Insicura (COMPLETA)

By WinterSBlack

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(Vincitrice Wattys2018 Categoria I Contemporanei) "Questa è la storia di una ragazza dal passato difficile c... More

1. La mia vita
2. Il nuovo compagno di scuola
3. Uscire con Jason Forster
4. La ragazza di Arn
5. Tempo
6. Hebe Daniels
7. Party
8. Sfuriata
9. Uscita tra amici
10. In casa
11. Casa sua
12. La Band
13. La scuola è un campo di battaglia
14. Amica?
15. Scivoloso
16. Nuove compagnie
17. Stomaco
18. Vacanza
19. Giochi
Angolo Autrice
20. Racconti notturni
22. Anno nuovo
23. Recita
24. Sfuggire di mano
25. Hakuna Matata
26. Realizzazione
27. Confessioni
28. Avere un ragazzo
28. Dichiarazione
29. Operazione salvataggio cuori infranti
30. Iris Reagan
31. Alla ricerca di un bel regalo
32. San Valentino
33. Errore
34. Segreti svelati e situazioni risolte
35. Lasciare
36. Sul palco per gioco
37. Ansia da palcoscenico
38. Concerto di beneficenza
39. Problemi di comunicazione
40. Boccino d'oro
Special p. 1
Special p. 2
41. Troppo passato per vivere il presente
42. È andata peggio
43. La forza di parlare
44. Stop
Sorpresa

21. La Casa Stregata

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By WinterSBlack

C'erano cose che non capivo.
Ho sempre pensato di sapere tutto sulle persone.
Io, Daia e Beth eravamo solite a classificare gli studenti della nostra scuola, in modo da capire chi era degno delle nostre attenzioni e chi no. La classifica si basava sulla famiglia e sulla reputazione delle persone. Ma non avevamo mai dato veramente peso alle persone stesse: al loro carattere, comportamento e sentimenti.
Vedere le azioni degli amici di Hebe era una novità per me. Mi sembrava di aver conosciuto meglio loro in pochi giorni, che i miei compagni di scuola in anni.
Mi incuriosiva il comportamento di Frannie; era una ragazza particolare, dolce e carina e non demordeva mai a parlare con quell'apatico di Matthew Hellman, il quale non rispondeva mai con più di qualche monosillabo. Ma quando lui le rispondeva così, lei ci rimaneva così male che andava a sfogarsi con Cammie e Wren. E poi ricominciava il ciclo. Non la capivo.
Perché farsi trattare così da lui?
Cammie e Tyler erano quel genere di coppia che non si stancavano mai l'una dell'altra. Però non mostravano mai le loro effusioni davanti ad altri. Litigavano, ma mai per cose veramente serie, erano più battibecchi sciocchi. Iniziavo a desiderare di poter avere un rapporto come il loro, dolce e frizzante.
Poi c'erano Xavier e Wren, i classici litiganti dei romanzi rosa. Il loro rapporto oscillava tra amore e odio. Non si capiva nemmeno se fossero amici o nemici, ma forse erano veramente innamorato l'uno dell'altra?
Qualcuno mi schioccò le dita davanti al volto attirando la mia attenzione.
Mi voltai verso Hebe che mi osservò con espressione corrucciata.
«Stavo facendo i miei film mentali.» esclamai fingendo di essere stata oltraggiata.
«Fantastico, che ne dici se ora mi vai a prendere due bottigliette d'acqua per l'escursione?» affermò Hebe.
Sbuffai e mi alzai dal letto e mi diressi pigramente verso le cucine.
«Azura!» esclamò qualcuno allegramente venendomi incontro.
Mi voltai trovandomi faccia a faccia con il batterista della band di Tony, Gryf.
«Ehi! Ciao!» ricambiai mentre lui mi abbracciava di slancio.
«Quindi, tutti in giro?!» esclamò divertito fissandomi con gioia.
Tony ci si avvicinò e si appoggiò alla spalla dell'amico.
«Xavier ha invitato anche il resto della band a fare questa escursione.» mi spiegò.
«Più siamo, meglio è.» disse il ragazzo interpellato sbucando alle mie spalle. Portava una tenuta da escursionista di professione, non gli mancava proprio niente a quel ragazzo.
Si passò una mano tra i capelli scuri e puntò il dito inguantato verso il portone ed esclamò: «Verso l'infinito e oltre, amici miei!» corse verso il portone spalancandolo con esagerazione e lasciando che una folata di aria fredda facesse un giro all'interno.
«Mi hai rubato la battuta, amico.» disse Lance divertito seguendo il ragazzo. Gli altri aspettavano già fuori e io ero ancora imbambolata, senza giacca e con lo zainetto vuoto, in mezzo al salotto. Mi risvegliai dal mio trance e feci tutto in fretta e furia lanciano a Hebe le due bottigliette d'acqua.
«Qualcuno si è svegliato!» esclamò la ragazza con sarcasmo mentre usciva dalla stanza con il sacco in spalla e un ghigno sul volto.

