Legame Indissolubile

By obstinate_reader

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Due vite si legheranno indissolubilmente, la fine di una determinerà l'inizio di una nuova era per l'altra. S... More

Capitolo 1

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Anakin seguiva il suo maestro Obi-Wan per i lunghi corridoi del palazzo dove aveva sede il consiglio dei Jedi, era stata assegnata loro una nuova missione. Avrebbero dovuto scoprire il mandante delle congiure ordite contro gli esponenti più in vista dell'opposizione, tra cui la fiamma del giovane, Padmé Amidala. Questa era stata la loro ultima missione, dovevano scortarla a Naboo, dove sarebbe stata al sicuro, ma la notte prima di partire qualcuno aveva introdotto dalla finestra della senatrice dei millepiedi dal veleno mortale. Ma erano riusciti a salvarla e inseguire il probabile mercenario, per poi avere un nome. Un solo e unico nome: Jango Fett.
Questa era la loro unica traccia assieme a un dardo avvelenato.
"Oggi stesso ci recheremo su Tatooine. - disse Obi-Wan - Dobbiamo capire qualcosa di più su questo dardo".
Vide il giovane sbuffare, lì, tra schiavi e affari, aveva passato parte della sua infanzia. Il maestro sapeva che per lui, un giovane avventato e non completamente maturo, sarebbe stata una grande prova.
"Odio Tatooine" ribattè secco Anakin.
"Metti da parte ciò che provi".
"Non perdi occasione per redarguirmi, maestro" parlò ironicamente, cominciando la solita discussione.
"Non ricominciare" gli chiese il meno giovane.
Scatenato il battibecco, i due continuarono a discutere fino a quando, presa una navicella, Anakin cominciò a guidare in modo spericolato, ottenendo dal maestro solamente imprecazioni su imprecazioni.
"Se non smetti di urlare, non torno a guidare normalmente! Ah, e sgombra la mente, usa la forza per bloccarmi!".
Il maestro avrebbe tanto voluto usare la forza, ma sapeva che non sarebbe servito a nulla, in più non poteva fare cose che andavano contro ciò che doveva insegnargli.
Tutto ad un tratto l'allievo mise nuovamente l'astronave in orizzontale.
"Di niente" concluse il più giovane ridendo.
"Atterra là" lo ignorò Obi-Wan, indicandogli un posto.
"Magari mi tocca andare dalla vespa gigante" borbottò Anakin.
"Perspicace! Andremo proprio lì!".

Arrivati davanti al venditore i due uomini, cominciarono a parlare.
Per primo domandò Obi-Wan: "Abbiamo bisogno di un favore, dobbiamo sapere la fattura di questo dardo avvelenato".
Watto, così si chiamava, stava ancora scrutando il volto di Anakin, che gli sembrava familiare, ma quando lo riconobbe non fece in tempo a salutarlo, che egli fece eco alle parole del suo maestro, scoprendo la spada-laser.
"Nessun problema, nessun problema! Seguitemi" rispose affannato il mercante, facendo strada verso il retro.
L'ambiente era molto disordinato, c'erano attrezzi ovunque. Su uno scaffale poco più a sinistra dell'entrata, erano posti moltissimi fogli, probabilmente di affari e di conti; e sotto di esso su un piano di marmo erano appoggiati diversi oggetti preziosi.
Ad Anakin non sfuggì questo particolare, avendo vissuto in quel luogo, e fece cenno ad Obi-Wan, molto probabilmente era merce di scambio per una schiava. Sua madre era stata comprata così.
"Vedo che hai appena concluso un affare - parlò il maestro per occupare il tempo - Un ottimo affare".
"Oh quelli! - disse Watto - sono pezzi vecchi. Lì ho tirati fuori per un debito alle scommesse, altrimenti mi sbattono fuori".
"A quando risalgono?" domandò Anakin. Per quanto ne potevano sapere loro, la vendita di schiavi era stata colpita da numerose leggi, anche se continuata illegalmente.
"Circa a quando te ne andasti, Anakin. Ecco! - continuò Watto, interrompendo il discorso precedente - Il pezzo è di Quadir, è molto comune come modello, ma solo lui inietta questo tipo di veleno. Credo che adesso si trovi in una bancarella da quattro soldi poco più in là di quell'angolo. A proposito del discorso di prima".
Non riuscì a finire, poiché venne interrotto da Obi-Wan: "Grazie, ma dobbiamo proprio andare".
"Arrivederci" salutò Anakin.
"Tornate a pagarmi!!!" urlò Watto, senza guadagnare una risposta, mentre i due uscivano dal retro.
"Posso esservi utile?" domandò Quadir, un alieno dalla pelle blu, ai due Jedi.
"Vogliamo sapere a chi hai venduto questo dardo" domandò Obi-Wan.
Quadir sembrò pensarci un po' su e poi rispose: "Ho inviato uno stoccaggio di questi sul pianeta Geonosis, ad un certo Jango Fett. Un cacciatore di taglie, credo".
"Grazie" rispose Obi-Wan che gli lanciò un sacchetto di denaro.

