The Stripper ||TRADUZIONE ITA...

By JustMe727

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IN REVISIONE Avete mai immaginato di avere due vite? Essere due persone allo stesso tempo? Suppongo di sì. Ma... More

Prologo
Capiolo 1- "Doppia vita"
Capitolo 2 - "Ritorno a Miami"
Capitolo 3 - "La Stripper"
Capitolo 4 - "Nuova Presidenza"
Capitolo 5 - "Primo giorno"
Capitolo 6 - "Più Tempo Insieme"
Capitolo 7 - "Il Ballo"
Capitolo 8 - "Il Bacio"
Capitolo 9 - "Perdere il Controllo"
Capitolo 10 - "Le Café"
Capitolo 11 - "Dolce Illusione"
Capitolo 12 - "Confusione"
Capitolo 13 - "Regalo, Corsa, Conversazione"
Capitolo 14 - "Giochi perversi"
Capitolo 15 - "Arrivo inaspettato"
Capitolo 16 - "Rincontri"
Capitolo 17 - "Conoscere la famiglia, Problemi"
Capitolo 18 - "Una bella giornata"
Capitolo 19 - "Il ballo"
Capitolo 20 - "Tornando alla dura realtà"
Capitolo 21 - "La vendetta"
Capitolo 22 - "Perse"
Capitolo 23 - "Rischiare"
Capitolo 24 - "Fuck you all the time"
Capitolo 25 - "Strade incrociate"
Capitolo 26 - "Litigi e Riconciliazioni"
Capitolo 27 - "Nuova Alleanza"
Capitolo 28 - "Una giornata diversa"
Capitolo 29 - "Momenti"
Capitolo 30 - "La scoperta"
Capitolo 31 - "Confronto"
Capitolo 32 - "Turbinio di Sentimenti"
Capitolo 33 - "Cadere in Tentazione"
Capitolo 34 - "Affari"
Capitolo 35 - "Cose del passato"
Capitolo 36 - "Ballo in maschera"
Capitolo 37 - "Proposta"
Capitolo 38 - "Questione di sapere"
Capitolo 39 - "Chi dirige questo gioco?"
Capitolo 40 - "Funzionerà tutto?"
Capitolo 41 - "Mentire, sì o no?"
Capitolo 43 - "Il volo"
Capitolo 44 -"Segreti"
Capitolo 45 -"Andarsene, sì o no?"
Capitolo 46 - "Decisione"
Capitolo 47 - "La Lap Dance"
Capitolo 48 - "Scacco matto"
Capitolo 49 - "Strategia"
Capitolo 50 - "La nuova era"
Capitolo 51 - "Resa dei conti"
Capitolo 52 - "La perdita"
Capitolo 53 - "Tempi nuovi"
Capitolo 54 - "Il matrimonio"
Capitolo 55 - "Il potere"
Epilogo Parte 1 - "La famiglia"
Epilogo parte 2 - "Due lati"
Epilogo parte 3 - "Cara Stripper"
NOVITÀ

Capitolo 42 - "Sorpresa"

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By JustMe727

Nota: Per una miglior lettura quando indicato nel capitolo riprodurre la canzone "Unfold - Alina Baraz & Galimatias" e a seguire, "Pretty thoughts - Alina Baraz & Galimatias".

Keana P.O.V

Finalmente ho conosciuto la famosa Karla Estrabao, e onestamente, lei aveva il diritto ad ogni complimento. La Stripper era padrona di una sensualità fuori dal comune e di un corpo chiaramente scolpito dagli Dei. La mora con i capelli ondulati ti fa sentire fuori orbita solo a guardarla, è un'ipnosi in un aura di eccitazione e desiderio. Allettante, vero? Ma la cosa davvero allettante è stata sapere che solo una donna in tutto questo tempo era riuscita ad essere coinvolta con lei. Donna che ha il potere in mano, un potere che deve essere mio.

Lauren Jauregui.

L'Onnipotente, il mostro del settore immobiliare. Quante volte si incroceranno le nostre strade? La vita ha fatto attenzione a manterci in prima linea in una lotta di potere e denaro. Adesso la vita aggiungerà anche il desiderio? Beh, non mi importa, Karla era degna di essere contesa con tutte le armi possibili.

-Ti è piaciuta?

Sentii Candece chiedere mentre camminavo verso il sofà di quel camerino.

-Sì, è meravigliosa.

-Te l'avevo detto, Karla ha un potere fuori dal comune. Non c'è nessun essere umano che non impazzisca per lei.

-Ma vedo che questo non importa molto, vero? Lei lascia bene in chiaro che non va con nessun cliente del club.

Candece alzò le spalle e si avvicinò.

-A Lauren non importava. È stata abbastanza insistente e sapeva come giocare per ottenere quello che voleva. Lei ottiene sempre quello che vuole, no?

La donna praticamente mi stava sfidando, istigandomi in modo da sapere che avrei accettato. Semplicemente non potevo capire il perché. Lauren è una donna potente, anche più di me. Se il problema era il denaro, l'avrebbe ottenuto insieme a lei, ma c'era un segreto nascosto. Segreto che non avevo ancora scoperto.

-Anche io ottengo tutto quello che voglio, Candece.

-So che è così, è per questo che ti ho presentato Karla.

-Perché l'interesse di presentarmi quella ballerina?

La bionda mi guardò qualche istante e sospirò.

-Mi piace presentare il meglio che ho alle persone importanti. -Disse accendendosi una sigaretta.

Risi ironicamente e mi girai verso di lei.

-Candece, non sottovalutarmi.

Lei annuì e si alzò in piedi.

-Voglio togliere Lauren dalla mia strada, signorina Marie, non mi piace come lei vuole comandare intorno a ciò che è mio.

-Con questo ti riferisci a Karla?

-Esattamente, Karla è la cosa migliore che ho qui, e sono stata minacciata di perdere quella donna.

-Quindi, credi che io sia la soluzione ai tuoi problemi?

-Se me lo permette, credo che lo sia. Lei è l'unica all'altezza capace di riuscire a cambiare tutto questo.

Sorrisi, era brava con gli affari.

-A quanto pare lo sono.

-Non voglio obbligarla a niente, e diciamo che avere Karla Estrabao è come ottenere il premio finale di un buon affare, non le pare?

Senza dubbio era così. La Stripper era il tipo di donna fuori dal comune, qualcosa mi istigava ad andare avanti, la volevo. I suoi intensi occhi marroni erano caldi e provocanti. Confesso che mi sono piaciuti abbastanza, ma qualcosa mi diceva che tutto questo non mi era del tutto sconosciuto come sembrava.

-Cosa mi stai offrendo, Candece?

Lei sorrise.

-Non sarà facile, ma voglio che pensi alla proposta di un privé con lei.

-Non l'ha sentita dire che lei non va con i clienti?

-Sarà solo un lap dance, Keana, hai pensato a questa possibilità? Uno show privato per te. E ovviamente, se riusciamo davvero a far si che succeda, il resto dipenderà da lei.

-Sai che Lauren ci odierà, vero?

-Ti importa? Perché a me no.

-Certo che no, sarà un grande piacere. Posso immaginare la delusione di perderla, è divertimento per me.

Candece rise e si avvicinò fermandosi al mio lato.

-Allora, lei che dice?

-Analizzerò la tua proposta. Appena deciderò, mi metterò in contatto con te.

-Aspetterò la sua risposta, signorina Issartel.

Lauren P.O.V

-Lauren, non fare quella faccia.

Io continuai a camminare verso l'ascensore mentre Camila cercava di starmi al passo.

-Resterai davvero in questo modo con me?

Non risposi, premendo il bottone per il tetto dell'edificio, che è dove si trovava l'elicottero, aspettandomi. Appena le porte si chiusero Camila mi spinse contro la fredda parete di metallo.

-Amore.

-Davvero viaggerai mentre sei arrabbiata con me?

-Sì, è colpa tua.

