Broken Hearts

By Evans_92

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Leeroy e Andrew sono due ragazzi cresciuti nello stesso paese inglese, ma non potrebbero essere più diversi. ... More

Prologo
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17.
18.
Titolo della parte
19.
20.
Titolo della parte
21
21
22
Aggiornamenti.
23
24
Epilogo
Non ci posso credere

6.

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By Evans_92

Leeroy
Quando mi svegliai con l'emicrania e Matt nel mio letto capii subito di aver fatto una cazzata.
Mi tirai a sedere e passai una mano fra i miei capelli sentendomi più dolorante e più confuso che mai.
Perché mi ero comportato in quel modo? Non avevo mai pensato di tornare a letto con Matt. La prima volta mi era bastata e non riuscivo proprio a capire cosa mi fosse successo la notte prima.
In realtà ricordavo molto poco e basta. Probabilmente avevo solo esagerato con l'alcool.
Mi alzai e quando mi voltai notai che Matt si era svegliato, indossai in fretta i boxer e dissi solamente
- Puoi farti una doccia ma poi vai via -
- Non sei molto ospitale - brontolò lui sbadigliando.
Alzai le spalle
- Dovrei esserlo? -
Matt non parve offendersi, sorrise e scosse la testa, non mi interessava sapere cosa stesse pensando e uscii dalla stanza stanco.
Avevo decisamente bisogno di un caffè, e di non pensare alle conseguenze di ciò che avevo fatto.

Andrew
Quel sabato andai all'allenamento completamente privo di energie.
Ricordavo poco e niente della sera prima, mi ero svegliato con un mal di testa infernale e la bocca completamente impastata.
Uno schifo.
E oltre ciò avevo anche litigato con Jillian al telefono. Per lo più lei aveva urlato e io avevo finto di ascoltarla. Mi aveva accusato di trascurarla, di averla lasciata sola e chissà cos'altro. Ad un certo punto avevo smesso di seguirla.
Sbuffai a quel ricordo e buttai la mia sacca sulla panca di legno dello spogliatoio.
- Gran serata ieri eh? -
Guardai Sam scuro in volto
- Non direi -
Rise forte
- Sei distrutto -
Lo lasciai perdere perché certe volte era davvero impossibile parlare con lui.
Comunque non ero il solo ad avere una pessima cera.
Matt era appena entrato nella stanza e non aveva un aspetto migliore del mio.
In quel momento ricordai che alla festa di Taylor era andato via con Leeroy.
Provai un moto di stizza e di nuovo quella voglia improvvisa di vomitare che per tutta la nottata precedente mi aveva perseguitato.
Scossi la testa e finii di allacciarmi le scarpette e mentre mi dirigevo verso l'uscita, diedi una spallata proprio contro Matt che finì addosso al muro.
Lo guardai negli occhi nocciola chiaro e sollevai un sopracciglio
- Ti aspettano 20 giri di campo. Sicuro di farcela o ti fa male troppo il sedere? -
Matt mi guardò duramente.
Nello spogliatoio adesso era sceso un silenzio gelido. Aspettai col cuore in gola che mi rispondesse e vidi chiaramente che voleva farlo.
Aspettai. Aspettai ansioso. Ma lui non fece nulla.
Arrabbiato uscii dallo spogliatoio.

Leeroy
- Sei stupido lo sai vero? -
Guardai Sunny sulla soglia di casa mia e sollevai assonnato un sopracciglio.
- Buongiorno anche a te -
Lei entrò spingendomi via. Sospirai pesante e chiusi con un colpo secco il portone
- Ho portato la colazione, Jane? -
- Dorme -
Sunny era furiosa. Si voltò verso di me e i suoi capelli arancioni mi parvero più accesi che mai.
- Perché l'hai fatto? -
Presi un cornetto dal sacchetto che Sunny aveva lasciato sul tavolo della mia cucina e lo addentai famelico
- Di cosa parli dolcezza? -
- Matthew O'Neill -
La guardai per qualche secondo. Poi scossi le spalle e mi sedetti su una delle sedie allungando le gambe proprio verso di lei
- Sei gelosa tesoro? -
- Sei un deficiente! Come ti è venuto in mente di provocare in quel modo Harrison? Ancora? -
Improvvisamente mi era passata la fame, lasciai il cornetto e abbassai le gambe
- E da quando ci preoccupiamo dei sentimenti di Andrew Harrison? Oh andiamo Sun, è sesso! Non mi preoccupo mai del sesso! -
- Lo sai che non si tratta solo di questo? -
- Davvero? Perché a me sembrava esattamente solo questo -
Sunny mi guardò e scosse la testa
- Puoi avere questo atteggiamento con chi vuoi, e magari ti crederanno anche, ma non con me.. Stiamo parlando di Matt! L'hai fatto per colpire Andrew! Ed è stato meschino -
- Stai sminuendo Matt così lo sai?
- Oh davvero Lee? -
- Si, saputella.. Matt è... è.. - Sunny sollevò le sopracciglia incredula e io conclusi deciso - Interessante -
- Interessante? -
- Si! È carino... Insomma... Ci sa anche fare -
- Ed è l'ex amichetto di Andrew Harrison -
- Ti ho già detto che non c'entra nulla -
Mi alzai dalla sedia senza più alcuna voglia di scherzare, lei sospirò paziente e poi mi guardò seria e sconsolata, come se da me non si aspettasse nient'altro che il peggio, fece per parlare ma all'ultimo lasciò perdere. Poi mormorò
- Mi preoccupo solo per te, sai che non puoi permetterti altri problemi Lee.. -
- È stata solo una scopata. Se il povero cuoricino di Drew non può reggerla me ne farò una ragione -
Le sbattei davanti il suo succo di frutta preferito e poi me ne andai salendo a passo di marcia in camera mia.
Era sabato e volevo godermelo.
Basta drammi.
E al diavolo Andrew Harrison.

