Change My Life. |DRAMIONE| CO...

Από lysblueeyes

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HARRY POTTER FANFICTION || COMPLETA.|| IN REVISIONE. || VINCITRICE WATTYS 2018 || -Categoria: I maghi del f... Περισσότερα

1- The story is just beginning.
2- Unbreakable heart.
3- It's never too late.
5- On my own.
6- My demons.
7- Flares.
8- Fallen angel.
9- Was it a dream?
10- A beautiful lie.
11- The kill.
12- Try.
13- Dance with the devil.
14- The fantasy.
15- All I need.
16- I hate everything about you.
17- Right here.
18- What I believe.
19- If I lose myself.
20- Helium.
21- Fire and fury.
22- All ends well.
23- Awake and alive.
24- Dusk till dawn.
25- Warrior inside.
26- Crazy in love.
27- I'm not bulletproof.
28- Animal I have become.
29- Change my life.
30- Get ready cause this is war.
31- Capture life again.
32- If I only could.
33- Wherever you will go.
34- All of me.
35- War of hearts.
36- It has begun.
37- The other side.
38- Same old war.
39- Where are you now?
40- Rise and revolution.
41- Power poisons the heart.
42- Hurts like hell.
43- This is war.
44- I want you to know.
45- We're better than alright.
Epilogo.
Ringraziamenti, booktrailer e playlist.

4- Whispers in the dark.

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Από lysblueeyes

'Non importa quante volte mi hai detto che volevi andartene.
Non importa quanti respiri hai fatto, continuavi a non poter respirare.
Non importa quante notti sei rimasta distesa, ben sveglia ascoltando il rumore della pioggia che scendeva.
Dove sei andata?
Mentre i giorni passavano la notte si incendiava.
Non importa quante volte sono morto.
Non importa quante bugie vivo.
C'è un incendio dentro questo cuore che sta per esplodere tra le fiamme.
Mi vuoi davvero per torturarmi?
Per tutti i miei peccati, per vivere una bugia.
I segreti che non abbiamo reso pubblici non furono mai scoperti.
Dimmi... uccideresti per salvare una vita?'

Hurricane - Thirty Seconds To Mars.

Si dice che l'abbraccio è il vero scambio di emozioni e pensieri, eppure quello di Draco ed Hermione non era un vero e proprio abbraccio. Era un incontro di corpi, lo sfiorarsi indirettamente, senza neanche rendersene troppo conto; intrappolata tra il muro e le sue braccia, il buio le regnava intorno. Non riusciva a muovere un muscolo, nemmeno le mani, quelle se ne stavano indisturbate sul petto del ragazzo, all'altezza del cuore. Si era ritrovata in quel vortice senza neanche sapere perchè e avrebbe tanto voluto chiederglielo se solo, dalle sue labbra, fosse uscita una frase di senso compiuto.

Alzò lo sguardo su di lui lentamente, lo vide concentrato e con gli occhi oltre la sua figura, esposti appena al di là del muro, mentre lei continuava ad ignorare che cosa stesse succedendo, ma con la consapevolezza che stare lí, in fondo, non era tanto male. Draco non aveva fatto tanto caso al suo stesso gesto, aveva sentito solo la necessità di nascondersi il piú presto possibile, prima che li avessero visti. L'aveva toccata con facilità, aveva sfiorato la pelle nuda delle sue mani ancora una volta e per qualche istante si era perso nei ricordi piú profondi, nei ricordi che voleva dimenticare invano. Anche se doveva ammettere a se stesso che starsene nel buio piú totale con lei non era la peggiore delle cose che gli era capitata, nel silenzio poteva rendersi conto di quanto il respiro della grifondoro fosse accelerato e di quanto le mani di lei sul proprio petto emanavano un calore innato, troppo forte, quasi bruciava al contatto. Quelle voci, però, attirarono di nuovo la sua attenzione. Il ghiaccio delle sue iridi vagò nel buio e nel leggero chiarore di alcune candele galleggianti, presenti nel lungo corridoio. Nessuna figura ancora si era fatta viva e non riusciva a capire a chi appartenessero.

«Malfoy?» lo richiamò facendo lieve pressione sul suo petto, nel vano tentativo di spostarlo.

