Si Mr. Evans ( Vol. 1)

Από _antoninalentini

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Quando Noele Lewis, giovane barista di Hilo venne difesa per la prima volta da Cade Evans, sexy vigile del fu... Περισσότερα

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Capitolo 23 (Parte 1)
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Capitolo 25
Capitolo 25 (Parte 2)
Capitolo 26
Ringraziamenti
Gratis fino a domani!!!
La bellezza di essere scrittori!!!
Buon Compleanno Noele!!!
Volume 3
Passione...Cade...Natale...
Sinossi Tua per sempre Mr. Evans
Data uscita
Booktrailer!
Online booktrailer Tua per sempre Mr. Evans
Online terzo volume trilogia...
Cartaceo €6
Terzo volume su KU
Collaborazione con giornalista!
Nuovo libro! Il mistero dei tuoi occhi.
Nuovo libro! Già online!!!
Spin-off trilogia Hawaii

Capitolo 13 (Parte 2)

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Από _antoninalentini

Fortunatamente Naomi grida il mio nome in lontananza e ne approfitto per allontanarmi da lui, ma mi blocca con una tenuta salda sul mio polso. << Ne riparliamo dopo. >>

Mentre parlo con Naomi, lancio delle brevi occhiate a Cade che mi fissa da quando mi sono allontanata. Mi sento bruciare la pelle. Ha i lineamenti del volto duri e lo sguardo pieno di desiderio.

<< Vedo che Cade non ti ha staccato gli occhi di dosso. >> Esclama Naomi maliziosamente.

<< Si lo so. >> Fisso il mio bicchiere contenente un Margarita in alternativa di un meraviglioso succo alla pesca.

<< Vi hanno visti i tuoi?>>

<< Credo di no, altrimenti mia madre sarebbe venuta. La curiosità certe volte la uccide. >> Faccio un sorriso pensando a lei.

<< Certe volte, senza offesa, è molto invadente. >> Sorride. << Però è una donna eccezionale. >>

<< Scusatemi, bellezze, ma devo prelevare Noele per qualche minuto. >> Mi prende per il polso e mi porta dentro casa. Non riesco a proferire parola. Saliamo delle scale e una volta arrivati nel pianerottolo entriamo nell'ultima stanza a destra.

<< Ma che fai? >> Borbotto.

Esce una benda nera dalla tasca dei suoi pantaloni, quella benda, che in fondo a me stessa adoro. << È

questo che vuoi? >> Mi lascia cadere sul letto. Si sfila

la giacca e la poggia sulla sedia. Lentamente sale sul letto e avanza verso di me mettendosi seduto sul mio bacino.

<< Potrebbe entrare qualcuno. >> Sussurro col fiato corto.

<< In questa stanza non entra mai nessuno. >> Prende la benda coprendomi gli occhi. Il solo pensiero che stiamo facendo tutto questo di nascosto, con il rischio che qualcuno, anche se improbabile, entri, mi fa eccitare ancor di più.

<< Non muoverti. >> Mi ordina.

Lentamente mi sfila gli slip facendomi uscire un gemito. Ha le dita così delicate...

Scende dal letto prendendomi tra le sue braccia, mi adagia sulla scrivania. Non proferisco parola. Eseguo solo i suoi ordini. So solamente che non vedo l'ora che vada al dunque. Sento slacciare la cinta e il rumore della sua caduta per terra. Faccio un sussulto di paura ma mi rassicura dandomi delle carezze sul braccio facendomi rabbrividire.

<< Per quanto tempo hai deciso di tenermi sulle spine?>> Chiede, mordendomi il lobo dell'orecchio. D'istinto porto una mano dietro la sua nuca.

<< No Noele, non puoi toccarmi fin quando non mi darai una risposta. >> Allontana le mie mani dalla sua nuca.

<< Quale risposta?>> Faccio l'indifferente.