Mi lamentai di mal umore. Ma lei si limitò a sorridere e cominciò a distribuire baci sulla mia faccia, fino a fermarsi sulle mie labbra. Ero molto arrabbiata per il fatto che Camila non abbia accettato di venire con me a New York. Lo show della premiazione sarà lì, e difatti non potevo mancare dato che ero uno dei nominati e favoriti per il premio principale. Camila a sua volta rifiutò, aggiungendo che non era il momento di esporci a tutto il mondo, dopotutto lo trasmettevano sulla TV internazionale. Non mi importava cosa la gente pensava o credeva di me, è un loro problema.

-Non mi calmerà facendo così. -Sussurrai tra le labbra di Camila.

-Non ti rilasserai nemmeno con le mie carezze?

Lei chiese mettendo le mani sul mio collo, sul quale fece scivolare la punta delle sue unghie graffiando leggermente facendo tremare tutto il mio corpo. Camila era così vicina che potevo sentire il suo respiro caldo dalla sua bocca semiaperta. La donna si avvicinò sfiorando lentamente le mie labbra con le sue, per poi leccare rapidamente il mio labbro inferiore. Sospirai pesantemente mettendo le mie mani sui suoi fianchi sottili, e lei sorrise maliziosamente. Accidenti. Passo le sue dita tra le ciocche dei miei capelli e mi spinse verso di lei per prendere le mie labbra in un bacio affamato. Rabbrividii quando sentii la lingua calda di Camila invadere la mia bocca in modo autoritario e malizioso, serpeggiando in modo malvagio sulla mia. Tenni i suoi fianchi decisa, premendo il suo corpo contro il mio, mentre io continuavo a corrispondere con la stessa intensità il bacio che mi stava dando la latina. Il bacio non poteva durare troppo tempo, ci fermammo quando sentimmo il suono dell'ascensore.

-Fai la brava, quando torni ti ricompenserò nel modo che desideri.

Respirai affannata, lasciando andare il suo corpo.

-È una promessa?

-Sì, lo prometto. Torna con il premio in mano, Jauregui, e festeggerò con te.

-Beh, se parli così ho già voglia di tornare.

Camila sorrise e mi baciò ancora. Ci lasciammo andare l'un l'altra quando sentimmo il pilota schiarirsi la gola davanti all'ascensore.

-Signora, dobbiamo andare.

Annuii e se ne andò.

-Buona fortuna, okay? Aspetterò qui per lei e mi mancherà da morire.

-Mi mancherai troppo anche tu, Camz, grazie. Per qualsiasi cosa chiamami e tornerò all'istante.

Camila sorrise a mi abbracciò.

-Fammi sapere quando sei arrivata, mi occupo di tutto io qui.

-So che lo farai, adesso devo andare.

-Ti amo, Lauren.

-Ti amo anch'io, Camz. -Parlai rubandole un ultimo bacio prima di dirigermi verso il mio elicottero.

Camila rimase lì a guardarmi fino a quando l'elicottero non prese il volo, la salutai per l'ultima volta facendola sorridere. Mi ero già abituata ad avere Camila con me 24h su 24 e andare da sola mi faceva avere una sensazione strana, la mora aveva il potere di farmi stare bene e prendersi cura di me.

*****

Dopo una riunione tesa con la succursale di New York, decisi di tornare all'hotel, lo show della premiazione era il giorno dopo e avevo tutto il resto del giorno per riposare. La suite dove stavo alloggiando era la più grande dell'hotel, praticamente un appartamento di lusso con una bellissima vista sulla giungla d'asfalto della zona. Mi tolsi il cappotto tirandolo sul sofà della sala e camminai fino alla scrivania dell'ufficio parziale che c'era, aperto e insieme alla sala. Ripassai il mio discorso in caso vincessi il premio il giorno seguente e allora decisi di farmi un bagno. La città era incredibilmente fredda quel giorno, e un bagno caldo mi avrebbe aiutata a rilassarmi in assenza di Camila.

Mi tolsi i vestiti mentre riempivo la vasca idromassaggio e presi un bicchiere di vino rosso dolce. Affrontare tutti gli impresari e la stampa domani richiede una buona preparazione psicologica. Aggiunsi dei sali da bagno che rapidamente fecero schiuma e dopo mi misi in punta di piedi per vedere se l'acqua era alla temperatura giusta, e wow, lo era davvero. Mi accomodai nella vasca lasciando rilassare i miei muscoli, bevvi un sorso di vino rilassandomi. Sentii la suoneria stridente del mio telefono. Stavo per maledire il cielo e la terra ma poi vidi il suo nome sullo schermo del mio telefono.

"Srna. Cabello"

Sorrisi asciugandomi le mani con l'asciugamano insieme al mio corpo per prendere il dispositivo.

-Ti manco?

Camila chiese con voce dolce.

-Certo che mi manchi, ho avuto una giornata stressante e ti vorrei qui adesso. -Parlai mettendomi di nuovo nella vasca.

-Problemi? Lei ha bisogno di rilassarsi, domani ha la premiazione.

La mora doveva essere a casa, potevo sentire il rumore di borse di plastica e chiudere i mobili.

-Tanti, ma niente di grave. Camz, sai che non mi importa. -Alzai le spalle bevendo un altro sorso di vino. -Che stai facendo?

-Non ti importa perché hai un mobile pieno di premi a casa, no? -Potevo giurare che stava sorridendo con una delle sue sopracciglie alzata. -Sono appena tornata a casa, prima mi sono fermata al supermercato.

-Cena stasera? -Le chiesi ironicamente.

Camila sospirò come se stesse trattenendo le risate.

-Sì, il mio capo mi ha dato un giorno libero, sai? Devo approfittarne per cenare con qualcuno.

-Quale qualcuno?

Spalancai gli occhi e mi sedetti eretta. Camila lascio scappare una risata rilassata.

-Perché vuoi saperlo?

-Curiosità. -Mentii.

-Aspetta.

Camila parlò calma senza darmi l'opportunità di rispondere. Deve aver lasciato il telefono sul tavolo. Potei sentire il suono di passi e un movimento rapido, fino a quando prese il telefono di nuovo.

-Il mio invitato è arrivato.

-Se vuoi riaggancio. -Dissi di mal umore.

Sentii il respiro caldo della mora e qualche suono "tsk tsk tsk" che fece con la lingua.

-No, il mio ospite vuole parlare con lei.

-Con me?

-Sì, un secondo.

Sentii qualche rumore forte e un'altra volta qualcuno prese il telefono, ma stavolta non fu Camila.

-Ciao, Lolo!

Sorrisi sollevata, non è che abbia pensato che Camila sarebbe andata a cenare con qualcuno, ma sapere che Sofi era lì mi fece rilassare.

-Sofi, pensavo fossi tornata a casa. Stai bene?

-Sì, Kaki è venuta a prendermi a pomeriggio. Mia mamma torna domani quindi l'ho chiamata perché tu sei in viaggio.

-È grandioso, puoi fare compagnia a tua sorella mentre io sono lontana. Puoi prenderti cura di lei per me?

-Non preoccuparti, Lolo, non permetterò a nessuno di flirtare con Kaki.

-Sofi! -Sentii Camila lamentarsi in sottofondo, facendomi ridere.

-Esattamente, Sofi, quindi non puoi permettere a nessuno di avvicinarsi a tua sorella. Lei è mia.

-Ci penso io! Sarò la tua spia.

-Perfetto, spia! Ti comprerò un regalo fantastico qui, okay?

-Non c'è bisongno che mi fai regali, Laur, Kaki ha detto che non è bello. -Disse la piccola pensierosa.

-Non preoccuparti, dopo me la vedo io con lei.

-Vieni, alza il tuo piccolo sedere da lì, Sofi e dammi il mio telefono. -Sentii Camila in sottofondo.

-Ti passo Kaki, torna presto, Laur. Dobbiamo andare al parco giochi d'acqua gigante che ho visto in TV.

-Non preoccuparti, Sofi. Ci andremo.

Sentii che ridevano in sottofondo e Sofi si lamentava del solletico. Era stupendo vedere come le due andavano d'accordo. Camila aveva l'istinto di protezione e l'amore di una madre verso Sofi, e ciò la rendeva più speciale.