Il diretto interessato non rispose nè si mosse, almeno non subito. Dopo pochi istanti passati nel completo silenzio, circondò i polsi di Hermione con la propria mano per tenerli fermi e con l'altra portò l'indice alle labbra mimandole di fare silenzio. Si stava quasi abituando a toccarla come se niente fosse. La ragazza non obbiettò, si concentrò sulla presa di lui sulla propria pelle, non stringeva, era tanto leggera da farle sembrare che non la stesse nemmeno sfiorando, eppure lei si era fermata all'istante. Perchè? La pelle di Draco era fredda, quasi ghiacciata come i suoi occhi argentei, cosa che fece stringere le mani di Hermione in due pugni stretti.

«Insomma, mi dici che succede?» gli chiese a bassissima voce, ma a nulla serví seguire le sue indicazioni.

Ancora nessuna risposta e questo fece sí che i nervi della ragazza saltassero e sicuramente gliene avrebbe dette quattro, come suo solito, quando avvertí il tocco della sua mano sulla guancia. Spalancò gli occhi, a tratti spaventata da cosí tanta confidenza che c'era tra la loro pelle; Draco spostò le ciocche castane dietro l'orecchio e lo sfiorò con le dita lentamente ed Hermione intuí cosa lui volesse dire, con movimenti lenti e studiati, gli diede le spalle e si apprestò ad ascoltare nel silenzio.

Due figure camminavano a passo lento nel buio della notte, illuminate solo a tratti. Fianco a fianco in quello che era il cammino verso la follia piú totale, ma in fondo l'amore rende sempre folli, ci si innamora sempre di chi mai avremmo creduto di poter amare. Blaise era sempre stato razionale nella sua vita, il cuore preferiva nasconderlo sotto quello stemma che tutti odiavano, quella serpe che teneva in custodia fin troppe anime, ma da quando si era ritrovato nel vortice chiamato 'Ginevra Weasley' la prima cosa che ci aveva rimesso era stato proprio quello, il cuore. Sarebbe andato contro tutti pur di stare con lei, persino contro Harry Potter. Non gli importava che avesse sconfitto uno dei maghi piú terribili del mondo magico, Blaise per lei avrebbe fatto di tutto. Eppure non riusciva a dirlo apertamente, forse per il carattere forte della piccola grifondoro che lo spaventava, forse per paura di rimanere ferito da quella ragazzina tutto pepe o semplicemente per paura dei propri sentimenti... Era facile innamorarsi, amare era molto piú difficile.

Ginny camminava al suo fianco, nascondendosi dietro la chioma rossa che accarezzava come un manto di una gatta. Sentiva il cuore battere all'impazzata, conteneva troppe emozioni per riuscire a smettere, temeva che lui sentisse. Temeva che la paura li avrebbe sopraffatti, perchè se c'era una cosa di cui lei aveva paura, era la paura stessa. Aveva sofferto per mesi a causa della morte di Fred e a causa di Harry, aveva temuto la solitudine, aveva temuto di restare da sola con la propria paura quando in uno dei suoi tanti turni al San Mungo come volontaria, si era ritrovata Blaise Zabini davanti. Da allora l'aveva incontrato quasi tutti i giorni, non ci aveva quasi creduto che veniva a fare delle donazioni all'ospedale, da ragazza determinata qual era aveva insistito per assistere ad uno dei suoi pagamenti, solo allora si era fidata di lui. Aveva mostrato al serpeverde il lato piú debole, quello piú vulnerabile, denotando a lui qualcosa che mai a nessuno aveva lasciato vedere: le sue lacrime.

«Ginny non possiamo continuare cosí e lo sai.» la voce del serpeverde la riportò di nuovo lí, in quella scuola.

«Cosí come? Tra noi due non può esserci niente, Zabini. Mettitelo in testa.» si fermò costringendo anche lui ad imitarla.

«Zabini? Zabini?!» si alterò ed alzò la voce. «Perchè, eh? Perchè sei l'ex fidanzata di Potter? Perchè siamo di casate diverse? Dimentica queste stronzate! Durante l'estate non c'era nient'altro che noi! Lo ricordi, Ginny?» il suo tono si addolcí pian piano e finí con accarezzarle la guancia con la stessa dolcezza di sempre. La grifondoro avrebbe tanto voluto resistere, ma di fronte ai suoi occhi scuri non riusciva a non cedere, il suo carattere da forte e piccola ribelle spariva del tutto, lasciando spazio ad una Ginny dolce e indifesa.

«Blaise...» anche il tono di lei si addolcí e subito andò a rifugiarsi in uno degli abbracci della serpe, quelli che la facevano sentire al sicuro.

