gola mi rendeva quasi impossibile pensare, figuriamoci parlare. Stavo solo iniziando a guadagnare la loro fiducia; era comunque difficile pensare a nuove amicizie mentre mi stavano fissando ed involontariamente tentando con l'unica cosa di cui avevo bisogno più di tutto, quella cosa per cui farei tutto per avere – il loro sangue.

"Cos'hai?" chiese Steve.

"Sono debole, non mangio da giorni"

"Fury, lasciala andare – sta soffrendo" ordinò Steve.

"Ti offri volontario per essere il suo pranzo se la lascio andare? Non posso farlo, è per la sicurezza di tutti quanti in questa struttura"

"Non puoi nemmeno lasciarla qui a soffrire" protestò.

"Troveremo una soluzione. Agente Romanoff, puoi preparare l'elicottero?"

"Sissignore" rispose la donna della quale conoscevo ora il nome. Uscì dalla porta senza rivolgermi una seconda occhiata, Fury la seguì.

"Dove andate?" chiese Steve

"Vado a prendere Barnes. Vieni?"

Tony mi guardò e mi disse "Resisti ragazzina".

Mi afflosciai nuovamente sulla sedia chiudendo gli occhi sperando in qualcosa, qualsiasi cosa, che alleviasse il mio dolore.

Se ne andarono tutti, guardandomi numerose volta prima di essere completamente fuori dal mio campo visivo.

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