-Lei la deve smettere di cospirare con mia sorella. -Sentii la voce di Camila ansimare al telefono.

Lasciai scappare una risata, però mi fermai.

-Perché stai ansimando?

-Ho dovuto correre dietro alla diavoletta. Mi dispiace, amore.

-Non c'è problema, mi piace sentirti ansimare così. -Le sussurrai sensualmente.

Camila sospirò sonoramente e dato che il rumore di fondo spariva poco a poco, mi resi conto che si stava dirigendo in un posto più privato nella casa.

-Ti piace? Mh... e perché?

Potevo scommettere che stava sorridendo, mentre rigirava una ciocca di capelli col suo dito indice.

-Mi ricorda cose molto piacevoli, sai? -Dissi con doppi fini.

-Cosa esattamente?

Sorrisi, prendendo il bicchiere di vino per bere tutto il liquido dolce fino all'ultima goccia.

-Tu che gemi mentre stai venendo.

Nel momento esatto in cui finii la frase, sentii la mora sospirare sonoramente dall'altro lato della linea. Lei non immaginava che sarei stata così diretta con le mie parole, ma perché imbarazzarmi, no? Tutto era in assoluto silenzio, potevo solo sentire il leggero respiro dall'altro lato. Il gatto le ha mangiato la lingua? Sorrisi, mordendo il mio labbro inferiore poco a poco.

-Ti piace pensare a quello? -Il suo tono di voce sensuale prese il controllo.

-Mi piace farti venire Camila, mi piace l'azione.

-Mi manchi fottutamente tanto.

-Tu adesso dovresti essere qui con me nella vasca... -Le dissi mentre giocavo con la schiuma tra le mie gambe, che erano completamente stese.

-Cosa staremmo facendo se io fossi lì, Jauregui?

-Beh, tu staresti venendo nella mia bocca in questo momento.

-Stron...

-Kaki, vieni qui, ho fame! -Sentii gridare Sofi in sottofondo e Camila si irritò, il che mi fece ridere. Il lato bello dello sciopero del sesso era che non ero solo io a soffrire. Anche Camila lo faceva.

-Arrivo, Sofi, calmati! -Gridò. -E tu smettila di provocarmi, non è sano pensare a queste cose con te così lontana da me.

-Io? Non sto facendo niente, amore, ti stavo solo dicendo cosa starebbe succedendo in questo esatto momento. Sono qui in questa Jacuzzi completamente nuda e bisognosa perché una certa persona si è inventata uno sciopero del sesso.

-Te lo meriti! -Sussurrò.

-Lei si merita tutto ciò che le farò quando la prenderò, signorina Cabello.

-Cattiva!

-Bellissima.

Camila rise sarcasticamente e sospirò.

-Devo riattaccare, o Sofi morirà di fame.

-Va bene, Camz, ci sentiamo domani.

-Mi chiami prima della premiazione?

-Certo, sono ancora arrabbiata con te per non essere venuta con me.

-Mi dispiace, amore, è solo che credo che ora non sia il momento giusto. Ma guarda, io sarò qui a guardare tutto e sarò contenta per te.

-So che sarà così, grazie. Ti amo.

-Ti amo anch'io. -Queste furono le sue ultime parole prima di riattaccare.

*****

Stavo solo riguardando gli ultimi dettagli, ero quasi pronta per la premiazione. Confesso che non ero così contenta come si suppone che io debba essere, avrei preferito stare a casa con Camila e la sua sorellina. Sorrisi involontariamente ricordando le due ragazze il che mi fece sentire bene. Ma purtroppo, mi stavo preparando per affrontare i leoni, oppure, i serpenti del mondo imprenditoriale.

-Wow! Sei meravigliosa, Lauren! -Alfredo commentò con entusiasmo entrando nella mia stanza.

Sorrisi, guardando il mio riflesso allo specchio. Difatti, stasera sarei stata invidiata da chiunque, modestia a parte ovviamente. Indossavo un vestito nero, con una scollatura sotto il seno. Totalmente suggestiva e provocante, ma per niente volgare. Scelta di Veronica, che si occupò di comprarlo specialmente per questo evento.

-Grazie, Alfredo, anche tu non sei niente male.

-Sono figo, molto figo. -L'uomo disse di buon umore mentre si sistemava la cravatta nera.

-È meglio che ti comporti bene, sarà trasmesso internazionalmente. Non vorrai che la signorina Hansen veda qualche tua gaffe, no?

Lui socchiuse gli occhi in mia direzione e scosse la testa.

-In nessun modo. Impressionerò la mia bimba. E tu dovresti fare lo stesso con la tua.

Stavolta fui io quella che socchiuse gli occhi verso di lui. Alfredo non si intromise mai nella mia vita personale, ma sapeva molto bene cosa stava succedendo tra me e Camila.

-Non ne ho bisogno, Alfredo.

-Mi dispiace se non sono milionario!

Risi divertita e uscimmo insieme dalla suite. Il tragitto verso lo show della premiazione fù breve, avevo scelto un hotel molto vicino alla sede dell'evento. Assunsi una postura seria appena entrammo nel posto, la fila di macchine importate era lunga. Sembrava che tutta la stampa di New York fosse in quel posto. I flash mi fecero bruciare gli occhi, i giornalisti sembravano animali in cerca di foto e informazioni. Respirai profondamente, controllando la mia mente per affrontare tutto questo. Quando uno dei bodyguard aprì la portiera della macchina per poter uscire.

-Oh Dio, Lauren, guarda qui!

-Lauren Jauregui, è vero che ha demolito l'ospedale centrale della Florida per costruire uno dei suoi edifici?

-Fatele una foto!

-Non lasciatela andare così presto!

Fù un tremendo casino, semplicemente gli ignorai. Camminai a passi lenti a testa alta. Se volevano una mia immagine avrebbero avuto questa, imponente e forte. Ero completamente chiusa a qualsiasi tipo di cambio d'umore verso di loro e il resto del mondo, solo poche persone si godevano la vera me. Alfredo si unì a me, facendo spazio per aiutarmi a passare.

-È vero che è fidanzata con la sua segretaria? Lauren! -Un giornalista cicciottello chiese col suo IPhone che registrava tutto.

-Cosa stai...

-Lauren, no... -Alfredo sussurrò vicino a me.

Mi limitai a girarmi e cotinuai il mio percorso. Gesù cristo, come lo sapevano? La mia relazione con Camila stava diventando pubblica?

-Il segreto non c'è più, Lauren. -Alfredo sussurrò sorridendo.

-Lo vedo.

Entrammo nell'enorme sala dopo essere passati dalla sicurezza all'entrata principale. Gli uomini quando mi videro fecero spazio, ed entrai nel posto ricevendo qualche altro flash, ma adesso dai fotografi privati dell'evento.

-È appena arrivata la nostra miglior impresaria!

Richard disse quando mi vide. Falso come sempre. Sorrisi e mi avvicinai a lui e il suo gruppo delle compagnie.

-Non sapevo che saresti stato qui.

-Dovevo venire a vederti vincere, Lauren.

-Non sappiamo nemmeno se vincerò.

-Sappiamo che lei vincerà, è il miglior anno per l'Industria Jauregui.

Salutai gli altri uomini intorno e i suoi compagni.

-Ovvio che è così, agli occhi del padrone cresce tutto.

L'uomo rise senza grazia, e gli altri lo accompagnarono. Alfredo rise di cuore al mio lato e mi diede un calice di champagne.

-Andiamo, Lauren, abbiamo molte persone con cui parlare.

-Certo, hai ragione. Ci vediamo all'auditorium, Richard. Scusatemi, signori.

Parlai rapidamente mentre mi allontanavo.

-Tu zittisci sempre quel tipo.

-È un uomo senza valore, che stava facendo un orribile lavoro all'Industria Jauregui e flirtava sempre con Camila.

Alfredo sorrise e bevve un sorso della sua bevanda.

-Il suo comportamento possessivo mi spaventa.

-Mi prendo solo cura di ciò che è mio, Alfredo.