Lui la strinse, cosí forte da sentire finalmente il battito della ragazza, cosí tremendamente uguale al suo, avrebbe affrontato chiunque avesse provato a strappargliela via, anche se si fosse trattato di Harry Potter. Non avrebbe perso Ginny una seconda volta, non l'avrebbe lasciata scappare, non di nuovo. A pochi metri dal loro abbraccio che sapeva tanto di eterno, dietro una delle tante colonne, si erano spostati silenziosi Draco ed Hermione, che con occhi spalancati assimilavano gli avvenimenti appena scoperti. La riccia mostrava tutta la sua sorpresa in viso e quel filo di rabbia negli occhi ambrati non sfuggí al serpeverde, che la stava osservando da un po'. Era furiosa, delusa e si sentiva tradita dall'amica, quella che poche ore prima le aveva fatto il terzo grado solo per dei turni di ronda con un serpeverde, quella che aveva sempre dato di matto nel sentire il nome di Malfoy alla tana, anche solo se lo si leggeva sul giornale. Draco non capiva il perchè di tanta furia nei suoi occhi, certo, anche lui era rimasto sorpreso nel vedere il suo migliore amico con una grifondoro, quella grifondoro per giunta. Avrebbero avuto non pochi problemi d'ora in poi, eppure non era cosí infuriato. La sentí dimenarsi davanti a lui e cercò di avanzare, ma fu piú veloce nell'afferarle il braccio e tirarsela di nuovo accanto.

«Cosa diamine vuoi fare, Granger?» alzò appena il tono, accertandosi che nessuno dei due l'avessero sentito.

«Devo parlare con Ginny! Lasciami immediatamente, Malfoy!» lo guardó negli occhi. Occhi lucidi, ma fieri e sempre pieni di quell'orgoglio grifondoro che lui non riusciva a comprendere.

«Lasciali in pace. Cosa t'importa se la tua amichetta sta' con Blaise?» lasciò il suo braccio e la fronteggiò sovrastandola.

«Mi importa e basta. Ora spostati subito o giuro su Merlino che ti schianto!» quasi urló nel tentativo di provare a spostarlo e Draco le tappò subito la bocca, premendo la propria mano sulle sue labbra che sentí gonfie sotto le dita. Lanciò un'occhiata ai due che avevano sicuramente sentito l'urlo isterico di Hermione ed imprecò mentalmente.

«Sta' zitta, saccente! Ti sentiranno.» mormorò, sapendo che già l'avessero sentita, sapeva quanto Blaise fosse astuto.

Hermione tenne le proprie iridi incollate a quelle di Draco, la pelle fredda faceva pressione sulle proprie labbra, impedendole di parlare e anche solo di respirare. Eppure non se sentiva il bisogno, non sentiva il bisogno d'ossegeno in quel momento. Sentiva solo la voglia di sentire il tocco della sua pelle fredda sulla sua calda, sentiva la necessità di guardarlo negli occhi ancora un po' e forse avrebbe saziato quel bisogno incontrollabile di aiutarlo, ma la rabbia nei confronti di Ginny era sempre presente, come un campanello d'allarme nella sua mente che la fece rinvenire e astutamente diede un morso al dito del biondo, riuscendo a liberarsi.

«Salazar! Mi hai fatto male!» ritirò la mano all'istante. «Ho sempre pensato che ti affliggessero dei problemi, ma non pensavo al cannibalismo! Granger controllati!» ghignó beffardo, rimediandosi un'occhiataccia da quest'ultima.

«Sí, mangio i furetti stupidi come te!» incrociò le braccia al petto. «Ora spostati, non vorrei che tu dovessi toccare ancora troppo una mezzosangue.» riuscí a spostarlo con una gomitata, svignandosela e raggiungendo i soggetti della sua rabbia.

«Altro che mezzosangue. Tu sei pazza, Granger... Pazza!» mormorò interdetto, per poi farsi avanti anche lui.

Sarebbe stata una lunga serata...

**

Hermione faceva avanti e indietro da circa mezz'ora ed i nervi di un certo serpeverde stavano già saltando, mentre aspettava il consumarsi del pavimento dell'aula di pozioni su cui lei stava camminando. La ragazza non riusciva a concepire come avesse potuto farle quella stupida sceneggiata quando era lei quella a dover badare a se stessa, vista la sua compagnia. Una Ginny mortificata sedeva nella sedia del primo banco, affiancata da Blaise che se ne stava in piedi, con una mano poggiata sulla sua spalla per darle conforto.

«Hermione... Per favore, lasciami spiegare!» provò a chiamarla per la quinta volta da quando erano lí.