Mentre erano in viaggio verso Geonosis, Obi-Wan si accorse che Anakin era piuttosto sovrappensiero.
"Cosa ti turba?".
In un primo momento il padawan non rispose, temeva di essere preso poco sul serio.
"Riflettevo sulla vicenda della schiava venduta da Watto dopo che me ne sono andato con mia madre. Mi ricordavo che le leggi contro la compravendita degli schiavi erano già messe in vigore, e Watto è un tipo che, nonostante sia viscido, rozzo e antipatico, cerca di seguire le regole. O almeno quelle che non gli sono troppo scomode. Mi domando chi possa aver convinto Watto a vendere".
"Ce l'ha detto no? Avrà avuto debiti di gioco come adesso" replicò secco Obi-Wan, non aveva voglia di continuare il discorso.
Anakin continuava a pensare alla sorte di quella bambina, condivisa anche da lui.
Giunti in vista della loro meta i due Jedi cercarono un posto per atterrare, possibilmente non troppo visibile, ma allo stesso tempo vicino al loro obiettivo.
"Non mi piace questo posto" sussurrò Anakin, quando arrivarono davanti a quella che sembrava essere una fabbrica gigantesca.
"Sono d'accordo con te" rispose Obi-Wan, appiattendosi contro una parete di roccia per non farsi vedere da una piccola comitiva che stava entrando nella base.
In quel momento sentì una forte alterazione della Forza, e si girò verso Anakin. Anche lui l'aveva percepita, aveva la testa tra le mani. Facendogli segno che di questo ne avrebbero parlato dentro, poco prima che le porte si chiudessero entrarono anche i due Jedi.
Camminando raso muro i due riuscirono a seguire il drappello, fino ad una grande sala dove c'erano diversi capi della Lega dei Mercanti. Si posizionarono su alcune travi di metallo scuro sul soffitto.
"L'hai sentita anche tu Anakin?" gli chiese Obi-Wan e l'altro annuì indicando una figura ancora incappucciata.
"Abbiamo dato disposizioni per l'esercito di droni. Se sancirete l'alleanza con noi avremo in mano l'armata più grande di tutta la galassia!" affermò quello che sembrava il capo.
"È il Conte Dooku, è passato al Lato Oscuro!" mormorò Anakin basito.
"Vogliamo avere la garanzia che questo trattato funzionerà" parlò uno dei mercanti.
"Il mio Signore non vi deluderà, mostratemi i piani per la Morte Nera".
La figura incappucciata alzò lo sguardo verso i due Jedi, seguita dal Conte Dooku, entrambi si accorsero di loro due.
"Ci sono due Jedi! Prendeteli!" ordinò il Conte.
Lo scompiglio creato permise ai due Jedi di uscire dalla stanza e raggiungere la navicella per inviare un messaggio al Consiglio dei Jedi.
"Il Conte Dooku è un nemico della Repubblica. Hanno un potentissimo esercito di droidi a loro disposizione".
Mentre Obi-Wan trasmetteva il messaggio Anakin era impegnato a respingere i colpi delle armi dei soldati.
"Fermatevi! Non vi servirà a nulla combattere, arrendetevi immediatamente" disse Dooku che era arrivato alle loro spalle. Il maestro fece cenno al suo giovane compagno di fare come richiesto e vennero condotti in una cella.
"Mi è stato chiesto di rendervi partecipi ad un gioco nell'arena. - parlò sghignazzando il Conte - Non credo ci sarebbero motivi per non farlo, ma soprattutto non vivrete abbastanza per poterlo raccontare. Prendete le loro armi".