Dieci minuti. Feci aspettare tutti gli altri per dieci lunghissimi minuti. Volevo sprofondare.
Non smisi di scusarmi lungo il tragitto e se gli altri fecero del loro meglio per rassicurarmi, non mi sentii per nulla rincuorata.
«Magari la prossima volta metti in pausa i tuoi film mentali.» mi sussurrò Hebe con il ghigno sul volto.
«Che hai da sorridere?» sbuffai come se avesse capito qualcosa che nemmeno io comprendevo.
«Io? Niente.» affermò la ragazza facendo sparire la curva delle labbra in un lampo.

La camminata fu stancante, ma i paesaggi erano arte della natura. L'aria fresca ci permetteva di non avere troppo caldo per gli affaticamenti. Xavier ci faceva da guida e camminava davanti al nostro gruppo numeroso, inventandosi storie assurde sui luoghi che passavamo. Sembrava serio, ma sapevamo tutti che stava scherzando.
«Qui, i miei genitori hanno trovato il cadavere di un cervo. Era senza testa, come se gli fosse stata strappata di netto da qualcosa di grosso. Il collo mozzato mostrava la carne putrida...»
«La vuoi smettere?» intervenne Wren seccata raggiungendo il masso sulla quale era posto Xavier per il suoi racconti dell'orrore. Dovevo ammettere che le sue parole avevano provocato brividi di terrore lungo la mia schiena.
«Paura, Sutton? Tranquilla, puoi aggrapparti a me se sei così terrorizzata.» esclamò lui teatrale.
«Ehi, ragazzi, guardate!» esclamò Gryf, interrompendo lo spettacolo. Guardandomi intorno non trovai la fonte della voce. Tyler superò l'enorme cespuglio e scomparve, proprio mentre Xavier salta a giù dal masso. Uno ad uno seguimmo Gryf. Spostai le foglie che intralciavano la mia strada e vidi cosa aveva attirato l'attenzione del batterista.
«Urca!» esclamò Lance togliendosi il cappello e scompigliando i suoi ricci biondi.
«Puoi dirlo forte...» sussurrò Tony appoggiandogli una mano sulla spalla.
Rimasi senza fiato. Davanti a noi si stendeva un sentiero di strani fiori rossi che portavano ad una vecchia catapecchia abbandonata.
Non sarebbe nemmeno stata notata all'ombra di quegli alberi, se non fosse stato per quel tratto fiorito.
«Ci andiamo?» chiese Frannie, anche se dal suo tono era chiaro che sperasse in un no.
«Una casa abbandonata infestata! È elettrizzante!» esclamarono i fratelli Fin e Dor della Band.
«I fantasmi non esistono.» affermai immediatamente. «Ancora sta storia dei fantasmi?» aggiunsi borbottando a bassa voce, a nessuno in particolare.
«Tranquilla, non ti faranno niente. A meno che non siano quelli di American Horror Story.» affermò Lance affiancandomi. «In quel caso ti potrebbero mettere incinta.» appurò.
«Che razza di idiozie guardi?» esclamai scandalizzata.
Lance scosse la testa e sospirò.
«Azura, Azura, Azura.» disse dandomi leggere pacche sulla schiena.
«Allora? Volete esplorare questa casetta?» chiese Xavier incrociando le braccia al petto. Non sembrava né emozionato, né spaventato; era totalmente indifferente.
«Io passo.» disse Wren alzando le braccia.
«Idem!» esclamò in fretta Frannie attaccandosi al braccio dell'amica.
«Fifone» commentò Cammie avviandosi. Prese per mano il suo ragazzo e si diresse a passo spedito verso il campo di fiori. Li fissammo raggiungere il cancello arrugginito. Cammie lo spinse provocando un cigolio sinistro.
In quel momento qualcosa sbucò fuori dai cespugli, facendo gridare alcuni di noi. Io compresa.
«È solo una lepre.» ridacchiò Tony con un ghigno.
«Una lepre che ti ha fatto gridare come una dodicenne.» lo prese in giro Hebe dandogli una gomitata.
Intanto Cammie e Tyler erano già giunti davanti al portone e ci salutavano con le braccia in alto.
«Scommetto cento sterline che te la fai addosso.» bisbigliò Dor al fratello.
«Facciamo centocinquanta.» replicò lui avviandosi seguito dalla sorella.
«Buona l'idea della scommessa.» disse Xavier corrucciando la fronte e accarezzandosi il mento. «Matt, se riesci a fare un giro in quella casa senza cambiare l'espressione da coglione che ti ritrovi, corro nudo per questo bosco.» disse Xavier raggiungendo l'amico dandogli un pugno sul petto.
Per la prima volta, vidi un' espressione diversa sul volto di Hellman. «Ci sto. Preparati.» affermò il ragazzo passandosi una mano tra i capelli castani.
Diede un'occhiata a Frannie che lo fissava con le mani strette al petto.
«Ma se perdi tu, amico...» iniziò Xavier con un ghigno. «Cucinerò per tutti voi.» concluse l'altro senza scomporsi.
«Cosa? Io non...» «Affare fatto.» lo interruppe ancora avviandosi verso la casa infestata tallonato da un Xavier infastidito. «Non è equo!».
Hebe lo raggiunse senza dire niente, seguita da Tony e stranamente anche da Theo, che mi immaginavo fosse un fifone.
Vidi i ragazzi entrare.
«Rimanete qui?» chiese Lance a noi che eravamo rimaste fuori.
«Preferirei non entrare.» dissi affiancando Frannie.
«Ragazze, essendo un uomo, dovrei stare qui a proteggervi, ma sono molto curioso di vedere un potenziale set di un film horror... Quindi spero che conosciate il jujitsu.» affermò Lance con un sorrisetto sul volto mentre indietreggiava.
«Tranquillo, va pure.» disse Frannie.
«Niente jujitsu, ma in compenso conosco il judo.» affermò Wren.
«Poi chi ti dice che abbiamo bisogno di protezione?» conclusi altezzosa.
Lance sorrise. «Pardon» affermò prima di correre dietro gli altri.