«Granger ascoltala, per favore. Non trarre conclusioni affrettate.» uno spazientito Blaise provò anche lui ad attirare la sua attenzione, ma ricevette solo quella dell'amico e quest'ultimo sbuffó irritato dal comportamento di Hermione. Scese dalla cattedra su cui si era seduto e la fermó per un braccio, in un modo che di gentile non aveva niente, e la trascinò davanti ai due da lei incriminati.

«Voglio andarmene da qui! Quindi smettila di farti qualsiasi complesso tu ti stia facendo e diamoci una mossa.» la rimproverò con naturalezza, un tono tanto naturale che sorprese sia Ginny che Blaise. Non capivano perchè Hermione ancora non l'avesse schiantato fuori dall'aula.

«Sei libero di andartene, Malfoy!» si scrollò la sua mano dal braccio e spostò la sua attenzione, finalmente, sui due. «Io non voglio alcuna spiegazione da te, Ginny! Mi hai profondamente delusa e sai bene perchè!» tenne lo sguardo fermo nel suo. La rossa accusò il colpo, ma non parve darle ragione. Si alzò dalla sedia e sbatté violentemente le mani sul banco, mentre le lentiggini sul suo volto parvero brillare e il suo ragazzo si allontanava di qualche passo, comprendendo che quella fosse una conversazione che comprendeva esclusivamente le due compagne.

«E perchè, Hermione? Perchè non ti ho detto niente? O forse perchè anche tu credi in quelle sciocchezze tra casate come Harry e Ron?» alzò il proprio tono, l'orgoglio grifondoro bolliva anche nelle sue vene.

«Sono offesa dalla tua domanda, sai che poco m'importa delle casate in cui siamo! Godric, Ginny! Poche ore fa saresti stata capace di distruggere l'intera scuola pur di non farmi fare solo una stupida ronda con Malfoy e ti chiedi perchè io sia delusa da te?! Che differenza c'è tra lui e Zabini?» le urla colpirono le orecchie di Blaise che se nè tappò una e Draco ghignò divertito, non aveva dubbi. Sapeva anche lui che lei lo odiava con tutta se stessa, ci avrebbe messo la mano sul fuoco che avesse dato di matto, per non parlare degli altri due svitati del quartetto, e quella consapevolezza quasi lo fece sorridere.

«Ma tu guarda, non ci credo!» le schiacciò l'occhio e si poggiò, con il suo solito andamento elegante e raffinato, al muro.

«Chiudi quella bocca, Malfoy!» lo zittí Ginny, ricevendo l'ennesimo ghigno. «E tu mi chiedi anche quale differenza c'è tra i due?! Svegliati, Herm!» lo indicò sorpresa dalle domande che lei le stesse ponendo.

La ragazza sembrava aver dimenticato il ruolo di Malfoy nella guerra, che stava per assassinare Silente, che era morto per colpa sua e soprattutto, che non era stato l'unico a perdere la vita. Draco fece una smorfia che gli fece arricciare le labbra, sapeva quale sarebbe stata la risposta e anche se moriva dentro, preferiva non mostrarlo.

«Sí, sono qui a chiedertelo!» incrociò le braccia sotto il petto, avvicinandosi a lei.

«Oh, andiamo! Io sono un assassino.» rise tra sè e sè, scherzarci su era l'unico modo che aveva per sfogarsi.

«Sí, lo sei!» la rossa lo guardò con astio e rabbia, poi ritornò su Hermione. «Blaise non ha fatto del male a nessuno!» strinse i pugni furiosa.

«Neanche lui, dannazione!! Neanche Malfoy ha fatto del male a nessuno! Non mi risulta che abbia mai ucciso qualcuno!!!» le urlò contro, le guance rosse e la determinazione di chi stava lottando per il giusto, per un qualcosa per la quale nessun altro avrebbe lottato mai e il diretto interessato la guardò esterrefatto, nessuno l'aveva mai difeso con tanta convinzione e determinazione negli occhi, quelli di Hermione brillavano di coraggio e lui ne rimase colpito. C'era davvero chi ancora credeva in lui? No, probabilmente si stava solo illudendo.

«Si può sapere perchè lo difendi tanto?!» la rossa era impertinente e prespicace, vedeva qualcosa di diverso nelle iridi di Hermione. Una scintilla mai vista, nemmeno quando difendeva Ron.