Andrew
Finché l'allenatore non arrivava era compito del capitano guidare il riscaldamento della squadra.
E il ritardo del coach per me fu un gran bel regalo, perché mi permise di massacrare per bene Matt. "Fa quello, fai quell'altro! Sei troppo femminuccia per correre? Altri 5 giri di campo, muoviti" continuai così per circa 45 minuti, tanto che ad un certo punto persino Sam mi disse che stavo esagerando. Ma io non mi fermai. Corsa, esercizi, sfottò, ero rabbioso, implacabile. E il fatto che lui subisse tutti passivamente non mi aiutava a calmarmi.
Volevo litigare. E lui che mi guardava come se mi tenesse in pugno mi mandava il sangue al cervello.
Pensava che farsi sbattere un paio di volte da Daves lo rendesse invincibile? Gli avrei fatto capire che si sbagliava di grosso.
L'arrivo del coach mi bloccò per un po, almeno fino alla solita partitella fra squadra A e squadra B.
Io e Matt finimmo nella due squadre opposte e quando lo vidi con la pettorina arancione fu come vedere rosso.
Al fischio d'inizio corsi a marcarlo. Dopotutto io ero un difensore e lui un attaccante, quello era il mio ruolo, ma non appena toccò palla, dimenticai completamente il gioco e lo buttai a terra colpendolo direttamente alle gambe con il tacchetto delle scarpe. Matt urlò e cadde sull'erba sporca del campo, tenendosi la gamba fra le braccia.
- Drew! Che cazzo fai?! -
L'allenatore fischiò e venne verso di me.
Guardai negli occhi scuri di rabbia di Matt e alzai le mani sorridendogli
- Ho sbagliato, scusate -
Matt si rialzò e la partita riprese fra la tensione generale.
Lo colpii di nuovo con violenza dopo circa 5 minuti dal fischio di inizio, ma questa volta Matt reagì e me lo ritrovai addosso che urlava
- Hai qualche problema? -
Ignorando l'allenatore e i nostri compagni, lo spinsi via
- Tu. Sei tu il mio problema. - me lo ritrovai di nuovo contro e sibilai - Sei solo un frocio senza palle, ti fai usare da Daves perché sei invidioso di me. Dovresti ringraziarmi perché se sei qualcuno in questa cavolo di scuola è solo merito mio -
- Merito tuo?! Ma ti senti? Io non sono geloso. Io ti odio! Sei solo un egocentrico bastardo! - Matt era rosso in viso, i ragazzi provarono a separarci, ma ci liberammo e tornammo l'uno di fronte all'altro più aggressivi di prima. - Tutto ruota intorno a Andrew Harrison vero? Tutto è inferiore ad Andrew Harrison. Be vuoi sapere una cosa? È stato divertente ridere di te con lui. È stato bello farsi fottere sotto il tuo naso ottuso. Sei un imbecille. Tutti ti sono amici solo perché sei il figlio del sindaco. Perché credi che Jill e Sam ti sopportano? Non vali un cazzo Drew. Leeroy è solo l'unico che ha il coraggio di dirtelo. -
Avevo ascoltato tutto il suo sfogo impassibile.
Quello era il mio migliore amico.
Eravamo nati e cresciuti insieme.
Quando ero piccolo e volevo stare bene correvo da lui, quando avevo un segreto e volevo confidarlo a qualcuno pensavo a lui.
Era un fratello.
E ora mi era davanti con gli occhi allucinati che mi sputava addosso tutte quelle parole cariche di rancore, e sapevo che moriva dalla voglia di farlo, sapevo che ora lui si sentiva meglio. E incredibilmente fu quasi una liberazione anche per me.
Durante la partita dell'ultimo campionato ci eravamo solo azzuffati, ma non ci eravamo davvero affrontati. Era rimasto tutto dentro di noi a soffocarci, e adesso che era venuto a galla era ora di chiudere quella storia.
Ma la cosa che più mi colpì fu che non avevo fatto i conti con le mie emozioni.
Sentigli dire che loro due avevano riso di me insieme mi fece impazzire.
Me li immaginai.
Li vidi seduti su un letto sfatto, nudi, a ridere di quanto fossi stupido, e nella mia mente di lucido non ci fu più nulla.
Sentirgli dire quel nome con quella confidenza in mezzo a tutto quel veleno fu troppo.
Fu lui. Come sempre.
In mezzo a tutta quella merda come sempre emerse solo lui.
E io persi del tutto il controllo.