Mi appoggiai ad un albero e sospirai, lasciando che una nuvoletta di fumo si disperdesse nell'aria fredda. In quel momento mi venne voglia di accendermi una sigaretta. Mi sentivo nervosa a stare in quel bosco ad attendere che gli altri finissero di ispezionare la casa abbandonata.
Non era grande, era appena più larga dello chalet di Xavier ed aveva due piani. Sembrava che le basi fossero fatte di pietra e il resto era completato con del legno marcio. Come se quella casa fosse stata più antica di così, interamente di pietra e qualcuno avesse voluto ristrutturarla con il legno.
Notai alcune finestre rotte e alte erano impolverate, così sporche da non riuscire ad intravedere nulla dentro.
All'improvviso notai qualcosa di strano. Inizialmente non capii cosa fosse ma poi compresi. Il camino aveva iniziato ad emanare del fumo.
«Guardate.» sussurrai alle ragazze che stavano chiacchierando sotto voce accanto a me. Si zittirono e seguirono il mio sguardo.
«L'avrà acceso uno dei ragazzi.» commentò Wren con uno sbuffo.
«Perché?» chiesi.
«Quando si tratta di Xavier Bellson, non ha senso chiedersi il perché.» replicò la ragazza.
«Magari non è stato lui. Pensi sempre che sia stato lui.» affermò Frannie con un sorriso.
«Zitta. Io non penso sempre a lui.» disse la ragazza stizzita.
«Infatti, non è quello che ho detto.» il sorriso di Frannie divenne più ampio, illuminando gli occhi fiordaliso.
«Piantala!» sbottò Wren. «Volete andare a vedere, piuttosto? Così vi dimostro di avere ragione.» propose la ragazza con aria di sfida.
«No!»
«Sì!» dissi in contemporanea a Frannie.
«Bene, io e Azura andiamo, allora.» affermò Wren prendendomi a braccetto.
«Non potete lasciarmi sola!» esclamò la bionda.
Wren proseguì senza fermarsi, trascinandomi con sé.
«Ehi!» si affrettò a raggiungerci la ragazza proprio mentre varcavamo il portone.
La prima cosa che notai, fu il buio e la puzza di muffa. Il posto era, però, semi illuminato dalle assi di legno rotte e dalle finestre. La fioca luce, mostrava la polvere danzante e le sottili ragnatele che decoravano quel luogo. Però non c'era nessuna traccia nei nostri amici.
«Cammie? Ty?» esclamò Wren. Nessuna risposta.
«Maaatttt!» continuò Frannie stringendosi al mio braccio.
«Hebe? Lance? C'è nessuno?» proseguii io avanzando di qualche passo, accorgendomi di avere le gambe molli e tremanti.
«Ovvio che ci sono!» esclamò Wren, ma notai che la sicurezza della sua voce era stata incrinata.
Avanzammo e continuammo a chiamare gli altri, ma nessuno rispose.
«Ci dividiamo e li cerchiamo?» chiese Wren riflettendo.
«NO!» esclamammo io e Frannie contemporaneamente.
«Va bene, andiamo al piano superiore?» propose la ragazza appoggiando un piede su una scala scricchiolante.
Temetti che non avrebbero sopportato il peso di tutti e tre, ma Wren avanzava con sicurezza e io non volevo essere da meno. Mi affrettai a seguirla.
«Sicure che sia sicuro? Volevo dire, non è sicuro dato che è un posto poco sicuro.» disse con tono tremante Frannie ancora ai piedi delle scale.
«Sii ottimista.» le bisbigliai prima di raggiungere l'altra ragazza.
Ebbi nuovamente la sensazione che il legno marcio sì sarebbe spaccato da un momento all'altro.
«Forse hai ragione. Non è sicuro, magari...» mi bloccai, perché voltandomi non trovai nessuno. Solo l'enorme atrio illuminato dalla fioca luce proveniente dal portone che avevamo lasciato aperto. Il silenzio era interrotto solamente dai passi di Wren che non sembrava essersene accorta.
«Wren!» esclamai facendola fermare.
Mi affrettai a raggiungerla e a stringerla per mano, con il terrore che si leggeva nei miei battiti cardiaci. Mi tremavano le gambe e mi era venuta un'improvvisa voglia di fare tappa al bagno.
«Frannie è sparita!» esclamai agitata, fissando gli occhi caleidoscopici della ragazza che si spalancavamo sempre di più per lo stupore.
Improvvisamente sentii il vento ululante all'esterno troppo bene, crepitii inquietanti e probabilmente inesistenti che penetravano prepotentemente nella mia mente già in tilt.
«Ehi, è sicuramente uno scherzo di Xavier. Andiamo a cercare il camino, saranno duramente tutti lì a tenderci un agguato.» mi disse la ragazza stingendo la presa sulla mia mano.
Scossi la testa cercando di calmarmi e cacciare la sensazione di vermi striscianti su per le gambe.