Camminammo in giro per tutta la stanza. Ci riunimmo con impresari molto importanti, persone di alta influenza di tutto il mondo. Quel posto era pieno di puro potere.

-Devi andare dagli azionisti di Continental. Se si uniscono a noi costruiremo i loro edifici per il resto delle nostre vite. -Sussurrò guardando il gruppo degli uomini davanti a noi.

-Lo so, ma non credo che sia necessario andare da loro. Guarda, il padrone si sta avvicinando a noi.

Parlai con lui per una trentina di minuti, e si chiuse quasi un accordo futuro. A breve l'Industria Jauregui esisterà anche in Giappone. Alfredo si soprese di come potevo fare affari con dei clienti così rapidamente. Non ho una tecnica per farlo, solo influenze e la conoscenza di che strada saper prendere.

-È stato un piacere parlare con lei, signora. -Ottavio parlo con entusiasmo.

Quando stavo per dire qualcosa, ci accorgemmo di un'altra presenza.

-Guardati, pensavo non venissi.

Chiusi gli occhi e li aprii lentamente. Dando una faccia alla persona che parlava. Keana.

-Signor Ottavio, è un piacere incontrarla.

-È un piacere anche per me signorina Issartel. Bene, signore, vi lascio. -Disse prima di andarsene.

-Facendo affari?

-Sempre, è il mio dono.

Keana sorrise a mo' di sfida. Dio, il mio sangue ribolliva solo per essere nello stesso posto con lei.

-Ci stiamo centrando su Continental, Lauren, non rubare qualcosa che ha già un padrone.

Risi a bassa voce, bevendo un altro sorso della mia bevanda.

-Non cerco nessuno, signorina Marie, sono loro a venire da me. Sai com'è, no? Tutto il mondo vuole un pezzo dell'Industria Jauregui. -Parlai nel modo più ironico che potei.

-Lo vogliono perché non hanno ancora provato qualcosa di meglio, ma presto, molto presto questo cambierà.

-Quando esisterà qualcosa di meglio, forse, chi lo sa... -Dissi dandole le spalle, e quando feci il primo passo lei parlò:

-Pensavo che Camila venisse, non esci con lei in pubblico?

Mi fermai nello stesso istante in cui sentii il suo nome. Una specie di forza mi impedì di continuare il mio percorso, mi girai per averla faccia a faccia e mi avvicinai ancora a lei. Keana sorrise, sapendo esattamente cosa mi aveva causato parlare di Camila.

-Prima cosa. -Parlai seria e decisa, con il mio sguardo fulminante fisso su di lei. -Per te, lei è signorina Cabello.

Lei rise, in modo fastidioso.

-Pff, Lauren, per me lei è Camila, Mila! Carino, no? Cose del passato.

Dannazione, dannazione! Respirai profondamente, sentendo bruciare i miei polmoni, lei voleva che perdessi il mio temperamento.

-Cose del passato? Ovvio, il presente e il futuro sono miei. -Dissi con fiducia.

-Chi te lo assicura? Non l'hai nemmeno portata qui. Credi davvero che la vostra piccola storia durerà?

Con un impulso presi il suo braccio decisa, e lei mi guardò sorpresa.

-Senti questo, tu non devi intrometterti nella mia vita personale. Se durerà o meno, non è un problema tuo.

-Hey, hey! -Lei alzò le mani con un sorriso. -Vedo che sei possessiva anche con le donne.

-Non provocarmi, Issartel!

Lei guardò a destra e sinistra e dopo guardò me.

-Non puoi avere tutto il mondo nelle tue mani, Lauren. Camila è troppo brava per te.

-E tu credi che lei sia buona per te? Per favore, non farmi odiarti di più. -Sospirai infastidita.

-Lei è fantastica per me, fissati con l'altra. Sembra che ti piaccia molto...

Keana disse lasciandomi confusa. Un'altra? Di che diavolo parlava? Guardai i suoi occhi che mi sfidavano. Dio, ebbi l'impulso di ucciderla seduta stante. Dannazione.

-Di cosa parli? -Mi avvicinai a lei.

Un fotografo si avvicinò a noi chiedendoci una foto, all'istante lei accettò e si unì a me. L'uomo fece la foto e se ne andò.

-Tu vuoi avere più di quello che puoi avere, Lauren! Avere troppo è peccato. -Lei scherzò senza umorismo.

Non riuscivo a capire. Per caso era ubriaca?

-Non so di che merda stai parlando, però mettiti in testa ciò che ti dirò. Stai lontana da Camila, non starle vicina. Non mi voglio sporcare le mani con te, Issartel.

-Mi picchierai o ucciderai? -Chiese ridendo. -Hai paura che io prenda ciò che è tuo, Jauregui? Sai che ho abbastanza potere per farlo, vero?

-Non hai un cazzo, sei solo una principiante di merda.

-Continua a pensarla così, fino a quando non aprirai gli occhi e vedrai che sarò la miglior impresaria avendo al mio fianco quello che tu proteggi di più. Mila.

-Se le vai dietro, ti ammazzo. Pensaci.

Non le diedi nemmeno il tempo di rispondere, mi allontanai e basta. Camminai verso Alfredo che mi guardava in silenzio. Ero rossa dalla rabbia, lei sapeva esattamente cos'avevo con Camila. E lo faceva per provocarmi.

-Dio è stato buono a non rendermi una serial killer.

Respirai profondamente, bevvi tutto il liquido nel mio bicchiere. Per poi continuare a camminare verso l'auditorium, dove comincerà lo show della premiazione.

Appena prendemmo posto, cominciò lo show. Sentimmo vari discorsi dei potenti impresari dell'economia nord americana e di tutto il mondo. Stavo facendo attenzione a tutto, fino a quando sentii il mio cellulare vibrare:

Camila: È tutto noiosissimo, ma lo sto guardando per vederti.

Risi a bassa voce, appena audibile. E le risposi:

Lauren: Anche io lo trovo noioso! Mi hai vista? Come sto?

Guardai il palco dove il presentatore dell'evento stava ancora parlando quando il mio telefono vibrò di nuovo:

Camila: Ti ho vista varie volte, le telecamere ti amano. E sei incredibilmente sexy.

Lauren: Pensa a queste cose mentre è con i suoi amici, signorina Cabello?

Camila: Mh... certo. Non ho altra cosa a cui pensare, non credi?

Dannata provocatrice. Sorrisi guardando il messaggio, ma il sorriso svanì quando vidi Keana che mi guardava. Sbuffai, mormorando alcune cose mentre il presentatore dello show parlava:

-E siamo arrivati al momento più atteso della serata, signore e signori! Il premio principale che eleggerà il miglior impresario o la miglior impresaria dell'anno. Sappiamo che si tratta di un gran premio che si darà ad uno degli operatori di queste grandi imprese internazionali. E quest'anno abbiamo nuovi poteri in conflitto e altri che non perdono mai la loro condizione. -L'uomo dai capelli grigi sorrise. -Vediamo i nominati.

Camila: Oh Dio! È il momento!

Vidi il messaggio di Camila e sorrisi.

Subito sul grande schermo nella parte posteriore del palco cominciarono a proiettare dei video che mostravano i canditati e le loro imprese. La prima fù Issartel Enterprise, mostrando il nome principale della donna che più odiavo in quel posto. Ricevette applausi e complimenti per la crescita visibile al suo comando negli ultimi anni. Dopo, i padroni di Continental e Metropolis. E per ultimo ma non meno importante, l'Industria Jauregui. Avendo come principale nome Lauren Jauregui. Ricevendo una serie di applausi e commenti dalla persona che stava presentando. Dicendo che io ero la miglior vincitrice degli ultimi show.

-Allora andiamo a vedere chi è il vincitore. Ricordo che tutti i professionisti qui presenti meritano il premio per le migliori cifre riguardo l'economia non solo degli Stati Uniti ma di tutto il mondo. -Disse l'uomo, quando prese il foglio che conteneva il nome del vincitore dentro la busta nera.