Leeroy
Fumarmi uno spinello disteso sul pavimento della mia stanza, era senza ombra di dubbio uno dei miei tre passatempi preferiti.
Nel torpore del fumo pensai che avevo sbagliato a portarmi a casa Matt.
Non ero soddisfatto come solitamente sarei stato dopo una notte simile e questo mi faceva sentire inquieto, come se questa volta avessi davvero superato il limite.
Quella storia avrebbe sicuramente creato nuove tensioni con Andrew e non mi sarebbe importato se non avessi dovuto vederlo per le ripetizioni.
Di solito il pensiero di vederlo arrabbiato mi divertiva, ma questa volta c'era qualcosa che stonava e che proprio non riuscivo a capire.
Pensai al suo profumo, e a come la sera prima mi avesse mandato completamente fuori di testa, e per un secondo ebbi voglia di vederlo.
Ma fu solo un secondo.
Poi passò e lasciò solo il vuoto dietro di sè.

Andrew
Ci volle quasi tutta la squadra per staccarmi dalla faccia di Matt.
Questa volta ero nei guai. In guai seri.
Con il fiato grosso vidi dei ragazzi sollevare Matt dal terreno, che mi guardò dolorante e sanguinante, con un sopracciglio frantumato, e il labbro gonfio e spaccato e ghignò.
Con quel sorrisetto sulla bocca sporca riuscì a mormorare
- Forse fra noi due, il frocio non sono io -
Bastarono quelle parole a lasciarmi completamente indifeso.
Lo fissai mentre lo accompagnavano in infermeria e il mio cuore iniziò a battere furiosamente mandando anche il cervello in tilt.
Io lo avevo massacrato, eppure alla fine aveva vinto lui.

Leeroy
Quando lunedì andai a scuola, sentii nell'aria una tensione strana.
Non ci feci troppo caso ed entrai nel vecchio edificio di Fort Hale con le cuffie dell'iPod nelle orecchie e la cravatta slacciata intorno al collo.
La prima cosa che vidi fu il gruppo della squadra di calcio senza il suo capitano.
Passai oltre, ma non fui così rapido da non notare lo spilungone, il portiere, Sam, che mi fissava come se gli avessi ucciso la madre. Ma che voleva? Rabbrividii e lo ignorai.
Quella mattina Sunny si era fatta accompagnare a scuola da sua madre, così la raggiunsi e sbadigliando la salutai
- Buongiorno -
Buttai l'iPod nello zaino, e solo quando sollevai lo sguardo verso di lei vidi che mi fissava scettica
- Buongiorno? -
Mi accigliai e con cautela dissi
- Si.. Di solito non si usa dire così? -
Sunny sbuffò e scosse la testa
- Immagino che ancora non lo sai -
Mi appoggiai con la spalla all'armadietto e confuso le chiesi
- Di che parli Sun? -
Speravo si sbrigasse. Non amavo gli indovinelli. E soprattutto non li amavo a quell'ora del mattino.
Sunny mi guardò come per studiare bene la mia reazione e poi sbottò
- No non lo sai -
- Hai perso la mia attenzione 10 minuti fa -
- Hanno sospeso Andrew -
Mi accigliai più confuso di prima e più attento di quanto non volessi ammettere
- Harrison? -
- Chi altri? -
- Perché diavolo mi guardi in quel modo? Io non c'entro nulla! -
L'espressione sul viso di Sunny era così scettica da sembrare grottesca. Rise e mi guardò dritto in faccia prima di dire
- Sicuro? Perché l'hanno sospeso per aver picchiato Matt durante l'ultimo allenamento. Sabato. Aspetta, cos'è che è successo venerdì notte? -
La fissai per qualche secondo e poi aprii il mio armadietto proprio di fianco al suo con indifferenza ostentata e tranquillo risposi
- Sicuro. Io sabato ero a casa -
- Sai cosa intendo -
Misi i miei libri dentro e lo feci con un po troppa foga per sembrare del tutto distaccato da quel discorso, poi mi voltai verso di lei
- Si. E ti dico che sono problemi loro e che io c'entro ben poco. Quasi niente. Se voglio portarmi a casa O'Neill lo faccio, non saranno di certo le crisi da donna mestruata del tuo caro Andrew a fermarmi. -
Detto questo me ne andai.
Ero seccato dalla sua insistenza e pienamente convinto di ciò che avevo detto.
C'era altro che mi turbava di più e che Sunny non sapeva. Qualcos'altro che era successo venerdì notte.
Era bastato un piccolo avvicinamento fra noi per scatenare quell'inferno.
Questo, anche se non volevo ammetterlo, un po mi spaventava.