«Ma... Hebe non mi sembra una da questi stupidi scherzi e tanto meno i ragazzi della band...» mormorai intimorita lasciando che Wren mi trascinasse con lei.
Mi guardai attorno, nel buio. Con la coda dell'occhio coglievo strane immagini e movimenti che puntualmente sparivano quando puntavo lo sguardo lì. La mia immaginazione iniziava a giocare brutti scherzi. L'odore di muffa sembrava risvegliarsi e trasformarsi in qualcosa di vivo e assassino, i rumori sembravano essersi moltiplicati.
Non mi accorsi nemmeno che eravamo giunti davanti ad una porta. Wren mi lasciò la mano e cercò di aprirla, ma era chiusa a chiave. La scosse con più vigore, ma quella non si aprì.
«Che strano. Ero sicura che il camino sì trovasse in questa stanza.» borbottò la ragazza dando un ultimo scossone alla porta.
Quelle parole mi fecero percepire presenze estranee dietro di me, così mi voltai di scatto. Ma questa volta qualcuno mi venne addosso. Una mano fredda mi coprì il naso e la bocca e mi trascinò via di peso, buttandomi con lui in un buco dovuto al marcio del legno.
Tirai una gomitata alla cieca, cercando di liberarmi dalla presa e colpii qualcosa di duro che mi provocò una fitta lungo tutto il braccio.
«Sssh sono Lance.» mi sussurrò una voce all'orecchio. Mi rilassai impercettibilmente.
«E mi hai appena spaccato il naso.» mi sibilò all'orecchio.
«Scusa.» mormorai.
«Tranquilla, ogni anno mi rompo qualcosa, era strano che quest'anno non fosse ancora accaduto. Meglio tardi che mai.» disse abbassa voce.
«Ma se rimane rotto fino a domani, per il prossimo anno sarai graziato.» affermai.
Lo sentii ridacchiare. «Beh, forse.»
Ci trovavamo sotto le scale. Un luogo umido e bagnato. Le mie scarpe affondavano in qualcosa di melmoso e maleodorante.
Le braccia di Lance mi stringevano il torace, avevo le braccia bloccate dalle sue. La mia mano era sul mio petto che si alzava e abbassava velocemente, mentre la sua me la copriva, impedendomi di spostarla. Non capivo perché il mio cuore battesse così forte, eppure non avevo più paura. Il suo calore si diffondeva attorno a me, facendomi distrarre dal luogo in cui ci trovavamo.
«Che scherzo idiota.» sussurrai.
«È uno scherzo di Xavier per Wren. Ho promesso che non avrei detto niente.» sussurrò il ragazzo che guardava verso l'alto, cercando la figura di Wren tra le assi.
Infatti la ragazza si stava guardando intorno e gridava a gran voce il mio nome. Trattenni il fiato quando ci passò sopra e scese le scale.
«Anche Hebe ha accettato?» chiesi voltandomi verso di lui. Lance era più alto di me il suo mento mi sfiorava la fronte mentre pensavo allo spazio che c'era tra noi. Ovvero nessuno. Eravamo stretti insieme.
«È altrove contro la sua volontà.» mi spiegò.
«Lo so che è opera tua Bellson! Uscire fuori!» gridava intanto la ragazza.
«Mi spiace per lei...»
«Se tutto va bene, entro quest'anno Xavier riuscirà ad avere ciò che vuole.» disse Lance.
«Fate amicizia piuttosto in fretta voi maschi.» dissi divertita. Lance abbassò il volto e le sue labbra sfiorarono la mia fronte.
«Dipende da persona a persona.» bisbigliò il ragazzo.
Sentii un tonfo e capii che la porta principale si era chiusa di colpo. La ragazza strillò.
«Bellson?!» esclamò ancora Wren, ma questa volta il tono della voce era del tutto priva della sua sicurezza.
«Ora arriva il bello.» disse Lance tenendo gli occhi attraverso le fessure del legno. Mi lasciò e mi prese per mano, conducendomi sotto i piedi di Wren. Mi accorsi in quel momento che c'era uno strano macchinario che Lance azionò. Un sibilo sinistro mi fece capire che era era entrato in funzione. Del fumo fuoriuscì da due tubi di scarico e salirono verso l'alto, trapassando le assi.
Vidi Wren guardarsi i piedi e indietreggiare confusa.
«Azoto liquido.» bisbigliò Lance al mio orecchio massaggiandosi il naso.
«Non te l'ho rotto realmente, spero» replicai di rimando.
Lui mi guardò divertito, senza rispondermi.
«Xavier! So che sei tu! E non è divertente!» affermò la ragazza sopra di noi.
«Non è carina? Pensa sempre a lui.» affermai.
In quel momento le porte e le finestre presero ad aprirsi e chiudersi ripetutamente. Una profonda risata rimbombò tra le mura.
«Ma... Come fa?!» bisbigliai stupita.
«Te lo spiego dopo.» disse in fretta il ragazzo stringendo la presa sulle mie dita, come per confermare la sua presenza. Come se temesse che tutto ciò mi terrorizzasse.