Confesso che in quell'istante un certo nervosismo bussò alla mia porta. Respirai profondamente e fissai Keana che aveva un ampio sorriso sul viso. Lei mise gli occhi su di me e mi fece l'occhiolino, alzando le spalle come se lei avesse già vinto. Ma grazie al destino, o meglio dire, grazie al mio disimpegno. George Lewis annunciò il vincitore.

-C'era già da aspettarselo! Il vincitore del premio del miglior impresario degli Stati Uniti è... -In quella frazione di secondo guardai la mia competenza più grande che mantenne gli occhi fissi sul palco. -Lauren Jauregui!

E in quel momento svanì il suo sorriso sfidante. L'auditorium intero si riempì di applausi. Mi alzai in piedi lentamente, sorridendo alle telecamere mentre camminavo verso la scala principale dove Keana era seduta giusto davanti al palco. E mi avvicinai a lei fingendo simpatia.

-Il premio principale è per dimostrare chi è il migliore. -Sussurrai al suo orecchio dopo averle dato un falso abbraccio.

-Guardate, è fantastico vedere il rispetto tra i candidati! -Disse il presentatore.

Lei sorrise senza umorismo e lasciandomi. Salutai gli altri nominati e andai verso il centro del palco dove presi il premio. Salii sul piccolo podio con la vista di tutto il pubblico davanti a me. Respirai profondamente e mi schiarii la gola due volte prima di cominciare a parlare:

-Come prima cosa voglio ringraziarvi ancora per l'opportunità di essere stata nominata e un ringraziamento maggiore per avermi eletta vincitrice di questo premio così importante. Che ovviamente non è solo per me, ma per l'Industria Jauregui. Io sono solo una delle persone che lavora duramente per dare il meglio. Dedico questo premio a mio padre, Micheal Jauregui, responsabile per essere dove sono adesso. E a tutti gli impiegati della mia impresa che fanno parte di questa conquista. Grazie mille!

L'intero auditorium applaudì, e ricevetti un abbraccio confortante da George. Facemmo qualche foto col premio che era formato da un globo di cristallo con la sigla B.A.U, Buisness Award's USA. E dopo tornai al mio posto. Passò il resto della premiazione e verso la fine stavo chiedendo a Dio che tutto fosse finito. Parlai con qualche impresario importante dopo l'evento che mi invitò a una gran festa. Nonostante la felicità per tutto, non ero in uno stato d'animo per andare ad una festa. Il mio unico desiderio stasera era festeggiare con Camila. Ma ciò era davvero impossibile, dato che lei era a casa con i suoi amici a guardarmi in TV.

-Mh... no. Grazie, Levi, ma ho davvero bisogno di riposare. Sto tornando all'hotel. -Parlai tranquillamente con l'uomo al mio lato.

-Sicura, signora Jauregui? Tutti quelli della succursale di New York saranno lì.

Per un istante pensai a cambiare idea, non sarebbe una cattiva idea andare a festeggiare quel premio. Ma, meglio di no.

-Sono sicura, grazie per l'invito. Vado a riposare, ma vi garantisco che ad Alfredo piacerebbe andare, non è così?

-Certo! Adoro le feste, capo. -Disse l'uomo contento.

-Fantastico, godetevi la serata, ragazzi. Mi ritiro.

Entrambi annuirono e allora me ne andai. Camminai verso l'entrata principale dove mi aspettava la macchina. Passai tra alcune persone, quando sentii qualcuno tirarmi dal braccio.

-Devi essere molto felice, no? -Keana chiese sfidandomi.

Mi girai verso di lei con un sorriso trionfante e perverso.

-Io? Non è una gran cosa, signorina Marie. Solo un altro premio da aggiungere alla mia collezione.

-Credi di essere la padrona del mondo, no Jauregui?

-Mai, forse sono la padrona solo di una parte.

I suoi occhi rimasero fissi su di me, furiosi, quasi infuocati.

-Può conservare quel dannato premio, io otterrò cose molto più di valore che tanto protegge.

Socchiusi gli occhi in sua direzione, stringendo la mandibola con furia. Per caso sapeva la rabbia che mi faceva sentire? Vi garantisco che non lo sapeva, altrimenti non mi affronterebbe mai come adesso.

-Se ti riferisci alla mia donna, te lo ripeto. -Mi avvicinai più a lei. -Stai lontana da Camila se non vuoi che mandi qualcuno a farti sparire quel sorriso da quel tuo faccino.

Le diedi un piccolo tocco sul mento, facendo si che la donna girasse il viso.

-Non sei così pazza fino a quel punto.

-Non dubitare di me, Issartel, non dubitare.

Parlai andando verso porta principale per uscire, lasciandola indietro. L'autista mi stava già aspettando, e non ci misi molto tempo ad entrare nel veicolo. Appena la macchina si mosse misi il mio telefono a caricare, si era spento poco prima di ricevere il premio. Camila probabilmente vorrà la mia testa su un piatto d'argento per questo. Il dispositivo si accese ancora, ricevetti tre notifiche.

Taylor: Hai vinto, Laur! MIO DIO! Siamo qui a casa a festeggiare per te, papà ha pianto tanto per la tua dedica. Ti amiamo!

Sorrisi appena finii di leggere, sapere che la mia famiglia era orgogliosa di me per questo mi traquillizzò. Keana ha saputo davvero rovinarmi la serata.

Camila: Sapevo che avresti vinto. Sto saltando dalla gioia!

Camila: Devi essere occupata a festeggiare, no amore? Appena esci dall'auditorium, chiamami, devo dirti una cosa importante.

Camila inviò questo poco dopo il primo messaggio e la chiamai rapidamente. Non tardò nemmeno due minuti quando alla fine rispose.

-Finalmente. -Disse sussurrando dall'altro lato della linea, facendo apparire un sorriso involontario sulle mie labbra.

-Mi dispiace, Camz, sono appena entrata in macchina. Questo dannato telefono si era spento per la batteria. -Sbuffai e lei rise.

-Non c'è problema amore mio. Piccola, andrai a festeggiare? -Chiese a mo' di suggerimento.

-No, sono di ritorno all'hotel adesso, non vedo il divertimento di festeggiare senza di te, sai?

Dissi con calma, nello stesso tempo in cui abbassavo il finestrino della macchina, lasciando entrare la brezza fredda che faceva tremare il mio corpo.

-Mh... davvero? Non stai andando a un club, eh?

-Ne frequento solo uno, e sono abbastanza lontana da lui e dal motivo che mi fa andare lì.

Camila sospirò, suonando un po' distante. Forse il telefono era in vivavoce.

-Sei occupata? -Chiesi curiosa.

-Oh! No, mi sto vestendo... -Un piccolo silenzio. -Per dormire.

-Ho incontrato Issartel allo show della premiazione.

-Ho visto una foto di voi due su tutto internet. Confesso che avevo paura di quell'incontro.

-Paura di cosa? Non devi temerla.

-Lauren, la odi...

-E adesso la sto odiando ancora di più, quella troia ti vuole.

-Certo che no, amore, smettila di essere gelosa. Keana fa parte del passato e non...

-Camila, lei ti vuole. Lei stessa me l'ha detto in faccia. -Sospirai sonoramente.

Lei rimase qualche secondo in silenzio, scommetto che stava pensando alla mia reazione.

-Sai che...

-Non voglio parlare di lei. -Tagliai corto subito. -Sono irritata, per questo torno in hotel.

-Dovresti festeggiare.

-Non posso festeggiare nel modo che voglio, Karla.

-Davvero? -Il suo tono di voce era basso e roco.

Inclinai la testa all'indietro, respirai profondamente. Cercando di allontanare la rabbia che sentivo in quel momento.

-Sento la tua tensione fino a qui, non lasciare che ti affetti. Dove sei?

-Non mi piace che la gente che cerca di rubare ciò che è mio, Cabello. E sono a un isolato dall'hotel.

-Possessiva. Mi piace...

-Smettila di usare quel tono di voce, sono arrabbiata! -Parlai un po' più ad alta voce, ricevendo uno sguardo dall'autista attraverso lo specchietto retrovisore.

-Mi piaci così, tutta sexy e rude. Mi fa impazzire...

-Sei una stronza! -Sussurrai. -Smettila di provocare se non puoi fare niente a riguardo.