La ragazza rimase in silenzio per qualche minuto in cerca della risposta dentro di sè, risposta che non arrivò subito. Perchè lo stava difendendo? Perchè urlare contro la sua migliore amica, che conosceva da una vita, per stare dalla parte di Draco Malfoy, colui che l'aveva sempre disprezzata e fatta sentire sbagliata in ogni momento? Dopo un tempo che le sembró eterno, arrivò la risposta dal suo cuore.

«Perchè io difendo il giusto, perchè lui è stato dalla parte sbagliata e non lo farò anch'io!» alzò il volto fiera, lasciando Ginny completamente senza parole.

«Risparmiami la tua lezione, Granger! Non ho bisogno che tu mi difenda, so farlo benissimo da solo come vedi.» aprí le braccia con un ghigno. «E figuriamoci se m'interessa l'opinione di una come te.» sputó contro la piccola grifondoro, attirando la presenza di Blaise al suo fianco. «Cosa c'è, Zabini? Sai anche tu che la tua fidanzatina sta sparando un mare di stronzate! Sono stufo! Me ne vado, tu fa quel che ti pare.» sfogò la sua rabbia anche contro il moro ed uscí frettolosamente dalla stanza.

Per un attimo si era illuso che una persona credesse in lui, invece non era affatto cosí. Per un momento, un solo singolo istante, aveva creduto che Hermione Granger si stesse battendo per lui ed invece lo aveva fatto per se stessa, perchè secondo lei era la cosa giusta da fare e non quella che avrebbe voluto fare, indipendentemente dal giusto o sbagliato. Si allontanó dall'aula in fretta e furia, non voleva ascoltare altro.

«Malfoy!!!» una voce alle sue spalle lo fece sospirare spazientito, non gli ci volle molto per riconoscerla. «Malfoy, aspetta!!» insistette, ma lui la ignorò e girò l'angolo del corridoio senza badare a dove stesse andando.

Hermione aveva abbandonato l'aula dopo pochi minuti. Che senso avrebbe avuto restare? Sentiva di aver ragione, sentiva di doversi schierare dalla sua parte perchè nessuno l'avrebbe fatto, solo lei, perchè consapevole di avere coraggio e consapevole che di coraggio ce n'era anche in uno come lui. Lo stava rincorrendo per un motivo ben preciso, anche se risultava sbagliato agli occhi degli altri, lei voleva aiutarlo; aiutarlo a cambiare.

«Petrificus Totalus!» gli puntò la bacchetta alla schiena e l'incantesimo lo colpí in pieno, costringendolo a pietrificarsi sul posto. Una volta raggiunto e superato, con calma, puntò di nuovo la bacchetta alla tempia. «Finite Incantatem!»

Lentamente il corpo del ragazzo ritornò caldo e funzionante. Non appena ebbe di nuovo la forza di muoversi, afferrò il polso di Hermione e con rabbia la intrappolò contro il muro, sentiva il suo profumo entrargli nelle narici ed infastidirlo. Odiava quella situazione ed odiava lo sguardo di lei fin troppo superiore, era sempre stato quello a mandarlo su tutte le furie in quei sette anni.

«Non azzardarti mai piú a fare una cosa del genere, Granger.» il suo tono avrebbe potuto incutere terrore, ma non a lei.

«Non prendo ordini da te! Faccio quello che mi pare, di conseguenza... Ti aiuterò a dimostrare a tutti che non sei il mangiamorte che credono, non hai un'anima dannata, Malfoy...» il suo tono finí in un sussurro, che arrivò al viso di Draco come un soffio d'aria calda.

«Ti sbagli...» scosse appena il capo. «Non sai quanto ti sbagli, non mi serve alcun aiuto. Sto benissimo cosí, grazie.» indietreggiò e si allontanò da lei per l'ennesima volta.

Hermione prese un lungo respiro per calmare la rabbia, la sentiva ribollire nel sangue ormai. L'aveva sempre odiato per il suo credersi superiore, ma in quel momento non gli sembrava altro che un ragazzino sperduto nel bosco delle paure e lo odiava ancora di piú perchè si credeva sbagliato, di sbagliato c'erano state solo le sue scelte.

«Sei un cretino, idiota, saccente e stupido, stupido, stupido!» gli urlò dietro e lui si fermò udendola. «Sei cosí concentrato a fare la vittima che non ti accorgi quando qualcuno cerca di aiutarti! Sei ridicolo, Malfoy! Mi aspettavo piú coraggio da uno come te, invece sei un rammollito! Ecco, l'ho detto!» continuò ad urlare ottenendo lamenti dai quadri appesi ed il suo sguardo su di sè.