<< Lo sai di cosa sto parlando. >> Morde l'altro lobo. Drizzo la schiena e stringo il bordo della scrivania con le mani.

<< No. Non lo so. >> Porto la testa indietro.

Lo sento scendere e alzarmi l'abito. Comprime dei piccoli e casti baci sull'interno della coscia per poi soffermarsi al centro del mio piacere.

<< No?>> Da un morso sull'inguine.

Emetto un gemito. << Non ricordo bene. >>

Poggia una mano sul mio fondoschiena, portandomi più sul bordo della scrivania.

<< Vorresti davvero rinunciare a tutto questo?>>

<< Questo cosa?>>

Porta le mie gambe sulle sue spalle e con la lingua inizia a disegnare dei piccoli cerchi sul clitoride. Faccio un sospiro

profondo cercando di non farmi corrompere.

Mi tiro indietro. << Adesso devo andare dai miei, mi staranno cercando. >> Cerco una scusa credibile per ritornare a ragionare.

<< Davvero? I tuoi?>> Si alza togliendomi la benda. << Ma entro stasera dovrai dirmi se acconsenti o meno. >> Mi punta il dito contro, poi prende la giacca ed esce dalla stanza. Faccio un sospiro. Prendo gli slip e vado in bagno a ricompormi.

Mi dirigo verso la folla e non appena scendo l'ultimo gradino della scala tutta in legno massiccio, vedo mia madre che cerca di farsi notare muovendo la mano per aria.

<< Tesoro, ti stavamo cercando, dove ti eri cacciata?>>

<< Ero andata un attimo in bagno, mamma. >> Odio mentire a mia madre. Ma devo farlo.

<< Hai fatto un meraviglioso discorso. >> Si complimenta. Mentre mi carezza il braccio.

<< Grazie mamma. >> Le faccio un sorriso.

<< Siamo fieri di te, tesoro. Ci manchi tanto. >> Mi abbraccia. Mi sono sempre piaciuti gli abbracci dei miei genitori. Con mio padre mi sento protetta da tutto e da tutti. Lui è l'uomo che non mi farà mai soffrire, mi fido ciecamente. È il mio vecchio. Mia madre invece è il mio sostegno, la mia roccia morale. Mi sono sempre confidata con lei ma di Cade non posso proferire parola.

Il banco del buffet è pieno di persone, zii, cugini, amici, genitori, tutti che parlano e si divertono tra di loro. Sembrano spensierati e felici. Vedo mio padre venirci incontro con tre piatti pieni di cibo, ottimo e appetitoso cibo, dai gamberetti in salsa rosa alle tartine con crema al salmone, il buffet è tutto a base di pesce perché Naomi lo adora, mangerebbe solo quello.

<< Noele...amica mia. >> Esclama una voce sconosciuta alle mie spalle. Mi volto e vedo Beverly che tiene per mano Dakota, ormai fidanzati inseparabili.

<< O mio Dio, ma quando siete arrivati?>> Rimango esterrefatta. Porgo il piatto a mia madre e corro verso Beverly per abbracciarla.

<< Qualche ora fa. Tempo di sistemarci e siamo subito corsi qua. >> Risponde Dakota. Faccio un passo indietro per guardarla per intero, è sempre la stessa, bella come sempre. Indossa un tubino fuxia che le calza a pennello e i capelli raccolti in una coda di cavallo.

<< Che mi raccontate di bello?>> Chiedo piena di curiosità.

<< Abbiamo deciso di andare a convivere, ma a New

York. I genitori di Dakota mi stanno aiutando a cercare

un lavoro. >> Aggrotta la fronte e mi volge un sorriso dolce.

<< E con il negozio di fiori come farai?>>

<< Lo gestirà mia madre. Tranquilla, quando potrò la verrò a trovare e anche a voi ragazze. >> Si avvina di più a me.

<< E con Cade come va?>> Mi sussurra con la mano davanti la bocca.