-Posso, Lauren, io posso sempre.

Quando ero a punto di rispondere lei riagganciò. A che diavolo stava pensando? Dannazione, dannazione! Tirai il telefono da un lato con rabbia. Il mio stato d'animo era visibilmente nero, il fatto che Keana conosce Camila fino al punto di essere ex fidanzate mi consuma. Cavolo, proprio lei? Con tante donne in questo mondo di merda. Proprio Camila? Scossi la testa, controllando i miei pensieri.

-Non eri nella sua vita, Lauren, non è colpa di Camila. -Parlai per me stessa. -Ma Keana, è meglio che le sta alla larga.

L'autista si schiarì la gola e dopo mi guardò.

-Siamo arrivati, signora.

La sicurezza dell'hotel si avvicinò rapidamente alla macchina aprendo la portiera per lasciarmi uscire. Io annui con la testa e camminai dentro l'edificio. Tutto ciò di cui avevo bisogno era una buona nottata di sesso selvaggio per sfogare la mia rabbia. Però, era abbastanza chiaro che non sarebbe successo, la mia altra alternativa era un buon Whisky, e così sarà come passerò la serata.

Aspettai qualche minuto l'ascensore che non tardò a portarmi al piano della mia suite. Il movimento nell'hotel era debole a causa dell'orario, per quello tutto era un po' deserto. Passai la carta sul sensore che aprì la porta, dopo entrai e rapidamente mi tolsi il cappotto mettendolo sull'appendiabiti sulla porta. A tentoni con le mani sulla parete, accesi la luce parzialmente, luce forte era la cosa che meno volevo adesso. Camminai verso il balcone dove mi inclinai sulla righiera respirando profondamente. Fino a quando notai qualcosa di diverso.

Mi girai verso la sala, quando la lampada si accese fino rivelare ciò che era diverso nel luogo.

(Riprodurre la prima canzone e in seguito la seconda.)

-Sorpresa! -Disse con un sorriso bellissimo e provocante.

Camila era seduta sulla sedia dell'ufficio parziale che era in sala. I suoi occhi marroni si soffermarono su di me, penetrandomi e ipnotizzandomi. I suoi capelli erano lisci, dandole un aspetto più attraente e serio. Indossava una specie di Baby-doll di seta nero. Per in istante mi paralizzai, cercando di decifrare se era davvero reale o solo una creazione della mia immaginazione assetata per quella latina.

Lei curvò le labbra in un sorriso cinico e provocante. Per poi bere fino all'ultima goccia il vino nel suo bicchiere. Ingoiai a fatica e mi avvicinai, ma non troppo. Abbastanza da essere nel suo stesso ambiente. Camila sorrise e si alzò dalla sedia dove era bellissima seduta. I miei occhi percorsero rapidamente tutto il suo corpo e mio Dio! Stava usando una delle sue lingerie più sexy, le sue gambe erano coperte appena da delle calze di seta e un reggicalze neri. Ai suoi piedi dei tacchi alti con dettagli rossi.

-Il gatto ti ha mangiato la lingua?

Lei chiese camminando verso il bancone delle bevande, dandomi l'opportunità di apprezzare il volume del suo sedere e Dio, era così grande e delizioso.

-Tu come... -Cominciai a parlare incredula, quando lei si girò verso di me.

-Come sono arrivata fino a qui?

La penombra della notte illuminava parzialmente il suo corpo, creando una tensione extra al momento. Una tensione sessuale, voglio dire. Camminò a passi lenti fino a restare a qualche centimetro da me, porgendomi il bicchiere nel quale credo c'era della Vodka.

-Sì, perché non me l'hai detto?

-Mi sono decisa all'ultimo minuto, ho sentito che l'elicottero veniva qui e ho deciso di venire e festeggiare la tua vittoria.

Socchiusi gli occhi e bevvi un sorso della bevanda che scaldò tutto dentro di me.

-Ma non saresti arrivata in tempo.

-Sono arrivata questo pomeriggio, appena sei andata all'evento, sono venuta nella suite, signora Jauregui. Spero che non le importi... -Camila sussurrò guardando le mie labbra.

Respirai profondamente, guardando i suoi occhi e dopo le sue labbra carnose.

-Lei mi ha mentito.

-Ho mentito, e mentirei ancora. -Lei si allontanò, camminando verso il tavolo, le sue mani snodarono il nodo del Baby-doll. -È stato per una buona causa... -Disse girandosi per guardarmi, lasciando che il capo di seta scivolasse sul suo corpo fino a cadere ai suoi piedi. -Non ti sembra?

"Porca puttana!" -Fù quello che pensai appena la vidi in intimo davanti a me. Camila sorrideva cinicamente e si girò dandomi le spalle per raccogliere il suo Baby-doll, per poi alzarsi davvero lentamente. Dannazione, mi provocava senza pudore.

-Non ne hai il diritto! Mi hai chiesto uno sciopero del sesso, e pensi che venire qui sexy come sei ora mi avrai così facilmente? -Sussurrai.

Lei mi guardò e sorrise, tirando il Baby-doll sulla scrivania dove si sedette e accavallò le gambe. Prese la bottiglia di Vodka e si riempì il bicchiere, portandolo alla sua bocca.  Bevve piano e senza volere o intenzionalmente ne lasciò cadere un po' su di lei.

-Ops! -Esclamò rapidamente, cazzo, ingoiai a fatica vedendo come il liquido correva tra i seni della latina. -Se vuoi, me ne vado...

Camila parlò scendendo dalla scrivania, mettendosi il suo Baby-doll di nuovo. Appena lo annodò, la mora mi passò davanti.

-... Dopo che un'altra mi dia ciò che voglio stanotte.

Nello stesso istante presi il suo braccio forte, portando il suo corpo verso il mio.

-E cos'è che vuole, signorina Cabello?

Lei si fermò, guardando il mio braccio e dopo i miei occhi.

-Voglio togliermi quest'intimo dal corpo e che tu mi scopi davvero forte.

Camila P.O.V

Lauren curvò la commisura delle sue labbra in un sorrivo malvagio, e fece scivolare la punta della lingua sulle mie labbra leggermente aperte.

-Ci sono cose che posso fare solo io, ed è un fatto che quelle cose sono parte di esse. -Mormorò con un tono di voce roco e uno sguardo quasi tagliente.

-Allora fallo e fallo adesso.

Lauren non rispose, si limitò a prendermi forte dai fianchi mettendo le mie labbra su di lei. Sospirai quando sentii la sua bocca contro la mia, le sue labbra non erano aggressive, erano intense. Lauren mi fece retrocedere di qualche passo, fino a quando sentii la mia schiena premersi leggermente contro la finestra di vetro gigante. Rapidamente portai le mie mani alla cerniera del suo vesito, abbassandolo lentamente. Lauren si staccò dalle mie labbra e mi guardò profondamente negli occhi, dandomi la vista delle sue iridi di un colore totalmente oscuro e sexy. Respirai profondamente e mi approssimai, baciando il suo viso lentamente. Prima le sue labbra e il suo mento che morsi piano. Lauren rimase immobile, ed io continuavo, passando le mie labbra sul suo collo e mi avvicinai al lobo del suo orecchio dove succhiai a lungo.

Lauren appoggiò una delle sue braccia alla finestra di vetro dietro di me e chiuse gli occhi quando camminai dietro di lei. Abbassando il resto della cerniera del suo vestito soffisticato che cadde ai suoi piedi. Feci da parte i suoi capelli ondulati sulla sua spalla sinistra e baciai il suo collo, scesi sulla sua spalla destra dove morsi leggermente, il che la fece sospirare e i peli del suo corpo si rizzarono estremamente. Scesi con i baci sotto la linea della sua colonna vertebrale, fino al punto di dover stare in ginocchio.