Wren indietreggiò ancora, e notai che erano comparsi un altro paio di piedi, più grossi. Wren ci finì contro e gridò spaventata. Si girò di scatto e un calcio fulmineo colpì la persona che cascò a terra.
Stillai stupita, proprio mentre le porte si fermavano e la voce inquietante smetteva di ridere. Lance spense in fretta la macchina e mi trascinò al piano di sopra.
Xavier era per terra davanti ad una Wren furiosa e si teneva del ghiaccio portato da Theo sul volto.
Mano a mano i ragazzi sbucavano da passaggi segreti e circondavano la ragazza.
Anche Frannie ci raggiunse.
«Che diavolo vi è saltato in mente?» gridò Wren contro gli altri.
Hebe avanzò contrariata a braccia incrociate.
«Questo era un vecchio set di un film.» spiegò la ragazza mentre scoccava un'occhiataccia al cantante della band.
«Il padre di Xavier conosceva il proprietario e se l'è fatto prestare per farti uno scherzo.» aggiunse Cammie piuttosto divertita.
«Ed eravate tutti in combutta?» esclamò Wren sempre più furiosa.
«No. Ma quelli che ho convinto si sono occupati del resto.» replicò Xavier mettendosi in piedi, con il ghiaccio ancora premuto contro la guancia.
«Sei un coglione!» esclamò Wren con le braccia strette lungo i fianchi tremanti. Poi lo spinse via con forza e corse fuori dalla casa.
Ci guardammo tutti in faccia, tra quelli pieni di sensi di colpa e quelli scioccati.
«La raggiungo io.» intervenne Hebe correndo fuori. Xavier fece per seguirla.
«Rimani qui, bello. Se non vuoi peggiorare la situazione.» disse gelida la Dark prima di precipitarsi all'esterno.