<< Non lo so neanche io. Però non voglio parlarne per il momento, anche perché ci sono i miei. >>

<< Ah. >> Esclama. << Ma allora non gliel'hai ancora presentato?> Chiede esterrefatta.

<< No e non so se lo farò. >>

<< Tesoro abbi coraggio, prima o poi dovrai farlo. Adesso però, scusaci ma dobbiamo andare dai festeggiati. >> Mi dà un bacio sulla guancia e vanno via.

Riprendo il piatto da mia madre, do un morso alla tartina ma mi va subito di traverso. Sento Cade parlare al mio fianco. << Buonasera signori, voi dovete essere i genitori di Noele. >>

Porge la mano a mio padre, poi prende quella di mia madre e le

posa un bacio. Spalanco gli occhi verso Cade.

<< Si, ma lei è?>> Chiede mio padre aggrottando la fronte.

<< Oh, la prego mi dia del tu. Mi chiamo Cade. >> Mi cinge i fianchi con il braccio. Vedo mio padre notare il braccio attorno la

mia vita.

<< Si ma, lei, cosa centra con nostra figlia?>> Chiede mia madre, sempre più confusa della situazione.

Do un colpo di tosse. Che situazione imbarazzante, vorrei uccidere Cade.

<< Già, cosa c'entro con te? >> Sussurra Cade guardandomi negli occhi.

<< È un mio caro amico. >> Rispondo immediatamente con voce decisa e con tono alto. Quasi si girano tutti a guardarci.

<< Non ci hai mai parlato di lui, cara. >> Beve un sorso del drink che il cameriere ha appena portato.

<< Non ne vedevo il motivo, mamma. >> Borbotto, rossa in volto ma piena di rabbia.

<< Come vi siete conosciuti?>> Interviene mio padre.

<< Una sera, mentre lavoravo, mi ha difesa da un signore. >>

<< Oserei dire, un signore incivile. >> Aggiunge Cade. Sembra a suo agio, come se niente fosse successo. Nel mentre di

nascosto mi carezza la schiena con le punte

delle dita facendomi rabbrividire ma non

posso farlo notare ai miei. Lui per loro è solo un "amico".

Mio padre assume un'espressione leggermente irritata. << Ti ha fatto del male, dimmi chi è, che ci penso io. >> Esclama con rabbia.

<< No tranquillo papà, non è successo niente. Mi ha solo gettato un po' di Margarita addosso. >> Lo rassicuro.

<< Grazie Cade, per aver difeso mia figlia. >> Mio padre porge la mano al mio "amico", sembra una stretta infinita, le loro mani non si separano più.

<< Oh, ma non deve ringraziarmi, è mio dovere salvare le persone. >> E rieccoci con quella mitica frase.

<< A sì? E che lavoro fai? >> Chiede con tono curioso mia madre.

<< Sono un vigile del fuoco. >>

Mia madre guarda prima me e poi Cade. Non so cosa significhi questo sguardo, non l'ha mai fatto, quindi non riesco a decifrarlo. Forse un'espressione di approvazione.

<< Senti caro, si è fatto tardi, andiamo via. >> Prende a braccetto mio padre e lo trascina lontano da noi.

<< Mi raccomando...Cade...Buona notte tesoro. >> Mio padre gli lancia un'ultima occhiata e va via insieme a mia madre.

Non appena sono fuori il mirino, fulmino con lo sguardo Cade. << Ma come diamine ti è venuto in mente di presentarti ai miei?>>

<< Visto che non ti decidevi a farlo l'ho fatto io. E poi sono solamente un "amico" giusto?>> Sembra irritato.

<< Che volevi che dicessi loro?>> Chiedo con tono lievemente alto. Si crea un momento di silenzio tra di noi. << E comunque hai fatto colpo con loro. >>

Faccio un sorriso e gli carezzo la guancia, per quanto sia arrabbiata

con lui non riesco ad esserlo più di qualche minuto.

<< E alla figlia? >> Si avvicina sempre più a me. Sento una leggera tachicardia.