Rimase spiazzato da quello sfogo, eppure non riuscí a ribattere con rabbia o altro. Gli sembrò cosí buffa; i capelli castani arruffati a causa della corsa, le guance rosse e piene cosí come le sue labbra, quelle che prima aveva toccato con le dita. Gli occhi pieni di fiamme ardenti che lo bruciavano ogni volta riducendolo in cenere e quel pugno stretto intorno alla bacchetta, che aveva avuto il privilegio di provare sulla propria pelle il terzo anno. E quasi avrebbe sorriso a quell'immagine se alle spalle della ragazza, come due furie, non fossero arrivati Harry e Ron a proteggerla. A farle da scudo con il proprio corpo, lasciandola indietro, dandogli la conferma che ci sarebbe stato sempre un muro a dividerli.

«Che cosa le hai fatto, eh?» Ron lo raggiunse, pochi metri di distanza e il disprezzo che aveva provato solo per pochi.

«Parla, Malfoy!» Harry puntò la propria bacchetta contro di lui mentre con un braccio circondava le spalle dell'amica, lei che tremava di rabbia ancor di piú dopo quell'inutile sceneggiata.

Draco si limitò a guardarli, non colse le provocazioni di Ron nè tentò di fronteggiare Harry. La sua bacchetta se ne stava al sicuro nella tasca della propria giacca, non avrebbe sprecato nemmeno un incantesimo per loro, probabilmente per nessuno che volesse fargli del male. Non aveva un senso per vivere, tanto valeva non farlo.

«Basta! Smettetela immediatamente!» calò con il braccio la bacchetta di Harry. «Che cosa vi salta in mente?! Ron torna subito qui!» lo richiamò ed il rosso ubbidí, fulminando il serpeverde con lo sguardo fieramente azzurro.

«Hermione noi eravamo alla festa e abbiamo sentito delle urla e...!!» provò a dire il povero Ron, che venne zittito solo da un cenno del capo dalla ragazza.

«Non voglio sentire altro. Da nessuno!» i suoi occhi erano lucidi, brillavano sotto la luce della luna e colpirono Draco con una fitta al petto, non seppe spiegarla e nemmeno continuò a provarci.

L'unica cosa che riuscí a fare fu scappare via da quel corridoio, scappare via come una serpe ed infiltrarsi nel buio delle segrete, nella sua stanza. Hermione lo guardò andare via senza emettere alcun suono o parola, non osava guardare negli occhi nemmeno i due compagni. Li amava, aveva passato con loro i suoi anni piú belli e sapeva quanto tenessero a lei e volessero proteggerla, ma odiava con tutta se stessa il modo in cui riuscivano a farla sentire messa da parte.

«Non fate mai piú una cosa del genere.» li raccomandò seria, anche se la sua voce uscí fievile. «Vado in camera mia, buonanotte.» sfuggí dalle loro possibili domande, sfuggí da quell'attimo eterno che avrebbe custodito insieme agli altri segreti.

Non si sarebbe arresa cosí facilmente, negli occhi di Malfoy, in quel frangente in cui aveva avuto la possibilità di osservarli da vicino, ci aveva visto il vuoto. Ed Hermione Granger voleva riempire quel vuoto, non sapeva ancora come, ma ci sarebbe riuscita a tutti i costi.

_Angolo Autrice_

Okay, ce l'ho fatta.
Mi ci è voluta una notte intera per scriverlo, e spero vivamente che vi piaccia. *-*
Mi scuso per eventuali errori, non è consigliato scrivere alle quattro del mattino. XD Comunque... Come vi è sembrato?

Ginny e Blaise provano qualcosa l'uno per l'altra e qualcuno di voi l'aveva già capito... Siete d'accordo con la reazione di Hermione?
O siete dalla parte di Ginny?
E il nostro povero Draco? Ha fatto bene a subirsi quell'ira di Hermione? *-*-*
A voi le considerazioni, pensieri e pareri! Critiche costruttive sono ben accette. :)

Vi ringrazio di tutto, per ogni visualizzazione, voto o commento. Ve ne sono grata con tutto il cuore.❤

Ps: Molte di voi hanno apprezzato le frasi ad inizio capitolo. Volevo dirvi che le frasi sono prese dalle canzoni che inserisco nei media, colonne sonore di ogni capitolo, quindi per chi volesse ascoltarle può trovarle lí! :)

Un bacio, Lys.♡

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