Xavier ci fece comunque fare il giro della casa, mostrandoci i meccanismi che arrivavano le ante delle finestre e porte. Notai che molte parti di essa erano puramente scenografiche. Non me n'ero resa conto inizialmente per la paura. Era come un disegno in bianco e nero. Mi ero concentrato sulla figura nera, ma ora che mi avevano dimostrato anche l'immagine bianca, vedevo le cose così com'erano, da un altro punto di vista.
Tornammo indietro e trovammo Wren con il volto nero e Hebe che cercava di rabbonirla.
«Scusati.» bisbigliò Cammie a Xavier.
Il ragazzo sbuffò:«Lei mi ha dato un calcio in faccia.»
«Dovremmo scusarci tutti. Siamo stati immaturi a seguire qualcuno di altrettanto stupido come Xavier. Ci siamo lasciati prendere dall'euforia del momento.» intervenne Matthew Hellman.
«Ehi!» protestò Xavier.
«Andiamo tutti a scusarci.» convenne Tony dispiaciuto. Avanzò, ma in quel momento Hebe alzò il suo sguardo zaffiro tagliente e minaccioso.
«O forse possiamo far parlare un diplomatico per tutti.» disse il cantante facendo dietrofront e spingendo davanti a sé Theo Allwell.
«Cosa? Perché io?» esclamò terrorizzato.
«Perché tu suoni il violino.» spiegò Tony.
«Scusa l'ignoranza, ma non vedo il collegamento.» intervenne Frannie corrucciando la fronte.
«Perché il violinista calma.» disse Tony dando ancora una spinta al ragazzo con gli occhiali. Theo se li sistemò e si avviò verso il patibolo.
Assistemmo come un pubblico da lontano, aspettando che le ragazze azzannassero il nostro capro espiatorio. Ma ciò che accadde di strano. Hebe si mise a ridere alle parole di Theo e venne seguita da Wren.
Incoraggiati da ciò, anche gli altri si avvicinarono con passo circospetto.
Vidi Hebe fare un pugno scherzoso sul petto di Theo.
«Sei patetico.» la sentii dire, ma il sorriso sul volto non scomparve.
«Voi non siete perdonati, però.» disse Wren puntando il dito contro di noi. «Tu men che meno.» inarcò le sopracciglia e il dito sì fermò su Xavier.
«Posso farmi perdonare con i fuochi d'artificio e del buon vino per finire l'anno in bellezza?» chiese il ragazzo con un sorriso disarmante.