Oh Dio, lei era così meravigliosa. Immaginate, Lauren che adesso aveva entrambe le mani sulla finestra di vetro che offriva una gran vista sulla giungla d'asfalto di New York. Indossava solo un intimo nero con dettagli bianchi e i suoi tacchi alti. Il suo corpo si inclinava parzialmente in avanti, lasciando il suo sedere all'infuori per me. Allettante, vero? Lo so. Baciai ogni pezzettino del suo sedere, dandomi tempo e un morso dopo l'altro, per alleviare la necessità che avevo di schiaffeggiarla lì. Ma lei rapidamente si mosse e mi sollevò.

-Non pensarci nemmeno, sono al comando. Ti scoperò forte, ricordi?

Aveva la voce così roca, rivelando l'eccitazione che sentiva. Sorrisi, ma lei intrecciò le dita tra le ciocche dei miei capelli decisa, portando il mio viso verso il suo.

-Sì o no?! -Chiese dopo aver morso il mio labbro inferiore.

-S... Sì. -Balbettavo involontariamente.

Lauren prese le mie labbra in un bacio violento, fino al punto di ferire le mie labbra grazie a quello. Lei mi guidò verso la scrivania, e sospirai per i ricordi che mi causavano certe scrivanie. Chiusi gli occhi sentendo la sua bocca andare verso il mio collo, succhiando forte, il che mi fece gemere.

-Oh!

-Togliti l'intimo, Cabello. -Sussurrò senza fiato.

Lauren si allontanò lasciandomi confusa e con la testa che girava. Camminò verso la sedia dove si sedette e mi guardava. Non mi ero ancora tolta l'intimo, ma mi sentivo già totalmente nuda per quegli occhi verdi che quasi mi mangiavano. Lentamente mi tolsi il reggiseno, lasciando allo scoperto il mio seno, e dopo mi abbassai le mutande piccole delle quali mi sbarazzai rapidamente. Appena misi le mani sulle calze, Lauren fece un gesto dicendomi di lasciarle lì dov'erano.

-Quelle no, tienile. Resti così com'è, signorina Cabello. -Disse bevendo un po' di Vodka dal suo bicchiere.

Ero solo con le calze, il reggicalze e i tacchi alti.

-Adesso mettiti sulla scrivania. -Ordinò bruscamente. -Giochiamo un po'.

Il suo sorriso malvagio mi fece rabbrividire dalla testa ai piedi, ma obbedii. Il tono prepotente e arrogante di Lauren in questi momenti mi fece sottomettere completamente, farei tutto ciò che vuole solo per il piacere. Camminai verso la scrivania e mi ci misi sopra. Restando completamente immobile, quando lei si avvicinò e mi analizzò dalla testa ai piedi. Sono pazza se dico che perfino lo sguardo che mi dava mi eccitava fottutamente? Lauren sorrise e con il dito indice passò dalla mia spalla fino al mio seno, dove pizzicò lentamente facendomi gemere.

-Stronza.

-Stia zitta, signorina Cabello.

Continuò adesso con due dita, scendendo sul mio stomaco davvero lentamente. Fermandosi esattamente sul mio centro umido palpitante e bagnato. Percorse con le sue dita le mie labbra umide e soffermò i suoi occhi su di me.

-Sei già così bagnata, potrei scoparti in questo momento. Ma non sarebbe divertente.

"Ovvio che sarebbe divertente, certo che sarebbe divertente. Stronza!" -Pensai stringendo le cosce per il malessere.

-Giochiamo un po' prima.

Lauren bevve un altro sorso della sua bevanda e mi guardò. Adesso ero perfettamente immobile mentre lei mi analizzava. I suoi occhi percorrevano tutta l'estensione nuda del mio corpo. Alzò il suo bicchiere e lasciò cadere qualche goccia di alchool sul mio addome. Le stesse rapidamente percorsero le mie costole, bagnandomi di più. Fino a quando Lauren si inclinò su di me, e come un felino, leccò il sentiero di Vodka sul mio corpo. La vista di tutto ciò era così eccitante che un gemito uscì involontariamente dalla mia bocca, Lauren leccò tutto. E adesso ne versò di più sulla valle dei miei seni.

Il mio petto si alzava e abbassava con un respiro affannato. Stavo perdendo l'ultimo frammento di ragione, mi capite? Avevo Lauren Jauregui in questo esatto momento che faceva scivolare la sua lingua dannata sul mio capezzolo sinistro in cerchi perfettamente sincronizzati. Lo fece in modo lento e torturante, avevo bisogno di più, lo necessitavo forte e rapido e lei lo sapeva. Il suono delle ripetute leccate mi stava facendo impazzire completamente, ma lei sembrava essere paziente e tranquilla. La sua altra mano strinse il mio seno libero, un delizioso massaggio. Chiusi gli occhi e mi morsi il labbro, ma quasi grido quando il suo ginocchio premette il mio centro.

-Oh, cazzo!

Lauren cominciò a leccare forte, muovendo la sua lingua da un lato all'altro incessantemente. E non potevo evitarlo, io stringevo forte i suoi capelli, forzando la sua testa contro di me.

-Lecc... Leccalo così.

Ero così sensibile a tal punto che volevo venire solo così, e Lauren lo sapeva. Fino a quando si fermò e leccò l'altro seno facendo lo stesso processo. Quandò finì sorrise cinicamente e versò un po' di Vodka sulla mia clavicola, dove pulì il tutto con varie leccate.

-Questo è una sorta di castigo? -Le chiesi dolcemente.

-Esattamente, a causa del dannato sciopero.

-Dio, mi sono già data per vinta. La puoi smettere? -Piagnucolai.

Lei sorrise e scosse la testa. E scese lentamente, versando una grande quantità d'alchool sullo stomaco. Quando sentii la sua lingua leccare la mia pelle, strinsi le gambe decisa, ma lei le separò. Stronza. La insultai interiormente, ritorcendomi sulla scrivania. Potei sentire la mia eccitazione scorrere tra le mie gambe, e lei continuò a torturarmi.

-Sto per venire, e onestamente non voglio venire così, senza che tu mi tocchi.

Lauren mi guardò e tirò il mio corpo. Contro di lei in un movimento deciso e rapido.

-E come vuoi venire? Eh? -Chiese portando una mano al mio centro bagnato.

Le sue dita cominciarono a muoversi con una facilità immensa, dato che era completamente bagnato.

-Porca puttana... Sei tutta bagnata. Oh!

Le sue dita scesero verso la mia entrata e dopo salirono ancora.

-Senti come sono per te, Camila. -Lauren parlò portando la mia mano al suo completamente caldo e bagnato centro. Feci scivolare le mie dita lentamente e dopo le tolsi. Portandole alla mia bocca e le leccai lentamente, ottenendo un'espressione di piacere dalla donna davanti a me. Scosse la testa e mi fece scendere dalla scrivania, girando il mio corpo con la schiena verso di lei. Lauren respirò profondamente e cominciò a far scivolare entrambe la mani per tutto io mio corpo dal mio seno al mio stomaco fino a dove più la desideravo.

-Attenderò le sue richieste, Karla. -Sussurrò senza fiato al mio orecchio, e non risposi nemmeno fino a quando non sentii le sue dita invadermi sorprendendomi.

-Oh, al diavolo! -Dissi sbattendo i palmi delle mie mani sulla dannata scrivania.

Lauren spingeva le sue dita dentro e fuori lentamente, dandomi il tempo di abituarmi a quell'invasione. Mi inclinai col corpo in avanti, lei fece attenzione a spingere le sue dita in modo deciso. Il mio respiro era pesante, non potevo pensare assolutamente a nulla.

-Sei così pronta e calda. Potrei scoparti per tutta la vita.

Aprii la bocca in una perfetta "O", sentii il suono del suo corpo muoversi contro il mio sedere. Lauren mi sussurrò all'orecchio, ansimando forte lasciandomi vergognosamente bagnata.

-Cazzo, Lauren, scopami! -Gemetti.

Il posto diventava più caldo secondo dopo secondo, delle gocce di sudore cominciarono a correre sui nostri corpi. Girai la testa di lato, e potei vedere Lauren guardarmi in modo perverso, mentre spingeva le sue dita dentro di me. Cominciò a distribuire baci sulla mia spalla e piccoli morsi che senza dubbio avrebbero lasciato dei segni.