Andrew
Tornare a scuola dopo i tre giorni di sospensione fu terrificante.
Sapevo di essere sulla bocca di tutti, e questo mi rendeva davvero nervoso. Non ero abituato ad essere in quella posizione. Ero cresciuto circondato dal pettegolezzo. Su mio padre, su mia madre, su mia sorella, sulla mia ragazza di turno, su ciò che facevo, dove andavo, chi frequentavo.. Ma non ero abituato ad essere quello "sospeso perché ha picchiato il suo compagno di squadra gay".
Mio padre aveva urlato così tanto che poi aveva dovuto misurarsi la pressione per essere certo di non star per avere un collasso. Non avevo provato neanche a difendermi, perché razionalmente, neanche io sapevo spiegarmi bene il mio comportamento, e questo aveva reso quei tre giorni a casa insopportabili. Ma ora che stavo per tornare a scuola, iniziavo a rimpiangerli.
Presi un respiro profondo e uscii dall'abitacolo protettivo della mia auto, e in un attimo tutto gli sguardi degli studenti presenti nel cortile furono su di me.
Mi fissavano spudoratamente. Come se quello fosse uno zoo e io l'attrazione principale. Provai una strana sensazione: mi venne da pensare che c'era qualcuno che doveva sentirsi in quel modo sempre.
Scossi la testa e scacciai quei pensieri. Non era proprio il momento.
Dovevo andare oltre.
Alzare la testa e puntare i piedi.
Avevo fatto ciò che avevo fatto.
Ora ero lì, e dovevo accettarlo e prenderne le conseguenze. Dopotutto non ero pentito, Matt se l'era meritato e non perché era gay come mio padre aveva continuato a ripetermi per circa 24 ore, ma perché era stato un amico di merda.
Fulminai con un'occhiataccia un ragazzino del primo che corse via senza troppe scuse.
Sorrisi tra me e me pensando che potevo far paura anche io, e poi andai verso l'entrata per cercare Jillian. Dovevo parlarle, negli ultimi tempi c'erano state parecchie tensioni e non aveva preso bene la notizia della sospensione. Dovevo trovarla e fare pace. Ma davanti ai gradini del portone d'ingresso incrociai l'unica persona che davvero non ero pronto a vedere.
Leeroy era seduto a terra, mentre fumava una sigaretta e con la mia medesima espressione di sorpresa dipinta sul volto.
Per qualche assurdo motivo eravamo entrambi in imbarazzo, in fretta lo mascherammo, perché non volevamo farlo a vedere.
Era passata quasi una settimana dall'ultima volta che ci eravamo visti e quel ricordo, quella sera, era l'ultima cosa di cui avevo bisogno in quel momento, ma fu anche l'unica cosa che mi venne in mente non appena lo vidi, oltre alle parole di Matt, e così cedetti, abbassando lo sguardo.
Leeroy ebbe un momento di esitazione, poi si alzò e togliendosi la sigaretta di bocca disse con voce più incolore possibile:
- Domenica, in biblioteca. Ci serve un terreno neutrale per le ripetizioni -
Dopo questo mi diede le spalle e sparì dentro al liceo.
Lo seguii con lo sguardo senza parole.
Non sapevo cosa fosse appena successo, ma all'improvviso ignorare tutti quegli sguardi curiosi dei miei compagni fu facilissimo, e con un mezzo sorriso sulle labbra entrai anch'io a scuola.

Nota:
Innanzitutto ringrazio tutti quelli che leggono questa storia, scrivo questa nota per scusarmi per il linguaggio "colorito" (chiamiamolo così) che uso in tutta la storia e in particolar modo, fino ad adesso, in questo capitolo. Purtroppo certe volte serve per render bene l'idea di cosa pensano i due ragazzi, ma potrebbe anche dar fastidio, per cui credo sia giusto scrivere questa nota. Grazie ancora per aver letto e spero che continuerete a farlo:)
Al prossimo capitolo.

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