<< C...cosa?>> Divento paonazza.

<< Che effetto le faccio? >> Chiede prendendomi il mento per alzarmi il viso, sfiorando le sue labbra sulle mie.

<< Sei davvero incantevole con questo smoking. >> Sussurro mentre passo una mano sul suo petto.

Poggia una mano sul mio fondoschiena, togliendo la distanza tra di noi, posa delicati baci sul collo e con le dita sale e scende lungo il braccio, facendomi rabbrividire.

<< Non riesco a starti lontano, Noele. Sei come una droga per me. >> Ansima al mio orecchio facendomi sciogliere.

I battiti del mio cuore aumentano e il sangue affluisce sempre di più.

<< Anche per me è la stessa identica cosa. Ma non credo riuscirei a reggere una storia come tu la desideri. >>

Aggrotta la fronte. << Perché no? Ti assicuro che sarà bellissimo. >> Poggia le mani lungo le mie braccia, facendo un passo indietro per guardarmi negli occhi.

<< Ma io non ho mai fatto cose del genere. >>

<< Noele...>> Fa un sospiro, come se fosse in uno stato di profonda disperazione. << Devi fidarti di me. >>

<< Ok, ma se non riesco a reggere tutto quello che per te è normale, ritorneremo come prima. >>

Sgrana gli occhi. << Quindi è un sì?>>

<< Si. >>

Improvvisamente mi prende tra le sue braccia e fa un giro su sé stesso, alzandomi da terra.

<< Sono davvero felice. >> Mi dà un bacio sulle labbra.

Sento un colpo di tosse alle mie spalle. << Disturbo? Posso tornare più tardi se volete. >>

Mi volto, con un sorriso ebete sul volto. << No, Naomi, dimmi. >>

<< Devo dirti tante cose. >> Mi porge la mano. << Cade, scusami ma te la devo rubare qualche minuto. >>

Mi tira verso di lui quando già ero al fianco di Naomi. Sfiora la mia guancia con le dita, guardandomi con occhi ardenti.

<< A dopo. >> Mi prende il viso tra le mani, mi bacia per poi staccarsi da me e andare da Alex.

<< Allora...mi sembra che tra voi vada bene. >> Esclama. Mentre mi strizza l'occhio e mi dà un colpo di gomito sul braccio.

<< Ti diamo quest'impressione? Ci stiamo provando. >> Faccio spallucce e mi volto a guardare la mia migliore amica. << Si è presentato ai miei. >>

Naomi spalanca gli occhi, quasi le escono dalle orbite. << Cosa? ... E quando? >>

<< Ero con i miei al buffet e...>> Faccio un sospiro profondo. << Ed è successo. Credo che mio padre gli abbia dato un avvertimento. >> molto protettivo nei miei confronti e anche geloso.

<< Ti vuole bene e non vuole che per colpa di qualcuno tu soffra, lo capisco. >>

<< Vorrei che fosse tutto più semplice. >>

<< Che intendi dire? >> Mi guarda con fare interrogativo.

<< Niente...niente. >> Le circondo la vita

con le braccia e poggio la fronte sulla sua spalla.

<< Ehi, tesoro, vedrai che andrà tutto bene. >>

Continuo ad abbracciarla. Come mia madre, lei è il mio supporto morale. Sa cosa dirmi in qualsiasi momento. Brutto o bello che sia.

Alle tre del mattino ormai la festa volge al termine e con Cade ci concediamo.

<< Senti, che ne dici di iniziare da oggi?>> Mi propone Cade, mentre ci dirigiamo da Lanoir.

<< Va bene. >> Intreccio le dita alle sue, stringendo la presa.

<< Non essere nervosa, piccola. >>

Come un gentil cavaliere, mi apre il portello dell'auto, mi fa accomodare e lo chiude. Fa il giro dell'auto, si adagia sul sedile per poi accendere il motore e andare via.


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