Angolo Autrice

Ho scritto tantissimo, ma non ha senso questo capitolo 🤔. Comunque sono tornata!!! E probabilmente pubblicherò regolarmente ogni lunedì! Quindi... Ciao ciao! E buon San Valentino in anticipo di mezz'ora!!!  

Siccome sono certa che non vi ricordiate le persone comparse nel capitolo...

Azura Clayton: protagonista. Capelli rossi e occhi azzurri.

Lance (Lancelot) Chanders: Nuovo compagno di scuola, totalmente nere con ricci biondi e occhi castano verdi.

Hebe Daniels: ragazza dark dai capelli scuri e occhi color zaffiro. Scontrosa e sarcastica, ma sta mostrando una nuova via per Azura.

Gryf (Griffin): alla batteria. Viso squadrato, robusto e piuttosto simpatico e malizioso. Molto aperto e allegro. Corti capelli a spazzola, castani e occhi del medesimo colore.

Fin (Phineas): alla tastiera. Viso allungato capelli biondi lunghi per un ragazzo. Occhi castani.

Dor (Dorothy): suona il basso ed è la sorella di Fin. si assomigliano. Anche lei viso allungato, bionda con occhi castani.

Tony (Anthony) Goodwin: cantante di una band. Il "tipo non tipo" di Hebe. Capelli biondi tinti di nero e occhi verdi.

Theo (Theobald) Allwell: timido ragazzo che si è unito alla band di Tony con il violino. Porta gli occhiali. Capelli e occhi castano chiaro.

Wren Sutton: migliore amica Hebe. Bellezza eterea, capelli castani e occhi del medesimo colore ma non pagliuzze dorate. Ha dei lineamenti vagamente orientali.

Frannie Pierce: altra amica di Hebe. Sembra la solita biondina stupida. Ha i capelli tagliati a folletto e occhi color fiordaliso. Bassina, paurosa, ma tenace

Xavier Bellson: capitano di basket dell'Accademia dell'arte. A quanto pare è ricco sfondato ed è un gran don Giovanni. Ha capelli neri spettinati e occhi grigio mercurio.

Matthew Hellman: cotta di Frannie. Apatico. Migliore amico di Xavier. Capelli castani e occhi verde bottiglia.

Cammie Jewett: altra migliore amica Hebe. Divertente e con un umorismo nero. Capelli lunghi con la riga di mezzo di un biondo scuro e occhi castani.

Tylar Gordon: ragazzo di Cammie. Capelli e occhi castano scuro, è l'altra metà della coppia felice.

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