-Ti piace così? Così, Camila?! Ti farò vedere che non dovrai mai più farmi fare uno sciopero del sesso!

Chiusi gli occhi forte, muovendomi rapidamente e forte contro le dita di Lauren, ma lei non era soddisfatta e aggiunse un altro dito dentro di me.

-Ah, tu... stronza! -Gridai di sorpresa e lei gemette.

Lauren mi penetrava con le dita della sua mano destra, con la mano sinistra teneva decisa i miei capelli, obbligandomi a guardarla.

-Insultami così, mi fai solo eccitare di più. Sai? Quindi insultami, insultami di più. -Parlò in un modo così sensuale che giuro di aver dimenticato come si respira.

-Oh cazzo, Lauren!

Sentii Lauren curvare le sue dita dentro di me, toccando tutti i punti giusti. In quel momento non pensavo ad altra cosa che il piacere che stavo sentendo. Potevo sentire la sua umidità contro il mio sedere, dato che con ogni spinta delle dita di Lauren, il suo corpo sbatteva contro il mio.

-Oh, Dio! -Gridai. -Io sto... sto per venire così... Oh!

Lauren lasciò i miei capelli, facendo scivolare la mano sotto la linea della mia colonna, il mio corpo era completamente sudato ma persino a lei non sembrava importare, continuò solo ad obbligarmi a sdraiarmi sulla scrivania. La sua mano delicata accarezzava tutta quell'estensione, fino ad arrivare al mio sedere.

-Hai un culo così fottutamente delizioso! -Righiò.

Mantenni la mia faccia attaccata al tavolo, le perle di sudore stavano facendo diventare i miei capelli umidi. Io ero un disastro di gemiti in quel momento. Fino a quando sentii la pressione di un forte schiaffo sul mio sedere.

-Ah! Merda! -Ringhiai persa.

Lei mi schiaffeggiò ancora e ancora. Le spinte forti e rapide insieme agli schiaffi stavano costruendo nel mio ventre l'orgasmo così desiderato. Il mio corpo aveva vita propria, si muoveva in cerca del piacere che mi stava dando. E Dio, conficcai le unghie ai bordi del tavolo quando tutto il mio corpo tremò. Lauren gemeva nel mio orecchio senza controllo, spingeva le dita dentro e fuori senza fermarsi o alleggerire l'intensità.

-Vieni, vieni per me, Camila! -Ordinò senza fiato.

E lei non doveva nemmeno dirlo, il vertice di quel momento mi devastò completamente. Come se mille scintille si sparsero per tutto il mio corpo e si centrarono nel mio nucleo. Potei sentire le sue dita dentro il mio fottutamente stretto centro, e lei non si fermò fino a quando non vide il mio corpo collassare sul tavolo.

Io ero di nuovo immobile, ricevendo le mani di Lauren sul mio seno che strinse decisa. Unì il suo corpo al mio e cominciò a sussurrare al mio orecchio.

-Ti piace quando ti scopo così, no? Forte! Ti piace quando ti schiaffeggio.

Stronza, l'ho adorato davvero. Mi è piaciuto il modo in cui si è comportata come faceva quando era arrabbiata. Sapevo che quell'impulso derivava dalla presenza di Keana nella sua serata, e sapevo che un buon sesso selvaggio l'avrebbe fatta sentire più tranquilla. Il mio corpo era rilassato, respirai profondamente.

-Sì, mi piace. Mi piace quando sei così rude. Amo le tue parole volgari, e la forza con la quale mi scopi.

Lauren chiuse gli occhi e prese la mia bocca in un bacio feroce, succhiando la mia lingua con fame e desiderio. Sembravamo due pazze assetate e c'era da aspettarselo, era passato qualche giorno dall'ultima volta che facemmo sesso. Lauren mi portò verso di lei, tenendo il mio corpo che si stava ancora recuperando dall'orgasmo. Camminammo senza staccare le nostre labbra, fino a quando mi fece fermare. Chiedendomi di sdraiarmi sul tappeto di cotone del pavimento della sala.

-Voglio provare qualcosa di nuovo con lei, signorina Cabello. -Sussurrò al mio orecchio.

Cambiò posizione, ricevetti i suoi baci umidi sul mio corpo.

-Cosa vuoi fare?

-Voglio sentire piacere e dare piacere allo stesso tempo, letteralmente.

Inarcai un sopracciglio e Lauren mi fece un sorriso malvagio. Questa nottata sarà molto lunga per entrambe.

Lauren P.O.V

Chiusi gli occhi rapidamente, aprendo la bocca cercando di lasciar uscire un gemito che si perse nell'eccitazione. Inclinai la testa in avanti, assaporando il delizioso gusto di Camila. La donna in quel momento era sopra di me, al contrario. Potreste essere confusi, ma era esattamente così. Camila mi stava leccando mentre io facevo lo stesso con lei, una specie di 69 nel vocabolario universale. E Dio, sì che era qualcosa dell'altro mondo. Conficcai le unghie nel sedere della mora che mi invadeva con la sua lingua assetata.

-Oh Dio, Karla! -Gridai senza fiato, inclinando la testa verso il pavimento.

Ma a lei non importava, potevo sentire i movimenti rapidi sul mio clitoride, portandomi al bordo del precipizio. Aprii gli occhi vedendo il suo centro giusto davanti a me, cazzo. Sentii l'acquolina in bocca per vederla in quel fottuto modo così bagnata. Mi inclinai in avanti, e con la punta della lingua passai tra le sue labbra umide. Camila fermò i movimenti con la bocca e gemette, lasciando uscire un soffio d'aria calda sul mio sesso, dandomi l'impulso di continuare, e così feci. Succhiai il suo cumulo di nervi così forte che quasi la feci gridare. Camila tornò a leccarmi, e adesso eravamo perse in un piacere senza fine. Gli ansimi, il sudore, il calore. Tutto era mille volte più intenso, lasciando spazio solo per l'orgasmo che ci lasciò esauste.

-Così... lecca! Oh, così Lauren! -La sentii parlare in un sussurro.

Ed io obbedii, la penetrai come potei. Lei si ritorceva, oscillando i fianchi dandomi la piena certezza di che ciò che stavo facendo era come voleva lei. Penetrai e uscii fuori rapidamente, una, due, tre e varie volte senza fermarmi.

-Di più... Oh Dio, più veloce, Laureeen! Sto per...

-Porca puttana! Sto per...! -Gridai.

Il modo in cui il mio nome uscì dalla sua bocca mi fece precipitare, chiusi gli occhi forte ancora sentendo tutto il mio corpo convulsionare. Ogni cellula si arrese davanti all'orgasmo che mi consumò, il tremore fù dai miei piedi fino alla testa e non potei sopportarlo. I nostri corpi, i nostri gemiti si mischiavano. Tutto era troppo allucinante. Io e lei eravamo perse nel desiderio carnale che consumava tutta l'energia esistente nei nostri corpi sudati. Ci fermammo, e in tutto l'ambiente ciò che si poteva sentire erano i nostri respiri affannati invadere l'ambiente. Camila con difficoltà si alzò e si sdraiò di nuovo, ma in modo corretto. La sua testa si appoggiò sul mio petto che si alzava e abbassava rapidamente. Sospirai e portai le mani ai suoi capelli bagnati.

-Domani non potrò camminare.

Risi debolmente. E lei mi guardò, i suoi occhi avevano una luce speciale.

-Ridi, eh? Stronza, mi hai distrutta.

-Te l'avevo detto che dovevi prepararti, Camz.

Lei si inclinò e piantò un bacio sulle mie labbra.

-Sono sempre pronta per te, Laur.

Sorrisi e rimossi l'ultima ciocca di capelli attaccata alla sua fronte.

-Ma non adesso, no?

-Se mi dici che non sei soddisfatta, dobbiamo etichettarti come ninfomane. Non so nemmeno quanti orgasmi abbiamo avuto.

Misi Camila al mio lato e salii su di lei. Restando con il mento appoggiato tra i suoi seni.

-Sono molto soddisfatta. Ma voglio di più... Voglio molto di più...

*****

Continua...

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