Ma non tutto andò come era stato previsto dal Conte. Una squadra di soldati della Repubblica arrivò in tempo per salvarli e distruggere gran parte della base.
Eppure il Conte era scappato, con appresso la figura incappucciata e qualche altra persona.
"Li insegua comandante!!!" ordinò Obi-Wan al guidatore della navicella da cui erano stati recuperati.
Dooku si era rifugiato in una caverna ricavata dalla roccia.
Quando i due Jedi raggiunsero quel luogo, che si era rivelato un hangar, era molto scuro, si vedeva solo il laser delle due spade risplendere nel buio.
"Alle mie spalle, Anakin" mormorò Obi-Wan.
Si posizionarono spalla contro spalla in attesa che accadesse qualcosa. Tutto ad un tratto si accesero le luci e l'ombra di Dooku si levò dalla penombra.
"Ma bravi, molto bravi - applause - sono molto stupito dalle vostre capacità. Oh scusate, ho sbagliato dalla vostra fortuna".
"Allora non credo che noi rimarremo stupiti" ribattè Anakin e accese la spada-laser, seguito da Obi-Wan e Dooku.
Durante il combattimento, sbucò dal buio della parete la figura incappucciata, che impugnò la sua spada.
Il battito dei due uomini aumentò, entrambi percepivano la Forza di quella persona.
Dooku, che aveva percepito sia la loro paura, che la presenza della figura, oramai a lui figura parlò.
"Percepisco paura, siete forse spaventati da lei? - domandò loro, mentre sollevava la giovane da terra, facendole cadere il cappuccio - No, non serve è solo una piccola rompiscatole, con cui, volente o nolente, con il suo aiuto darò una dimostrazione di ciò che vi accadrà".
Una scarica elettrica colpì il corpo della giovane ragazza, scuotendolo e tortutandolo. Quando il maestro e il suo padawan si riscossero sembrò che fosse passata un'eternità. Si avventarono entrambi più furiosamente di prima contro il loro avversario, che per essere più libero lasciò cadere la giovane a terra con un tonfo.
Colpì Obi-Wan alla coscia e un braccio per poi scagliare lontano la sue spada e sbatterlo contro il pavimento della stanza.
"Non vincerai facilmente Dooku, il mio giovane apprendista ti renderà tutto più difficile" continuò a parlare Obi-Wan anche se sofferente.
Anakin continuò lo scontro più rabbioso di prima, e il suo avversario seppe distrarlo con le parole, usando contro di lui le sue stesse emozioni. E nell'attimo di distrazione del giovane riuscì a amputargli l'avambraccio e poi lo lanciò a terra vicino ad Obi-Wan.
"Non riuscirai a farla franca Dooku, i nostri arriveranno a momenti" disse il maestro, guardando prima Anakin che veniva scosso da qualche tremito e poi la giovane che gemeva e cercava di muoversi.
"Non so cosa farmene di voi, uccidervi? Troppo elementare. Ah, comunque mi dispiace deludere le tue aspettative, generale Kenobi, ma non arriverà nessuno" ribattè ghignando Dooku.
Una voce determinata parlò dall'entrata della grotta: "Tu loro a me lascerai e con noi verrai".
"Mai, maestro Yoda" rispose Dooku che lo aveva riconosciuto e accese la spada-laser, seguito immediatamente dal maestro Yoda.
I due si fronteggiarono e per primo parlò il Sith: "I miei poteri sono più forti, il mio maestro mi ha insegnato tutti i segreti della forza". Fece scaturire dalle sue mani una scossa elettrica, che Yoda bloccò con la sua arma.
Provò poi a colpire il piccolo alieno verde con pezzi di muro e contenitori di legno, ma i suoi attacchi erano sempre prontamente bloccati da lui. Dooku giocò la sua ultima arma, provò a far precipitare sopra i due Jedi un lungo palo di metallo e, impegnando Yoda affinché salvasse i due, riuscì a scappare.
"Resistete! I rinforzi stanno arrivando, essere qui a momenti dovrebbero".
Arrivarono i soldati, fu ordinato loro di aiutare i due uomini e la giovane. Questi vennero caricati sulle navi e portati a Coruscant.

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